“Partiamo dalla rivendicazione”. Spiegano così l’avvio delle indagini sul plico-bomba recapitato al Cpt di Modena gli inquirenti che si occupano dell’ atto terroristico e che puntano sull’area anarco- insurrezionalista. Anche a Modena, come in passato, il plico-bomba era composto dal “solito” libro svuotato (“Miti e leggende degli indiani di America”, il titolo) con esplosivo, tre bulloni, pila e molletta per l’innesco. Intanto per Daniele Giovanardi, presidente della Misericordia modenese e fratello di Carlo, ministro ai rapporti col parlamento, destinatario del plico esplosivo, intercettato dai controlli del Cpt modenese, è scattato il meccanismo della protezione.
LA RIVENDICAZIONE È CHIARA Il foglio della rivendicazione è rimasto integro, così gli investigatori oltre al contenuto hanno potuto leggere la firma, quella della Fai, la “Federazione anarchica informale” che già ha siglato azioni simili in passato con accanto una seconda sigla, di volta in volta diversa e attribuibile ai vari gruppetti della galassia anarco-insurrezionalista. «Sono più o meno sempre gli stessi - ha spiegato il Procuratore di Bologna, Enrico Di Nicola, che coordina le indagini del pool antiterrorismo composto dai sostituti Paolo Giovagnoli, Morena Plazzi e Luca Tampieri - si muovono in modo sparso, in funzione delle “operazionì”». Finora accanto alla Fai c’erano le sigle “Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)”, “Brigata 20 luglio”, “Cellule contro il capitale, il carcere, i suoi carcerieri e le sue celle (5C)”, “Solidarietà internazionale”, “Cellule armate per la solidarietà internazionale”, “Cellule insorgenti metropolitane”. Ora, a Modena, è apparsa quella, scritta in russo, di “Narodnaja Volja”. Tradotto in italiano “Volontà del popolo”, un gruppo terroristico russo di fine ’800, che aveva l’obiettivo di unificare tutti i gruppi che volevano rovesciare il potere zarista. Organizzò diversi attentati ai danni di Alessandro II, uccidendolo il 13 marzo 1881. “Narodnaja Volja” fu poi duramente repressa durante il regno del successore Alessandro III. L’utilizzo di sigle diverse viene anche spiegato dagli investigatori come una sorta di sistema di dialogo tra soggetti della stessa area, che in questo modo si riconoscono a vicenda e si mettono in contatto anche tramite gli attentati.
IL TEMA COMUNE DELL’IMMIGRAZIONE C’è poi, nei plichi bomba di Modena (partito dall’ufficio postale di Peschiera Borromeo, Milano) e di Torino, il tema dell’immigrazione e dei Cpt, un tema che gli anarco-insurrezionalisti hanno già affrontato, dopo la campagna contro don Cesare Lodeserto, l’ex direttore del Cpt Regina Pacis di San Foca a Melendugno, in provincia di Lecce. Cinque salentini, definiti anarco-insurrezionalisti, il 12 maggio scorso sono stati arrestati dalla Procura di Lecce con l’ accusa di aver preso parte a un’associazione finalizzata all’ eversione dell’ordine democratico.
RIENTRANO LE POLEMICHE Il clima politico sulla vicenda è teso, e crea anche un piccolo incidente diplomatico tra Daniele Giovanardi, la deputata diessina Katia Zanotti e quella di Rifondazione Titti De Simone. Martedì il fratello del ministro si era rivolto alle due parlamentari per sapere se avrebbero preso le distanze dal gesto intimidatorio. Un appello ribadito in giornata in una intervista Rai: «Chiediamo a Zanotti e De Simone - ha detto - che vengono spesso qui e dicono che siamo bravi, di dirlo pubblicamente, perché o si solidarizza con noi o con chi ci vuole accoppare». Un errore di trascrizione della frase riportata (erroneamente, “l'on. Zanotti che è solidale con me e con chi mi vuole accoppare”) ha suscitato una iniziale reazione sdegnata della parlamentare. Poi, chiarito l’errore, Zanotti si è scusata pur ribadendo che non verrà meno il suo «impegno a denunciare in ogni occasione i Cpt come luoghi di negazione dei diritti e della dignità delle persone».
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