Bologna, esplode la tensione in piazza tra studenti e polizia.
Esplode la tensione a Bologna e aumentano i problemi per Sergio Cofferati che ha scelto la linea dura. Circa cento ragazzi hanno cercato di entrare in consiglio comunale per interrompere la discussione sugli sgomberi delle baracche dei clandestini sul Lungoreno e per parlare del caro-casa a Bologna. Ma quando sono arrivati sul portone di Palazzo D'Accursio, verso le 17, hanno trovato polizia e carabinieri a sbarrargli la strada. E sono volate anche le manganellate quando gli studenti delle facoltà occupate (Lettere, Scienze politiche e Giurisprudenza) hanno provato a entrare lo stesso. Sono rimasti feriti tre studenti, due ragazze di scienze politiche e uno di lingue, e il segretario provinciale di Rifondazione comunista Tiziano Loreti, intervenuto per cercare una mediazione.
«Ci hanno impedito - ha detto Giuseppe, il portavoce degli studenti - di entrare in un palazzo pubblico. Abbiamo chiesto di parlare, ci hanno risposto con le manganellate». E sulla piazza sono riecheggiati slogan che richiamano ai movimenti del '77: «Bologna è rossa, ma rossa di vergogna», hanno gridato gli studenti davanti al Comune. I cori sono andati contro il sindaco e i ds sono andati avanti fino alle 19 quando il corteo si è sciolto.
Secca la replica di Cofferati, che ha commentato telegraficamente il rifiuto degli studenti di formare una delegazione: «Nonostante mi abbiano dato del fascista li avrei ascoltati. Evidentemente non erano interessati a parlare con il sindaco».
Sul portone dove erano asserragliati gli studenti è sceso anche il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri che ha invitato una piccola delegazione di studenti a salire per parlare con il sindaco. Gli studenti hanno rifiutato l'offerta e dopo alcune resistenze sono stati fatti entrare nel cortile del palazzo dove è continuata la protesta.
Gli scontri non fanno che inasprire il già rovente clima politico all'interno del centrosinistra bolognese. L'ala sinistra della maggioranza è infatti ai ferri corti con il sindaco che nei prossimi giorni presenterà un ordine del giorno sulla legalità che metterà alla porta i contrari, come ha sottolineato lo stesso Cofferati.
Dura la reazione di Rifondazione comunista «Una cosa fuori dal mondo. È incomprensibile come è stata gestita la situazione: il comune è un luogo aperto dove si possono anche esprimere delle critiche» tuona il capogruuppo Roberto Sconciaforni.ì dopo le cariche della polizia. Mentre il Pdci di bologna ribadisce «la necessità di non trasformare i conflitti sociali in questioni di ordine pubblico» e i cossuttiani, inoltre, fanno sapere con una presa di posizione della federazione provinciale, che «la linea da percorrere è quella del dialogo, dell'incontro e dell'ascolto tra forze politiche, amministrazione e movimenti rifiutando la logica del manganello e della violenza»
In consiglio comunale era in corso infatti la discussione sugli sgomberi e le demolizioni delle baracche dei clandestini romeni nei giorni scorsi sull'alveo del Reno, nel corso della quale il capogruppo Ds ha accusato Rifondazione «di avere incentivato un processo migratorio caotico e disordinato e di aver prodotto meno tolleranza e meno integrazione». Mentre i consiglieri del Prc erano impegnati nel trovare una mediazione fra Comune e manifestanti è stato il capogruppo del “Cantiere-Società civile”, Serafino D'Onofrio, a proporre con una mozione d'ordine l'interruzione dei lavori. Ma la proposta è stata respinta da Ds, Margherita e centrodestra, così il consiglio è proseguito normalmente.
«Questa situazione - ha detto D'Onofrio - crea un'ulteriore frattura nella maggioranza» e che inevitabilmente assume un rilievo nazionale. La parlamentare Prc Titti De Simone ha parlato infatti di «clima repressivo» e il coordinatore dei Verdi Paolo Cento ha ammesso che quella di Bologna è ormai una questione nazionale. E martedì mattina è già prevista la manifestazione studentesca in piazza Maggiore nel corso della quale il sindaco di Bologna Sergio Cofferati affiancherà inevitabilmente il ministro Letizia Moratti nelle fila dei «nemici». Comunque un problema a sinistra e non solo.
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