Legalità: Cofferati stringe i tempi
di Cristiano Zecchi
Il sindaco di Bologna Sergio CofferatiUna verifica di maggioranza a tutti gli effetti solo che, anzichè fatta nelle stanze del sindaco o nelle sedi dei partiti, verrà fatta alla luce del sole.
Annunciato il 22 maggio scorso, dopo cinque mesi di gestazione il testo sulla legalità arriva in giunta il prossimo 2 novembre, poi andrà in consiglio comunale e, infine, approderà sui tavoli dei partiti che hanno sostenuto Sergio Cofferati, ma che non hanno rappresentanza in Comune.
E il testo dell’ordine del giorno, seppur emendabile, ma senza snaturarne il significato, alla fine dirà chi rimarrà a far parte dell’esecutivo Cofferati. Poi, gli scenari che potrebbero aprirsi sono molteplici, certo è che se un assessore vota contro o si astiene sarà “cacciato” dalla giunta.
le tappe
Cofferati non cede di un millimetro e, dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi innescate dallo sgombero di un gruppo di baracche sul Lungoreno, sceglie di andare a vedere le carte che hanno in mano i partiti che compongono la sua maggioranza. Nessuna pausa di riflessione e nessuna concessione su un terreno, quello del rispetto della legalità, divenuto il tratto distintivo della sua azione amministrativa.
È stato lo stesso sindaco, ieri mattina, a dettare il percorso dell’ordine del giorno: «Mercoledì 2 novembre presenterò in giunta l’ordine del giorno sulla legalità e la sicurezza. Chiederò prima il voto in giunta. Poi il documento andrà in consiglio e poi lo presenterò alle forze politiche del centrosinistra che non sono rappresentate né in giunta, né in consiglio».
E se qualche esponente della giunta le votasse contro, rimarrebbe all’interno dell’esecutivo? «Lo troverei molto difficile e bizzarro», chiosa secco Cofferati. Un “avvertimento” esteso a tutti: «Un orientamento comune su questo tema (legalità e sicurezza, ndr), ratificato da un voto, è la base di qualsiasi coalizione. Quindi, non si sta in una coalizione se non si è d’accordo su questo punto».
Chiarimento politico
Da mesi ormai non si fa che discutere del tema della legalità. L’annuncio dell’ordine del giorno risale al 22 maggio scorso, all’indomani di una manifestazione dei Movimenti (a cui parteciparono anche molti esponenti di Prc e Verdi) a difesa dei tre arrestati per le occupazioni di uno stabile privato in via del Guasto.
Ma se Prc e Verdi avevano protestato (fino a formare un gruppo in consiglio comunale denominato “Altra Sinistra”, insieme al Cantiere) per tutta risposta il sindaco ha messo altra legna sul fuoco.
Infatti, con lo sgombero prima di alcune baracche in via Roveretolo, poi a quello di mercoledì scorso sul Lungoreno e la crociata contro il racket dei lavavetri l’ala radicale della sinistra ha protestato vivacemente. A loro si è aggiunta anche la Margherita, irritata perché la vicesindaco Adriana Scaramuzzino e i servizi sociali non erano stati informati dello sgombero. Insomma, un sostegno pieno al sindaco, a poco più di un anno dalla sua elezione, viene solo dai Ds e un chiarimento politico nella maggioranza non è più rinviabile.
Sgomberi
«Se qualcuno pensa che ci fermeremo con gli sgomberi sbaglia, proseguiremo con il Lungoreno e torneremo in via Roveretolo». È deciso il sindaco, nonostante il fuoco di fila a cui è stato sottoposto nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista e ampia parte della sua maggioranza, non si ferma.
«Stiamo procedendo con il lavoro necessario per completare le operazioni già avviate - spiega il sindaco - e la nostra intenzione è di completare lo sgombero del Lungoreno e poi di costruire lì, come abbiamo sempre detto, un parco fluviale».
E i tempi stringono, il numero uno di Palazzo D’Accursio ricorda che lo sgombero delle baraccopoli sulle rive del Reno deve essere fatto in tempi brevi per tutelare chi ci vive in condizioni disperate.
«Vogliamo agire rapidamente - sostiene il primo cittadino - perché con l’arrivo dell’inverno, le condizioni atmosferiche peggioreranno. Proteggeremo chi ne ha diritto e gli altri verranno allontanati». Non solo Lungoreno però: «Riprenderemo gli sgomberi anche in via Roveretolo dove le azioni fatte ci hanno portato avanti ma il lavoro non è completato».
Intanto il Comune, insieme alla protezione civile, sta allestendo con container un’area nella zona di Santa Caterina di Quarto che per anni ospitò un campo nomadi.
Attenderete di completare il centro prima di procedere con altri sgomberi? «Gli interventi di sicurezza e di protezione sono distinti e su questo punto ho letto cose singolari. I bambini e le mamme vanno protette in ogni caso. Voglio dire che, se c’è una mamma con un bambino, è il Comune che gli deve dare un tetto».
