Sette anarchici arrestati in Sardegna
Arresti e perquisizioni sono in corso in Sardegna nell'ambito di un'operazione contro gli anarco insurrezionalisti, condotta dai militari del Ros e dagli uomini della Digos di Cagliari, e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. I sette sono definiti «militanti o aderenti» del centro di documentazione anarchica di Cagliari “Fraria” la cui attività, secondo gli investigatori, «serviva da schermo per occultare pratiche occulte ed illecite riferibili all'associazione sovversiva», con finalità di terrorismo. Per gli investigatori, ci sono gli elementi per affermare che all'interno del circolo Fraria esisteva una «struttura eversiva incentrata, secondo gli schemi tipici dell'area anarco-insurrezionalista, sulla logica del gruppo di affinià, ovvero un nucleo operativo su base territoriale e cementato dalla progettualità dell'azione diretta contro obiettivi comuni, mediante attacchi non necessariamente correlati e concordati. Una metodica tipica dell’anarchismo. La Digos della Questura di Cagliari ritiene inoltre che gli arrestati abbiano fatto propaganda e proselitismo con volantini, manifesti e sul web per rafforzare il gruppo sovversivo. Gli ordigni artigianali fatti esplodere a Milano e Genova - un cassonetto scoppiato davanti alla caserma dei carabinieri - il primo marzo scorso, che non hanno ferito nessuno ma che per il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu avrebbero potuto uccidere, sono stati rivendicati da altre sigle. Il circolo Fraria ha siglato solo un volantino di attacco ai giornalisti dell'Unione Sarda poco dopo l'arrivo alla redazione del giornale di Cagliari di un pacco contenente una pallottola inesplosa.
Uno dei sette - che hanno comunque tutti ottenuto i domiciliari - è Luca De Simone, 25 anni, foggiano, già arrestato nel giugno dello scorso anno insieme ad altri due, Vinicio e Carlo, attivisti del circolo Fraria, per un attentato dimostrativo al circolo di Forza Italia a Quartu Sant'Elena. La bomba aveva fatto andare in frantumi la vetrina dell'ufficio elettorale di Mauro Pili, candidato presidente della coalizione di centro destra Sardegna Unita alle regionali. E nell'agosto scorso il circolo era stato chiuso per disposizioni di pubblica sicurezza.
L’accusa che viene mossa ai sette arrestati di Cagliari è di aver «promosso, costituito, organizzato, diretto e finanziato o comunque partecipato ad un'associazione sovversiva, finalizzata al compimento di atti di violenza, con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico, nonchè attività di propaganda ed apologia sovversiva». Non si conoscono reati specifici addebitati ai sette in manette, si tratta dunque di un teorema che si basa solo su reati associativi. Gli arresti sono arrivati dopo un’ondata di perquisizioni negli ambienti anarchici: 48 perquisizioni in Sardegna, Liguria, Lazio e Puglia
Il 12 maggio scorso infatti la Digos di Lecce, in un'operazione condotta sempre in collaborazione con il Servizio Centrale Antiterrorismo e la Direzione Distrettuale Antimafia, aveva arrestato 5 persone accusate di aver promosso, costituito, organizzato, diretto e partecipato ad un'associazione finalizzata al compimento di atti di violenza a fini di eversione dell'ordine democratico e di altri gravi reati. Oltre venti perquisizioni erano state eseguite nelle case di altri anarchici nelle province di Lecce, Aosta, Torino, Trento, Trieste, Chieti, Cagliari, Taranto e Catania.
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