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[Bologna] Un sindaco piccolo che fa le cose in grande
by Da Liberazione Sunday, Oct. 23, 2005 at 2:24 AM mail:

Cofferati, un sindaco piccolo piccolo che fa le cose in grande

Storia dell'ex sindacalista - con progetti ambiziosi - che piace ai borghesi
Maria R. Calderoni
Ha un sacco di carisma. Più che affabile è affascinante. A dirlo non è neanche una bella donna, ma Maurizio Zamboni, assessore all'Urbanistica, Prc, quel Prc che guarda alla "trasfigurazione" di Cofferati, da sindaco democratico a sceriffo texano, con disapprovazione profonda ma anche con dolore. Ma dove va Cofferati? Decaduto d'un colpo, da Grande Speranza a Cocente Delusione. E contro l'ex amato sindaco, Rifondazione, movimenti, studenti e associazioni sono sul piede di lotta. «Più che deluso - dice Tiziano Loreti, segretario della federazione bolognese - Finora la risposta della città è stata debole, ma adesso cercheremo di organizzare una protesta ampia».

Decaduto, solo un anno dopo la "salvifica" vittoria contro Guazzaloca, quando la più bella Bologna lo aveva salutato come il sindaco della Riscossa.

Ora lo chiamano no, non il "Rudy Giuliano del Lungoreno" (sarebbe un paragone di lusso, non appropriato al suo caso, dicono i più maligni); purtroppo ora lo chiamano il "Gentilini di Bologna", purtroppo l'assimilazione è con quel Gentilini là, il sindaco-monstre di Treviso, gran cacciatore di teste meticce.

Possibile, lui, Cofferati? Cofferati?!

Sempre Mauizio Zamboni, che lo conosce bene e lavora fianco a fianco, dice che è sbagliato paragonarlo a Gentilini, non ancora, almeno. E cita le buone cose della giunta cofferattiana, l'ampliamento dei servizi sociali, la lotta all'inquinamento, l'alt alle speculazioni immbiliari retaggio della passata amministrazione. Ma poi, le ombre ci sono, eccome.

Vedere quello che dovrebbe essere il grande sindaco venuto dalla grande Cgil andare, bardato di tutto punto con regolamentare e francamente ridicolo linguaggio burocratichese («trattasi di persone che agiscono senza alcuna autorizzazione», sic), alla guerra dei lavavetri, è stato un vero choc. Che ha fatto inorridire non solo noi di Rifondazione, ma anche il Vescovo: l'ex Gigante buono contro l'ultimo dei povericristi, beh fa effetto (e ha ben di che irriderlo Platinette che su Internet si domanda, «che ci faceva a Bologna un lavavetri con la Lecciso?», già).

E' dura da mandar giù, da uno che pure è pur sempre Cofferati (ma quantum mutatus ab illo?). Era stata una intensa, alta campagna elettorale, la sua, circonfusa dall'alone che lui si portava appresso, il Sindacalista Massimo, il Profeta dei tre milioni in corteo, anche l'Ultimo Leader (come si intitola il libro che alla sua biografia ha scritto Nunzia Penelope, giornalista Adnkronos, per gli Editori Riuniti) di una sinistra degna di questo nome.

Quegli spot "illuminati". Quel "Progetto" generoso. «Vogliamo che la vita, la conoscenza, i sogni siano parte integrante del futuro di questa città». «Insieme abbiamo le risorse, l'intellligenza, la forza per amministrare questa città». Da Bologna (promessa) a Bologna (promossa). Da Bologna (Bologna) a Bologna (Europa). Da Bologna (io) a Bologna (noi). Da Bologna (macchine) a Bologna (bambini)...

Volava alto, una visione moderna, civile, vivificatrice, un Cavallo Bianco che non suda. In una intervista al bimestrale cittadino "Pietra su pietra" dice che anche lui "ha un sogno", «ho un Progetto ambizioso per una grande Bologna». E "grande" è l'aggettivo che usa di più. Una grande stazione ferroviaria, una grande metropolitana, un grande aeroporto; e Bologna lanciata come avamposto nel cuore della grande Europa. Dove c'è posto anche, e in primo luogo, per un (grande, ovviamente) piano della casa, teso a risolvere la grande emergenza abitativa di anziani, studenti («qui ci sono 40 mila studenti fuori sede, occorre che la città torni ad essere affettuosa e accogliente verso questi ragazzi»). E anche, dice, verso «i migranti che sono utili a colmare i nostri bisogni e che è fondamentale accogliere in modo adeguato».

Era l'aprile 2004, mica troppo lontano.

