Contro il bio-terrorismo, il partito repubblicano USA propone un nuovo Manhattan Project, quello che porto' alla realizzazione della bomba di Hiroshima e che provoco' una cascata di innovazioni. Ma molta acqua e' passata sotto i ponti...
Il leader di maggiornanza del senato US Bill Frist, insieme a molti altri
colleghi,
ha proposto un nuovo "Progetto Manhattan" per combattere il bioterrorismo.
Per cercare di capire se ed in che termini l'idea sia buona, Norman
G. Anderson
e N. Leigh Anderson di
The Scientist ripercorrono brevemente la storia del progetto
originale.
Il progetto Manhattan aveva un chiaro obiettivo, per perseguire il quale
furono ingaggiati scienziati tecnicamente competenti, con accesso (e
budget) praticamente
illimitato a tutte le tecnologie conosciute e da scoprire, nessun
desiderio di profitto personale.
Nel dopoguerra, parte di questo ambiente sopravvisse, mantenendo la
collegialita' delle idee, che circolavano con poche restrizioni, a differenza di oggi.
Furono utilizzati proprio i risultati di alcuni dei laboratori derivati
dal progetto Manhattan, per dare vita ad un progetto del National Cancer
Institute.
Nei primi anni '60, partendo dalla convinzione che molti tumori che
colpivano l'uomo avessero origine virale, questo istituto lancio' una
campagna nazionale di ricerca, che portasse a produrre dei vaccini per la
popolazione statunitense, esattamente cio' che e' richiesto oggi per la
biodefense.
Il risultato fu la produzione e commercializzazione di vaccini per
l'influenza, sufficientemente sicuri per essere venduti nei supermercati.
Questa storia sembra suggerire che l'approccio alla biodefense tipo
Progetto Manhattan possa funzionare, almeno in teoria.
Ma le difficolta' per mettere in piedi tale progetto sono significative.
Attualmente le attivita' della biodefense sono amministrate in modo
piuttosto decentrato, essendo i responsabili sparsi tra almeno 12
agenzie, incaricati direttamente dal presidente ed approvati dal
senato; al
contrario di quanto avviene per la Missile Defense Agency, che ha un solo
capo, nominato dal segretario alla difesa, ed un budget molto piu' alto.
Inoltre, le limitazioni imposte dai brevetti impediscono il libero accesso
alle tecnologie necessarie.
A questo punto gli autori auspicano la nascita di una nuova, unica
agenzia, che scannerizzi l'intero pianeta per mappare tutti i virus che
attaccano l'uomo,
per permettere cosi' la creazione di vaccini che sarebbero l'unica difesa
ad una pandemia, od un attacco terroristico.
E' questa una buona soluzione? Come puo' un'agenzia che nasce oggi per
prevenire attacchi terroristici essere slegata dal sistema di brevetti
attualmente in uso?
Gli eventuali vaccini scoperti contro eventuali nuove infezioni su vasta
scala, sarebbero messi a disposizione della popolazione mondiale, o
assisteremmo a battaglie legali, col conseguente rallentamento della
produzione e distribuzione dei farmaci? Le ricerche sarebbero messe a
disposizione di altri laboratori per
accelerare la produzione ed abbassare i costi, in buona sostanza, per
risolvere il problema?
Come dicono gli autori stessi, la risposta e' no.
Oggigiorno le cose non vanno cosi'.
www.e-laser.org/htm/news.asp?idNews=479
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