Ai domiciliari sono finiti esponenti del circolo Fraria di Cagliari. Il teorema di Pisanu.
«Mi auguro che l'operazione di oggi consenta alla magistratura di individuare i legami organizzativi e i programmi operativi che possono qualificare i cosiddetti gruppi di affinità degli anarco-insurrezionalisti come vere e proprie associazioni eversive». La Digos e i Ros arrestano anarchici in Sardegna, in Liguria, in Lazio e in Puglia e Giuseppe Pisanu va subito oltre. Non solo loda polizia e carabinieri, cosa che da un ministro dell'Interno ci si può aspettare, ma traccia anche la strada per il futuro lavoro dei giudici. E qui la cosa è un po' più irrituale, dato che la magistratura conserva ancora la sua autonomia. «La conferma dei magistrati - dice Pisanu, - sarebbe un altro importante passo in avanti nella lotta al nuovo terrorismo interno che le forze dell'ordine stanno sviluppando». L'invito di Pisanu ai magistrati è arrivato ieri al termine di un'operazione, partita da indagini avviate dalla procura distrettuale e dalla Digos di Cagliari, tra gruppi anarchici e dell'area antagonista. Sono state arrestate sette persone, accusate di aver promosso, costituito e organizzato un'associazione sovversiva. Agli arresti domiciliari sono finiti ****, 26 anni di Foggia, ****, 33 anni di Genova, ****, 40 anni di Dolianova, ****, 34 anni di Cagliari, ****, 35 anni di Barisardo, ****, 47 anni di Cagliari e ****, 44 anni di Cagliari. Tutti iscritti al circolo anarchico «Fraria» di Cagliari. Nel corso dell'operazione, Digos e carabinieri hanno perquisito cinquantesei appartamenti, in Sardegna, a Roma, a Viterbo, a Genova e a Foggia. A parte gli arrestati, altre 19 persone sono state denunciate per reati minori: attitività di propaganda e proselitismo. L'episodio da cui è partita l'indagine risale al 2 ottobre del 2003, quando alla stazione dei carabinieri di Stampace, nel centro storico di Cagliari, fu inviato uno dei tre pacchi-bomba recapitati in quello stesso giorno (gli altri due furono inviati al ministero del lavoro e alla sede di rappresentanza della Regione Sardegna a Roma). Digos e Ros hanno citato altre tre date: il 16 marzo 2004, quando a Cagliari fu bruciata un'auto dei carabinieri; il 20 marzo dello stesso anno, quando nel corso di una manifestazione furono lanciati slogan contro i militari morti a Nassyria; il 12 giugno sempre 2004, quando a Quartu, città a pochi chilometri da Cagliari, fu fatta esplodere una bomba a basso potenziale nella sede di Forza Italia. In quest'ultima occasione, la polizia aveva fermato tre iscritti al circolo «Fraria»: ***********. Tutti e tre sono nell'elenco degli arrestati di ieri. «Abbiamo trovato», ha detto Loris Anchesi, comandante provinciale dei carabinieri, «una serie di riscontri a ipotesi investigative che avevamo già avviato. Lo stesso arresto, il 3 febbraio dello scorso anno, di un giovane, ****, che si è assunto la responsabilità di attentati e di atti intimidatori rivendicati da sigle anarchiche, rientra in questo filone». Tanto basta a far scattare l'allarme terrorismo e l'accusa di associazione sovversiva: il pacco bomba, un'auto bruciata, slogan durante un corteo, il rudimentale ordigno contro la sede di Forza Italia e la confessione di Farris. Queste sono le azioni che, secondo le parole di Pisanu - il teorema Pisanu - «possono qualificare i cosiddetti gruppi di affinità degli anarco-insurrezionalisti come vere e proprie associazioni eversive». Ora la parola passa ai giudici.
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