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MADE IN USA IL NUOVO ATTACCO CECENO
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rivoluzionario Monday, Oct. 17, 2005 at 8:01 PM |
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RUSSIA - A sentire i media occidentali, l'attacco ceceno alla città di Nalchik nella Kabardino - Balkaria - dove ci sono stati un centinaio di morti, per lo più tra i terroristi - sembra colpa di Putin.
«Povertà, repressione e risentimento creano la violenza in Russia», scrive un tal Simon Saradzhyan da Mosca per il sito svizzero d'intelligence ISN.
E spiega che, stante la «repressione» dell'islamismo militante in Russia, movimenti più o meno pacifici sono stati «costretti alla clandestinità».
E' la tesi ufficiale di Washington (del resto Saradzhyan è laureato ad Harvard).
Noi suggeriamo invece di volgere lo sguardo da tutt'altra parte. Per esempio a quell'American Committee for Peace in Chechnya (ACPC), una ONG con base a Washington che dichiara di «promuovere una soluzione pacifica al conflitto russo - ceceno». Ne fanno parte parecchi neoconservatori dell'American Enterprise Institute (di Wolfowitz, Perle & Co.), della Freedom House (un think tank diretto da James Woolsey, ex direttore della CIA, che salutò l'invasione dell'Iraq come l'inizio della «quarta guerra mondiale»), personaggi di Radio Free Europe (il vecchio organo della CIA per la guerra psicologica contro i sovietici) e della RAND (un altro think tank delle fondazioni Rockefeller, Carnegie e Ford vicino al settore militare -industriale). E il presidente della ACPC è Zbigniew Brzezinski.
Una vecchia conoscenza. Come consigliere della sicurezza nazionale di Jimmy Carter, Brzezinski è autore del progetto strategico di circondare al sud l'Unione Sovietica con una «mezzaluna verde» di Stati islamici fondamentalisti. Meglio dei regimi laici come quello dello scià di Persia, Brzezinski era convinto che l'integralismo islamico fosse una barriera all'espansione comunista. E così mandò al potere in Iran l'ayatollah Khomeini; più tardi, con i servizi segreti pakistani (ISI), gli americani armarono i talebani per contrastare il regime, allora filo-sovietico, di Kabul. L'invasione russa in Afghanistan fu causata dalla necessità di spezzare la «mezzaluna verde» di Zbigniew Brzezinski. Si sa come andò a finire: anni di guerriglia, la formazione di Al Qaeda, ossia dei mujaheddin addestrati ed armati dalla CIA, l'estenuarsi delle forze sovietiche.
Lo ha raccontato lo stesso «Zbig» al settimanale franco-ebraico Nouvel Observateur il 15 gennaio 1998: «secondo la versione ufficiale, il sostegno della CIA ai mujaheddin cominciò nel 1980, ossia dopo che i sovietici invasero l'Afghanistan. Ma la realtà, rimasta segreta fino ad oggi, è completamente diversa: è stato l 3 luglio 1979 che il presidente Carter ha firmato la prima direttiva segreta per il sostegno segreto agli oppositori del regime filosovietico a Kabul. E quello stesso giorno io ho scritto una nota al presidente in cui gli spiegavo che questo sostegno avrebbe provocato l'intervento militare sovietico». L'intervento di Mosca cominciò il 25 dicembre '79.
