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Bologna: per il Riesame, FAi (informale) non esiste, non provate le accuse agli anarchici.
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mazzetta Friday, Aug. 26, 2005 at 10:47 AM |
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Il riesame distribuisce equamente badilate nei denti a Gip, Pm e Digos
Ricordate i 7 anarchici fatti arrestare dall'indagine bolognese sulla FAI (Federazione anarchica informale)?
Secondo il Tribunale del riesame che li scarcerò due mesi fa (due di loro sono ancora in carcere per un'analoga inchiesta romana), non vi sono elementi a loro carico.
Non solo, secondo i 3 giudici che hanno vergato le motivazioni, Liviana Gobbi, Anna Travia e Mery De Luca, le indagini della Digos contrastano con i rilievi dei Ros e tutto l'impianto accusatorio non è dimostrato, ne dimostrabile.
Male che gli inquirenti abbiano proceduto sulla base di intercettazioni già acquisite per un vecchia indagine, poi archiviata; male che le stesse non esistano più in quanto "smagnetizzate".
Male l'esame comparato che legava il volantino "Fuoco agli avvoltoi", con testi della "Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)", definito inconsistente e che secondo i magistrati non consentirebbe affatto di concludere che tra i documenti vi siano analogie in grado di attribuirne la paternità alla stessa "mano".
Ancora più grave che, a carico di uno degli indagati, sia stata assunta come prova del legame con gli attentati, una segnalazione dei carabinieri, dalla quale risultava presente a Bologna nelle ore di uno degli attentati; grave perchè la segnalazione rilevava che l'accusato era in stato di palese ubriachezza, circostanza giudicata poi poco compatibile con un terrorista in azione, ma trascurata da chi ha costruito le accuse.
"Violazione dei diritti della difesa" (vorrà dire che si sono inventati le accuse?), "Il quadro indiziario resta ben lontano dallo standard normativo che legittimi l'emissione di una misura cautelare"; questi i virgolettati che ci dicono come gli anarchici accusati siano stati arrestati senza prove, se non quelle fai-da-te e un pò raffazzonate che la volontà persecutoria è riuscita ad arrangiare.
Di più: secondo i magistrati la FAI (informale) non esiste, o meglio: non è stata prodotta alcuna prova reale della sua esistenza, con questo assestando un duro colpo alle altre audaci indagini sul territorio nazionale.
Al tempo degli arresti la Procura bolognese aveva intrapreso un "poderosa" operazione investigativa, ma i giudici del riesame dicono che da nessuna delle numerosissime intercettazioni, telefoniche ed ambientali emerge alcun profilo di reato o di partecipazione all'invio degli ordigni per posta o alla fantomatica organizzazione anarchica.
Ricordiamo che tra i provvedimenti tesi ad incastrare i "terroristi anarchici" vi fu anche il sequestro dei server di Indymedia commissionato all'Fbi e l'acquisizione delle copie delle memorie di http://www.ecn.org ed altri siti con migliaia di utenti, con gravi infrazioni ai diritti di privacy di migliaia di persone: dalle infrazioni alla legge che tutela la riservatezza delle comunicazioni postali di persone neanche indagate, fino alla violazione del segreto garantito a quegli avvocati che su tali server conservavano gli elementi raccolti nel corso di importanti processi, come quelli relativi ai giorni del G8 di Genova; gli stessi processi che stanno dimostrando analoghi comportamenti da parte dei tutori dell'ordine, e una diffusa tendenza a non rispettare la legge da parte dell'apparato repressivo, nonchè la coazione a ripetere nel fabbricare false accuse, per finire poi sbugiardati nei tribunali.
L'unico dato rilevabile dalle indagini è che gli indagati sono anarchici; ma questo nel nostro paese non è reato, e per avere conferma di questo dato bastava chiederlo agli interessati, non essendo certo un segreto, per disvelare il quale fossero necessarie tante indagini.
Ancora una volta la legalità è infranta dagli investigatori, alla spasmodica ricerca di pretesti per colpire chi dissente e fare bella figura a poco prezzo.
Ancora una volta, come per i casi di "eversione" la fantomatica legalità è dalla parte degli accusati.
Ancora una volta la notizia del ribaltamento delle ipotesi accusatorie meriterà poco più che un richiamo distratto in cronaca, e nessuno di quanti si erano pronunciati,per accusare pubblicamente i capri espiatori (con espressioni spesso da querela)si scuserà.
Non il sindaco, dalla parte della legalità illegale, non i partiti della sinistra troppo preoccupati del "centro" per occuparsi di chi paga il prezzo di accuse infondate, ma trovandosi alla loro sinistra deve morire nell'indifferenza; così come insegnano le regole della comunicazione applicate al vetero-stalinismo.
