da repubblica.it
Il ministro dell'Interno fa il punto sugli sbarchi nel nostro paese "Bisogna aumentare la prevenzione, ma dei Cpt non si può fare a meno" Pisanu sull'immigrazione "Non faremo altri centri di permanenza" Cifre drammatiche sui clandestini: "Sono il 38% dei detenuti in Italia" Dal traffico di esseri umani profitti uguali al business mondiale della droga
Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu
ROMA - "Non apriremo più centri di permanenza temporanea". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, in una conferenza stampa con i giornalisti stranieri accreditati in Italia. "Il nostro problema - ha spiegato - è di evitare che i clandestini partano e quindi continueremo a lavorare con accordi bilaterali con i paesi di origine e transito". Il ministro ha comunque sottolineato che i Cpt "sono strutture indispensabili per controllare i clandestini già arrivati".
"Nel 2004 - ha proseguito il responsabile del Viminale - in Italia sono state arrestate 237.229 persone che erano extracomunitari irregolari o persone di cittadinanza ignota o apolidi: essi costituiscono, nella media nazionale, il 38,8 per cento degli arrestati nel nostro Paese". Pisanu ha ricordato anche che "il 30,84 per cento della popolazione carceraria italiana è rappresentato da extracomunitari, quasi tutti irregolari: questo dà la dimensione di un fenomeno che chiede lo scrupolo e l'impegno che io personalmente dedico al problema".
"Il fatturato annuo dei trafficanti di clandestini - ha proseguito il ministro - è ormai paragonabile al fatturato mondiale della droga". Un business che "cresce di anno in anno". "Il traghettamento dalla Libia all'Italia che l'anno scorso ad un immigrato clandestino costava mediamente da 1.200 a 1.500 dollari quest'anno costa da 2.200 a 2.500 dollari", ha rivelato Pisanu riconoscendo gli sforzi dell'amministrazione Gheddafi per arginare il fenomeno. Alle frontiere libiche, ha detto ancora il ministro, "si riversa gran parte dei flussi migratori provenienti da Egitto, Corno d'Africa, Sahel e Africa Subsahariana in generale".
"Questa pressione - ha spiegato Pisanu - sta aumentando fortemente in questi mesi perché c'è stato un anno di povertà nei raccolti e la fame spinge questi disperati. Fino a qualche mese fa il 65-80% di quanti arrivavano via mare erano egiziani, mentre gli altri provenivano da vari paesi africani. In questi giorni è diminuito drasticamente il numero degli egiziani ed è aumentato notevolmente il numero di quanti arrivano dal Corno d'Africa e dall'Africa Subsahariana".
L'annuncio di Pisanu sulla rinuncia a realizzare nuovi centri di permanenza è stata accolta con soddisfazione da Rifondazione. "Lo riteniamo una prima, importante vittoria della campagna contro i Cpt che movimenti, associazioni laiche e cattoliche, forze sociali e politiche, parlamentari hanno da tempo condotto", ha commentato il parlamentare comunista Giovanni Russo Spena.
Scetticismo trapela invece dalla reazione dei Verdi. "L'annuncio di non procedere all'apertura di nuovi Cpt andrà verificata nei fatti - ha spiegato il deputato Paolo Cento - ma comunque conferma quanto giusta è la mobilitazione che associazioni, movimenti, no global e forze politiche hanno attivato in questi mesi contro questa mostruosità giuridica e istituzionale, ora bisogna proseguire la battaglia per chiudere i Cpt esistenti".
(9 giugno 2005)
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