E anche sulle polemiche con il vicesindaco Adriana Scaramuzzino per il mancato coinvolgimento dei servizi sociali nello sgombero del Lungoreno, il sindaco mantiene le sue posizioni: «Ognuno lavora per la propria parte. Se in un intervento c’è bisogno di sicurezza e di protezione, si collaborerà».
Lavoro in nero
Cofferati si dice pronto ad aiutare gli immigrati clandestini costretti al lavoro nero, ma, chiarisce, devono esserci denunce che arrivino da loro. «Capisco che un immigrato, spesso clandestino, abbia paura di venire in Comune e denunciare la sua situazione - dice il sindaco - Rischia di essere fermato dalla polizia o, una volta fatta la denuncia, di subire le ritorsioni del caporale».
Ma per il primo cittadino a salire le scale di Palazzo D’Accursio dev’essere chi subisce questo tipo di sfruttamento: «Non discuto del caso per interposta persona. La mia porta è sempre aperta e lo accompagno io in Questura lo straniero che mi dice chi lo sfrutta e il nome della ditta per cui lavora in nero. A questo punto mi faccio garante affinché scattino le protezioni del caso».
I Ds: Ora tutti abbassino i toni di Luca Molinari
La benedizione, con invito alla mediazione e ad abbassare i toni, del segretario Salvatore Caronna. Lo strappo con tanto di j’accuse di un grande vecchio come Guido Fanti che invita a «chiedere scusa ai rumeni del Lungoreno.
E, mentre il consigliere regionale Ugo Mazza dice che «non abbiamo eletto un principe e la Quercia non può essere subalterna in questa situazione», il deputato Franco Grillini aggiunge che «la legalità va coniugata con la solidarietà».
E l’ex sindaco di San Lazzaro, Aldo Bacchiocchi, ricorda che «i Giacobini nella rivoluzione napoletana del 1799 avevano ragione, ma non riuscivano ad avere il consenso e furono sgominati».
Nel giorno in cui Cofferati ha annunciato che mercoledì 2 novembre presenterà in giunta l’ordine del giorno sulla legalità, la Quercia di Bologna si interroga sulle ultime mosse del sindaco.
Ieri pomeriggio in via della Beverara era convocata la direzione provinciale del partito per discutere di temi nazionali, primarie e lista unitaria in testa, ma a tenere banco sono stati i punti caldi dell’agenda politica bolognese.
«L’ordine del giorno sulla legalità? Si sapeva da tempo che sarebbe stato presentato; adesso - spiega Caronna - si tratta di vedere il merito, di discuterne: quello della legalità è un tema importante perché situazioni come quelle del Lungoreno e di via Roveretolo vanno risolte».
Una certificazione di sostegno verso l’azione del sindaco a cui, però, si sposa subito un invito alla calma rivolto a tutte le componenti del centrosinistra: «Invito tutti - incalza il segretario della Quercia - ad abbassare i toni, alla calma e alla serenità».
Un messaggio di pace il cui destinatario è prima di tutto la Margherita, il partito che insieme a quelli della sinistra radicale in questi giorni ha avuto le maggiori frizioni con Cofferati: «La Margherita è un partito fondamentale dell’Unione, penso che ci siano le condizioni per avere basi politiche solide, per rispettare gli impegni politici presi con gli elettori e consegnare una città migliore di quelle che abbiamo avuto dopo cinque anni di governo di centrodestra».
Ma per il segretario, il braccio di ferro a Bologna «non avrà conseguenze nazionali sull'Unione, anche perché siamo reduci da un evento politico straordinario come le primarie».
E a chi gli chiede se non ritenga che lo sgombero sul Lungoreno potesse essere realizzato con altre modalità, Caronna replica: «Si tratta di questioni molto complesse e bisogna gestirle al meglio. La linea su cui si sta muovendo il Comune è giusta: situazioni come il Lungoreno e via Roveretolo devono essere risanate».
Se Caronna indossa i panni del mediatore, Guido Fanti, sponsor di Cofferati in campagna elettorale, da tempo in rotta con il sindaco che accusa di riservare una scarsa attenzione alle associazioni della società civile, non fa altrettanto.
Di fronte allo sgombero al Lungoreno, l’ex sindaco di Bologna non usa mezzi termini: «Dovremmo - attacca - chiedere scusa ai rumeni del Lungoreno». E incalza: «Questo è un momento delicato che il partito ha il dovere di affrontare: quando la Cgil esce con una presa di posizione come quella di ieri (critica verso gli sgomberi, ndr), esprime un giudizio politico pesante nel quale mi ritrovo e non può essere ignorato non solo perché, come dice il sindacato, si è trattato di un intervento inutile, ma è stato anche dannoso nei confronti delle persone coinvolte».
Fonte: http://www.ildomanidibologna.it/articolo_02.htm
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