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la tregua olimpica e' una farsa
by osservatorio ecologico volante Sunday, Sep. 25, 2005 at 9:14 AM mail: ecosservatorio@yahoo.it

volantino distribuito ieri in citta' e la sera durante l'irruzione al convegno "young words"

LA FARSA DELLA TREGUA OLIMPICA
omicidi di stato arresti sgomberi condanne deportazioni

Torino città dalle antiche tradizioni totalitarie (Savoia – FIAT) conosce bene le grandi feste “per tutti” offerte dal potere. Dalla presentazione in società delle ultime nate della FIAT (Punto, Bravo – Brava), all'ostensione della Sindone, fino alle olimpiadi invernali.
Prende il via la propaganda martellante di tutti i media mirata a condizionare il consenso dei cittadini che dovranno partecipare in massa come pubblico pagante alla grande kermesse, dimostrando così che l'iniziativa del potere è popolare.
Ma la parte del leone la fa la repressione che colpisce ogni forma di diversità che possa turbare l’immagine della città olimpica. In primavera sono morti tre immigrati in dieci giorni, nel corso di “normali controlli di polizia”. Il centro di detenzione temporanea, CPT, è strapieno, come il carcere delle Vallette e quello minorile. I rimpatri forzati si moltiplicano e sono stati facilitati da nuove leggi liberticide.
In vista del grande evento si giustifica l'incremento della repressione preventiva di eventuali dissidenti o contestatori. Calpestando le libertà elementari, giungendo ad esiti omologabili a quelli della dittatura. Come ad esempio il fermo preventivo di chi potrebbe contestare l'evento, specialmente di quei soggetti politici le cui manifestazioni criticano radicalmente il sistema spettacolare e totalitario del panem et circenses di cui queste “feste” sono la clamorosa manifestazione.
Da Febbraio 2005 sono stati sgomberati ben tre siti occupati dall'Osservatorio Ecologico promosso dall'area anarchica degli squatter. Il Casello n° 1 della Ciriè-Lanzo e il Feramiù al Balon. Ai primi di giugno una squadraccia di fascisti accoltella due occupanti del Barocchio squat.. Due giorni dopo polizia e carabinieri sgomberano l'Arsenale Occupato, il 3° osservatorio ecologico.
Non c'è dubbio, la repressione così funziona bene. Si preferisce chiudere la bocca a chi in città apre uno spazio apposta per criticare le devastazioni ambientali dove olimpiadi e TAV sono i primi attori.
Quello che accadde alla manifestazione di protesta contro i mancati assassini fascisti è noto. Cariche di polizia preordinate, scatenate al primo pretesto.
Partendo da quelle cariche, attraverso una violenta campagna di linciaggio mediatico, la magistratura costruì un castello accusatorio che ha già portato in carcere 11 persone.
Essendo un po' deboluccio il castello di accuse, il procuratore pensò bene di unificare quel caso con un'altro avvenuto settimane prima: scaramucce con la polizia durante un presidio davanti al CPT, che già avevano fruttato un arresto. La designazione del procuratore non è casuale, si tratta infatti del geniale e disinvolto specialista in montature giudiziarie Marcello Tatangelo. Insieme a Maurizio Laudi è il responsabile dell'impiccagione in stato di detenzione degli anarchici Sole e Baleno, seppelliti sotto una montagna di false accuse che loro chiamavano “prove granitiche”.
Tre giorni dopo le cariche contro il corteo antifascista tocca all'LSO essere sgomberato.
A luglio dopo un'indecorosa campagna denigratoria, in cui si distingue il sindaco, viene sgomberata e sequestrata Fenix, la casetta occupata nel 2002, sede dell'osservatorio astronomico contro la repressione. Proprio lo stesso giorno in cui vengono arrestati i nostri compagni. E ancora a Luglio avviene lo sgombero del Tortuga Squat di Collegno.
