Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | toolbar di navigazione toolbarr di navigazione toolbarr di navigazione toolbar di navigazione
Campagne

CD GE2001 - un'idea di Supporto Legale per raccogliere fondi sufficienti a finanziare la Segreteria Legale del Genoa Legal Forum


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer
Falluja, Crimini di Guerra: documenti USA contraddicono la linea di difesa americana
by PDM Saturday, Nov. 19, 2005 at 5:34 PM mail:

Un riepilogo dei fatti relativi all'accusa rivolta agli USA da più parti di aver commesso crimini di guerra a Falluja alla luce dell'analisi di numerosi documenti ufficiali americani. Le smentite in materia del governo statunitense ne risultano indebolite e si evidenzia come --al di là dei fragili pretesti e della disinformazione promossa da Washington-- l'esercito USA abbia bombardato la città irachena indiscriminatamente e persino in dispregio delle linee guida ufficiali redatte dalle proprie Forze Armate.

Crimini di Guerra a Falluja: documenti ufficiali USA contraddicono la linea di difesa americana.

Un riepilogo dei fatti relativi all'accusa rivolta agli USA da più parti di aver commesso crimini di guerra a Falluja alla luce dell'analisi di numerosi documenti ufficiali americani.
Le smentite in materia del governo statunitense ne risultano indebolite e si evidenzia come --al di là dei fragili pretesti e della disinformazione promossa da Washington-- l'esercito USA abbia bombardato la città irachena indiscriminatamente e persino in dispregio delle linee guida ufficiali redatte dalle proprie Forze Armate.


Prima di Falluja: attacco preventivo al Tribunale Penale Internazionale

Tra i più significativi atti di George W. Bush in materia di Diritto Internazionale e politica estera c'è stato (maggio 2002) il ritiro della firma --apposta da Bill Clinton il 31/12/2000-- dal Trattato di Roma, che istituiva il Tribunale Penale Internazionale (TPI).
A seguito di tale ritiro, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per minare l'istituzione del Tribunale, arrivando a costringere decine di Stati del Terzo Mondo --pena la sospensione a tempo indeterminato di qualsiasi aiuto umanitario USA-- a stringere accordi bilaterali di non estradizione verso il TPI di cittadini americani eventualmente ricercati dal Tribunale Internazionale.
Nel frattempo l'amministrazione Bush ha promosso l'approvazione di provvedimenti legislativi che legalizzano l'uso di "qualsiasi mezzo" per liberare cittadini statunitensi eventualmente sottoposti a misure restrittive dal TPI, ovunque reclusi.
Alla luce di quanto accaduto di seguito, con l'invasione dell'Iraq del 2003 e il relativo fioccare di denunce contro le Forze USA riguardanti torture, uccisioni, deportazioni arbitrarie e ogni genere di crimini di guerra e contro l'umanità (per i quali il TPI ha giurisdizione), la campagna di Bush contro il Tribunale assume un significato sinistro: quello di lasciare le mani libere agli statunitensi nella commissione di qualsiasi atrocità senza dover tener alcun conto né del Diritto Internazionale, né della minaccia, per i colpevoli, di un possibile processo davanti al TPI.
E' dunque ragionevole sospettare che la tenace avversione di Bush al TPI rappresenti qualcosa di più di un indizio di una politica estera che prevedeva in partenza la commissione di crimini innominabili.

Falluja, le fragili smentite americane

Di fronte alle accuse di avere, nel novembre 2004, bombardato la città di Falluja con munizioni al Fosforo Bianco, causando una prevedibile strage [#1], anche di civili, le Ambasciate USA a Roma [#2] e a Londra [#3] e il Dipartimento di Stato si sono esposti di fronte all'opinione pubblica mondiale negando il bombardamento con Fosforo Bianco e ammettendo solo un uso "sporadico" e "limitato" di tali ordigni.
Le dichiarazioni della diplomazia USA ne ammettevano un 'impiego limitato e solo come illuminanti e fumogeni, quindi non come armi utilizzate intenzionalmente per ottenere un effetto letale sugli esseri umani.
Posto davanti all'evidenza del contrario, sulla base di un documento ufficiale redatto dagli stessi artiglieri USA impegnati a Falluja e pubblicato sulla rivista "Field Artillery" del marzo-aprile 2005 (edita dall'Esercito Americano), che comprova l'uso offensivo, diretto e indiscriminato [#4] del Fosforo Bianco come arma letale, il Governo Americano, fatto assai inusuale, è stato costretto a smentire e correggere sé stesso [#5], invocando un proprio "problema informativo" per giustificare la precedente (e falsa) presa di posizione.

