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il Libano, le religioni e la realtà attuale
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Sbancor Friday, May. 27, 2005 at 1:41 PM |
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I cristiani oggi sono circa il 30% della popolazione. Prima della guerrà erano circa il 70%. Un milione di libanesi su quattro vive all'estero. Gli sciti che nell'antico libano quasi non esistevano sono oggi una forza determinante, grazie agli immigrati naturalizzati. Ho visto il Libano nel 2000. Le sue case bucate da migliaia di pallottole, gli Hotrel ridotti a torri incenerite, i Villaggi cristiani sullo Chouf, dove le case sono vuote, dopo il genocidio commesso dai Drusi. Ho visto il palazzao splendido di Jumblatt, il cui padre Kemal uno dei più grandi politici della rinascita araba è stato ucciso dai siriani. Ho visto Sabra e Chatila dove circa 300.000 palestinesi vivono senza diritto al voto ne ad una casa. Non la possono comprare in quanto sono "destinati da Allah" a tornare in Palestina. Peccato che Allah non abbia informato Arafat e Abu-Mazden. I rigfugiati palestinesi non fanno parte dei colloqui di pace. Ho visto la casa di Chamoun, Daniel Chamoun, un politico liberal, ucciso dai falangisti di JAJA, oggi in prigione. Nessuno riuscirà mai a descrivere la tragedia del Libano. E noi Occidentali, affannati a cercare i buoni e i cattivi facciamo la figura di bambini un po' idioti. Spero solo che questa pace, falsa, come tutte le paci, faccia salire i prezzi dei terreni. Mia moglie ancora ne possiede in questo paese dilaniato non dall'odio, ma dalla geopolitica. Vorrei tornarci e magiarmi un falafen alla faccia di tutti i politici che del Libano discettano, senza saper cos'è un'arak, il kebe, l'hommas e il barbaranoush. Se 25 anni di guerra di morti di distruzione di uno dei bei paesi del mondo, deve essere commentato così, forse è meglio emigrarci e dimenticare le "finezze" della politica chiacchierata. Con amarezza Sbancor
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Libano: verso le elezioni di fine maggio
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equilibri.net Friday, May. 27, 2005 at 5:59 PM |
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Le opposizioni hanno trovano una nuova unità, compattandosi contro l’attuale governo, ma il caos continua. Tra continui attentati e tentate interferenze straniere, il paese sta cercando di trovare un suo equilibrio. In realtà molto difficile: il premier Karame si è nuovamente dimesso, e entro un mese si terranno nuove elezioni. Prima di questo appuntamento, esiste però un’altra grande prova per capire chi davvero chi comanda e chi comanderà il paese: il varo della legge elettorale, senza la quale non si potrà andare a votare.
(Andrea Gilli)
La Siria dopo la morte di Hariri
In seguito all’assassinio di Rafiq Hariri (proprio mentre organizzava la campagna elettorale dell’opposizione), la Siria ha cercato un riposizionamento sullo scenario politico libanese, con risultati che non sono però ancora del tutto chiari. Certo è che la strategia statunitense ha, almeno finora, avuto successo: la Siria è oggi più isolata che mai, con tutti gli occhi addosso, e abbandonata anche dai suoi tradizionali alleati (Arabia Saudita ed Egitto) che le hanno chiesto di ritirare le sue truppe - dal 1976 nel piccolo paese mediorientale. La Siria ha dovuto cedere, ma questo era un passo obbligato, come anche la chiusura dell’ufficio che il mukabarat (il servizio segreto siriano) aveva nel centro di Beirut. Non sembra invece che sia terminata la sua voglia di interferire nelle vicende interne del paese, come dimostrano le pressioni di Damasco per un rinvio delle elezioni. Il fatto però che queste siano state disattese (lo stesso Hizbullah si è opposto) dimostrano che forse “l’era siriana” sta andando al termine. [continua]
www.equilibri.net/oriente/libano1005.htm
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Era una Perla
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Rosario Saturday, May. 28, 2005 at 7:45 PM |
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living63@hotmail.com |
Ho vissuto a Troblus e a Beirut nel 2002.I mussulmani sulla costa, gli ortodossi sulle colline e i maroniti sulle montagne, eccetto per la città di Jounieh.L'islamizzazione di una nazione e la resistenza a tutto ciò è palpabile. Ho visto minareti di moschee nascere accanto ad ogni chiesa, e moschee nascere dall'interno di ville private comprate da mussulmani in territorio ortodosso.Ho palpato l'incessante presente, allora, dell'occupazione Siriana fatta di poche migliaia di Siriani mal nutriti e male armati.Erano fratelli per la maggioranza dei mussulmani del nord e del sud, non tanto fratelli per i mussulmani moderni e benestanti di Beirut, ma erano anche occupanti per tutti i cristiani libanese.Che bel paese...quanti problemi, quanti politici e professori corrotti e mafiosi. Ma soprattutto che bella gente, quanta bella storia (Fenici,Greci,Egiziani,Cristo e Romani, i crociati...la via per la terra santa....) Ah, che buono il foul, kebbe, e l'hummus cosi come diceva l'amico. Che bello vedere il centreville di Beirut VIVO la sera, vedere bella gente mangiare, bere e sorridere. Che bello ascoltare Fairouz. A volte guardando una vecchia casa Libanese a Byblos (Jebel) sita proprio all'interno delle rovine dell'antica Byblos dei Fenici, cerco di capire come doveva essere bella questa terra baciata dal sole dal mare e dalle alte montagne innevate....come doveva essere bella prima della guerra civile interna e dell'invasione e occupazione da parte di Israele. 11 credi religiosi e un solo grande popolo (se togliamo i turchi importati dagli Ottomanni). Un gran paese ricco di bella gente, martoriato dalla cattiveria dell'essere umano.
