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Cia Mossad e Br
by Galloni ex csm Wednesday, Jul. 06, 2005 at 2:32 PM mail:

Per Galloni ex dc ed ed ex presidente del csm dichiara:
Le Br erano fortemente infiltrate da Mossad e Cia.
Fonte rainews 24.
Meditare gente meditare.

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+ info
by Comunque no g8 Wednesday, Jul. 06, 2005 at 2:34 PM mail:

"Non posso dimenticare un discorso con Moro poche settimane prima del suo rapimento: si discuteva delle BR, delle difficoltà di trovare i covi. E Moro mi disse: 'La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani hanno infiltrati nelle BR ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati' ". Davanti alle telecamere di NEXT, l'approfondimento quotidiano di Rainews24 curato da Piero Di Pasquale, l'ex vicepresidente del CSM ed ex vicesegretario della Democrazia Cristiana Giovanni Galloni confida un ricordo degli anni di piombo che suggerisce paragoni con la vicenda del rapimento dell'imam della moschea milanese da parte della CIA.

"Me ne sono ricordato proprio ora, perché nei 55 giorni di prigionia di Moro ebbimo grandi difficoltà a metterci in contatto con i servizi americani, difficoltà che non incontrammo poi durante il rapimento del generale Dozier", racconta Galloni.

L'internazionalizzazione della sfida delle BR
Il generale James Lee Dozier venne rapito a Verona il 17 dicembre 1981: fu liberato con un blitz delle forze dell'ordine italiane, con i Nocs, il 28 gennaio 1982. Più di vent'anni dopo, alcuni documenti della CIA pubblicati mostreranno la scarsa fiducia di quest'ultima nelle possibilità di ritrovare vivo l'alto ufficiale e nelle capacità investigative italiane, nonché la preoccupazione per una internazionalizzazione in chiave anti americana del terrorismo italiano ed europeo. Ma anche, almeno stando a quanto è stato reso noto, la relativa scarsa conoscenza dei servizi americani, fino ai primi anni '80, delle BR:

"Nonostante alcune speculazioni sul trasferimento di Dozier in un paese vicino, le autorità italiane credono che il generale sia in Italia, forse nell'area tra Milano, Verona e Venezia - si legge ad esempio in un documento CIA del dicembre 1981 - Noi non abbiamo prove che nel passato le Brigate Rosse abbiano cercato di spostare i loro rapiti oltre i confini nazionali. La prigione del popolo dove fu detenuto Aldo Moro non è mai stata localizzata, ma la maggior parte degli esperti di sicurezza è convinta che il leader democristiano non sia mai stato lontano da Roma, e forse lo hanno tenuto sempre dentro Roma stessa".

L'altro dubbio di Galloni
'Ma allora qualche informazione sul rapimento Moro allora dagli americani poteva arrivare?', chiede Di Pasquale. "E' possibile - risponde Galloni - d'altronde Pecorelli (il giornalista di OP assassinato in circostanze misteriose il 20 marzo 1979) scrisse che il 15 marzo 1978 sarebbe accaduto un fatto molto grave in Italia e si scoprì dopo che Moro doveva essere rapito il giorno prima... (Moro venne rapito il 16 marzo , ndr.) . L'assassinio di Pecorelli - ha aggiunto Galloni - potrebbe essere stato determinato dalle cose che il giornalista era in grado di rivelare". Anni di indagini sulla morte di Pecorelli hanno portato di volta in volta a seguire piste dell'estremismo di destra, della Loggia P2, della mafia, fino al processo al senatore a vita Giulio Andreotti e all'ex magistrato Vitalone, chiuso dalla definitiva assoluzione sancita dalla Corte di Cassazione il 30 ottobre 2003.

"Del resto - ha proseguito Galloni - tutti i magistrati che hanno lavorato sul rapimento Moro hanno detto che le dichiarazioni delle BR non hanno avuto dichiarazioni del tutto convincenti. Qualcosa ci hanno nascosto. E l'interrogativo nasce in relazione anche ai servizi segreti deviati italiani, che rispondevano prima ai colleghi americani della CIA che ai loro superiori".
Una tesi che si ricollega ai molti che negli anni scorsi hanno sostenuto che durante il rapimento Moro i servizi americani non offirono la massima collaborazione, per ostacolare il 'compromesso storico' che avrebbe portato al governo il PCI.

Rapporti paritari
"Dalla fine '78 al 1984 ho fatto numerosi viaggi negli USA (...) - ha spiegato Galloni - Lì venni a sapere che la CIA era estremamente preoccupata per l'Italia, per il fatto che se i comunisti arrivavano al governo loro non avrebbero potuto mettere certe basi in Italia: una questione di vita o di morte per loro, rispetto alla quale qualunque atto sarebbe stato giustificabile. O si superano questi limiti o i rapporti non si svilupperanno mai su un piano di democrazia e parità".

"Per difendere la democrazia non bisogna uscire dalla democrazia. Bisogna trovare collegamenti e coordinamenti adeguati fra i Paesi. Quando nascono equivoci ... Il nostro Paese è parte dell'Occidente - ha detto ancora Galloni - ma si sa benissimo che alcune cose in Italia non si possono fare".

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non ancora
by Pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 2:37 PM mail:

non mi sono ancora ridotto a meditare quel che dicono RaiNews24 o un rottame democristo come Galloni...e auguro pure a chi mi legge di avere cose migliori, più serie, più belle, cui volgere la mente

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Hey Pkrainer
by La verità ci fa male? Wednesday, Jul. 06, 2005 at 2:47 PM mail:

Permettimi di dire che sul rapimento Moro, qualche luogo oscuro esiste o no?

In un paese dotato di Gladio di p2 e altro le Br non potevano interessare?

Comunque è un dubbio e i dubbi si possono discutere...

Basta non fare i saccenti....

Che eri in via Fani Pk?

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pare...
by lettore Wednesday, Jul. 06, 2005 at 2:51 PM mail:


Che l'unico saccente sia proprio tu che vuoi discutere e
insulti, tu eri in via Fani?

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lettore-Marcos-squalo
by faina Wednesday, Jul. 06, 2005 at 3:04 PM mail:

che fai? Tenti di distogliere lo sguardo dai tuoi amici del Mossad? E' storia vecchia e tra gli "intelligenti" anche risaputa e Galloni ariva buon ultimo ma non capisco che ti rode.
Da discutere ce ne sarebbe ma non quì dove la gente come te è pagata per creare confusione e sviare i discorsi dall'obbiettivo.
Forse un giorno faremo i conti e tireremo le somme anche con i servi come te, per ora vai a rituffarti nella broda dei tuoi padroni.

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Ue faina
by Leo Wednesday, Jul. 06, 2005 at 3:22 PM mail:

Hai capito proprio male non sono nè squalo nè marcos.
D'altronde guarda il commento di Zeev un altro tipo marcos e lo squalo.
Dice esttamente quello che dici tu su Galloni e su l rapimento Moro.
Al postoi di darmi del prezzolato, pensa a quelli con cui condividi i post tipo quel fascio di zeev....
Pk da te ci aspettiamo di più.....

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amico di zeev
by non amico di zeev Wednesday, Jul. 06, 2005 at 3:24 PM mail:


Tratto dall'altro post su br moro cia.....
< Me ne sono ricordato proprio ora >

QUANDO SI DICE IL CULO! UNA NOTIZIA COSI' IMPORTANTE, COSI' FONDAMENTALE E LUI SE LA DIMENTICA PER 27 ANNI, PER POI, ALL'IMPROVVISO, RICORDARSELA. GALLONI, MA VA UN PO' A....