Cuocere al forno il nemico

La rivista dell'Artiglieria USA rivelava come le munizioni al Fosforo Bianco fossero state usate per condurre missioni offensive e letali "Shake and Bake" (alla lettera: "scuoti e cuoci al forno") direttamente contro gli "insorti".
Gli autori del pezzo si rammaricavano inoltre di non aver potuto utilizzare più largamente contro obbiettivi umani tali munizioni, lamentando di averne consumata una quota al fine di creare cortine di oscuramento che avrebbero potuto meglio essere generate con specifici ordigni fumogeni.
Per meglio cogliere il cinismo dell'espressione "Shake and Bake", vale la penanotare che negli States è popolare una salsa prodotta dalla Kraft --detta proprio "Shake 'n Bake"-- che va agitata (scossa) prima dell'uso e poi sparsa sul pollo prima di cuocerlo al forno (esiste inoltre sotto lo stesso nome un'intera serie di prodotti da forno preconfezionati).
Seguendo uno schema già noto e sperimentato, alla prima negazione dell'evidenza, è dunque seguita, da parte del Governo USA, una parziale ammissione.
Ben temperata, tuttavia, da una serie di eccezioni capziose, tese a negare qualunque responsabilità per i crimini contro l'umanità commessi dall'esercito statunitense e senza esprimere --nemmeno pro forma-- alcun rammarico per le vittime civili del fuoco statunitense.
La "smentita" americana non riguarda tanto il merito dei fatti (essendo ormai impossibile negare l'uso del Fosforo Bianco in funzione offensiva e letale), quanto piuttosto la pretesa non rilevanza legale, per gli Stati Uniti, della Legislazione Internazionale, che vieta l'uso del Fosforo Bianco così come impiegato a Falluja e che ne individua l'utilizzo come crimine di guerra.
Per ottenere questo obbiettivo --e per autoassolversi di fronte all'opinione pubblica mondiale-- i responsabili americani hanno cinicamente fatto notare di non aver firmato (in compagnia di pochi altri Stati, tra i quali alcuni di quelli definiti "canaglia" dal Governo USA) il terzo protocollo degli ampliamenti adottati (1980) nel corpo della Convenzione di Ginevra, riguardante la totale messa al bando degli ordigni incendiari (per altro già vietati contro obbiettivi civili) anche per quanto riguarda un loro impiego contro obbiettivi militari di qualsiasi genere.
Su questa base, a tutt'oggi (19.11.2005), la linea di difesa USA consiste nell'affermare la legittimità del fuoco d'artiglieria con munizioni al Fosforo Bianco contro gli insorti a Falluja, sottintendendo un sostanziale "peggio per loro" rivolto ai civili vittime delle fiamme e dei fumi sprigionati.
Peccato che --come vedremo nel dettaglio-- tale linea sia espressamente smentita, oltre che dall'interpretazione del Diritto Internazionale largamente diffusa nel mondo civile e dalla comune decenza, persino da un "Manuale di Battaglia" della Scuola dello Stato Maggiore dell'Esercito USA.
Nel frattempo si è scatenata, contando sulla stampa "amica" internazionale e su una fitta rete di "blogger" in internet (molti dei quali dediti esclusivamente alla propaganda pro-americana e poco attivi o inesistenti sino a poco tempo fa) una campagna tesa a screditare in ogni modo il servizio di RAI News che ha portato alla ribalta internazionale l'uso indiscriminato ed offensivo del Fosforo Bianco a Falluja.
Il fallimento sostanziale di questa campagna di propaganda e disinformazione [#6] è testimoniato dal rilievo crescente che il documentario prodotto da RAI News sta assumendo a livello mondiale, ripreso ormai dai più importanti media, compresi i grandi network USA.
Ai fatti contestati un Pentagono sempre più messo all'angolo (dalle sue stesse menzogne, in primo luogo), oppone patetiche scuse [#7] destituite di fondamento, come un improbabilissimo e del tutto inedito impiego del Fosforo Bianco per "segnalazioni" o per "illuminazione".

Altri documenti dell'U.S. Army mettono in difficoltà scuse e pretesti del Governo USA Pentagono

Oltre al citato articolo di Field Artillery, esistono altri documenti facenti capo all'U.S. Army (o a fonti ufficiali assimilabili) che mettono in crisi le tesi autoassolutorie dell'amministrazione USA.
In primo luogo una copia di un "Manuale di Combattimento" per comandanti dell'Esercito USA che smentisce la tesi del governo americano secondo la quale l'impiego del Fosforo Bianco contro gli "insorti" (per non parlare dei civili) sia legittimo.
E' vero il contrario.
Il manuale può ancora (19 novembre 2005) essere reperito presso la FAS [#8]. L'originale (come indicato nell'indice della copia della FAS), era disponibile nel sito web del Command & General Staff College che forma comandanti dell'Esercito USA, presso l'indirizzo: http://www-cgsc.army.mil/ctac/refpubs/ST100-3/index.htm . Tale indirizzo, attualmente, rimanda ad un errore per documento non trovato. Il passo saliente recita:

