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ALOJZIJE STEPINAC , DIFENSORE DELLA VITA
di Carlo Climati
Durante il suo recente viaggio in Croazia, Giovanni Paolo II ha beatificato Alojzije Stepinac (1898 - 1960), indimenticabile pioniere nella difesa dei diritti umani. Prima vescovo, e poi cardinale, Alojzije Stepinac è, senza ombra di dubbio, uno dei più affascinanti protagonisti del nostro secolo. Durante la seconda guerra mondiale salvò la vita di tantissimi Ebrei. Come vescovo croato, si oppose con fermezza alle limitazioni della libertà religiosa imposte dal regime di Tito. Per questa ragione fu ingiustamente processato e condannato dal tribunale comunista. I giornali ultimamente si sono molto occupati del Beato Stepinac, ricordando le sue battaglie per i diritti umani. Ma hanno dimenticato di citare un altro aspetto molto importante della personalità di Stepinac: il suo impegno in difesa dei bambini non ancora nati. Il vescovo croato fu un autentico difensore della vita, fin dall'attimo del concepimento. Seppe interpretare la difesa dei diritti umani in modo completo, scagliandosi spesso contro la piaga dell'aborto. E' quanto è emerso recentemente in un convegno che si è tenuto a Roma presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Nel corso dell'incontro, intitolato "Beato Alojzije Stepinac. Martire", sono stati evidenziati i differenti aspetti della personalità del vescovo croato, e del suo impegno in favore della Vita. Mons. Jurai Batelja, postulatore della causa di beatificazione e rettore del seminario minore di Zagabria, ha tracciato un profilo spirituale e pastorale del Cardinale. "Alojzije Stepinac - ha detto Mons. Batelja - si inserisce nel solco dei martiri della Chiesa. Lui stesso era perfettamente consapevole di questa dolorosa missione. Il giorno della sua ordinazione sacerdotale, un fiore rosso era stato posto sulla tavola di ognuno dei nuovi ordinati. Il Beato Stepinac commentò quel gesto d'amore con queste parole: 'Il fiore rosso è il segno del martirio'. Un martirio che sarebbe arrivato, anni dopo, con l'ingiusta condanna del tribunale di Tito". Mons. Batelja ha citato fatti storici che dimostrano il grande impegno del Beato Stepinac in favore della Vita. "Stepinac - ha aggiunto il postulatore - vide nel femminismo una trappola che avrebbe ricondotto la donna indietro nel tempo, ad uno stato di schiavitù. I peggiori frutti di una falsa interpretazione della complementarietà dei ruoli dell'uomo e della donna, per lui, erano l'aborto e il divorzio. Il Beato combattè contro questi mali fin dall'inizio del suo ministero come vescovo". In un sermone al congresso Eucaristico di Cazma, nel 1940, Stepinac dichiarò: 'Molti desiderano un futuro migliore per il proprio popolo e conoscono l'importanza della famiglia nella vita nazionale. Ma nello stesso tempo non esitano a gettare o lasciano che si getti con la parola e con la penna nel ludibrio la vita familiare, e che si lodi il libero amore e altre immoralità. Tutti sanno che chi pratica l'aborto diretto è un delinquente non inferiore a colui che uccide sulla strada un uomo innocente. E tuttavia molti pensano che i nuovi tempi permetteranno che anche in avvenire in Croazia si possa vivere con il massacro di innocenti creature". Un altro aspetto importante, emerso nel corso del convegno tenuto presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, è quello dell'amore per la famiglia. "Il vescovo croato - ha detto Mons. Batelja - non aveva paura di dire che le famiglie con molti figli sono, in se stesse, un bene". Non a caso, nel dicembre 1940, Stepinac dichiarò: "Senza figli numerosi e onesti non ci saranno nè molti onesti individui, nè famiglie. E senza numerose ed oneste famiglie non ci sarà neppure un popolo numeroso, forte e sano, capace di sopravvivere". Durante il periodo delle persecuzioni razziali, Stepinac salvò la vita di moltissimi Ebrei. Tra le testimonianze citate da Mons. Batelja durante il convegno, spicca quella di Amyel Shomrony, segretario del capo rabbino di Zagabria durante la seconda guerra mondiale, che ha dichiarato: "Durante i quattro anni dell'occupazione nazista, l'Arcivescovo Stepinac aiutava e proteggeva gli Ebrei in diversi modi. Salvò la vita di persone che, altrimenti, sarebbero cadute come vittime della politica antisemita, della persecuzione e dello sterminio promossi dai nazisti e dai loro aiutanti. L'Arcivescovo aiutò gli Ebrei offrendo loro un nascondiglio sicuro e protezione nella sua residenza ufficiale a Zagabria. Diede un aiuto materiale agli anziani nella casa del pensionato 'Lavoslav Schwartz' a Zagabria, che aveva sistemato sul suo podere a Brezovica presso Zagabria (8 dicembre 1943) , offrendo loro protezione sino alla fine della guerra. Grazie alle iniziative del Cardinale Stepinac, gli abitanti di questa casa furono protetti dal furore dei nazisti fino alla liberazione avvenuta l'8 maggio 1945. Così sono sopravvissute 52 persone. Un esempio raro, se non unico, nell'Europa occupata dai nazisti". La battaglia del Beato Stepinac per i diritti umani fu, dunque, completa ed incessante. Il Cardinale seppe "riconoscere" e difendere l'uomo in tutti i momenti della sua esistenza: dal concepimento alla morte naturale. La sua storia e il suo impegno per il diritto alla vita rappresentano un importante esempio per ognuno di noi.
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