PeaceLink, Articolo21 e Melting Pot lanciano un appello congiunto per chiedere la cessazione della censura sul film "Mare Nostrum" del regista Stefano Mencherini e sulle violazioni dei diritti umani dei migranti.
La legge sull'immigrazione detta Bossi-Fini rappresenta per molti aspetti non solo una vergogna per un Paese civile di vecchie e nuove emigrazioni, ma nella sua contorta applicazione una grave lesione dei diritti umani e civili dei migranti, anche di quelli internati per 60 giorni nei "Centri di permanenza temporanea" (Cpt) per "colpa" dell'unico reato commesso: la fuga da guerre e carestie.
Gran parte dell'informazione, purtroppo, definisce ancora oggi i Cpt "centri di accoglienza" e ancora pochissimo si sa di quanto accada quotidianamente dentro a questi luoghi (molti sono sotto inchiesta) dove si susseguono rivolte, atti di autolesionismo e scioperi della fame. Si sa pochissimo anche perché, da oltre due anni, a tutta l'informazione ne è impedito l'accesso per volere del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. L'unico documento filmato che mostra queste ed altre drammatiche realtà collegate alle scellerate politiche sull'immigrazione del governo Berlusconi, è il film-inchiesta "Mare Nostrum" del giornalista indipendente e regista Rai Stefano Mencherini, documento che è stato rifiutato da tutte le televisioni italiane e ha subito numerose censure. Ultima quella imposta dalla giunta comunale leghista di Malo, in provincia di Vicenza, che ha imposto ad una associazione di annullarne una proiezione in un cinema del paese.
PeaceLink, Articolo 21 e Melting Pot fanno quindi propria una iniziativa popolare partita spontaneamente da piccole Ong e liberi cittadini, che chiedono al servizio pubblico televisivo di sdoganare dalle censure Mare nostrum e di dibattere a 360 gradi sul tema per cercare di fare chiarezza e mostrare ciò che una legge della Repubblica italiana ha prodotto in questi anni sulla pelle degli immigrati e nella nostra cultura.
italy.peacelink.org/migranti/articles/art_11214.html
|