volantino presidio sotto prefettura - piazza castello ore 19
Torino, maggio 2005: un ragazzo senegalese si butta nel Po, senza saper nuotare, pur di sfuggire alla Polizia; un altro ragazzo senegalese viene ammazzato “per errore” dalla Polizia durante un controllo antidroga; un ragazzo nigeriano cade dal cornicione del terzo piano della casa in cui era ospitato, cercando di nascondersi dalla violenza di una retata, l’ennesima. Tre vittime dei controlli, tre vittime del “controllo”. E nei mesi scorsi, ricordiamo un’altra giovane marocchina scivolata da un tetto, in fuga da una retata; una giovane donna slava morta suicida in carcere; una mamma rumena con la sua piccola morte nel crollo del misero tetto sotto cui si riparavano.
In una città addormentata, indifferente ai drammi non solo dei cittadini stranieri ma anche di quelli autoctoni (la cassintegrazione degli operai e degli impiegati in Fiat e nella maggior parte delle aziende dell’indotto, la schiavitù dei lavoratori precari nei call-center, i morti ammazzati dal lavoro privo di sicurezze nei cantieri delle “grandi opere”), noi, uomini e donne impegnati a costruire e a mantenere viva la dimensione dello spazio pubblico, noi pretendiamo rispetto e attenzione! Ci rifiutiamo di cedere al ricatto di chi governa questa città, che vede dietro ogni forma di protesta sociale un pericolo di ordine pubblico, affermando: “Torino è la città delle Olimpiadi, del nodo ad alta velocità. E’ alle prese con la crisi Fiat, ha il centro di accoglienza (SIC!) di corso Brunelleschi. Situazioni che, secondo i ragionamenti perversi di alcuni, possono essere utilizzate per far scoppiare le contraddizioni” (intervista al sindaco Chiamparino su La Repubblica del 24/5/05). Noi non siamo i professionisti dei ragionamenti perversi, noi vogliamo difendere lo spazio pubblico, che voi, burocrati che governate questa città, state distruggendo, cancellando ogni possibile dissenso sul disegno strategico che pensate di imporre ad un intero territorio e a tutti gli uomini e donne che lo vivono!
E’ troppo comodo nascondersi dietro la facciata da sepolcro imbiancato delle “leggi” (o degli “ordini”, direbbe Hannah Arendt) per non ascoltare la voce della libertà, della dignità, della giustizia. I morti di questi mesi, il sangue che i migranti hanno versato nel CPT, tagliandosi e mangiando vetro pur di poter mostrare a qualcuno la loro sofferenza , pesano sulle coscienze di tutti! Se si chiudono gli spazi aperti del dialogo, se si pensa di governare senza il confronto coi cittadini, di risolvere le questioni sociali come problemi di sicurezza, questi sono I risultati: i morti, il sangue, lo scontro. La fine dello spazio pubblico, l'inizio del totalitarismo, seppur mascherato da democrazia.
In un clima nazionale che vede allineate nella svolta repressiva destra e sinistra, da Pisanu a Cofferati, noi, donne e uomini, singoli, gruppi e associazioni impegnati nella costruzione di un altro mondo possibile, sentiamo il bisogno di unirci alle donne e agli uomini migranti (che sono soggetti attivi, in grado di esercitare per primi il diritto di fuga dalle leggi ingiuste) per sostenere insieme attivamente la lotta per i diritti di cittadinanza e di esistenza, contro la precarietà del lavoro e della vita, per la libertà di movimento, contro le guerre militari e sociali, per il rispetto della dignità di ogni uomo e donna.
Gruppo migranti Torino Social Forum
|