Postato il Friday, 30 September @ 16:37:49 CEST di redazione
di M. Ba.
DAL SITO http://WWW.ERRE.INFO
Trasformare le università in fondazioni private sul modello delle banche? Con rettori manager alla guida? Per la Quercia si può, anzi, si potrebbe. Lo annuncia a chiare lettere il senatore Ds ed ex presidente della Crui Luciano Modica sul Corsera di ieri: «Per completare e potenziare l'autonomia ogni ateneo deciderà se darsi una struttura più vicina a una fondazione privata o a un ente pubblico». L'idea balzana è presentata, addirittura, come un orientamento del tavolo di programma sull'università dell'Unione. Al solo nominare l'ipotesi però la maggior parte dei parlamentari unionisti ammutolisce e scappa via. «E' una posizione di Modica», dicono i più ma senza metterci il nome. Del resto è lo stesso Modica che sul sito Ds presenta l'opposizione al ddl Moratti. Nel giorno in cui l'università protesta davanti al senato l'Unione rischia così di perdere in un colpo solo quel poco o tanto di credibilità costruito contro i desiderata morattiani.
I punti fermi. Il cosiddetto tavolo di programma sull'università è coordinato da Franca Bimbi della Margherita. Fin qui si è riunito in modo sporadico ma si sa che dovrà consegnare le sue proposte all'assemblea programmatica indetta per dicembre. Pochi mesi di lavoro, dunque. Così oltre ai delegati di tutti i partiti lavorano nelle segrete stanze al programma del centrosinistra think tank riformisti come Astrid (vicina a Franco Bassanini), Arel (di Enrico Letta e Francesco Merloni), Italianieuropei (D'Alema e ancora Amato), Treelle (pensatoio laico e piuttosto «bipartisan»). Un processo di vertice, faticoso, come minimo opaco. Tanto che perfino molti parlamentari delle commissioni istruzione e cultura si dichiarano all'oscuro.
Le proposte ufficiali dell'Ulivo (quando ancora esisteva il triciclo Ds, Margherita e Sdi) sottoscritte nel maggio scorso per la fine di questa legislatura non fanno menzione alcuna delle fondazioni, nonostante l'idea aleggi tra le sue fronde con preoccupante quanto carsica regolarità. Si limitava a proporre un testo unico di razionalizzazione e «ad abrogare le norme che imbrigliano il sistema soffocandone l'autonomo dispiegamento», prevedendo la «delega alle singole università di tutte le competenze che non attengono alla definizione degli obiettivi strategici del sistema».
Il «progetto per l'Italia» sottoscritto in pompa magna da tutto il centrosinistra in vista delle elezioni promette «priorità assoluta al circuito della conoscenza». Ma priorità verso dove? Anche e soprattutto per le proteste di tutto il mondo accademico, dai rettori agli studenti, Letizia Moratti fin qui poco è riuscita ad ottenere dal suo tentativo di demolizione dell'università pubblica. Sarebbe stupefacente che ci riuscisse, un domani, il governo di centrosinistra.
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