A nessuno tra queste vittime verrà chiesto scusa, solo qualche mini-partito esprimerà loro solidarietà; neanche ora che la farsa emerge nella sua chiarezza; e, alla prossima occasione, alla prossima tornata di arresti fondati sul nulla, ci sarà comunque la corsa alle dichiarazioni da sceriffo padano.
Ancora una volta si dimostra che gli -Illegali- siedono nei Palazzi; nelle strade ci sono solo vittime e sfruttati di un sistema che è quanto di più lontano sia previsto dalla nostra stessa Costituzione.
Potrà sembrare incredibile a chi legga solo i giornali o segua le televisioni, ma la quasi totalità dei fermati per "terrorismo" o "eversione" negli ultimi anni, siano italiani o immigrati stranieri, sono poi risultati estranei agli addebiti; parrà strano ma la maggior parte delle accuse si fondava su "fantasiose interpretazioni" del diritto o su prove false o manomesse.
Parrà strano, ma Bologna è in testa a questa particolare classifica della fantasia e dell'intraprendenza inquirente, a parte il procedimento contro le Br, tutte le accuse ad altri fantomatici "eversori" non hanno retto al vaglio delle istanze di controllo, rivelando in definitiva come a Bologna esista una vera e propria "fabbrica" di accuse infondate.
Una situazione insopportabile che meriterebbe ben più di una ispezione e prese di posizione durissime da parte di tutti i garantisti, ma che per il momento non avrà conseguenze se non sull'amor proprio di quanti si sono visti smentiti.
Ancora una volta non resta che esprimere solidarietà alle vittime di queste macchinazioni e prendere nota del fatto che chi infrange le leggi è arruolato tra coloro i quali sono chiamati a farle rispettare, e non tra chi le contesta a viso aperto nelle strade, nelle piazze e negli spazi di comunicazione collettiva.
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La sigla FAI
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due Friday, Aug. 26, 2005 at 10:56 AM |
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Sarà una coincidenza, ma la sigla FAI era quella utilizzata dai fascisti nel dopoguerra e indicava il Fronte Antibolscevico Italiano.
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan4l24.htm
<<Dal punto di vista politico i fascisti, almeno a partire dall’inizio del ’46, si riorganizzarono in diverse formazioni armate: AIL (Armata Italiana di Liberazione), ECA (Esercito Clandestino Anticomunista), FAI (Fronte Antibolscevico Italiano), SAM (Squadre d’Azione Mussolini), mentre altri militavano nell’Uomo Qualunque di Giannini. Finché nel dicembre ’46 verrà fondato il Movimento Sociale Italiano: un partito neofascista legale nonostante la presenza di norme costituzionali che lo vieterebbero.>>
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un particolare in più
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mazzetta Friday, Aug. 26, 2005 at 11:22 AM |
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Il carcere bolognese della Dozza, secondo l'ultima ispezione, risulta ospitare il doppio dei detenuti previsti dalla legge per tale struttura.
Anche questa illegalità verso centinaia di esseri umani, e i loro più elementari diritti, non trova sanzioni o rimedi. Ogni ispezione rileva un numero maggiore di ospiti e condizioni operative sempre più vicine al collasso, ma nessuno dice niente di più di 2 parole di circostanza o fa alcunchè.
I diritti, per i cittadini di serie B non esistono, mentre per proteggere i potenti si fanno e disfano le leggi, per la gente comune non vi è alcuna tutela se non quella dell'ultimo giudice con un pò di coscienza.
In questo quadro emerge l'urgenza di una amnistia per i reati comuni, quanti partiti la includeranno nei loro programmi?
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Per due....
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(A) Friday, Aug. 26, 2005 at 12:09 PM |
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FAI è anche il Fondo per l'Ambiente Italiano, la Federazione Areonautica internazionale, la Federazione Autotrasportatori Italiana, la Football Association of Ireland, la Futon Association International, il Franciscan Archaeological Institute......e molto altro.
...e quindi?
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anarchist support
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Direct Action Friday, Aug. 26, 2005 at 1:08 PM |
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Gli anarchici arrestati non stavano aspettando la grazia divina della "giustizia", non gioiscono se dei giudici, magistrati, avvocati o pm danno loro la libertà... La libertà non ce la deve dare nessuno, è costante, immortale e sempre presente nella nostra testa... è la vita. ce la dobbiamo riprendere noi!
Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti... Ne trattative ne ringraziamenti... ne gabbie ne galere Viva l'anarchia!
