Trovate sotto la stomachevole lettera con cui l'ex mitico Lindo Ferretti, ha dichiarato sul Foglio la sua astensione al referendum del 12 e 13 giugno contro la legge 40. Subito sotto c'è invece la bellessima risposta di Alessandro della Bandabardò.
Al direttore del Foglio - Giuliano Ferrara L’ho detestata per anni e anni, spesso con malcelata rabbia, a volte con incredula simpatia perché la sua immagine così eccessiva non poteva non scalfire il mio cuore di vecchio ex punkettone. In realtà non sapevo niente di lei se non che era nato in una delle nobili famiglie del Pci, vera aristocrazia politica, ed era stato allevato per essere dirigente/diligente così da contraccambiare cotanta fortuna. Aveva anche cominciato bene, Torino, per quel po’ di leggenda che so. So anche di cani pastori tedeschi e cavalli maremmani, mi auguro non migliorati.
Da circa un anno sono, sempre più affezionato, suo lettore. Quando sono a casa è un’impresa quotidiana spendere quell’euro, abito fuori mano e servizi ritenuti essenziali non sono molto efficienti. A me comunque basta, spesso avanza. Due sono le tensioni determinanti, a oggi, la mia vita. Irrisolte, forse irrisolvibili ma da cui non posso prescindere. Una tensione mistico-religiosa, una tensione politico-sociale. Mai, nemmeno in momenti ben più tragici, mi sono sentito così distante, insensibile o indispettito, dall’immagine che la rappresentanzapolitica dà di sé al Paese. Però non dispero, anzi me la godo. Ben consapevole che ne ammazza più la vanagloria che la spada, non posso non citarmi: “Molte più cose,ben più strabilianti, dimorano quaggiù". Così tempi affannati e confusi sono ottimo ausilio per comprendere la realtà di cui sono parte. Niente è più quello che era, quello in cui sono nato, cresciuto, auto ingannato. Continuo a citarmi: “Molto è cambiato, molto è cambiamento, chi non lo sa, chi fa finta di niente, per interesse comunque piccolo, o è cieco o sprovveduto o maggiormente in pericolo se non pericoloso".
Vengo al motivo per cui le scrivo. Sono arrivati gli ultimi giorni del dibattito sulla procreazione assistita che qualcuno vorrebbe fecondazione artificiale. Per lo più becera propaganda ma non solo, anzi, quante meraviglie di cui posso ringraziare il Foglio, che lei dirige. Da mesi mi interrogo se e come dire qualcosa, per quello che sono, per quello che valgo, per quello che mi si può chiedere. In cuor mio sono sereno, da più di un anno canto: “Nascere non è caso ideologico-medico-etico. E’ antecedente all’idea di diritto,divina conseguenza d’amore, sia almeno sano scopare. Umano atto, animale". Canto anche:"Involucro di carne traboccante d’umori, profumo dell’Eterno che sgorga dall’abisso".E’ che ognuno interpreta come vuole e, a ben vedere, ognuno singolarmente è anche simpatico, davvero. Troppo spesso, troppo facilmente convincibile, ahimé.
Capitano cose ben strane, da piangerne/riderne, quanto a fraintendimenti. A volte ci sarebbe da scorarsi e accedere alla clausura. Negli ultimi giorni sfoglio i quotidiani solo per prenderenota degli appelli e delle firme. Lo trovo interessante e doveroso. Per la prima volta, da che sono adulto, sono assolutamente d’accordo con la Cei e ne sono felice oltre ogni dire. In pace con me, con la mia storia, con i miei avversari che comunque giudico, con i miei nemici. Sarà quello che i cittadini di questo Paese decideranno e credo che perderemo. Loro sono così eccitanti e moderni e ben pensanti e noi così dimessi, un po’ bacchettoni,un po’ sfigati e tanto, tanto oscurantisti. Loro godono e noi peniamo. Vuoi mettere l’oscuro profondo, umido e spaventosamente irrazionale di una figa contro lo smagliante palcoscenico di un laboratorio scientifico, l’abbaglio dei neon e la perfetta precisione di un bisturi affilato in asettico brodo: vero desiderio! Mica quel residuo arcaico d’un cazzo turgido, arraffone, impreciso e grossolano, si spera, comunque grezzo.Vi penserò affollare i seggi elettorali Ho fatto un patto con i miei animali, cani e cavalli al momento, ma spero di aumentare. Se figliano è perché scopano, con chi gli piace tra ciò che riescono a trovare. Non vorrei mai trattare un essere umano peggio di come tratto la mia stalla. E’ tutto: sono insensibile ai piagnistei, alle private dolorose storie, ai desideri ovvi. Tra la superstizione religiosa, quella politica e quella scientifica, è quest’ultima, adesso, la più folle, la più pericolosa. L’unica cosa che mi intristisce è che qualcuno immagini me triste per poter pensare sé felice. Mi prendo cura della mia famiglia, della stalla. Lavoro, studio e prego ogni giorno. Ringrazio Dio della vita per quello che è. Per una rosa, un gambo di spine: l’aroma va difeso con forza e per bene.Domenica prossima e per metà lunedì sto in alta montagna. Al sole, al vento, alla pioggia se piove e se tormenta alla neve e non mi muovo. Ottima compagnia d’animali. Per dirne una: Nubia, cavallina di montagna avanti negli anni, matrona della stalla. Per farsi scopare, un mese fa, nel tempo del calore, si è fatta molto male, ferita da morire. L’abbiamo curata. E’ già ariosa, figlierà? Sarebbe molto bello, mica lo si pretende. Scopare ha scopato, si spera.
