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[post dinamico] Resistenza No Tav
by imc-italia Tuesday, Nov. 29, 2005 at 9:46 AM mail:

Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti

.: leggi la feature Resistenza NO TAV :.

:: post dinamici - howto ::


-----> Aggiornamenti del 30 Novembre
-----> Aggiornamenti del 29 Novembre

-----> Ascolta i servizi audio sulle giornate di mobilitazione

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Tav, la Polizia presidia il cantiere - Scontri, Agnoletto ferito
by mk Tuesday, Nov. 29, 2005 at 9:48 AM mail:

24 ORE - CRONACA
Tav, la Polizia presidia il cantiere
Scontri, Agnoletto ferito


VALLE DI SUSA (Torino) - Dalle prime ore del mattino, circa duecento dimostranti stanno bloccando la statale per il Moncenisio all'altezza di Venaus, diretti al cantiere della Tav, l'alta velocità ferroviaria. Un imponente sevizio d'ordine segue i manifestanti mentre un cordone di agenti e carabinieri in assetto anti somossa presidia già il cantiere. Scontri con i manifestanti. Vittorio Agnoletto, parlamentare europeo, è rimasto ferito ad un ginocchio. Insieme a lui, alcuni parlamentari europei sono stati autorizzati a superare il cordone di polizia ed occupare simbolicamente il cantiere. Il grosso dei manifestanti rallentato dagli agenti nella marcia verso il cantiere.

(29-11-2005)

http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/cronaca/tavtolioneuno/blocco/blocco.html

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Aggiornamenti lotta no Tav
by link Tuesday, Nov. 29, 2005 at 10:46 AM mail:

DA RADIO 2000 BLACKOUT (TO)

http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933035.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933027.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933009.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933003.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/932994.php

Per comunicazioni e aggiornamenti tel: 011/5806888

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"Repubblica"
by Roberto Tuesday, Nov. 29, 2005 at 10:53 AM mail:

E "Repubblica" sarebbe un giornale?

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[NO TAV] SCIOPERI SPONTANEI NELLE FABBRICHE A VENAUS...
by ANSA Tuesday, Nov. 29, 2005 at 11:06 AM mail:

CONTRO I PRESIDI DELLE FORZE DELL' ORDINE A VENAUS

TAV: SCIOPERI SPONTANEI IN FABBRICHE VALLE SUSA
AIRAUDO (FIOM), GRAVE RESTRIZIONE SPAZI DEMOCRATICI
(ANSA) - SUSA (TORINO), 29 NOV - SCIOPERI SPONTANEI DI
PROTESTA CONTRO I PRESIDI DELLE FORZE DELL' ORDINE A VENAUS SI
REGISTRANO IN ALCUNE FABBRICHE DELLA VALLE SUSA: LAVORATORI
DELLA AZIMUT DI AVIGLIANA, DELLA IREM DI SANT' ANTONINO, DELLA
SAVIO DI CHIUSA SAN MICHELE, DELLA ROATTA E DELLA CORD3 DI
BRUZZOLO, HANNO LASCIATO IL POSTO DI LAVORO PER RAGGIUNGERE I
MANIFESTANTI CHE SI STANNO RADUNANDO SEMPRE PIU' NUMEROSI IN
LOCALITA' PASSEGGERI, AL BIVIO DELLA STATALE 24 DEL MONCENISIO,
VIA D' ACCESSO PRINCIPALE A VENAUS.
"E' UNA GRAVE RESTRIZIONE - COMMENTA IL SEGRETARIO GENERALE
DELLA FIOM TORINESE, GIORGIO AIRAUDO - DEGLI SPAZI DEMOCRATICI.
BISOGNA CHE TUTTE LE ISTITUZIONI FERMINO LE AZIONI DI POLIZIA
CONTRO LA POPOLAZIONE DELLA VAL SUSA". (ANSA).

29-NOV-05 10:22

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TAV: DOMANI PRESIDIO A COURMAYEUR PER SOLIDARIETA' VALSUSA
by ANSA Tuesday, Nov. 29, 2005 at 11:12 AM mail:


TAV: DOMANI PRESIDIO A COURMAYEUR PER SOLIDARIETA' VALSUSA
DELEGAZIONE NO TIR PARTECIPERA' A MANIFESTAZIONE VENAUS-SUSA

(ANSA) - AOSTA, 29 NOV - A PARTIRE DALLE ORE 9 DI DOMANI,
"GIORNATA IN CUI E' PREVISTA LA RESISTENZA DEI CITTADINI E DEI
SINDACI DELLA VALSUSA ALL'APERTURA DEL CANTIERE TAV DI VENAUS",
IL COMITATO ITALO-FRANCESE 'NO TIR', ISTITUIRA' A COURMAYEUR UN
"PRESIDIO" SULLA STATALE 26 CHE PORTA AL TUNNEL DEL MONTE
BIANCO.
IL PRESIDIO SARA' ISTITUITO ALLA ROTONDA DI COURMAYEUR PER
SOLIDARIETA' AI MANIFESTANTI DI VENAUS, MA ANCHE "PER
SOLLECITARE L' INTRODUZIONE DI UNA TASSA SUL MODELLO SVIZZERO,
CHE SCORAGGI IL TRAFFICO DELLE MERCI SU GOMMA E FINANZI UN
RIEQUILIBRIO DEL TRASPORTO MERCI SU NAVE E TRENO" E PER IL
POTENZIAMENTO DELLE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI. "SE TUTTE E
CINQUE LE TRASVERSALI FERROVIARIE CHE VALICANO LE ALPI FOSSERO
EFFICACEMENTE UTILIZZATE - SPIEGA ALEX GLAREY DEI NO TIR - LE
CAPACITA' DI TRASPORTO SI ATTESTEREBBERO SU 150 MILIARDI DI
TONNELLATE ALL' ANNO, IL CHE CORRISPONDE AD UN TRIPLICAMENTO DEL
TONNELLAGGIO OGGI TRASPORTATO". IL COMITATO OSSERVA ANCORA CHE
"GLI INVESTIMENTI E I TEMPI A CIO' NECESSARI SAREBBERO
INCOMPARABILMENTE INFERIORI RISPETTO A QUANTO RICHIESTO DALLA
COSTRUZIONE DELLE NUOVE TRASVERSALI ALPINE. CON APPENA UN
MILIARDO DI EURO SI PUO' RADDOPPIARE LA LINEA STORICA
TORINO/LIONE, TOGLIENDO DALLE STRADE LA GRAN PARTE DEI TIR".
UNA DELEGAZIONE DEL COMITATO NO TIR PARTECIPERA' ALLA
MANIFESTAZIONE PER IMPEDIRE L' AVVIO DEI LAVORI NEL CANTIERE DI
VENAUS. (ANSA).

29-NOV-05 10:11

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Tafferugli attorno al cantiere della Tav.
by dal corriere Tuesday, Nov. 29, 2005 at 11:16 AM mail:

Presidio della polizia davanti al cantiere dove devono inziare i lavori. Bloccato l'accesso alla Val Cenischia. L'europarlamentare di Rifondazione Comunista Agnoletto: «Preso a calci dagli agenti».

TORINO- Tensione e tafferugli attorno al cantiere della Tav. Le forze dell’ordine presidiano i terreni di Venaus in valle di Susa dove mercoledì è prevista l'apertura del cantiere per i sondaggi per la linea ad alta velocità Torino-Lione. L’ accesso alla Val Cenischia è bloccato ai non residenti. Sui terreni sono state portate le ruspe e sono cominciati i lavori per allestire il cantiere. Ma sul posto si sono radunati molti manifestanti «no Tav». La polizia, intanto, blocca l’accesso a Venaus dalla statale 24 del Moncenisio ma sono numerose le persone che a piedi cercano di raggiungere il comune valsusino utilizzando sentieri e strade sterrate.
AGNOLETTO: «SONO STATO PRESO A CALCI DALLA POLIZIA» - «Sono stato spinto dalla polizia, hanno cercato di colpirmi con un manganello. Sono finito a terra e mi hanno preso a calci, mentre insieme ad altri europarlamentari cercavo di mediare tra la popolazione e le forze dell'ordine». Il racconto è di Vittorio Agnoletto, europarlamentare di Rifondazione Comunista. «Stavamo discutendo in Località Passeggeri, vicino al bivio che porta a Venaus - spiega Agnoletto - dove le forze dell'ordine bloccano l'accesso. Chiedevamo che si facesse passare la gente, tenevamo le braccia alzate. All'improvviso la discussione è degenerata e mi sono ritrovato a terra».

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Tav. Da stanotte presidiata la Val Cenischia.
by Rainews24 Tuesday, Nov. 29, 2005 at 11:24 AM mail:

Tav. Da stanotte pre...
tav_manifestazione_contro--200x150.jpg, image/jpeg, 200x150

Tav. Da stanotte presidiata la Val Cenischia. Agnoletto: "Sono stato colpito dalla polizia"

Polizia e carabinieri presidiano da questa notte attorno alle 3 i terreni di Venaus, limitrofi all'area dove domani sarà aperto il cantiere per i sondaggi per la linea ad alta velocità Torino-Lione. L' accesso alla Val Cenischia è bloccato. Sui terreni, di proprietà della Sitaf, sono state portate le ruspe e sono cominciati i lavori per allestire il cantiere. Sono presenti alcuni esponenti del comitato no-Tav che da giorni presidiano la zona.

"E' la più grave militarizzazione del territorio che ci sia mai stata. I cittadini non possono nè entrare nè uscire da Venaus": il presidente della Comunità Montana Bassa Valle Susa, Antonio Ferrentino, protesta per i presidi delle forze dell'ordine che hanno comportato, di fatto, l'isolamento della zona. Sia lui che i manifestanti, che stanno raggiungendo la località, denunciano i disagi della popolazione, soprattutto di Venaus e di Novalis: i ragazzi stamattina non sono riusciti ad andare a scuola, molti lavoratori non hanno raggiunto i posti di lavoro perché non sono accessibili le strade principali.

La polizia in località Passeggeri, al bivio della statale 24 del Moncenisio, vieta l'accesso a Venaus. Soltanto al bus con gli europarlamentari a bordo, che stanno raggiungendo la zona del presidio, è stato consentito il transito. Con il passare delle ore sono sempre più numerosi coloro che, attraverso sentieri sterrati, cercano di raggiungere l' area del presidio.

Agnoletto: la polizia mi ha spinto e colpito
"Sono stato spinto dalla polizia, hanno cercato di colpirmi con un manganello. Sono finito a terra e mi hanno preso a calci, mentre insieme ad altri europarlamentari cercavo di mediare tra la popolazione e le forze dell'ordine". Il racconto è di Vittorio Agnoletto, europarlamentare di Rifondazione Comunista. "Stavamo discutendo in Località Passeggeri, vicino al bivio che porta a Venaus - spiega Agnoletto - dove le forze dell'ordine bloccano l'accesso. Chiedevamo che si facesse passare la gente, tenevamo le braccia alzate. All'improvviso la discussione è degenerata e mi sono ritrovato a terra".

"Mi chiedo se hanno intenzione di andare avanti in questo modo - afferma Agnoletto - per tutto il periodo olimpico e di militarizzare la valle per quindici anni. E' preoccupante che forze dell'ordine, che non sono del luogo, tentino di risolvere il disagio con la forza. Vorrei sapere inoltre come sia possibile che parlamentari europei non siano stati rispettati nel loro ruolo istituzionale". Gli europarlamentari hanno raggiunto il presidio di Venaus.

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LINK AUDIO DA RADIO BLACKOUT
by Giornalista Tuesday, Nov. 29, 2005 at 12:02 PM mail:


http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933143.php

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FIACCOLATA
by stefano Tuesday, Nov. 29, 2005 at 12:14 PM mail:

QUESTA SERA MARTEDI' 29/11/05

DICIAMOLO A TUTTI!!!
 
Stasera 8:30-9 fiaccolata dai Passeggeri (al bivio tra la Statale del Moncenisio e la Provinciale per Venaus) al Presidio di Venaus
Se non abbiamo le fiaccole, vanno bene le candele, le torce, gli accendini…
PURCHè SIAMO NUMEROSISSIMI!!!!!!!!!!
 
Ora e sempre NO TAV

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TAV: BLOCCHI TEMPORANEI DI MANIFESTANTI SU STRADE VAL SUSA
by ANSA Tuesday, Nov. 29, 2005 at 12:23 PM mail:

TAV: BLOCCHI TEMPORANEI DI MANIFESTANTI SU STRADE VAL SUSA
(ANSA) - TORINO, 29 NOV - L' AUTOSTRADA A32 DEL FREJUS E'
RIMASTA BLOCCATA PER UNA DECINA DI MINUTI DA GRUPPI DI
MANIFESTANTI CHE HANNO RAGGIUNTO LA VALLE DI SUSA. GLI STESSI
MANIFESTANTI STANNO ORGANIZZANDO ANALOGHI PRESIDI TEMPORANEI
SULLE STRADE DELLA ZONA, MENTRE ALTRI CERCANO DI RAGGIUNGERE
VENAUS PASSANDO ATTRAVERSO I SENTIERI DI MONTAGNA.
OLTRE VENAUS, ANCHE NOVALESA E MOMPANTERO, IL PAESE GIA'
TEATRO DEGLI SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA IL 31 OTTOBRE
SCORSO, SONO PRATICAMENTE ISOLATI DALLE FORZE DELL' ORDINE, CHE
IMPEDISCONO L' ACCESSO ALLA ZONA INTERESSATA DAI SONDAGGI
PRELIMINARI AI LAVORI DELLA TAV.
HA, INTANTO, RAGGIUNTO LA VALLE LA PRIMA DELEGAZIONE DI
STUDENTI UNIVERSITARI DI TORINO CHE VA AD AGGIUNGERSI AL POPOLO
NO-TAV; ALTRE DELEGAZIONI SONO ATTESE TRA OGGI E DOMANI MATTINA
QUANDO E' PREVISTA L' APERTURA DEL CANTIERE. LA PROTESTA CONTRO
LA REALIZZAZIONE DELL' OPERA E' A TUTTO CAMPO, ANCHE VISIBILE
SUI MURI DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE: NUMEROSI VOLANTINI (20 MILA
SECONDO GLI ORGANIZZATORI) CON LA SCRITTA 'NO TAV OGGI, PER
VIVERE DOMANI' SONO STATI AFFISSI DALLE PRIME LUCI DELL'
ALBA.(ANSA).

29-NOV-05 12:15

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SMOBILITIZZARE PER EVITARE LA BUNKERIZZAZIONE DELL'Azione Dimostrativa
by Kopi-1, detto "mordi e fuggi" - &qu Tuesday, Nov. 29, 2005 at 4:12 PM mail:

SMOBILITIZZARE PER E...
neurofionda_small.jpg, image/jpeg, 100x100

Il simbolo delle Magagne Italiane è la FIAT Brava, e a me delle Magagne Italiane me ne passa p' o' cazz-o;
Perciò non è questione di Torino dei Savoia o di Cass 'e Mezzoggiorno che ci hanno estromesso dalla gestione;
E' questione che ci stanno abolizionista pur'a rossa, nel senso di quella buona, quella del bel paese, quella della Valle Verde(tm), che prima s'appiccia e poi s'aspira - await, aspitte.
E quindi: Il simbolo delle Magagne Italiane è la Fiat Brava (repeat-___ition)

[Rotolando rotolando verso sud, sono precipitato nelle
Ferrovie del Gargano S.p.A, e sto in attesa di un auten-
tico biglietto per proseguire con le SUD-EST (passando
per città natìa e P-N di R. Norba) @
@ ECCO L'ALTERNATIVA ALLA FIATTISIMA E
GRANDEFRATELLISSIMA A4 detta AUTOSTR.]

Scritto sulla sopraelevata 61, ex s.s. 16, e trascritto
col mio portatile wireless in un A.P. dove s'avevano
scurdate e' mette e' crittopassword

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AGGIORNAMENTI PROGRESSIVI DOPO IL BLOCCO DELL'ACCESSO A VENAUS
by No Tav/Tac Tuesday, Nov. 29, 2005 at 4:49 PM mail:




MARTEDI' 29/11 - SEGNALAZIONI DELLE ORE 12

- Botte all'europarlamentare Vittorio Agnoletto:
"Hanno cercato di colpirmi". Vittorio Agnoletto, europarlamentare di Rifondazione Comunista, è infuriato: "Sono stato spinto dalla polizia, hanno cercato di colpirmi con un manganello. Sono finito a terra e mi hanno preso a calci, mentre insieme ad altri europarlamentari cercavo di mediare tra la popolazione e le forze dell'ordine. Stavamo discutendo in Località Passeggeri, vicino al bivio che porta a Venaus - spiega Agnoletto - dove le forze dell'ordine bloccano l'accesso. Chiedevamo che si facesse passare la gente, tenevamo le braccia alzate. All'improvviso la discussione è degenerata e mi sono ritrovato a terra".

- Dichiarazione di Michael CASHMAN, capo delegazione della commissione per le petizioni del parlamento europeo, in visita nella Valle di Susa.
Gli eventi di Venaus sono un gigantesco insulto alla delegazione della comissione per le petizioni del parlamento europeo che ha tenuto un atteggiamento di particolare diplomazia e prudenza dovuto alla situazione chiaramente tesa. Questi eventi confermano l’assoluta necessità di una valutazione indipendente dell’intero progetto a livello europeo. Ci devono essere trattative immediate con tutte le parti coinvolte e specialmente con le autorità e le comunità locali. Ci appelliamo a tutti, ed in particolare alle forze dell’ordine, affinché tutte le operazioni vengano condotte in modo pacifico. Non ci deve essere alcun spazio alla violenza.

- Scioperi spontanei in fabbriche della ValSusa
Scioperi spontanei di protesta contro i presidi delle forze dell'ordine sono stati proclamati in alcune fabbriche della Valle Susa: lavoratori della Azimut di Avigliana, della Irem di Sant'Antonino, della Savio di Chiusa San Michele, della Roatta e della Cord3 di Bruzzolo, hanno lasciato il posto di lavoro per raggiungere i manifestanti.

- I Sindaci annullano l'incontro di oggi pomeriggio con la Bresso
Antonio Ferrentino: "quella avvenuta la scorsa notte in valle "e' la piu' grave militarizzazione del territorio che ci sia mai stata". Ferrentino denuncia anche gravi disagi alla popolazione.

http://www.spintadalbass.org

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CRONACHE DELLA GIORNATA NO TAV :
by cronache Tuesday, Nov. 29, 2005 at 4:51 PM mail:

CRONACHE DELLA GIORNATA NO TAV IN VALLE DI SUSA:

Fin dalle quattro di questa mattina la polizia presidia la via d' accesso principale a Venaus. Sono già alcune centinaia le persone che si sono radunate sul posto, dove domani dovrebbero cominciare i lavori per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. L'iniziativa ha scatenato le proteste dell'intera popolazione della Val di Susa, sfociate in una mobilitazione che si protrae da alcune settimane..

Notevoli i disagi tra a popolazione, soprattutto a Venaus e Novalis: i ragazzi stamattina non sono riusciti ad andare a scuola, molti lavoratori non hanno raggiunto i posti di lavoro perche' non sono accessibili le strade principali.

