Diciassette rumeni fermati da carabinieri e polizia: 2 arresti e 7 portati al Cpt
Blitz contro le baracche
DA IL DOMANI
Cristiano Zecchi Alla fine il giorno dello sgombero è arrivato. Annunciato da oltre dieci giorni, ieri mattina alle 7 polizia e carabinieri hanno effettuato il blitz nelle baracche del Lungoreno. Due azioni, una in via Menganti e l’altra in via della Birra e nel pomeriggio, verso le 16.30, ultimo blitz in via Triumvirato, nella zona dell’aeroporto. Tre luoghi della disperazione dove, a pochi passi dal fiume, sorgevano baracche costruite con assi di legno, plexiglass ondulato come tetti e fogli di giornale per tappare i buchi da cui in questi ultimi giorni entravano correnti d’aria gelida. E fino a ieri mattina costituivano mini villaggi, il rifugio di molti rumeni, clandestini, persone che hanno fatto domanda di asilo politico o regolari. La maggior parte dei quali impegnati nei cantieri, a lavorare in nero. Le forze dell’ordine sono intervenute alle 7 di mattina, hanno preso una ventina di persone, molti altri sono scappati. Solo a fine serata si è saputo con certezza il risultato dell’operazione: i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale, hanno rintracciato quattro donne, romene, con figli piccoli. Tre di loro, dato che i bambini hanno meno di sei mesi, dopo essere state accompagnate in caserma per essere fotosegnalate, sono state rimesse in libertà come prevede la normativa sull’immigrazione. Una di loro invece, con un bimbo di otto mesi, è stata accompagnata in Questura dove le è stato notificato un ordine di espulsione e ha potuto lasciare il palazzo. Sono invece tredici i clandestini rintracciati dalla polizia: delle tredici persone (otto uomini, cinque donne, tutti romeni), due (un uomo e una donna) sono stati arrestati perchè inottemperanti ad un ordine del questore di lasciare l’Italia. Sette (cinque uomini e due donne) sono stati accompagnati al Cpt - centro di permanenza temporanea - di via Mattei, mentre altri quattro sono stati rimessi inlibertà perchè erano ancora nei termini temporali loro consentiti per il soggiorno in Italia, oppure perchè è stato loro intimato di lasciare il territorio italiano entro 5 giorni. Subito dopo le azioni delle forze dell’ordine sono entrate in azione le ruspe che hanno fatto piazza pulita delle baracche, raccolto i rifiuti dell’area e portati via con camion. Una spianata per evitare il riformarsi, in tempi brevi, di altre baraccopoli. Ma di accampamenti sul Lungoreno ce ne sono molti altri. Basta infatti superare il fiume, passando sotto il nuovo ponte dell’Alta velocità, per trovare una piccola comunità. Sono venti famiglie che hanno realizzato una piccola baraccopoli su un’area privata. Per ora sono sicuri, dicono che il proprietario della zona non li denuncerà, ma presto se ne andranno. Il freddo gli impedisce di rimanere lungo le rive del Reno e hanno deciso di tornare in Romania. Chi è riuscito a fuggire dai vari blitz ha trovato rifugio in altre baracche o, in attesa di decidere cosa fare, è rimasto a girovagare sulla via Emilia Ponente. Volti tesi, quasi increduli nella consapevolezza che dovranno trovare un altro riparo per la notte. In via della Birra l’azione di polizia era praticamente annunciata, venerdì scorso i consiglieri comunali erano andati a fare un sopralluogo per toccare con mano i problemi della zona e, inconsapevolmente, si sono trovati di fronte ad una baraccopoli. Il primo blitz, quello in fondo a via Menganti è stato fatto a pochi passi dalla sede di Rifondazione Comunista e in poco tempo sul posto è arrivato il segretario provinciale, Tiziano Loreti e il consigliere comunale Valerio Monteventi (presidente della commissione consiliare politiche sociali). A dar manforte sono intervenuti anche Roberto Panzacchi, consigliere dei Verdi e il compagno di partito Filippo Bortolini, vicepresidente del Quartiere Reno. Ma ormai era tutto finito e non è rimasto che decidere il da farsi, ma a livello politico.
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