Questo il clima di pesante repressione preventiva a Torino in vista delle olimpiadi invernali del 2006. Una repressione senza tregua che assomiglia ad una campagna militare. Il potere quando mette in gioco grossi interessi sfoggia tutta la sua ferocia contro chi può ostacolare i suoi progetti. Ed è proprio in questo clima che le istituzioni con olimpica faccia di bronzo fanno appello alla “tregua olimpica”!
Cosa sarebbe questa “tregua olimpica” promossa per una festa che dovrebbe essere di tutti ma che invece è solo la festa per il portafoglio di pochi?
Non è festa per gli abitanti di Pragelato e di Cesana, che si sono visti sventrare la montagna per la costruzione di una trampolino e di una pista da bob in cemento armato, opera degli stessi speculatori autori del disastro ambientale nel Mugello e candidati a ripeterlo con la costruzione della linea del TAV in Valsusa. Non è festa per gli studenti reclutati nelle scuole per servire gratuitamente nell'apparato olimpionico. Non è festa per gli sportivi senza soldi, che non potranno permettersi di andare a vedere le gare. Non è festa per i torinesi, che hanno visto sorgere intieri quartieri di speculazione edilizia a tempo di record. Non è festa per chi lavora alle dipendenze di questi speculatori.
Allora per la buona riuscita di questa nuova – festa comandata – bisognerebbe che tutti coloro che sono stati calpestati dai poteri forti intenti a perseguire i loro interessi con ogni mezzo necessario, dimenticassero le violenze subite e continuassero a subire festeggiando l'apoteosi degli speculatori olimpionici.
E' un'assurdità improponibile. Un ulteriore sfoggio dell’arroganza del potere.
Gli organizzatori citano usanze greche arcaiche, di popoli indipendenti che sospendevano le guerre in corso - tregua sacra - per partecipare alla festa religiosa delle competizioni di Olimpia, che erano per soli uomini (donne escluse, neanche guardare pena la morte), liberi (gli schiavi erano esclusi), greci ed incensurati.
Nulla a che fare neanche con lo spirito positivista di De Coubertin che rilanciò le olimpiadi sul finire dell’ottocento. L'importante è partecipare. Ma qui non si partecipa. Al massimo si è spettatori e a caro prezzo. Tantomeno si può partecipare al banchetto dei potenti, i veri vincitori delle olimpiadi, che pure avevano promesso di lasciar le briciole.
Ad organizzare le olimpiadi sono congreghe di capitalisti che hanno come sport prediletto quello di arricchirsi, uno sport che praticano da professionisti, con grande spregio del dilettantismo celebrato dal barone francese. Professionisti, come ci hanno dimostrato già in fase organizzativa. La situazione ci sembra un po' diversa e peggiorata rispetto a quella di Olimpia e degli ideali elitari di De Coubertin, entrambi poco invitanti.
La tregua olimpica, sottoscritta dalle solite associazioni di chiesa e istituzionali, si presenta come un’imboscata sul cammino degli ingenui e dei poveri di spirito, condotta frettolosamente da funzionari malpagati che attingono con sforzo a confuse nozioni di storia liceale, che confuse devono restare.
La potremmo sintetizzare cosi: vi promettiamo benessere ma vi devastiamo l'ambiente, vi derubiamo ma vi facciamo vedere il salto dal trampolino e la discesa libera in TV, pagando. Se osate contestare le nostre imprese vi denunciamo, vi facciamo pestare e finire in galera, vituperati come terroristi dai media, dunque adesso state bravi e lasciateci fare. Ma non andrà così. Anche se già ad Olimpia, mentre i vincitori banchettavano, le gare si concludevano con solenni sacrifici.
Nel 1999, quando a Torino comparve l'eroina delle nevi Dolomiti Jane, si organizzò il primo corteo contro le olimpiadi dello spreco, dell'inganno della devastazione e della repressione. Da questo primo episodio sporadico si arriva ai giorni nostri con un fronte sempre più ampio di opposizione a quest'altra festa comandata, che, nonostante le democratiche minacce, intimidazioni e repressione, non smetterà di manifestarsi.

Osservatorio ecologico volante

torino, 23 settembre 2005

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