NON CHIEDIAMO PERMESSO PER ESSERE LIBERI
Il 18 maggio ci siamo svegliati presto. E' stato un risveglio brusco e inquietante, segnato dalla notizia dell'arresto di tre nostri compagni, tre attivisti politici e sociali che da anni sono pubblicamente impegnati nella nostra città in quel percorso che ci ha portato a dire dopo Genova, che non solo un'altro mondo è possibile ma che è tuttora in costruzione. Carmine, Vittorio e Fabiano, i nostri tre compagni, sono accomunati come tante persone in questa città da una condizione crescente di precarietà non solo lavorativa ma in generale della loro esistenza. E come tanti altri hanno deciso di mettersi in gioco, di non sottostare alle logiche del profitto, della guerra, della mercificazione della cultura, della mancanza di reddito. Per questo hanno dato vita il 26 aprile, assieme ad altri precari di questa città, a ciò che abbiamo definito un System_Error, una zona temporaneamente autonoma, libera, di condivisione di un sapere diverso da quello che ogni giorno ci viene trasmesso nelle aule universitarie. Dentro questo spazio è stato possibile fotocopiare liberamente e gratuitamente libri e testi d'esame, scaricare, masterizzare e scambiare cd, in barba all'infame legge sul copyright, nonchè sperimentare nuove forme di socialità, di comunicazione e di relazione. System_Error si collocava, anche temporalmente, all'interno della tre giorni di liberazione e riappropriazione di spazi, saperi e diritti di piazza Verdi, per poi riversarsi nelle strade della MayDay milanese con la sua carica di rabbia e desiderio. System_Error aveva pronto un programma di tre giorni fatto di dibattiti e proiezioni di film scaricati dalla rete ma la mattina del 27 aprile è stato sgomberato violentemente da 10 buttafuori travestit i da poliziotti. Vittorio, Carmine e Fabiano, ora in carcere, costretti a praticare rivendicazioni radicali di diritti, vengono accusati del fatto stesso di essere precari da una magistratura al servizio di chi vuole rendere questa città un deserto sociale, come se il silenzio fosse una ricchezza. Pensiamo che gli arresti dei nostri tre fratelli rappresentino un vero e proprio atto di guerra portato dalla futura coalizione di governo di centro-sinistra alle reti che in questi anni si sono mobilitate per praticare un’alternativa a questa precarietà. E l'amministrazione di questa città ne è la prova, con l'introduzione di un inedito concetto di “legalità” a senso unico secondo il quale vengono difesi i soggetti forti e attaccati con insolita veemenza i più ricattabili: migranti, precari, invisibili, la base sociale sempre più diffusa e sempre meno rappresentabile. Una legalità quindi, che ha sempre meno a che fare con il concetto di giustizia ma assume sempre di più i connotati della precarietà. Se la giunta Cofferati si pone come l’esperimento-vetrina del centro-sinistra che verrà auspichiamo che questo esperimento fallisca, ora. I precari tutti, oggi, di fronte agli arresti dei tre compagni e alle pesantissime accuse di sovversione dell’ordine democratico per aver fotocopiato alcuni libri gratuitamente, vedono chiudersi ogni forma di dialettica di fronte al muro impenetrabile eretto da sindaco e prefetto nei confronti della città.
Invitiamo tutt* a partecipare, in occasione dell'udienza del Tribunale del Riesame, al presidio di VENERDI 27 MAGGIO alle ore 9 davanti al Tribunale, Piazza San Domenico.
O guerra o democrazia! Carmine, Vittorio, Fabiano liberi subito! System_Error 005
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