Dopo le cariche anti-uova di venerdì la polizia sgombera un liceo della capitale.
Secondo sgombero in meno di una settimana per il liceo scientifico Democrito a Casal Palocco, alla periferia ovest della capitale. Ma questa volta l'intervento della polizia (iniziato alle 23 circa) è stato duro e, secondo le testimonianze degli studenti, all'interno della scuola sarebbero avvenuti episodi gravi. Un ragazzo di 17 anni, che chiameremo M., ha raccontato di essere stato fatto spogliare completamente davanti agli altri e in presenza di una poliziotta, e di essere stato poi costretto a fare delle flessioni. La questura in serata smentisce solo le flessioni. Il bilancio dell'azione degli agenti del commissariato di Ostia è di sei ragazzi (tutti minorenni tranne uno) fermati e denunciati per lesioni a pubblico ufficiale e tre agenti feriti (4 giorni di prognosi). Sono stati sequestrati due passamontagna, una catena e un narghilè.
«Ero entrato da 10 minuti con un mio amico maggiorenne che poi è stato fermato con me - racconta M. - perché come rappresentante di istituto dovevo controllare le condizioni della scuola. Non ero nemmeno a favore di questa occupazione. Poi ho visto arrivare la polizia che ci ha bloccati in sei. Ci hanno portati in una stanza e fatto mettere in ginocchio, faccia al muro e a mani alzate. Un poliziotto si è avvicinato e mi ha chiesto i documenti: ho risposto che non li avevo e lui mi ha dato uno schiaffo. E poiché le mie mani non erano sufficientemente in alto me ne ha dato un altro». Ma il racconto di M. prosegue: «Mi hanno perquisito ma non hanno trovato niente, poi un agente mi ha ordinato di spogliarmi e di tirare giù anche le mutande. All'interno della stanza c'era anche una donna poliziotto. Poi lo stesso agente mi ha detto di fare cinque flessioni. Io non ho capito bene, e ho iniziato a fare delle flessioni. Nel frattempo lui si era distratto perché stava chiedendo alla donna di lasciare la stanza. Poi si è girato di nuovo verso di me e mi ha detto di rivestirmi. Dopo pochissimi minuti sono arrivati i miei genitori che erano stati chiamati insieme a quelli degli altri minorenni. A loro la polizia non ha riferito dell'episodio, sono stato io a raccontarlo». Tutti sono stati rilasciati dopo l'identificazione.
La nuova occupazione, partita dopo le cariche di Viale Trastevere, era cominciata con la chiusura delle entrate dell'istituto, compreso il cancello di ingresso al cortile perimetrale (sembra con una catena). Qui si trova l'abitazione del custode Santino: la sua «liberazione» sarebbe stata l'unico motivo dell'intervento della polizia.
«Ci hanno detto che entro due minuti avremmo dovuto andare via - racconta un altro studente, C., che era all'interno -. Non hanno voluto parlare con noi, come invece era successo durante il primo sgombero. Ma non erano gli stessi poliziotti».
La maggior parte dei giovani sarebbe scappata dall'uscita di emergenza al terzo piano, solo una ventina sarebbe rimasta all'interno. «Mentre fuggivo con gli altri - continua C. - ho visto un agente che tentava di sfondare un vetro con il calcio del fucile, senza successo. In tutto erano forse sei poliziotti, compreso uno che filmava. Non so come, ma poi sono riusciti ad entrare e, nel caos e fuggi fuggi generale sei sono rimasti bloccati».
Naturalmente le versioni degli studenti e quella della polizia non combaciano: secondo la questura gli agenti sarebbero stati aggrediti con un lancio di sedie e avrebbero fermato i presunti autori del gesto.
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