"(4) Burster Type White phosphorus (WP M110A2) rounds burn with intense heat and emit dense white smoke. They may be used as the initial rounds in the smokescreen to rapidly create smoke or against material targets, such as Class V sites or logistic sites. It is against the law of land warfare to employ WP against personnel targets."
[dal Battle Book / ST 100-3, dell'U.S. Army Command & General Staff College di Ft Leavenworth, Kansas, edizione del Luglio 1999]

Si afferma dunque in modo inequivoco che, secondo un Manuale di Battaglia dell'Esercito USA, il lancio' di munizioni al Fosforo è vietato e contrario alle leggi di guerra non solo contro i civili (contro i quali, secondo i termini della Convenzione di Ginevra, è del resto vietato l'uso di qualsiasi arma di offesa), ma anche contro le truppe ("personnel targets") in genere.
Alla luce di quanto sopra, almeno alcuni aspetti meritano di essere sottolineati.
Le munizioni in questione corrispondono esattamente a quelle impiegate per condurre le ormai tristemente famose azioni "shake 'n bake" tese a "stanare" dai loro rifugi i combattenti avversari a Falluja (c'è un'esatta corrispondenza tra le sigle che indicano le munizioni nel Manuale e nel citato articolo di Field Artillery).
Tali azioni, pertanto, sono criminali non solo alla luce del Diritto Internazionale (a dispetto delle autoassoluzioni del Dipartimento di Stato USA), ma sono anche illegali ed eterodosse rispetto alla Dottrina militare ufficiale USA che, come sopra --e almeno fino al luglio 1999-- limita l'uso delle armi al Fosforo Bianco ad obbiettivi materiali da incendiare. Escludendo esplicitamente tra gli obbiettivi legittimi persino le truppe nemiche. La prescrizione del manuale USA appare generale e si può tranquillamente intendere come riguardante anche attacchi a truppe nemiche in campo aperto, e non solo quando queste si trovano in un contesto urbano, come a Falluja, suscettibile di coinvolgere nella battaglia civili innocenti.
Nel manuale, inoltre, non è neanche citato un impiego illuminante del Fosforo Bianco (pretestuosamente tirato in causa per giustificarne l'utilizzo a Falluja), ma solo un suo uso per la creazione rapida di cortine fumogene e per incendiare obbiettivi non umani.

Il Fosforo Bianco come arma incendiaria. E chimica.

Va pure ricordato che, al di là del calore intensissimo e delle fiamme pressoché inestinguibili generate dal Fosforo Bianco, il denso fumo prodotto contiene elevate quote di anidride fosforica (un gas tossico e rapidamente mortale in alte concentrazioni), che a contatto con l'acqua e l'umidità atmosferica (o i corpi viventi) si trasforma nel potente acido fosforico, infliggendo terribili ustioni chimiche a chi dovesse esserne colpito, anche se scampato alla pioggia di fiamme generata dall'esplosione delle bombe ed alle relative nubi tossiche.
Questi semplici fatti riguardanti il Fosforo Bianco --ampiamente documentabili-- rendono il confine tra arma incendiaria e arma chimica molto labile, e sono probabilmente all'origine del divieto assoluto, espresso nello stesso Manuale di Battaglia dell'Esercito USA, di impiegare tali bombe contro esseri umani.
Per altro, dal un punto di vista della dottrina militare, lo stesso scopo dichiarato delle azioni "shake 'n bake", ossia quello di "stanare" il personale nemico da posizioni riparate insensibili al fuoco con esplosivi convenzionali e, al contempo, di infliggere terrore all'avversario attraverso l'imponente "effetto psicologico" proprio del Fosforo Bianco, ne indica un impiego decisamente non "convenzionale" e teso a sfruttarne piuttosto per le proprietà chimiche che quelle incendiarie o di oscuramento.
Va inoltre ricordato che, per loro stessa natura, le munizioni al Fosforo colpiscono una vasta area con una pioggia di particelle incendiarie e, per questo motivo, è completamente da escludere si tratti di armi definibili come "intelligenti", di "precisione" o, comunque, in grado di discriminare tra obbiettivi "legittimi" o no nell'area del loro impatto.
Infine, che un attacco con Fosforo Bianco come quello condotto a Falluja implichi un'offesa di natura chimica lo conferma un altro documento ufficiale USA, un manuale militare significativamente denominato "Treatment Of Chemical Agent Casualties And Conventional Military Chemical Injuries" (Trattamento dei colpiti da agenti chimici e delle ferite chimiche militari convenzionali).
Il Manuale è rivolto a Medici Militari Statunitensi, quale guida di riferimento per affrontare situazioni di primo intervento sul campo di battaglia per personale colpito da offese chimiche Una sua copia è significativamente ospitata da un sito ufficiale della Sanità USA dedicato alle offese Nucleari, Chimiche e Batteriologiche.
E' pur vero che il manuale include la trattazione relativa alle offese da Fosforo Bianco all'interno della sezione relativa agli "Agenti Incendiari" (armi convenzionali, ma è altrettanto vero che dal contenuto e dal contesto (vedi titolo e argomento della pubblicazione) si evince con chiarezza come ci si riferisca alla cura di offese chimiche piuttosto che di semplici ustioni da calore (come quelle generate da altri ordigni incendiari).
D'altra parte anche gli eserciti della I guerra mondiale usarono agenti chimici, come il Cloro, prima che la stessa definizione di "armi chimiche" fosse elaborata ed il loro uso bandito e classificato quale criminale. Se esista o no una sostanziale differenza --accettabile dal punto di vista umano e morale-- tra l'uso di un'arma chimica già classificata come tale ed una ancora da classificare (o se basti non aderire ad un protocollo per ritenersi liberi di usare armi chimiche), è questione che attiene --prima di tutto-- alla coscienza e all'onestà di ciascuno, e che non può essere definitivamente stabilita dalle goffe smentite americane in proposito.

