Finanziaria: approvato decreto fiscale, esenzione Ici per chiese
ROMA - Via libera dalla Commissione Finanze del Senato al decreto legge fiscale collegato alla finanziaria. La principale modifica riguarda l'emendamento che esenta dal pagamento dell'Ici gli immobili utilizzati per attivita' commerciali di proprieta' della chiesa, delle altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato e delle organizzazioni No-profit. (Agr)
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Quanto ci costa il vaticano spa di Romano Nobile (ARES)
- " Silvio salvaci dall'ICI" - Contributi statali alle scuola private - Le cifre dell'evasione (illegale o legalizzata)
"Silvio salvaci dall'ICI" Una sentenza della Corte di Cassazione depositata l'8 marzo 2004, ha avuto nel mondo ecclesiastico, in quello degli istituti religiosi, delle cliniche gestite da suore, delle palestre delle parrocchie etc... l'effetto di un vero e proprio terremoto. La sentenza ha stabilito che anhce un Istituto religioso gestito dalle Suore del Sacro Cuore dell'Aquila dedito fin dall'Ottocento all'assistenza di anziani, bambini ed emarginati, non doveva essere più esentato dal pagamento dell'ICI (imposta comunale sulgi immobili) da quando, negli anni 90 aveva fatto pagare una piccola retta agli ospiti della casa di cura. La nuova attività doveva infatti essere considerata come una comune attività commerciale di tipo imprenditoriale, per cui le suore erano tenute a versare al Comune ben 70 mila euro di tasse arretrate. Al massimo poteva essere concessa una dilazione del pagamento. Rispetto alla previsione dell'art7 della legge istitutiva dell'ICI, i Giudici della Corte non hanno fatto altro che interpretare la norma in modo corretto. Per ottenere l'esenzione dall'I)CI nonn batsa essere formalmente ente non commerciale. Perchè se questo ente esercita di fatto attività commerciale, facendo pagare rette di ospedali, rette scolastiche, contributi per esercitare attività sportive etc... l'immobile dove tali attività si svolgono non può beneficiare dell'esenzione dell'ICI. Ed essendo la sentenza della Cassazione di tipo interpretativo, l'applicazione dell'ICI può riguarder anche gli anni precedenti9 al ricorso. La notizia fatta circolare in tutta la penisola dall'ANCI l'associazione Comuni italiani, ha fatto scattare l'allarme. Scuole materne ed elementari, cliniche e centri sportivi, licei e università religiosi, rappresentano com è noto i pilastri della costruzione materiale della Chiesa.Le sterminate proprietà immobiliari, erano stato finora oggetto di limitatissime attenzioni da parte dei sindaci. Ma i recenti tagli alle risorse risvegliano l'appetito degli enti locali, per i quali la sentenza apriva nuovi orizzonti. Come sottolinea "L'Espresso" in un articolo in un articolo di Luca Piano (n. 18 del 12 maggio 2005) lapreoccupazione del mondo cattolico e del Vaticano è arrivata a Palazzo Ghigi, pertanto il premier Silvio Berlusconi e l'ex ministro dell'economia corrono immediatamente ai ripari inventandosi una norma ad hoc che rappresenta un vero e proprio blitz a favore degli enti ecclesiastici colpiti dalla Cassazione. L'art. 17 comma 2 del disegno di legge 5736 denominato " Piano di azione dello sviluppo econmico" facente parte del 'pacchetto sulla competitività, recita infatti in cinque righe, inserite surrettiziamente, che l'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili (ICI) per gli immobili utilizzati dagli enti non commerciali, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali,ricreative e sportive, rimane applicabile anche qualora questi svolgono anche attività commerciale. Negli atti parlamentari si precisa che la relazione tecnica allegata all'articolo in questione, non fornisce elementi al riguardo,mentre la relazione di accompagnamento si limita a precisare che tale norma riveste natura interpretativa (anche la sentenza della cassazione era interpretativa, ma esattamente in senso contrario). In fondo Berlusconi e Siniscalco, nello spirito del disegno n. 5736 non fanno altro che incentivare la Chiesa ad attivare il commercio. La formulazione della norma prevede anzi di allargare l'esclusionetotale del pagamento dell'ICI, finora riservata alle attività religiose e no profit, a tutte le associazioni fondazioni (non solo religiose) che operano anche con scopo di lucro, in settori come la sanità, l'istruzione, l'ospitalità, lo sport. Saranno in molti a tirare un respiro di sollievo. Intanto molti Comuni , da Roma ad Assisi, da Genova a Milano avevano iniziato ad inviare alle scuole religiose le prime cartelle esattoriali per decine di migliaia di euro. E il comma inserito nel disegno di legge sul Piano di azione per lo sviluppo economicocomincia ora a preoccupare i sindaci di molti comuni italiani. E non solo, perchè la nuova legge, interpretativa delle norme precedenti in materia, estendendo l'estensione ad associazioni anche non religiose che esercitino attività di ospitalità, istruzione, sanità, sport, aggraverebbe i bilanci dei Comuni. Gli enti locali sarebbero infatti costretti a restituire le somme pagate fino a tre anni prima dalle nuove strutture incluse nel disegno di legge come esenti dall'ICI dal governo Berlusconi bis.Attualmente approvata...