Ze'ev

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no
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 3:52 PM mail:

no, non ero in via Fani, stavo in carcere quel giorno, come parecchi giorni prima e molti altri dopo.
Ma nessuno che abbia attraversato quegli anni e abbia visto nascere e crescere e scoppiare e sgonfiarsi le BR, pensa che ci siano lati oscuri in quella vicenda. Di persone non infami e contemporanee ai fatti che abbiano creduto a queste bufale dei servizi segreti dietro la lotta armata, mi viene in mente solo Guy Debord. Comunque, sono pochissime. Ora, chiaro che a distanza di trent'anni uno può mescolare Gladio, P2, Br, Bertoli, Ordine Nuovo, tutto nello stesso fumetto. Ma non chi c'era, solo chi conosce le cose solo per come gliel'hanno volute raccontare.
Vedete, per uno che c'era risulta evidente che non c'era bisogno di fabbricare le organizzazioni armate a tavolino, per il semplice fatto che era pieno, ma proprio pieno di gente che non vedeva l'ora di crearle o di farne parte. In certi periodi c'era la fila per aderire. Se non lo sappiamo noi, quelli che come me, han cercato di opporsi a questa deriva!
Poi beninteso, in margine qualche spione forse c'èstato, pare ci sia stato, ma senza che questo possa modificare il quadro. Fra l'altro non si capisce in quale modo la Cia o il Mossad (o il KGB) avrebbero tratto giovamento dai gruppi armati. O avrebbero potuto credere di trarlo.
Mentre invece si capisce benissimo l'interesse che hanno i potenti di allora e di oggi nel far credere che le ribellioni, quelle sciagurate e fallimentari tipo le BR come quelle azzeccate e opportune tipo i Black Bloc, siano in realtà opera dei servizi. Che al monso esistono unicamente la vita quotidiana dei sottomessi e l'azione dei servizi, che la ribellione é uno spettacolo costruito per distrarci dalla realtà, che é fatta solo di obbedienza e di normalità

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una domanda en passant
by Mike Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:26 PM mail:

"non si capisce in quale modo la Cia o il Mossad (o il KGB) avrebbero tratto giovamento dai gruppi armati."

in carcere ti ci hanno messo perchè sei un coglione?

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-_._
by @@@ Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:29 PM mail:

Sarà ma non ce la vedo tanto bene Nadia Lioce in divisa del Mossad... un'altra uniforme magari si. Complimenti però a Galloni per il perfetto tempismo da tartaruga politica!

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MAH....
by vanni Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:46 PM mail:

Mah, in queste dichiarazioni di Giovanni Galloni 27 anni dopo i fatti c'e' veramente qualcosa di strano.

All'epoca negli stessi ambienti in cui gravitava Galloni, ad esempio, si ipotizzava che le B.R. fossero dirette dal Kgb sovietico.

Ne' e' credibile la storia che Galloni abbia voluto salvarsi la vita tacendo in tutti questi anni ; cose simili alle sue le hanno dette altri senza che nessuno gli ha nemmeno tirato un sasso e comunque quantomeno nel periodo dal 1988 ( omicidio Ruffini) al 1999 ( omicidio D'Antona) delle B.R. in Italia non c'e' stata traccia ; nemmeno in questi undici anni il buon Galloni si era ricordata la cosa ?

Aggiungiamo a tutto questo il fatto che un figliolo dello stesso Galloni, all' epoca animatore dell' assai ambiguo "Collettivo Geronimo" a Roma ed ora insigne economista in un ente statale, e' stato implicato a sua volta in questioni di lottarmatismo, anche se non nelle B.R.,e il quadro diventa ancora piu' torbido e strumentale.

Tra l' altro stiamo parlando dello stesso Prof. Nino Galloni, figlio dell' ex ministro Giovanni, che personaggi ambigui ( Saba, Pascucci ecc.) cercano da mesi di accreditare come teorico economico/politico proprio sulle pagine di Indymedia.

Insomma, una storia che puzza da ogni lato si cerchi di guardarla.




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confusione
by .... Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:47 PM mail:

___1) dire che tutta la storia delle Br ed in particolare la vicenda del rapimento Moro sia una faccenda limpida mi pare un pò azzardato.......


____2) nessuno ha detto che la Cia abbia formato le Br, si parla di infiltrazioni, è diverso.


____3) parlare di fallimento delle Br e successo dei BB ( a bocce ancora in gioco) mi pare fuori luogo


____4) negare che i nordamericani abbiano spinto e favorito l' eversione in italia rasenta il ridicolo, ....cosa stanno facendo in iraq......cosa hanno sempre fatto ovunque???
altra cosa è si si crede a favole su al zarqawi


___5) che galloni sia un idiota non ci piove



____6) che la lioce non sia nessuno anche

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chiarisco
by ...... Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:51 PM mail:

chiarisco il punto____3) la storia delle Br è conclusa, da anni....ormai.

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per pkrainer
by keoma Wednesday, Jul. 06, 2005 at 4:55 PM mail:

Con tutto il rispetto per pkrainer e con la totale condivisione di quanto dice sulle B.R. e sul lottarmatismo rispetto alle farneticazioni di Galloni, vorrei sapere come cazzo fa a considerare "cattive" le B.R. e "buoni" i black block ?

Per quanto mi riguarda - esclusa ogni ipotesi di manovra di qualsiasi "servizio" in tutti e due i casi - considero negativi per ogni ipotesi rivoluzionaria entrambi i fenomeni, ma come si fa a paragonare chi, nel bene e nel male, ha tenuto in scacco uno stato per svariati annetti e chi, se va bene una volta all' anno, sfascia qualche vetrina e poi sparisce di nuovo nel nulla ?

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,,,,,,,
by ....... Wednesday, Jul. 06, 2005 at 5:12 PM mail:

la verità sta emergendo e i servidel sistema tremano

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no, e la prova sei tu
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 5:49 PM mail:

chiede il povero Mike "in carcere ti ci hanno messo perchè sei un coglione? ". La risposta é: no, per rapina. Comunque, nessuno viene carcerato perché coglione, come prova il fatto che questo stesso Mike ha accesso a una tastiera, quindi sta in libertà.
Insisto: a parte che Cia e Mossad in Italia hanno sempre giocato due partite distinte, a quale dei loro obiettivi poteva giovare l'esistenza delle Brigate Rosse? e in quale modo le azioni reali storiche delle Brigate Rosse avrebbero fatto l'interesse di quei servizi o di quei paesi? quali effetti hanno prodotto le Brigate Rosse (o in genere il movimento armato), quali quei servizi potevano magari sperare di ottenere?
una cosa mi é venuta in mente: avete notato che nessuna persona decente che fosse attivo in quegli anni, da Primo Moroni a Oreste Scalzone, da Marco Melotti a Sergio Ghirardi, etc. etc. ha mai sostenuto la tesi delle OCC eterodirette? é una tesi sostenuta solo da giovani che le cose le hanno imparate sui libri sbagliati, o da testimoni falsi e infami, che erano falsi e infami fin d'allora. Più il caso di Franceschini, che lo sanno tutti che odia Moretti perché aveva votato contro la sua liberazione dal carcere.
E il caso già citato di Debord che non conosceva nessuno e ha cappellato miseramente

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hfh
by AK-47 Wednesday, Jul. 06, 2005 at 5:56 PM mail:

pkrainer ma vai a fare in culo su,
celerino del cazzo. e cmq è stato fulvio grimaldi a sostenere questa tesi, sapientino del cazzo

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vedi ak?
by lassa sta' Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:00 PM mail:

molla quel mattocchio di grimaldi, non ci hai gia fatyto abbastanza figure di merda?

guarda che è da prendere con le pinze, non ha tutti i venerdì e scrive odiando metà di quelli di cui parla

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mmm
by AK Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:06 PM mail:

che fai mazzetta, negli l'infiltrazione cia nelle Br?

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nnd
by AK Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:13 PM mail:

"BUCHI NERI" ALLE ORIGINI DELLA STORIA DELLE BR

di Roberto Bartali

Nel rileggere 18 anni di lotta armata in Italia ci si accorge che ogni tanto, qua e là, rimangono dei buchi neri nel terrorismo rosso, buchi coperti anche di segreti, spesso inconfessabili, di chi contro quella stagione di utopie rivoluzionarie e sanguinarie ha esercitato l'arma della repressione in nome dello stato. In questa direzione vanno le parole di Patrizio Peci, primo "pentito" delle Brigate rosse: "Lo stato allora [agli inizi dell'attività brigatista. NDR], poi non più, ti lasciava gli spazi per poter sperare nella vittoria […] lo stato poteva avere interesse a lasciare spazio alla lotta armata. Interessi velati, e magari contrapposti, ma certamente tesi a creare confusione. Altrimenti la lotta al terrorismo sarebbe stata più immediata e aspra. Ci avrebbero stroncato subito, come hanno fatto quando gli è parso il momento".