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elezioni in libano
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dagoberto husayn bellucci Thursday, Jun. 02, 2005 at 10:20 PM |
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shiaitalia@libero.it |
HEZBALLAH AGO DELLA BILANCIA DEL FUTURO POLITICO LIBANESE di Dagoberto Husayn Bellucci, da Beirut
Le elezioni libanesi come nel 2000 si caratterizzano per il meccanismo elettorale particolare in questo paese. Al momento si e' votato nella sola regione di Beirut cosa che ha provocato la vittoria del blocco sunnita dell'ex premier Hariri. Domenica prossima e la successiva le regioni cristiane del nord , la Bekaa sciita ed il sud saranno chiamate al voto. Un simile meccanismo non permette al momento di dichiarare vincenti ne' i partiti dell'opposizione ne' quelli progovernativi. Hezballah ed Amal certamente faranno il pieno di voti sia nella Bekaa che nel sud. A Sidone , roccaforte di Hariri e dei sunniti, si attende una replica del voto della capitale. Altre sorprese potrebbero arrivare dal voto nelle aree cristiane (Tripoli e il nord). Al di la' di quale sara' la composizione del nuovo parlamento risulta rilevante l'influenza assunta da Hezballah nella vita politica libanese dopo il ritiro siriano dalla Bekaa. Il Partito di Dio non e' disposto ad accettare il disarmo della Resistenza Islamica, come recentemente ha ribadito il leader spirituale e politico Sheick Hassan Nasrallah, nel meeting di Bint Schbeil di mercoledi 25 maggio scorso in occasione dei festeggiamenti per il quinto anniversario della liberazione del sud. Gia' in occasione del raduno oceanico svoltosi a piazza Ryad el Sohl , nel cuore della capitale, l'8 marzo scorso Sheick Nasrallah era stato categorico affermano chiaramente: "Il Libano e' diverso. Il Libano non e' la Somalia, ne' la Georgia, ne' l'Ucraina. Il Libano e' il Libano." Punto e a capo. E su questo tema Hezballah non intende sentire discussioni. Adoprandosi per l'unita' nazionale e per garantire una stabilita' politica che le forze destabilizzatrici interne ed esterne (dalla Cia al Mossad passando per le ingerenze delle Nazioni Unite , della Francia e dei loro alleati provvisoriamente "raccattati" nelle file dell'opposizione sul territorio libanese, in particolare le fazioni della destra estrema cristiano-maronita , leggi Forze Libanesi, il partito del criminale di guerra Samir Geagea, terrorista al soldo sionista per anni) vorrebbero minare il partito di Hezballah ha accentrato su di se' la solidarieta' di tutti gli sciiti libanesi e di numerosi esponenti governativi. Sia il presidente cristiano pro-siriano Emile Lahoud, che il neoeletto premier, il sunnita Miqati, hanno riconosciuto la legittimita' e il diritto della Resistenza Islamica. Lo stesso leader druso Walid Jumblatt , incontratosi recentemente con Sheick Nasrallah nella sede del Partito di Dio ad Haret Hreik nelle banlieu meridionali di Beirut, ha dichiarato che "la comunita' drusa e il suo partito - PSP - non saranno il cavallo di troia dei complotti americani nella regione." L'invito al dialogo lanciato dal leader di Hezballah e dai massimi dirigenti politici e religiosi di questo partito cadono in un momento essenziale per la rinascita del Libano. Dopo il voto di domenica 29 maggio scorso un nuovo attentato terroristico ha scosso il quartiere cristiano di Ashrafiye provocando la morte di un giornalista e facendo ripiombare il paese nell'incertezza. I massimi esponenti del Governo e tutti i partiti hanno condannato l'attentato che, al pari degli altri rimane "occulto". Un mistero tra i tanti misteri di questo paese diviso per etnie e comunita' confessionali che , durante gli anni della guerra civile, si sono scannate l'una contro l'altra , intrecciando alleanze che nel breve arco di tempo si sono dimostrate fragilissime. Israele e l'America hanno avuto l'occasione per imporre nel passato le loro strategie nel paese dei cedri. La situazione e' mutata con la comparsa della Resistenza Islamica di Hezballah che ha cambiato il corso della storia libanese. Durante diciotto anni di duro combattimento , quartiere per quartiere, casa per casa, gli uomini del partito di Dio hanno imposto le loro condizioni, rigettando i sionisti al di la' della frontiera nel maggio 2000. Hezballah sara' cosi' un partito socialmente legittimato dalla solidarieta' di un milione di sciiti e la Resistenza Islamica sara' il baluardo della nazione contro l'egemonia e l'espansionismo israeliano. Oggi a distanza di cinque anni le nuove manovre dell'imperialismo e del suo massimo gendarme nella regione, l'entita' sionista occupante la Palestina, verranno disintegrate dalla costante sorveglianza degli uomini del Partito di Dio sciita proiraniano. Senza Hezballah e la Resistenza , sua espressione militare sul territorio, Israele avrebbe praticamente mano libera per espandere le sue mire territoriali al di la' del fiume Litani. "Nessuno osi toccare la Resistenza - e' la parola d'ordine di Sheick Nasrallah - o noi taglieremo queste mani." Un messaggio che , oltre la frontiera meridionale, il governo del macellaio di Sabra e Chatila sembra aver compreso perfettamente.
