ANARCHICI ARRESTATI, PREPARAVANO ALTRI ATTENTATI A ROMA
ROMA - Progettavano altri attentati: solo pochi giorni fa avevano fatto sopralluoghi a due scuole della polizia ed una caserma dell' esercito a Roma. Azioni che ''non escludevano o prevedevano l' assassinio'' e dunque s' impone la custodia cautelare in carcere per Danilo Cr., Valentina S., Claudia C., Stefano D. M. e Massimo L., arrestati oggi con un' operazione della Direzione centrale della polizia di prevenzione e delle Digos di Roma e Viterbo. A sottolinearlo e' il gip di Roma, che nell' ordinanza emessa ripercorre le ''gesta'' del Comitato antagonista viterbese, cui appartengono gli indagati, con diramazioni nel pescarese.
C., D. M. e L. sono accusati di aver promosso, costituito, organizzato o, comunque, partecipato ad ''un' associazione diretta a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali costituiti nello Stato, a compiere atti di violenza con fini di eversione dell'ordine democratico, strutturata in modo composito e compartimentato secondo lo schema eversivo del doppio livello (l' uno palese ed apparentemente legale, l' altro occulto e praticamente illegale ed incentrata sulla costituzione di gruppi di affinita'''. Tutti e cinque sono accusati di essere coautori dell' attentato del 19 gennaio 2004 al tribunale di Viterbo. In quattro, escluso Leonardi, all' epoca dei fatti detenuto, sono accusati del fallito attentato del 24 ottobre 2003 al Centro sociale servizi per adulti di Viterbo. Il solo Leonardi e' accusato di aver partecipato alla devastazione, il 3 febbraio 1999, del McDonald's di piazza Sonnino a Roma.
Le indagini svolte, rileva l' ordinanza, ''permettono di affermare con tranquilla sicurezza che l' organizzazione di cui fanno parte gli indagati si rifa' alle teorizzazioni dell' ideologo Alfredo Maria Bonanno''. Secondo queste teorie, i gruppi anarco-insurrezionalisti devono strutturarsi in gruppi di affinita' non verticistici, ma collegati tra loro da un forte vincolo associativo prevalentemente di natura personale. La struttura organizzativa proposta da Bonanno e seguita metodicamente in Italia, si sottolinea, ''rende gli associati meno esposti ad attacchi giudiziari, attesa la difficolta' di individuare legami cosi' ambigui in una organizzazione informale e di attribuire ai singoli le specifiche 'azioni dirette'''.
Gli indagati ruotano attorno al Comitato antagonista viterbese, che ha intessuto rapporti con altre importanti organizzazioni anarchiche, tra le quali quella di Latina, il Centro di documentazione Fraria di Cagliari e Croce Nera Anarchica, divenendo cosi' uno dei gruppi anarchici di maggior rilievo nazionale, crocevia dei rapporti e delle iniziative del movimento anarchico nazionale''. Punto di riferimento del gruppo viterbese e' Massimo L., capo riconosciuto e promotore impegnato nell'indicare la linea da seguire e gli obiettivi da colpire; e' lui che tiene stretti rapporti con gli attivi militanti sardi, direttamente e tramite la propria compagna Federica R., come emerge dalle innumerevoli intercettazioni acquisite in atti''.
L' arresto dei cinque, secondo il gip, si rende necessario per impedire il pericolo di reiterazione del reato e, ''in particolare, di micidiali attentati contro la persona con l'uso di ordigni''. Occorre infatti considerare che gli indagati hanno gia' commesso azioni ''che non escludevano o prevedevano l' assassinio''. Ed altre erano in cantiere. Solo l' 11 maggio scorso infatti, Cr. e S., pedinati da agenti della digos di Pescara, sono andati a Roma, dove - in compagnia di un altro noto anarchico, Marco B. - hanno compiuto sopralluoghi alla caserma dell' esercito, 3/o Reggimento trasmissioni, in via Trionfale; alla sede della Scuola allievi agenti della polizia penitenziaria ed alla Scuola allievi della polizia di Stato. E B., mentre Cremonese e Speziale attendevano fuori, e' anche entrato in un negozio di termoidraulica, dove ha chiesto informazioni sulla disponibilita' di un potenziometro, munito di timer e di contalitri.
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