lettera dell'ex cantante cccp, csi e attuale pgr
Al direttore -
L'ho detestata per anni e anni, spesso con malcelata rabbia, a volte con incredula simpatia perché la sua immagine così eccessiva non poteva non scalfire il mio cuore di vecchio ex punkettone. In realtà non sapevo niente di lei se non che era nato in una delle nobili famiglie del Pci, vera aristocrazia politica, ed era stato allevato per essere dirigente/diligente così da contraccambiare cotanta fortuna. Aveva anche cominciato bene, Torino, per quel po' di leggenda che so. So anche di cani pastori tedeschi e cavalli maremmani, mi auguro non migliorati. Da circa un anno sono, sempre più affezionato, suo lettore. Quando sono a casa è un'impresa quotidiana spendere quell'euro, abito fuori mano e servizi ritenuti essenziali non sono molto efficienti. A me comunque basta, spesso avanza. Due sono le tensioni determinanti, a oggi, la mia vita. Irrisolte, forse irrisolvibili ma da cui non posso prescindere. Una tensione mistico-religiosa, una tensione politico-sociale. Mai, nemmeno in momenti ben più tragici, mi sono sentito così distante, insensibile o indispettito, dall'immagine che la rappresentanzapolitica dà di sé al Paese. Però non dispero, anzi me la godo. Ben consapevole che ne ammazza più la vanagloria che la spada, non posso non citarmi: "Molte più cose,ben più strabilianti, dimorano quaggiù". Così tempi affannati e confusi sono ottimo ausilio per comprendere la realtà di cui sono parte. Niente è più quello che era, quello in cui sono nato, cresciuto, auto ingannato. Continuo a citarmi: "Molto è cambiato, molto è cambiamento, chi non lo sa, chi fa finta di niente, per interesse comunque piccolo, o è cieco o sprovveduto o maggiormente in pericolo se non pericoloso".
Vengo al motivo per cui le scrivo. Sono arrivati gli ultimi giorni del dibattito sulla procreazione assistita che qualcuno vorrebbe fecondazione artificiale. Per lo più becera propaganda ma non solo, anzi, quante meraviglie di cui posso ringraziare il Foglio, che lei dirige. Da mesi mi interrogo se e come dire qualcosa, per quello che sono, per quello che valgo, per quello che mi si può chiedere. In cuor mio sono sereno, da più di un anno canto: "Nascere non è caso ideologico-medico-etico. E' antecedente all'idea di diritto,divina conseguenza d'amore, sia almeno sano scopare. Umano atto, animale". Canto anche:"Involucro di carne traboccante d'umori, profumo dell'Eterno che sgorga dall'abisso".E' che ognuno interpreta come vuole e, a ben vedere, ognuno singolarmente è anche simpatico, davvero. Troppo spesso, troppo facilmente convincibile, ahimé.
Capitano cose ben strane, da piangerne/riderne, quanto a fraintendimenti. A volte ci sarebbe da scorarsi e accedere alla clausura. Negli ultimi giorni sfoglio i quotidiani solo per prenderenota degli appelli e delle firme. Lo trovo interessante e doveroso. Per la prima volta, da che sono adulto, sono assolutamente d'accordo con la Cei e ne sono felice oltre ogni dire. In pace con me, con la mia storia, con i miei avversari che comunque giudico, con i miei nemici. Sarà quello che i cittadini di questo Paese decideranno e credo che perderemo.Loro sono così eccitanti e moderni e ben pensanti e noi così dimessi, un po' bacchettoni,un po' sfigati e tanto, tanto oscurantisti. Loro godono e noi peniamo. Vuoi mettere l'oscuro profondo, umido e spaventosamente irrazionale di una figa contro lo smagliante palcoscenico di un laboratorio scientifico, l'abbaglio dei neon e la perfetta precisione di un bisturi affilato in asettico brodo: vero desiderio! Mica quel residuo arcaico d'un cazzo turgido, arraffone, impreciso e grossolano, si spera, comunque grezzo.Vi penserò affollare i seggi elettorali Ho fatto un patto con i miei animali, cani e cavalli al momento, ma spero di aumentare. Se figliano è perché scopano, con chi gli piace tra ciò che riescono a trovare. Non vorrei mai trattare un essere umano peggio di come tratto la mia stalla. E' tutto: sono insensibile ai piagnistei, alle private dolorose storie, ai desideri ovvi. Tra la superstizione religiosa, quella politica e quella scientifica, è quest'ultima, adesso, la più folle, la più pericolosa. L'unica cosa che mi intristisce è che qualcuno immagini me triste per poter pensare sé felice. Mi prendo cura della mia famiglia, della stalla. Lavoro, studio e prego ogni giorno. Ringrazio Dio della vita per quello che è. Per una rosa, un gambo di spine: l'aroma va difeso con forza e per bene.Domenica prossima e per metà lunedì sto in alta montagna. Al sole, al vento, alla pioggia se piove e se tormenta alla neve e non mi muovo. Ottima compagnia d'animali. Per dirne una: Nubia, cavallina di montagna avanti negli anni, matrona della stalla. Per farsi scopare, un mese fa, nel tempo del calore, si è fatta molto male, ferita da morire. L'abbiamo curata. E' già ariosa, figlierà? Sarebbe molto bello, mica lo si pretende. Scopare ha scopato, si spera.
Lei, stronza e scorretta, alza la coda, l'arriccia, la tende, inarca il collo al vento della sera. Ah desiderio! Inondami di primavera! Dall'alto vi penserò affollare,laggiù nel plumbeo violaceo livido delle piane, i seggi elettorali dei vostri esangui sterili,politicamente corretti, desideri.
Io canto e ballo e rido e allegro mi dispero. Ebbro di vita, di vino, se ne ho voglia (non me ne vergogno), di fumo, se me ne si fa prezioso dono.Non so chi vincerà ma non temo. Questo è l'inizio di quello che sarà: la maggior partedei conti è ancora a condono. Uhaaah! Mi auguro in cuor mio ottimi nemici e lo sguardo benevolo, anche se corrucciato che meriterebbe meglio e di più, di Dio.
Giovanni Lindo Ferretti
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