Preoccupata denuncia del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria: "Nelle galere italiane ci sono settemila detenuti musulmani che stanno convincendo gli italiani a convertirsi all'Islam. Sfruttano la frustrazione dei nostri connazionali".
Carceri italiane a rischio fondamentalismo islamico? Sì secondo il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), che denuncia: nelle sovraffollate galere del nostro Paese sono settemila i detenuti musulmani che potrebbero fare proselitismo anche nei confronti degli italiani. ''Da tempo - spiega in una nota il segretario generale aggiunto del sindacato, Roberto Martinelli - rappresentiamo le nostre preoccupazioni circa le recenti conversioni, in carcere, di detenuti italiani all'Islam. Per molti diseredati, che a causa delle loro azioni sono stati puniti dalla societa' in cui vivono e sono nati, puo' risultare atto di emenda abbracciare un nuovo credo''. In questo modo, aggiunge, ''ogni diseredato ben indottrinato puo' facilmente autoassolversi per il proprio essere deviante per il solo fatto di vedersi riconosciuto un 'ruolo' all'interno della nuova societa' in cui entra abbracciandone il credo e lottando per Allah. E' gia' accaduto nel passato: un pregiudicato siciliano, convertitosi all'Islam in carcere dov'era detenuto per reati minori, fece esplodere due bombole di gas nel metro' di Milano (11 maggio 2002) e nei templi della Concordia di Agrigento (5 novembre 2001)''
''I nostri istituti di pena - spiega Martinelli - ospitano una popolazione detenuta di origine extracomunitaria estremamente vasta, variegata, rabbiosa e soprattutto sconosciuta. Di pochi di questi detenuti conosciamo i reali collegamenti con l'esterno: non solo, ma questi soggetti fanno della comune situazione di detenzione un valido strumento di predicazione verso i soggetti più deboli e diseredati ristretti con loro''. ''Gli ultimi dati forniti dal Dap - sottolinea il Sappe - quantificano in circa settemila i detenuti islamici presenti nelle nostre galere, per lo piu' marocchini, tunisini, albanesi, etc. La maggior parte si trova negli istituti di pena della Lombardia, del Piemonte, dell'Emilia Romagna, della Liguria e della Toscana. In tale contesto la cella e' diventata il luogo in cui, sempre piu' spesso, piccoli criminali vengono tentati da membri di organizzazione terroristiche detenuti. Del resto, gia' nel nostro recente passato le Brigate Rosse avevano inteso le carceri quali luoghi di lotta e proselitismo. Analogo stratagemma viene oggi messo in atto dagli esponenti del terrorismo islamico, i quali cercano cosi' di mimetizzare la propria attivita' infiltrando propri adepti fedeli e non sospetti, in quanto occidentali''.
La situazione sembra dunque delicata. Non a caso il Sappe ha anche inviato una lettera aperta al governo e al Parlamento per sottolineare le esigenze della Polizia penitenziaria e per comunicare l'organizzazione di un sit-in permanente, i primi di settembre, davanti al ministero della Funzione Pubblica. La protesta mira ad ottenere l'assunzione di un maggior numero di agenti. Tra le "necessità" evidenziate nella lettera, spedita anche al ministro della Funzione pubblica Baccini, ci sono l'emanazione di "un provvedimento correttivo o integrativo della legge Finanziaria che scongiuri l'interruzione dal servizio ed il conseguente licenziamento degli agenti ausiliari del Corpo di Polizia Penitenziaria attualmente in servizio (500 unita' circa)''; l'apertura di un tavolo politico presso il ministero della Giustizia per la modifica del decreto che recepisce le piante organiche del corpo di Polizia Penitenziaria, ''non rispondente alle realta' operative"; ''l'immediata riapertura del tavolo per le trattative per la cosiddetta coda contrattuale''. E ancora: ''Abbiamo chiesto un impegno - aggiunge il sindacato - per sostenere e favorire l'iter della legge delega al Governo per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di Polizia, oltre alla non piu' rinviabile e piu' efficiente rimodulazione e/o separazione del Comparto sicurezza da quello della Difesa nonche', in sede di stesura della Finanziaria 2006, l'impegno concreto in seno al Consiglio dei Ministri affinche' gli oneri di spesa per il rinnovo contrattuale delle Forze di Polizia e per la parte accessoria siano incrementati"''.
Il Sappe, infine, nel preannunciare un sit-in permanente di protesta, a partire da settembre, davanti a Palazzo Vidoni, e' critico nei confronti del ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, per l'esiguo numero di unita' (''solamente 180'') di personale di Polizia penitenziaria, su un totale di 2.971 nel settore della sicurezza, assunte a tempo indeterminato ''nonostante la gravissima carenza di baschi azzurri, specie nelle carceri del Nord Italia''.
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