Analizzando la storia della folle epopea brigatista, ci si accorge che sono presenti con una certa costanza degli accadimenti "particolari", delle coincidenze strane, così prodigiosamente tempestive, da far supporre - pur nella scarsità di prove certe - degli interventi esterni ben mirati in una determinata direzione. Tutto il percorso evolutivo delle Br - tanto per fare un esempio - è caratterizzato, a cominciare dai suoi albori, dalla presenza di infiltrati di varia natura; ciò, se non fosse abbondantemente provato da riscontri e testimonianze, risulterebbe inoltre perfino facile da ipotizzare alla luce del fatto che forze di varia natura erano riuscite ad insinuarsi con successo già negli ambienti più "caldi" del periodo storico che della lotta armata fu un po' la culla: il '68.

LA CHAOS OPERATION

E' da considerare che già nell'estate 1967 la CIA aveva promosso la "Chaos Operation" per contrastare il movimento non violento e pacifista americano che si batteva per i diritti civili e contro la guerra del Vietnam. Quindi aveva deciso di estenderla su scala internazionale, in particolare in Europa, per contrastare anche il movimento studentesco-giovanile del vecchio continente, inquinandone gli assunti anti-autoritari e non violenti. L'operazione consisteva anche nell'infiltrazione, a scopo di provocazione, nei gruppi di estrema sinistra extraparlamentare (anarchici, trotzkisti, marxisti-leninisti, operaisti, maoisti, castristi) in Italia, Francia, Germania Occidentale con l'obbiettivo di accrescerne la pericolosità inducendo ad esasperare le tensioni politico-sociali con azioni aggressive, così da determinare un rifiuto dell'ideologia comunista e favorire spostamenti "a destra" (secondo la logica di "destabilizzare per stabilizzare").

In tale direzione - dunque una conferma di quanto detto - va anche un rapporto dedicato alla contestazione studentesca datato Febbraio 1971 e redatto in forma riservata proprio nell'ambito della "Operazione Chaos" dall'Ufficio Affari riservati del Viminale: "almeno all'origine si deve rilevare la spinta di qualche servizio segreto americano [alludendo alla CIA] che ha finanziato elementi estremisti in campo studentesco".

Un ulteriore dato interessante lo ritroviamo nella lettura del resoconto sulla riunione del coordinamento delle forze di polizia che si tenne a Colonia il 19 Gennaio 1973 e dedicata al problema dell'infiltrazione nei gruppi terroristici Br e RAF e nei gruppi della sinistra extraparlamentare. Risulta infatti evidente che l'intendimento dei vari servizi segreti non era quello di predisporre semplici confidenti o informatori ma anche veri e propri terroristi, in grado di arrivare al vertice del gruppo da infiltrare.

GLI INFILTRATI

Che fine ha fatto Francesco Marra?E che dire delle strane "premonizioni" avute dall'allora capo del SID, Miceli, nel 1974? Egli, interrogato innanzi al giudice tamburino nel settembre di quell'anno dichiarò con una inquietante lungimiranza: "Ora non sentirete più parlare di terrorismo nero, ora sentirete parlare soltanto di quegli altri" . Alla luce di ciò, non appare sconvolgente scoprire che le infiltrazioni all'interno delle Br cominciarono piuttosto presto.

La prima talpa di cui si hanno notizie certe fu Marco Pisetta; già compagno di Renato Curcio e di Mara Cagol alla libera università di Trento, grazie alla sua testimonianza (il suo memoriale, che sosterrà essergli stato ispirato direttamente da uomini dei servizi segreti, fornirà una prima e importante fonte, anche cronologica, di dati sulla nascita della Br) il 2 Maggio 1972 venne individuata la principale base milanese delle Br, in Via Boiardo, ed arrestato un primissimo nucleo di brigatisti. Ma all'interno delle Br i Carabinieri erano riusciti ad infiltrare un altro agente, ed anzi era stato proprio questo - nome di battaglia "Rocco" - a prelevare materialmente il giudice Sossi insieme ad Alfredo Bonavita per portarlo alla così detta "Prigione del Popolo".

Francesco Marra, questo il nome di battesimo di "Rocco", era un paracadutista addestratosi in Toscana e in Sardegna all'uso delle armi e con una sorta di specializzazione nella pratica delle "gambizzazioni" (della quale faranno ampio ricorso le Br nel corso degli anni) prima di entrare nelle Brigate Rosse; in seguito, a differenza di Pisetta, la doppia identità di Marra non è venuta alla luce, ed il suo nome è rimasto fuori da tutti i processi, stranamente coperto anche dal brigatista Alfredo Bonavita dopo il suo pentimento. Per sua stessa ammissione, Marra si era infiltrato nelle Br per conto del brigadiere Atzori, braccio destro del Generale dei Carabinieri Francesco Delfino. La cosa tra l'altro venne fuori attraverso la testimonianza di Alberto Franceschini; immediatamente Marra smentì categoricamente, minacciando querele.

IL CASO GIROTTO

Tra gli avvenimenti "strani" della vita delle Br è impossibile non menzionare anche l'infiltrazione da parte dei Carabinieri di Silvano Girotto, la terza infiltrazione all'interno del gruppo nei suoi primi quattro anni di vita, un'ulteriore defaillance della banda di Curcio e compagni.

Reso noto dai rotocalchi come "Frate Mitra", Girotto era un ex francescano con dei trascorsi - a dire il vero poco chiari - di guerrigliero in Bolivia ma che tra le forze extraparlamentari (Lotta Continua in primis) godeva di una fama di tutto rispetto, e che riuscì a far catturare in un sol colpo due capi storici delle Brigate Rosse del calibro di Alberto Franceschini e Renato Curcio, l'8 Giugno 1974. Come racconta lo stesso Franceschini "Frate mitra appena rientrato in Italia cercò subito di entrare in contatto con le Br [...] si fece precedere da alcune lettere dei dirigenti del Partito Comunista di Cuba in cui si attestava di essere addestrato alla guerriglia e vantò rapporti anche con i Tupamaros. La cosa non poteva non interessarci". Dopo alcuni tentennamenti i brigatisti si fecero convincere ad incontrare Girotto, e durante il terzo incontro, a Pinerolo, la trappola dei Carabinieri scattò inesorabile.

I lati oscuri riscontrabili in merito a questo arresto sono diversi: anzi tutto bisogna fare riferimento ad una telefonata ricevuta dalla moglie dell'avvocato - con note simpatie brigatiste - Arrigo Levati che mise in preallarme l'organizzazione sui rischi di quell'ultimo appuntamento. Da più parti, ivi compresi i diretti interessati, si ipotizza che gli autori di quella telefonata furono gli agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, da sempre interessato alle attività delle Br per via dell'instabilità che la loro azione terroristica avrebbe potuto portare ad un governo - quello italiano, appunto - che da tempo stava seguendo una linea in politica estera definibile come filo-araba. A confermare questa ipotesi ci sono i racconti degli stessi terroristi, (Moretti, Peci e Franceschini) i quali affermano che già nel 1974 il Mossad si era fatto vivo con l'organizzazione offrendo armi e denaro, in più, per rompere la loro iniziale diffidenza, gli posero - come si suole dire - su di un piatto d'argento l'indirizzo del nascondiglio del "traditore" Pisetta, che era stato portato dalla polizia italiana in Germania.

Alla luce di questi elementi non ritengo impossibile dare credito alla veridicità di questa ipotesi, una congettura che, tra le altre cose, è condivisa sia da Giorgio Bocca sia - però solo indirettamente - dal Generale Delfino, ma che non cambia l'interessante realtà delle cose: attorno alle Br ruotavano, fin dall'inizio, tutta una serie di interessi particolari, anche molto differenti tra loro. E' un fatto, comunque, che la telefonata di avvertimento ci fu veramente, e fu lo stesso Moretti ad essere incaricato di darsi da fare per cercare di rintracciare Curcio prima dell'appuntamento con Girotto; una ricerca che però si rivelò vana, come altrettanto vane e poco convincenti sono - a mio modesto parere - le spiegazioni fornite da Moretti per giustificare il suo fallimento in quella occasione. E poi, come ha scritto Franceschini, "Pur conoscendo ora e luogo dell'appuntamento arrivò con un'ora di ritardo, quando eravamo già stati arrestati". Come afferma sempre Franceschini: "Quella era la seconda volta che i servizi di sicurezza avrebbero potuto arrestare tutti i brigatisti e porre fine all'esperienza delle Br [...] noi avevamo concordato con Girotto di dare vita a una scuola di addestramento, da lui diretta, alla cascina Spiotta, dove nel giro di un mese tutti gli appartenenti all'organizzazione, un po' alla volta, avrebbero partecipato ad un breve corso di addestramento. Se chi lo aveva infiltrato avesse chiesto a Girotto di continuare a stare al gioco dopo un mese sarebbe stato in grado di far arrestare non solo me e Curcio, ma tutti i brigatisti. E il fatto che questo non sia avvenuto è la riprova che l'organizzazione delle Br poteva tornare comoda per qualcuno delle alte sfere dei servizi di sicurezza e del potere".