La sua "favolosa" stagione da Candidato la ricordano molti, anche Tiziano Loreti, con pura disillusione. «Parlava e parlava, allora, in campagna elettorale, di partecipazione, di grande slancio democratico, e poi niente». Nella sua stagione da Candidato, in 40 giorni Sergio Cofferati percorre 300 chilometri tutti dentro Bologna, incontra oltre 25 mila cittadini e 150 tra comitati e associazioni. E' il Cofferati del lungo viaggio nei quartieri, quello che «studia e raccoglie le forze vive di questa città», di questa Bologna dove «si trovano una energia, una voglia di partecipare e di costruire il futuro».

Ebbene? E' spuntata invece «la politica dello sgombero permanente», la «ricetta di Cofferati», quella con «polizia municipale e carabinieri che "bonificano" le sponde del Lungo Reno abbattendo con le ruspe le baracche di latta dei migranti rumeni», lo accusano dal no global "Melting Pot".

Sarebbe lo stesso medesimo Cofferati che in una memorabile giornata di fine marzo, anno 2002, è riuscito - con 10 mila pullman, 61 treni speciali, 5 aerei e 4 navi - ad organizzare la più grande manifestazione sindacale della storia europea, «quella convocazione mitologica di un'Italia che era arrivata a Roma non per rivendicazioni materiali, ma per qualcosa "che non si mangia"»?

Lo stesso medesimo Cofferati. Non stupitevi poi troppo, dicono alcuni a Bologna. Guardatelo bene, lui è "anche" così. Quei tre milioni in piazza in nome dei "diritti universali", le rose rosse e quelle parole per i più deboli ed emarginati. E: poi il no senza appello al referendum sull'art. 18.

Lui è "anche" così, qualcuno ancor più cattivo dice: gratta Cofferati e ci trovi il padano leghista, gli piacciono i forti, i deboli lo infastidiscono. Piace ai borghesi e i borghesi piacciono a lui. Glielo rimprovano anche da Rifondazione. La sua nuova anima order and law, con la legalità issata come prima bandiera e tabù, significa proprio quello, la voglia di blandire, assecondare il ventre molle di Bologna. «Che esiste ed è esteso, a Bologna», dice il segretaro di Rifondazione. Fu il Signor No, Cofferati, poi il Signor ni, doveva essere il leader della Sinistra che esce dalla palude, col Correntone e i girotondi, ma poi è stato l'uomo del riflusso ed è tornaato a casa, al doppio lavoro, al tavolo di impiegato della Pirelli...

Padano, Sergio Cofferati, almeno geograficamente, lo è di sicuro. Nato, anno 1948, a Sesto e Uniti, un paesino minuscolo in provincia di Cremona, figlio di un dipendente dell'Atm e nipote di un contadino diventato oste. In tasca ha un diploma non di maturità classica ma di perito meccanico, il suo primo lavoro è alla Pirelli Bicocca a Milano, entra come addetto al controllo dei tempi. Si iscrive al Pci, entra nel sindacato dei chimici Cgil, la Filcea; da qui inizierà quel percorso che lo porterà ai vertici dell'organizzazione. Nell'88 è segretario della Filcea, dal '90 membro della segreteria nazionale Cgil, nel '94 viene eletto segretario generale, succedendo a Bruno Trentin. Trent'anni di una cospicua carriera sempre indefettibilmente da moderato (in perenne dissenso con l'ala sinistra del sindacato, in specie con Bertinotti).

«E' di modi garbati; sta molto a sentire; parla con voce bassa; legge molto», così lo descrive Enrico Deaglio nella prefazione al libro di Luca Telese, "La lunga marcia di Sergio Cofferati" (Sperling&Kupfer). Ha camminato molto, il ragazzo taciturno che veniva da Sesto e Uniti. Oggi Luca Fontana dice di essere colpito dal rapporto che il Cinese ha con la musica «non naif, il suo è un amore esperto, informato, commosso. Ha un piede nella cultura popolare, un altro in quella raffinata, ha un vero interesse, il piacere di una competenza privata». E sa parlare per litote, ed ha fama di comunista "buono", di cigiellino aziendalista, di sindacalita "ragionevole" con il famoso sorriso. Il sorriso enigmatico di Sergio Cofferati.

Da sindaco di Bologna lavora senza orari e senza risparmio, ha un codazzo di giornalisti
davanti alla sua porta chiusa, è difficilissimo da incontrare (off limits anche per i suoi più stretti collaboratori, l'assessore alla Cultura Angelo Guglielmi compreso), non si sottrae ad incontri di ogni tipo con le associazioni e i centri cittadini. Gli vengono i tick se qualcuno discute le sue decisioni, i cittadini li rappresento io, avverte; e all'assessore alle politiche sociali nonché vice-sindaco Adriana Scaramozzino, che ha lamentato di non essere stata avvertita dello sgombero sul Lungo Reno, manda a dire: lei pensi alle donne e ai bambini, al resto ci penso io. E quando la polizia in assetto antiguerriglia va a cacciare tre-quattro studenti che hanno fatto un'occupazione, lui si fa vedere che va al supermercato, a far la spesa con la sua nuova compagna...

