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le aggressioni intolleranti a Bergamo
by Antifa Bergamo Thursday, May. 26, 2005 at 1:36 AM mail: bergamoantifa@inventati.org

Quella che segue è la rassegna stampa completa dell'offensiva intollerante avvenuta a Bergamo nell'ultimo anno. Questa ricostruzione è aggiornata al primo incendio del centro sociale Pacì Paciana. Nel frattempo altri episodi si sono susseguiti, tra cui ricordiamo il secondo incendio del centro sociale, la seconda aggressione al militante dei Giovani Comunisti (già aggredito in data 4 novembre 2004) nel mese di maggio e, solo pochi giorni fa, l'accoltellamento (gravissimo) di un giovane del collettivo autonomo antifascista di Seriate.

STORIE DI COLTELLI E NAZISTI POST MODERNI


La notte tra venerdì 13 e sabato 14 giugno 2003 alcuni skinheads aggrediscono 4 giovani, perchè punk. Questo è ufficialmente il primo episodio di una lunga serie di provocazioni e intimidazioni che negli ultimi mesi hanno avuto luogo, oltre che nella bassa bergamasca, da cui il gruppo proviene, anche nella città di Bergamo. Tra le pratiche consuete di questo gruppo, autonominatosi “Skinhead Berghem”: frequenti ronde (anche intorno alle abitazioni di alcun* giovani) e raid ripetuti ad un bar della zona frequentato da punk.

L'Eco di Bergamo: domenica 15 giugno 2003
RISSA FRA RAGAZZI, TRE ALL'OSPEDALE
"l'altra notte a Bonate Sotto. Carabinieri e polizia indagano sui motivi del violento litigio. L'auto in avaria è bruciata." "Quattro in panne con una Dedra: gli altri li notano, scenddono da una Y10 e li aggrdiscono."
Bonate sotto. Rissa a calci e pugni venerdì notte a Bonate Sotto tra due gruppi di giovani. Tre di loro hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Il violento episodio si è verificato intorno alle 0:30 al confine con Bonate Sopra, nelle vicinanze del nuovo supermercato Unes e in prossimità dell'incrocio tra la provinciale Ponte San Pietro-Capriate e via F.lli Calvi.Non sono ancora chiari i motivi della rissa tra i due gruppi: sull'episodio stanno indagando i carabinieri della stazione di Ponte San Pietro in collaborazione con i colleghi del gruppo radiomobile e della questura di Bergamo. Persone che abitano nella zona, ma soprattutto automobilisti in transito sulla provinciale hanno visto la rissa che avrebbe coinvolto almeno sette giovani. Secondo informazioni raccolte sul posto, l'altra notte una Lancia Dedra, proveniente da Ponte San Pietro è rimasta in panne sulla provinciale di fronte al supermercato. A bordo c'erano quattro ragazzi: una di 20 anni, due di 23 e uno di 19 che abitano a Bergamo e nei paesi vicini. Qualcuno di loro aveva i capelli a cresta tipo punk. Uno di questi è entrato in un bar situato a un centinaio di metri a cercare acqua per il radiatore. Ma poco dopo l'auto in avaria, per cause ancora da chiarire (non è escluso che le fiamme siano partite dal motore surriscaldato), ha preso fuoco e l'incendio, che ha distrutto la vettura, è stato domato dai vigili del fuoco di Bergamo. Nel contempo sulla provinciale passava una Y10 che si è fermata dopo l'incrocio: sono scesi alcuni giovani con i capelli corti che hanno raggiunto i ragazzi della Dedra e, per motivi ancora da accertare, è improvvisamente scoppiato un violento litigio. Sembra che in primo momento i giovani rimasti in panne abbiano pensato di ricevere aiuto dalle persone che si erano fermate, invece si sono trovati in mezzo ad una rissa. Stando a una ricostruzione dei fatti, i ragazzi della Dedra hanno cercato di difendersi poi sono fuggiti in diverse direzioni. La ragazza è riuscita a trovare riparo in un cantiere, un ragazzo in una casa mentre gli altri hanno cercato di scappare arrivando anche in via Fratelli Calvi. La rissa è durata circa 5 minuti. Visto che arrivava gente, i giovani della Y10 hanno raggiunto la loro auto e si sono dileguati. Sul posto sono rimasti i ragazzi della Dedra, soccorsi dal personale dell'ambulanza che ha trasportato al Policlinico San Pietro una ragazza e altri due giovani rimasti contusi: per loro i medici del Pronto Soccorso hanno emesso una prognosi di sette giorni. Illeso invece l'amico di 19 anni. A Bonate Sotto sono arrivati i Carabinieri del gruppo radiomobile di Bergamo e della stazione di Ponte San Pietro che hanno raccolto testiomonianze ed elementi utili per le indagini e individuare gli autori della rissa. Nella giornata di ieri si sono mossi anche gli uomini della questura per verificare se la rissa fra i due gruppi potesse avere uno sfondo politico. Ma dalle prime verifiche gli inquirenti lo escluderebbero.

L'Eco di Bergamo: venerdì 27 giugno 2003
PUNK AGGREDITI, DENUNCIATI TRE SKINHEAD
"Bonate Sotto. L'episodio poco dopo la mezzanotte del 13 giugno. Si tratta di due giovani operai della Bassa"
"L'accusa: hanno picchiato i rivali e incendiato la loro vettura per motivi politici, ma il raid era contro i viados"
Sono stati identificati e denunciati i giovani che poco dopo la mazzanotte di venerdì 13 giugno avevano aggredito quattro punk rimasti in panne con l'auto a Bonate Sotto, al confine con Bonate Sopra, nei pressi del supermercato Unes. Si tratta di tre simpatizzanti dell'ambiente degli skinhead, ma non legati al gruppo di estrema destra di Mapello: I. B., 26 anni, operaio, residente in un comune della Bassa; F. G., 21 anni, operaio, anch'egli abitante nella Bassa; C.M., 20 anni, studente-lavoratore milanese di Garbagnate. Ieri i poliziotti della questura di Bergamo hanno bussato alle loro abitazioni e hanno notificato la denuncia nei loro confronti. Gravi i reati contestati:si va dalle lesioni personali al furto (dall'auto è stato rubato un giubbotto, ritrovato poi nella macchina degli aggressori), dall'incendio doloso (la vettura dei punk è stata data alle fiamme) fino alla violenza per motivi razziali (legge del '75). I tre, secondo quanto riferito agli investigatori, hanno ammesso le loro responsabilità spiegando che quella sera si erano avventurati nella zona di Bonate per dare fastidio ai viados che stazionano nella zona e agli extracomunitari che avrebbero incrociato (per questo hanno rimediato una denuncia per violenza di tipo razziale) lungo il loro cammino. Gli agenti in una delle abitazioni dei tre hanno trovato e sequestrato uno striscione inneggiante agli skinhead. A loro gli investigatori sono risaliti grazie all'auto e alla targa che uno dei numerosi testimoni dell'aggressione si era segnato. Il piccolo trucchetto che i tre avevano escogitato è stato smascherato dagli accurati controlli della polizia: gli skinhead per il loro raid avevano usato l'autobianchi Y10 del padre di uno dei tre, targata Milano. Ma sulla lettera "I" i giovani avevano applicato un pezzo di nastro adesivo nero, ricavandone una "T" posticcia che aveva trasformato la sigla in Mt, Matera. L'auto era stata trovata subito dalla polizia e presto, tramite controlli incrociati, erano risultati anche la vera targa e l'intestatario. I tre erano stati individuati immediatamente e tenuti d'occhio fino a ieri, quando gli agenti della questura hanno deciso di intervenire. Secondo l'accusa gli skinheads quella sera, durante il loro raid, si sarebbero imbattuti nei quattro punk (tre ragazzi e una ragazza residenti a bergamo e in paesi limitrofi) rimasti a piedi a bordo carreggiata con la loro Lancia Dedra, a Bonate Sotto. I tre, sempre secondo quanto riferito dagli inquirenti, avrebbero aggredito i rivali per motivi di natura "politica". I punk dopo essere stai picchiati sarebbero riusciti a fuggire, chi nascondendosi in un cantiere edile, chi trovando riparo in alcune case. Così, sempre secondo l'accusa, le teste rasate sarebbero tornate verso la Lancia Dedra e avrebbero appiccato fuoco alla vettura dopo aver preso un giubbotto appoggiato sul sedile. L'indumento è stato ritrovato nell' Autobianchi Y10 usata per il raid: un'elemento, secondo la polizia, risulatato determinante nell'identificazione dei responsabili.

