Oltre quaranta città coinvolte. Tra le richieste l'innalzamento dell'obbligo a 18 anni. La solidarietà della Cgil e dell'Unione, polemica da Forza Italia.
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Decine di migliaia di studenti sono scesi in piazza, oggi, in tutta Italia per protestare contro la riforma scolastica proposta dal ministro Moratti. La manifestazione, organizzata dall'Unione degli Studenti, Studenti di Sinistra e Rete Studenti, ha avuto l'appoggio di tutte le associazioni studentesche, anche quelle di diretta emanazione dei partiti. Il corteo principale si è snodato per il centro di Roma, ma forti adesioni sono state registrate anche a Torino, Milano, Palermo, Trieste, Firenze. Record di presenze, secondo gli organizzatori, a Napoli.
Per l'Unione degli Studenti la manifestazione "nel complesso è andata molto bene, con una quarantina di cortei nelle principali città italiane". "Mancano pochi giorni al termine per l'approvazione del decreto sulla scuola secondaria - spiega in una nota l'Unione degli Studenti - e il ministro Moratti sembra intenzionato ad andare avanti, nonostante il dissenso espresso ripetutamente da studenti, insegnanti, persino dalla Conferenza Stato-Regioni".
"Quello proposto dal governo è un progetto che divide in maniera netta chi va al liceo e chi va negli istituti professionali - ha detto Mauro Casola Coordinatore nazionale Uds -. Sono quattro anni che siamo mobilitati affinché questa legge non passi, e non è passata proprio grazie alle nostre proteste. Persino Confindustria ha mostrato perplessità. Siamo decisi a far sentire di nuovo la nostra voce di studenti".
Con la protesta si chiede al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti di riflettere su tre punti principali: 1. Innalzamento graduale dell'obbligo scolastico fino a 18 anni. "Vogliamo un investimento grosso da parte del governo - continua Casola - per tamponare la dispersione scolastica, che in regioni come Sicilia e Sardegna arriva fino al 40%". 2. Legge quadro nazionale per il diritto allo studio e politiche complessive sull'accesso ai saperi. 3. Riforma degli organi collegiali nazionali e periferici per garantire maggiore democrazia e partecipazione degli studenti nelle scuole.
"Crediamo - hanno detto inoltre i promotori - che l'approvazione di questa riforma sarebbe deleteria per la scuola pubblica del nostro paese. Vogliamo che chi si propone come alternativa di governo si impegni per la cancellazione immediata della riforma Moratti".
Tra i punti più contestati della bozza di riforma del ministro dell'Istruzione la previsione di otto licei: classico, scientifico, linguistico, artistico, scienze umane, tecnico, musicale ed economico. La scuola professionale, poi, verrebbe affidata alle regioni e divisa in quattro anni obbligatori e un quinto opzionale, al quale accederà solo chi vorrà proseguire gli studi all'università.
Per Enrico Panini, segretario generale della federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, oggi "è stata una brutta giornata per il ministro Moratti. La mobilitazione degli studenti medi - ha aggiunto - rappresenta un fatto straordinario:si tratta di una prova di grande responsabilità e maturità, di chi non si rassegna ad assistere al peggioramento della scuola pubblica".
"Oggi gli studenti - ha detto la parlamentare diessina Alba Sasso - reclamano a gran voce un ruolo da protagonisti nella scuola e nei processi di formazione e apprendimento: quel ruolo che è stato loro negato dagli interventi legislativi di questa destra e di questo governo. La manifestazione di Roma "Dalle grandi manifestazioni degli studenti - affermano i senatori dell'Unione - giunge un grido di dolore e di indignazione che il governo continua a non ascoltare".
Per Simone Baldelli, coordinatore nazionale dei Giovani di Forza Italia le manifestazioni di oggi sono state invece "uno spot studentesco per le primarie della sinistra. Questi cortei - ha aggiunto Baldelli - hanno sempre meno a che vedere con i diritti degli studenti".
http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/cronaca/prostu/prostu.html
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