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CLANDESTINI. Il titolare dell’Interno smentisce
by Pikke Friday, Jun. 10, 2005 at 7:00 PM mail:

CLANDESTINI. Il titolare dell’Interno smentisce: sono strutture necessarie a controllare la delinquenza Centri per immigrati, è giallo Pisanu: mai più cpt. Ma in serata arriva la rettifica. Prc e Verdi all’attacco




Roma. «Non apriremo più centri di permanenza temporanea». Anzi no. È una dichiarazione netta quanto inattesa quella che il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu pronuncia in mattinata in una conferenza stampa con i giornalisti stranieri accreditati in Italia: «Il nostro problema», aveva spiegato il responsabile del Viminale, «è evitare che i clandestini partano, e quindi continueremo a lavorare con accordi bilaterali con i Paesi di origine e transito». Ma se anche restava vero che non verranno creati nuovi punti di accoglienza, in ogni caso i cpt - diceva il ministro il mattinata - «sono strutture indispensabili per controllare i clandestini già arrivati». Poi, in serata, il rapido dietrofront: «Si è trattato di un evidente malinteso», rettifica il Viminale. «I cpt non li ho inventati io», dice Giuseppe Pisanu, «ma sono nati con il precedente governo di centrosinistra. Io li ho solo ristrutturati, e solo di recente sono diventati, per la sinistra estremista e altri gruppi, dei lager e dei luoghi di detenzione. Da ultimo sono arrivate le bombe degli anarco-insurrezionalisti e gli attacchi ai volontari della croce rossa e delle misericordie. La cosa non mi sorprende», dice, «perché è inevitabile che, dopo aver seminato vento, si raccolga tempesta».


Insomma, i cpt sono in realtà «strutture indispensabili per il controllo dell’immigrazione clandestina. Chi li vuole chiudere deve allora dire anche che vuole la libera circolazione sul proprio territorio degli immigrati clandestini». E ancora. «Nel 2004», sostiene il ministro dell’Interno, «in Italia sono state arrestate 237.229 persone che erano extracomunitari irregolari o persone di cittadinanza ignota o apolidi: essi costituiscono, nella media nazionale, il 38,8 per cento degli arrestati nel nostro Paese». Non solo: il 30,84 per cento della popolazione carceraria italiana, per il ministro, «è rappresentata da extracomunitari, quasi tutti irregolari». Così, il fatturato annuo dei trafficanti di clandestini è «ormai paragonabile al fatturato mondiale della droga», commenta.
Ed è un business che per Pisanu «cresce di anno in anno: il traghettamento dalla Libia all’Italia che l’anno scorso a un immigrato clandestino costava mediamente da 1.200 a 1.500 dollari, quest’anno costa da 2.200 a 2.500 dollari», nota Pisanu, sottolineando con compiacimento gli sforzi dell’amministrazione Gheddafi per arginare il fenomeno. Anche se alle frontiere libiche «si riversa gran parte dei flussi migratori provenienti da Egitto, Corno d’Africa, Sahel e Africa Subsahariana in generale».
L’annuncio sulla rinuncia a realizzare nuovi centri di accoglienza è stato accolto con soddisfazione da Rifondazione, da sempre schierata contro i cpt che considera «galere etniche per migranti». «Riteniamo questo annuncio una prima importante vittoria della campagna contro i cpt», dicono Giovanni Russo Spena, vicecapogruppo alla Camera del Prc, e Stefano Galieni, del dipartimento immigrazione del Prc. «In base alla legislazione vigente, i cpt dovrebbero avere una funzione circoscritta: trattenere gli immigrati per un periodo di tempo limitato. Invece Pisanu parla di “strutture per controllare i clandestini”, come se fossero dei lager. In effetti, il governo dice quello che fa: utilizza illegittimamente questi centri a scopo punitivo, relegando gli immigrati in strutture detentive», afferma la senatrice dei Verdi Tana de Zulueta. Scettici i Verdi: «L’annuncio di non procedere all’apertura di nuovi cpt andrà verificata nei fatti», spiega il deputato Paolo Cento, «ma comunque conferma quanto giusta è la mobilitazione che associazioni, movimenti, no global e forze politiche hanno attivato in questi mesi contro questa mostruosità giuridica e istituzionale. Ora bisogna proseguire la battaglia per chiudere i cpt esistenti».


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