Lei, stronza e scorretta, alza la coda, l’arriccia, la tende, inarca il collo al vento della sera. Ah desiderio! Inondami di primavera! Dall’alto vi penserò affollare,laggiù nel plumbeo violaceo livido delle piane, i seggi elettorali dei vostri esangui sterili,politicamente corretti, desideri.
Io canto e ballo e rido e allegro mi dispero. Ebbro di vita, di vino, se ne ho voglia (non me ne vergogno), di fumo, se me ne si fa prezioso dono.Non so chi vincerà ma non temo. Questo è l’inizio di quello che sarà: la maggior partedei conti è ancora a condono. Uhaaah! Mi auguro in cuor mio ottimi nemici e lo sguardo benevolo, anche se corrucciato che meriterebbe meglio e di più, di Dio.
Giovanni Lindo Ferretti
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Lettera aperta a Giovanni Giovanni è una persona alla quale, istintivamente, ho sempre voluto bene. Ho anche avuto la fortuna di conoscerlo, anche se non posso permettermi di dire di essere suo amico. L’ho incontrato molte volte ma si è sempre trattato di incontri per lo più occasionali. Sai com’è, un amico registra un disco, un altro passa a salutare, ciao come va, eccetera eccetera. Così, per anni. Solo una volta, dopo aver assistito ad un concerto di “maciste contro tutti” a Genova, il buon giovanni mi risparmiò il ritorno in treno e facemmo due chiacchiere in auto. Giovanni Lindo Ferretti è una persona affascinante, intelligente, non comune. Una persona con gli occhi sempre accesi. Curiosa, anticonformista, alla ricerca della sua verità partendo spesso dall’osservazione delle cose, di quelle cose che molte persone non si soffermano a guardare. Un punk e un intellettuale. Devoto, in modo intransigente, prima di ogni altra cosa alle sue verità, che raggiunge e che poi difende, anche contro tutto e tutti, se necessario. Quando ho letto quella lettera prima di tutto ho provato dispiacere. E, per venire al punto, a mio parere ha detto una valanga di cazzate.
Che Giovanni sia affezionato lettore del Foglio non è poi neanche la peggiore. Uno come lui, suppongo, ci si diverte. Ne trae spunto, lo “usa” dall’alto. Non ne è certo vittima (e il Foglio tra l’altro non fa, propriamente, propaganda come altri; è un giornale che comunque commenta la politica, da destra) e probabilmente soddisfa un suo modo di essere. Sono poi certamente intuibili e anche condivisibili i motivi per cui una persona come Giovanni si senta oggi “distante, insensibile o indispettito, dall’immagine che la rappresentanza politica dà di sé al Paese", motivi che comunque non sono il vero oggetto della lettera. Presumo, comunque, non sia il solo a provare quel senso di insoddisfazione. Poi il diluvio…
Caro Giovanni, sono certo che tu sia stato baciato dal “dono della parola". Quando parli, o canti, tu rapisci con le parole chi ti ascolta ed è difficile, forse impossibile per me, trovarne di migliori per contraddirti. Cavolo, tu sei un pensatore, un poeta che sapeva pure pogare. Al tuo cospetto mi sento di essere in difetto per arguzia e cultura. Però è troppo forte l’urgenza di parlare, perchè è più una questione di stomaco chiuso, se capisci cosa intendo, e allora tutte quelle cose c’entrano poco. Insomma, Giovanni, ho l’urgenza di dirti che la tua “prima volta” con la Cei mi ha riempito di tristezza. E, continuando a leggere la tua lettera, la tristezza non ha fatto che aumentare. Non potevi farti una sega?
La contrapposizione che proponi tra i due schieramenti ricorda tanto quei film americani sulla guerra di secessione: il vecchio gentiluomo del sud, legato agli antichi valori contro i moderni nordisti che vogliono stravolgere il mondo. GLFerretti, a fumare il sigaro sul dondolo sotto la veranda del ranch, con Tom il negro che gli versava il cognac mentre il coyote ulula alla luna, la doppietta vicino e la bandiera confederata appesa dietro la schiena…
“Loro (quelli del sì) sono così eccitanti e moderni e ben pensanti e noi così dimessi, un po’ bacchettoni,un po’ sfigati e tanto, tanto oscurantisti. Loro godono e noi peniamo. Vuoi mettere l’oscuro profondo, umido e spaventosamente irrazionale di una figa contro lo smagliante palcoscenico di un laboratorio scientifico, l’abbaglio dei neon e la perfetta precisione di un bisturi affilato in asettico brodo: vero desiderio! Mica quel residuo arcaico d’un cazzo turgido, arraffone…” eccetera eccetera.