Agnoletto. "No all'occupazione militare, io stesso colpito dalla polizia"
L'europarlamentare Vittorio Agnoletto, oggi in Val di Susa con una delegazione di parlamentari europei ha condannato l'occupazione militare dell'accesso a Venaus, bollandola come "inaudita violenza" e annunciando che, vista la situazione di tensione, i sindaci della valle nel tardo pomeriggio non si presenteranno all'incontro con la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. "Non e' possibile che i sindaci, in una situazione di cosi' alta tensione, possano abbandonare il territorio", ha dichiarato Ferrentino. "Sarebbe auspicabile che la Regione Piemonte e la Provincia di Torino condannassero lo stato di militarizzazione della Val Cenischia".

Nella interrogazione presentata oggi da Agnoletto si legge, tra l'altro: "Il sottoscritto, deputato europeo, e'stato anche oggetto di schiaffi, calci ed altre violenze fisiche e verbali da parte della polizia locale, nell'esercizio delle proprie funzioni parlamentari, sotto gli occhi di altri colleghi europarlamentari".

Interrogazione parlamentare per Pisanu
Il senatore Giampaolo Zancan del gruppo Verdi, dopo le notizie sugli incidenti di stamane, ha chiesto al ministro dell'Inerno Giuseppe Pisanu dio riferire in aula al Senato. "Far finta di nulla - ha detto Zancan - di fronte all'occupazione militare sul territorio e agli scontri in atto tra i manifestanti e le forze dell'ordine, e' inaccettabile". Oggi vi sono state cariche di polizia nei confronti di cittadini colpevoli di manifestare a difesa del proprio territorio, a tutela della propria salute, dell'integrita' ambientale, in una parola, dei loro diritti costituzionalmente garantiti".
Pino Sgobio, capogruppo del Comunisti italiani alla Camera, ha dichiarato: "Il ministro dell'Interno Pisanu sospenda immediatamente la militarizzazione della Valle e venga a riferire in Aula su quanto sta avvenendo in Val di Susa. E' inaccettabile che si risponda con l'uso della militarizzazione alla protesta della cittadinanza. Invece di usare la mano ferma, si fermino i lavori e si attivi un serio confronto con la popolazione di quei luoghi".

Legambiente: inconcepibile l'occupazione militare del cantiere
"L'occupazione manu militari della Val di Susa per imporre l'apertura del cantiere di Venaus è un atto inaccettabile, e surreale nella evidente sproporzione tra causa ed effetto: è urgente che si ritorni alla politica, ripartendo con una vera valutazione d'impatto ambientale e di rilevanza strategica dell'opera". Il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta ha così commentato la militarizzazione del sito dove si dovrebbe cominciare a scavare la prima galleria.

Domani presidio a Courmayeur
A partire dalle ore 9 di domani, "giornata in cui e' prevista la resistenza dei cittadini e dei Sindaci della Valsusa all'apertura del cantiere Tav di Venaus", il Comitato italo-francese 'No Tir', istituira' a Courmayeur un "presidio" sulla statale 26 che porta al tunnel del Monte Bianco.

Il presidio sara' istituito alla rotonda di Courmayeur per solidarieta' ai manifestanti di Venaus, ma anche "per sollecitare l' introduzione di una tassa sul modello svizzero, che scoraggi il traffico delle merci su gomma e finanzi un riequilibrio del trasporto merci su nave e treno" e per il potenziamento delle linee ferroviarie esistenti. "Se tutte e cinque le trasversali ferroviarie che valicano le Alpi fossero efficacemente utilizzate - spiega Alex Glarey dei No Tir - le capacita' di trasporto si attesterebbero su 150 miliardi di tonnellate all' anno, il che corrisponde ad un triplicamento del tonnellaggio oggi trasportato".

Ferrentino colto da malore, sciolta la seduta del Consiglio Regionale
Il presidente della Comunita' montana Bassa Valle di Susa Antonio Ferrentino, coordinatore del movimento che si batte contro la linea ferroviaria ad Alta velocita' Torino-Lione e' stato colto da un malore ed e' crollato a terra, poco dopo aver parlato ai suoi concittadini. Un'autombulanza della Croce Rossa lo ha trasportato all'ospedale.
Il malore di Ferrentino ha provocato lo scioglimento della seduta odierna del consiglio regionale del Piemonte. La decisione e' stata presa dai capigruppo, riuniti dopo che i consiglieri esponenti di Prc, Pdci e Verdi avevano annunciato l' intenzione di abbandonare l' aula, facendo cosi' mancare il numero legale.

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TAV: ULTIME NOVITA' E APPUNTAMENTI...
by ANSA Tuesday, Nov. 29, 2005 at 4:51 PM mail:

TAV: CONTINUA PRESIDIO
(ANSA) - VENAUS (TORINO), 29 NOV - SI E' RIPRESO DAL MALORE
ANTONIO FERRENTINO, IL LEADER DELLA LOTTA ALLA TAV. L' AFFLUSSO DEI DIMOSTRANTI SI E INTERROTTO E, DI FRONTE AL
BLOCCO DI POLIZIA AL BIVIO DELLA STATALE DEL MONCENISIO, CI SONO
ORA CIRCA 200 PERSONE. DOMANI MATTINA I MANIFESTANTI CERCHERANNO
DI RAGGIUNGERE L' AREA DEL CANTIERE, DOVE SARANNO AVVIATI I
LAVORI PER IL TUNNEL ESPLORATIVO: "SAREMO IN DECINE DI MIGLIAIA
- HA DETTO FERRENTINO - E LA GENTE PROVERA' AD ARRIVARE AL
CANTIERE PASSANDO ATTRAVERSO I PRATI. VOGLIO VEDERE SE LE FORZE
DELL' ORDINE LI INSEGUIRANNO UNO AD UNO". FERRENTINO HA
INVITATO ALLA CALMA: "LE NOSTRE DUE FORZE SONO L' UNITA' E IL
PACIFISMO, SE NE PERDIAMO ANCHE SOLO UNA POTREMO ANDARE A CASA.
IL NOSTRO CONFRONTO NON FINISCE NE' OGGI NE' DOMANI, MA DURERA'
GIORNI E MESI. VOGLIAMO SAPERE CHI HA DATO ALLE FORZE DELL'
ORDINE QUESTE DISPOSIZIONI COSI' DURE CHE IMPEDISCONO ALLA GENTE
DELLA VALLE DI USCIRE DI CASA PER ANDARE A SCUOLA O A
LAVORARE".
I SINDACI DELLA VALLE DI SUSA, CHE NON ANDRANNO ALLA RIUNIONE
CON LA PRESIDENTE DELLA REGIONE BRESSO, IL SINDACO DI TORINO
SERGIO CHIAMPARINO E IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANTONIO
SAITTA SI RITROVERANNO ALLE 18 NELLA SEDE DELLA COMUNITA'
MONTANA A BUSSOLENO. IL SUCCESSIVO APPUNTAMENTO E' ALLE 21 AL
PRESIDIO DI VENAUS.
LE FORZE DELL' ORDINE CONTINUANO A PRESIDIARE I DUE ACCESSI A
VENAUS, QUELLO PRINCIPALE AL BIVIO DELLA STRADA STATALE DEL
MONCENISIO E QUELLO SECONDARIO CHE SI RAGGIUNGE PASSANDO
ATTRAVERSO ALCUNE FRAZIONI DI SUSA. UN ELICOTTERO DEI
CARABINIERI VOLTEGGIA NEL CIELO TRA SUSA E VENAUS. (ANSA).

29-NOV-05 15:08

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CONTRO L'ALTA VELOCITA', STUDIARE CON LENTEZZA
by assemblea del 27-11-05 - atenei in rivolta Tuesday, Nov. 29, 2005 at 4:54 PM mail:

IL MOVIMENTO UNIVERSITARIO INCONTRA IL MOVIMENTO NO-TAV

Torino, 27-11-2005-11-27

Nell’ambito della due giorni di occupazione temporanea di Palazzo Nuovo (università di Torino) e della “notte in bianco” dell’università, si è tenuta oggi pomeriggio un’assemblea del movimento universitario con delegazioni nazionali da Roma, Bologna, Verona, Milano, Padova che ha incontrato oggi il movimento contro l’Alta Velocità in un momento di confronto e scambio con alcuni esponenti dei comitati popolari.

Nello spirito delle giornate del 25 ottobre e rilanciando le indicazione dell’assemblea nazionale tenutasi a Roma il 6 novembre è stata sottolineata l’esigenza di una interconnessione degli ‘atenei in rivolta’ con i movimenti e le lotte sociali già operanti nei nostri territori.
Sono state fatte proprie dall’assemblea le iniziative di lotta del 30 novembre in Val di Susa contro l’inizio dei lavori dell’Alta Velocità, la giornata del 3 dicembre di mobilitazione nazionale delle e dei migranti a Roma e l’assunzione del 6 dicembre come momento di riappropriazione di spazi e tempi dentro e fuori le università.

Il 30 novembre saranno presenti a Venaus (Val Susa) delegazioni nazionali delle e degli universitari. È stata raccolta l’indicazione di riprodurre nelle varie realtà momenti comunicativi di solidarietà con la lotta della val Susa.

Il 3 dicembre il movimento universitario confluirà con la costruzione di un proprio spezzone al corteo contro la Bossi-fini, la chiusura di tutti i cpt e per la libertà di movimento.

Il 6 dicembre è stata individuata dalle realtà presenti come giornata di mobilitazione all’insegna dell’accesso allo studio e del diritto al sapere attraverso iniziative quali notti bianche e momenti di attraversamento conflittuale dentro e fuori le facoltà.

IL NOSTRO TEMPO È QUI E CONTINUA ADESSO

Assemblea del 27-11 PALAZZO NUOVO
Atenei in Rivolta

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TAV: DELEGAZIONE UE, E' UN AFFRONTO ALLA POPOLAZIONE
by info Tuesday, Nov. 29, 2005 at 5:00 PM mail:

''L' occupazione del sito di Venaus e' un affronto alla popolazione locale che protesta pacificamente contro l' inizio del primo cantiere di sondaggio''. E' la protesta dei tre europarlamentari e membri della commissione delle petizioni, ieri e oggi in visita nella Valle di Susa. ''E' anche un insulto all' integrita' di questa delegazione parlamentare'', aggiungono Michael Cashiman, Carlos Iturgaiz e David Hammerstein. ''Siamo venuti in Valle di Susa - hanno spiegato gli europarlamentari in una conferenza stampa nel municipio di Susa - su domanda degli abitanti della Valle e abbiamo discusso con la presidenza della Regione sul progetto e sul suo impatto sulla popolazione. Seguiremo da vicino gli sviluppi della situazione e risponderemo nei modi e nei tempi appropriati''. Il capo delle delegazione Cashiman, ripartito prima dei colleghi per Bruxelles, parla di ''un gigantesco insulto alla delegazione, che ha tenuto un atteggiamento di particolare diplomazia e prudenza dovuto alla situazione chiaramente tesa. Questi eventi confermano l' assoluta necessita' di una valutazione indipendente dell' intero progetto a livello europeo. Ci devono essere - ha aggiunto Cashiman - trattative immediate e con tutte le parti coinvolte, specialmente con le autorita' delle popolazioni locali. Ci appelliamo a tutte le parti, e in particolare alle forze dell' ordine, a condurre tutte le operazioni in modo pacifico. Non ci deve essere alcun spazio per la violenza''.

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Come reprimere la riflessione
by luigi politano Tuesday, Nov. 29, 2005 at 6:31 PM mail: l.politano@rivistaonline.com

Una nuova linea ferroviaria che legherà ancora di più l'Italia al resto d'Europa. Questo nelle intenzioni del governo, della legge obbiettivo di Lunari e della TAV: l'idea dell'alta velocità che attraversa l'Italia del nuovo millennio. Ma è davvero necessario sottoporre a tutti questi traumi una popolazione intera che questa linea non la Vuole? Forse una soluzione diversa c'è ma non la si vuol seguire. Tendenzialmente pare essere più importante apparire al resto del mondo, come il paese che investe in progresso ed infrastrutture, senza tenere conto delle reali difficoltà che spesso si incontrano.
Il problema sottoposto all'attenzione dell'Italia intera che pare dormire, dagli abitanti della Val di Susa, è la possibilità di venire sottoposti o addirittura sommersi dall'amianto che il traforo causerebbe. Stiamo parlando di diverse gallerie in montagne con ad alto rischio amianto e addirittura uranio.

Da un documento del comitato NO TAV: "Il tracciato prevede una galleria di 23 km all'interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell'aria un bel po' di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L'amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell'Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, 'finestre'. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all'impatto ambientale dell'opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull'autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara)".

Una premessa per raccontare quello che stamane è accaduto sulla strada di accesso per Venaus. Tutta la Val di Susa è stata invasa letteralmente sin dalle 2:30 di stanotte da diversi blindati dei carabinieri e della polizia.
L'Euro parlamentare Vittorio Agnolotto, nella Valle assieme ad altri 3 Euro parlamentari membri della commissione d'inchiesta sulla TAV, mi racconta cosa è avvenuto:
"Dopo l'arrivo dei blindati la zona è stato letteralmente militarizzata ed ogni passaggio verso Venaus bloccato".
"Alle 8:45 circa, a diversi cittadini della zona è stato impedito di passare. Ci trovavamo nel comune di Passeggeri. Una poliziotta che si è rifiutata di presentare le sue generalità, mi ha attaccato e subito la polizia ha iniziato a strattonare molte persone che chiedevano solo di poter passare per andare a lavoro"
"Dopo una prima fase di scontro ho cercato di mediare con i poliziotti ma l'unica cosa ricevuta sono stati due calci, qualche contusione da 7 giorni di prognosi, e l'incredulità dei miei colleghi spagnoli sbigottiti"
"Alla fine siamo riusciti a passare, ma solo i parlamentari. Vorrei aggiungere che le forze dell'ordine hanno letteralmente preso d'assedio un terreno messo loro a disposizione dalla società autostrada, invadendone il perimetro molto prima del tempo a loro concesso e di fatto militarizzando l'intero territorio. Tanto da impedire a chiunque di passare"
"Presenterò al Parlamento Europeo ed alla commissione una interrogazione che faccia luce su questi avvenimenti"

Queste le parole di Agnoletto che danno il quadro generale di ciò che è accaduto stamattina. La cosa preoccupante è che non sembra essere nell'ordine delle priorità su cui indagare, la possibilità che la protesta sia dettata da ragioni reali di pericolo ambientale. Per alcuni - governo in primis - tutte cose da provare e su cui pare inutile soffermarsi. peccato che uno studio dell'Università di Siena ed i rilevamenti fatti dala Regione, dimostrino l'esistenza di amianto nella compisizione rocciosa delle montagne in questione. Forse le possibile causa di diffusione di polvere di amianto, non è una ragione valida per protestare.
La riduzione di traffico stradale prospettato come primo risultato da raggiungere con la nuova linea veloce, a parere degli abitanti di quelle zone, non può giustificare il rischio inquinamento. Tra l'altro la conclusione dei lavori è prevista nei prossimi 15 anni, e nel frattempo? Il rischio di una catastrofe ambientale non è del tutto marginale.

Pochi giorni fa un delegazione ha incontrato alcuni euro parlamentari. Ai signori di Bruxelles è stata portata in dono una proposta concreta: rafforzare la linea esistente che attualmente viene usata soltanto al 38% delle sue possibilità, ed è stata riscoperta negli ultimi tempi, causa la chiusura del traforo del Frejus per incendio. Questo lavoro comporterebbe una spesa di 1miliardo e non di 21 previsti per il TAV. Il lavoro farebbe aumentare il trasporto delle merci del 150% e sarebbe realizzato in 2 anni e non in 15. Cosa fondamentale il tracciato della linea veloce, prevede diversi Km di gallerie, che incontreranno le montagne di cui sopra e dunque molti cantieri, molta polvere e molto rischio.
Solo preoccupazioni? Le più grandi catastrofi del pianeta sono state causa della mancanza di attenzione per alcune di queste preoccupazioni. Le inutili preoccupazioni poi, non porterebbero un intero esercito in una zona. Qualcosa su cui riflettere e di cui il governo dovrà dare conto. Speriamo solo che le percosse subite da un Euro parlamentare, dalle forze dell'ordine di un paese che troppo spesso dimentica di essere democratico e civile, facciano intervenire e porre il problema alla comunità internazionale. Forse bisognerebbe iniziare a riflettere. Riflettere seriamente.

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Situazione in Val Susa
by FAI - Torino Tuesday, Nov. 29, 2005 at 11:27 PM mail: fat@inrete.it

Da una corrispondenza telefonica con dei compagni della Federazione Anarchica - FAI di Torino da Venaus di pochi minuti fa.

Sbirri e caramba dal tardo pomeriggio si sono asserragliati all'interno dell'area dell'ex AEM (azienda municipalizzata) e dai con dai fari illuminano a giorno l'area che domani dovrebbe essere conquistata per sancire l'inizio dei lavori.
Tutto intorno MIGLIAIA E MIGLIAIA DI PERSONE di tutta la valle soprattutto valligiani che nonostante la neve e il freddo sono decisi a resistere e molti resteranno lì tutta la notte.
La situazione è caotica ma allegra fra i manifestanti con falò accesi ovunque e con la parola d'ordine di resistere a oltranza.
NO PASARAN

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Val Susa. Cronaca del 29 aspettando il 30
by FAI - Torino Wednesday, Nov. 30, 2005 at 3:25 AM mail: fat@inrete.it

A questo link:
http://italy.indymedia.org/news/2005/11/933833.php

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Nuova marcia pacifica questa mattina: si riuniranno almeno in ventimila
by InfoLotta Wednesday, Nov. 30, 2005 at 11:02 AM mail:

Oggi l'apertura del primo cantiere dell'alta velocità Torino-Lione in Val di Susa. E la protesta continua: è previsto per questa mattina un nuovo corteo pacifico del movimento No-Tav al quale parteciperanno anche i sindaci della valle secondo i quali oggi a marciare saranno all'incirca tra le venti e trentamila persone. Le forze dell'ordine comunque controllano la zona del cantiere di Venaus, teatro ieri di scontri e tafferugli tra polizia e manifestanti.

La protesta è andata avanti per tutta la notte ma senza creare incidenti: molte le persone che si sono riparate dalla neve fino all'alba sotto i due gazebo allestiti dalla Pro Loco e in attesa dell'apertura del cantiere di Venaus, per la realizzazione del cunicolo esplorativo di 7 chilometri.

La tensione in Val di Susa è alta. Ieri non sono mancati tafferugli tra dimostranti e polizia e carabinieri che presidiavano l'area dove comincieranno i lavori: l'europarlamentare Vittorio Agnoletto è rimasto leggermente ferito.

''La situazione è pesantissima e insostenibile - ha sottolineato il presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa, Antonio Ferrentino poco prima di avere un malore ieri (provocato probabilmente da stress e stanchezza) ed essere portato al pronto soccorso - ora vogliamo capire chi ha dato queste disposizioni così dure perché se qualcuno pensa di mettere sotto pressione in questo modo il territorio, evidentemente non ha capito nulla''.