Si notino le differenze nella ricostruzione dei fatti tra il primo ed il secondo articolo. Mentre di alcuni degli aggrediti si dice senza indugio che portavano pettinature “tipo punk”, quelli che si scoprirà poi essere skinhead di estrema destra vengono definiti “giovani con i capelli corti”. Nell’articolo che segue si dice che la macchina è stata incendiata dagli skinhead, quando invece nel primo il giornalista azzardava addirittura che le fiamme potessero essere partite dal motore surriscaldato. Inoltre, se nel primo articolo veniva precisato che le verifiche degli inquirenti escludevano la pista politica, nel secondo questa versione è rovesciata drasticamente dai fatti. Quelle appena esposte possono sembrare piccolezze ma non lo sono affatto. Se i tre neonazisti non fossero stati in seguito rintracciati e denunciati, il primo articolo avrebbe prodotto il risultato di coprire la natura politica dell’aggressione. Questo tipo di informazione forviante rimanda per analogia all’omicidio fascista di Davide Cesare, che alcuni media avevano cercato inizialmente di far passare come tragico epilogo di una rissa tra punk.



Sabato 17 Aprile ha luogo un banchetto della lista "Alternativa Sociale" di Alessandra Mussolini, per la raccolta di firme in occasione delle elezioni Europee, provinciali e comunali. In questa occasione compaiono per la prima volta in una situazione pubblica alcuni “naziskin” appartenenti al gruppo “Skinhead Berghem”. Presenti al banchetto quel giorno anche Antonello Mura e Alessandro Vailati, rispettivamente candidato sindaco per il comune di Bergamo e candidato presidente per la provincia nelle liste di Forza Nuova.


L'Eco Di Bergamo : domenica 18 aprile 2004
RACCOLTA FIRME <<BLINDATA>> PER LA LISTA DELLA MUSSOLINI
Bergamo. Raccolta di firme blindata per la lista "Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini". Verso le 16 di ieri attorno al chiosco allestito in largo Rezzara per presentare il neonato movimento politico cui fanno capo Forza Nuova, la lista Alessandra Mussolini e Fronte Sociale Nazionale, l'aria si è fatta davvero pesante. I rappresentanti dei tre movimenti sono stati affrontati infatti da una ventina di contestatori che, telecamera e macchina fotografica alla mano, hanno cominciato a filmare lo stesso gazebo e la gente che vi si avvicinava. La situazione non è degenerata grazie anche alla massiccia presenza delle forze dell'ordine, che hanno creato una sorta di cordone attorno allo stesso chiosco. Alla fine solo un po’ di tensione e anche qualche rammarico: << Abbiamo organizzato questa manifestazione - ha dichiarato il rappresentante di Forza Nuova Antonello Mura - semplicemente per esercitare un sacrosanto diritto democraticamente. Ci spiace trovarci di fronte a gente che invece si è presentata con un atteggiamento del tutto opposto >>.

Il gruppo di skinheads presente al banchetto faceva bella mostra di bastoni e tirapugni rivolgendosi ai giovani che si erano radunati intorno al banchetto ostacolandone lo svolgimento in maniera assolutamente non violenta e che, al contrario dei primi, non possedevano alcun tipo di oggetto atto ad offendere.


L'Eco di Bergamo: domenica 25 aprile 2004
AUTONOMI E "TESTE RASATE", ZUFFA IN CENTRO
"in porta nuova sotto gli occhi di centinaia di passanti. arriva la digos, un giovane medicato"
Come in un istantanea di altri tempi, ieri nell'affollatissimo passaggio del sabato pomeriggio un gruppo di autonomi, appartenenti all'area dell'estrema sinistra, si è scontrato con una quindicina di militanti di estrema destra in Porta Nuova, davanti a centinaia di spaventati passanti. Sembra che i due gruppi si siano incontrati per caso all'uscita di un bar della zona, ieri pomeriggio alle 18. Nessuna mossa premeditata, quindi, ma dopo le prime provocazioni e gli insulti, a due passi dai propilei di Porta Nuova, sarebbero partiti anche qualche spintone e qualche manata di troppo, tanto che, pensando al peggio, alcuni testimoni hanno chiamato il 113, intervenuto in forze in breve tempo. Lo scontro però, è rientrato quasi subito, quando il gruppetto di autonomi si è allontanato in tutta fretta. Il gruppo di "teste rasate" è stato raggiunto dagli agenti della questura in largo Porta Nuova, mentre erano diretti verso via Zambonate. I giovani, una quindicina in tutto, non hanno opposto resistenza e sono stati tutti identificati dal personale della Digos, con il supporto della squadra Volanti. Uno dei giovani è stato medicato perché nello scontro ha riportato un'escoriazione alla testa. Gli altri, dopo essere stati tranquillizzati dagli agenti, sono stati caricati su un pullman dell'ATB, chiamato appositamente e, scortati dalla polizia, sono stati allontanati da Porta Nuova. Si temeva, infatti, che l'episodio di pochi minuti prima potesse ripetersi senza un deciso intervento da parte della pubblica sicurezza. Dopo l'allontanamento dei giovani, la folla di curiosi che si era accalcata intorno alle forze dell'ordine intervenute si è dispersa e la situazione è tornata alla normalità. Sabato 17 un altro scontro tra opposte fazioni aveva scosso il pomeriggio. Verso le 16, attorno al chiostro allestito in largo Rezzara, per presentare il neonato movimento politico cui fanno capo Forza Nuova, la lista di Alessandtra Mussolini e Fronte Sociale - Fn nazionale, i rappresentanti dei tre movimenti sono stati affrontati da una ventina di contestatori che, telecamera e macchina fotografica alla mano, hanno cominciato a filmare lo stesso gazebo e la gente che vi si avvicinava. La situazione non è degenerata grazie anche alla massiccia presenza delle forze dell'ordine, che hanno creato una sorta di "cordone" attorno allo stesso chiostro.