E bravo giovanni. sono felice che il tuo cazzo sia turgido e arraffone, e che tu possa sguazzare ancora per decenni in un brodo per nulla asettico di umori di fica. Penso che sia un desiderio che accumuna tutti. Alcuni, però, pur sguazzando, non riescono ad avere figli. E non perchè ritengano “residuo arcaico” lo scopare. È così terribile usare la scienza per avere un figlio? Voi cattolici non usate la scienza per mantenere in vita artificialmente persone già morte clinicamente da decenni? Cosa c’entra poi l’umore di fica o la bellezza del chiavare con il diritto della donna a rinunciare, anche all’ultimo momento, all’impianto? E fai pure dell’ironia sull’oscurantismo di cui ingiustamente vi sentite accusati? Ma l’hai letta la legge, Giovanni? Sembra scritta da Torquemada o da Ratzinger in persona, cazzo! Mah…
Esiste un mondo anche al di fuori dei tuoi cani e e dei tuoi cavalli che “figliano perché scopano, con chi gli piace tra ciò che riescono a trovare". Beati loro. Un cane non capisce cosa vuol dire avre un figlio talassemico. La tua onestà è fuor di discussione, altrimenti non avresti detto così chiaramente “sono insensibile ai piagnistei, alle private dolorose storie, ai desideri ovvi". Questo è il punto. Forse ti ho sempre capito male ma oggi mi sei apparso diverso: molto poco umano. Molto poco umano. So che sei credente. La compassione per gli altri l’hai dimenticata? O ce l’hai solo per i tuoi cuccioli? Se è così mi dispiace davvero per te. O forse questa è l’ultima frontiera punk. Chi se ne frega del mondo, stupidi piccoli pidocchi, chi c’è c’è, chi non c’è non c’è, chi non ce la fa al rogo. O giù da una rupe. O mi sono perso qualcosa per strada?
“Tra la superstizione religiosa, quella politica e quella scientifica, è quest’ultima, adesso, la più folle, la più pericolosa". Può essere vero, specialmente nel glorioso occidente occidente. Ma c’era uno specifico referendum in uno specifico paese di merda che trattava un argomento a sua volta molto specifico. Non si parlava di massimi sistemi. Si trattava di eliminare una legge ingiusta e oscurantista, criticata dagli stessi che l’avevano scritta sotto dettatura dai tuoi nuovi amici della cei. E non posso certo condividere il tuo disprezzo per i piagnistei di chi non può avere un figlio o non può curarlo solo perchè la chiesa ha fatto in modo che un suo dogma diventasse una legge, con il colpevole benestare di uno stato sempre più clerico-fascista.
Molti anni fa, magari non lo ricorderai nemmeno, ci siamo conosciuti mentre stavi registrando a firenze il primo disco degli ustmamò. Una mattina di quelle arrivasti allo studio raggiante, e dicesti qualcosa tipo ” che bello, forse ce la faccio a non vendere la cavallina, sono proprio contento!” Chissà, forse parlavi proprio di Nubia. Immagino che vendere la cavallina sarebbe stata l’estrema ratio per uscire da un momento di difficoltà finanziaria. Giovanni, perdona la mia banalità ma a volte le cose sono semplici e banali proprio come appaiono: grazie al fallimento del referendum molte persone per potersi curare o poter avere un figlio, dovranno vendersi la cavallina e andare all’estero. Se sono così fortunati da avere una cavallina da vendere.
Cosa c’entra il referendum col fatto che tu ti prendi cura della tua famiglia, della stalla o di quant’altro? “Lavoro, studio e prego ogni giorno. Ringrazio Dio della vita per quello che è. Per una rosa, un gambo di spine: l’aroma va difeso con forza e per bene.” Benissimo. sei un uomo felice e questo, proprio per un sentimento di amicizia, solidarietà e compassione umana ci rende molto felici. Così come ci renderebbe tristi sapere di Giovanni Lindo Ferretti depresso, o alcolizzato, o suicidato, o malato. E’ umanità. Ma tu sembri provare amore solo per la stalla e la rosa. Mi sbaglio, Giovanni? Se hai deciso che non vale più la pena darsi preoccupazione per gli altri, o che dare se stessi (per quel poco che stavolta costava) per far sì che un paese già malridotto possa fare un piccolo passettino in avanti piuttosto che l’ennesimo indietro, beh allora mi sento improvvisamente lontano da te. Questi per te sono solo “esangui sterili, politicamente corretti, desideri"? Che devo dire…solo che mi hai reso triste.
con affetto alessandro
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