Da parte sua la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, ha osservato: ''La situazione appare difficile perché mi sembra che la protesta si sia trasformata non in un'opposizione per ambiente e salute, ma un'opposizione frontale all'opera''. Ma ''la mediazione si può fare sul come, ma non sul se, perché non si può fare mezza opera''. Dura anche la presa di posizione della delegazione Ue che ha criticato duramente l'occupazione del sito di Venaus, mentre le forze sindacali torinesi e piemontesi hanno invitato nuovamente le istituzioni a favorire il dialogo ''affinché siano risparmiate ulteriori tensioni e vengano ripristinate le normali condizioni di vita civile''.

Proteste per quanto sta accadendo in Val di Susa anche dal mondo politico. ''Chiediamo al ministro Pisanu di sospendere immediatamente la militarizzazione della Val di Susa. Si riprenda invece il dialogo con i sindaci e le comunità locali'', ha detto ieri il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Anche il capogruppo del Pdci alla Camera Pino Sgobio si è rivolto al ministro dell'Interno chiedendo la sospensione della ''militarizzazione della Valle'' e di ''riferire in aula su quanto sta avvenendo''.

Il vicepremier Gianfranco Fini invita a non ''confondere la comunità con gruppi che vanno nella comunità per creare tensioni, per determinare forti scontri sociali''. ''Quando vengono trovati i pacchi esplosivi - ha detto ancora Fini - sono dibattito politico?''.

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In centinaia a Venaus contro il Tav
by La stampa Wednesday, Nov. 30, 2005 at 12:59 PM mail:

Centinaia di persone, guidate da una ventina di sindaci della Val di Susa, "assediano" da stamattina presto l'area dove dovrebbe sorgere il cantiere dell'alta velocità, protetta da un fitto cordone di polizia e di baschi verdi della Finanza in assetto antisommossa.

Lo scopo dei manifestanti, che continuano ad arrivare nonostante il blocco alla via di accesso al sito, è di impedire l'avvio dei lavori propedeutici alla costruzione del tunnel della Tav.

Sindaci e responsabili della sicurezza stanno trattando per evitare che la tensione a Venaus esploda. «Siamo disposti a consentire il cambio di turno delle forze dell'ordine, al freddo da dieci ore - ha spiegato il presidente della Comunità Montana Bassa Valle di Susa, Antonio Ferrentino, nell'intervento al consiglio comunale aperto di Venaus - ma vogliamo il rinvio dell'avvio del cantiere. Il nostro obiettivo è evitare l'inizio formale dei lavori, ma non possiamo esporre nessuno al rischio di cariche. Faremo di tutto per evitare prove di forza. Siamo sereni, ancora tante persone stanno arrivando qui a Venaus». Davanti ai gazebo allestiti dalla Pro Loco, a Venaus, è arrivato un elicottero del 118 per trasportare in ospedale un dimostrante colto da un grave malore.

Alle 8 di stamattina è entrato in vigore il decreto che autorizza l'impresa Cmc a occupare i terreni, circa 35mila metri quadri, per iniziare i lavori per la costruzione di un cunicolo esplorativo lungo 7 chilometri e largo dai 3 ai 6 metri. Sul luogo dove dovrebbe sorgere il cantiere, i manifestanti fronteggiano la polizia a distanza di sicurezza, separati da un torrentello.

Nonostante il freddo, centinaia di manifestanti stanno continuando ad affluire a Venaus percorrendo anche quattro chilometri a piedi, poichè al momento tutte le strade di accesso sono impedite a causa della folla che assedia il sito dove dovrebbe partire il cantiere. Il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, intanto, ha aperto poco dopo le 8 il Consiglio comunale apertoconvocato in località Berno, davanti al cantiere, ma i lavori sono stati da poco interrotti perchè un manifestante è stato colpito da malore.

Una cinquantina di persone, appartenenti al Comitato valdostano e francese contro il ritorno dei tir al traforo del Monte Bianco, hanno istituito un presidio sulla strada statale 26, nei pressi di Courmayeur (Aosta), un paio di chilometri a valle dell' imbocco del traforo.

«Vogliamo coś solidarizzare - ha detto Alex Glarey del Comitato No Tir - con le popolazioni della Val di Susa che manifestano per la difesa del loro territorio contro le imposizioni per l' Alta Velocità». Non è escluso che nel corso della manifestazione venga anche bloccato il traffico. Al momento, i manifestanti si limitano a distribuire agli automobilisti e agli autisti dei volantini in cui spiegano le ragioni del presidio. In particolare, diffondono le dichiarazioni della Delegazione della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo tese «a spingere le istituzioni e i cittadini delle valli alpine, e in particolare della Regione Autonoma Valle d'Aosta, a riscoprire quel sentimento di solidarietà alpina, di cui spesso si parla, ma che poco si pratica».

Per riprendere il dialogo serve «lo stop all'inizio dei lavori del cantiere di Venaus e l'avvio alla smilitarizzazione dell'aera». Lo ha detto il presidente della Comunità montana, della Bassa Val di Susa Antonio Ferrentino, sostenendo che «il governo deve abbandonare l'idea che quest'opera deve essere imposta al territorio. Le Forze dell'ordine - ha aggiunto - qui sono le ben venute ma non come forze di occupazione». Mentre centinaia di persone continuano ad occupare i terreni dove dovrebbe sorgere il cantiere, Ferrentino ha affermato che il presidio continuerà a tempo indeterminato: «Non abbiamo problemi di tempo, resteremo fino a che non abbandoneranno quest'idea. Chi pensa che questa mobilitazione sul territorio possa diminuire - ha aggiunto - vuol dire che non conosce la Val di Susa». Il leader della protesta anti-Tav ha ricordato che la Torino-Lione «è un'opera enorme che è stata autorizzata con un semplice decreto del ministro Lunardi senza nessuna valutazione di impatto ambientale e senza nemmeno un parere del comune dove si realizzerebbe l'opera. E questo - ha concluso - in uno Stato democratico non è tollerabile».

In questo link troverete anche le foto NO TAV :

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/primopiano/200511articoli/551girata.asp#

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LINK DI RICERCA SULLA CMC
by amicodellemontagne Wednesday, Nov. 30, 2005 at 2:38 PM mail:

http://www.google.it/search?
as_q=&num=100&hl=it&btnG=Cerca+con+Google&as_epq=CMC+coop&as_oq
=&as_eq=&lr=&as_ft=i&as_filetype=&as_qdr=all&as_occt=any&as_dt=i&as_sitesearch=&safe=images

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ho spezzato il link qui sopra pubblicato da "amico delle montagne" perché essendo troppo lungo, sminchiava (allargava, sbombava, rendeva illeggibile) tutto il post dinamico.

tro

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Consentito il ricambio delle forze dell'ordine
by ValSusa Wednesday, Nov. 30, 2005 at 3:47 PM mail:

Proteste contro il Tav, consentito il ricambio delle forze dell'ordine Dopo lunga mediazione fra i sindaci e rappresentanti della polizia

La lunga mediazione tra i sindaci dei comuni della Valle di Susa e le forze della sicurezza alla fine ha portato ad un risultato positivo.

I reparti di polizia e carabinieri che da ieri si trovavano a Venaus, in provincia di Torino, per presidiare l'area prevista per l'apertura del cantiere del collegamento ferroviario Alta velocità Torino-Lione hanno potuto essere sostituiti dai colleghi. I lavori per il momento restano fermi. È iniziata una guerra di nervi.

Il popolo dei «no Tav», deciso a rimanere nella zona ad altranza, per il momento non manifesta segni di stanchezza. La protesta va avanti in modo pacifico con la partecipazione di gran parte dei sindaci dei comuni della Valle di Susa. La decisione di consentire il cambio alle forze dell'ordine è nata dalla convinzione che «l'obiettivo non è fare la guerra a polizia e carabinieri - è stato detto - ma impedire l'apertura del cantiere, prevista per questa mattina».

Sulla strada principale per Venaus, stamane gruppi di manifestanti hanno eretto barricate con legna e grate di ferro per impedire il passaggio dei mezzi e il cambio di turno delle forze dell'ordine.

La maggior parte dei dimostranti - tra i 10mila e i 15mila, secondo i sindaci - è assiepata nell'area del cantiere, ma molti bivaccano nei prati sotto il sole.

Per riprendere il dialogo serve «lo stop all'inizio dei lavori del cantiere di Venaus e l'avvio alla smilitarizzazione dell'aera». Lo ha detto il presidente della Comunità montana, della Bassa Val di Susa Antonio Ferrentino, sostenendo che «il governo deve abbandonare l'idea che quest'opera deve essere imposta al territorio.

Le Forze dell'ordine - ha aggiunto - qui sono le ben venute ma non come forze di occupazione». Mentre centinaia di persone continuano ad occupare i terreni dove dovrebbe sorgere il cantiere, Ferrentino ha affermato che il presidio continuerà a tempo indeterminato: «Non abbiamo problemi di tempo, resteremo fino a che non abbandoneranno quest'idea. Chi pensa che questa mobilitazione sul territorio possa diminuire - ha aggiunto - vuol dire che non conosce la Val di Susa». Il leader della protesta anti-Tav ha ricordato che la Torino-Lione «è un'opera enorme che è stata autorizzata con un semplice decreto del ministro Lunardi senza nessuna valutazione di impatto ambientale e senza nemmeno un parere del comune dove si realizzerebbe l'opera. E questo - ha concluso - in uno Stato democratico non è tollerabile».

Alle 8 di stamattina è entrato in vigore il decreto che autorizza l'impresa Cmc a occupare i terreni, circa 35mila metri quadri, per iniziare i lavori per la costruzione di un cunicolo esplorativo lungo 7 chilometri e largo dai 3 ai 6 metri. Sul luogo dove dovrebbe sorgere il cantiere, i manifestanti fronteggiano la polizia a distanza di sicurezza, separati da un torrentello.

Nonostante il freddo, centinaia di manifestanti hanno continuato ad affluire a Venaus percorrendo anche quattro chilometri a piedi, poichè tutte le strade di accesso erano impedite a causa della folla che assedia il sito dove dovrebbe partire il cantiere.

Il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano, intanto, ha aperto poco dopo le 8 il Consiglio comunale apertoconvocato in località Berno, davanti al cantiere, ma i lavori sono stati da poco interrotti perchè un manifestante è stato colpito da malore.

Una cinquantina di persone, appartenenti al Comitato valdostano e francese contro il ritorno dei tir al traforo del Monte Bianco, hanno istituito in mattinata un presidio sulla strada statale 26, nei pressi di Courmayeur (Aosta), un paio di chilometri a valle dell' imbocco del traforo.

«Vogliamo coś solidarizzare - ha detto Alex Glarey del Comitato No Tir - con le popolazioni della Val di Susa che manifestano per la difesa del loro territorio contro le imposizioni per l' Alta Velocità». Al momento, i manifestanti si limitano a distribuire agli automobilisti e agli autisti dei volantini in cui spiegano le ragioni del presidio. In particolare, diffondono le dichiarazioni della Delegazione della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo tese «a spingere le istituzioni e i cittadini delle valli alpine, e in particolare della Regione Autonoma Valle d'Aosta, a riscoprire quel sentimento di solidarietà alpina, di cui spesso si parla, ma che poco si pratica».


Ulteriori aggiornamenti in diretta:

http://diciannove.net:8000/blackout

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Sito CMC hacked...
by sole e baleno Wednesday, Nov. 30, 2005 at 5:11 PM mail:

Sito CMC hacked......
notav.gif, image/gif, 149x172

ops... il sito della CMC Ravenna...

http://www.cmc.coop

no tav!

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FOTO dimostranti/polizia questa mattina
by stefaNOTAV Wednesday, Nov. 30, 2005 at 5:15 PM mail:

FOTO dimostranti/pol...
dsc00003.jpg, image/jpeg, 800x600

riporto il testo integrale della mail che ho ricevuto questa mattina e allego immagini:

..."Queste immagini sono state scattate da me personalmente sulla strada che conduce da Susa a Venaus, questa mattina alle 8.30 quando le forze dell'ordine "sfondano"  il presidio nei prati a lato strada formato da manifestanti civili, padri e madri di famiglia, ragazzi per bene, per prendersi possesso della nostra terra.
Nelle foto si possono vedere bene i manifestanti con le mani alzate e i poliziotti che non arrestano la carica.
I migliori complimenti per la democrazia di questo stato e per il rispetto dei cittadini onesti"...

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CMC in Val di SUSA e Impregilo sullo STRETTO
by Sbancor Wednesday, Nov. 30, 2005 at 10:07 PM mail:

Non avete un senso di deja vu'?
L'azienda nel cuore di Berlusconi (Impregilo) guida il consorzio per il Ponte sullo Stretto, pur non avendo ne i rrequisiti finanziari ne quelli tecnici. Alla CMC vengono affidati 54 Km di Buco in val di Susa, da soli - fatto inusitato nella politica consortile degli appalti. Che Palazzo Chigi sia tornato ad essere la "merchant bank" di D'Alema e Berlusconi, come ai "bei tempi" di Telecom?

E Conforto (Unipol) e Gnutti (Hopa) ne sono forse i Brokers.

Nulla più stupisce dopo aver visto Unipol, cioè la Lega, cioè i DS, cioè Fassino (ma con telefonata secretata a Fazio) conquistare BNL e strapagare gli "immobiliaristi" guidati da Caltagirone. Cioè finanziare Casini

Dal Compromesso storico alla lettera d'intenti economica?
dalle 4 famiglie ai 40 ladroni?

Meditate gente Meditate. Grandi scandali sono in vista e Sbancor e pronto a dire la sua. Al momento giusto. Quando farà più male. Non è una minaccia. E' una promessa!

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Consorte, non Conforto ...
by keoma Wednesday, Nov. 30, 2005 at 11:12 PM mail:

Il boss dell'Unipol si chiama Consorte, non Conforto ...

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Alta Velocità, Energia, Petrolio, Torio e Piano Energetico
by Domenico Schietti Thursday, Dec. 01, 2005 at 11:52 AM mail:



Secondo me non c'è dubbio che se facendo gli scavi troveranno urano e amianto smetteranno la costruzione del tunnel perchè la situazione diventerà insostenibile e non potrà essere mantenuto perennemente un presidio militare nel valle di Susa in atteggiamento di guerra.Il problema sorge se non troveranno uranio e amianto.

Allora secondo i dati in mio possesso il petrolio toccherà il suo picco fra circa 12 anni e poi progressivamente la sua produzione andrà diminuendo, cioè i giacimenti esauriti non potranno essere rimpiazzati da nuovi giacimenti e la produzione perciò andrà calando verso lo zero ed il suo prezzo invece andrà aumentando verso l'infinito. Già ora il prezzo viene tenuto artificiosamente basso e c'è una guerra in corso tra la lobbies di Bin Laden e quella di Bush. Gli arabi vorrebbe liberalizzare il prezzo del petrolio lasciando che schizzi al suo effettivo valore, circa 200$ al barile, mentre gli USA vorrebbero tenerlo basso perchè hannno bisogno di immense quantità fuel avio per gli aerei a reazione ed i missili spaziali e se il prezzo aumentasse non basterebbe più il budget per l'esercito e perderebbero la supremazia militare ed economica nel mondo.

Ok, fra 12 anni il petrolio raggiungerà il suo picco. Secondo sempre i dati in mio possesso l'uranio raggiungerà il suo picco fra 7 anni e poi il suo prezzo tenderà a schizzare verso l'infinito mentre la sua produzione tenderà allo zero.

Si sta pensando di sostituire l'uranio con il torio che produce scorie in grande quantità e soprattutto circa centomila volte più radiottave dell'uranio , ma per un tempo "più breve". Saranno radiottive per circa 1000-5000 anni!!!!!!!!!!!!

Di torio ce n'è molto e potrebbero far funzionar centrali nucleari per circa 50 anni senza problema, ma ci sarà una grande quantità di scorie da smaltire, una quantità secondo i dati in mio possesso, circa 100-150 volte superiore per ogni centrale. Se tutti ricorreranno al torio e costruiranno nuove centrali vorrà dire praticamente che .... ognuno in casa propria dovrà tenersi un po' di rifiuti delle centrali nucleari. Ma rifiuti non come quelli dell'uranio che sono pericolosissimi, rifiuti centomila volte più pericolosi...

NON C'E' DA NESSUNA PARTE UN SERIO PROGRAMMA SMALTIMENTO RIFIUTI NUCLEARI DI CENTRALI A TORIO!

Se venissero buttati negli oceani basterebbe un solo bidone danneggiato per compromettere la vita di zone di mare grosse come la Francia.

Li porteranno sulla Luna? Se un missile sbagliasse un decollo ed esplodesse ed il carico si riversasse sulla Terra sarebbe una tragedia circa centomila volte maggiore quella di Chernobyl... la fine del mondo.

Io voglio sapere come faranno andare queste TAV!!!!

Non sono convinto che con dei semplici pannelli solari si riuscirà a produrre energia sufficiente per farle andare.

Petrolio non ce ne sarà più, uranio non ce ne sarà più, torio non potrà essere utilizzato, gas non basterà mai.... con che cosa faranno andare le TAV?

Secondo i miei calcoli se il prezzo del petrolio non fosse artificiosamente tenuto basso e costasse 200$ al barile come vorrebbe Bin Laden, il costro dell'energia triplicherebbe ed un viaggio Lisbona Kiev, su una TAV, oggi nel 2005, costerebbe 4000 € circa.

Nel 2020 dopo che il petrolio e l'uranio avranno raggiunto il picco ed il costo dell'energia schizzerà alle stelle, almeno 20 volte il costo attuale, un viaggio Lisbona -Kiev costerà 80.000€.

Chi salirà mai sulle TAV?

Se mi sto sbagliando smentitemi e sarò l'uomo più felice del mondo. Sarebbe la mia grande felicità che ci fossero giacicementi infiniti di petrolio e Uranio. Smentitetmi e mi farete felice.

Però se tutto quello che avete da dire è che ho sbagliato i conti ed un viaggio Lisbona -Kiev non costerà 80.000€ ma 74.000€, per favore tacete ed aiutatemi a fermare questa follia.

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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ValSusa la lotta prosegue...
by ag.stampa Thursday, Dec. 01, 2005 at 12:08 PM mail:

Continuano le proteste a Venaus, in Val di Susa. Nonostante il freddo un centinaio di dimostranti del movimwento No-Tav è rimasto tutta la notte a presidiare l'area dove si dovrebbe aprire il cantiere per la realizzazione del cunicolo esplorativo propedeutico alla Torino-Lione. Sono state costruite dai manifestanti pure della barricate, ma la notte è trascorsa senza incidenti con la polizia.

Finora il movimento anti-Tav è riuscito nel proprio intento, perlomeno a bloccare i lavori di apertura del cantiere che srebbero dovuti cominciare in giornata anche se in realtà le trivellazioni non inizieranno prima della primavera 2006. Oggi sarebbe stato solo l'inizio dei lavori preparatori. Già ieri, infatti, i tecnici della società incaricata di procedere alle verifiche dei siti hanno cominciato a lavorare e lo hanno fatto protetti da un imponente cordone di polizia e carabinieri visto che nella zona c'era un imponente manifestazione di circa diecimila le persone.

Comunque la tensione resta alta nonostante l'appello del Presidente della Repubblica, seppur indiretto, a difesa della Tav. "La montagna va rispettata - ha detto ieri Ciampi - ma l'Italia non può rimanere esclusa dalla realizzazione delle grandi reti di comunicazione europee".