Qui di seguito riportiamo la lettera, mai pubblicata, inviata dal c.s.a. Pacì Paciana a "L'Eco di Bergamo" in risposta all' articolo di cui sopra. Lo scopo della lettera era quello di puntualizzare due particolari riferiti alla dinamica dell' accaduto. Il primo è che alcuni agenti di Polizia erano già presenti sul posto e fino all' ultimo momento non hanno fatto nulla per impedire l' aggressione. Il secondo è che non si è trattato di un incontro casuale di due gruppi all' uscita di un bar, come sostiene l' articolo, ma di una aggressione a tutti gli effetti. Questo è confermato dal fatto che già nel primo pomeriggio uno studente appartenente al collettivo "Z" era stato riconosciuto e quindi aggredito dallo stesso gruppo di neonazisti, che quindi non si erano recati quel giorno in città con intenti pacifici.. Alcuni episodi di quel giorno inoltre risultano poco chiari e lasciano dubitare che quanto avvenuto non potesse essere previsto: due minuti prima dell’ aggressione nel bar entravano due signori, riconosciuti come agenti della Questura di Bergamo, i quali, muniti di telefono cellulare dotato di fotocamera, si posizionavano a fianco del gruppo dei/lle giovani presenti. Durante l’ assalto sopraggiungevano immediatamente sul posto in ordine: un cellulare della Polizia Penitenziaria (si occupano anche di ordine pubblico?) ed uno della Questura con a bordo alcuni agenti in tenuta antisommossa che, scesi prontamente, si rivolgevano ai giovani presenti all’ esterno del bar, disinteressandosi invece degli aggressori. Un agente della Digos presente sul luogo dell’ accaduto, mostrando il manganello rispondeva a voce alta “non rompere i ciglioni” alla richiesta di chiarimenti da parte di una ragazza che al momento dell’ aggressione era presente all’ interno del bar, mentre ad uno degli aggressori era consentito persino di allontanarsi indisturbato sfuggendo all’identificazione. In questo occasione, l’operato degli agenti della Digos non può non lasciarci seriamente perplessi; questi infatti, nonostante da ore scortassero il gruppo di “naziskin”, non riescono ad impedire il tentativo d’ aggressione e si “lasciano scappare” uno dei più prodighi tra gli skinhead che l’avevano messa in atto. La squadraccia veniva quindi trasportata fuori città per mezzo di un pullman speciale dell’ATB fatto sopraggiungere sul posto nel frattempo, ma prima che questo avvenisse gli skinhead venivano identificati dagli agenti della Digos. Quest’ultimo particolare rivela come la Questura di Bergamo sia a conoscenza dell’identità di questi personaggi già dal mese di aprile 2004.

All'attenzione della redazione de "L'Eco di Bergamo".
Scriviamo questa lettera in riferimento all'articolo comparso nella cronaca cittadina del vostro quotidiano, in data 25 Aprile 2004, dal titolo "Autonomi e teste rasate, zuffa in centro". Qui di seguito riportiamo la nostra versione dell'accaduto in quanto alcun* di noi si sono trovati loro malgrado coinvolt* nei fatti. Sabato 24 Aprile, verso le ore 18, alcun* giovani dal vostro giornale definiti come "autonomi, appartenenti all'area dell'estrema snistra", sedevano ai tavoli esterni del Cafè de Paris, in viale Papa Giovanni XXIII, quando una quindicina di neonazisti in formazione, con tanto di anfibi luccicanti, teste rasate e simboli xenofobi in bella mostra sugli abiti, seguiti a vista da quattro o cinque agenti della Digos, sbucavano da via San Francesco d'Assisi (dalla parte opposta del viale rispetto all'ubicazione del Cafè de Paris), muovendosi rapidamente verso largo Porta Nuova. Arrivati all'altezza della Chiesa delle Grazie, i quidici componenti della squadraccia si rivolgevano verso il cafè con saluti romani e scandendo cori razzisti in lingua tedesca. Alcun* giovani sedut* ai tavoli del cafè allora rispondevano invitando verbalmente, ma in maniera decisa, le teste rasate ad andarsene, portandosi dietro l'odio e l'intolleranza che da sempre ne contraddistingue la specie. In risposta i quindici neo nazzisti, bottiglie e cinghie alla mano, attraversavano minacciosamente il viale, bloccando il traffico e correndo in direzione del cafè, dove solo la prontezza dei/delle giovani presenti, alzat*si dai tavoli e compattat*si in pochi secondi per respingere gli aggressori, ha evitato che la situazione degenerasse in un pestaggio indiscriminato. Gli agenti della Digos presenti sul posto, intervenuti per fermare le teste rasate solo quando queste erano a pochi metri dal cafè (a nostro giudizio troppo tardi per compiere un'azione efficace..), non riuscivano a impedire loro di infliggere alcuni colpi con le cinghie e di lanciare una bottiglia, frantumatasi pericolosamente in mezzo alla piccola folla spaventata accalcatasi fuori dal Cafè de Paris. Gli agenti della Digos faticosamente riuscivano a trascinare verso via Tiraboschi la squadraccia di provocatori che, determinati a continuare l'efferata aggressione di cui si erano resi protagonisti fino a quel momento, continuavano a opporre loro resistenza. Il sopraggiungere di altri agenti riusciva quindi a ristabilire l'ordine, dove, ci teniamo a precisarlo, solo la determinazione dei/delle giovani presenti all'esterno del cafè nel respingere gli aggressori, senza eccessi e senza raccoglierne le provocazioni, ha scongiurato conseguenze che potevano essere ben più gravi. Riteniamo che l'episodio di sabato pomeriggio rappresenti un episodio di estrema gravità, per le modalità dell'aggressione, per il luogo ed il momento della giornata in cui si è verificata (il centro di Bergamo era gremito di famiglie con bambini, anziani e giovani a passeggio) e perchè, oltre a rappresentare una provocazione perpetrata alla vigilia della festa della Liberazione, si inserisce in un panorama più ampio di aggressioni, pestaggi e violenze che negli ultimi mesi si sono moltiplicate in tutta Italia ad opera di militanti di estrema destra.
I/Le ragazz* del c.s.a. Pacì Paciana



L’episodio descritto di seguito, pur non essendo collegato alla cronologia in questione, merita di essere menzionato poiché, insieme alle aggressioni e alle provocazioni di stampo nazifascista dell’ ultimo anno e mezzo, si colloca in un più ampio contesto repressivo ed intimidatorio di cui è fatta oggetto, in misura sempre crescente, l’intera area dei centri sociali.

Il 2 giugno 2004, in occasione del comizio elettorale di Gianfranco Fini, un centinaio di giovani si riunisce per contestare in maniera rumorosa ma pacifica il vice Presidente del Consiglio. In questa occasione 4 contestatori, allontanatisi dal gruppo, vengono fermati separatamente da alcuni agenti della Digos. Gli agenti si rivolgono in modo gravemente intimidatorio: un ragazzo viene trascinato di peso da tre di loro e portato dietro il porticato immediatamente antistante la piazza dove gli viene sequestrato il cellulare per 15 minuti circa; nel frangente uno dei poliziotti rivolgeva al giovane una serie di minacce, tra le quali: “ti sgozzo come un maiale.. ti apro da qua a qua” (indicando con la mano una linea immaginaria dall’ inguine alla giugulare). Uno degli agenti dichiarava inoltre che avrebbe fornito l’ indirizzo dell’abitazione del giovane ad alcuni non meglio precisati fascisti del quartiere. Alla legittima richiesta di esibire il distintivo per qualificarsi, rivolta agli agenti da uno dei fermati, l’unica risposta dei poliziotti è stata quella di esibire le manette d’ordinanza. In seguito a queste gravi intimidazioni un gruppo di giovani presenti ingaggia con alcuni uomini della Questura un’aspra discussione, nella quale uno degli agenti, visibilmente alterato per la riuscita della contestazione al vice premier, oltre a ribadire alcune minacce di morte precedentemente indirizzate a uno dei fermati, dichiara che per fortuna nostra ci trovavamo a Bergamo, perché a Milano non sarebbe andata nello stesso modo..