Nei quattro anni seguenti, gli USA misero 4 miliardi di dollari nelle mani di alcuni dei più loschi e brutali personaggi del mondo, perché distruggessero il corpo di spedizione sovietico. Il preferito della CIA fu Gulbuddin Hekmatyar, signore della guerra, grande trafficante d'oppio, la cui specialità era di sfigurare con l'acido solforico le donne che non si mettevano il burka. Intanto il direttore della CIA William Casey finanziava un progetto del servizio pakistano ISI: reclutare nell'intero mondo musulmano volontari da arruolare nel jihad afghano. Più di 10 mila militanti islamici furono così addestrati nelle arti del terrorismo urbano, a fabbricare auto-bombe e così via, in campi situati in Pakistan ma forniti di addestratori dalla CIA, e dai britannici MI6 e SAS. I loro capi furono addestrati direttamente dalla CIA a Camp Peary in Virginia. Questa operazione, cominciata nel 1986, continuò molti anni dopo il ritiro dei sovietici da Kabul nel 1989: durò almeno fino al 1992. Così furono formati i Talebani, così fu creata Al Qaeda e la leggenda del suo capo, Osama bin Laden. Ancora nel 1989 la CIA spedì a bin Laden un arsenale di carabine di precisione ad alta potenza: lo ha appurato il processo per l'attentato di Al Qaeda all'ambasciata USA in Kenia nel '98, che si tenne nei primi mesi del 2001. Il fatto è che la CIA non se la sentì di smobilitare un così bell'esercito di terroristi. Lo utilizzò invece in altre occasioni. La NATO utilizzò Al Qaeda in Bosnia, dove i mujaheddin «afghani» vennero affiancati al piccolo esercito di Izetbegovic, il presidente musulmano assediato dai serbi a Sarajevo. Bin Laden aveva campi d'addestramento a Tropoje e a Bajram Curi, ossia in Bosnia e in Albania; diede il suo «aiuto fraterno» alla Kossovo Liberation Army (KLA) foraggiata dagli USA, operò in Albania e in Macedonia. Sempre per conto di Washington: che non voleva mandare truppe americane nell'ex Jugoslavia e perciò fece la guerra ai serbi per interposti mujaheddin.
Perché Washington, giustamente, ha sempre compreso il valore geopolitico dei Balcani. E' significativo che oggi Zbigniew Brzezinski chiami, nel suo ultimo saggio di geostrategia («The Grand Chessoboard»), «Balcani eurasiatici» la vasta aerea dell'ex impero sovietico che giace a sud della Russia, dal Mar Nero alla Cina e comprende la Georgia, la Cecenia, l'area del Caspio. Zona «balcanica» perché pullula di etnie e gruppi religiosi minoritari e per lo più tradizionalmente ostili fra loro (1); «balcanica» per l'instabilità permanente che la tortura e per il difficile territorio adatto ad una guerriglia infinita; «balcanica» per la sua cruciale importanza geopolitica e mineraria. La Kabardino-Balkaria è appunto un concentrato «balcanico»: con due etnie musulmane mongolo-turcomanne (i balkari e i kabardini) un tempo deportate e angariate da Stalin, e una forte presenza etnica russa che con il crollo dell'URSS ha perso la sua egemonia locale, nel centro di un fitto reticolo di oleodotti e gasdotti.
«I Balcani eurasiatici hanno una enorme concentrazione di riserve di gas naturale e greggio», scrive Brzezinski (che è stato consulente strategico della Amoco), «e altri minerali fra cui l'oro». Perciò «è imperativo che non emerga nessun soggetto eurasiatico capace di dominare l'area e così di sfidare l'America». Dunque è chiaro perché l'ACPC, l'American Committee for the Peace in Chechnya sia così ben finanziato dalle multinazionali USA: è alle materie prime che mirano e al dominio nei «Balcani eurasiatici». Ed è chiaro che l'azione americana non mira a curare la balcanizzazione, ossia l'instabilità e il frazionamento caotico di quella zona, ma a renderla eterna. Si tratta di agire strategicamente contro la Russia e contro Putin. «Oggi una potenza non-eurasiatica [sic] predomina l'Eurasia», scrive Brzezinski, «e il primato globale dell'America dipende da quanto a lungo e con quanta efficacia tale preponderanza [di Mosca] sul continente eurasiatico si manterrà».