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Come reprimere la riflessione
by Luigi Politano Thursday, Dec. 01, 2005 at 3:49 PM mail: l.politano@rivistaonline.com

Una nuova linea ferroviaria che legherà ancora di più l'Italia al resto d'Europa. Questo nelle intenzioni del governo, della legge obbiettivo di Lunardi e della TAV: l'idea dell'alta velocità che attraversa l'Italia del nuovo millennio. Ma è davvero necessario sottoporre a tutti questi traumi una popolazione intera che questa linea non la Vuole? Forse una soluzione diversa c'è ma non la si vuol seguire. Tendenzialmente pare essere più importante apparire al resto del mondo, come il paese che investe in progresso ed infrastrutture, senza tenere conto delle reali difficoltà che spesso si incontrano.
Il problema sottoposto all'attenzione dell'Italia intera che pare dormire, dagli abitanti della Val di Susa, è la possibilità di venire sottoposti o addirittura sommersi dall'amianto che il traforo causerebbe. Stiamo parlando di diverse gallerie in montagne con ad alto rischio amianto e addirittura uranio.

Da un documento del comitato NO TAV: "Il tracciato prevede una galleria di 23 km all'interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell'aria un bel po' di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L'amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell'Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, 'finestre'. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all'impatto ambientale dell'opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull'autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara)".

Una premessa per raccontare quello che stamane è accaduto sulla strada di accesso per Venaus. Tutta la Val di Susa è stata invasa letteralmente sin dalle 2:30 di stanotte da diversi blindati dei carabinieri e della polizia.
L'Euro parlamentare Vittorio Agnolotto, nella Valle assieme ad altri 3 Euro parlamentari membri della commissione d'inchiesta sulla TAV, mi racconta cosa è avvenuto:
"Dopo l'arrivo dei blindati la zona è stato letteralmente militarizzata ed ogni passaggio verso Venaus bloccato".
"Alle 8:45 circa, a diversi cittadini della zona è stato impedito di passare. Ci trovavamo nel comune di Passeggeri. Una poliziotta che si è rifiutata di presentare le sue generalità, mi ha attaccato e subito la polizia ha iniziato a strattonare molte persone che chiedevano solo di poter passare per andare a lavoro"
"Dopo una prima fase di scontro ho cercato di mediare con i poliziotti ma l'unica cosa ricevuta sono stati due calci, qualche contusione da 7 giorni di prognosi, e l'incredulità dei miei colleghi spagnoli sbigottiti"
"Alla fine siamo riusciti a passare, ma solo i parlamentari. Vorrei aggiungere che le forze dell'ordine hanno letteralmente preso d'assedio un terreno messo loro a disposizione dalla società autostrada, invadendone il perimetro molto prima del tempo a loro concesso e di fatto militarizzando l'intero territorio. Tanto da impedire a chiunque di passare"
"Presenterò al Parlamento Europeo ed alla commissione una interrogazione che faccia luce su questi avvenimenti"

Queste le parole di Agnoletto che danno il quadro generale di ciò che è accaduto stamattina. La cosa preoccupante è che non sembra essere nell'ordine delle priorità su cui indagare, la possibilità che la protesta sia dettata da ragioni reali di pericolo ambientale. Per alcuni - governo in primis - tutte cose da provare e su cui pare inutile soffermarsi. peccato che uno studio dell'Università di Siena ed i rilevamenti fatti dala Regione, dimostrino l'esistenza di amianto nella compisizione rocciosa delle montagne in questione. Forse le possibile causa di diffusione di polvere di amianto, non è una ragione valida per protestare.
La riduzione di traffico stradale prospettato come primo risultato da raggiungere con la nuova linea veloce, a parere degli abitanti di quelle zone, non può giustificare il rischio inquinamento. Tra l'altro la conclusione dei lavori è prevista nei prossimi 15 anni, e nel frattempo? Il rischio di una catastrofe ambientale non è del tutto marginale.

Pochi giorni fa un delegazione ha incontrato alcuni euro parlamentari. Ai signori di Bruxelles è stata portata in dono una proposta concreta: rafforzare la linea esistente che attualmente viene usata soltanto al 38% delle sue possibilità, ed è stata riscoperta negli ultimi tempi, causa la chiusura del traforo del Frejus per incendio. Questo lavoro comporterebbe una spesa di 1miliardo e non di 21 previsti per il TAV. Il lavoro farebbe aumentare il trasporto delle merci del 150% e sarebbe realizzato in 2 anni e non in 15. Cosa fondamentale il tracciato della linea veloce, prevede diversi Km di gallerie, che incontreranno le montagne di cui sopra e dunque molti cantieri, molta polvere e molto rischio.
Solo preoccupazioni? Le più grandi catastrofi del pianeta sono state causa della mancanza di attenzione per alcune di queste preoccupazioni. Le inutili preoccupazioni poi, non porterebbero un intero esercito in una zona. Qualcosa su cui riflettere e di cui il governo dovrà dare conto. Speriamo solo che le percosse subite da un Euro parlamentare, dalle forze dell'ordine di un paese che troppo spesso dimentica di essere democratico e civile, facciano intervenire e porre il problema alla comunità internazionale. Forse bisognerebbe iniziare a riflettere. Riflettere seriamente.

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Mercato Globale Alterato e Alta Velocità
by Domenico Schietti Thursday, Dec. 01, 2005 at 5:33 PM mail:

Quello che succede in Val di Susa non è un caso isolato.

Il Mercato Globale è alterato, l'economia è in crisi e le scelte devono essere imposte con la violenza ovunque.

Ecco 7 fra servizi, prodotti e materie prime vendute sottocosto.



1. Il pesce pescato. Le riserve di merluzzo Atlantico sono ai minimi storici e i cinesi stanno svuotando il pacifico pescando qualsiasi cosa di qualsiasi misura e di qualsiasi genere. Un chilo di pesce di mare costa quasi un decimo del suo reale valore.

2. Il sesso. A causa dell'illegalità in cui si svolge la prostituzione, non venendo pagate le tasse, non essendoci prevenzione sanitaria e scuole di formazione professionale, le prestazioni sessuali costano molto meno del loro effettivo valore. In alcuni casi, in alcuni paesi, anche cento volte meno.

3. Il petrolio. Un barile di 159 litri costa 50 dollari circa. 30-40 centesimi al litro. Il costo di un litro d'acqua naturale, con la differenza che le sorgenti d'acqua sono rinnovabili, i giacimenti di petrolio no. Bin Laden sta facendo una guerra per portare il prezzo al suo effettivo, 200$ al barile.

4. La mano d'opera. Miliardi di persone sono senza reddito e di conseguenza l'eccessiva offerta di mano d'opera ne riduce il valore generando sfruttamento.

5. Il trasporto aereo. Le compagnie aeree sono coperte di debiti e lavorano a meno della metà dell'effettivo costo del trasporto contraendo debiti, non curando la manutenzione degli apparecchi, non curando le norme antiterrorismo, non rinnovando le flotte, non investendo nella ricerca di nuove tecnologie come i motori ad idrogeno.

6. La vita umana. A parti alcuni rari casi di professionisti affermati e ricchi capitalisti mafiosi e pochi altri fortunati, il valore medio di una vita umana è di 10-15 dollari. In alcuni casi, nel corso di guerre come quelle in Iraq, neanche il valore del proiettile.

7. Inquinare. Produrre danni ambientali (vedi petroliere monoscafo) non costa niente o quasi a chi inquina. Il costo ricade su chi ne subisce le conseguenze, in primis con la salute e poi con le tasse che bisogna pagare per rimediare i danni ( vedi alluvioni dovute alla cementificazione).

- Ne potrei aggiungere altri, magari invece di prodotti sovrapprezzo. (per esempio la droga, i medicinali per l'AIDS, l'affitto di una casa nelle grandi metropoli...). Per chi vuol capire è evidente che l'economia globale è alterata da materie prime, prodotti e servizi sottocosto o sovrapprezzo.

Questa alterazione genera crisi economiche, scontri, guerre, disastri, incuria, ingiustizie, ribellioni, manifestazioni e violenza.

E questo cosa centra con la TAV?

La TAV non è l'unico caso di violazione delle leggi di mercato. Non si riuscirà mai a ripagare il costo della sua costruzione e quindi sarà una delle tante opere che per continuare ad esistere avrà bisogno di continui contributi europei.

Chi viaggerà sulle TAV pagherà come adesso chi viaggia sugli aerei, molto meno del costo effettivo del biglietto, il resto sarà a spese del contibuente.

sono molto preoccupato, oramai la situazione sta esplodendo in ogni parte del mondo, ma i popoli stanno riprendendo in mano il loro destino esigendo rispetto della vita, dell'ambiente, dei diritti e del futuro.

Forza Val di Susa!

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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quadro della situazione in Val di Susa
by Marco Friday, Dec. 02, 2005 at 8:30 AM mail: marcor_2005@libero.it

propongo un link ad un articolo che è piuttosto lungo e un pò faticoso da leggere. A mio avviso offre un quadro completo della situazione in Val di Susa.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=793

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Nanotecnologie Pompe di Calore ed Alta Velocità
by Domenico Schietti Saturday, Dec. 03, 2005 at 1:17 PM mail:

Fra circa un anno saranno pronte le nanotecnologie applicate alla produzione di pannelli solari. Il costo di un pannello solare sarà circa di un decimo di quelli attuali. La produzione di energia leggermente inferiore, circa l'80% di un pannello al silicio. Allora, con i pannelli solari nanotecnologici, a 80-100$ al pannello circa, con i soldi del tunnel dovrebbero poter essere regalati agli italiani circa 200-250 milioni di pannelli solari. Circa 4 per italiano con una rendita di circa 400$ all'anno per italiano. Cioè se al posto del tunnel venissero dati ad ogni italiano 4 pannelli solari nanotecnologici ci faremmo tutti una rendita di circa 400$ all'anno. Una famiglia di 4 persone 1600$ . Attenzione, io voglio quei 400$ all'anno per me. Fermate il mondo, altro che TAV, soldi ed energia per tutti!

Pensate poi alla faccenda del nucleare. Le centrali nucleari hanno lo scopo di produrre calore. Ma porca miseria, , in migliaia di punti del nostro pianeta la crosta terrestre è sottilissima e ci sono sacche magmimere ovunque. Basta scavare un buco e si ha tutto il calore che si vuole. Anche per scaldare le case. A 15-20 metri di profondità il suolo tutto l'anno ha temperature tra i 15-17-19 gradi, ed essitono le pompe di calore geotermiche che attraverso degli scambiatori di calore riescono a trasferire d'inverno il caldo e d'estate il fresco. Perchè nessuna casa neanche quelle nuove vengono costruite con le pompe di calore? Io mi chiedo, perchè al posto di finanziare la costruzione di tunnel ambigui, non vengono finanziate le pompe di calore geotrermiche? Perchè al posto di costruire le centrali nucleari per far andare le TAV, non vengono sfruttate le sacche magmifere? Basta essere presi in giro, non viviamo più nel medio evo e consociamo tutti la verità. Noi vogliamo il rispetto dei nostri diritti, vogliamo il rispetto dell'ambiente, della vita, del futuro. Basta, vanno fatte le cose giuste, non quelle che fanno comodo a stupidi speculatori senza scrupoli!


Domenico Schietti
2010 Eliminazione Povertà
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/

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Fermate il mondo
by Domenico Schietti Sunday, Dec. 04, 2005 at 2:29 PM mail:


FERMATE IL MONDO!!!!

Stiamo vivendo la più grande estinzione di massa dopo quella che segnò la fine dei dinosauri. Quasi il 50% delle specie viventi negli ultimi 40 anni si è estinta. Con il rapido sviluppo di Cina ed India il cambiamento climatico ha superato ogni peggiore prospettiva. Già ora si stanno verificando i fenomeni che si pensava dovessero cominciare verso il 2015. (vedi Katrina, vedi prosciugamento Rio Amazzoni, vedi scioglimento dei ghiacci antartici). Le scorte alimentari sono ai minimi storici e le arie coltivabili diminuiscono giorno dopo giorno. Nel frattempo la popolazione continua a crescere di circa 100 milioni all'anno,

Ogni centesimo che non verrà investito intelligentemente (energia rinnovabile, risanamento del territorio, politiche di sviluppo sostenibile, istruzione, sanità, prevenzione catastrofi, riciclaggio materie prime) e che al contrario venisse speso in progetti simili a quelli che hanno innescato l'estinzione di massa ci costerà qualcosa come 100.000 euro.

Avete letto bene, ogni ulteriore cent speso in progetti inutili, faraonici e distruttivi costerà circa 100.000 euro in danni ambientali, umani, guerre per l'accaparramento di materie prime.

Allora io mi chiedo, ma possibile che sia l'unico che stia facendo questo calcolo?


Il tunnel della Val di Susa nel 2020 ci sarà costato una cifra pari al PIL di tutta l'europa.

Provate a immaginare: con gli stessi soldi della tav si potrebbero regalare 4 pannelli solari ad ogni italiano, equivalenti ad una rendita procapite di circa 400euro all'anno.

Oppure pensate un po': si potrebbe dotare centinaia di migliaia di abitazioni delle pompe geotermiche di calore, un sistema di riscaldamento che sfrutta il calore del suolo che a 20 metri è sempre di 15-17 gradi. Attraverso degli scambiatori di calore si potrebbe scaldare le case d'inverno e rinfrescarle d'estate.

Hitler ed i suoi seguaci all'interno del loro bunker a berlino, anche pochi minuti prima di suicidarsi pensavano che la vittoria sarebbe stata imminente.

E' un fenomeno mentale conosciuto, si va avanti fino alla fine pensando di essere sulla strada giusta. Come i drogati che invece di smettere si fanno sempre di più. Come chi va forte in macchina che invece di decelerare aumenta la velocità sino a schiantarsi. La sindrome dell'isola di Pasqua.


Oggi è stato approvato un ulteriore progetto assurdo per portare corrente fra la Sardegna ed il Lazio,( http://www.quotidianoenergia.it/n.php?id=712 ) un elettrodotto da due miliardi di euro.

Ma porca miseria non possono farsela da sè la corrente in Lazio e Sardegna? Con quegli stessi soldi si possono costruire impianti per l'energia sia in Lazio che in Sardegna. Abbiamo superato la follia, siamo nella sindrome dell'isola di pasqua.

FERMATE IL MONDO!!!!!!!!!!!!!!!!


Domenico Schietti

Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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france
by toulose Tuesday, Dec. 06, 2005 at 10:03 AM mail:

qui vogliamo sapere che successo.per piacere traduzione in francese o inglese o altra lingua.resiste!

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sgombero a venaus
by nefasto Tuesday, Dec. 06, 2005 at 10:06 AM mail:

Che notizie escono sul sito di repubblica? mi risulta un conteggio dei feriti un po' diverso da quello pubblicato qui:
http://www.repubblica.it/2005/l/dirette/sezioni/cronaca/valdisu/valdisu/index.html

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PESTAGGI DELLA POLIZIA SULL'AUTOSTRADA SOPRA VENAUS
by notav Tuesday, Dec. 06, 2005 at 11:28 AM mail:

da:
http://www.legambientevalsusa.it/

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Gérard Leras, presidente dei Verdi della Rhône-Alpes
by cesare Tuesday, Dec. 06, 2005 at 11:37 AM mail:

Critiche ambientaliste dalla regione Rhône-Alpes: è sbagliata la protesta in Val di Susa


GLI ECOLOGISTI FRANCESI: NIENTE TAV? LO SMOG VI UCCIDERÀ


SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE — «Cari italiani, in questo modo firmate la vostra condanna: camion e inquinamento soffocheranno la vostra valle». Gérard Leras è il presidente dei Verdi della Rhône-Alpes, la regione francese pronta (e ben disposta) ad essere attraversata dalla Lione-Torino. Da settimane segue la protesta anti-Tav in Val di Susa, si sente al telefono con i «cugini» italiani, ed ogni volta esclama: «Quella militarizzazione è una sciagura, senza il dialogo non si va da nessuna parte. Troppa disinformazione». Ma la solidarietà finisce qui. Perché per tutto il resto, il Pecoraro Scanio della Maurienne, la pensa in tutt'altro modo: «Un conto è essere ecologisti, un conto localisti. Non si può sempre dire di no».
Verdi italiani e verdi francesi divisi?
«No, d'accordissimo sul fatto che le merci non devono più viaggiare su gomma ma su rotaia. Lo ribadiremo in un comunicato la prossima settimana».
E sul resto?
«Siamo convinti che la protesta italiana sia sbagliata. Se si vogliono davvero cambiare le cose bisogna fare un balzo a due piedi in avanti senza paura».
Vale a dire tunnel e non potenziamento della linea?
«Assolutamente sì. Il potenziamento da solo non basta: una ferrovia con una capacità di 20 milioni di tonnellate non porta lontano. I numeri e le previsioni che circolano in Italia sono figli della stessa disinformazione che ha portato alla paralisi».
Una cosa che non è accaduta in Francia.
«No, perché da noi, della Lione-Torino, si è cominciato a sedersi attorno a un tavolo quindici anni fa, dieci in modo serrato».
Punto di partenza del vostro sì al progetto?
«Che la Maurienne non può più sopportare un traffico di cinque-sei mila camion al giorno: gli stessi che attraversano e inquinano la Val di Susa. Dunque...».
Dunque cosa?
«Dunque serve subito per l'ambiente e la salute dei cittadini un'infrastruttura concorrenziale, efficace e moderna a livello europeo, che tolga i camion dalle strade. Anche se questa da sola non basta».
Vale a dire?
«L'opera deve essere affiancata da una tassa per i mezzi pesanti che li disincentivi dall'usare le strade e da una politica Ue di regolamentazione (vedi il blocco notturno introdotto dall'Austria) ».
Fin qui i vantaggi. E l'amianto e le ferite ambientali?
«Di amianto ne abbiamo anche noi. Ma oggi non è un problema, può essere trattato in sicurezza come è successo al Gottardo».
C'è poi il problema delle falde. Qualcuno parla già di problemi di acqua in Maurienne.
«Piccoli problemi, superati. Quello che conta è battersi per fare bene le cose. Un conto è essere esigenti e un conto è dire no a priori a un'opera importante come la Torino-Lione».