Nel frattempo, dopo il 24 Aprile 2004, varie scritte accompagnate da simbologie naziste sono comparse nelle vie limitrofe al c.s.a. Pacì Paciana ("..1..2..3.. Pacì Paciana boom", "Pacì Paciana in fiamme", "Vi facciamo a fettine" ed altre ancora..) e nel centro di Bergamo, tutte firmate a nome "Skinhead Berghem". Inoltre, in occasione della ricorrenza della nascita di Benito Mussolini, comparivano per le vie della città e di alcuni paesi limitrofi, manifesti firmati con lo stesso nome e con la scritta "buon compleanno Duce". Un' escalation di provocazioni e minacce culminate nei tragici eventi della notte tra sabato 31 luglio e domenica 1 agosto 2004. Di quanto accaduto in quella notte è bene chiarire alcuni elementi. Abbiamo avuto modo di ricostruire che un gruppo di una quindicina di “naziskin” salivano dalle mura di città alta dirigendosi verso via Colleoni verso mezzanotte e mezza; successivamente 8 di loro comparivano in un bar storicamente frequentato da giovani di sinistra, mentre gli altri scomparivano fino al momento dell’incontro. Si noti come la dinamica sia simile a quanto avvenuto a Milano in prossimità del centro sociale Cox 18 nella notte tra il 7 e l' 8 agosto. Anche in quella occasione una decina di skinheads si erano presentati in un locale abitualmente frequentato da giovani di sinistra ed al momento dello scontro altri 20 di loro si erano materializzati all’ improvviso. A Bergamo inoltre i giovani rimasti feriti sono stati accoltellati all' esterno della stazione dei Carabinieri di Città Alta, senza però che i militari intervenissero. Ad intervenire furono invece alcune volanti della Polizia, che disinteressandosi totalmente del gruppo di “naziskin”, affrontavano il gruppo rimasto sul posto; i poliziotti puntavano le armi di ordinanza ad altezza d’uomo intimando l’alt, mentre i giovani, sconvolti dall’accaduto, tentavano di organizzarsi per prestare soccorso agli accoltellati.

Prima pagina del Giornale di Bergamo: lunedì 2 agosto 2004
"Bergamo: La notte scorsa hanno cominciato a picchiarsi in via Colleoni e in Cittadella è spuntata un'arma: 4 denunciati"
RISSA CON ACCOLTELLAMENTO IN CITTA' ALTA
"Tra due gruppi di naziskin e dei centri sociali. feriti quattro ragazzi"
BERGAMO- Rissa con accoltellamento la notte scorsa in Città Alta, tra un gruppo di naziskin e uno di ragazzi dei centri sociali. E' successo alle 2:30 circa, in via Colleoni, fuori dal bar Circolino. Il gruppo di teste rasate, formato da tre ragazze e sei o sette ragazzi, era appena uscito dal locale quando ha incrociato un' altra decine di giovani della parte politica opposta. Subito sono volati i primi insulti e le prime spinte. Gli animi si sono presto scaldati e i due gruppi si sono affrontati a calci, pugni e sassaiole. Stando ai primi accertamenti, effettuati da Carabinieri della stazione di Città Alta e della squadra radiomobile, i giovani si sono diretti in piazza Cittadella dove hanno continuato a lanciarsi pietre togliendole dal selciato. Nella rissa è stata colpita con un sasso anche un'auto in sosta, a cui è stato mandato in frantumi un vetro. Poi qualcuno ha estratto un coltello e la rissa è degenerata ulteriormente: un ventenne di Bergamo è stato ferito all'addome e un altro colpito solo superficialmente all'altezza del ventre. Il secondo è stato medicato subito, il primo invece è stato trasportato agli Ospedali Riuniti con un' ambulanza del 118 e dimesso ieri mattina con una prognosi di 10 giorni. Entrambi sono stati denunciati. La rissa ha svegliato molti residenti che hanno chiamato il 112. Quando i carabinieri sono intervenuti, i ragazzi avevano già cominciato a scappare: in Cittadella hanno trovato i due ragazzi feriti e altri due loro amici, che sono stati anche loro denunciati per rissa. Hanno un età compresa tra i 25 e i 30 anni e sono residenti a Bergamo. Dell'accoltellamento nessuna traccia, e i due feriti hanno detto di non conoscere nessuna delle teste rasate che ha partecipato alla rissa. I carabinieri stanno ora cercando di identificarlo insieme a tutti gli altri giovani che sono scappati prima del loro arrivo.

Prima pagina de L'Eco di Bergamo: lunedì, 2 agosto 2004
NAZI CONTRO CENTRI SOCIALI: RISSA NELLE VIE DI CITTA' ALTA
"Sabato notte feriti alcuni frequentatori del Pacì Paciana: quattro denunciati. Già dimessi si difendono: <<siamo stati aggrediti>>"
Due giovani accoltellati, altre due picchiati e tutti e quattro denunciati: è il bilancio della rissa scoppiata in Città Alta tra un gruppo del centro sociale Pacì Paciana e un altro gruppo di naziskin. I quattro feriti, tutti in modo non grave, sono giovani di sinistra: se la caveranno con una decina di giorni di prognosi a testa. La rissa è scoppiata dopo le 2:30 tra via Colleoni, piazza Mascheroni e la Cittadella: i due gruppi sarebbero venuti alle mani in seguito ad una banale discussione. A un certo punto sarebbero spuntati i coltelli: uno studente di 25 anni è stato colpito all'addome e a un braccio, mentre un operatore sociale di 30 anni all'addome. Hanno trascorso la notte ai Riuniti e ieri mattina sono stati dimessi. Medicati e subito dimessi invece gli altri due ragazzi picchiati. Tutti e quattro sono stati denunciati per rissa dai carabinieri. Ma si difendono: "Non si è trattato di una rissa, ma di un'aggressione. Eravamo alla festa de L'Unità della Celadina e poi siamo andati in Città Alta a cercare un locale aperto. All'improvviso ci siamo trovati davanti una ventina di naziskin, che ci hanno aggredito".
continua a pagina 10:
Due giovani accoltellati, altri due picchiati, gli stessi feriti denunciati per rissa. E' il bilancio di quanto accaduto sabato notte in Città Alta tra un gruppo del centro sociale Pacì Paciana e un altro di naziskin. A dover ricorrere alle cure dei medici sono stati i giovani di sinistra: nessuno di loro è in gravi condizioni, se la sono cavata tutti con una prognosi di una decina di giorni. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri - sul posto sono intervenuti i militari del Radiomobile e della stazione di Città Alta - tutto è successo dopo le 2:30 di domenica tra via Colleoni, piazza Mascheroni e la Cittadella: le due fazioni sarebbero venute alle mani, da entrambe le parti, in seguito a una banale discussione, magari condita con qualche insulto a sfondo politico. Dalle parole ai fatti, la situazione sarebbe poi degenerata quando sono spuntati i coltelli: uno studente è stato colpito all'addome e ad un braccio, un altro giovane è stato invece raggiunto da un fendente all'addome. Dopo il ferimento, il fuggi fuggi generale. Qualcuno ha chiamato il 118. Il parapiglia ha svegliato i residenti della zona, che hanno allertato i carabinieri. Alla fine, in ospedale sono finiti in quattro. I due accoltellati - C.C., 25 anni, studente residente in un comune dell'hinterland, e F.M., trentenne, operatore nell'ambito sociale, anch'egli dell'hinterland - hanno trascorso la notte ai Riuniti e sono tornati a casa ieri mattina. Medicati e subito dimessi nella notte, invece, A.B., trentenne di Bergamo, che ha rimediato tre punti alla testa a causa di un colpo sferrato con un "tirapugni", e P.P., vent'anni, anch'egli della città, che ha riportato alcune contusioni. Tutti e quattro sono stati denunciati per rissa. Secondo i militari, infatti, le botte sarebbero volate da una parte come dall'altra e anche i feriti avrebbero preso parte alla zuffa. Una ricostruzione contestata dai diretti interessati:" Non si è affatto trattato di una rissa - ha spiegato C.C., lo studente raggiunto da una coltellata all'addome e da un'altra al braccio sinistro -. Quella dell'altra notte è stata una vera e proprio aggressione. Ero con un gruppo di amici alla Festa dell'Unità, alla Celadina: c'era gente del centro sociale, ma anche soltanto simpatizzanti di sinistra". "Abbiamo trascorso la serata in compagnia - continua lo studente - poi, verso le due e mezza, abbiamo deciso di concludere la serata in Città Alta, magari per un' ultima birra. Cercavamo un locale aperto quando, arrivati nella zona di piazza Mascheroni, all'improvviso ci siamo trovati davanti una ventine di naziskin. Ci siamo guardati in malo modo, si è urlato qualcosa e tutt'a un tratto, loro hanno estratto coltelli e cinture". "Da quel momento in poi - ricorda ancora C.C.- ho come dei flash. Ricordo di essere stato colpito alla testa, forse con una cinghiata. Sembra assurdo, ma della coltellata all'addome mi sono accorto soltanto quando mi sono toccato la pancia perchè mi sentivo bagnato: ho guardato la camicia bianca che indossavo, era macchiata di sangue. Da quel momento in poi sono precipitato in uno stato di choc". L'episodio ha già suscitato reazioni. In una nota, il centro sociale Pacì Paciana condanna l'episodio in maniera dura. Ha preso posizione anche Maurizio Morgano, consigliere comunale in città per Rifondazione Comunista: "Un fatto gravissimo perchè è stata una violenza compiuta a danno di cittadini innocenti; un fatto sconcertante per la ferocia dell'aggressione".