La città è sorpresa, i Ds tacciono, i movimenti civili sono in subbuglio, FI applaude.

Cofferati, dove sei?

Fonte: http://www.liberazione.it/giornale/051022/LB12D6E9.asp

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mah
by viviana Sunday, Oct. 23, 2005 at 9:23 AM mail:

mah, io la delusione la sento palpabilmente tra la gente di Bologna. Qui abbiamo solo cose da recriminare e nulla di cui vantarsi. Dal punto di vista della citta', nulla e' cambiato rispetto a Guazzaloca; dal punto di vista dell'immagine siamo al minimo comun denominatore.
Inevitabile quando si e' molto sperato e non si vede nulla delle promesse e delle speranze, si resta con l'amaro in bocca.
A Milano dicono che faranno la primarie, speriamo che i candidati siano molti e che dicano anche quali cose pratiche e fattibili si impegnano a fare per la citta'. Il fatto triste e' che, se ci fossero state le primarie anche a Bologna, Cofferati avrebbe stravinto lo stesso, tale era il suo carisma e tale era il sogno che sapeva creare. La democrazia e' un autoimbroglio. Se penso che il secondo punto dell'ex programma di Prodi era dare l'acqua a tutti i siciliani e che in Sicilia non ha mosso foglia.. e che ora l'uomo parte col favore alla Bolkestein, con la liberalizzazione esasperata che neanche Berlusconi.., non un niente di detto su come reperire fondi, su come eliminare sprechi, sulle energie alternative e l'ambiente, sulla questione morale....In fondo anche Berlusconi parti' con un eccellente programma (per non parlare di quello di Guazzaloca a Bologna) di cui non si e' visto nulla. Insomma, tra programmi che vengono accantonati, i voti alla fiducia senza programma (vedi primarie, i non programmi (vedi DS), i cattuvi programmi.... parlare di democrazia mi sembra una bella presa in giro.
Avete notato che nessun candidato ha speso una parola per dire cosa fara' per combattere la criminalita' organizzata?
E nemmeno per ripristinare l'equilibrio dei poteri, rendendo alla magistratura la sua autonomia?
Molto mi deludono tutti, ma piu' mi deludono quelli per cui volentieri farei il tifo perche' dovrebbero stare dalla parte dei deboli e degli onesti. Ma la parola 'dovrebbero' resta un'utopia.
Non ci sono piu' uomini con le palle. Ci sono solo servi dell'interesse. E, a quel punto, la differenze cominciano a diminuire e l'entusiasmo lo stesso.

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*
by * Sunday, Oct. 23, 2005 at 9:42 AM mail:

Ma se sapevate benissimo CHI era...

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x asterisco
by uno che ha l'abitudine di votare Sunday, Oct. 23, 2005 at 11:17 AM mail:

Asterisco, tu avrai capito tutto della vita ma noi poveri tapini no. Del resto c'è anche chi sostiene che Cofferati, Veltroni Bertinotti e Nunzio D'Erme sono la stessa spazzatura, chi rifiuta (o dice di rifiutare) per principio la democrazia delegata. E' chiaro che Cofferati ha deluso una sinistra che crede nell'impegno politico anche delegato, che va a votare e che non considera Prodi peggio di Berlusconi. Sicuramente l'azione di Cofferati non avrà colto di sorpresa un personaggio lungimirante (!) come proletario-roberto-maria-pmli.

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Cofferati;un funzionario stalinista della borghesia "rossa"
by Tiresia Sunday, Oct. 23, 2005 at 4:49 PM mail:

Niente di che stupirsi.
Sono prese di posizione e dichiarazioni in linea con il personaggio.
O qualcuno ha dimenticato le due paroline magiche con cui Cofferati,all'indomani del golpe occidentale in Kosovo, giustificava i bombardamenti sostenendo che si trattava di una "contingente necessità"?.
E così adempiva al mandato dell'estabilishment dell'ulivo mondiale e di baffetto D'Alema di tenere buoni i 5 milioni di lavoratori della CGIL (di cui era segretario) smorzando un potenziale di protesta fortissimo.
L'unico aggettivo per una cosa del genere è:ignobile.
Ma,appunto,Cofferati è un tipico esponente dell'ignobiltà stalinista.
Cinico e disposto ai voltafaccia e ai compromessi a seconda della bisogna in barba ai "valori" della sinistra.
Pochissimi anni dopo ,su mandato della dirigenza politica della sinistra,diventa il paladino antiberlusconiano e mobilita i milioni di persone in Piazza del popolo.
Sempre a disposizione.
Cinico e affidabile;ottimi requisiti per far carriera nel mondo liberista,anche a sinistra.
E col gusto del sadismo,in Kosovo come su questa vicenda bolognese,non riesce a frenare la crudeltà della lingua e le botte che si appresta a menare;ieri con le bombe,oggi sugli emigrati o gli assessori malcapitati che gli si mettessero di traverso.
Basta,un balordo come Cofferati non merita tanta favella ma lotta politica e opposizione .
E a Bologna bisogna continuamente ricordargli che ha fatto da paravento per il colpo di stato occidentale in kosovo e le migliaia di morti bombardati.
Mettetelo sempre nei volantini e ricordatelo alla gente.
ciao
Tiresia