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Il Libano in transizione tra attentati e elezioni
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dagoberto husayn bellucci Saturday, Jun. 04, 2005 at 9:51 PM |
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IL LIBANO IN TRANSIZIONE TRA ATTENTATI ED ELEZIONI
A tre giorni dal secondo turno elettorale , che domenica 5 giugno interessera' il sud del paese, un nuovo attentato ha scosso il Libano. L'eliminazione di uno dei piu' noti editorialisti del quotidiano "al-Nahar" e tra i principali esponenti della corrente antisiriana dell'opposizione merita alcune riflessioni ulteriori. In particolare occorre riflettere su questa serie di attentati che hanno caratterizzato la vita libanese degli ultimi quattro mesi. Dall'assassinio di Rafiq Hariri il paese dei cedri e' stato scosso da un ondata pressoche' unanime di indignazione e dalla volonta' popolare di giungere alla verita' sugli esecutori materiali e soprattutto sui mandanti di questa crimine. Immediatamente sono sorte diverse organizzazioni che hanno stabilmente occupato la piazza dei martiri nel cuore di Beirut. Questa protesta apparentemente spontanea ha ricevuto l'avvallo dei partiti della cosiddetta opposizione nazionale (il blocco Hariri, il partito socialista progressista di Walid Jumblatt e quasi l'intero arco dei partiti maroniti antisiriani a cominciare dalle famigerate Forze Libanesi un tempo note per le loro atrocita' durante gli anni della guerra civile). Le manifestazioni di piazza che richiedevano la verita' sono diventate cosi' oggetto di una strumentalizzazione politica che e' stata cavalcata , con l'aiuto di numerose interferenze straniere (Usa e Francia), dai leader politici. L'immediata sentenza emessa dai manifestanti , senza appello, era che il mandante era la Siria, e l'esecutore materiale i mukhabarat siriani presenti da oltre vent'anni nel paese. I partiti pro-siriani e filogovernativi hanno cercato di opporsi alla piazza ma anch'essi sono stati costretti a cedere alle richieste pressanti di istituire una commissione d'inchiesta internazionale e di ricevere "istruzioni" ad hoc da Onu, Stati Uniti e Francia. In base alla risoluzione Onu nr. 1559 la Siria ha cosi' cominciato il ritiro del suo contingente militare conclusosi lo scorso 26 aprile. Al di la' di qualsiasi ipotesi circa autori e mandanti pare effettivamente improbabile che il governo siriano abbia partecipato in qualsiasi modo all'eliminazione dell'ex premier sunnita (peraltro in ottimi rapporti con Damasco). La destabilizzazione del Libano e' stata preparata accuratamente da centri di intelligence piu o meno occulti che miravano a trasformare questo paese in un nuovo Iraq. La serie di esplosioni che si sono verificate da meta' marzo fino ad oggi e che restano, a tutt'oggi, un vero e proprio mistero , sono la riedizione in salsa libanese della vecchia strategia della tensione italiana. Nessun esecutore e' stato arrestato e i mandanti finora restano sconosciuti. Questa serie di attentati mira ad alzare la tensione in una delle regioni piu' delicate del Medio Oriente dove le mire dei sionisti da un lato e le strategie americane dall'altro sono attive 24 ore su 24. Il fronte pro-siriano , uscito sconfitto dalle elezioni di Beirut (dove ha trionfato la lista del Movimento Future di Hariri) , ha nei partiti sciiti la vera e propria incognita. Sia Hezballah che Amal hanno decisamente mantenuto una posizione chiara fin dal 14 febbraio scorso": la mano assassina che ha ucciso Hariri e' quella del Mossad o della Cia. Sia il Partito di Dio che il movimento Amal di Nabih Berry sono stati al lato del governo siriano durante questi mesi pur riconoscendo la necessita' infine della partenza dei militari siriani. Nessuno dovra' toccare la Resistenza e' il messaggio chiaro lanciato dai dirigenti di Hezballah e Amal che alle prossime elezioni si presenteranno uniti in una inedita alleanza elettorale che li vedra' insieme al partito socialprogressita di Jumblatt e alla stessa corrente Future di Hariri. Il messaggio e' chiaro: nessuno dall'esterno o dall'interno del paese potra' permettersi di toccare la resistenza islamica. Questo non e' possibile. Chi vorra' farlo ne paghera' le conseguenze
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ciarlatani?
