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La Banca d’Italia e l’oro nascosto all’estero.
by Marco Saba Friday, Sep. 09, 2005 at 11:05 AM mail: Osservatorio sulla Criminalità Organizzata di Ginevra

Sperando di contribuire a far chiarezza sui recenti avvenimenti alla Banca d'Italia invio un mio articolo uscito su ITALIA SOCIALE - IL SETTIMANALE DEL SOCIALISMO NAZIONALE a cui va tutta la mia riconoscenza. Marco Saba

La Banca d’Italia e l’oro nascosto all’estero.

E intanto l’ABI s’indigna a tutela dell’usura

Una recente polemica su internet riguardante la questione degli swap sull’oro, rintracciabile nel sito dell’associazione antitrust sull’oro- http://www.gata.org- indica che il governatore pro-tempore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, avrebbe deviato tra le 450 e le 1500 tonnellate di oro dalla cassa della banca centrale, dal 1999 ad oggi, trasferendole in un paese extracomunitario. Quest’oro, che avrebbe cambiato di proprietario, sarebbe però ancora iscritto in bilancio come se invece fosse ancora appartenente a Bankitalia. Siamo di fronte al miracolo dell’oro ubiquitario. La questione riguarda una società privata fortemente indebitata con il popolo “sovrano “ a causa del raggiro del diritto di signoraggio: con un decreto reale, Bankitalia aveva ottenuto il monopolio dell’emissione della moneta PRIMA della emanazione della Costituzione repubblicana. Guada caso, lo stesso trucco del Trattato di Maastricht. Nel 1948, nella Costituzione, non appariva traccia di questo diritto di signoraggio ma la tutela del diritto economico del soggetto “popolo sovrano” la ritroviamo nell’articolo 42. La sovranità si esercita, tra l’altro, con il crearsi un esercito ed il battere moneta. La lacuna della precisazione esplicita di questo diritto della Carta Costituzionale non è casuale. Fa il paio con l’omissione dell’esplicitazione del diritto alla resistenza al tiranno. Il problema, per i padroni del vapore, era: come dare sovranità al polo sottraendogliela? Risposta: lasciando il monopolio dell’emissione monetaria ad una società privata. Con questo sistema, callaudato la prima volta nel 1694 e causa di numerosi conflitti sin da allora (rivoluzione francese - guerra civile americana - seconda guerra mondiale ecc.), qualsiasi regime si scelga di adottare diventa una farsa. In una società dove il denaro è essenziale, basta rubarlo tutto fin dall’inizio per poter detenere il vero potere di vita o di morte sulla società. Quindi, il potere monetario, esercitato attraverso la perpetua contraffazione della moneta, così come indica chiaramente la Scuola Austriaca di Economia (che ha portato ad un premio Nobel dell’economia nel 1974: Hayek), e potenziato il cartello bancario, mediante la manovra inflattiva della riserva frazionaria, è causa preminente degli scandali cui stiamo assistendo: bond argentini, Cirio, Parmalat. Con l’adozione della riserva frazionaria, il sistema bancari italiano si trova in una condizione di bancarotta permanente: solo il 5% della moneta prestata viene garantito dalla riserva.… Quando nel passato le banche avevano già cominciato a truffare stampando più banconote della riserva aurea esistente, era possibile che i clienti corressero in banca a ritirare il loro credito: le banche fallivano… Con l’adozione della non convertibilità in oro, a seguito della decisione di Nixon del 1971 -quando in effetti dichiarò la bancarotta degli UsSA- la moneta viene stampata ad libitum. Non esiste più che il controllo dell’inflazione: vediamo costantemente la cartamoneta perdere valore (anche se non sembra perché il dollaro inflaziona più velocemente). L’inflazione viene causata dall’emissione a go-go di cartamoneta garantita da aria fritta. Il governo-per quanto si sforzi di trovare incessantemente altri colpevoli- è complice della Banca centrale perché questa gli monetarizza il debito a danno della popolazione e specialmente dei più poveri. Per quanto Prodi si stracci le vesti- e lui è uno di quelli che non può non sapere- che il governo tenti di calmierare i prezzi e cercare di abbassare la colonnina del mercurio per far passare la febbre al paziente. Al cittadino rimangono alcune domande senza risposta: perché, con l’eliminazione della convertibilità, l’oro della riserva della Banca d’Italia non è stato restituito ai cittadini? Perché lo Stato non liquida la Banca Centrale ed ,assieme ad essa, il debito pubblico? Perché i governatori, invece di essere passibili, se sbagliano, di una qualche gogna o galera, diventano presidenti della Repubblica e del CSM (Ciampi-Einaudi)? Da che parte sta la Guardia di Finanza? Dalla parte dei padroni privati della Banca d’Italia o dalla parte dei cittadini? E se sta dalla parte dei banchieri, perché non si fa pagare gli stipendi da loro? E perché la magistratura, invece di fare i tripli salti mortali con piroetta- come quando ha dichiarato che la domanda “chi è il proprietario della moneta all’atto dell’emissione” è una domanda “inammissibile” oppure quando ha dichiarato che il governatore non è perseguibile perché agirebbe senza l’elemento psicologico della truffa (ma con quello materiale sì)- non agisce a difesa degli interessi monetari del popolo sovrano? La risposta probabilmente è una sola: perché, dal 1694, anno di fondazione della Banca d’Inghilterra, il popolo è diventato per sempre un suddito. Sorge spontanea un’altra domanda: chi sono i padroni privati della Nuova Banca Centrale irachena? Non è che i nostri carabinieri sono andati a morire per gli interessi privati di alcuni banchieri? Acquisterebbero nuova luce, quindi, l’indennizzo pagato dalla Banca d’Italia -a nostre spese- alle famiglie delle vittime di Nassiria. Evidentemente Fazio teme che le cose cambino (ormai o vari indizi sono su internet, in varie lingue) e per questo in via cautelativa, sta svuotando la cassa. Non si sa mai: potremmo sequestrargli quanto ci appartiene. Stai tranquillo Fazio, l’Italia -paese di una certa cuccagna- non si è ancora desta.

E intanto l’ABI s’indigna a tutela dell’usura. Mentre si parla del “ tesoro ritrovato” della Parmalat in fondi americani- ma la notizia non è stata confermata dagli inquirenti- di revisori sotto processo, di mancata osservanza di elementari atti di vigilanza da parte delle Banca d’Italia e della Consob, del marciume, insomma, che emerge ai danni degli italiani dal sistema dell’usura bancaria, l’ABI, l’associazione delle banche italiane, ha avuto ieri la sfrontatezza di denunciare “ gli attacchi indiscriminati rivolti alle banche sulla vicenda Parmalat” da alcuni organi di stampa nazionali. Come se- dopo i lauti generosissimi ed incontrollati credito concessi ad aziende evidentemente in decozione, ma politicamente affidabili- fosse un diritto delle banche scaricare scientemente le proprie sofferenze sui cittadini ignari e quindi ritenuti beoti...


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