LA FIGURA DI MORETTI

Si deve fare menzione anche del vertice che i dirigenti delle Br avevano avuto giorni prima a Parma, una riunione durante la quale era stato deciso di estromettere Moretti dal "Comitato Esecutivo" per via dell'intransigenza dimostrata durante la trattativa per la liberazione di Sossi. Questa dato va tenuto presente allorché alcuni osservatori - e Sergio Flamigni tra tutti - ritengono che Mario Moretti non abbia volutamente rintracciato Curcio e Franceschini il giorno del loro arresto. L'ipotesi si accredita maggiormente se si considerano altre due "stranezze": prima di tutto il fatto che se i Carabinieri avessero aspettato solamente qualche ora in più sarebbero stati in grado di annientare tutta la dirigenza delle Brigate Rosse arrestando, appunto, anche Moretti. La seconda cosa bizzarra è che - nonostante durante le proprie esposizioni davanti alla "Commissione Moro" il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa abbia parlato chiaramente di foto scattate a tutti i brigatisti durante i primi incontri con Frate Mitra (e Moretti era presente al secondo di quegli incontri) - le foto segnaletiche su Moretti non comparvero mai al processo di Torino contro il "nucleo storico" delle Br, ed in più egli non sarà coinvolto in nessuna inchiesta giudiziaria prima del caso Moro.

Insomma, le sue foto segnaletiche erano note alle forze di polizia almeno quanto la sua identità, però - misteriosamente - non fecero la loro apparizione ufficiale se non molto più tardi. La conclusione cui si vuole arrivare è che per un motivo o per un altro le forze dell'ordine lasciarono volutamente in libertà Mario Moretti, in modo che egli potesse riorganizzare le Br a modo suo, seguendo cioè una logica di spietata "militarizzazione", base di partenza necessaria per una svolta sanguinaria del gruppo. Per correttezza vanno menzionate altre ipotesi plausibili circa il mancato avvertimento di Curcio da parte di Moretti: la prima va obbligatoriamente in contro a quanto raccontato dallo stesso Moretti, e secondo la quale lui avrebbe profuso il massimo impegno nella ricerca dei suoi compagni di avventura, ma solo il caso avrebbe influito negativamente sulla sua caccia. L'altra ipotesi possibile, in vero trascurata dagli altri osservatori, è che Moretti abbia di sua volontà evitato di avvertire della trappola il duo Franceschini-Curcio in virtù dell'estromissione dal Comitato Esecutivo impostagli nella riunione di Parma.

E' un'ipotesi che, volendo considerare anche l'aspetto umano della storia, collegando quindi il tutto al risentimento personale ed all'ambizione di Moretti, si pone a cavallo tra chi sostiene la completa mala fede del futuro leader del gruppo e chi invece si dice convinto delle sue buone intenzioni. In direzione opposta si va invece considerando un altro fatto. Nella riunione di Parma, infatti, erano state altre le cose interessanti al vaglio delle Br, e di ciò parla lo stesso Renato Curcio nel suo libro-intervista "A viso aperto". Raccontando la storia della sua prima cattura, Curcio dice che Mario Moretti, che doveva avvertirlo del pericolo che correva, "non ritiene necessario agire subito perché sa che io e Franceschini stiamo lavorando a un certo libricino in una casa di Parma e che da quel posto non mi sarei mosso fino a sabato notte o domenica mattina". Alla domanda di Scialoja "Di che libricino si trattava ?", Curcio risponde: "Avevamo compiuto un'incursione negli uffici milanesi di Edgardo Sogno impadronendoci di centinaia di lettere e elenchi di nomi di politici, diplomatici, militari, magistrati, ufficiali di polizia e dei carabinieri [insomma probabilmente tutta la rete delle adesioni al cosiddetto "Golpe bianco" preparato dall'ex partigiano liberale con l'appoggio degli americani. NDR]. Giudicavamo quel materiale esplosivo e lo volevamo raccogliere in un documento da rendere pubblico. Purtroppo avevamo tutto il malloppo con noi al momento dell'arresto e così anche quella documentazione preziosa finì in mano ai carabinieri. Qualche anno dopo, al processo di Torino, chiesi al presidente Barbaro di rendere noto il contenuto del fascicolo che si trovava nella mia macchina quando mi arrestarono e lui rispose imbarazzato: "Non si trova più" [...] Qualcuno deve averlo trafugato dagli archivi giudiziari".

Sarebbe interessante invece sapere qualcosa di più su quella sparizione. Anche in questo caso, l'intervento provvidenziale dell'infiltrato Girotto, oltre ad arrestare Franceschini e Curcio, servì a recuperare delle carte "imbarazzanti", dello stesso tipo di quelli contenuti nelle famose borse di Moro...? A questo punto un'altra supposizione nasce spontanea: l'arresto di Pinerolo da parte dei Carabinieri scattò in quanto essi sapevano della enorme pericolosità delle carte cadute in mano delle Br e dunque dovevano recuperarle in ogni modo? In questa ipotesi altri due scenari si aprono: col primo si considera che fu dunque merito di quell'arresto "urgentemente anticipato" se Moretti ed il resto delle Br si salvarono dalla cattura. Il secondo considera poi la sicurezza con la quale i Carabinieri, arrestando Curcio e Franceschini, agirono al fine di trovare - assieme a loro - i fogli in questione. In questo caso chi altro della Direzione Strategica - se non Moretti - era a conoscenza del fatto che quelle carte erano proprio in viaggio per Pinerolo (e dunque può aver fatto una "soffiata")?

Quella di Moretti è dunque una figura centrale nell'analisi del fenomeno Br, in primis perché ha vissuto quasi l'intera avventura del gruppo [girando impunemente per lo stivale durante il rapimento Moro nonostante fosse il nemico pubblico n°1, com'ebbe a dire lo stesso Generale Dalla Chiesa], poi perché a lui è legata la gestione del rapimento di Aldo Moro, apoteosi di quelle "coincidenze" particolari di cui adesso parleremo. E' da sottolineare come nel 1970 un gruppo fuoriuscito dal CPM (Collettivo Politico Metropolitano) e composto, oltre che da Moretti, da Corrado Simioni, Prospero Gallinari, Duccio Berio e Vanni Mulinaris, andò a creare una struttura "chiusa e sicura", superclandestina che potesse entrare in azione, come racconta Curcio: "…quando noi, approssimativi e disorganizzati, secondo le loro previsioni saremmo stati tutti catturati". Dopo poco tempo il gruppo (fatti salvi Moretti e Gallinari) si trasferì a Parigi dove, sotto la copertura della scuola di lingue Hyperion, agiva - secondo alcuni - come una vera centrale internazionale del terrorismo di sinistra. I contatti tra Moretti e il Superclan continuarono nel corso degli anni , ed è singolare sia il fatto che a gestire il rapimento Moro fu proprio il duo Moretti-Gallinari - lo stesso che rappresentò nel corso degli anni l'ala più militarista e sanguinaria delle Br - sia che la stessa scuola aprì un ufficio di rappresentanza a Roma poco prima del rapimento del leader DC per poi chiuderla immediatamente dopo, nell'estate del '78.

Sulla "questione Moretti" Franceschini parla chiaro: "Non ho sempre pensato che Moretti fosse una spia"; "La prima persona che mi ha detto questo è stato Renato [Cucio, NDR]. Era nel 1976 alle Carceri Nuove di Torino e Curcio era stato da poco arrestato per la seconda volta: Il dubbio era nato proprio dalla dinamica del suo arresto. Dai sospetti di Curcio ebbe origine un'inchiesta interna fatta da Lauro Azzolini e Franco Bonisoli, i quali aprirono un'istruttoria che non portò ad alcun risultato", ma un'altra inchiesta era già stata aperta "da Giorgio Semeria", che già dall'esterno aveva avuto il sospetto "che Mario fosse una spia per una serie di cose avvenute a Milano".