L'Eco di Bergamo: martedì 3 agosto 2004
SOLIDARIETA' DEI VERDI AI RAGAZZI AGGREDITI
I verdi esprimono la proprio solidarietà ai ragazzi aggrediti l'altra notte in Città Alta. Il portavoce dei Verdi, Marcello Saponaro, ha affermato:" Quanto accaduto a Bergamo è preoccupante innanzitutto perchè non è un fatto isolato. In passato altri episodi di aggressione da parte di gruppi neofascisti si sono verificati a Bergamo e non solo a danno degli attivisti del centro sociale "Pacì Paciana". Le istituzioni e le organizzazioni democratiche non devono chiudere gli occhi."

Giornale di Bergamo: mercoledì 4 agosto 2004
RISSA PACI'-NAZISKIN, SOLIDARIETA' PER TUTTI
"Bergamo. Movimento Rauti a Rifondazione"
BERGAMO - Va bene la solidarietà con i ragazzi accoltellati dai naziskin, ma non dimentichiamo i missini aggrediti. E' ciò che sostanzialmente dice il segretario provinciale del "Movimento idea sociale con Rauti" Riccardo Micalef, in un documento che fa riferimento a ciò che è accaduto sabato sera in Città Alta. Cioè alla rissa tra i due gruppi di giovani, uno dell'area di sinistra che fa capo al Centro sociale "Pacì Paciana", l'altro invece di naziskin di estrema destra. Uno scontro al termine del quale due dei ragazzi di sinistra erano finiti in ospedale a farsi medicare alcune lievi ferite, tra cui una coltellata. Nei giorni successivi il consigliere comunale Maurizio Morgano aveva fatto avere ai feriti la sua solidarietà. Ma "altrettanta ferma condanna - obbietta Micalef - da parte dello stesso esponente o del partito da lui rappresentato non è stata resa nota quando durante la campagna elettorale per ben due volte i nostri banchetti sono stati presi d'assalto da esponenti del centro sociale". Cioè detto, il segretario del movimento di Rauti auspica che "fatti analoghi non debbano ripetersi, ma soprattutto che la condanna di questi episodi sia unanime da parte di tutte le forze politiche indipendentemente dalla parte lesa".

In riferimento alle dichiarazioni di Riccardo Micalef, riportate nell’articolo di cui sopra, precisiamo che non si sono mai verificati “assalti” ai banchetti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Il 17 aprile una cinquantina di antifascisti contestarono la raccolta di firme in occasione delle elezioni europee del partito di Micalef, ma il tutto ebbe luogo in modo assolutamente non violento e nessun danno fu recato a cose o persone.

Qui di seguito il volantino antifascista distribuito nei giorni seguenti a commercianti e abitanti della via teatro degli accoltellamenti.

COLTELLI D'ITALIA
Estate vivi la tua città". E' la frase che capeggia su migliaia di locandine affisse nella nostra Bergamo. Una frase di buon auspicio per chi, magari con pochi euro a disposizione in tasca, è "costretto" a passare l'estate a Bergamo vedendo i più darsi il cambio per le svariate località turistiche. E va bene, non si può avere tutto.
Ma può anche succedere che dopo qualche birra alla festa dell'unità e una passeggiata finale in Piazza Vecchia capiti l'impossibile. Per esempio incontrare una "squadraccia fascista" di una quindicina di giovanotti in assetto da guerriglia urbana alla ricerca di qualche "neo global" da assassinare. I nipotini di Hitler infatti girano con tirapugni e coltello d'ordinanza pronto allo scatto e all'uso (molto più pratici dell'olio di ricino e l'obsoleto manganello).C'è gente che stanotte, alle 2,30 circa, ha ricevuto coltellate al petto, all'addome, alle spalle per il semplice fatto di incontrarsi faccia a faccia con dei seguaci del nazifascismo odierno. Seguaci del nazifascismo già ben noti con altre provocazioni (come quella del 24 aprile scorso).
Probabilmente gli stessi che nelle sere scorse hanno dipinto di svastiche e deliri i muri cittadini.
Ma si sa, prima o poi si cresce. E probabilmente costoro si sono sentiti abbastanza grandicelli tanto da emulare gli spadaccini del reich del resto d'Italia facendo il grande passo. Perché per tirare fuori dei coltelli per poi spingerli nella carne altrui, è certo, non deve essere cosa banale. Evidentemente dopo le scritte e le provocazioni (a volte addirittura protetti dai solerti tutori dell'ordine) non poteva non esserci un passaggio alle vie di fatto. A farne le spese, stanotte, sono stati 3 compagni che hanno rischiato davvero grosso. E' solo per un caso, infatti, che non stiamo parlando dell'ennesimo omicidio fascista.
"Estate vivi la tua città, ma attenzione ai coltelli d'Italia" dovrebbe esserci scritto su quei cartelli sparsi in giro per Bergamo.