Falluja, una città rasa al suolo

La brutalità estrema dimostrata dall'esercito USA a Falluja non si esaurisce, tuttavia, al solo impiego del Fosforo Bianco. Un uso, come abbiamo visto, assolutamente non convenzionale e che è molto difficile non definire criminale.
La città è stata praticamente rasa al suolo da un intensissimo bombardamento condotto da terra e dall'aria che ha portato alla totale distruzione del 25% della città ed al danneggiamento di oltre la metà delle 39.000 abitazioni, secondo cifre fornite da responsabili USA al Washington Post.
Le spaventose cifre della catastrofe abbattutasi su Falluja, una città di circa 300.000 abitanti --al di là delle testimonianze di esecuzioni sommarie di civili innocenti, inclusi bambini, da parte dei Marines-- dimostrano oltre ogni possibile dubbio il disprezzo dell'esercito USA per le più elementari regole di umanità e verso tutte le Convenzioni Internazionali a protezione dei civili e dei loro beni.
Effetti di distruzione come quelli riferiti al Washington Post da fonti ufficiali USA, non possono che portare a qualificare come criminale il contegno delle Forze Armate USA a Falluja, giacché è provato da innumerevoli fonti e testimonianze (inclusi media che avevano reporter "embedded nelle truppe americane) che la città, al momento della sua distruzione, era ancora abitata da un numero non calcolabile (ma comunque significativo) di civili.
Tutto ciò è ancora più grave --e persino grottesco-- se si considera che a macchiarsi di questo criminale disastro è stato l'Esercito di una nazione che pretende di esportare in tutto il mondo principi di libertà, democrazia e civiltà.
D'altra parte, se la Storia fosse davvero maestra di vita, quanto accaduto a Falluja (e altrove) non dovrebbe stupire nessuno. L'uso indiscriminato del Fosforo Bianco nella città irachena appare infatti del tutto coerente con la politica di repressione militare USA (e britannica) sviluppata nello scorso secolo, e risale a ben prima del Vietnam. L'abitudine a sterminare in un mare di fiamme insorti e resistenti è difatti molto più antica e risale perlomeno al biennio 1947-1949, quando il napalm, fornito dagli USA, fu ampiamente usato in Grecia per sterminare la Resistenza antifascista che pure era riuscita --praticamente da sola-- a cacciare dal proprio suolo la Wehrmacht nell'autunno del 1944.

