succede a torino
All'alba di oggi sette immigrati marocchini reclusi nel lager di corso Brunelleschi a Torino sono stati deportati verso il loro paese. Proprio loro, insieme agli altri reclusi nel c.p.t. (centro di permanenza temporanea), sono stati i protagonisti dei cinque giorni di lotta per la chiusura dei nuovi lager. Il loro sciopero della fame, la loro rivolta, la loro determinazione hanno dimostrato quanto questa lotta debba essere una battaglia sociale concreta e non l'oggetto di chiacchere, mediazioni e propaganda di partiti o gruppuscoli. Proprio nel momento in cui questi immigrati venivano espulsi, le case di nove compagni attivi nella solidarietà agli immigrati in lotta sono state perquisite, e con loro la sede del centro di documentazione "Porfido". Pisanu e i suoi cani da guardia sanno benissimo che la rabbia nei nuovi lager è sempre più grande, come sempre più grande ed esplosiva è la rabbia nei quartieri per le vessazioni quotidiane, gli omicidi e i furti da parte delle forze dell'ordine. L'intento del ministero è quello di ostacolare la solidarietà attiva, di impedire l'incontro tra le mille storie di dignità e di rivolta che percorrono le strade della città. Come ci hanno dimostrato i compagni di Lecce, i c.p.t. si debbono e si possono chiudere. Nello stesso modo, nei quartieri, si deve e si può difendersi dalla polizia. Solidarietà con gli immigrati in lotta! Carabinieri, polizia, vigili urbani assassini! Fuoco ai c.p.t.! Liberi tutti!
Alcuni dei perquisiti Per essere sempre aggionati: radio blackout 105.250fm
Dal lunedì al venerdì mattina- tel. 011-5806888
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