Ma allora ci si può chiedere perché Brzezinski è un avversario dichiarato dell'avventurismo di Bush e dei neocon in Iraq, Afghanistan, Tagikistan, Georgia e Uzbekistan. Al punto da chiamarla «suicida» in un recente commento (2). Il motivo lo spiega chiaramente nel suo «The Grand Chessboard»: «l'America è troppo democratica in casa per essere autocratica all'estero. Ciò limita l'uso della potenza americana, specialmente la sua capacità di intimidazione militare. Mai prima una democrazia populista ha conseguito la supremazia internazionale. Ma perseguire il potere [mondiale] non è uno scopo che suscita la passione popolare, a meno che non si produca una condizione di improvvisa minaccia al sentimento pubblico di benessere (3). Il sacrificio economico (ossia le spese della difesa) e il sacrifici umano (perdite anche fra soldati professionali) richiesti da tale sforzo sono contrari agli istinti democratici. La democrazia è nemica della mobilitazione imperiale». Insomma, ecco chiarito il punto: le avventure militariste di Bush, sono per Brzezinski «suicide» e votate all'insuccesso perché Bush ha voluto impiegarvi direttamente l'esercito regolare USA; e il popolo americano non è capace di sostenere a lungo i sacrifici e gli sforzi richiesti dalla sua missione imperiale. E' un'obiezione non sui fini, ma sui mezzi usati. I mezzi preferiti da Brzezinski sono quelli che hanno portato alla vittoria sui sovietici in Afghanistan, secondo il piano da lui delineato: la guerra per interposti mujaheddin. Attraverso le pedine addestrate dall'ISI pakistano e dalla CIA, attraverso gli uomini di Al Qaeda, «patrimonio» dei servizi americani. E difatti, diverse frange del «terrorismo islamico» che la Casa Bianca dichiara di voler combattere, in realtà sono sostenute e finanziate dagli USA. E' per questo che Brzezinski presiede l'American Committee per la Cecenia. E' noto che Shamil Basaev, il capo-terrorista ceceno autore del massacro di bambini a Beslan e dell'assalto a Nalchik, «è stato addestrato in campi finanziati dalla CIA in Afghanistan e in Pakistan» (così il professor Chossudovski di Globalresearch), e poi è stato guardia del corpo di alcuni oligarchi ebrei russi ostili a Putin; questo genere di contatti (e gli aiuti in denaro ed armi) pare che continuino. Il 23 marzo scorso, i russi hanno ucciso il capobanda ceceno Rizvan Chitigov: gli hanno trovato addosso una carta verde, ossia un permesso di residenza permanente in USA. Ha scritto l'agenzia MosNews: «il FSB (nuovo nome del KGB) sospetta che Chitikov abbia mantenuto legami con servizi di spionaggio stranieri e fosse egli stesso un agente della CIA». Deduzione elementare.
Così possiamo senza fatica capire perché Brzezinski presiede l'American Committee per «la pace in Cecenia» pagato dai miliardari e dalle loro multinazionali. E perché questo Committee abbia applaudito (e brigato per far ottenere) l'asilo politico in USA di Ilias Akhmadov (un «ministro» del «governo in esilio» ceceno, ricercato da Mosca per terrorismo), facendogli avere anche una largizione di denaro di fondi pubblici USA. Queste sono le pedine di cui l'impero americano ha bisogno. Ciò spiega anche l'apparente irrazionalità delle azioni dei ceceni e del loro capo Basaev. Un massacro di scolari come quello di Beslan è politicamente assurdo, suicida per la legittimità della causa nazionale cecena. L'attacco a Nalchik, anche se ha dimostrato la capacità dei terroristi ceceni di espandersi oltre la loro zona consueta, è un atto senza prospettive, che infatti s'è concluso con l'uccisione di tutti gli attaccanti; in due giorni, i corpi speciali russi hanno schiacciato l'aggressione. Assurdo, irrazionale, senza sbocco per i ceceni; ma non nella logica di Brzezinski.
Per lui, come abbiamo visto, quello che conta è seminare il caos, destabilizzare in modo permanente i «Balcani Eurasiatici» e tenere sotto minaccia costante la presenza russa nell'area. E' questo che fanno i sedicenti «nazionalisti ceceni»: agli ordini non della loro «nazione», ma dei padroni che li pagano, li armano e li addestrano dal 1979, gli Stati Uniti. Nella visione imperiale di Brzezinski, gli assurdi atti terroristici tipo Beslan acquistano senso; specie se i media americani, e quelli occidentali a loro servili, approfittano (come fanno) di ogni nuovo massacro ceceno per sostenere che Putin «non controlla la situazione», che è incapace di difendere i russi dal terrorismo, o per dichiarare ogni suo provvedimento d'ordine pubblico contro il terrorismo una violazione della democrazia in Russia.
