Dopo le Università occupati anche i licei
Comincia il Minghetti, poi lo seguono Righi, Copernico e Sabin
di Marco Merlini
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Ad accendere la miccia ci ha pensato giovedì sera il liceo classico Minghetti. Un fuoco improvviso e rapido che nella giornata di ieri si è esteso a molti istituti bolognesi. Ed è diventato incendio. Il mondo scolastico cittadino è in subbuglio: dopo le occupazioni delle facoltà universitarie, ora cominciano a muoversi anche gli studenti medi superiori. Il punto di partenza, dicevamo, è stato il Minghetti. «Da ieri (oggi per chi legge, ndr) siamo in occupazione - racconta Teresa - Lo abbiamo fatto in pieno dissenso con il disegno di legge del Ministro Moratti con la ferma intenzione di collocarci nel filone della protesta universitaria e con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per le altre scuole superiori di Bologna». Ed infatti la risposta degli altri istituti non si è fatta attendere e nel corso della giornata gli studenti hanno occupato i licei Righi, Copernico e Sabin. La mobilitazione, anche se solo per poche ore, ha toccato anche il Polo artistico di via Marchetti: nel tardo pomeriggio, infatti, il preside Marco Roccia ha preso contatti con la polizia che insieme alla Digos è intervenuta per “sgomberare” i ragazzi. Tutto è avvenuto senza alcuna tensione: le forze dell’ordine hanno parlamentato per qualche minuto con gli studenti che hanno poi accettato di ripiegare gli striscioni e raccogliere armi e bagagli e se ne sono andati. Nelle altre scuole, invece, la protesta prosegue e già si parla di andare avanti fino al 25, fatidica data nella quale la Camera dovrebbe votare la riforma dello stato dei docenti universitari e data della manifestazione nazionale di Roma degli studenti contro la riforma. Quello che più sorprende è il livello di consapevolezza di questi giovani: ovunque, nelle aule, nei corridoi, nelle loro assemblee si percepisce una consapevolezza precisa che il momento che la scuola sta attraversando è assolutamente delicato. E importante. E per tutti diventa impossibile stare fermi a guardare e far finta di niente. Al Copernico i ragazzi si sono divisi in gruppi di lavoro: ieri è stato invitato uno studente di Scienze politiche che ha parlato del disegno di legge, oggi sarà il turno di un ricercatore dell’Ateneo che invece spiegherà come cambierà la posizione dei docenti universitari con la riforma. La preside, comunque, ha fatto sapere ai ragazzi che per ogni giorno di occupazione ci sarà un giorno in meno di assemblea d’istituto, ma i ragazzi hanno accettato lo scambio. Al Minghetti l’avvio della protesta è stato lento: nel corso della giornata di ieri molti studenti erano impegnati nelle altre scuole cittadine con l’obiettivo di allargare la cerchia degli istituti coinvolti. Nel pomeriggio, comunque, già si sono formati i gruppi di gestione che si occuperanno della organizzazione della protesta in senso stretto (preparazione dei materiali, striscioni, volantini etc) e altri di approfondimento e conoscenza delle tematiche al centro della polemica. Ieri, nel momento in cui la mobilitazione muoveva i primi passi, nella scuola di Nazario Sauro non c’era la preside Ivana Summa, impegnata altrove. Ma già oggi la dirigente scolastica farà il punto della situazione: per il momento la linea tenuta dai professori delegati è stata tutta improntata ad un atteggiamento di sostanziale prudenza, ma non sono mancati appelli affinché la mobilitazione rientri quanto prima nell’alveo della legalità. Nonostante i casi singoli, la sensazione è che l’onda lunga delle occupazioni studentesche sia destinata ad allargarsi ulteriormente. Ed anche se ancora non si conoscono forme e modelli di organizzazione l’unica sicurezza a cui tutti si appigliano è la data del 25 ottobre. Martedì prossimo. «Al momento non esiste ancora un coordinamento vero e proprio, ci stiamo organizzando - spiega Luca del Coordinamento degli studenti superiori - Sì, è vero, ci stiamo ponendo come obiettivo la manifestazione del 25 a Roma, vorremmo affiancarci agli universitari e organizzare una delegazione che possa raggiungere in treno con loro la capitale». Il “contagio” della protesta, nel frattempo, non conosce soste: altri due istituti, infatti, rischiano di fermarsi. «Sappiamo che domani (oggi per chi legge, ndr) - prosegue Luca - ci sarà un picchetto all’ingresso del liceo Galvani per impedire agli studenti di entrare a scuola e che al Fermi si riuniranno in assemblea plenaria per decidere quale potrà essere la forma di mobilitazione migliore da mettere in campo». Ieri il liceo, infatti, non è stato in grado di esprimere un giudizio: troppo scarsa la presenza degli studenti.
Fonte: http://www.ildomanidibologna.it/articolo_01.htm
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