Le Regole d'Ingaggio dell'Artiglieria USA

Per quanto violenti e brutali, tuttavia, gli interventi delle Forze Armate USA nella "Guerra al Terrorismo" proclamata da G. W. Bush, non avevano portato --sino al novembre 2004-- a stragi indiscriminate e distruzioni della magnitudine di quelle inflitte a Falluja.
Alla limitazione di tali conseguenze aveva senz'altro contribuito l'imposizione ai comandi militari sul campo di Regole d'Ingaggio (ROE, "Rules of Engagement") restrittive e tese a limitare sia la distruzione di infrastrutture civili, sia la perdita di vite innocenti.
Dell'implementazione di tali ROE prima della distruzione di Falluja abbiamo varie testimonianze dirette ed indirette. A questo proposito può essere illuminante la lettura di una pubblicazione (PDF allegato) del citato Command & General Staff College, reperibile al momento anche in originale.
Nel testo ("Field Artillery in Military Operations Other Than War: An Overview of the US Experience", parte di una serie denominata "Global War on Terrorism - Occasional Papers"), a cavallo tra le pagine 39 e 40 [#9], risulta chiaro come, durante l'assalto all'Afghanistan dei Talebani, "regno" del superterrorista Bin Laden e del suo esercito di tagliagole, le Regole d'Ingaggio imponessero un uso limitato e "responsabile" del fuoco d'artiglieria, con la specifica proibizione di effettuare interventi di bombardamento "letali che rischiassero di uccidere civili innocenti".
Più in particolare, all'artiglieria era al massimo concesso di indirizzare innocui proiettili illuminanti (non al Fosforo) verso le postazioni nemiche, allo scopo di indicare che la loro posizione era stata scoperta e, quindi, "consigliare" al nemico di interrompere il fuoco ostile verso alle postazioni USA e di disperdersi.
Gli unici attacchi ammessi a tali postazionierano quelli portati con mezzi (elicotteri d'attacco o persino pattuglie inviate sul posto) che consentissero di discriminare con precisione tra obbiettivi "legittimi" o no e, soprattutto, di impiegare tiro diretto mirato ed armi di precisione, limitando ragionevolmente gli effetti letali ai soli soggetti individuati come combattenti.
Pur di evitare vittime innocenti (o le conseguenze politiche relative), le ROE lasciavano al nemico "terrorista" la possibilità di attaccare sino a veder scoperte le proprie posizioni e, in assenza di un tempestivo attacco con elicotteri, anche qualche possibilità di sfuggire --se non con le armi, almeno con la pelle-- alla reazione americana.
Tale situazione, evidentemente assurta a caso "tipico" in Afghanistan, ha portato, come indicato dal documento militare USA, a mettere in discussione lo stessa rilevanza dell'impiego di artiglieria in quello che i militari definiscono, nel Paese dei Talebani, "campo di battaglia di bassa intensità".
E' questa una definizione che distingue gli scontri tra un esercito regolare e gruppi guerriglieri irregolari ("guerra al terrorismo" e dunque battaglie "a bassa intensità") dagli scontri tra eserciti regolari (guerra tra stati e dunque "battaglie campali classiche", di media ed alta intensità).
Ed è una definizione interessante se consideriamo che il testo americano fa riferimento ad attacchi portati dai guerriglieri afgani contro l'artiglieria USA anche facendo ricorso ad una propria artiglieria, inclusi lanciarazzi e cannoni.

Falluja, la tragica celebrazione della rielezione di Bush

A Falluja gli "insorti" non erano dotati di armamenti superiori (anzi, spesso probabilmente inferiori, le armi più temibili essendo di solito gli RPG) e, sopratutto, non godevano della robustezza dei ripari offerti dall'ambiente montano afgano.
Eppure l'azione di bombardamento USA è devastante: qualcosa evidentemente è cambiato dai tempi della cattura di Kabul.
Ce lo chiarisce ancora una volta il citato "Occasional Paper", alle pagine 40 e 41 [#10], dove si riferisce di un sostanziale mantenimento delle stesse ROE implementate in Afghanistan anche in Iraq dopo la conclusione dell'occupazione del Paese.
Sino, si specifica, all'attacco a Falluja di fine 2004.
Dal testo risulta chiaro che le Forze Armate USA sul campo vedono le ROE --con l'esigenza di dovere sempre verificare se un pesante attacco di artiglieria possa colpire innocenti o persino forze alleate-- come un laccio soffocante che genera "delusione e frustrazione".
Una situazione che "in qualche modo", prosegue il documento, trova un punto di svolta con il grande attacco a Falluja del novembre 2004
Un assalto che, è bene tenerlo presente, è il primo evento di rilievo seguito in Iraq alla rielezione di G. W. Bush a presidente degli USA.
L'assalto, preparato da mesi, viene condotto agli ordini di uno staff presidenziale che --evidentemente-- sente di non dover più nulla a nessuno e di non dover temere neanche le possibili conseguenze politiche interne derivanti da una strage di civili in Iraq: le elezioni sono già vinte.
Il documento militare americano non lo dice esplicitamente, ma risulta ugualmente chiarissimo che le ROE che hanno causato tanti dispiaceri all'artiglieria sono state messe da parte: prima che le truppe americane entrino a Falluja, la città viene investita da una tempesta di fuoco utilizzando ogni tipo di lanciatore disponibile, da terra e dal cielo.
Gli analisti militari USA trovano molto positivo che i proiettili di artiglieria siano caduti spesso (ma non sempre) entro 5 metri dall'obbiettivo.
Probabilmente si tratta di un ottimo risultato tecnico.
Ma in un contesto urbanistico come quello di Falluja, 5 metri possono essere la distanza che la casa occupata da un civile terrorizzato da quella che gli "occhi" degli artiglieri" credono di aver individuato come rifugio di "insorti".
Senza contare il fatto che il raggio d'azione letale della maggior parte delle munizioni impiegate è assai più vasto di 5 metri, specialmente nel caso del Fosforo Bianco.
In ogni caso, conclude quasi con sollievo il rapporto USA, l'artiglieria a Falluja torna a consentire di concludere a ritmo accelerato un'operazione vittoriosa --e non c'e' da sorprendersene, vista l'intensità spaventosa e l'estensione del bombardamento che ha polverizzato letteralmente mezza città.
E impresso un altro marchio d'infamia sugli Stati Uniti e sulla storia dei loro interventi nel mondo.