Ma invece è Brzezinski, l'abbiamo visto, a pensa che in USA c'è «troppa democrazia interna», e che essa va limitata per «vincere la guerra al terrorismo» ossia per attuare il suo progetto imperiale. Perché se davvero volessero catturare bin Laden e debellare Al Qaeda, gli americani non dovrebbero faticare troppo. «Al Qaeda, la joint-venture ISI – CIA - NATO, è ben presente in Cecenia»; ha dischiarato Yossef Bodanski, direttore della «Task Force on Terrorism» del Congresso USA, «e la collaborazione [con i ceceni] va molto oltre la fornitura di armi e di esperienza». (4) Persino un giornale americano, moderato e al disopra di ogni sospetto, il Christian Science Monitor, ha parlato di una alleanza inter-operativa fra i ceceni di Basaev e Al Qaeda «che risale alla prima guerra cecena 1994-1996» (5). Allora Al Qaeda era chiaramente una carta in mano americana. Qualcosa ci dice che lo è ancora, e ancora una volta contro Mosca.
FONTI E NOTE
1) Si tratta di una zona, fra l'altro, di ambigua valenza spirituale, come sa chiunque abbia letto il libro autobiografico di Georges Gurdjeff «Incontri con uomini straordinari», Adelphi, 1977. Luogo dove prima della rivoluzione bolscevica le frontiere non esistevano o erano malcerte e dove «cercatori spirituali» potevano vagare fra una strana pluralità di culti: ortodossi greci e russi, varie sette islamiche, yazidi detti «adoratori di Satana», monaci nestoriani (cristiani monofisiti) spesso cooptati in monasteri buddhisti tra il Pamir e la Georgia; e un buddhismo onnipervadente influenzato dal lamaismo del Tibet e dalle ascetiche dell'India. Un luogo dove spiritualità autentiche e spurie avevano dato luogo non solo a inedite contaminazioni religiose, ma anche a popoli che non erano né si volevano nazioni. Da qui l'assenza di confini precisi come del resto nel nostro Medio Evo cristiano. 2) Zbignew Brzezinski, «George W. Bush suicidal statecraft», International Herald Tribune, 14 ottobre 2005. 3) Ciò spiega gli auto-attentati (dal «Lusitania» all'11 settembre) che servono storicamente a spingere il popolo americano nelle guerre imperiali dei suoi capi. La politica del falso attentato contro «il benessere popolare» statunitense è, come si vede, una dottrina psico-strategica esplicita delle classi dirigenti americane. Non si dimentichi che Brzezinski è uno dei maggiori analisti del Council on Foreign Relations e della Trilateral Commission. Brzezinski e Huntington hanno teorizzato negli anni '80 che c'è in USA «un eccesso di democrazia» (sic) che va limitata inducendo passività dell'opinione pubblica perché sia «funzionale» agli scopi imperiali. 4) Levon Sevunt, «Chechen conflict finds islamic roots in Afghanistan and Pakistan», Montreal Gazette, 26 ottobre 1999. 5) «Al Qaeda among Chechens», Christian Science Monitor, 7 settembre 2004.
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x il rincoglionito, leggi
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un altr* Monday, Oct. 17, 2005 at 9:28 PM |
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questa è la solita nazistata di Blondet, eh rivoluzionario?
Leggi cosa pensa del sito dove preferisci spammare, e di chi posta la sua merda qui
leggi coglione e poi vatti a nascondere, coglione!
Maurizio Blondet ha scritto: Su Indymedia non sono io di Maurizio Blondet 15/10/2005
Scopro che su Indymedia, il sito dei centri sociali, si parla molto di Maurizio Blondet. Qualcuno mi apprezza, i più mi insultano; e poi si insultano a vicenda. Cose loro. Il fatto che in uno di questi alterchi online, un tizio che si firma «Blodet» posta per mail la seguente frase, lasciando credere che l'abbia scritta io: «sono stato cacciato in malo modo da Avvenire e da allora non posso più scrivere su nessun foglio cattolico. Non so più io stesso se sono ancora cattolico». Ebbene, questa frase non è mia. Sfido l'anonimo idiota che usa falsamente il mio nome (fortunatamente sbagliando l'ortografia: questi no-global sono davvero coltissimi) a dire dove mai ha trovato questo passo a mia firma.