Franceschini racconta anche, che dopo il suo arresto (nel 1974), fu interrogato dal giudice Giancarlo Caselli che gli mostrò le foto degli incontri con frate Mitra "Le foto in cui c'ero io - dice Franceschini - e una foto con Moretti indicato con un cerchietto. Mi chiese se lo conoscevo e risposi di no. Lui si mise a ridere e mi disse: "Se non lo conosce, almeno si ponga il problema del perché l'operazione è stata fatta quando c'era lei e non quando c'era quella persona".

Riporto questa testimonianza perché trovo doveroso completare il quadro, ad ogni modo non è difficile ipotizzare che usando quelle parole il giudice Caselli avesse avuto in mente, in qual momento, altre mire. Resta comunque il dato di fatto che le foto scattate in quegli incontri dai Carabinieri di Dalla Chiesa e riguardanti Moretti non si sono più trovate.

Da citare infine una frase pronunciata dal Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa di fronte alla Commissione stragi: "…le Brigate rosse sono una cosa, le Brigate rosse più Moretti un'altra". Prima di passare oltre mi è sembrato quantomeno doveroso citare l'ex capo dell'ufficio "D" del SID Generale Maletti, ed in particolare una sua intervista rilasciata al settimanale Tempo nel giugno 1976 in merito alle Br: "Nell'estate del 1975 […] avemmo sentore di un tentativo di riorganizzazione e di rilancio […] sotto forma di un gruppo ancora più segreto e clandestino, e costituito da persone insospettabili, anche per censo e cultura e con programmi più cruenti […] questa nuova organizzazione partiva col proposito esplicito di sparare, anche se non ancora di uccidere […] arruolavano terroristi da tutte le parti, e i mandanti restavano nell'ombra, ma non direi che si potessero definire "di sinistra".

Roberto Bartali

Roberto Bartali (Erice (TP), 1972) vive e lavora a Siena. Si è laureato con lode in Scienze Politiche presso l'Università di Siena con una tesi sulle "Brigate rosse: partito comunista combattente". Nell'Ottobre del 1999 ha presentato la tesi ad una conferenza sugli anni '70 in Italia, tenutasi presso l'University of Bath (GBR). Attualmente è assistente universitario del Prof. Corner (ordinario di Storia dell'Europa).

Fonte:

http://www.misteriditalia.it
Approfondimenti:

Cronologia delle BR "storiche"

Le verità di Frate Mitra

I terroristi

La doppia vita di Roberto



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non proprio
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:14 PM mail:

non considero cattive le BR e neppure buoni i Black Bloc: li ho solo citati come esempi di calunniati come infiltrati. Fra i due fenomeni non c'é altro punto di confronto: ho fatto male ad accostarli, a ripensarci. Comunque, da una parte, abbiamo il fenomeno dei gruppi armati che non é, nel bene e nel male, ma unicamente nel male, e ha tenuto in scacco sì lo stato, ma con quali metodi e con quali fini? Cosa Nostra tiene in scacco lo stato meglio e da molto più tempo, pure che importanza ha questo fatto? La lotta armata per il comunismo era un fenomeno agonico di una lotta di classe giunta in un vicolo cieco, che aveva prodotto un surplus di militanti e di illusioni (che sono l'alimento del militante) in un momento in cui la carta della rivoluzione era già bruciata, per molti motivi. Il movimento di quei tempi aveva in Italia una forza imponente e nessuna prospettiva ragionevole: era molto dura prenderne atto e come molti si buttarono al corto circuito individuale dell'eroina, molti pensarono a una sorta di corto circuito sociale, di "prendere la storia per la gola e costringerla a darci quel che ci spettava". Ma la strumentazione teorica di questi gruppi e degli omologhi stranieri (si pensino alle cagate mostruose della RAF) era tale da rendere tutta l'impresa un tragico spettacolo. Forse il momento più assurdo fu toccato quando Gianfranco Faina fece lo sforzo di dare un senso teorico adeguato alla pratica lottarmatista, dando vita al più squinternato dei gruppi, Azione Rivoluzionaria, squinternato ma almeno non esplicitamente reazionario e neobolscevico.
I Black sono cosa differente: innanzi tutto non sono un'organizzazione, neppure antigerarchica; esistono in decine di paesi e agiscono molto più spesso che una volta l'anno. Solo che la loro azione quotidiana (che non ha in Italia il suo punto di maggiore rilevanza) non accade in quella tenuta e con quell'etichetta. Ma identici sono i criteri, i fini, i metodi, le persone, i contenuti.
Si tratta di una rete di persone che agiscono contro la vita quotidiana e le sue ricorrenze, uniti da affinità ed amicizia, per la liberazione umana. Lew loro violenze vestiti di nero, peraltro assai condivisibili, sono una briciola di tutto ciò che questi compagni, anche in Italia, fanno, ciascuno secondo i propri criteri.
Quindi, nel primo caso abbiamo dei militanti, perdipiù che miravano a fini ignobili (oltre che pazzeschi) tipo la creazione di un partito comunista destinato a prendere il potere; dall'altra abbiamo dei sovversivi internazionali che agiscono seconod criteri propri per praticare la libertà subito.
Beninteso, esistevano anche lottarmatisti simpatici e azioni brigatiste anche condivisibili, tipo la liquidazione dell'infame Guido Rossa o di guardie sordide tipo Cotugno o simili; e ci saranno di sicuro anche BB odiosi, fanatici, ideologici. E magari avranno fatto anche delle cazzate, anche se ora non me ne rammento. Ma insomma c'é una gran bella differenza!

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grimaldi
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:18 PM mail:

Avevo parlato di persone decenti quindi non di Grimaldi, e probabilmente neppure di uno che si firma con la sigla del kalashnikov.
Comunque: quali sarebbero gli infiltrati Cia? quando sarebbero entrati? quali azioni sarebbero state ispirate dalla Cia? quali vantaggi la Cia si riprometteva? quali ha ottenuto? come mai, oltre a illazioni di note carogne staliniste, non risulta nulla?

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e mazzetta
by lassalo sta Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:19 PM mail:

ti ha contagiato l'idiota che vedi mazzetta ovunque?

ma com'è la quantità dei messaggi prodotta è direttamente proporzionale alla coglionaggine dei postatori indyani?

ci avete mai fatto cado?

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pkrainer
by Mike Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:21 PM mail:

non ti offendere, la mia, è stata solo una provocazione.
nella prima frase del tuo commento esordisci con: "ero in carcere"
quasi a voler ammonire: "ho il certificato, posso parlare".

per quanto mi riguarda ho risposto, e ribadisco: echissenefrega.













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mm
by Ak Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:23 PM mail:

pkrainer, invece tu chi cazzo sei e che cazzo hai fatto,oltre a cianciaredi "chi non c'era non può parlare" e atteggiarti a gran saputone?

Azione Rivoluzionaria, squinternato ma almeno non esplicitamente reazionario e neobolscevico."""

tra l'altro il fatto che tu dia una connotazione negativa al termine neobolscevico,accostandolo addirittura alla reazione , chiarisce più di altro la tua opinione, sbirro.
oltre a dare dei pazzi a chi osa dubitare della Verità ufficiale ,da sempre arma dei difensori del sistema.
ridicole poi le tue domande:a chi avrebbe potuto giovare quella situazione?ma ndo vivi,sulla Luna?