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ricorda Telekom Serbia Friday, Sep. 30, 2005 at 11:56 AM |
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Siria: apprezzamento per la professionalita' degli inquirenti che indagano sull'assassinio Hariri, stupore per l'inconsistenza di una delle loro fonti Damasco, 30 settembre - Il portavoce del Ministero degli esteri siriano Bushra Kanafani ha confermato, parlando con Arabmonitor, che il procuratore tedesco Detlev Mehlis, che conduce l'inchiesta sull'assassinio Hariri, ha raccolto nei giorni scorsi le testimonianze di otto rappresentanti siriani, tra cui quella del vice ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem, che era incaricato dei rapporti tra Damasco e Beirut. La Kanafani ha definito "molto professionale" il modo in cui Mehlis ha operato nel corso dell'audizione dei testimoni.
Tuttavia ha espresso stupore come il team internazionale possa aver costruito buona parte delle proprie teorie sulla testimonianza resa da un siriano trasferitosi prima in Libano, la' incarcerato per qualche reato, poi emigrato in Francia, dove avrebbe chiesto asilo politico, che si e' qualificato come un colonnello siriano in fuga in possesso di informazioni delicate, e che invece era un semplice militare all'epoca in cui viveva in Siria senza alcun ruolo particolare, ne' alcun accesso a informazioni riservate. La persona in oggetto, un tal Mohmmed Zuheir Saddiq, e' stato definito dalla portavoce siriana un "ciarlatano" che ha voluto ricavare dei benefici personali, presentandosi a testimoniare. La Kanafani si e' chiesta chi possa aver accreditato come attendibile una fonte del genere presso Detlev Mehlis. http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=11464&lang=it
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il testimone ammette
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d arab monitor Wednesday, Oct. 05, 2005 at 11:54 AM |
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Assassinio Hariri: il testimone della commissione d'inchiesta ha agito su istruzione di un partito politico libanese Beirut, 5 ottobre - Il direttore responsabile del quotidiano libanese al Diyar Charles Ayoub ha dichiarato ad Arabmonitor che il cittadino siriano Mohammed Zuheir Saddiq, ora rifugiato in Francia, il quale ha reso testimonianza alla commissione d'inchiesta Mehlis sull'assassinio Hariri accusando il proprio Paese di origine, ha dichiarato a Parigi di aver agito su pressione e istruzione di un partito politico libanese molto vicino a Saad Hariri.
http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=11489&lang=it
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gli USA vogliono comprare gli Hezbollah
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da arab monitor Wednesday, Oct. 05, 2005 at 2:23 PM |
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Beirut, 5 ottobre - Sheikh Mohammad Kawtharani, membro dell'Ufficio politico di Hezbollah, ha affermato, parlando con Arabmonitor, che gli Stati Uniti hanno offerto al movimento di resistenza libanese un pacchetto comprendente la restituzione dell'area occupata da Israele delle Fattorie di Shebaa, due miliardi di dollari per la ricostruzione dei territori libanesi liberati dall'occupazione, il rilascio di tutti i detenuti libanesi ancora rinchiusi nelle carceri israeliane, un numero illimitato di ministeri nei futuri governi libanesi e la rimozione dalla lista nera delle cosiddette organizzazioni terroristitiche.
In cambio, Washington ha chiesto la consegna di tutte le armi pesanti in mano a Hezbollah e un impegno a non occuparsi piu' della questione palestinese. L'offerta, respinta dal movimento di resistenza libanese, e' stata fatta di recente, e poi ribadita una seconda volta, attraverso dei mediatori libanesi e stranieri.
http://www.arabmonitor.info/news/dettaglio.php?idnews=11487&lang=it
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