E' vero che sono stato licenziato (in tronco) da Avvenire, perché ho scritto che il direttore non è adeguato, e non ho chiesto scusa con la testa coperta di cenere come si usa fra clericali: altrimenti avrei potuto, offrendo le mie dimissioni, avere un vantaggio economico. Non so se è vero che non posso scrivere su altri fogli cattolici, perché non ci ho nemmeno provato. Per ora, non ci tengo: ho bisogno di una vacanza dai sagrestani e dai campanari. Ma soprattutto, non ho mai scritto né pensato la frase «non so più se sono cattolico». Credo nella Resurrezione di Cristo e nella Sua presenza reale nell'Eucarestia: questo fa di me un cattolico, e cattolico resto. Sul resto rivendico la mia libertà di giudizio e di opinione di cristiano che, in quanto cristiano, è libero. Comunque sia, non vado a raccontare ad Indymedia i fatti miei.
Una rapida scorsa a quel sito mi conferma che - salvo eccezioni - è frequentato da una canea di dementi sbavanti odio gratuito, di larve sub-umane che si atteggiano a dittatorelli e a censori delle idee, di invocatori di repressioni e di massacri e, soprattutto, di «io» incompiuti e malfermi che credono di esistere perché sbavano, urlacchiano, ridacchiano, esprimono violenza pura. Lo spettacolo di questo formicolio sub-umano è, bisogna dirlo, sconfortante, ma non ci stupirà. Si esprime là nel suo modo il detrito sociologico senza prospettive che è rimasto sul fondo, dopo tutte le rivoluzioni fallite: da quella marxista a quella sessuale e delle droghe. Sono «giovani» in eterno, perché la gioventù è la categoria dell'irresponsabilità.
Un «quinto Stato» sub-proletario nutrito a Nutella e Coca Cola, che si è fumato quel pochissimo cervello con spinelli ed ecstasys, e che sogna l' «utopia» come il luogo dove la Nutella scorrerà gratis e la Coca sarà abbondante come in un esproprio proletario perpetuo. Non sono utilizzabili per nessuna rivoluzione, perché anche per la rivoluzione bisogna sacrificare le pulsioni immediate per assoggettarle a uno scopo: loro sono quelli del «godere subito» e del fumarsi le meningi. Perfetti conformisti nel loro specifico ambiente. Perfetti consumisti per le multinazionali, se solo avessero denaro in tasca. Non ne hanno perché sono, per loro infima natura, dei marginali perenni: marginali per incapacità di reggersi all'interno della società, a rispondere alle esigenze minime del vivere comune. Non sono disoccupati, sono inoccupabili.
Campano fra il ciarpame dei Centri sociali, si affollano senza speranza nelle zone basse della società dello spettacolo, fra chitarre elettriche e «ritmi» pre - registrati, fra bombolette spray con cui «fare arte» sui muri, per sentirsi creativi del nulla. Questa frangia antropologica non è affatto «nuova». Benchè non sia mai stata in grado di emergere alla storia, si addensa da secoli nella penombra ai suoi margini. Talvolta sono serviti come massa di manovra per movimenti ereticali o radicali. Nel XVII secolo per esempio, attorno a Cromwell e ai suoi decapitatori si radunarono tipi umani del genere: si chiamavano «lollardi» (ciondolanti), «ranters» (chiacchieroni), «diggers» (sterratori), «patarini» (straccivendoli). Tutte le personalità borderline che oggi si agglutinano nei Centri sociali erano già esistenti, come si vede: fissati, vaneggianti, mentitori coattivi, paranoici, maniaci che fondavano le comuni anabattiste di Thomas Muntzer (1488) e la «nuova Gerusalemme» dedita alla poligamia, alla perversione sessuale e alla divisione ferrea dei beni e delle donne, di Giovanni di Leyda (1534).
I capi rivoluzionari più acuti hanno spesso usato questa formicolante sub - umanità come massa d'urto, utilizzandone le esplosioni di odio gratuito per intimidire le classi dirigenti da abbattere. Pacifisti e culattoni, ecologisti e pauperisti, cultori di yoga, vegetariani e animalisti, vaneggiatori, sognatori mistici di palingenesi assurde fecero comparsate nella prima rivoluzione bolscevica come alla nascita del nazionalsocialismo (i Wandervogel, giovani omo che vivevano nelle foreste germaniche, passarono alle SA) . Li abbiamo visti, sempre uguali a se stessi, anche nel leggendario '68.