Alessandra Mangiarotti
06 dicembre 2005


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/06/mangiarotti1.shtml

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foto anche sul corriere.it
by tony Tuesday, Dec. 06, 2005 at 12:21 PM mail:

Anche il Corriere pubblica le foto delle cariche. Questo è l'indirizzo: foto@rcs.it

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da radio blackout
by in ascolto Tuesday, Dec. 06, 2005 at 12:51 PM mail:

30 feriti di cui 1 grave.tra la polizia si contano 4 feriti.
a torino adesso 500 in corteo in via Po

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Scontri NOTAV: comunicati e interrogazioni dall'opposizione
by bloggersperlapace Tuesday, Dec. 06, 2005 at 1:00 PM mail:


Leggi i comunicati:

http://www.siatec.net/bloggersperlapace/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1440

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Comune di Grugliasco
by a Tuesday, Dec. 06, 2005 at 1:02 PM mail:

ore 12.00
Sindaco assessori al bilancio commercio e ambiente e lavoratori del palazzo comunale scendono in piazza manifestando la loro solidarietà alle vittime dell'aggressione di Venaus e interrompono per mezzora le attività lavorative

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TAV: MANIFESTANTI 'ASSEDIANO' BRESSO IN UFFICIO
by reporter Tuesday, Dec. 06, 2005 at 5:31 PM mail:

Torino, 17:00

TAV: MANIFESTANTI 'ASSEDIANO' BRESSO IN UFFICIO

Un gruppo di manifestanti contro gli incidenti in Val di Susa ha impedito oggi, per circa mezz'ora, alla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, di uscire dal palazzo regionale affacciato su piazza Castello, a Torino. La Bresso, che avrebbe dovuto raggiungere il Consiglio Regionale, si e' rifugiata nel suo ufficio. I circa cento dimostranti, staccatisi dal corteo che, lasciata la stazione ferroviaria di Porta Nuova si sono diretti verso l'Olympic store di Torino 2006, allestito in piazza Vittorio, se la sono presa con l'auto blu della Bresso e quella di un assessore danneggiandole lievemente. Dopo circa mezz'ora i dimostranti hanno interrotto l'appostamento davanti al palazzo regionale e la Bresso e' potuta uscire dall'ufficio. I manifestanti del corteo, percorsa tutta via Po, hanno invece tentato di danneggiare le pareti esterne del mega-negozio olimpico di piazza Vittorio senza particolari effetti. ()


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toh, maroni fa la colomba ....
by Vanni Tuesday, Dec. 06, 2005 at 6:05 PM mail:

Roma, 16:39

TAV: MARONI, NON BASTA MANDARE LA POLIZIA

"Io ci sono stato dall'altra parte, non si puo' mandare la polizia e basta ma bisogna capire le ragioni della protesta". E' questo l'auspicio del Ministro del Welfare Roberto Maroni, intervenuto a margine di una conferenza stampa sulla vicenda della Tav in Val di Susa, sollecitando una convocazione da parte del Governo dei sindaci dell'area interessata. Maroni ha spiegato che la Lega e' a favore dell'opera perche' se non la si facesse, "significherebbe riportare l'Italia ad essere un'espressione geografica". Ma allo stesso tempo, "non si puo' liquidare la protesta solo con una strumentalizzazione". L'esponente del Carroccio ha ricordato che nel '91 la Lega fece una protesta analoga e "io so che quando c'e' una rivendicazione sensata, non si puo' mandare la polizia e basta. Anche in questo caso - ha precisato - le istituzioni devono incontrare i sindaci, perche' non e' Agnoletto il loro interlocutore ma i Comuni coinvolti". Quindi, Maroni ha riferito che in Consiglio dei Ministri "ci e' stato assicurato che la Tav portera' solo vantaggi. Se e' veramente cosi', non c'e' motivo perche' non si convochino i sindaci. Altrimenti, non e' vero quello che ci hanno detto". ()

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Manganelli
by Maurizio Crosetti Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:15 PM mail:

martedì, 06 dicembre 2005

Manganelli

Qualcuno spieghi ai poliziotti che la valle di Susa non è la scuola Diaz.

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quello che è successo è gravissimo
by gianluca Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:21 PM mail:

Quello che è successo è gravissimo.
Come è successo tante altre volte se si da mano libera alla polizia si arriva ai pestaggi indiscriminati.Quello che è successo è sintomo del livello di democrazia che vige in Italia,un regime basato sul silenzio assenso della maggior parte della popolazione.
E quando qualcuno cerca di alzare la testa ,gliela si rompe semplicemente in modo che si adegui.Certi metodi non cambiano mai e ricordano tanto un periodo della nostra storia che questi politici ,di qualunque colore ,hanno detto che oramai è morto e sepolto.
Ma l'arroganza del potere quello non muore mai e usa sempre gli stessi metodi.
Oggi mi sento un fratello della Val Susa.

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da Scelba a Pisanu
by correttore di bozze Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:24 PM mail:


Relativamente all'uso (e abuso) delle forze dell'ordine sul suolo italico da parte del democratico governo in carica, cos'è cambiato da Scelba a Pisanu?
Nulla, se non gli strumenti per vessare i dimostranti/manifestanti.

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Governo fomentatore
by Francesco Ferrante Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:32 PM mail:

Il governo si è comportato da fomentatore, determinando una situazione estremamente critica sotto il profilo dell'ordine pubblico, di cui occorre chiedere conto al ministro Pisanu. Ora capiamo i motivi del tormentone con cui il ministro è intervenuto sulla stampa per esprimere preoccupazioni circa il rischio di esiti violenti o addirittura eversivi della protesta in Valsusa: dal momento che i manifestanti proprio non ne volevano sapere di assumere comportamenti che corrispondessero a queste aspettative, ci ha pensato il governo a ordinare violenza e devastazione .

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celerini bastardi !
by Anonymous Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:35 PM mail:

per i celerini che cambia?

allo stadio ogni domenica, alla diaz, in val di susa.

basta che ci sia da menare le mani.

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cosa vuoi spiegare ai celerini?
by stop train Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:38 PM mail:

cosa vuoi spiegare ai celerini? quelli hanno il casco in testa per evitare di far corrente con l'aria tra un orecchio e l'altro........ sono come gli gnu, come si muove uno si muovono tutti gli altri. sono dei poveri frustrati punto a capo

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i soliti infami
by coatto Tuesday, Dec. 06, 2005 at 8:04 PM mail:

I SOLITI INFAMI

Sembra che gli sbirri di merda che come stanotte caricano gente inerme e pacifica usino droghe od eccitanti per non aver paura. Si sa che infatti tutti i vertici del governo usano impunemente cocaina perche' fa molto manager rampante. Seguitero' a brindare col calice levato in alto ogni volta che crepa uno di questi infami stipendiati dai cittadini.

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come genova servi!!!!!!!!!!
by antonello Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:55 PM mail:

la solita polizia fascista basta con questi servi dei servi e ora di reagire

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TAV in VaL Pellice
by Valligiani Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:58 PM mail: valpellicenotav@libero.it

Presidio in Val Pellice di fronte alla Comunità Montana; assemblea con gli amministratori della C.M. a cui abbiamo richiesto una presa di posizione ufficiale di condanna dei fatti del 06.12; successiva occupazione permanente dei locali della C.M.

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[roma] NO TAV al Viminale
by info Wednesday, Dec. 07, 2005 at 1:45 AM mail:

[roma] NO TAV al Viminale
http://italy.indymedia.org/news/2005/12/939010.php

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France : on commence à en parler
by ignition Wednesday, Dec. 07, 2005 at 9:05 AM mail:

A lyon,

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France: on commence à en parler
by Ignition Wednesday, Dec. 07, 2005 at 9:08 AM mail:

A lyon,
http://rebellyon.info/article1187.html

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Amnesty International scrive a Pisanu
by notav Wednesday, Dec. 07, 2005 at 9:37 AM mail:

CS146-2005: 06/12/2005
Valle di Susa: Amnesty Italia scrive al ministro Pisanu


La Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto oggi al ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, “alla luce delle notizie in base alle quali numerosi dimostranti avrebbero denunciato un eccessivo uso della forza da parte degli agenti di pubblica sicurezza in occasione di un intervento a Venaus, la notte scorsa. Tali informazioni si aggiungono ad altre recenti denunce di uso eccessivo della forza in occasione di dimostrazioni analoghe in Valle di Susa”.

Nella lettera, l’organizzazione evidenzia “la necessità che la legislazione, i regolamenti e le procedure riguardanti l’operato delle forze degli agenti di pubblica sicurezza siano sempre in linea con le norme e con gli standard internazionali in materia di diritti umani”.

La Sezione Italiana chiede che il governo italiano “garantisca che gli agenti impegnati nella gestione dell’ordine pubblico siano a conoscenza e agiscano conformemente in particolare agli standard internazionali relativi alla libertà di espressione e di riunione e all’uso della forza”.

Roma, 6 dicembre 2005


Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

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LA TAV FINO AD ORA IN ITALIA
by HARRAKO Wednesday, Dec. 07, 2005 at 9:58 AM mail:

UN LINK PER TUTTI http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=107

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" Non siamo di fronte a un caso di localismo".
by Silvana Mazzocchi Wednesday, Dec. 07, 2005 at 9:56 PM mail:

Troppo semplice parlare soltanto di localismo per spiegare il "no" del popolo della Val di Susa all'alta velocità.

Sono d'accordo con quanto ha detto Don Luigi Ciotti, responsabile del gruppo Abele di Torino a proposito delle manifestazioni anti Tav. Un giudizio che non nega la necessità dello sviluppo, ma che collega l'iniziativa alla discussione e alla consapevolezza.

Don Ciotti è convinto che quanto sta avvenendo in Val di Susa sia solo il frutto di un "vero e sano confronto mancato". Spiega: "Lì, in quelle valli, ci vive gente bella, pulita e che vuole tutelare l'ambiente e la salute". E continua: " E' mancata la responsabilità di ascoltare tutte le voci della gente della valle. Lì si deve fermare tutto e creare una riflessione ulteriore e seria. Vedere se ci sono proposte alternative in quanto nessuno vuole impedire lo sviluppo, ma magari si possono percorrere strade diverse. Fra l'altro la gente che vive lì è gente aperta, ha grandi fermenti sociali e non è chiusa su se stessa".

" Non siamo di fronte a un caso di localismo".

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Ma alla fine chi e come le decide queste opere ?
by Paolo Wednesday, Dec. 07, 2005 at 10:01 PM mail:

A me sembra che la democrazia non sia fatta solo di istituzioni, e che comunque senza un rapporto fra le istituzioni e i cittadini (di comunicazione, dialogo e confronto continuo, in entrambe le direzioni) la democrazia sia solo una parola vuota. Ho seguito le vicende della TAV sui giornali, e quello che mi ha stupito - relativamente, perché è la consuetudine di questo paese - è che le istituzioni, dal Presidente della Repubblica al governo, dal Comune di Torino alla Regione Piemonte, non abbiano fatto lo sforzo di andare oltre la ripetizione di slogan ("la Tav è strategica per lo sviluppo", "rischiamo l'isolamento", "chi si oppone non vede oltre il proprio naso") e di spiegare perché quell'opera così costosa si deve fare, perché è strategica, quale livello di sviluppo si voglia raggiungere, perché qualsiasi altra alternativa di investimento sia da escludere. Mi sono posto un po' le stesse domande che si pone Luciano Gallino e mi sembrerebbe doveroso da parte di chi difende il progetto rispondere nel merito.
Al momento non mi sembra ci sia un vero tavolo di discussione, almeno non sulla domanda fondamentale:
è davvero necessario spendere 13 miliardi di euro e quindici anni di cantiere per fare quell'opera? Non ci sono altre priorità? I tavoli di confronto proposti dalle istituzioni non prevedono mai ragionamenti di questo tipo, la questione è, quando va bene, su come mitigare gli impatti delle grandi opere. Ma alla fine chi e come le decide, queste opere? A me non pare molto trasparente, il processo decisionale in questi casi. Viene sempre il sospetto fastidioso che ci sia chi ci guadagna...

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Sento puzza di Bolzaneto
by Anonymous Wednesday, Dec. 07, 2005 at 10:11 PM mail:

Sento puzza di bolzaneto, il puparo fini gioca ai soldatini sulla pelle del popolo italiano,dato che il suo partner lunardi ha l'impresa a costruire,lato francese.,la lega dimostra con il suo assordante silenzio di essere un accozzaglia di lisergici mazzettari capaci solo di cacciare due poveracci dalle panchine dei parchi pubblici, Il nano tace perchè sta preparandosi ad un trapianto di faccia, causa usura di quella attuale, i ds hanno una partecipazione ai lavori anche loro, e perderanno anch'essi molti voti per questa stupidità, i soli a difendere le popolazioni sono i tanto vituperati "noglobal" gli unici con i cittadini a rischiare la propria incolumità fisica per una giusta battaglia, per l'interesse dell'italia tutta e non come dicono i faccendieri fascisti, per il progresso, quello del loro conto in banca. la lotta continua, no olimpiadi.

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IMBECILLI E CRIMINALI !
by ALFIO Wednesday, Dec. 07, 2005 at 10:14 PM mail:

Spero che l'opposizione dei valsusini sia ad oltranza e vittoriosa. La devono smettere di calare sulle nostre teste progetti invasivi e deleteri senza chiederci tutti i necessari permessi. La terra è di chi ci abita, non dei maneggioni ed intrallazzisti. L'alta velocità è l'ultima cazzata impopolare del liberismo: serve a far viaggiare velocissimamente merci inutili. Hanno reso gli uomini schiavi delle merci. Imbecilli e criminali.

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No Tav anche a Roma !
by CUB Wednesday, Dec. 07, 2005 at 11:32 PM mail:

NO TAV ANCHE A ROMA

Nel pomeriggio di ieri numerosi lavoratori appartenenti alle organizzazioni del sindacalismo di base e compagni dei movimenti sociali della capitale si sono dati appuntamento in Via Toscana 10, sotto la sede della CMC, la ditta incaricata dei lavori in Val di Susa, per denunciarne l’operato.
Dopo aver gridato slogan contro le cosiddette "cooperative rosse" che in realtà rappresentano spesso la punta più avanzata della speculazione in vari territori del nostro paese, il presidio si è ingrossato e si è trasformato in un corteo che attraversando le vie del centro di Roma ha raggiunto il Palazzo del Governo, nei pressi del quale si stava svolgendo un’altra manifestazione indetta da alcuni partiti della sinistra e dalle associazioni ambientaliste.
Dopo aver bloccato il traffico per alcuni minuti sulla centrale Via del Corso, un corteo di alcune centinaia di persone, con in testa le bandiere della lotta contro l’Alta Velocità, si è diretto verso il Ministero degli Interni, gridando slogan di solidarietà con la lotta delle popolazioni della Val di Susa, contro l’Alta Velocità, contro la violenta aggressione delle forze dell’ordine e contro le ambiguità di alcuni partiti di centrosinistra.
Sotto il Viminale i manifestanti hanno chiesto a gran voce le dimissioni del Ministro degli Interni Pisanu, annunciando la partecipazione di una folta delegazione romana sia alla manifestazione prevista in val di Susa dell’8 dicembre sia a quella indetta a Torino il 17 dicembre.
I manifestanti, negli interventi finali, hanno ricordato la lotta contro l’alta velocità sviluppata in questi anni in alcuni quartieri della capitale, devastati dalle opere di costruzione della TAV, lotte che sono costate violente cariche da parte della polizia ai manifestanti che un anno fa cercarono di bloccare il cantiere di Tor Sapienza.

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LA REPRESSIONE NON CI FERMERA'
by Studenti Wednesday, Dec. 07, 2005 at 11:42 PM mail:

LA REPRESSIONE NON CI FERMERA'

Sabato 3 dicembre, si è riunito al liceo classico Pansini un consiglio disciplinare per giudicare l'operato di due militanti del collettivo autorganizzato, colpevoli di essersi impegnati in questi anni nel mobilitare ed organizzare gli studenti con azioni di lotta e controinformazione. Questo consiglio ha sancito per i due una sospensione rispettivamente di 10 e 15 giorni, con il preciso intento di bloccare la loro attività politica e di dare un monito a chiunque voglia continuare a lottare all'interno della propria scuola, come mai si era visto negli ultimi anni all'interno del movimento. Questi provvedimenti dimostrano come il dirigente Salvatore Pace (preside del liceo Pansini) sia solo apparentemente a favore degli studenti, ma di fatto è esclusivamente preoccupato a salvaguardare quella che è l'immagine della sua scuola. Il dirigente Pace rappresenta in pieno la nuova figura di preside manager che, impersonando autoritariamente la figura di “podestà”, calpesta le reali esigenze degli studenti.Come il Pansini, anche tante altre scuole subiscono ripetutamente gli stessi attacchi repressivi : ne è un esempio il liceo G.B.Vico. Infatti, tre degli studenti più rappresentativi del collettivo autorganizzato del Vico sono stati più volte minacciati di denuncia penale (tuttora non è ancora chiaro se le denunce siano partite realmente). Come se non bastasse sono stati tenuti per la bellezza di due ore sotto interrogatorio, nell'ufficio di presidenza, con la loro preside Concetta D'Acunto, due poliziotti e due falchi (che cosa ci facessero a scuola, ancora non si è capito), senza la presenza dei loro genitori, violando così il profilo psicologico di due ragazzi che ancora non sono maggiorenni. Grave è anche la situazione che si è presentata al Mercalli dove successivamente a dei tentativi di occupazione, gli studenti sono stati più volte sgomberati con una conseguente militarizzazione dell'istituto. Anche le università risentono del clima fortemente repressivo, giorni fa il senato accademico ha infatti approvato un decreto, che dispone che tutte le aule e gli spazi occupati all'interno delle facoltà possano essere sottratte agli studenti per essere riutilizzati dalle autorità accademiche come spazi per le associazioni o per la didattica..

Per questi motivi, lunedì 12 dicembre si svolgerà un corteo per le strade del Vomero, che andrà a concludersi sotto il liceo Pansini, che avrà come parola chiave l'immediato ritiro di questi assurdi provvedimenti repressivi dei due studenti militanti del collettivo autorganizzato Pansini.

RITIRO IMMEDIATO DI TUTTI I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

CONTINUIAMO LA LOTTA CONTRO LA RIFORMA MORATTI


CORTEO

LUNEDI' 12 DICEMBRE 2005

Ore 9:30 PIAZZA MEDAGLIE D'ORO

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NOTAV all'Infedele
by girulebale Thursday, Dec. 08, 2005 at 10:53 AM mail:

Ciò che forse non è emerso con chiarezza a l'Infedele è il fatto che, al di la delle ragioni dell'una o l'altra parte, il motivo per cui il governo italiano vuole l’opera a tutti costi non è il miglioramento ambientale o l'esigenza commerciale.
Ciò che interessa è una cosa sola: fare 'sto maledetto buco che porterà una montagna di soldi a Lunardi e co. e le sue dichiarazioni arroganti dei giorni scorsi lo confermano.
Potremmo anche ribattere con la sua faccia tosta "Caro Pietro, mettiti in cuore in pace che tanto la TAV non si farà" e, nel contempo, solo così perché il concetto sia chiaro e per farglielo entrare bene in testa, prenderlo a manganellate, così come ha fatto con noi. Ma non siamo abbastanza idioti e non servirebbe a niente. Fare i propri interessi mi sta bene, ma non sulla pelle degli altri. E bon!