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SVKA!
by AK Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:25 PM mail:

ha contagiato l'idiota che vedi mazzetta ovunque?

ma com'è la quantità dei messaggi prodotta è direttamente proporzionale alla coglionaggine dei postatori indyani?

ci avete mai fatto cado? ----

stai attento admin del cazzo che gli insulti si PAGANO

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ma da dove sbuchi?
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:40 PM mail:

sei un nipote di Pietro Secchia e Luigi Longo? merdaiolo infetto, nessuno che conosca la storia dà alla parola "bolscevico" significato diverso da quello che propongo io e che condividono tutti. Dove strisci, verme stalinista, che in nessun luogo gente del tuo stampo é ammessa, non dico rispettata?
a parte che non ho detto che chi non c'era non può parlare, ma che é giustificato se si é fatto imbonire da falsificatori e mestatori (tipo quel cazzone di Bartali), io sono Paolo Ranieri, ho fatto e faccio quel che potevo - assai meno di quel che mi sarebbe garbato ma non proprio pochissimo - e continuerò a farlo. Ho castigato nella mia vita un certo numero di stalinisti lerci: se vuoi la tua dose, passa a trovarmi. Non ti ho ancora veduto e già ti piango, contemplatore vigliacco.
E togliti quel nome: tu, a raffica spari solo cazzate, o al massimo scoregge

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da dove sbuchi?
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:41 PM mail:

sei un nipote di Pietro Secchia e Luigi Longo? merdaiolo infetto, nessuno che conosca la storia dà alla parola "bolscevico" significato diverso da quello che propongo io e che condividono tutti. Dove strisci, verme stalinista, che in nessun luogo gente del tuo stampo é ammessa, non dico rispettata?
a parte che non ho detto che chi non c'era non può parlare, ma che é giustificato se si é fatto imbonire da falsificatori e mestatori (tipo quel cazzone di Bartali), io sono Paolo Ranieri, ho fatto e faccio quel che potevo - assai meno di quel che mi sarebbe garbato ma non proprio pochissimo - e continuerò a farlo. Ho castigato nella mia vita un certo numero di stalinisti lerci: se vuoi la tua dose, passa a trovarmi. Non ti ho ancora veduto e già ti piango, contemplatore vigliacco.
E togliti quel nome: tu, a raffica spari solo cazzate, o al massimo scoregge

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non era un mistero
by castruccio castracani Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:44 PM mail:

vecchio post da rileggere








Spunta la Stella di David dietro la figura ambigua di Moretti
by Child Thursday, Sep. 02, 2004 at 11:11 PM mail:



Un’analisi del recente libro di un grande saggista politico, Sergio Flamigni, sui retroscena incredibili del Caso Moro. Il ruolo del Mossad e del Sisde nell’appoggio alle Brigate Rosse dall’esterno. Rapporti fra Cia e P2 nel finanziamento del terrorismo negli Anni Settanta.



Introduzione

Nei miei precedenti scritti su Indy attorno all’argomento del Br ho badato che fosse ben chiara una tesi, quella del ruolo principale avuto dalla Cia nella preparazione del delitto ai danni del nostro grande statista e della sostanziale collaborazione da parte del Kgb in funzione yaltista. E in tale convinzione ho fatto in modo da illustrare il parallelismo fra il Caso Mattei e il Caso Moro. Non solo, ho anche messo in luce certe analogie coll’Attentato di Dallas. Senza però sapere o comprendere appieno una cosa: il ruolo del sionismo, con finalità antislamiche, in tutto ciò. Ne faccio ammenda oggi, dopo la lettura del bel saggio di un grande politologo, il Flamigni. Ho anche sospettato, sulla corta di ‘Op’ e del Pecorelli che l’Ambasciata Cecoslovacca avesse avuto un compito di occultamento del rapito, ma non sapevo degli agganci delle Br con la Raf e del possibile coinvolgimento di terroristi tedeschi, legati in qualche modo al Mossad, nell’operazione criminale di Via Fani. Anche se avevo ipotizzato un collegamento simbolico fra P2 e Loggia Alpina, ossia coll’Ordine di Sion. In altre parole una triangolazione fra Gelli, Kissinger e Andreotti, con Cossiga a far da tramite in qualità di ministro degl’interni dell’agonizzante I Repubblica. Per una maggiore delucidazione dei fatti, desunti da ‘La sfinge della Brigate Rosse’, vedi dunque quanto segue. ( Rammento che sabato prossimo, alle 18 e 45 andrà in onda su SKY 1 il film di Renzo Martinelli “Piazza delle Cinque Lune”, su soggetto dell’ex-parlamentare comunista. )


1) Origini politiche dello pseudo-brigatista Moretti

Personalmente ho sempre dubitato della coerenza del brigatismo di Moretti, Curcio, Senzani ecc. Qualcuno mi criticò nell’autunno 2001 proprio qua sul sito, affermando che la mia tesi rispecchiava luoghi comuni, ma bastava informarsi meglio. Ebbene, ora sono assai più informato, ma non ho cambiato idea. Sono convinto che dietro le Br ( lo stesso discorso valeva per ‘Ordine Nuovo’, al fine di avvalorare la tesi del pericolo degli opposti estremismi ) vi fossero i servizi segreti nostrani e di altre nazioni in posizione di attesa, elargendo di quando in quando finanziamenti occulti. Fin dal 1978, subito dopo il rapimento Moro, un esponente di estrema destra di cui ovviamente non posso rivelare il nome per nessuna ragione ( aveva il babbo nell’esercito ) mi fece privatamente sapere che allora correva la voce che le Brigate Rosse fossero invero al servizio dei “bianchi” ( questa la definizione da lui utilizzata ). Una tesi che è stata poi splendidamente documentata ed approfondita dal flamigniin maniera mirabile, anche se devo onestamente rilevare che il Flamigni, pur bravo e coraggioso scrittore, detiene il vizio – purtroppo comune – di vedere nella Sinistra il Bene e nella Destra il Male. Ciononostante la tesi sostenuta dall’A. è condivisibile almeno in linea generale, diciamo a livello d’ipotesi investigativa. Ovviamente il giudizio politico dipende invece dalle proprie opinioni personali in materia.
Per la verità l’ex-senatore attinge anche ad informazioni dalla destra senza pregiudizio, com’è nel caso della Riv. ‘Op’ di Pecorelli e mostra come in una sezione dell’Msi di Padova vi fosse chi provò a dipanare la matassa degli strani collegamenti di quella sezione patavina del Movimento Sociale con certo brigatismo rosso. Tuttavia l’orizzonte in genere è quello filo-berlingueriano e anti-cossighiano. Condivido il secondo tipo d’atteggiamento, non il primo. Reputo viceversa Berlinguer altrettanto ambiguo del cugino e strettamente collegato colla Nato e la visione di un Nuovo Ordine Mondiale. Lo ha ricordato una volta persino Veltroni. Esiste un opuscolo sull’argomento, citato anche su Indy e da me ripreso in un mio articolo qualche ano fa. Volendo potrei rintracciarlo.
Il fatto citato c’introduce comunque direttamente all’interno dell’ambiguità politica morettiana. Il vero motivo della sortita delle Br a Padova, secondo la ricostruizione storica del Flamigni, fu il fatto che uno degli aderenti missini ( un ufficiale dei carabinieri, se non vado errato, cito a memoria ) aveva praticamente scoperto i rapporti occulti delle Brigate Rosse col sottobosco politico dell’Msi e gli organismi spionistici nazionali. Cosa che esigeva un pronto intervento del Moretti stesso & C., ufficialmente mascherato da spedizione “antifascista” ai danni del povero ufficiale iscritto nel partito che a quel tempo figurava come l’Estrema Destra.
Moretti veniva sospettato pure nell’ambito delle Br d’essere una spia. I sospetti provenivano infatti da Curcio, che in ogni caso presentava anche lui zone d’ombra nel proprio curriculum terroristico; da Semeria e talvolta da Franceschini, il più ingenuo e probabilmente idealista dei brigatisti. Non per nulla si fece in modo da eliminarlo di scena con l’arresto dopo la vicenda Sossi, “andata male” ossia con la liberazione dell’ostaggio, che invece Moretti avrebbe voluto eliminare. Così accadde per gli altri brigatisti con mire realmente teorico-rivoluzionarie, seppure ovviamente si trattasse d’un rivoluzionarismo sessantottino ovvero senza capo né coda. Come si dice in gergo, all’acqua di rose.