Ma passata la necessità di provocare il caos, i capi del progetto - i «rivoluzionari di professione», i freddi tecnici del potere e della sua presa e i loro superiori occulti per lo più massonici, banchieri o satanici - ributtarono invariabilmente queste larve nelle cantine della società da cui erano rigurgitate. Tutti i sognatori di una utopica «società dell'amore» dove non ci sarebbe stato bisogno di leggi, i teorici dello «scambio delle femmine» come parte della «vita secondo natura», finivano in qualche Gulag: dove, da Kapò, godevano nell'angariare i degni prigionieri politici, gli onesti intellettuali che soffrivano per la verità e la giustizia.
Questa è la massa che frequenta Indymedia: gente che non vive, ma è vissuta da pulsioni formicolanti, momentanee e inconcludenti. Agli altri, pochi, che la frequentano e tentano pateticamente di far ragionare una massa la cui sola forza è «la forza della sragione», suggerirei di astenersi. Per loro c'è di meglio da fare. Li lascino a cantarsela e a suonarsela come vogliono quei poveri diavoli non immortali.
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Ecco, deficente leggi
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rivoluzionario Monday, Oct. 17, 2005 at 10:12 PM |
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A parte il fatto che se vai tra i nascosti troverai questo articolo hiddato, insieme ad altri.
Quando parla di "larve umane" parla appunto di gente come te.
Ma tu sei così ignorante che non ti prendi la briga di finire di leggere l'articolo; ecco cosa dice:
"Agli altri, pochi, che la frequentano e tentano pateticamente di far ragionare una massa la cui sola forza è «la forza della sragione», suggerirei di astenersi.";
Io, a Maurizio Blondet rispondo: "che il medico non va tra i sani ma tra i malati".
Solo che tu sei irrecuperabile.
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apprezzabile ma.....
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H Monday, Oct. 17, 2005 at 10:43 PM |
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"e solo avessero denaro in tasca. Non ne hanno perché sono, per loro infima natura, dei marginali perenni"
qua è la lacuna che mi fa dubitare sull' uomo.... che indy sia stracolma di imbecilli non ci piove, che i centri sociali siano da radere al suolo con il 98% della gente che li frequenta dentro anche, ma che siano poveri no davvero, per la maggiore si tratta di figli di papà e studentelli mantenuti.
Blondet non capisce proprio un cazzo.
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Avrà fatto un'errore di analisi
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rivoluzionario Monday, Oct. 17, 2005 at 10:56 PM |
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Tuttavia si tratta di marginali perenni. E' la loro ideologia (o mancanza di tale) che li rende tali.
Tuttavia a prescindere dalle credenze del sig. Blondet, se posta materiale buono, non vedo pechè non devo approfittarne.
A me STALIN, LENIN, MARX ed ENGELS, non mi hanno insegnato questo.
Mi chiedo "questi estremisti" cosa ne avrebbero detto di STALIN in merito al patto Molotov-Ribbentrop?
A meno che non si tratti di prezzolati infiltrati di Forza Italia, questi sono il prodotto più deteriore, che anni di riformismo e revisionismo hanno prodotto.
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Trucchettini vecchi come il cucco
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Distinguere sempre Tuesday, Oct. 18, 2005 at 2:15 AM |
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Le analisi dell'articolo sono assolutamente serie, non sono né di destra né di sinistra, sono semplicemente cose note a qualsiasi giornalista e studioso serio della politica internazionale. Se ne trovano di simili, ad esempio, nel libro "L'impero invisibile" di Bulgarelli e Zona, gente al di sopra di ogni sospetto dal punto di vista dell'indipendenza di pensiero. Il fatto è che per cercare di sputtanare queste tematiche e allontanare il movimento da esse (così da poterne sfruttare l'ignoranza in seguito) la cosa migliore è collegarle, in qualche modo, a fascisti ed imbecilli come Blondet e il cosiddetto "rivoluzionario" (una divertente caricatura di uomo). Bisogna distinguere sempre fra il mittente e il messaggio, e in generale capire come funzionano le trappoline, per non cascarci.