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Aggiornamenti sull'"OPERAZIONE BOLOGNA"
by Tiresia Monday, Oct. 31, 2005 at 1:22 PM mail:

Adesso che è passato qualche giorno dai fatti si è accumulato un pò di materiale mediatico per capire l'"operazione Bologna".
Sì,perchè Cofferati alle sue scelte politiche di fondo,dà sempre una valenza che le oltrepassa e le inquadra in un disegno più generale,come fu appunto per il Kosovo e per la fase di rientro all'ovile ulivista dei movimenti nel biennio caldo 2001-2003.
La funzionalità-strumentalità dei suoi atti,nel caso di Bologna,è stata FINALIZZATA AL RECUPERO DI PORZIONI ELETTORALI DEL CENTRODESTRA DA PARTE DELL'UNIONE.

Questa cosa è stata esplicitata da Scalfari,il borghese illuminato, in un'intervista a Sky e ribadita da Cofferati stesso in un 'intervista alla trasmissione di Fazio ieri sera.
Cofferati ha dichiarato,quasi testualmente(vado a memoria):
"Io ho popolarità tra la gente e vorrei che anche i partiti si ricordassero di questo"

Il messaggio è chiarissmo:lasciatemi in pace,IO PORTO VOTI.
La manovra sulla "legalità" (già la parola scelta è simbolica delle paure dell'animo popolare italiano medio)è un'operazione voluta,e probabilmente studiata a tavolino da tempo.
Così si recupera quella parte un pò reazionaria del popolo di sinistra che aveva dato il voto a Berlusconi per paura dell'albanese ,del rumeno ecc,cioè di tutti i capri espiatori dell'angoscia dei poveri la cui vera causa è la crescente incertezza economica e la sempre maggiore precarietà professionale e,di conseguenza, esistenziale.
Il sistema economico non funziona e fa star male la gente?
Ecco pronta la proiezione dello zingaro,dell'extracomunitario ecc.
è un trucco vecchissimo,in altri tempi i fascismi lo fecero con gli ebrei.
Basta non toccare la vera causa del disagio:cioè il sistema economico capitalistico liberista.
Nella storia dell'umanità ,Cofferati e i suoi sponsor sono in buona compagnia.
Anzi,i suoi sponsor specialmente;lui è un povero funzionario sadico convinto dei princìpi.
Quelli come lui sono a bizzeffe;basta allungare la mano e ne trovi in quantità.
C'è sempre bisogno di sadici per fare il lavoro sporco;il sistema di potere funziona così da millenni.Gli si lascia mano libera alla bisogna.
Solo che chi si presta a questi lavori sporchi deve sapere una cosa;
che è responsabile di aver distolto l'attenzione della gente dalla luna e di aver imprigionato il dito.
E questo,nel campo dell'emancipazione socialista (cioè umana) è una delle cose peggiori che si possano fare.
Significa aiutare l'arretramento della coscienza del popolo assecondandone l'irrazionalità e la confusione.
Scambiano il 2-3 % di voti con l'abbruttimento delle coscienze e la legittimazione dell'intolleranzanei cuori delle persone.
Di questo ,sopratutto,è responsabile L'unione-Cofferati nel caso Bologna.

Ciao
Tiresia

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cofferratti ve se magna cor sugo
by dubbioso Monday, Oct. 31, 2005 at 1:58 PM mail:

Il bello è che perfino la rifondazione bolognese ha paura di andare seccamente contro cofferati: hai visto mai che quello scioglie il consiglio, si presenta con una sua lista e becca il 70% dei voti (perchè è di questo che si parla, mica di aria fritta) lasciando a bocca asciutta tutti i vari "professionisti della politica", che finchè trovano tre pischelli che credono ancora alle favole va bene, ma la politica è una cosa brutta e sporca?

del resto dopo che le masse hanno mandato a fanculo il "movimento" e dopo lo sfascio panziniano l'unica via è quello di fare un po' di casino prima delle elezioni, per aver almeno quattro lire da spartirsi in cambio della "calma sociale" (guazza docet).

altro che cileno e ruspe: la pagnotta, compagni, la pagnotta! (controprova: come mai rifonda non ha aderito alla assemblea del 2)

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