Antifascist@ Bergamasch@


Qui di seguito riportiamo il comunicato, mai pubblicato, inviato alla redazione di alcune testate locali in merito all'agguato verificatosi nei pressi del c.s.a. Pacì Paciana la notte tra il 17 e il 18 ottobre 2004. Una strana coincidenza: proprio sabato notte ricorreva la data in cui alcuni anni fa 30 skinheads assaltarono il c.s.a. Pacì Paciana. Nel comunicato si fa riferimento al fatto che i "naziskin" fossero provenienti anche da città limitrofe. La partecipazione di skinheads provenienti dal resto della Lombardia è un aspetto che ricorre in quasi tutte le azioni compiute dal gruppo, da quella del 13/6/2003, a quella del 24/4/2004, fino agli accoltellamenti in Città Alta e all'episodio che segue, circostanza che, insieme ad altre analogie nelle dinamica degli episodi, farebbe pensare ad una forma, seppur informale, di coordinamento regionale.

La notte tra sabato 16 e domenica 17 ottobre, alle ore 2:30 circa, dieci skinhead di estrema destra, a seguito di un appostamento, aggredivano due ragazzi e due ragazze in via delle Rose, adiacente al centro sociale Pacì Paciana, mentre i quattro rincasavano dopo aver assistito al concerto in programma quella sera. Le "teste rasate", bastoni e coltelli alla mano, ferivano non gravemente uno dei giovani, trasportato poi al Pronto Soccorso, e accanendosi sulla loro automobile infrangevano tutti i vetri ed i fari e squarciavano le quattro gomme. Gli aggressori, alcuni dei quali provenienti da altre città limitrofe, si dileguavano in pochi secondi facendo perdere le proprie tracce. L'agguato di sabato notte è l'ultimo di una serie di gravi episodi verificatisi a Bergamo nell'ultimo anno ad opera di "naziskin". Tra questi i più salienti sono: l'aggressione di quattro persone presso l'Unes di Bonate Sotto avvenuta in data venerdì 13 giugno 2003, conclusasi con l'incendio della loro auto, la tentata aggressione di alcuni giovani vicini all'area dei centri sociali verificatasi sabato 24 aprile 2004 in Porta Nuova, l'accoltellamento ai danni di due ragazzi del c.s.a Pacì Paciana (sabato 31 luglio 2004, Città Alta). Non vogliamo dilungarci sul rischio corso sabato notte, nè nel considerare come esista un evidente collegamento tra questo episodio, gli episodi sopraelencati ed altri analoghi che sempre più frequentemente si sono susseguiti nell'ultimo anno in tutto il nord Italia; auspichiamo quantomeno che tutti prendano atto della pericolosità di questi individui e che si esca una volta per tutte dalla logica della "rissa tra bande".
c.s.a. Pacì Paciana

Di seguito il trafiletto apparso su una testata locale il giorno dopo la consegna del comunicato:

L'Eco di Bergamo: martedì 19 ottobre 2004
"PACI' PACIANA". QUATTRO AGGREDITI
"Ci hanno aggredito 10 “skinhead” mentre uscivamo da un concerto". Questo il racconto fatto da quattro ragazzi di Lecco che, sabato sera, hanno partecipato ad un concerto al centro sociale Pacì Paciana: "Al rientro verso casa hanno accerchiato la nostra auto, frantumato tutti i finestrini, sgonfiato le gomme e ferito al viso uno di noi, che si è poi fatto medicare al pronto soccorso". L'aggressione sarebbe avvenuta alle 2:30 di sabato sera vicino al centro sociale.

Anche su questo articolo abbiamo qualcosa da dire. Innanzitutto i/le ragazz* coinvolt* non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione ai giornalisti, il fatto è stato reso noto da un comunicato e alcune foto mandati tempestivamente ai giornali dal c.s.a Pacì Paciana. Inoltre ci pare che la gravità dei fatti sia a dir poco sminuita. Nell’ articolo non si chiarisce nemmeno la matrice politica dell’accaduto e, chissà per quale motivo, parlando del danno recato alle gomme dell’automobile, viene sostituito il verbo “squarciare” (che rimanda all’uso di coltelli) con “sgonfiare”, che possiede un significato ben diverso.


Giovedì 4 novembre a Capriate San Gervasio un ragazzo ventenne, militante dei Giovani Comunisti di Bergamo, viene aggredito mentre fa jogging. Il giovane viene colto di sorpresa dai due aggressori, che, attaccandolo alle spalle, gli infliggono un colpo alla gamba (presumibilmente con un collo di bottiglia), procurandogli una ferita medicata al Pronto Soccorso con 15 punti di sutura; i due si dileguavano rapidamente gridando “comunista di merda, viva il duce”. Il ragazzo indossava un paio di pantaloncini corti e la felpa della sua squadra di calcio, quindi, non mostrando sugli abiti alcuna simbologia, non era possibile connotarlo politicamente. Se ne deduce che si sia trattato di un agguato premeditato. L’episodio è di particolare rilevanza perché, a differenza delle altre occasioni, l’obbiettivo dell’aggressione appartiene ad un partito politico che, oltre ad avere rappresentanza parlamentare, è nella maggioranza del consiglio comunale di Bergamo.

Articolo venerdì 5 novembre L’Eco

Inevitabilmente quest’ultimo fatto smuoverà la giunta di centro sinistra; il primo a pronunciarsi sull’argomento sarà il Sindaco di Bergamo Roberto Bruni, attraverso un comunicato stampa; quindi sarà la volta di due consiglieri della maggioranza che porteranno nella seduta del Consiglio comunale del 29 novembre un ordine del giorno urgente sugli episodi avvenuti fino ad oggi.


Lunedì 8 novembre il Sindaco Roberto Bruni riceve una delegazione di giovani del c.s.a. Pacì Paciana presentatisi quel giorno in Consiglio comunale. Dopo l’incontro il Sindaco dirama un comunicato stampa nel quale, esprimendo solidarietà alle vittime delle aggressioni, condanna i preoccupanti episodi di squadrismo susseguitisi nell’ultimo periodo. “L’Eco di Bergamo” del giorno seguente dedica al comunicato stampa del Sindaco un microscopico trafiletto tra le notizie “in breve”, insieme a notizie quantomeno irrilevanti quali una mostra di vetri inglesi ed un falso allarme di incendio nell’appartamento di un condominio in città. La cosa risulta ancora più grottesca sfogliando le pagine de “Il nuovo Giornale di Bergamo”, che decide di dedicare l’intera seconda pagina al falso incendio mentre non fa alcuna menzione della presa di posizione di Roberto Bruni.
Una precisazione: Nel trafiletto si legge che la delegazione del centro sociale avrebbe invitato il Sindaco a convocare il tavolo permanente per l’ordine e la sicurezza pubblica; ci teniamo a puntualizzare che lo stesso Sindaco, durante l’incontro, ha manifestato la volontà di convocare il tavolo, ma che non è mai stata avanzata una simile richiesta da parte del centro sociale Pacì Paciana.