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branco di nullafacenti
by lucignolo Thursday, Dec. 08, 2005 at 1:52 PM mail:

Speriamo che in Italia venga il vero comunismo, così a voi nullafacenti anti tav,no global di merda mantenuti dalla merda di sinistra (finti comunisti) l'esercito potrà schiacciarvi sotto i cingoli dei carri armati....si si, proprio come a Pechino..
i veri comunisti italiani sono la classe operaia, quelli che lavorano per anni sotto il tunnel della tav per mantenere le famiglie, no voi sporchi nullafacenti figli di papà mantenuti...verrà il giorno del vero comunismo e vi daremo in pasto ai maiali..
w la classe operaia

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ILLY, UN MODELLO ANCHE PER IL PIEMONTE!
by C5 Thursday, Dec. 08, 2005 at 2:25 PM mail:

Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy va sostenendo in giro per l’Italia (soprattutto in Piemonte) che lui ha già risolto tutti i problemi nei confronti degli Enti locali.
Invito tutti a dare un’occhiata al seguente documento:
---
Data 3 dicembre 2003 prot. VTP 89/tm II 3.7

Proposta di deliberazione
Oggetto: (…) Parere dell’Amministrazione regionale sul Progetto preliminare della “Nuova linea ferroviaria AV/AC Venezia-Trieste Tratta Ronchi-Trieste” ed autorizzazione all’espressione dell’intesa sulla localizzazione dell’opera (…)

PRESO ATTO che (…) l’amministrazione regionale è tenuta ad esprimere sulla precitata opera parere di carattere generale (…) sentiti i Comuni interessati;
(…)
RILEVATO che il Comune di Fogliano Redipuglia con nota dd. 13.11.2003 prot. N. 8359 (…) nel contestare il metodo seguito nella predisposizione del progetto (…) esprime parere contrario alla localizzazione delle opere previste dal progetto preliminare, consideratte di forte impatto sul territorio del Monfalconese;
RILEVATO che il Comune di Monfalcone con nota dd. 13.11.2003 prot. 18353 (…) ha espresso la più ferma contrarietà per le modalità seguite (…) che ha di fatto espropriato gli Enti locali delle loro competenze in materia di gestione del territorio (…) formula parere contrario alla localizzazione del progetto; (…)
RILEVATO che il Comune di S.Canzian d’Isonzo con nota dd.14.11.2003 prot. N. 16659 (…) con la quale viene espressa la più ferma contrarietà per le modalità seguite (…) il progetto andrebbe ad inserirsi su un mandamento già gravato da numerose infrastrutture che nel tempo lo hanno fortemente penalizzato, formulando parere contrario alla localizzazione del progetto (…);
RILEVATO che il Comune di Ronchi dei Legionari con nota dd. 14.11.2003 prot. N. 28364 (…) viene espressa la più ferma contrarietà per le modalità seguite (…) ha rilevato che il progetto è insostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, urbanistico e viabilistico e pertanto esprime parere negativo e contrario alla localizzazione dell’intervento (…);
RILEVATO che il Comune di Turriaco con nota dd. 18.11.2003 prot. N. 6678 (…) esprime la propria contrarietà alla localizzazione proposta per il by pass per Udine e chiede la sospensione di ogni valutazione circa l’interconnessione del by-pass con il Polo intermodale;
RILEVATO che il Comune di Doberdò del Lago con nota dd. 21.11.2003 prot. 7565 (…) esprime totale disapprovazione sul metodo seguito (…) evidenzia altresì l’illeggittimità della procedura sin qui seguita in quanto attivata in piena violazione dei diritti riconosciuti a favore della minoranza slovena (…) formula parere contrario e negativo alla localizzazione dell’opera in oggetto (…);
CONSIDERATO altresì che non sono a tutt’oggi pervenuti, pur essendo superati i termini di legge, i pareri dei Comuni di Trieste, Sgonico e Duino-Aurisina;
(…)
Tutto ciò premesso e considerato, la Giunta regionale, a maggioranza
DELIBERA
di esprimere parere complessivamente favorevole (…);
di autorizzare il Presidente della Regione, in sede di approvazione del precipitato Progetto preliminare da parte del CIPE, ad esprimere l’intesa regionale sulla localizzazione (…).
---
Successivamente due tecnici hanno elaborato un bozzetto di percorso alternativo (lontanissimo dal poter essere definito un progetto vero e proprio), sottoscritto dai soli Sindaci (tutti DS, cioè dello stesso partito politico dell’Assessore regionale ai Trasporti Lodovico Sonego), senza sentire il parere dei propri consigli comunali, che rimane perciò quello indicato qui sopra. Fatta salva un’audizione della IV Commissione regionale, non risulta nessuna iniziativa della Regione per rendere pubblico il progetto e lo schizzo di tracciato alternativo o per sentire il parere delle Comunità locali.
Se questo è il modello partecipativo di cui il nostro Presidente regionale va vantandosi in giro per l’Italia mi pare che siamo messi piuttosto male.

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per lucignolo
by girulebale Thursday, Dec. 08, 2005 at 2:43 PM mail:

EHM! carissimo Lucignolo forse sei un po’ confuso o non hai ben chiaro il problema. Mi piacerebbe parlare direttamente con uno come te, così tanto per capire cosa ti passa per la testa, perché sono convinto che non sei scemo come sembra. Sono convinto che questo tuo vaneggiare sia frutto di un travaglio interno che magari non sai come sfogare diversamente e, può darsi che alla fine scopriremmo di essere dalla stessa parte.
-Speriamo che venga il vero comunismo?-
qual è secondo te? boh!
-nullafacenti anti tav,no global di merda mantenuti dalla merda di sinistra (finti comunisti)-
non confondere no-global con no-tav, coraggio ce la puoi fare, pensa, ragiona, sono due cose ben diverse.
-l'esercito potrà schiacciarvi sotto i cingoli dei carri armati....si si, proprio come a Pechino- perché vuoi questo? non ti accorgi che forse a forza di essere troppo a sinistra ti ritrovi con delle idee da estrema destra?
-i veri comunisti italiani sono la classe operaia-
anche qui non posso che cercare di riportarti alla ragione. Dai!! non puoi parlarmi come quarant’anni fa e ritirarmi in ballo la classe operaia. Il concetto stesso appartiene, nel bene e nel male, ad un’altra epoca e non è ricollocabile al giorno d’oggi, sarebbe un anacronismo. Tu sei qui, collegato al mondo, a digitare su un computer, e anche il bifolco contadino ignorante della Valsusa ha Internet, e si informa, e sa, e diventa un pò meno ignorante.
-quelli che lavorano per anni sotto il tunnel della tav per mantenere le famiglie-
ti sta sfuggendo il lavoro, è per questo che sei così arrabbiato? sei della CMC? o come diavolo si chiama? non sei l’unico che lavora NEEEHHH?
-verrà il giorno del vero comunismo e vi daremo in pasto ai maiali.. w la classe operaia.
sei sicuro? e sei sicuro che sarà un bene? sei sicuro che quando accadrà sarai dalla parte giusta? mah!!!! pensaci
ciao

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TAV: SI ALLARGA OCCUPAZIONE TERRENI CANTIERE A VENAUS
by da "repubblica on line" Thursday, Dec. 08, 2005 at 3:11 PM mail:

Venaus, 14:19

TAV: SI ALLARGA OCCUPAZIONE TERRENI CANTIERE A VENAUS

Cresce il popolo "no-Tav" in arrivo a Venaus e si allarga l'occupazione dei terreni dove e' stato aperto il cantiere per l'alta velocita' Torino-Lione. In un clima di forte tensione manifestanti e forze dell'ordine sono in attesa di non e' chiaro quali decisioni. Le forze dell'ordine dopo l'iniziale momento di reazione, anche con il lancio di lacrimogeni, per fermare i dimostranti, si sono ritirate. Ma in questi momenti stanno arrivando nuovi reparti delle forze dell'ordine in assetto antisommossa. Intanto il tratto di recinzione abbattuto, lungo circa un centinaio di metri, sta ampliandosi. Nei tafferugli ci sarebbero anche delle persone ferite.


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CI SIAMO RIAQPPROPRIATI DELLE NOSTRE TERRE !
by il popolo Thursday, Dec. 08, 2005 at 3:11 PM mail:

Nonostante il tentativo della polizia di bloccare il corteo, migliaia di manifestanti, usando sentieri di montagna e nonostante la neve, hanno alla fine raggiunto il cantiere di Venmuas dal quale erano stati cacciati lunedì notte e, divelta la recinzione, sono tornati ad occuparlo. I poliziotti sono arretrati. La situazione è particolarmente tesa e sono stati lanciati dalle forze dell'ordine anche dei lacrimogeni. Polizia e carabinieri stanno tentando di disperdere le migliaia di persone che hanno abbattuto la recinzione attorno al cantiere dell'alta velocità. Centinaia di persone continuano ad arrivare dai sentieri di montagna.

A seguito degli scontri della mattinata, l'autostrada A32, che era stata sgomberata mercoledì sera, è stata di nuovo bloccata dai manifestanti.

Paolo Cento, deputato Verde, dice che «di fronte alle provocazioni del governo è necessario anticipare al più presto l'informativa al Parlamento del ministro Pisanu e ricondurre sotto il controllo parlamentare l'azione del ministero degli Interni. Quanto accaduto questa mattina al bivio Passeggeri che porta a Venaus dove manifestanti anti-Tav sono stati caricati dalle forze dell'ordine è la conferma della strategia del governo che vuole alimentare la tensione in Val di Susa e trasformare la questione dell'Alta velocità Torino-Lione in fatto di ordine pubblico».

La tensione è stata altissima, con la polizia che sembra abbia sparato anche dei lacrimogeni, dopo che il cordone di poliziotti e carabineri ha cercato di sbarrare il passo ai manifestanti. Dopo i tafferugli, durati circa dieci minuti, tra forze dell'ordine e manifestanti che tentavano di forzare il blocco sulla Strada provinciale per Venaus, i sindaci stanno invitando i manifestanti a proseguire il corteo lungo la Statale 25 per cercare un'altra via d'accesso ai terreni dove dovrebbe sorgere il cantiere.

Forse ha dunque ragione il ministro Lunardi quando dice che il problema della Val Susa è un problema di ordine pubblico. Forse ha ragione, visto che la polizia, anche questo giovedì 8 dicembre, si è schierata a sbarrare il passo ad un corteo pacifico di gente comune con quasi tutti i sindaci della valle che, partito da Susa, vorrebbe arrivare a Venaus. Probabilmente i poliziotti temono il pericolo black-block, o quello degli anarco-insurrezionalisti evocato mercoledì con tanto di dignità di un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi.

La marcia del popolo No-Tav era partita da Susa verso le 10,30. Il corteo, trentamila persone secondo gli organizzatori, intere famiglie con bambini, anziani, si muove sulla strada provinciale in un clima tranquillo e pacifico. A guidare il corteo sono una trentina di sindaci della Valle, oltre il presidente della Comunità Montana Bassa Valle, Antonio Ferrentino. Presenti anche l' europarlamentare Vittorio Agnoletto e il senatore dei Verdi, avvocato Giampaolo Zancan. Subito dopo un grande dragone in cartapesta porta lo slogan: «la Tav-talpa mangia soldi e scava veleni».Nel corteo anche il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini.


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"Ci siamo ripresi il terreno che ci era stato usurpato".
by pure il sindaco e' "anarchico"? Thursday, Dec. 08, 2005 at 5:06 PM mail:

16:36 Il sindaco di Venaus: "Ci siamo ripresi terreno usurpato"

"Ci siamo ripresi il terreno che ci era stato usurpato". Lo ha detto il sindaco di Venaus, Nilo Durbano, anche lui tra i manifestanti che hanno occupato, sull’altura di Venaus, l’area del cantiere per l’alta velocità ferroviaria. Sull’immenso prato verde, sul quale nel frattempo non nevica più, sono radunate ancora migliaia di persone, anche se, con il trascorrere delle ore, è iniziato un lento deflusso verso valle.

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TENETE DURO !!!
by Mario da Napoli Thursday, Dec. 08, 2005 at 5:15 PM mail:

1)Quelle montagne contengono uranio e altri materiali radioattivi. La popolazione di quella valle è segnata da anni di incurie ecologiche, con un tasso di tumori e linfomi elevatissimo.
2)Una ferrovia c'è gia ed è sottoutilizzata per mancanza di utenza (cioè ci sono pochi passeggeri e merci da far transitare). Rinnovate quella se proprio ci tenete.
3)Riguardo all'idiota anonymous che ha consigliato al ministro degli interni di mandare i carrarmati, non ho parole.
TENETE DURO MANIFESTANTI DELLA VAL DI SUSA.

MARIO DA NAPOLI

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DORMITE BEATI
by moreno Thursday, Dec. 08, 2005 at 5:59 PM mail: morenoarealibera@aruba.it

Saluti a tutti e buone feste !
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Il 06.12.2005 alle 03.00 di notte un migliaio di poliziotti hanno deliberatamente attaccato con premeditazione un gruppo di manifestanti in Val Susa che dormivano nelle tende. Avevano occupato alcuni terreni dove sorgerà un'immenso cantiere per 15 anni. Vogliono fare un traforo in alcuni monti e varie gallerie. E' il nuovo progetto di una linea ferroviaria T.A.V. ( treni alta velocità) tra Italia / Francia e ad altre connessioni europee. Ottimo!
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I manifestanti ed abitanti del luogo, però si oppongono al progetto per motivi ambientali, di salute pubblica e per l'inutilità dell'opera costosissima e con dubbi ricavi economici. Vedi un'altro faraonico progetto del governo Berlusconi: l'idea di costruire un ponte sullo Stretto di Messina ( che dovrebbe diventare il più lungo del mondo ). Vai ....... con il business !
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La polizia e sbirraglia varia ha fatto benissimo a bastonare i manifestanti indifesi nel sonno. Così si fà. Anzi ........... troppo poco! Questa si che è vera democrazia. Allegriaaaaa.
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I manifestanti protestano perchè questa è un'occupazione militare ? Ma dove vivevano fino ad ora ? Con la testa sulle nuvole ?
Ora almeno sanno più o meno, cos'è lo Stato !
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Abbiamo ora la destra di Berlusconi al governo.
Andranno poi quelli di sinistra alle prossime elezioni con nuove, ennesime prese per il culo ?
L' Italia è tra i primi paesi al mondo più corrotti e produttori / venditori di armi ?
Benissimo. E chi se ne frega !
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Gli intelligenti italiani non meritano uno ....... non mille ....... ma milioni di Berlusconi. Di dittatori, papi, massoni, mafiosi e cammorristi.
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Italiani. Ora è dicembre e dovete correre per i regali di Natale. Indebitatevi, ricordatevi di prenotare dove passare il Capodanno ! Incolonnatevi nelle autostrade....... tutti in montagna a sciare. Per favore fate anche un bel pò di incidenti, così lavorano anche gli ospedali, pompe funebri, carrozzieri, concessionarie. Questo si che è importante. Chiaro ??
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Spendete ........ spendete ......... Consumate e sprecate. Siete tutti alla moda, moderni. Meglio di così ....... Corri, corri, cosa aspetti. Non devi restare solo/a ed isolato/a. Entra anche tu nel vortice / stress dei preparativi.
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Le bollette di luce, acqua, gas, telefonino, benzina, affitti / costi delle case, alimenti schifosi, abbigliamento, ecc... costano troppo poco. Dovranno aumentare almeno del 1000 %. Tutti zitti. Pagate, e sempre tacete italiani ed italiane. Mi raccomando. Al limite per scaricare le vostre frustrazioni prendetevela con i barboni, gli extra-comunitari, od i più poveri e sfigati di voi. Fate sfoggio della vostra infamia e vigliaccheria collettiva. Anche questo và di moda.
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Alcuni combattono per rivendicare dei loro diritti ? Sono dei fessi perditempo che ovviamente nessuno aiuta nel concreto. Anzi devono giustamente essere emarginati....... perseguitati, arrestati. Noi siamo gli italiani felici e spensierati. I veri lavoratori, non ci piacciono quelli che si lamentano. Che denunciano abusi e truffe varie, che non esistono. Sono solo dei rompi-coglioni. Per noi importa solo fare i soldi e vivere alla grande. Tra i lussi ed ipocriti onori / amicizie comperate. Noi siamo gli specializzati nell' imporre a tutti delle inutili cazzate ( di ogni tipo ). E farle credere cose estemamente importanti e necessarie.
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Tanto a questi idioti d'italiani va bene tutto. E tutto il resto ........... non interessa a nessuno ! Credimi.
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Così la vita è splendida. Questa si che è vera vita! Noi ce ne sbattiamo altamente delle vostre chiacchere di protesta. Imparate. Alla faccia anche di tutti quei deficenti ed incapaci del terzo mondo che fanno la fame ! Gli stranieri che vengono in Italia devono adattarsi alle nostre leggi e sfruttamenti. Se invece noi andiamo da loro ovviamente come prima cosa li bombardiamo. Vedi in Iraq - Afghanistan ad oggi. In altri paesi invece facciamo dei bei villaggi turistici con un'ampia gamma di clienti ( pedofili inclusi chiaramente ). Questo si che è ragionare e far funzionare l'economia globale.
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Con tutti questi terroristi che girano ( e che noi abbiamo creato ) .......... è meglio cautelarsi. Dalle spettacolari esercitazioni antiterroristiche, ai controlli più pignoli ed informatici ad ogni individuo ........ a noi piace poter contare il peli in culo alle persone. E' per la sicurezza, non è una restrizione ad uno stato militarizzato. Della serie: più attentati e morti ? Più paura, controlli e repressioni ......... Non lo trovi così logico e normale ??
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Questa è una parte del progetto per un bel mondo globalizzato. Lo stiamo esportando a tutti. Ricordati bene: noi siamo i democratici.
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Qualcosa che non va ?? Tranquilli, tranquilli. Dormite beati.
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MORENO - http://www.arealibera.com/
























































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VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN.
by Camillo COPPOLA Thursday, Dec. 08, 2005 at 7:20 PM mail: camillo.coppola@tin.it

DA TENDA LICENZIATI FABBRICA ACCUMULATORI EXIDE CASALNUOVO di NAPOLI in ASSEMBLEA PERMANENTE:
VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN.
Girato da Camillo COPPOLA,militante SLAI COBAS di Pomigliano d'Arco(Napoli)
camillo.coppola@tin.it


----- Original Message -----
From: infoslai@fastwebnet.it
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Tuesday, December 06, 2005 5:28 PM
Subject: su val di susa

Noi della Valsusa? Siamo fuori dal tunnel

Altro che egoisti e localisti. Vivono da vent’anni in un grande cantiere. E ora hanno detto basta. Perché la nuova linea ferroviaria non serve. Perché temono l’amianto degli scavi. Perché sanno che i lavori stanno aprendo una nuova Tangentopoli, con vecchi protagonisti

di Gianni Barbacetto



l più grande scontro mai avvenuto in Italia tra interessi generali e interessi particolari. Tra i bisogni del Paese, anzi dell’Europa, e le richieste dei Nimby («not in my backyard»), quelli che dicono: ovunque, ma non nel mio cortile. Questo è Valsusa, secondo la vulgata corrente. C’è da fare una grande opera utile per il Paese, anzi per l’Europa. Il più lungo tunnel ferroviario del continente. La meraviglia – nome in codice: Corridoio 5 – che permetterà di unire Lisbona a Kiev. La soluzione che passando sotto le Alpi ridurrà da quattro ore a un’ora e mezzo i tempi di percorrenza tra Torino e Lione. Ma di più: il miracolo che permetterà di togliere un fiume di camion inquinanti dalla strada e di convogliarli su rotaia; il portento che quadruplicherà le capacità della ferrovia.

Di fronte a queste meraviglie, che dovrebbero far gongolare anche i verdi più verdi, un manipolo di oppositori si schiera invece inspiegabilmente contro, rifiuta il progresso, minaccia di fare le barricate. Nemici della modernità, Nimby, inguaribili egoisti: dal vescovo ai sindaci, dal presidente della Comunità montana all’ultimo dei valligiani. In questi chiari di luna, compito delle forze politiche responsabili, di destra e di sinistra, da Berlusconi a Fassino, è far capire che gli egoismi localistici non possono fermare i grandi progetti. Tutto chiaro, dunque, e fine dell’inchiesta vecchio stile.