###



Note

#1 . Per loro natura le munizioni al Fosforo Bianco disperdono il loro contenuto --incendiario e tossico-- su una vasta area e diffondono fiamme pressocché inestinguibili e fumi velenosi. Per questo motivo, se impiegate in un contesto urbano, espongono i civili ad un rischio elevatissimo e perciò inaccettabile di esserne colpiti.
[indietro]
--

#2 . Alla data di uscita di questo articolo (19.11.05), la dichiarazione rilasciata dal Dipartimento di Stato USA, attraverso l'ambasciatore a Roma il 9 novembre 2005 risulta immutata (e, pertanto, largamente mendace, non riflettendo neanche le correzioni nel frattempo apportate alla corrispondente dichiarazione del Dipartimento di Stato):
"Dichiarazione dell'Ambasciata degli Stati Uniti d'America in relazione al documentario "Fallujah: la strage nascosta" trasmesso da RaiNews24

Questo documentario appare non neutrale, elaborato da professionisti che non si trovavano a Fallujah all'epoca dei fatti raccontati. Oltre 100 giornalisti invece sono stati 'embedded' con le Forze di Spedizione dei Marines a Fallujah per informare in merito all'Operazione Al Fajr.
Il documentario viene mandato in onda un anno dopo gli eventi che pretende di descrivere. Tuttavia, nel confezionare questo servizio, nell'arco di un anno di tempo, gli autori non si sono curati di chiedere alcun commento in merito alle ipotesi da essi avanzate. Se lo avessero fatto, sarebbe stato detto loro che le forze statunitensi non hanno né preso di mira i civili né usato in modo indiscriminato le armi di cui si riferisce nel documentario.
Le forze statunitensi che partecipano alla coalizione dell'Operazione Iraqi Freedom continuano ad usare l'intera gamma di armamenti legali e convenzionali contro obiettivi legittimi. Le forze statunitensi non usano il napalm e il fosforo bianco come armi chimiche o come surrogato. Gli Stati Uniti hanno distrutto l'ultima riserva esistente di Napalm nel 2001. Abbiamo ancora una bomba incendiaria, la bomba E-134 Bomb, Fire, Mk 77 Mod 5. La bomba incendiaria Mk77 non è napalm. La sua composizione chimica è diversa. Non è fuorilegge o illegale.
Le forze statunitensi non hanno usato le bombe incendiarie Mk77 nell'Operazione Al Fajr. L'unico caso in cui è stata usata la Mk77 durante l'Operazione Iraqi Freedom è stato tra marzo e aprile del 2003, quando i Marines hanno utilizzato molte bombe contro obiettivi militari legittimi.
Sostenere che le forze statunitensi abbiano usato il fosforo bianco contro obiettivi umani nell'Operazione Al Fajr è semplicemente sbagliato. Le forze statunitensi usano il fosforo bianco come fumogeno o per segnare gli obiettivi. Contrariamente alla presentazione offerta dal documentario, il fosforo bianco non è fuorilegge o illegale o bandito da alcuna convenzione quando viene usato in questo modo.
Le forze di sicurezza irachene e la forza multinazionale sono impegnate da due anni e mezzo in operazioni contro i terroristi, gli insorti ed elementi del vecchio regime. A tale riguardo, questo conflitto si è dispiegato esattamente come avviene in qualsiasi conflitto della storia bellica moderna. Le forze della Coalizione fanno veramente ogni sforzo per evitare la perdita di vittime innocenti, nonostante la pratica seguita da elementi del vecchio regime, dai terroristi e dagli insorti di prendere deliberatamente di mira i non combattenti, di usare i civili come scudi umani e di mettere in atto e condurre attacchi contro le forze della Coalizione dall'interno di zone abitate da civili. E' questa la storia vera, e viene riportata da giornalisti provenienti da tutto il mondo.
"
[indietro]
--

#3 . Per quanto riguarda le false dichiarazioni rilasciate dall'Ambasciatore USA presso il Regno Unito, si può fare riferimento a questo interessante articolo della BBC sulla vicenda, che riferisce in materia:
"[The] Statement [released] this week from the new and clearly under-briefed US ambassador in London Robert Holmes Tuttle that US forces "do not use napalm or white phosphorus as weapons".
[indietro]
--