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buffone
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articolo risibile Tuesday, Oct. 18, 2005 at 2:26 AM |
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http://en.wikipedia.org/wiki/Zbigniew_Brzezinski
la ricostruzione della figura di Brzezinski e del suo inquadramento politico è completamente errata Il riferimento a Gurjeff è pleonastico, il libro non è recentissimo e non è certo un testo che illumini sulla politica internazionale; o rechi vantaggio nella sua comprensione.
Di gente che si nasconde citando stupidaggini, non ci si può attendere molto, il libro è notevole, ma in senso assolutamente più letterario che politico o spirituale; trattandosi dei viaggi e degli insegnamenti di un -maestro- bohemienne che ha girato l'Europa circondato da idioti ricchi che sfruttava.
Un Wanno Marchi alla grande ispiratissimo e colto per l'epoca, davvero interessante etologicamente.
All'Autore piacerebbe tanto fare il Gurdjeff ;)
adesso andate a letto, sù
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Sei un po' scarso
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Caro agente d'influenza da hard discount Tuesday, Oct. 18, 2005 at 4:20 AM |
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Hai davanti un articolo che porta riferimenti ben precisi, nessuno dei quali contestabile, e che parla di geopolitica senza l'ombra di misticismo e teorie esoteriche. L'articolo, per rendere in maniera suggestiva l'idea della situazione dell'area caucasica, fa un riferimento a Gurdjeff, e NON a qualcuna delle sue teorie spiritualiste, bensì alla realtà sociale e religiosa della zona come lui l'ha descritta. Una notazione che poteva benissimo venire da Levi-Strauss, ma siccome si tratta del Caucaso, è di Gurdjeff (che è un uomo di cultura importantissimo). Allora tu, che sei un ignorante e molto probabilmente uno a cui non piace che delle persone appartenenti al movimento siano informate sulla politica internazionale e le porcate dell'"occidente" e della NATO, cosa fai? Affermi che tutto l'articolo, per via di questo riferimento "inaffidabile", è una cavolata. Sai cosa c'è, dovresti impegnarti di più nel tuo lavoro, il tuo modo di "ragionare" puzza un po' troppo.
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Blondet filorusso per convenienza
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è chiaro Tuesday, Oct. 18, 2005 at 3:31 PM |
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Blondet prende notissime storie per dimostrare che il disastro nel Caucaso è colpa di alcuni cattivi e che nel causcaso ci sono lotte tra il bene ed il male. In realtà la situazione del Caucaso ha solo 2 responsabili; Eltsin e Putin. Il Caucaso apparteneva all'Urss, ed è ancora indiscutibilmente terra sotto la sua esclusiva sfera d'influenza. Russi ed caucasici filoamericani americani vanno abbastanza d'accordo in Caucaso, a parte quando ci sono scontri con paladini filosovietici locali. La politica russa del massacro è responsabile di quanto avviene in Caucaso, se c'è la guerra è perchè Mosca vuole la guerra. Mosca ha storicamente operato sempre in questa maniera con il Caucaso, tranne nel periodo sucessivo alla seconda guerra mondilae, quando la regione era completamente pacificata; e non attraverso l'imposizione della forza bruta, ma con la conservazione di uno status quo tra il ggoverno centrale ed il partito locale.
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Bella analisi, come no
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Agenti d'influenza di scarse capacità Tuesday, Oct. 18, 2005 at 4:24 PM |
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Ripeto, documentatevi e fottetevene che Blondet e questi quattro postatori professionisti cerchino di farvi credere che si tratti di questioni da fasci e da politici sporchi e brutti. La guerra mondiale non è mai finita, il fronte attraversa tutta l'Asia, e, si parva licet, passa anche attraverso i forum indipendenti, perché le intelligenze che li frequentano sono terra di conquista.
