Sono state perquisite inoltre le abitazioni di 56 persone. Tutti a vario in contatto con gli indagati. Le perquisizioni sono state effettuate in Sardegna, a Roma, Viterbo, Genova e Foggia.
CAGLIARI - Sette persone fermate in Sardegna nell'ambito di un'operazione antiterrorismo condotta da polizia e carabinieri su ordine della Procura della Repubblica di Cagliari. Nell'ambito dell'operazione, effettuata negli ambienti degli anarco-insurrezionalisti, sono state indagate 26 persone e sono state fatte decine di perquisizioni anche nel resto d'Italia. Tre dei fermi sono stati eseguiti a Roma, Foggia e Genova.
Le indagini sono collegate all'attentato compiuto il 12 giugno dello scorso anno, a poche ore dall'apertura dei seggi per le elezioni europee e regionali, contro una sede elettorale di Fi a Quartu Sant'Elena. In quell'occasione vennero arrestate tre persone.
Sono state perquisite inoltre le abitazioni di 56 persone. Tutti a vario in contatto con gli indagati. Le perquisizioni sono state effettuate in Sardegna, a Roma, Viterbo, Genova e Foggia.
Le persone fermate oggi sono ritenute responsabili di avere promosso, costituito ed organizzato una associazione inserita nel movimento anarchico denominato "Fraria" che, dice una nota della questura, ha "finalitą di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico".
L'attivitą dell'associazione, infatti, secondo gli investigatori "serviva da schermo per occultare pratiche occulte ed illecite riferibili all'associazione sovversiva", con finalitą di terrorismo. Per gli investigatori, pertanto, ci sono gli elementi per affermare che all'interno del circolo 'Fraria' esisteva una "struttura eversiva incentrata, secondo gli schemi tipici dell'area anarco-insurrezionalista, sulla logica del 'gruppo di affinita, ovvero un nucleo operativo su base territoriale e cementato dalla progettualitą dell'azione diretta contro obiettivi comuni, mediante attacchi non necessariamente correlati e concordati".
Gli investigatori della Digos della Questura di Cagliari ritengono inoltre che gli arrestati abbiano fatto propaganda e proselitismo con volantini, manifesti e sul web per rafforzare il gruppo sovversivo.
L'operazione, tuttora in corso, sarebbe frutto di un lungo lavoro investigativo. Gli inquirenti avrebbero seguito movimenti e spostamenti di persone sospettate anche quando per lunghi periodi sembravano del tutto estranee a qualsiasi collegamento con movimenti eversivi o antagonisti.
Non si escludono collegamenti l'arresto, il 12 maggio, di cinque persone, tutte di matrice anarco-insurrezionalista, per attentati contro strutture della Curia, sportelli bancomat e distributori di carburante.
(19 maggio 2005)
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