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Nel mirino di Cofferati c’è l’Unione più che i lavavetri
di Ok. Tober
Non credo che si possa valutare a pieno l’iniziativa di Cofferati senza cogliere l’intenzione politica che la muove. L’accelerazione che ha impresso alla sua iniziativa “securitaria” con l’invio delle ruspe a spazzare le baracche e le tende degli immigrati di Rivareno. Il clamore che ha voluto dare all’iniziativa. L’atteggiamento provocatorio che sta tenendo verso la sinistra della sua coalizione ed in particolare verso Rifondazione Comunista, sono parte di una battaglia politica che hanno per oggetto il carattere e l’identità dell’alleanza del centro-sinistra.
La retorica sulla legalità, peraltro discutibile in sé per come è agitata, appare del tutto sproporzionata rispetto ai problemi concreti che vengono sollevati.
Anche in questi giorni ci troviamo a riflettere sul pericolo che una intera regione, come la Calabria, venga definitivamente sottratta al controllo dello Stato e consegnata alla criminalità mafiosa, di un governo che si avvia ad approvare la “salva-Previti”, circolano proposte di nuovi condoni, l’assassinio di Calipari in Iraq è sottratto a qualsiasi possibilità di perseguirne i responsabili, ecc. A fronte di tutto questo, l’iniziativa di Cofferati pone al centro del problema della legalità e del suo rispetto, i lavavetri di Bologna che infastidirebbero gli automobilisti. Possiamo davvero prender sul serio una simile tesi?
Dobbiamo farlo, naturalmente, innanzitutto perché a valle delle iniziative di Cofferati, ci sono esseri umani in carne ed ossa, le cui condizioni di vita già pessime risultano inutilmente, e un po’ vigliaccamente peggiorate, da questi atti. Ma per il sindaco di Bologna questi sono solo stracci che volano, a latere della costruzione di una strategia politica.
E questa strategia non riguarda i lavavetri, ma riguarda l’Unione, l’alleanza che si è costituita non senza difficoltà tra la sinistra moderata e la sinistra alternativa e che si propone come alternativa alla destra di Berlusconi. Gli equilibri tra le varie componenti di questa alleanza sono necessariamente difficili ed anche instabili. La scommessa della sinistra alternativa è che il senso comune del paese e soprattutto di quella parte che sostiene il centro-sinistra sia oggi più avanzato di quanto non fosse nel ’96: sulla guerra, sul rapporto privato/pubblico nell’economia, sulla precarietà del lavoro ecc.
Ed è questo che preoccupa Cofferati, la cui idea di centro-sinistra non solo è fortemente ancorata sul versante moderato, ma vede come il fumo negli occhi la possibilità che la sinistra alternativa possa modificarne l’agenda politica e l’identità complessiva. Per questo ha scelto il terreno “securitario” per aprire lo scontro, sapendo bene che Bologna diventa immediatamente un caso nazionale. E’ questo un terreno su cui l’Unione può modificare il proprio asse politico intercettando voti moderati o apertamente reazionari e mettendo sulla difensiva la sinistra. In questo modo la si vuole rendere marginale o costringerla alla rottura.
Le ruspe di Cofferati non servono solo a demolire le baracche degli immigrati ma ha riscrivere il programma dell’Unione. E lo fanno non nei convegni o nei cenacoli dei gruppi dirigenti ma nel senso comune e nella materialità dei rapporti sociali. Credo che il suo obbiettivo sia anche rappresentare la sinistra alternativa e in particolare Rifondazione Comunista come un partner rischioso perché non subalterno, all’interno della futura alleanza del centro-sinistra. Non è un caso che Cossutta, da vecchio mestierante della politica d’apparato, sia subito intervenuto a spalleggiarlo. (Scaricando il PdCI bolognese, da cui sembravano emergere posizioni più critiche, ma anche il verde Cento con cui pure dovrebbe costruire la cosiddetta “lista Arcobaleno”, lista da cui evidentemente possiamo attendercene per definizione di tutti i colori).
Cofferati è ben consapevole che c’è nel popolo di centro-sinistra una forte tensione unitaria, espressa chiaramente dalle primarie, che pone al primo posto l’obbiettivo della cacciata di Berlusconi. Per questo ritiene di poter mettere in difficoltà Rifondazione Comunista, cercando di farla entrare in contraddizione con questa aspirazione profonda nell’elettorato del centro-sinistra. Per lo stesso motivo Rifondazione dovrà sapersi muovere coniugando fermezza nei contenuti e abilità tattica.
Per un certo periodo il sindaco di Bologna era stato rappresentato, contro l’evidenza della sua storia e della sua cultura politica, da una parte della sinistra, anche radicale, come la speranza per guidare un centro-sinistra più avanzato nei contenuti. Sembrava la stella polare, era solo una stella cadente.
Di : Ok. Tober mercoledì 26 ottobre 2005
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