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altri particolari
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mazzetta Friday, Aug. 26, 2005 at 1:24 PM |
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NON è stata ritenuta provata la partecipazione di alcuno degli indagati ad alcune rapine (accuse allegate nel mucchio)
NON è stato rilevato alcun profilo eversivo nei materiali di Croce Nera Anarchica che avevano portato all'acquisizione dei databse di Ecn.org
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y Friday, Aug. 26, 2005 at 8:01 PM |
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Pur lodevole il garantismo (ma chi subito scrisse cose analoghe qui fu subito hidden) non fa vedere il fatto che sono stati i carabinieri a mettere i bastoni tra le ruote alla geniale inchiesta. A qualche giorno dagli arresti, venne fuori una nota, mi pare addirittura del RIS, che ‘scagionava’ gli anarchici. Curioso, no? Un modo per dire quello che non si può dire? Che nella città della Uno bianca alcuni episodi potrebbero non essere ciò che sembrano...
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Il Riesame scagiona gli anarchici
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il Resto del Carlino Wednesday, Aug. 31, 2005 at 12:18 AM |
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da ilRestodelCarlino.it
Terrorismo 'Il Fai non è mai esistito' Il Riesame scagiona gli anarchici http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/bologna:5384588:/2005/08/25:
Bologna, 25 agosto 2005 - Sette anarchici finirono in carcere il 26 maggio scorso con l'accusa (fra le altre) di far parte di un'associazione sovversiva, la Federazione anarchica informale (Fai), che per i giudici del Tribunale del Riesame di Bologna, però, potrebbe non essere mai esistita o nascondere altre persone: 'Nonostante la poderosa attività investigativa - hanno scritto i giudici nelle motivazioni alla base della scarcerazione dello scorso 6 giugno - non è in realtà dato sapere se detta struttura abbia effettivamente preso vita, nè chi, eventualmente, si celi dietro a essa oalle sigle federate'. Quelle che, dal luglio 2001, rivendicarono i plichi esplosivi che colpirono forze dell'ordine e istituzioni europee.
In ogni caso, il Riesame (presidente Liviana Gobbi, giudici Mery De Luca e Anna Travia) ha radicalmente cancellato l'accusa di associazione con finalità di eversione dell'ordine democratico: 'Il quadro indiziario, totalmente carente laddove cerca di dar conto della costituzione del sodalizio criminoso tra gli indagati, si impoverisce ulteriormente laddove si tenta di dare sostegno indiziario al delitto associativo attraverso gli elementi raccolti a riprova dei reati-fine', cioe' l'invio di plichi esplosivi e attentati incendiari.
Per questo igiudici ordinarono la scarcerazione di Lucia Rippa, Elsa Caroli, Mattia Bertoni, Tirteo Tavernese, Marco Bisesti, Danilo Cremonese eValentina Speziali (questi ultimi due restarono in carcere per un'inchiesta della Procura di Roma), difesi dagli avv.Desi Bruno, Guglielmo Giuliano, Danilo Camplese, Donatella Iannelli e Caterina Calia.
In 50 pagine di motivazioni l'inchiesta del pool antiterrorismo della Procura di Bologna e la conseguente ordinanza del Gip vengono stigmatizzate punto per punto, 'pur dovendosi apprezzare la mole dei dati raccolti e lo sforzo investigativo profuso. L'accusa, secondo il Riesame, ha pure 'violato il diritto di difesa', utilizzando intercettazioni telefoniche - qui bollate come 'inutilizzabili' - di una precedente indagine (archiviata dal Gip) e le cui bobine erano state già 'smagnetizzate', e che 'non possono essere in alcun modo surrogate dall'acquisizione dei relativi verbali'.
Secondo quelle intercettazioni fu la mano degli indagati a scrivere il volantino anarchico 'A fuoco gli avvoltoi', diffuso a Bologna fra il 28 e il 29 giugno, fondamentale nell'impianto accusatorio. Ma, stigmatizza il Riesame, anche violare la procedura penale non sarebbe bastato: 'L'esame comparato fra detto documento e i volantini di rivendicazione dei fatti reato del luglio 2001 a firma 'Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)' - poi confluita nella Fai, ndr - non consente affatto l'emersione di analogie così palesi e significative tali da poter concludere che i due scritti siano opera degli stessi soggetti'.
Scricchiola anche la certezza della presenza a Bologna di alcuni indagati nei giorni e negli orari indicati per preparare gli attentati: 'Nell'occasione - cita per esempio l'ordinanza del Riesame - Tavernese veniva segnalato da una pattuglia dei carabinieri perchè in stato di ubriachezza... Poco plausibile' vista 'la pericolosità dell'azione' che avrebbe dovuto compiere.
Piuttosto dalle indagini 'emerge un'altra realtà, ossia la radicalizzazione delle posizioni di Cremonese e di Speziale, posizioni' però 'condivise non già con altri indagati dell'area bolognese, bensì con altri soggetti ed altri esponenti anarchici gravitanti su Roma e Viterbo'. Ma questo, riguarda laProcura di Roma.
ilrestodelcarlino.quotidiano.net
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