2) Il filo-americanismo di Sogno, Dotti e Cavallo

Uno dei personaggi-chiave di tutto il periodo antecedente al sequestro dell’on.Moro fu l’ex partigiano bianco Edgardo Sogno, uomo strettamente legato alla Cia. Teorizzò e praticò una difesa ad oltranza del sistema partitico liberale, che ostracizzando il pericolo comunista sconfinava ampiamente oltre i limiti della legalità. Additava il terrorismo, inclusa l’uccisione dei responsabili di patteggiamento con le forze comuniste ( per quanto il Pci nel ‘78 avesse già scelto di aderire alla Nato ), come uno dei mezzi operativi possibili onde compiere codesta pretesa opera di salvataggio delle nostre istituzioni.
A tal scopo di servì di due ex-comunisti quali Luigi Cavallo e Roberto Dotti e di altri ambigui figuri quale Corrado Alunni ( pupillo di Moretti ) e Corrado Simioni che in un modo o nell’altro facevano capo all’Hyperion di Parigi, sorta di centrale del terrorismo europeo eterodiretta. Chi vi fosse dietro a quell’apparente dotta società linguistica il Flamigni candidamente ce lo spiega. I maggiori servizi segreti internazionali all’unisono, tanto per cambiare.
Non sono d’accordo su una cosa, la definizione di “fascismo neogollista” in riferimento all’operazione condotta da Sogno. De Gaulle era un eroe della Resistenza francese, venerato persido da Massuud. De Gaulle non attuò la repressione sessantottina in Francia, fu costretto a farla per non subire il ricatto dell’Oas, lo ‘Stay Behind’ francese. Come Vinciguerra insegna. Ma fu tutto inutile, fu costretto a lasciare. E ora Chirac blandamente cerca di seguire le orme del suo predecessore e sappiamo tutti cosa gli tocca subire. Vedi i due giornalisti francesi, che non meno del nostro Baldoni erano in Iraq per non fare alcunché di male.
Quel ch’è interessante al contrario è il collegamento tracciato da Flamigni fra Sogno e Cefis, il piduista maggiormente responsabile della morte di Mattei; dopo l’assassinio del presidente marchigiano dell’Eni, vicenda opportunamente celata ed altresì depistata da parte di determinati organismi statali o parastatali, Eugenio Cefis ( l’esponente della <<razza padrona>> ) prese in mano di fatto l’industria italiana salendo sino ai vertici della nostra economia nazionale. Prima in qualità di presidente dell’Eni, ristrutturata <<ad usum delphini>> nei confronti delle ‘Sette Sorelle’; poi dell’Enimont, dopo l’unificazione fra Eni e Montedison. Sul tema vedi a mia cura MATTEI, l’ORO NERO, CEFIS E… MARGHERA, pubblicato ivi il 21-12-02. Gritti, braccio destro di Cefis, aveva contatti tanto col Sifar quanto col Cavallo.


3) Le due ali delle Brigate Rosse: il rivoluzionarismo post-resistenziale di Franceschini e il militarismo di Moretti

L’”Operazione Girasole”, magnificamente raccontata dal Flamigni, è un tipico esempio di come le cose andassero dalla parte dei brigatisti. Sostanzialmente Sossi “fu fatto rapire” poiché conosceva troppe faccende sporche. Nel senso che in qualità di magistrato aveva subito pressioni affinché nascondesse un traffico d’armi legato a dei politici e ad esponenti dell’esercito e della magistratura. Vien fatto il nome di Taviani e di altri. Dopo il rapimento, sossi si rese conto che vi era qualcuno all’interno dello Stato che voleva farlo stare zitto per sempre, ma non vi riusci per l’intercessione di Franceschini; il quale vanificò le aspettative del Moretti, pronto a ucciderlo senza ragione, contrariamente all’interesse reale in quel momento dell’organizazione brigatista. Ciò indipendentemente da un giudizio in merito. Sossi aveva paura di essere consegnato alle forze dell’ordine, temeva di fare una brutta fine e si fece travestire dalle Br per arrivare incolumo a casa proprio. Solo dopo essere tornato nella propria abitazione volle consegnarsi ad un corpo dello stato per accertamenti. Scelse guardacaso la Guardia di Finanza, secondo lui meno propensa a lasciarsi corrompere di altri corpi statali. Recenti dichiarazioni dell’interessato alla tivù suonano abbastanza diverse, per la verità, rispetto a quel che asserisce Flamigni; forse, però, Sossi ha messo una pietra sul passato e non vuole più avere grattacapi.
Sta di fatto che dopo la stagione dei rapimenti, decapitato il vertice idealista delle Brigate Rosse, è cominciata la stagione degli omicidi in serie. Il periodo sanguinario ha visto alla guida dell’organizazione clandestina non a caso il personaggio enigmatico Moretti, ossia colui che all’insdaputa di tutti sarà successivamentei l’uomo destinato ( probabilmente scelto ) ad uccidere di persona Aldo Moro. Benché la colpa sia stata data proditoriamente in un primo tempo ad altri, da Gallinari a Maccari. Qual è il motivo nascosto per cuio moretti fece tutto quel che ha fatto, cosa c’era dietro ad una figura politicamente così ambigua? Flamigni ha una tesi ben precisa in proposito.


4) Moretti e il Mossad

Moretti, familiarmente d’origine sarda, lavorava presso la Sit-Siemens a Milano e aveva frequentato in gioventù l’Università Cattolica nonché gli ambienti corrispondenti di centro-destra. Improvvisamente divenne un militante estremista di sinistra, con in odio pur sempre il Pci ( esattamente come aveva fatto da giovane ). Flamigni illustra in maniera inequivocabile le connessioni del personaggio coi marchesi Casati Stampa, possessori di quella villa di arcore che tramite l’avvocato Previti finirà nelle mani dell’attuale Presidente del Consiglio dopo il suicidio del marchese. Il nobile era difatti abituato ad assistere alle ‘performances’ erotiche della bella moglie con determinati giovani di belle speranze ( politiche ), fra i quali si sospetta abbia potuto avere una parte Moretti stesso. Un giorno qualcuno s’innamorò dell’avvenente signora e il marito, non sopportando l’affronto, gli sparò per gelosia. Uccise anche la moglie e si tirò in fine un colpo per gettare il silenzio sulla sua famiglia. Al di là della pietà che si possa avere per una tragedia come questa, che pure farà sorridere qualcuno, resta il fatto che i sunnominati marchesi furono i tutori e financo i finanziatori del movimentiamo brigatista di marca morettiana. Per capire il ruolo di tale casata quale promotrice indiretta del terrorismo occorre precisare che essa era solita frequentare la cd. ‘Nobiltà Nera’, d’origine veneziana e romana. La Nobiltà Nera, è risaputo, svolge un ruolo importantissimo nell’inieme di quelle organizzazioni in parte aristocratiche in parte borghesi impegnate a creare un Nuovo Ordine Globale. Si può quindi facilmente intuire il disegno stabilizzatore tracciato da parte dell’oligarchia conservatrice. Non che la cisti brigatista fossero stati loro a crearla, ma certamente fecero in modo che si sclerotizzasse sino a cancerizzazione completa. Attorno ai Casati Stampa di Soncino, devoti al Vaticano, e al cattofascista Moretti ruotavano in posizione intermedia tutte le figure succitate, indirettamente implicate nel sostegno occulto dal’esterno agli atti terroristici. Lo schema compartimentale, suggellante rapporti dall’alto verso il basso, era il seguente: a) Bergamasco ( senatore liberale, visceralmente anticomunista, che metterà la propria abitazione a disposizioni dei nascenti “Comitati di Resistenza Democratica” )/ Sogno ( piduista fondatore dei Crd ) > b) Dotti/Cavallo > c) Simioni ( possessore di una Maserati )/ Alunni ( confidente di Moretti e uomo di punta delle Br )> d) Moretti/ Senzani.
Un’altra delle figure intermedie, oltre a quelle già nominate era costituita da Duccio Berio, figlio d’un agente del Mossad.
Bisogna sapere che in quegli anni il Mossad era stato critico dapprima nei confronti della politica dei Kennedy, notoriamente antisionisti fin dalla II G.M., e parallelamente della corrente fanfaniana ( filoaraba ) della Dc. Moro in qualità di europeista aveva ripreso in pratica le idee antiamericane e filoarabe di Mattei e il leader pugliese era perciò malvisto negli ambienti filosionisti d’Oltreatlantico e d’Oltremanica. Nonché dal Mossad. Per questo motivo il servizio segreto israeliano aveva cercato d’imporre una destabilizzazione in territorio italiano, offrendo sostegni e finanze alle Brigate Rosse. le offerte furono in un primo tempo rifiutate, ma con l’avvento alla testa delle Br di Moretti le cose cambiarono. Essendo Moretti d’estrazione cattolica, non faticò a legarsi ai sionisti. Si spiega in tal modo perché mai una volta disegnò dopo un’azione terroristica lo Stemma di David anziché la stella a Cinque Punte brigatista. Lo strano comportamento pare sia stato stigmatizzato da parte di un altro brigatista. Moretti si scusò dicendo che si era sbagliato. Sbagliato? Sì, come quel brigatista che ha effigiato un Bafometto sulla porta del prof. Biagi, anziché il solito Pentagramma al diritto. Come sono ingenui gli uomini!
Altre illazioni su un Moretti filosionista potrebbero essere fatte pensando che nella Strage di Via Fani parteciparono alcuni individui ulteriori rispetto a quelli descritti nelle cronache dell’evento. Due di essi appartenevano probabilmente alla Raf, il movimento terroristico tedesco, avente relazioni attraverso suoi aderenti anch’esso col Mossad. Il testo del Flamigni descrive la possibile presenza di altri due ufficiali dei Servizi travestiti, ma non è ben chiaro se si tratta di un’ipotesi alternativa alla precedente o meno.
Dal che si può ipotizzare una combutta fra Mossad, Sisde e Cia per mezzo della P2. Indirettamente confermati dai legami dei proprietari degli appartamenti di Via Gradoli con l'Intelligence nostrana.


