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PARIGI, si sta' diffondendo in tutto il centro parigino la rivolta dei giovani... |
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by InfoLotta
Sunday, Nov. 06, 2005 at 12:52 PM |
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Si sta allargando il fronte degli scontri in tutto il sottoproletariato parigino ....
Per la decima notte consecutiva, atti vandalici e violenze urbane sono segnalati nella cintura periferica parigina, in provincia e nella stessa capitale.
Le autorità di polizia hanno annunciato che sono state fermate oltre 300 persone.
Nella notte, sono state almeno 1400 le vetture date alle fiamme complessivamente in tutto il Paese, mentre per la prima volta sono arrivate notizie di violenze anche dall'area mediterranea della Francia, realizzando le preoccupazioni dei politici francesi del cosidetto "rischio" allargamento della rivolta giovanile...
Le notizie di disordini si estendono dalla Normandia - dove, ad Evreux, sono state incendiate almeno 50 vetture, parte di un centro commerciale un ufficio postale e due scuole - al Mediterraneo. Cinque agenti e tre vigili del fuoco sarebbero rimasti feriti mentre lottavano contro il fuoco. Il governo Villepin ha dato il via a una serie di riunioni per fronteggiare una situazione sempre più complicata. Al termine di una di tali riunioni (che aveva visto la partecipazione di otto ministri), Sarkozy ha detto che il governo è "unanime sulla fermezza".
Per il ministro dell'economia, Thierry Breton, "oggi la priorità è, chiaramente, il ritorno ad una vita normale". Inoltre, il ministro delegato per la coesione sociale e la parità, Catherine Vautrin, ha ricevuto ieri pomeriggio i sottoprefetti dell'Ile-de-France. Nel dipartimento Seine-Saint-Denis, le autorità riferiscono di numerosi veicoli dati alle fiamme, mentre un incendio di notevoli dimensioni ha distrutto un locale ginnasio a Noisy-le-Grand. Secondo la prefettura, un giornalista sarebbe stato aggredito a Aubervilliers.
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La rivolta si estende, molotov nel centro di Parigi
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collettivo jacquerie Sunday, Nov. 06, 2005 at 1:15 PM |
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Oltre mille auto distrutte e oltre trecento persone fermate Lanciata una bottiglia incendiaria a Place de la Republique Francia, la rivolta si estende molotov nel centro di Parigi
PARIGI - Quasi 1.300 automobili distrutte (554 fuori dalla regione parigina) e 312 persone fermate: queste le cifre della decima notte di violenze nei sobborghi parigini e in provincia. Si tratta del bilancio più consistente dall'inizio degli scontri, anche se le cifre della direzione generale della polizia nazionale restano ancora provvisorie. La rivolta si è ormai estesa ad altre città della Francia e, per la prima volta, ha colpito nel centro della capitale: a Place de la Republique è stata gettata una bottiglia molotov contro alcune automobili, quattro vetture hanno preso fuoco. Incendi di automobili e cassonetti in varie città, da Nantes a Rennes a Rouen, e anche a Lione e a Tolosa: qui, alle 23 di sabato, i vigili del fuoco avevano già risposto a una trentina di chiamate per roghi.
A sudest di Parigi due scuole sono state date alle fiamme così come una quindicina di automobili e una ditta di riciclaggio della carta, mentre nella periferia nord della capitale, a Noisy-le-Grand, è stato incendiato un liceo.
A Corbeil-Essonnes, nell'area a sud di Parigi, un'auto è stata usata come ariete per sfondare l'ingresso di un ristorante della catena McDonald: gli occupanti della vettura hanno poi incendiato il locale, provocando il crollo del soffitto. A Drancy invece, nella banlieue nord di Parigi, due ragazzi di 14 e 15 anni che tentavano di incendiare un camion sono stati bloccati dagli abitanti del quartiere e consegnati alla polizia.