#4 . Nella rivista si descrive l'uso di tali munizioni anche con l'impiego di mortai. Per loro stessa natura i mortai non sono armi di elevata precisione, men che mai lanciatori di "armi intelligenti" e non consentono di mirare direttamente un obbiettivo specifico, ma piuttosto ad una certa area, il che assolutamente esclude, in un contesto urbano, di poter, ad esempio, mirare a combattenti rifugiati in una trincea scavata presso un incrocio stradale senza rischiare di colpire invece --ed in pieno-- le case abitate da civili che lo delimitano, uccidendone gli abitanti con le fiamme e con i fumi tossici sprigionati in modo letale in un raggio assai esteso, anche di 150 metri.
[indietro]
--

#5 . Vedere in proposito il documento: "Did the U.S. Use "Illegal" Weapons in Fallujah?" e, in particolare, alla fine del testo, la correzione apportata il 10 novembre, dopo che la relazione degli artiglieri americani che smentiva la smentita del Pentagono sull'uso offensivo del Fosforo Bianco era ormai di pubblico dominio. Un confronto tra il testo originale della smentita USA del 9 novemebre 2005 ed il testo corretto il 10 novembre, è disponibile preso il sito di RAI News.
[indietro]
--

#6 . A proposito di propaganda. Lo scorso 10 giugno 2005 è stato reso noto che la Divisione per le "Operazioni Psicologiche" dell'Esercito USA ha incaricato tre agenzie private di promuovere la propria immagine creando pubblicità, "notizie" e persino spettacoli TV indirizzati ad utenti stranieri, anche attraverso Internet. Il budget a disposizione di queste operazioni è di 100 milioni di dollari. Un articolo relativo alla faccenda si può trovare qui.
[indietro]
--

#7 . Da fonti stampa si apprende che il Pentagono o altri enti governativi americani avrebbero suggerito un uso delle munizioni al Fosforo Bianco a Falluja per "segnalazioni".
Tale spiegazione è poco o nulla credibile.
Un uso per "segnalazioni" propriamente dette dellemunizioni al Fosforo Bianco non è contemplato dalla dottrina militare di nessun esercito moderno e certamente non dall'esercito USA, che dispone di ben altri e assai potenti mezzi (a cominciare dai mezzi elettronici) per effettuare "segnalazioni" sul campo di battaglia. Per "segnalazione", al massimo, si può prevedere un impiego di specifici artifizi illuminanti (non al Fosforo, ma al Magnesio) più spesso impiegabili da lanciatori individuali che da artiglierie.
Probabilmente si è fatto leva sul'equivocabilità del possibile uso (previsto in dottrina) di munizioni al Fosforo Bianco per "marcare" un'area-obbiettivo incendiandola al fine di renderla individuabile per successivi attacchi.
Ancora meno credibili (e accettabili) sono le "giustificazioni" tendenti ad accreditare le munizioni al Fosforo come "illuminanti".
Le munizioni al Fosforo non trovano alcun impiego pratico come "illuminanti", e vengono usate per motivi opposti, come "oscuranti", a causa dell'intenso fumo bianco che sprigionano.
Le munizioni illuminanti sono chiaramente distinte da quelle al Fosforo sia a livello di dottrina, sia per la loro natura e funzionamento, del tutto diversi da quello delle munizioni al Fosforo, come è possibile evincere anche da documenti ufficiali (e specifici) dell'Esercito USA.
Ad esempio (ma se ne potrebbero fare numerosi altri, altrettanto autorevoli) il Capitolo 6 dedicato al "Combat Support" del Manuale dello "Scout Platoon" (Plotone di Ricognizione), pubblicato dal Headquarters Department of the Army, Washington, DC, il 10 Aprile 1999, che rende chiarissimi gli usi ammessi per i proiettili al Fosforo Bianco (marcatura di obbiettivi ed oscuramento) e ne chiarisce la distinzione dalle munizioni illuminanti.
Le munizioni illuminanti, oltretutto, presentano scarsi impatti ambientali, come testimoniato da questo documento dell'Ente per la Protezione Ambientale USA, che si occupa di una delle più potenti munizioni illuminanti dell'arsenale USA, la M485A2 da 155mm per artiglieria, che libera a circa 600 metri di quota una fonte luminosa generata da Magnesio della potenza di un milione di candele. Questa fonte di luce resta disponibile per circa due minuti essendo trattenuta nella caduta da un paracadute. Il globo di luce apparentemente fissa visibile nel cielo di Falluja dietro la pioggia di Fosforo mostrata nelle immagini del documentario di RAI News potrebbe essere generata proprio da un ordigno del tipo M485A2.
[indietro]
--

