Quella notte al San Paolo...
Giovedì 3 Novembre nelle aule del Tribunale di Milano si celebrerà la prima udienza del processo per i fatti del San Paolo 2003. Era il 16 Marzo quando, in una strada del quartiere Ticinese, un gruppo di neofascisti aggrediva e accoltellava quattro ragazzi dei centri sociali milanesi. Tra questi Davide Cesare "Dax", ferito gravemente, veniva trasportato d'urgenza all'ospedale San Paolo, e noi, i suoi amici e compagni, raggiungevamo il Pronto Soccorso per sapere qualcosa sulle sue condizioni. Alla notizia della morte di Davide scoppiavano dolore e disperazione mentre, inspiegabilmente, il numero di poliziotti e carabinieri presenti cresceva, come ad assediare l'ingresso dell'Ospedale. Una presenza, quella delle forze dell'ordine, che si faceva sempre più pressante ed invadente prima con provocazioni ed insulti, poi con spintoni e manganellate. In breve la situazione degenerava con violente cariche fuori e dentro il Pronto Soccorso, una caccia all'uomo al grido di: "Vi ammazziamo tutti", "Comunisti bastardi"... Hanno spaccato teste e denti, picchiando le persone mentre erano ammanettate a terra e, con anfibiate, manganellate, radio di servizio, mazze da baseball, hanno rotto nasi, zigomi e braccia. Il giorno successivo la Questura di Milano motivava il feroce intervento dichiarando che "non potevano permettere che portassimo via la salma...". Una tesi ridicola quanto insussistente.
Abbiamo ricostruito le dinamiche di quella notte attraverso testimonianze nostre e del personale medico-sanitario, fotografie e referti; una ricostruzione comprovata anche da un ignaro abitante dei palazzi di fronte che, con la sua piccola telecamera ha immortalato le sequenze del pestaggio di un nostro compagno immobilizzato a terra. Oggi sul banco degli imputati siedono quattro amici e compagni di Dax accusati di resistenza, lesioni e danneggiamento, tre tra poliziotti e carabinieri, due dei quali identificati grazie alle riprese amatoriali.
Non riponiamo fiducia nell'operato della magistratura e non ci interessano le denunce dei singoli agenti. I picchiatori presenti quella notte rappresentano solo la manovalanza di meccanismi complessi di repressione e controllo. La responsabilità di quanto è accaduto è da ricercare in coloro che legittimano, coprono e fomentano questa involuzione autoritaria nella gestione dell'ordine pubblico. Abbiamo chiamato quindi in causa direttamente il Ministero degli Interni e della Difesa.
La mattanza che si è consumata a Milano la notte del 16 Marzo 2003 non è tanto diversa dagli scenari della scuola Diaz a Genova o dalle strade di Napoli del 2001. Una brutalità poliziesca che abbiamo visto in azione recentemente a Roma contro il corteo studentesco del 25 Ottobre o a Bologna la settimana precedente. Una modalità che si va riproponendo e riproducendo nelle diverse situazioni di conflittualità politica e sociale, che si consolida nella quotidianità dei Centri di Permanenza Temporanea, nelle varie questure o caserme disseminate nel territorio, mietendo vittime che, il più delle volte, non hanno possibilità di denuncia.
Questo processo rappresenta l'ultimo atto di quella tragica notte. Essere presenti, attenti e solidali durante le udienze è importante, al di là del fatto specifico, per mettere in discussione l'operato delle forze dell'ordine in termini più generali. Saremo presenti in aula al fianco di compagni imputati, portando la nostra verità e ricacciando le accuse ai mandanti politici di quell'aggressione poliziesca.
Giovedì 3 Novembre ore 9,00 Tribunale di Milano (tribunale 4, terzo piano, lato via Manara)
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