Il ministro francese dell'Interno Nicolas Sarkozy si è riunito ieri sera con i responsabili delle forze dell'ordine per rafforzare il dispositivo di sicurezza. E al termine dell'incontro, ha ribadito chetutto il governo è unito intorno alla slogan "Fermezza e giustizia". (6 novembre 2005)
www.repubblica.it
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cOME UN RITMO DI RIVOLTA
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da "il manifesto" Sunday, Nov. 06, 2005 at 3:19 PM |
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Come un ritmo di rivolta La storia dei rapper che da anni in Francia raccontano scontri e tensioni sociali PAOLO FERRARI La scena più suonata del film L'odio di Mathieu Kassovitz è quella in cui il giovane disc jockey Cut Killer rivolge i giganteschi altoparlanti del suo impianto verso la strada e suona a volume irragionevole un pezzo di Krs-One, nume tutelare del rap statunitense. È il suono lacerante di una sirena, sono i primi secondi di The Sound of Da Police. In quella colonna sonora c'era un altro pezzo, a firmarlo uno dei gruppi più arrabbiati della scena hip hop, i Ministère Amer.: Sacre fils de poulet, un gioco di parole, innocua (non era ancora tempo di allarme aviaria) celebrazione di un immaginario sacro «figlio dei polli». In realtà si legge esattamente come «Sacrifice de poulé», che in slang «sacrifica poliziotti». Processi, censure, sospensione del gruppo dalla programmazione radiofonica. Era il 1995. Passi, primo rapper della squadra, disse anche di non capire perché se la prendessero proprio con quella canzone, quando due anni prima nessuno si era lamentato per un altro pezzo scritto da lui, Brigitte femme de flic. L'ottima Brigitta, ci spiegava il rapper di passaggio a Torino, era la moglie di un poliziotto; nel quartiere i ragazzi si davano un gran daffare a tenere impegnate le forze dell'ordine, così il marito era sempre in giro e lei poteva ricevere indisturbata la visita dei riottosi maschi della zona, che a turno lasciavano malaffare per il piacere. Immancabili i gemiti del caso. Rap, sempre rap; rabbia, sempre rabbia. E censure a produrne di nuova. Sabato 16 novembre 1996 Libération dedica la prima pagina al gruppo Ntm, un nome come un altro: significa Nique Ta Mère, fotti tua madre. Il titolo è Le rap au trou, il rap alla sbarra. I due leader del gruppo, Kool Sheen e Joey Starr, sono stati condannati il giorno prima dal tribunale di Tolone a sei mesi di carcere, tre dei quali da scontare realmente, e a sei mesi di interdizione dall'esibirsi in pubblico in Francia. Avrebbero insultato i poliziotti intervenuti a un loro concerto: l'ultima condanna del genere in Francia, spiega il quotidiano, risaliva al 1881.
Le periferie di Francia hanno portato nell'hip hop nazionale le loro tensioni soltanto a partire dall'inizio degli anni `90, prima la Zulu Nation e lo scratch erano roba per studenti del ceto medio. Dentro la scena sono in seguito cresciute le costole più legate all'immigrazione, come se dopo essersi sentiti tutti francesi, da una decina di anni a questa parte i ragazzi avessero abdicato nei confronti di quel diritto di cittadinanza, così duramente conquistato da nonni e genitori. C'è voglia di identità africana: i Bisso Na Bisso (ancora Passi di mezzo) lavorano sulle radici congolesi, gli Alliance Etnik si ricordano della loro tempra latina, tra i più amati ci sono i 113. Due loro canzoni, Tonton du bled e Tonton des iles, fanno furore raccontando due aspetti dello stesso dramma: i ragazzi si sentono africani in Francia e francesi quando vanno nel continente d'origine per le vacanze; non c'è via d'uscita. Così nell'esagono si accentuano le dichiarazioni d'appartenenza a una comunità specifica: l'ultimo arrivato in classifica è L'algérino, giovane acrobata delle rime, vero nome Samir, nato a Marsiglia, la città in cui lavorano gli I.a.m. di quell'Akénathon che tanto piaceva a Jean-Claude Izzo. Samir gli Ntm li ascoltava a dodici anni, quando sconvolgevano il paese con album minacciosi, Paris sous les bombes, Parigi sotto le bombe, oppure J'appuie sur la Gachette, premo sul grilletto. Samir è della generazione di Disiz La Peste, altro idolo dei ragazzi fuori dal gioco: sul disco Les aventures extraordinaires d'un jeune de banlieue posa con in braccio un bimbo senza futuro, sullo sfondo solo palazzi bruciati e rovine urbane.
Il viaggio verso l'Africa ha intanto trasformato in star alcune crew di Dakar, come Daara J, né mai sul fronte dell'immaginario banlieue è venuto meno il reggae; storici l'inno antirazzista di Pablo Master, Touche pas à mon pote, e il Blues des racailles celebrato da Daddy Yod.
Storia a sé hanno fatto a Tolosa gli Zebda, nati nella zona nord sull'onda lunga del progetto di intervento sociale gestito dall'Associazione Vitécri, poi evolutasi in Tactikollectif. Nel 1991 nasceva così il festival «Ça bouge au nord». Vennero i dischi di successo, il sostegno alle campagne antirazziste, addirittura la candidatura alle elezioni politiche: sembrano passati anni luce. Parigi, Marsiglia, Tolosa. E poi Lione, la città da qualche anno in maggior fermento sotto il profilo delle produzioni, della break, del rap. Discipline bandite ufficialmente lo scorso mese di luglio dalla programmazione ufficiale della città e dei suoi locali più importanti dopo una rissa avvenuta a una serata lungo il fiume. Il dialogo è finito, e l'hip hop racconta lo scontro, anche se è comodo spacciarlo per artefice.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/05-Novembre-2005/art21.html
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