I contributi statali alle scuole private
Con due successivi Decreti rispettivamente Direttoriale e dirigenziale, emanati in data 25 settembre 2003 e 19 dicembre 2003, il MIUR rende noto l'elenco delle scuole secondarie di primo e secondo grado legalmente ricosnociute, pareggiate o paritarie- ammesse per l'esercizio finanziario 2003 al finanziamento di progetti " miranti alla elevazione dei livelli di qualità ed efficacia delle attività formative". Mentre il Decreto direttoriale del 25 settembre individua un primo elenco delle scuole che hyanno visto finanziati i propri progetti con le relative somme attribuite, quello successivo dirigenziale, a seguito di una ulteriore integrazione di fondi disponibili, contiene un elenco di scuole e finanziamenti aggiuntivo al primo. Pertanto gli importi complessivi stanziati per l'esercizio finanziario 2003 è rappresentato dalla sommatoria dei due totali pari 7.889.484 euro assegnati a fronte di 8671.198 disponibili (cfr. circolare ministeriale n.82 del 6 novembre 2003). La parte del leone nella acquisizione di questi fondi è svolta nell'ordine dalle scuole di Lombardia, Lazio, e Veneto, alle quali il piano di ripartizione dedi fondi 2003 assegna le quote più alte. E' noto come la maggior parte di queste scuole sia di gestione cattolica.
Le cifre dell'evasione (illegale o legalizzata)
L'espresso n.18 del 12 maggio 2005 ha riportato numerose cifre per la famigerata ICI(imposta comunale sugli immobili) che i comuni dopo la sentenza della Cassazione, avevano iniziato a pretendere, inviando la cartella esattoriale agli enti ecclesiastici che esercitavano attività commerciale o imprenditoriale. Ora, prendendo come base di calcolo la cifra media di 80.000 euro (che rappresenta una delle più base citate) è possibile effettuare una simulazione dell'ammontare dell'ICI che complessivamente poteva essere recuperata dai Comuni Italiani qualora non ci fosse stato il blitz di Berlusconi. A tal fine abbiamo cercato di calcolare, sulla base della vecchia inchiesta dell'Europeo e di un comune elenco telefonico, quanti in concreto possano essere gli enti ecclesiastici in italia, cominciando dalla capitale Roma. Infatti le statistiche ufficiali del Ministero dell'Interno che parlano di circa 32.000 enti, comprendendo soltanto gli enti ecclesiastici riconosciuti dallo Stato, appaiono limitative. Ignorano infatti gli enti e le associazioni religiose non riconosciuti e non dotati di personalità giuridica anche se concretamente operanti sul territorio. A Roma gli enti religiosi che non pagano tasse in base al Concordato ed alle leggi successive sono i seguenti:
Istituti suore 400 (vedi pag. 2459 dell'attuale elenco telefonico) parrocchie 300 (pag, 632) scuole cattoliche 250 ( vedi elenco) cheise non part. 200 " " case generalizie 200 " " istituti religiosi 90 " " missioni 50 " " case di cura 55 " " collegi 43 " " monasteri 30 " " case di riposo 20 " " seminari 20 " " ospedali 18 " " conventi 16 " " oratori 13 " " confraternite 10 " " case procure 10 " " ospizi 6 " " Totale 1731 (da arrotondare a 2000 considerando il sommerso). Da notare che fra i 2000 immobili sono ricompresi il vastissimo Ospedale Gemelli con annessa università, nonchè l'enorme complesso di Radio vaticana attualemnte sotto processo a causa dei danni elettromagnetici provocati dalle sue antenne di Cesano. Tendendo presente l'incidenza della popolazione di Roma in relazione al totale della popolazione italiana, abbiamo quindi stimato approssimativamente in circa 50.000 il numero degli immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia., cifra che è puramente indicativa ma che è certamente più vicina alla realtà della cifra data dal Ministero. Da rilevare sopratutto che ciascun ente ecclesiastico può essere titolare di più i9moobili.
