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Napoli: detenuto a Secondigliano si lascia morire di fame
Il Mattino, 4 novembre 2005
Cinque giorni di ricovero, alla terapia intensiva del Cardarelli, non sono valsi a tentare di rimediare ai danni che la privazione volontaria di cibo gli ha causato: Pietro Del Gaudio, 44 anni, detenuto in carcere a Secondigliano dal 17 agosto, è morto ieri nella tarda mattinata in ospedale. La causa è da ricercarsi nello sciopero della fame che il detenuto, secondo quando è stato possibile apprendere, aveva iniziato ai primi di ottobre. E il ricovero risalirebbe, come detto, a 4 o 5 giorni fa. Sarà il magistrato della procura che ha in carico l’inchiesta ad accertare come mai il ricovero in ospedale è stato deciso dopo tanto tempo. Il motivo della protesta del detenuto sarebbe da ricercare nelle precarie condizioni igienico-sanitarie del carcere di Secondigliano, del padiglione di detenzione dov’era stato rinchiuso. Ma vi sarebbero anche altre motivazioni, che trapelano dalle mura dell’istituto di pena: radio-carcere, fra mille difficoltà, fa sapere che da un certo periodo di tempo v’è stato un aumento considerevole dei prezzi per le spese fatte all’interno della struttura carceraria. Notizie che difficilmente possono essere verificate.
Pietro Del Gaudio venne arrestato, come detto, il 17 agosto: si trattava di un’inchiesta, compiuta in tandem da squadra mobile e commissariato di Pompei, su una gang di estorsori: 2000 euro a imprenditori ortofrutticoli della zona tra Pompei e Castellammare per la "tranquillità estiva": fu incendiato anche un autocarro al mercato generale di Castellammare. Cinque gli arrestati su decreto di fermo del pm: tra loro c’era anche Del Gaudio. E il suo nome compare nel dispositivo di condanna per la "banda degli estorsori al mercato dei fiori di Pompei". I giudici della quarta sezione lo condannarono a 5 anni di carcere. E, in attesa di appello, ritornò libero per poi essere arrestato ad agosto. Un estorsore in servizio permanente nel gruppo di Ferdinando Cesarano, "Nanduccio ‘e ponte Persica", noto per la sua rocambolesca evasione dall’aula bunker del Tribunale di Salerno, boss indiscusso dell’area pompeiano-scafatese. Da ieri la salma è a disposizione del perito settore per l’autopsia, importante passaggio medico legale per accertare la verità.
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