Ma è proprio così? No. Perché chi voglia capire senza preconcetti che cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.



Una valle paziente. Nimby? Venite qui a spiegarglielo, a quelli che in Valsusa ci abitano, che sono egoisti. Vivono da vent’anni in un cantiere. Ne hanno visti, di funzionari romani e di burocrati torinesi. Ne hanno sentite, di mirabolanti promesse. Hanno assistito al raddoppio della ferrovia (concluso nel 1977), che nei progetti doveva avere un traffico di 15 milioni di tonnellate di merci l’anno (mai raggiunto). Hanno visto crescere l’autostrada (aperta al traffico nel 1992), costruita nel loro fondovalle, ricavata nel letto della Dora. Hanno aspettato l’edificazione dei nuovi argini, che ancora non sono finiti. Hanno visto scavare le gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subìto l’alluvione del 2000, perché il fiume si è alla fine vendicato. Hanno visto sorgere l’elettrodotto di Venaus. La centrale elettrica di Pont Ventoux. E hanno constatato che cos’è successo a Bardonecchia: l’unico Comune del Nord sciolto per mafia, perché i cantieri e i subappalti all’italiana hanno portato la ’ndrangheta al potere, con seguito di richieste di pizzo e traffici di eroina e cocaina e occupazione delle istituzioni.

Con tutto ciò, alcuni abitanti della Val di Susa stanno ancora aspettando i rimborsi degli espropri compiuti vent’anni fa per tracciare l’autostrada: molti soldi non sono ancora arrivati... Ne hanno viste di cose, ne hanno sentite di promesse, ne hanno conosciute di facce di bronzo. E oggi non si fidano più, racconta Claudio Giorno, ambientalista e sindacalista, per anni considerato troppo verde dai rossi e troppo rosso dai verdi. Aggiungeteci un piccolo particolare: nell’area tra Borgone e Bussoleno, dove dovrebbe essere costruito l’interscambio tra la vecchia e la nuova linea ferroviaria, continua a funzionare la Beltrame, un’acciaieria di seconda fusione, che ricicla cioè rottame e materiali ferrosi e che provoca tassi d’inquinamento (e di mortalità) tra i più alti d’Italia. È un giocattolino che pesa sull’ambiente 80 volte l’inceneritore di Brescia. E che libera nell’aria non soltanto diossina (prodotto dalla combustione), ma anche Pcb: da dove viene questo veleno? Non certo dal ferro: ma allora qualcuno sta facendo il furbo e usa la vecchia Beltrame per smaltire rifiuti proibiti? Questa però è un’altra storia e un’altra inchiesta.

Ma la pazienza dei valsusini è una, e i loro polmoni solo due. Come stupirsi se si allarmano quando vengono a sapere che, oltre alla diossina e al Pcb, nel loro cielo potrebbe arrivare anche l’amianto? A Balangero c’è la più grande cava d’amianto a cielo aperto d’Europa, ora naturalmente inattiva. Ora si viene a sapere che i detriti di scavo estratti dalle montagne (lo «smarino») saranno oltre 15 milioni di metri cubi: come dieci piramidi di Cheope. Dove metterle? Anche perché, secondo uno studio ufficiale dell’università di Siena, potrebbero contenere significative quantità d’amianto: «La possibilità che si verifichino condizioni di rischio sanitario è assolutamente rilevante», scrive l’oncologo Edoardo Gays dell’Azienda ospedaliera San Luigi d’Orbassano. L’amianto potrebbe infatti finire per essere disperso nell’aria.

Infine c’è l’uranio. Il cuore della montagna che, in futuro, sarà trivellata è radioattivo. Ma qui siamo fin troppo avanti. Meglio tornare al presente.



Una linea (abbastanza) inutile. La nuova linea ferroviaria del Frejus è una superopera che inizia a nord di Torino, imbocca la Valsusa, scompare per due volte nella montagna, ad Alpignano e a Bussoleno, con due gallerie (di 21 e 12 chilometri). Poi vola sul viadotto di Venaus, per infilarsi infine nel supertunnel, quel «tunnel di base» di 53 chilometri che sbuca in Francia, a Saint Jean de Maurienne. Poi altre due gallerie sul versante francese, Belledonne e Chartreuse, portano la linea a collegarsi con l’alta velocità che arriva a Lione.

Il tutto costa come quattro ponti sullo Stretto di Messina. Spiega Andrea Debernardi, di Polinomia, consulente della Comunità montana della Valsusa: il preventivo è di 2,4 miliardi di euro per la tratta nazionale italiana, 6,7 per il «tunnel base», 6,1 per la tratta nazionale francese. Totale: 15,2 miliardi di euro. Previsione dei tempi di realizzazione: 15 anni. Ma in letteratura, spiega il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, costi e tempi si dilatano almeno del 20 per cento. Viste le prevedibili difficoltà, la superlinea potrebbe costare una ventina di miliardi di euro ed essere pronta, se tutto andrà bene, nel 2023. Finché non sarà posata l’ultima traversina, la ferrovia sarà solo un costo, senza apportare alcun beneficio almeno parziale, senza poter aver alcuna utilizzazione intermedia. E poi che cosa succederà?

Il tunnel sotto la Manica è costato meno, 13 miliardi, ed è fallito non una, ma due volte. Per mancanza di traffico. E serve a unire Parigi e Londra, non (con tutto il rispetto) Torino e Lione. La superlinea che scavalcherà le Alpi è del tutto sovradimensionata, rispetto ai bisogni. Potrebbe convogliare su rotaia merci addirittura per 100 milioni di tonnellate l’anno, con previsione di farne passare 40 milioni: ci vorrebbero 350 treni al giorno, uno ogni quattro minuti, alla velocità di 120 chilometri all’ora, alternati a treni passeggeri da 220 chilometri all’ora. Così il gioco varrebbe forse la candela.

Peccato però che il traffico ferroviario transalpino sia in calo costante dal 2000, fatta eccezione per il Sempione e il Gottardo. Dal Frejus oggi passano merci per appena 7 milioni di tonnellate l’anno (erano 10 milioni nel 1997) e non c’è alcun segnale di svolta, né realistiche previsioni di una crescita così vertiginosa. Gli scambi Italia-Francia sono da lungo tempo consolidati, sono un business maturo in cui non si prevedono nuovi, clamorosi sviluppi. Del resto è già in corso il potenziamento della linea esistente che porterà a triplicare la sua capacità, fino a oltre 20 milioni di tonnellate: a che cosa servirà, allora, la nuova linea? E comunque, perché far arrivare le merci dalla Francia a 120 chilometri all’ora, quando poi, arrivate in Italia, si fermerebbero in qualche stazione e riprenderebbero la velocità media nazionale per i treni merci, che è di 19 chilometri all’ora?

E poi il 70 per cento delle merci che ora passa dal Frejus non corre lungo la direttrice est-ovest, ma quella nord-sud: vanno e vengono da e per Digione, Bruxelles, Londra. Su questa direttrice, le nuove linee svizzere del Gottardo e del Sempione sono più competitive. Quanto agli scambi continentali sull’ipotetica linea Lisbona-Kiev, tranquilli: si spinge tanto sulla Val di Susa come se da essa dipendessero per intero le gloriose sorti e progressive dello sviluppo continentale, ma a est di Trieste non si mette giù neppure un metro di rotaia.

Niente paura, dicono i fautori della Grande Opera: non ci sono solo le merci, ci sono anche i passeggeri. E così la linea nata come «alta velocità» per i passeggeri e poi diventata «ad alta capacità» per le merci ridiventa magicamente una linea «ad alta velocità» capace di spostare le persone lungo il mitico «Corridoio 5». Ma la grande corsa Lisbona-Kiev sarà difficile da fare, non foss’altro per il fatto che le ferrovie spagnole hanno uno scartamento diverso dal resto d’Europa. «E poi l’alta velocità c’è già. E non costa un centesimo allo Stato: si chiama Ryan Air», taglia corto il professor Marco Ponti. «Un biglietto aereo low cost ha un prezzo inferiore ai biglietti ferroviari, ma soprattutto non richiede denaro pubblico, quello che le ferrovie invece inghiottono in dosi pantagrueliche».

Difficile infine poter definire «ad alta velocità» una linea quasi tutta in galleria, intasata dai treni merci, che correrà non a 300, ma al massimo a 120 chilometri all’ora. Alla fine, come dimostra Debernardi, la tanto sbandierata «alta velocità» tra Lione e Torino farà risparmiare soltanto un’oretta. Anche perché – udite udite – per poter entrare in Torino i treni veloci dovranno correre non sulla nuova superlinea, ma sulla vecchia ferrovia già esistente.

In compenso, il nodo torinese entro cinque anni scoppierà. Anche Milano non sta benissimo quanto a sistema dei trasporti. Ma per risolvere il problema Torino e il problema Milano non ci saranno soldi: tutti impegnati nel supertunnel che piace tanto al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.

Treni? No, tunnel. L’architettura societaria per fare l’Alpetunnel è un’invenzione che supera perfino quella dell’alta velocità o del ponte sullo Stretto, con apparenza privata e soldi tutti pubblici. Per il nuovo Frejus si sono alleate le ferrovie francesi (Rff) e quelle italiane (Rfi) che insieme, al 50 per cento, hanno costituito la Ltf, Lyon Turin Ferroviaire, con il compito di progettare la superlinea e appaltare i lavori. In questo caso non hanno fatto neppure finta di tirare in ballo investimenti privati, project financing, redditività futura: paga Pantalone e basta. Con quali soldi, visti i conti dello Stato, resterà un mistero.

Ma l’importante è mettere in moto la macchina dei finanziamenti, che poi si autoalimenterà. A nessuno interessa veramente il risultato, che arriverà (forse) tra vent’anni. «Treni? Qui non si parla di treni, ma di tunnel», ripetono i funzionari delle ferrovie. L’importante è scavare, e cominciare il più presto possibile. Aprire cantieri. Far girare i soldi. Oggi, subito. Che cosa importa che il tunnel sotto la Manica sia già fallito due volte? E che l’Alpetunnel (200 chilometri complessivi) costi 15 miliardi di euro, mentre il molto più utile Gottardo (270 chilometri) ne costi solo 12? In tutto ciò, Ltf è il Pantalone che pagherà. Un Pantalone asimmetrico: benché il controllo della società sia al 50 per cento dei francesi e al 50 per cento degli italiani, per decisione presa da Lunardi gli italiani pagheranno di più, il 63 per cento della tratta internazionale (4,2 miliardi) più l’intera tratta nazionale (2,4 miliardi), per un totale di 6,6 miliardi di euro; eppure la supergalleria è solo 8 chilometri in territorio italiano e 45 in suolo di Francia.

Ma che importa? A incassare, tanto per cominciare, sarà la Rocksoil della famiglia Lunardi, incaricata dei «sondaggi» (le prime trivellazioni) in Francia: così sarà ipocritamente aggirato il conflitto d’interessi del signor ministro delle Infrastrutture. In Italia incasserà la Cmc di Ravenna, già pronta a iniziare i «sondaggi» sul territorio nazionale. Con la Cmc, cooperativa rossa, la Grande Opera diventa bipartisan. Benedetta anche dai vertici dei Ds, da Piero Fassino in giù, fino all’uomo degli affari della Quercia a Torino, il molto attivo capogruppo alla Provincia Stefano Esposito. E benedetta malgrado la fiera opposizione dei diessini della Valsusa, sindaci compresi e con in testa Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa. Ma, del resto, responsabile nazionale delle Infrastrutture per i Ds è quel Cesare De Piccoli che fu indagato e processato (e poi salvato dalla prescrizione) per aver incassato mazzette dalla Fiat, ai bei tempi di Tangentopoli, sui conti Accademia, Carassi, Linus...

Costi (tanti) e benefici (pochi). Dunque il (poco) tempo risparmiato dai (pochi) passeggeri non giustifica un investimento così massiccio. Il promesso incremento delle merci che potranno essere trasportate con i treni non combacia con previsioni attendibili su un reale aumento delle merci da trasportare. Che cosa resta, allora, della grande impresa? Ci saranno grandi benefici ambientali, ribattono i sostenitori del tunnel, perché le merci potranno passare dai camion (inquinanti) al treno. Illusione, sostiene più d’uno studioso. Il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, consulente dei comitati NoTav, ricorda che in Italia soltanto il 17 per cento delle merci viaggia su rotaia e la quota non è purtroppo molto incrementabile. Per spostare piccoli numeri dalla gomma al ferro, bisogna sopportare costi pubblici immensi. Le ferrovie, del resto, nel loro complesso sono costate in 15 anni all’Italia quanto il Progetto Apollo agli Stati Uniti. E non abbiamo mandato nessuno sulla Luna.

Marco Ponti taglia corto: «La ferrovia è una tecnologia dell’Ottocento, è ottima per trasportare per lunghi tratti merci pesanti, che produciamo sempre meno, o grandi numeri di passeggeri nelle aree metropolitane; legname, non microchip o abiti di Armani. E poi ha bisogno di immensi finanziamenti dello Stato, che oggi non ci sono più. Ora, invece, varrebbe la pena di ridurre le emissioni differenziando i pedaggi e le tassazioni per i camion: far pagare molto quelli che inquinano di più, così da rendere economico il rinnovo del parco mezzi circolante. Così il beneficio ambientale sarebbe diffuso, non limitato a una sola tratta. Se proprio poi si volesse aumentare la capacità di trasporto merci, allora converrebbe realizzare il raddoppio del tunnel stradale del Frejus: costa un decimo e le emissioni possono essere ridotte con i pedaggi fortemente differenziati».

Non ci saranno neppure grandi benefici occupazionali: lo scavo di tunnel è un lavoro ormai molto automatizzato. «Si metterebbe molto di più in moto l’economia e l’occupazione con un grande piano di ristrutturazione delle periferie urbane», valuta Ponti.



I furbetti del tunnellino. Tangentopoli ci ha insegnato che quando girano soldi pubblici, spesso c’è chi ne approfitta. L’alta velocità è la Tangentopoli del futuro, prevedeva in un suo libro, qualche anno fa, lo studioso bolognese Ivan Cicconi. Il futuro è già qui, anche se ancora non conosciamo nei particolari il nuovo sistema della corruzione. Conosciamo però il curriculum di alcuni degli uomini impegnati nella grande festa dei tunnel e delle linee ferrate. Di Lunardi, ministro e progettista, sono pubblici i coinvolgimenti nei lavori (mediante società di famiglia), anche se la Ltf li nega decisamente. Alcune inchieste giudiziarie, poi, evidenziano l’attivismo negli appalti di Ugo Martinat, esponente di An e viceministro delle Infrastrutture, gran burattinaio degli affari piemontesi ora indagato per turbativa delle gare per la Torino-Lione, oltre che per i Giochi olimpici. L’inchiesta sta evidenziando la regia discreta, negli appalti sabaudi, del costruttore Marcellino Gavio, attorniato da una cupola di ex funzionari di una delle sue aziende, la Sitaf, che oggi hanno fatto carriera in proprio e da democristiani o socialisti si sono «riposizionati» in area An.

Le intercettazioni telefoniche realizzate dalla Guardia di finanza svelano i retroscena dei maneggi compiuti da questi ex uomini di Gavio, tra cui Vincenzo Procopio, oggi titolare della Stef, la società che ha progettato l’autostrada Torino-Bardonecchia, Walter Benedetto, responsabile della direzione lavori di Ltf, e Gianni Desiderio, del comitato direttivo dell’Agenzia olimpica. Non sospettando di essere intercettati, parlano tra loro e con Paolo Comastri, numero uno italiano della società mista Ltf: chiacchiere tutte da verificare, da furbetti del tunnellino. Desiderio, per esempio, racconta al telefono che la società Stone è del ministro (vorrà dire Lunardi?) e che si è alleata con l’Alpina di Milano, una «scatola vuota» che sarebbe stata messa in campo da Gavio: «Ci ha fottuti, vi ha fottuto», dice Desiderio a Benedetto. Procopio, che nelle conversazioni telefoniche viene definito «il cassiere di Martinat», s’arrabbia nei confronti di Gavio, lo sospetta di brogli nelle gare e progetta di far arrivare contro di lui interpellanze in Parlamento. Poi lo va a trovare, si tranquillizza e il giorno seguente spiega la situazione a Benedetto. Infine riferisce a Desiderio «di aver appreso dai comuni amici della Metropolitana milanese che non è stato fatto un bel lavoro e che si aspettavano un aiuto più concreto». Prosegue il rapporto dei finanzieri: «Vincenzo (Procopio) aggiunge che “serve una botta” e si rende necessario “fare un intervento”. Gianni (Desiderio) gli dice di andare a parlare con Walter (Benedetto), dato che lui è il presidente della commissione, per verificare se è necessario intervenire presso Comastri, per poi passare la cosa a Ugo (Martinat)».

Quando Benedetto riferisce a Martinat che teme grane giudiziarie «per il cantiere di Modane» e lo informa che c’è di mezzo la Rocksoil della famiglia Lunardi, Martinat risponde: «Uh, cacchio!». E poi: «Vabbe’, pazienza, nella vita non si vince sempre...». Comastri e Benedetto brigano per far vincere a Procopio la gara d’appalto per la «discenderia» di Venaus (una delle gallerie d’accesso ai tunnel). Quando appare ben piazzata, invece, la società Geodata, i due sospendono la gara: «Geodata ha la maglia rossa, è vicina alla sinistra». La Guardia di finanza va allora nella sede di Ltf a sequestrare i documenti dell’appalto, ma i due li fanno sparire: «Li mandiamo su a Chambery». Comodo, lavorare alla frontiera.

Dalle intercettazioni emerge una certa arietta d’intese bipartisan per gli appalti ferroviari e stradali piemontesi, con Gavio ben introdotto anche negli affari che dipendono da Comune, Provincia e Regione, tutti di centrosinistra. Ma in questa storia d’appalti di rito sabaudo spunta anche l’ambasciatore Umberto Vattani, che ha contribuito a definire in sede internazionale l’architettura societaria per la gestione della Torino-Lione. E spuntano anche alcuni protagonisti della vecchia Tangentopoli. Quell’Ercole Incalza che fu travolto dallo scandalo di Lorenzo Necci (a lungo numero uno delle Ferrovie italiane), ma che fu poi subito riciclato nientemeno che come responsabile del gruppo Economia della commissione intergovernativa italo-francese che ha preparato l’iter per l’approvazione del supertunnel da parte dei rispettivi governi: oggi Incalza è consigliere del ministro Lunardi e membro del «gruppo Van Miert» in sede Ue. E quell’Emilio Maraini che insieme a Incalza fu il dirigente Fs più vicino a Necci, per anni numero uno della Italfer, la società incaricata della progettazione e della vigilanza sull’alta velocità.

Nel 1993 Maraini fu arrestato a Milano dal pool Mani pulite e negli interrogatori ammise le tangenti pagate come amministratore delegato di Ansaldo Trasporti per partecipare ai lavori delle metropolitane di Roma e di Milano. Poi, con un paio di rinvii a giudizio sul groppone, fu messo da Necci al vertice dell’Italfer, finché finì di nuovo in cella, nel 1998, per ordine dei magistrati di Perugia, in una delle tante inchieste sull’alta velocità. Forte di questo know-how, oggi Maraini è consigliere di Lunardi per gli affari internazionali.