Pur essendo arduo calcolare esattamente gli stabili irregolari in base alla sentenza di Cassazione citata, anche perchè molti non risultano neanche censiti dal catasto, si è stimata una cifra sicuramente non lontana dalla realtà, di circa 30.000stabili sparsi in tutta Italia, che hanno eluso illegittimamente l'ICI perchè vi si esercitava un'attività commerciale.
Ebbene l'ICI evasa dai 30.000 enti ecclesiastici che esercitavano ed esercitano altre attività di tipo commerciale o imprenditoriale risulterebbe di circa 2miliardi e 400milioni di euro, cifra media ottenuta moltiplicando 80.000 euro (richiesti da qualche comune dopo la fami9gerata sentenza di Cassazione) per i 30.000 stabili considerati. Ma naturalmente non c'è solo l'ICI... All'ICI bisognerebbe aggiungere l'ammontare dovuto per tutte le altre imposte evase legalmente, sia statali, che comunali (irpef,iva,imposta comunale incremento di valore aggiunto etc..) nonchè per tutte le altre deduzionibenevolmente concesse ad enti ecclesiastici riconosciuti e non riconosciuti. ( Si precisa che in questo caso si è tenuto conto della cifra di circa 40.000, inferiore a 50.000 che riguardava il numero degli immobili ). LA somma complessiva dell'evasione illegale e di quella legalizzata, considerando soltanto gli ultimi dieci anni e per 4.000 euro ad istituto, nonsarebbe inferiore a 3miliardi e 600.000milioni di euro (pari a circa 6000 miliardi di euro). Per il Governo, preso alla gola dalla crisi finanziaria, "creativa" potrebbe essere una buona opportunità di far cassa, Ma il sopraggiunto blitz perpretato da Berlusconi bis ed eventuale modifica del Conordato, non è certo un dogma di buona fede.
Per concludere occorre precisare che in questo dossier sono stati elencati soltanto i casi più eclatanti. L'opacità che domina incontrastata nelle finanze del "piccolo" Stato Vaticano, fanno ritenere che ci sia ben altro, come del resto hanno dimostrato alcuni libri sull'argomento, tra i quali spicca "I mercanti del Vaticano" Mario Guarino. Proprietà immobiliari, attività bancarie, imprese industriali, monopolio dell'assistenza e dell'istruzione privata, questo il colossale fardello del nostro paese. Ed occorrerebbe indagare su molti capitoli del bilancio dello Stato per calcolare l'incalcolabile: a quanto ammontano finanziamenti e contributi pubblici destinati individualmente agli enti ecclesiastici a vario titolo (come ad esempio per costruzione o restaurazione di beni di culto, o per finanziare attività di assistenza e di istruzione). E si dovrebbe approfondire quanto ci sia costato e costa all'Italia il non aver potuto mai affrontare con prospettive di successo le varie riforme sulla casa, sull'istruzione e sulla assistenza sanitaria. Sicuramente non si disconoscono le grandi opere e le iniziative per i paesi poveri intraprese dalla Chiesa, non chè la diffusione della fede e della pace nel mondo. Ma qui la questione e un'altra: può definirsi laico, uno stato come l'Italia che oltre ad accettare continue interferenze sulla sua politica dalla Chiesa Cattolica, su materie ceh entrino in conflitto con la morale e con i dogmi religiosi (vedi referendum sulla fecondazione assistita con il pesante intervento della CEI e del pastore tedesco sulle votazioni) si affanna a legittimare ogni volta privilegi ed elusioni, per beni del Vaticano gestiti in Italia e come nel caso delle scuole religiose private, già finanziati con copiscui contributi statali? Privilegi che naturalmente vanno a danno dei cittadini Italiani quasi sempre inconsapevoli.
Riferimenti bibliografici: Altamore, I predoni dell'acqua, ed. San Paolo Mario Guarino, I mercanti del Vaticano, Kaos edizioni Eugenio Scalfari, La Repubblica, 01/o6/2005 Luca Piana, Sant'ICI fa la grazia, L'Epsresso, 12/06/2005 mArcinkus
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