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Ricercatori e precari. Al via la protesta
by l'unità cronaca di roma Wednesday, Nov. 16, 2005 at 10:25 AM mail:

16 Novembre 2005 Ricercatori e precari. Al via la protesta Dal 28 novembre al 2 dicembre quattro giorni di mobilitazione per i cococo, i cocopro e gli stagisti della ricerca italiana

16 Novembre 2005

Ricercatori e precari. Al via la protesta

Dal 28 novembre al 2 dicembre quattro giorni di mobilitazione per i cococo, i cocopro e gli stagisti della ricerca italiana

Rappresentano il 39 per cento dei lavoratori dell’Infn, il 93 di quelli dell’Isfol, il 28 dell’Istat, il 29 dell’Iss, il 17 dell’Enea, il 100 per cento dell’Icram, l’83 dell’Invalsi, il 45 dell’Inran, e il 50 dell’Inea. Per il governo sono all’incirca 2500 persone, ma loro si sono contati, e sono più di 5mila. Sono i lavoratori precari degli enti di ricerca italiani. Gli stessi che ieri mattina in un assemblea pubblica svoltasi presso un’affollata sala dell’Istituto superiore di sanità, si sono uniti nel Coordinamento dei precari della ricerca di Roma. Stanchi di vedere il loro lavoro svilito da provvedimenti, come il blocco del turn over, che non permettono loro di poter operare al meglio e che penalizzano fortemente il ruolo della ricerca, hanno deciso di unire le loro lotte. Per cercare di strappare qualche euro in più dalla Finanziaria 2006, per vedersi riconosciuta una certa rappresentanza sindacale, ma soprattutto, per fare in modo che nell’agenda politica del prossimo governo ci sia tra le priorità la valorizzazione del ruolo della ricerca e quindi, la loro definitiva stabilizzazione. Perché, come hanno detto in assemblea, «siamo stanchi di sobbarcarci interamente sulle nostre spalle un settore vitale della nostra società come quello della ricerca». Per questo hanno indetto dal 28 novembre al 2 dicembre quattro giorni di mobilitazioni. Ogni giorno di questi tutti davanti ad un ente per appoggiare la battaglia dei loro colleghi: un giorno sotto l’Istat, un altro davanti l’Istituto superiore di sanità, un altro ancora di fronte l’Isfol, e infine anche sotto l’Inea.
«Se la precarietà è di per se devastante, lo è ancor più nella ricerca - ha detto nel corso dell'assemblea Fabrizio Stocchi, precario dell'Istat -. Ognuno di noi ha un contratto differente: i più fortunati hanno un'assunzione a tempo determinato, ma poi ci sono i cococo, i cocopro, gli stagisti, i borsisti, i lavoratori con partita iva. E tutti senza nessuna prospettiva».
Per questo chiedono che d'ora in poi il reclutamento negli enti di ricerca avvenga solo per due canali: quello a tempo determinato, con la possibilità di conversione in contratto a tempo indeterminato; e quello a tempo indeterminato, tramite concorsi pubblici nei quali si tenga anche conto dei servizi già svolti dai candidati nell'ente in questione con contratti precari.

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