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[12/11] "l'America non tortura i suoi prigionieri"
by medioriente.net Friday, Nov. 18, 2005 at 6:15 PM mail:

Marcia indietro del Congresso Usa: nella stessa legge che mette al bando il trattamento crudele dei prigionieri è stato inserito ieri un emendamento che priva i detenuti di Guantanamo del diritto di rivolgersi ai tribunali Usa per denunciare il trattamento subito

da http://medioriente.net 12/11/2005


Marcia indietro del Congresso Usa: nella stessa legge che mette al bando il trattamento crudele dei prigionieri è stato inserito ieri un emendamento che priva i detenuti di Guantanamo del diritto di rivolgersi ai tribunali Usa per denunciare il trattamento subito. L'emendamento, votato dal Senato per 49 a 42 (ma non ancora giunto alla Camera), conferma l'ambivalenza dell'America sul problema dei prigionieri: la consapevolezza che il comportamento inumano verso i detenuti sta macchiando l'immagine del paese si intreccia con il desiderio di vincere a tutti i costi la guerra al terrorismo. Solo lunedì la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva deciso di prendere in esame una mozione sulla non costituzionalità dei processi militari che l'amministrazione Bush sta tenenendo a Guantanamo contro detenuti stranieri sospettati di terrorismo. Ma un codicillo inserito dal senatore repubblicano Lindsey Graham nella nuova legge sulla difesa rischia adesso, se approvato anche dalla Camera, di privare i detenuti di Guantanamo del diritto di rivolgersi ai tribunali Usa per contestare il trattamento subito. L'emendamento appare in aperto contrasto con una decisione della Corte Suprema americana del giugno 2004 che invece dava ai detenuti di Guantanamo il diritto di contestare nei tribunali Usa il loro trattamento.

Quasi 200 dei 500 prigionieri di Guantanamo, che gli Stati Uniti considerano sospetti terroristi e ai quali non riconoscono le garanzie spettanti ai prigionieri di guerra, hanno presentato mozioni legali nei tribunali Usa chiedendo il riconoscimento dei loro diritti legali. L'emendamento approvato dal Senato, nella sua formulazione attuale, bloccherebbe tutte queste azioni legali perchè ha valore retroattivo. Il senatore Graham sostiene che nessun paese nella storia ha mai permesso ai terroristi di usare i suoi tribunali «per lanciare azioni legali contro le persone che stanno combattendo contro di loro». Ma il senatore democratico Jeff Bingaman ha definito «un errore» l'iniziativa appena approvata dal Senato. «È in contrasto con le decisioni prese anche recentemente dai nostri tribunali - ha osservato Bingaman - È una iniziativa molto pesante che dovrebbe essere analizzata in modo più approfondito, specie pensando alle sue conseguenze». È una mossa in contrasto con altre parti della stessa legge dove si mette al bando qualsiasi trattamento «crudele e inumano» nei confronti dei prigionieri dell'America. Il vicepresidente Dick Cheney aveva sollecitato più volte il Senato nei giorni scorsi a concedere un'esenzione alla Cia permettendo così all' organizzazione di spionaggio di continuare ad avere mano libera negli interrogatori dei prigionieri. Era stata proprio la insistenza di Cheney a spingere qualcuno a consegnare pochi giorni fa al quotidiano Washington Post informazioni segrete sui 'siti nerì della Cia, prigioni clandestine operate dall'intelligence americana in almeno otto paesi esteri (alcune sono nell'Est europeo) con libertà di manovra assoluta negli interrogatori dei terroristi.

La esistenza dei 'siti nerì non è stata nè confermata nè smentita dalla Casa Bianca e dalla stessa Cia. Ma il leader repubblicano del Senato Bill Frist (confermando implicitamente l' attendibilità della rivelazione) ha chiesto l' apertura di un' indagine sulla 'soffiatà al quotidiano dell' informazione segreta. Secondo il leader repubblicano la fuga del segreto è un fatto molto più grave della stessa esistenza dei 'siti nerì perchè si tratta di una azione che danneggia la sicurezza e la protezione degli Stati Uniti. Frist e il leader della Camera Dennis Haster (un altro repubblicano) hanno sollecitato le commissioni intelligence dei due rami del Congresso ad indagare sulla responsabilità di questa fuga di informazioni. La esistenza dei 'siti nerì era conosciuta al Congresso solo da un pugno di autorevoli esponenti, compresi i leader del Senato e della Camera ed i presidenti delle Commissione Intelligence dei due rami del Congresso. Frist ha detto di non essere preoccupato dell' attività degli agenti Cia nei carceri segreti durante gli interrogatori dei prigionieri: «Non succedeva niente di illegale - ha affermato - l'America non tortura i suoi prigionieri».

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