#8 . La FAS (Federation of American Scientists) fu fondata 60 anni fa da un gruppo di scienziati impegnato nel Manhattan Project (che sviluppò la prima bomba atomica) e conta sul supporto di quasi 60 premi Nobel. Rappresenta una delle più autorevoli fonti americane e mondiali sui temi degli armamenti e della sicurezza ed è dedita alla promozione di un uso uso umanitario di scienza e tecnologie.
[indietro]
--

#9 . "Most of the artillery pieces in Afghanistan were located at firebases from which they fired in support of maneuver units, SOF, and other friendly forces. When enemy groups began ambushing patrols, a 'combined arms approach' employing well-armed infantry and high explosive rounds from supporting artillery proved an effective response. The main threat posed by the enemy came from 107-mm rockets fired at the firebases. US artillery units used their Q-36 Firefinder radars to determine the location from which the rockets had been launched, but a counterfire response was problematic. The radars could not tell US gunners whether the incoming ordnance had been launched from a deserted or highly populated area, and strict ROE prohibited a lethal response that risked killing innocent civilians. The artillery could fire illumination rounds to let enemy mortar and rocket teams know their location had been discovered, but such rounds also gave the enemy a chance to escape. The usual response to hostile fire, therefore, was to launch a patrol or attack helicopter into the area pinpointed by the radars and hope to catch the enemy still in place. The ability of artillery to locate but not dispatch the enemy again raised the issue of artillery's relevance on a low-intensity battlefield.
[indietro]
--

#10 . "In 2003, the Second Gulf War, Operation IRAQI FREEDOM, pushed the controversy to the background briefly, as field artillery played a prominent part in the mid-intensity operation that “seemed in many ways unexpectedly old-fashioned, although the term enduring might better describe many of its essential characteristics.” Yet, as the transition took place from war to a stability operation, artillerymen serving in Iraq were once again performing tasks for which few had trained. A recent issue of Field Artillery contains several articles about the postwar activities of artillery units; the list includes force protection, IO, CMO, PSYOP, dismounted patrols, securing oil facilities, guarding a bank, overseeing a detention facility, helping set up elections and establishing provincial governments, clearing buildings and weapons caches, setting up a nongovernment organization (NGO) reception center, and training.
As for the insurgencies that erupted in the wake of Saddam Hussein's defeat, to the extent that they were urban based, field artillery was constrained in what combat actions it could perform. The Q-36 would often pick up a target, but battalion and brigade headquarters would have to study the data to determine if friendly units or civilians were in the target area. Several minutes would often pass before the gunners received instructions to shoot or to hold their fire. When they did shoot, they often received no feedback on how effective their fires had been. Frequently, the resulting mood was one of disappointment and frustration, triggered in part by doubts as to whether the artillery was accomplishing any good against the hit-and-run tactics of the insurgents. Somewhat more satisfying was the role played by artillery in the counterinsurgency operations in Fallujah in late 2004. Before US and Iraqi ground troops entered the city, American aircraft, artillery pieces, and mortars pounded insurgent targets. Once the ground attack started, Army M109A6 Paladin self-propelled 155mm howitzers, Marine artillery pieces, and US mortars fired at strongpoints and other insurgent areas identified by field observers and air surveillance. In most cases, the rounds landed within 5 yards of their target. When the artillery did not attain that degree of accuracy, aircraft or other weapon systems were often called in. Generally speaking, though, field artillery helped accelerate the pace of the successful operation."

[indietro]
--



versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Ci sono 10 commenti visibili (su 22) a questo articolo
Lista degli ultimi 10 commenti, pubblicati in modo anonimo da chi partecipa al newswire di Indymedia italia.
Cliccando su uno di essi si accede alla pagina che li contiene tutti.
Titolo Autore Data
Altri Documenti Ufficiali USA smentiscono le frottole USA PDM Monday, Nov. 21, 2005 at 6:05 PM
Sei milioni di dollari per rimpinguare l'arsenale WP PDM Monday, Nov. 21, 2005 at 5:02 PM
Altre Conferme, Fosforo Arma Chimica pdm Monday, Nov. 21, 2005 at 4:52 PM
x quello sopra news? Monday, Nov. 21, 2005 at 2:38 AM
mah! anche NOI! Monday, Nov. 21, 2005 at 1:07 AM
x HGWELLS pdm Sunday, Nov. 20, 2005 at 8:13 PM
DoubleSpeak HGWells Sunday, Nov. 20, 2005 at 3:34 PM
per rossana PDM Sunday, Nov. 20, 2005 at 1:20 PM
x PDM rossana Sunday, Nov. 20, 2005 at 12:59 AM
risposta a x pdm PDM Sunday, Nov. 20, 2005 at 12:07 AM
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9