Articolo 10 novembre L’Eco

Il 29 novembre i consiglieri Maurizio Morgano e Rocco Gargano, rispettivamente del Partito della Rifondazione Comunista il primo, e indipendente nelle liste dei Democratici di Sinistra il secondo, presentano un ordine del giorno urgente per denunciare i preoccupanti episodi di squadrismo avvenuti negli ultimi mesi in città e provincia. Daniele Belotti, della Lega Nord–Padania, pone tre emendamenti volti, usando le parole del giornale, a “riequilibrare il documento”. Mentre due emendamenti vengono approvati con voto unanime, per il terzo il Consiglio comunale esprime voto contrario; infatti, i primi due condannano gli atti di violenza politica verso partiti o fazioni opposte, indipendentemente dalla parte politica che se ne renda responsabile, mentre il terzo riguarda atti violenti compiuti “dall’area dell’antagonismo e dell’anarchia”, anche se, per poterne rintracciare qualcuno, lo stesso Daniele Belotti deve andare indietro con la memoria al 1999 ed al 1994. Il motivo per il quale questo emendamento viene respinto è proprio legato alla strumentalità dello stesso ed alla non pertinenza degli episodi menzionati con una cronologia relativa a fatti recenti e ad una situazione ben precisa. Al momento del voto i gruppi della Lega Nord-Padania e di Alleanza Nazionale abbandonano l’aula e, cosa mai accaduta nella storia del Consiglio comunale di Bergamo, gli emendamenti vengono votati in assenza del consigliere che li aveva proposti! Questo comportamento genera lo stupore dei consiglieri rimasti in aula, tanto che viene proposta una modifica del regolamento del Consiglio affinché una circostanza del genere non possa più ripetersi in futuro. Solo “L’Eco di Bergamo” farà menzione dell’ordine del giorno urgente con poche righe all’interno di un articolo sul consiglio comunale del 29 novembre dal titolo “Via libera allo sviluppo dello scalo di Orio”. Qui di seguito riportiamo l’estratto in questione:

Era cominciato con l'unanimità sul piano di sviluppo aeroportuale. È finita con una spaccatura netta. A dividere il Consiglio comunale ci ha pensato l'ordine del giorno urgente presentato da Maurizio Morgano di Rifondazione e firmato da tutta la maggioranza per condannare gli episodi di violenza degli ultimi mesi, bollati come «aggressioni di stampo neofascista». Ed è stata proprio la connotazione politica a suscitare la protesta delle minoranze e, in particolare, della Lega. Dei tre emendamenti proposti da Daniele Belotti per «riequilibrare» il documento, due sono stati accolti mentre il terzo, e cioè quello in cui si sottolineava come in passato si fossero «verificati episodi di violenza da parte di esponenti legati ad ambienti dell'antagonismo e dell'anarchia», è stato bocciato (19 contrari e 2 astenuti, il diessino Simone Paganoni e il consigliere della Lista Bruni Mauro Invernizzi). Risultato: ancor prima della votazione le minoranze hanno abbandonato l'aula.

Si noti come, usando l’espressione bollati come “aggressioni di stampo neofascista”, l’autore dell’articolo prenda, di fatto, inspiegabilmente le distanze da quella definizione. Inoltre dobbiamo rilevare un’inesattezza non di poco conto, e cioè che, quando si dice che le minoranze hanno abbandonato l’aula, si dice il falso. Solo Alleanza Nazionale e la Lega Nord-Padania, infatti hanno abbandonato la seduta, mentre gli altri partiti di minoranza non solo sono rimasti in aula, ma, unanimemente in entrambi i casi, hanno approvato l’ordine del giorno e bocciato l’emendamento proposto da Daniele Belotti.


La notte tra lunedì 20 e martedì 21 dicembre 2004 ignoti appiccano fuoco al centro sociale Pacì Paciana. I danni ingenti riportati dalla struttura rivelano la matrice politica del grave attentato. Ad essere stati colpiti sono infatti due spazi che rivestivano una funzione vitale per l’attività del centro: il Baretto, principale fonte di autofinanziamento, e la Torretta, spazio destinato alla produzione multimediale e quindi veicolo comunicativo indispensabile per l’attività politica e culturale del Pacì Paciana. Il fatto che proprio la Torretta sia stata colpita così duramente fa pensare quindi ad un gesto mirato più che ad una scelta casuale.
Domenica 28 novembre il progetto TorretTA.Z e Bergamo Antifa avevano presentato un filmato nel quale si denunciavano i legami tra la lista “Alternativa Sociale”, il gruppo “Skinhead Berghem” ed alcuni agenti della Questura di Bergamo. Il video, contenente alcuni immagini particolarmente “interessanti” relative al banchetto di “Alternativa Sociale” del 17 aprile 2004, fu presentato nell’ambito di una iniziativa pubblica avvenuta sul Sentierone, nel pieno centro di Bergamo, ottenendo quindi una visibilità significativa. Con questo non si vuole alludere ad un legame certo tra i due fatti, bensì chiarire come il progetto TorretTA.Z fosse impegnato anche in un lavoro di denuncia sicuramente fastidioso per qualcuno.
Questa volta i quotidiani locali danno ampio risalto all’accadimento. E’ amaro constatare come solo un fatto così grave abbia portato all’attenzione pubblica una grave situazione che da mesi veniva denunciata dal centro sociale Pacì Paciana attraverso un’intensa attività informativa. A questo proposito è bene chiarire che questo dossier costituisce una versione aggiornata di un documento già presentato venerdì 5 novembre nell’ambito di un incontro pubblico presso l’auditorium dell’istituto comprensivo Muzio (al Villaggio degli Sposi), alla presenza di oltre 150 persone. Dopo l’incontro il dossier, oltre ad essere stato reso fruibile su diversi siti in internet (http://www.ecn.org/paciana, http://www.bergamoblog.it), venne inviato per conoscenza a tutti i giornali locali.
Riportiamo di seguito la rassegna stampa relativa a quest’ultimo episodio.