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Continua pure
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Sparare sulla croce rossa a volte è giusto Tuesday, Oct. 18, 2005 at 5:43 PM |
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E' vero che "minorato" è un appellativo spesso usato dai fasci come te, ma è anche una parola italiana che ti descrive perfettamente. Certo "stupido" non rende abbastanza l'idea di uno che continua a sottovalutare l'intelligenza della gente, agendo in modo controproducente per i suoi padroncini e dunque anche per sè (per di più aggiornando il post ogni mezz'ora e dunque rendendolo visibile a più persone. Più che un troll, sei uno gnomo che si crede un troll).
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putin servo di bush
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putin=bush Tuesday, Oct. 18, 2005 at 5:44 PM |
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putin l'han messo su gli usa:prove: -putin è in ottimi rapporti con bush -putin ha impedito per conto di bush e delle sette sorelle che si formasse una classe capitalistico-petrolifera in russia arrestando o esiliano i vari khodorkovksky berezovsky ecc.
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Magnifico
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Ce ne fosse di più di gente come voi Tuesday, Oct. 18, 2005 at 8:49 PM |
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Continuate a scrivere cazzate, è un'ottima occasione per far capire chi è che cerca di far fessa la gente. Sei ridicolo. Che l'intero mondo della finanza imperiale, non solo Bush, abbia fatto fuoco e fiamme quando Putin ha ridato alla gente russa quello che il servo dell'impero Khodorkovskij si era preso grazie all'altro servo Eltsin, per servire gli interessi della City di Londra e delle sette sorelle, beh, queste sono cose che non è necessario leggere il Financial Times per saperle, basta Panorama (o Penorama, come dicevano quelli di Cuore). Poi dici che ti/vi dò del minorato. Certo, qualcuno dirà che dei "problemi interni" della Russia ci interessa poco, vista l'entità dei problemi nostri. E invece sono questioni che hanno una relazione diretta con le nostre vite, e per questo non è il caso di farsi fuorviare dai piccoli manovali della tastiera.
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a rivo'
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sveja Tuesday, Oct. 18, 2005 at 10:11 PM |
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qui le guerre sono considerate soluzioni da trogloditi o da fasci per quello ti danno alternativamente del cretino o del fascio, sei sempre li a fare il tifo per le guerre, vorresti sparare a questo o a quello
metti via il tuoi fucilino e i missilini
scopa invece di rimanere incollato a indymedia, troll di merda!
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x sveja
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zip Tuesday, Oct. 18, 2005 at 10:37 PM |
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Non ci vuole tanto a capire che sei un transnazionale pannelliano,un finto pacifista e "difensore" dei diritti umani, ma solo quelli che possono essere "utili" ai tuoi padroni della CIA per portare guerre e dominazione globalista, come in Cecenia,In Vietnam,in Darfur a Cuba,e prima in Kosovo e Bosnia.
Mai che ai tuoi compari interessino i diritti umani delle minoranze e dei popoli affamati dell'America latina dominata dagli USA.
Che schifosa razza di ipocriti siete !!!!
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Quanti sforzi!
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I vostri datori di lavoro si sono lamentati? Tuesday, Oct. 18, 2005 at 10:57 PM |
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Che turbinio di intelligenze! Postatori a gettone fasci che fingono di essere pro-russi e/o pseudocompagni militaristi, mentre altri fasci pupetti gli danno addosso fingendo di essere compagni antimilitaristi e antistalinisti. Entusiasmante. Peccato che non fate fesso nessuno. Ormai si è capito che la questione non è se Putin sia roba di destra o di sinistra, ma il fatto evidente che c'è gente che vuole far credere che l'intera materia è "tutta robba di destra" o "tutta robba pé coglioni stalinisti" - laddove invece se non si capisce che sta succedendo a est, allora non si riesce a capire niente, neppure sulla situazione nel nostro desolato buco di culo, l'Italia. Se si guarda quanto la faccenda è importante per i destri, si inferisce anche quanto sia importante, di converso, per noi, e per la nostra comprensione della realtà. Chi può fermare la guerra, e il Nuovo Ordine Mondiale? Risposta: un mondo multipolare. Cancellarlo sul nascere è compito della NATO e degli "imperiali". Arma strategica: l'ignoranza. Meno male che diffondere l'ignoranza richiede intelligenza, e i nostri agenti di influenza da hard discount ne sono tragicamente sprovvisti.
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