5) L’uccisione di Moro: particolari macabri

Asserisce Flamigni che le Brigate Rosse rappresentavano la copertura d’un organizzazione autonoma chiamata la “Ditta”, capeggiata da Simioni e vicina alla Nato e alla Cia. Infatti la segretaria di Simioni, Sabina Longhi, era una collaboratrice di Manlio Brusio, al tempo Segretario della N.A.T.O. Si spiega dunque la funzione di Moretti in dipendenza da Simioni, cioè dai poteri forti statunitensi.
Come ha evidenziato Flamigni i risultati autoptici hanno delineato un quadro relativo alla morte di moro ben diverso dalla storia raccontatataci dai protagonisti della macabra vicenda. Moro non morì all’istante, subì un’agonia di almeno un quarto d’ora. Moretti fece in modo che non sfuggisse all’esecuzione, nonostante la viva opposizione di Germano Maccari. Tutto era stato preparato all’uopo da tempo: la sentenza emanata da Sogno per i “traditori” doveva essere eseguita. Lo stesso sequestro di Sossi, imprigionato sulle colline del tortonese, era stato un preparativo, una prova prima del rapimento finale. Non a caso fu rapito Moro e non andreotti. La balla narrata da Morucci non sta in piedi, da parecchio tempo si voleva rapire il politico pugliese. Non fu una scelta dell’ultim’ora. La sentenza finale fu appositamente sanguinaria, come si trattasse d’uno sgarro nei confronti della Grande Mafia. In effetti era così. La Piccola Mafia è solo una briciola della Grande Mafia che governa oggi il mondo.


6) La difesa del brigatismo da parte dello Stato a scopo di mantenimento segreto dello ‘status quo’

Il terrorismo in Italia fu pilotato e alimentato, anziché combattuto. Per questo durò più a lungo che in altri paesi e anzi dura tuttora, confondendosi spesso ad arte con quello apparentemente filoislamico. In realtà filosionista per i risultati che produce. Colla sostituzione di Moretti e Senzani a Franceschini e Curcio, il brigatismo rosso prese una seconda direzione. Alle velleità rivoluzionarie si sostituì una pratica sanguinaria, volta agettare discredito su tutta l’estrema sinistra. Come sempre il terrorismo è in funzione di posizioni moderate. Anche a destra Ordine Nuovo ha svolto compiti analoghi. Sebbene abbia avuto fra i suoi fondatori una delle colonne intellettuali dell’estrema destra, Julius Evola, non ebbe una reale funzione di destra; ma si pone fin dall’inizio al servizio del centro politico, esattamente come le Br. Ciò che fra l’altro dimostra quanto poco capisse di politica Evola. Mi spiace rilevarlo, ma è la veità. Lo scrittore siciliano ebbe in altro campo, quello filosofico, i suoi meriti maggiori.
La strategia della tensione, benché abbia annoverato fra le sue fila degli esponenti di destra, era indirettamente orchestrata da chi clandestinamente tirava le fila del terrorismo. Ho già detto chi fosse e non è il caso di ripetere a uffa.


7) Omaggio a Flamigni

Onore a chi ha saputo ricostruire la vera storia politica dei nostri anni, sia pure attraverso un messaggio di parte! Non importa se gli studi e le investigazioni dello scrittore non hanno ottenuto il plauso di coloro che più contano in società. Il libro sicuramente non è stato scritto a quello scopo. E’ il caso quindi di rendere omaggio al coraggio e all’onestà intellettuale di Flamigni, un uomo che col suo coerente comportamento di certo ridà credito a questa nostra classe politica così pronta a dimenticare il passato in favore d’un futuro incerto, magari sotto egida Onu.


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,,,
by AK Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:46 PM mail:

ma chi è sto cojone?
sa tutto lui,questo uomo dalle certezze granitiche:
il termine bolscevico è usato nel senso che lo usa lui, e lo sanno tutti...
la storia delle Br è andata come dice lui,lo sanno tutti.e chi non lo sa o è un pazzo o è inaffidabile:lo dice lui.
guarda che ti stai candidando a peggior cojone del forum, topo in divisa. e le minacce lassale perde,già sei stato in carcere, ti denuncio e ci passi resto della tua vita di merda.
quanto al resto, uno stronzo che osa infamare i bolscevichi, ponendoli sullo stesso piano dei nazi,è chiaro cosa è, da che parte sta, che interesse ha...

ascolta bene pirla, io sono un bolscevico, come milinoi di altri..VIVA LENIN!

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x pkrainer
by * Wednesday, Jul. 06, 2005 at 6:50 PM mail:


Non dargli spago, è un TROLL.

AK sta per anticomunista, è già stato sgamato più e più volte.

Non c'è tempo, per perdere tempo, con idioti così.

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ma chi é?
by pkrainer Wednesday, Jul. 06, 2005 at 7:09 PM mail:

'sto Flamigni? il nome non mi riesce nuovo, ma lo si direbbe una testa di cazzo assoluta. Basti quella di Alunni, pupillo di Moretti, per cagarsi addosso dal ridere

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pagami questo
by leggi bene Wednesday, Jul. 06, 2005 at 7:20 PM mail:

PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!

prega la madonna dei coglioni che ti assista, ne hai bisogno

non sono mazzetta, non sono un admin, e tu sei solo un povero coglione che dello sbirro a gente che si è fatta il gabbio

fai schifo, che tu sia un compagno non lo crede nessuno, pezzo di paranoico

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Flamigni ....
by keoma Wednesday, Jul. 06, 2005 at 7:34 PM mail:

Flamigni e' un ex senatore del Pci, da alcuni anni molto legato a Franceschini, e da molti di piu' ideatore di trame di tutti i tipi che vedono insieme BR, Banda della Magliana, Cia, Kgb, Mossad, mafia e chi piu' ne ha piu' ne metta.

Tra l' altro e' stato ormai scaricato anche dai D.S. e scrive esclusivamente per le ambiguissime Edizioni Kaos.

Questo cialtrone, in un audizione parlamentare dove era interrogato Franco Piperno, chiese allo stesso Piperno ragione della sua antica amicizia per tale Giulio De Petra, un bancario che Flamigni indicava come uno dei brigatisti mai "pizzicati".

Piperno ebbe buon gioco nel far notare al coglione che Giulio De Petra era si' un ex militante di Potere Operaio e un suo stimato amico ma che soprattutto, in quel 1998 in cui avveniva l' audizione, era diventato un autorevole dirigente dei D.S., cioe' dello stesso partito di Flamigni !

E il coglione insistette fortemente sostenendo che si trattava di un caso di omonimia.

Omonimia che ovviamente non esisteva, il De Petra potoppino e, secondo Flamigni, brigatista che l' aveva fatta franca e il De Petra dirigente D.S. erano la stessa persona.

Pensa un po' che figura di merda, oltretutto in atti parlamentari ufficiali ! Ti credo che poi i D.S. non lo hanno piu' ricandidato ....

Eppure qualche coglione, presunto antagonista, continua a leggere i libelli che scrive con Franceschini e a dargli credito pure su queste pagine.

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