L’Eco di Bergamo: mercoledì 22 dicembre 2004
ROGO DEVASTA IL PACI’ PACIANA: E’ DOLOSO
“Distrutti i bar, uffici e archivio del centro sociale. Trovate taniche di benzina.”
Un incendio doloso ha distrutto il bar, gli uffici e l’archivio del centro sociale Pacì Paciana di Bergamo. E’ accaduto nella notte tra lunedì e ieri. I vandali sono entrati nel centro e hanno appiccato diversi focolai, facendo crollare un soppalco in legno ed esplodere una finestra. Prima di allontanarsi gli autori del gesto hanno lasciato delle taniche di benzina vicino ad alcune bombole di gas: un gesto che ha tutta l’aria di un’intimidazione. La Digos sta indagando nell’ambiente dell’estremismo di destra.
Continua a pag. 19:
ROGO DOLOSO DEVASTA IL PACI’ PACIANA
“Blitz notturno con taniche di benzina: distrutti gli uffici, il bar e l’archivio del centro sociale.
I frequentatori: ‘E’ l’episodio più grave di una lunga serie’. La Digos: ‘nessuna rivendicazione’.”
Si sono introdotti di notte nel centro sociale Pacì Paciana di Grumello del Piano armati di piedi di porco e taniche di benzina e hanno appiccato le fiamme, devastando il bar, la cucina, gli uffici e l’archivio. E’ accaduto nella notte tra lunedì e ieri. “sicuramente dopo le tre - racconta Sandra Lebbolo, componente dell’assemblea del Pacì – visto che è stato a quell’ora che gli ultimi ragazzi hanno lasciato il centro. Si tratta dell’ennesimo e più grave episodio nei nostri confronti, dopo le aggressioni che alcuni frequentatori del centro hanno subito nei mesi scorsi in città. Era da un po’ che si respirava un brutto clima. Scritte come ‘Pacì boom’ non lasciavano sperare nulla di buono. E ora siamo qui a contare danni davvero ingenti”.
Nella notte nessuno si è accorto di niente, nonostante l’incendio abbia provocato l’esplosione di una finestra al primo piano della cosiddetta ‘torretta’. Soltanto alle 14,30 di ieri un frequentatore ha raggiunto il Pacì scoprendo i danni: l’incendio si era ormai spento miracolosamente senza raggiungere le bombole a gas collocate fuori dalla cucina. Secondo la ricostruzione della Digos, che indaga nell’ambiente dell’estremismo di destra, più di una persona si è introdotta nel centro sociale forzando le serrature con dei piedi di porco (uno dei quali ritrovato nel cortile) e ha appiccato diversi focolai nel bar, nella cucina, negli uffici e nell’archivio del centro. Il rogo ha rapidamente avvolto il mobilio del bar e degli uffici, distruggendo tavoli, sedie, archivi, ma anche otto computer, un server, il bancone con le pompe per la spillatura della birra e un juke-box. Al secondo piano della ‘torretta’ era stato ricavato un soppalco in legno, che è crollato per le fiamme e il calore.
Gli autori del gesto hanno poi raggiunto il cosiddetto ‘bunker’, un locale al piano interrato del capannone centrale della struttura (aperta nel 1997), dove però non hanno provocato danni ingenti. Ieri pomeriggio, nel cortile del centro sociale sono state trovate quattro taniche di benzina ancora intatte: due erano appoggiate accanto alle bombole che alimentano il fornello della cucina. Resta da capire se il ritrovamento delle taniche sia da interpretare come un gesto intimidatorio, oppure se i vandali le abbiano abbandonate in tutta fretta, forse spaventati dall’esplosione della finestra: la prima ipotesi sembrerebbe la più attendibile anche se la Digos non ha raccolto rivendicazioni. Secondo una prima stima i danni ammonterebbero a decine di migliaia di euro. “Accanto ai danni materiali – aggiunge Sandra – abbiamo perso tutto l’archivio delle nostre iniziative”. “Si tratta di un atto molto grave nei confronti di una realtà della società civili – aggiunge Giacomo Invernizzi, del comitato garanti del Pacì Paciana - , visto che il centro sociale ha ormai trovato un a sua precisa collocazione e un suo ruolo in città. Si è colpito un luogo della democrazia. E alcune forze politiche incoraggiano anziché condannare questi gesti”. “Questi fatti diventano sempre più gravi – aggiunge Rocco Gargano, consigliere comunale Ds - : è necessario che le forze dell’ordine non abbassino mai la guardia. E per fortuna in questo caso non era presente nessuno nel centro sociale”. Ferma condanna del gesto anche da parte dell’Amministrazione comunale: ”E’ un atto deprecabile”. Dello stesso avviso Ezio Locatelli, segretario regionale di Rifondazione, che promette un’interrogazione in parlamento: “La situazione continua a peggiorare: questo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di violenze neofasciste in città e provincia”.

Giornale di Bergamo: mercoledì 22 dicembre 2004
INCENDIO DOLOSO DEVASTA IL “PACI’ PACIANA”.
“L’altra notte dopo le tre qualcuno è entrato nel centro sociale, ha sparso benzina e ha appiccato il fuoco.”
“Distrutte strutture e attrezzature, danni per 15000 euro.”
Bergamo – Hanno scavalcato il cancello, hanno sparso benzina e hanno appiccato il fuoco. Poi si sono allontanati abbandonando all’ingresso del Pacì Paciana tre taniche di benzina piene, una mazza e un piede di porco. Non c’è dubbio sul fatto che l’incendio che la notte scorsa ha semidistrutto il centro sociale di Bergamo sia di origine dolosa, anzi chiunque sia stato lo ha fatto in modo tale che i ragazzi del centro non avessero dubbi sulla volontarietà del gesto. Di certo le fiamme sono state appiccate dopo le 3, dato che alcune persone erano rimaste sino a quell’ora. I malviventi hanno forzato il cancello di ingresso, poi sono entrati nel cortile con quattro taniche di benzina, una mazza e un piede di porco. Hanno appoggiato per terra tre taniche e sono saliti per la scala esterna che conduce alla torretta: l’edificio su due piani con l’archivio telematico e il server per la messa ondine del sito del Pacì Paciana. Qui hanno sparso benzina sui tavoli e appiccato il fuoco. Mentre i quattro computer bruciavano, sono scesi di nuovo nel cortile, hanno forzato la porta in ferro della cucina, hanno raggiunto il bar e hanno svuotato il resto della tanica su altri tre computer, appiccando di nuovo le fiamme. Infine hanno preso una tanica di benzina e l’hanno appoggiata a terra contro due bombole di gas. Altre due taniche, inutilizzate, sono state trovate all’esterno del capannone dove si tengono i concerti. Hanno anche tentato di forzare l’ingresso del bunker, le due stanze sotterranee dove vengono tenuti gli strumenti musicali e si provano i concerti. Il lavoro però sembra essere stato interrotto. E’ probabile che qualcosa abbia costretto i malviventi alla fuga: forse un’esplosione delle vetrate della torretta o del bar provocata dal surriscaldamento del locale. Oltre ai computer fusi dal calore, alle pareti e ai mobili bruciati, infatti tutto intorno nel cortile restano le schegge dei vetri. La scoperta dell’avvenuto è stata fatto solo alle 15 di ieri da alcuni ragazzi del Pacì: nella notte infatti nessuno s’è accorto di quello che stava succedendo, e il rogo si è spento da solo. In via Grumello sono arrivati gli agenti della Digos e i frequentatori del centro. “Questo fatto non arriva dal nulla – dice Sandra Lebbolo – sono mesi che denunciamo aggressioni e minacce da parte degli skinhead. Addirittura poco tempo fa sulle muar di via S.Alessandro qualcuno aveva avvertito ‘Pacì Paciana in fiamme’. Da tempo abbiamo segnalato sia alla Digos che al Consiglio comunale. La prima aggressione risale al giugno del 2003, poi nell’aprile e luglio scorsi. Ci hanno aggrediti per strada, questo forse è l’episodio più grave”. Secondo una prima stima i danni si aggirerebbero intorno ai 15 mila euro: 7 computer, 1 juke-box e 2 casse oltre a cd, dvd e a tutto il materiale cartaceo e informatico con la documentazione del centro sociale. Ieri sera i ragazzi si sono incontrati per discutere dell’accaduto e decidere come muoversi nel fine settimana.

Il Giorno:mercoledì 22 dicembre 2004
ROGO AL CENTRO SOCIALE
Bergamo - Un incendio doloso è stato appiccato la scorsa notte all’interno del centro sociale “Pacì Paciana”, alla periferia di Bergamo. Le fiamme hanno distrutto il bar, la cucina e gli uffici. Gli autori del grave gesto intimidatorio (per i giovani del Pacì Paciana si tratta di estremisti di destra) sono entrati nel centro sociale con alcune taniche di benzina, a cui poi hanno dato fuoco. Sull’episodio indaga la Digos della Questura di Bergamo.

Il Manifesto: mercoledì 22 dicembre 2004
BERGAMO INCENDIATO CENTRO SOCIALE
Lunedì notte è stato incendiato il centro sociale Pacì Paciana di Bergamo. Sul posto sono state trovate tre taniche di benzina. “L’incendio è l’ultimo episodio di una lunga serie che segnala l’ascesa delle violenze neofasciste in città e provincia”, spiega Ezio Locatelli, segretario regionale del Prc. Per questo ha chiesto un incontro urgente col Prefetto e ha invitato cittadini e forze politiche alla mobilitazione. Ieri sera, i ragazzi e le ragazze del Pacì Paciana si sono riuniti in assemblea.








































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