Martinat e Gavio sospendono ogni conflittualità e fanno fronte comune quando si tratta di pretendere soldi pubblici. Martinat: «Tremonti vuol tagliare le spese. Noi sosteniamo la tesi opposta, bisogna sfondare ulteriormente. Andiamo a Bruxelles e diciamo affanculo... Abbiamo bisogno di soldi da investire quest’anno, il prossimo e quello seguente, se vogliamo vincere le elezioni! Secondo Tremonti, questo ministero dovrebbe spendere il 10 per cento in meno in strade, ferrovie eccetera». Gavio: «Roba da matti!». Così si decidono le grandi infrastrutture e le sorti del Paese. Le teste calde della Valsusa sono avvisate: non fermeranno il Progresso.

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aggiungiamo questo link
by rz Thursday, Dec. 08, 2005 at 7:47 PM mail:

http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1112

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Dove sta l'interesse nazionale
by LUCIANO GALLINO Thursday, Dec. 08, 2005 at 11:05 PM mail:

IL COMMENTO
Dove sta l'interesse nazionale
di LUCIANO GALLINO

Al punto critico in cui sono arrivate le cose dopo l'attacco delle forze dell'ordine ai gazebo dove si annidava - qualcuno deve aver immaginato - il nocciolo duro dei resistenti valsusini, restano forse due strade per ragionare con calma sulla questione della Tav. Una strada consiste nel riconoscere un irrimediabile conflitto di fondo tra gli interessi locali e l'interesse nazionale, ma questo non deve prevaricare brutalmente sul secondo. I primi sono sacrosanti e non possono venire calpestati. Il secondo è però talmente più vasto, considerati i vantaggi economici che l'opera promette di recare alla collettività nazionale, da rendere inevitabile una decisione a favore della realizzazione dell'opera.
Una volta che si sia adottato questo schema di ragionamento, che comporta anche la rinuncia da parte delle autorità all'idea di mantenere la valle sotto controllo militare per venti o trent'anni, si tratta di vedere in che modo gli interessi locali, che si riconosce verranno inevitabilmente lesi, possono essere oggetto di qualche forma di compensazione. Si è parlato, a questo riguardo, di piani di sviluppo da individuare a beneficio dell'intera valle, attinenti all'economia e all'ambiente, al turismo e alla scuola. Altri hanno ventilato, un po' più rozzamente, indennizzi monetari diretti: tot euro per abitante da far affluire alle casse comunali, affinché aiutino la popolazione ad alleviare i disagi. Così come si è parlato di una opera di convincimento e di chiarificazione, e di rassicurazioni circa il fatto che non appena emergessero, dalle apposite e continue verifiche, rischi ambientali finora non sospettati, si cercherebbero soluzioni tecniche adeguate per eliminarli.
L'adozione di questo schema mentale, per cui l'interesse nazionale è prioritario, e però si ammette che gli interessi locali vanno compresi e bisogna far tutto il possibile per salvaguardarli e ove opportuno compensarne i danni mediante adeguati investimenti sussidiari, avrebbe tra l'altro il merito di avviare nuovamente un processo decisionale in sede politica, tramite incontri bilaterali o trilaterali tra i sindaci della Val di Susa, gli esponenti della Regione e della Provincia, e i rappresentanti del governo. Risalendo per così dire in superficie dall'abisso in cui gli interventi manu militari rischiano di affondarlo.
Una seconda strada potrebbe invece essere quella di adottare uno schema mentale diverso, il cui punto di elaborazione iniziale consiste nel chiedersi se per caso non siano proprio gli abitanti della Val di Susa quelli che, con la loro opposizione a questo progetto di Tav, stanno facendo l'interesse nazionale. Che essi abbiano perseguito e perseguano interessi particolari non v'è dubbio. Ma intanto che così agivano essi hanno anche contribuito a far emergere per varie vie, in Italia, una tal massa di studi, di documenti, di interrogativi fondati circa la effettiva validità e la priorità del progetto, da far pensare che un minimo di principio di precauzione dovrebbe indurre a prenderli in seria considerazione.
E precisamente, bisogna ammettere, dal punto di vista dell'interesse nazionale. Il quale interesse vorrebbe che per completare l'opera si spendessero i 13 miliardi previsti, e non molti di più, perché altri miliardi certamente andranno spesi per completare la prima tratta del percorso valsusino, dal Monte Musiné al paese di Bruzolo (un altro colossale pezzo dell'opera complessiva che al momento sembra dimenticato da tutti), nonché il raccordo con la rete ferroviaria di Torino e l'interporto di Orbassano. Così come vorrebbe, l'interesse nazionale, che si valutasse l'ordine di priorità del Tav in Val Susa a confronto delle grandi e grandissime opere - forse troppe - che rientrano tra i progetti di reti europee, e si cercasse di capire al tempo stesso quanti milioni di tonnellate dovrebbero migrare dalla gomma alla rotaia, verso il 2030, per giustificare economicamente l'opera. Salvo, ovviamente, pensare a suo tempo di vietare per legge il transito su gomma in Val di Susa.
Non è un esercizio retorico, mettere a confronto due schemi mentali differenti per vedere dove portano. Prima di ogni altra esiste infatti una responsabilità cognitiva dei tecnici, degli amministratori, dei politici, dei media. Perché dallo schema che uno sceglie per ragionare e confrontare meriti e demeriti di diverse opzioni operative discendono conseguenze reali dalle quali, diversamente da quanto accade con le opzioni cognitive, non si può in seguito tornare indietro. Sarebbe insomma meglio evitare che qualche figlio o nipote degli oppositori valsusini di oggi si venisse a trovare verso il 2035 in una situazione tale da indurlo ad affiggere una lapide, all'imbocco di due gallerie verso il confine francese, una autostradale in cui transitano innumerevoli Tir stracarichi di merci, e una ferroviaria con rombanti carri semivuoti, con la scritta: "Cercarono di fare l'interesse nazionale, ma non furono ascoltati".

(7 dicembre 2005)

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strano .....
by giorgio Thursday, Dec. 08, 2005 at 11:16 PM mail: gicorradi@yahoo.it

Strano che il governo non abbia ancora tirato in ballo Al-Quaida; per il momento sembra che dobbiamo accontentarci dell'estrema sinistra.

Siamo tuttavia fiduciosi.

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TAV E PONTE SULLO STRETTO:
by no al ponte Thursday, Dec. 08, 2005 at 11:55 PM mail:

Benedizioni dalla parte dell'impugnatura

Mentre il viminale riversa sui crani delle comunità valsusane benedizioni dalla parte dell'impugnatura, per sondare l'impatto ambientale del manganello nelle zone alpine, la protesta si estende ai centri urbani. Come nelle banlieus parigine si teme la violenza metropolitana: gruppi estremisti di sinistra però, dato che putroppo qui non abbiamo ancora abbastanza africani naturalizzati da poter inserire all'ultimo posto della scala sociale e al primo delle responsabilità quando c'è da tirare in ballo l'eversione. Nonostante qualche algerino terrorista per una procura e al contempo innocente per altre, l'attività terroristica in Italia è ancora un marchio della sinistra.
Antagonisti e anarco insurrezionalisti si sono radunati, secondo Pisanu, provenienti da tutta Italia deliberatamente per creare disordini contro le forze dell'ordine. La prova, è "l'occupazione forzata di zone già espropriate dallo stato per l'esecuzione dei lavori per la costruzione dell'alta velocità".
Non è forse più brutale espropriare ettari di terreno a privati cittadini, disboscare, livellare e pianificare un area che ha importanti risorse idriche, biologiche e naturali introducento materiali altamente inquinanti che riprendersi lecitamente ciò che si è tolto arbitrariamente senza consultazione?
Ma le Olimpiadi come un tempo antico sospendevano le guerre adesso sospendono la democrazia e a governare in Piemonte è la polizia. Quando privati cittadini insieme alle istituzioni locali che hanno eletto, chiedono compattamente che un lavoro pubblico, quindi eseguito nel loro interesse e per loro decisione, non si faccia sul territorio di cui sono sovrani, democrazia vuole che le istituzioni nazionali, in quanto detentori di un mandato dai cittadini concesso, si facciano espressione della volontà popolare e rispettino la scelta, soprattutto quando si pongono pregiudiziali non aggirabili come ingenti danni all'ambiente. Ma questo ovviamente non è possibile. Perfino il Foglio di Ferrara ha amesso "che la tav nessuno la vuole" e ha posto l'interrogativo "che cose deve fare la democrazia di fronte ad una situazione simile?". Perfino il Foglio, mentre Fassino e Prodi concordavano che la TAV si deve comunque realizzare per non tagliare fuori l'Italia dall'Europa.
Certo, quando si dimentica che esiste già una linea tra Torino e Lione ad alta velocità, su cui i TGV sfrecciano allegramente che però nessuno utilizza dato i costi esosi.
Perciò il Viminala ha pensato ad una soluzione geniale per porre fine ai blocchi di protesta: cambiare improvvisamente i piani e invertire le due grandi opere in atto in Italia in questo momento.
Tanto non importa dove verranno costruite o se verranno, l'importante è che la Mafia si sia garantita gli appalti per i lavori e anzi, se lo stato non mantiene la parola sborsa altri soldi di penale.
Perciò in fretta e furia sarà costruito un ponte che congiunge Susa direttamente a Lione, tutto sospeso, che passerà sopra la vetta delle Alpi, con anche una linea ferroviaria, però a un binario solo; mentre tra Messina e Reggio verrà costruita una linea ferroviaria a pelo d'acqua ad altissima velocità dove circoleranno treni francesi. Così la contestazione sarà sviata e confusa per un pò di tempo e quando si sarà riorganizzata sarà troppo tardi.
I mille estremisti antagonisti che Pisanu addita tra i responsabili dei disordini recenti saranno costretti a prendere da Torino, dove si trovano adesso, il treno del sole. Con carrozze di sola seconda classe a prezzi usurai, il treno a bassa velocità di tutti gli emigranti italiani che dal nord tornano al sud dai cari che hanno lasciato trattati come bestiame dallo stato che affama la loro terra e utilizza la Mafia per avere i consensi necessari a vincere le elezioni. Arrivati giù, con circa tre giorni di ritardo la linea sarà già stata costruita, in quanto ad alta velocità appunto, mentre al nord verra schierato l'esercito onde evitare che ritornino. E così come l'Iran ha chiesto che Israele sia ospitato in Europa perchè è affar nostro, il nord chiederà al sul di ospitare la feccia che non merita di essere italiana, per non interferire nella locomotiva Italia, che se anche TAV, rimane una locomotiva di merda a vapore, anche se ci cambi le rotaie.

http://maxrob.splinder.com
http://skitso.splinder.com

maxrob.splinder.com

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SITART NO TAV...
by sitart Thursday, Dec. 08, 2005 at 11:57 PM mail:

SITART come ha già fatto in altre occasioni vedi:

"ARTISTIPERLAPACE" per la guerra in IRAQ http://www.sitart.org/appello/pace.htm

"UN METRO CUBO" contro la costruzione a SCANZANO del deposito dei rifiuti tossici http://www.sitart.org/anti/nucleart.htm

mette a disposizione le pagine di http://www.sitart.org per affiancare la lotta della popolazione della Valle di Susa in un modo artistico pubblicando opere, sia immagini che scritti che facciano riferimento al tema e che serva a farci comprendere meglio le problematiche che preoccupano gli abitanti che vivono nella zona dei lavori.


http://www.sitart.org

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NO TAV! ASSEMBLEA CITTADINA
by csa Vittoria Friday, Dec. 09, 2005 at 12:02 AM mail:

NO TAV! ASSEMBLEA CITTADINA MERCOLEDI'14 ALLE 21.30, PER DECIDERE FORME E MODALITA' DELLA MOBILITAZIONE DI SABATO 17 A TORINO.

MERCOLEDI' 14 DICEMBRE 2005

ASSEMBLEA CITTADINA A MILANO

Dopo il violento sgombero poliziesco del presidio contro il cantiere TAV avvenuto lunedì notte e dopo le successive mobilitazioni e scioperi spontanei in tutte le valli del Torinese e in molte città italiane che hanno visto coinvolti studenti e lavoratori, oggi centomila persone determinate, provenienti da tutta Italia, hanno riconquistato il sito di Venaus.

A nulla sono serviti i mezzi violenti e intimidatori delle forze dell'ordine che miravano a isolare e criminalizzare la lotta degli abitanti della Val di Susa contro la devastazione ambientale e l'inquinamento (uranio, amianto) di un'opera che serve solo a soddisfare gli interessi dei padroni e delle banche legati all'attuale compagine governativa.

La grande mobilitazione di oggi dimostra che l'unità e la determinazione di chi lotta sono l'unica via possibile e perseguibile per costruire un movimento che sia in grado di opporsi agli attacchi ai diritti sociali, al lavoro, alla casa, alla salute, alla cultura e al territorio. E soprattutto dimostra che la lotta paga.

In preparazione del corteo nazionale a Torino di sabato 17 dicembre lanciamo un'assemblea cittadina da tenersi mercoledì ore 21,30 presso il Csa Vittoria per decidere le forme e le modalità della mobilitazione.

La Lotta paga!!!

Prime adesioni: Csa Vittoria, Conf.Cobas, R.A.S.H. Milano, Slai Cobas Milano.

Aspettiamo nuove adesioni.

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Esiste solamente una montagna di denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assas
by Camillo COPPOLA Friday, Dec. 09, 2005 at 10:24 AM mail: camillo.coppola@tin.it

Esiste solamente una montagna di denaro senza fine sulla quale gettarsi con
voracità assassina ed una montagna di roccia da sventrare al più presto per
garantire la sopravvivenza del bengodi.

Girato da Camillo COPPOLA,militante SLAI COBAS di Pomigliano d'Arco(Napoli),
uno della tenda dei licenziati della ex fabbrica accumulatori EXIDE
Casalnuovo di Napoli.

da: http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1112
----- Original Message -----
From: SocialPress <info@socialpress.it>
To: <camillo.coppola@tin.it>
Sent: Thursday, December 08, 2005 8:31 PM
Subject: Articolo inviato a camillo.coppola@tin.it tramite
Socialpress.it:Incubo Tav

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Marco Cedolin

La storia che voglio raccontarvi parla di grandi capitali e di piccoli
uomini, di treni che correranno vuoti a 300 km/h dentro a gallerie scavate
nell'uranio, di società private costituite con il denaro pubblico, piramidi
di Cheope fatte di smarino e grattacieli di fibre d'amianto, di cittadini
che difendono i propri diritti additati come canaglie e di canaglie senza
scrupoli che si fingevano persone attente all'ambiente e ai diritti dei
propri cittadini, di sindaci bastonati dalla polizia in una Valle decisa a
resistere all'ennesimo stupro del proprio territorio, di come un grande
investimento non produrrà altro che impoverimento, di quando le parole
degli esperti vengono trasformate in sussurri ed il biascicare incompetente
dei politici assurge a realtà incontrovertibile.

La storia inizia il 7 agosto 1991 con la nascita di Tav spa, la società a
capitale misto pubblico e privato deputata a costruire in Italia quasi 900
km di linee ferroviarie per i treni ad alta velocità. In realtà dopo il
disastroso risultato economico del tunnel sotto la Manica non si riscontrava
assolutamente traccia di privati disposti a rischiare il proprio capitale
nella costruzione di grandi infrastrutture e quello di presentare Tav spa
come una società a capitale misto era un mero artificio volto a far si che
l'Italia potesse rispettare i parametri di Maastricht che imponevano il
rapporto deficit-pil al 3%. Lo Stato garantì il finanziamento del 40% in
conto capitale, mentre finanziò il restante 60% (quello di appannaggio dei
privati) attraverso prestiti bancari, accollandosi gli interessi degli
stessi fino al completamento dell'opera. Il 10 marzo 1998 le Ferrovie di
Stato che detenevano la maggioranza del capitale pubblico acquisirono il
100% di Tav spa e dal primo gennaio del 2003, ormai nell'ambito della "legge
obiettivo" Tav spa è entrata nell'orbita di Infrastrutture spa, il cui
azionista unico è la Cassa Depositi e Prestiti. Tutto questo gioco di
scatole cinesi, nato una quindicina di anni fa dalla fervida fantasia
dell'allora ministro del Bilancio Cirino Pomicino e perfezionato poi dal
governo Berlusconi sotto il nome di "project financing" ha come unico scopo
quello di permettere allo Stato di contrarre enormi debiti, senza però
doverli iscrivere nel proprio Bilancio, evitando così che essi incidano nei
parametri del Patto Europeo di stabilità. I privati esistono veramente ma
rivestono il ruolo di General Contractor grazie al perfezionamento di
un'altra "intuizione" del buon Cirino Pomicino. Fiat IRI ed ENI (i General
Contractor) sono concessionari con l'esclusione della gestione, hanno cioè
tutti i poteri del committente pubblico nella gestione dei subappalti, nella
direzione dei lavori, negli espropri, ma non hanno poi la gestione diretta
dell'opera, (caso unico in Europa) per cui il loro solo interesse, essendo
disancorati dalla successiva gestione, sarà quello di fare durare i lavori
il più a lungo possibile al fine di fare levitare al massimo la spesa.
Inoltre il General Contractor a differenza del concessionario tradizionale
di lavori o servizi pubblici potrà affidare i lavori a chi vuole anche con
trattativa privata ed essendo un privato non sarà mai perseguibile per
corruzione, in quanto eventuali tangenti potranno essere giustificate sotto
forma di "provvigioni". Un'architettura senza dubbio ingegnosa attraverso la
quale si trasferisce tutto il rischio d'impresa dal privato allo Stato che
alla fine dei lavori sarà però costretto a restituire i prestiti delle
banche, aprendo così una voragine senza fondo nella quale precipiterà
giocoforza la nostra già fragile economia. La conseguenza di tutto ciò è che
il progetto dell'Alta Velocità, presentato nel 1991 con un costo previsto di
26.180 miliardi di lire, rischierà invece di costare, una volta terminato in
un lontano futuro, circa 80 miliardi di euro e gli italiani ne pagheranno i
debiti fino al 2040 ad un ritmo di 2 miliardi e 300 milioni di euro l'anno.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare concernenti questi 14 anni nei
quali il progetto Alta Velocità ha preso forma e mosso i suoi primi passi,
anni nei quali la zona del Mugello è stata devastata dalle gallerie con
conseguenze idrogeologiche irreversibili, anni nei quali personaggi legati a
doppio filo alla politica e all'imprenditoria come Necci Lorenzo, Pacini
Battaglia, Icalza Ercole e molti altri si sono spartiti tangenti
miliardarie, sono stati indagati, hanno corrotto giudici, vinto e perso
processi, il tutto continuando a mantenere sempre posizioni preminenti
all'interno delle istituzioni. Anni di grossi guadagni per chi come
l'attuale ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, attraverso la
Roksoil azienda di famiglia si è aggiudicato un numero infinito di opere e
consulenze o chi come Romano Prodi fondò la Nomisma, società bolognese
indagata nel 1992 nell'ambito di una consulenza miliardaria sull'Alta
Velocità, le cui conclusioni a fronte di un'analisi quanto mai approfondita
e retribuita si manifestavano nell'enunciato che "la velocità fa risparmiare
tempo". Anni nei quali 13.779 lavoratori impegnati nel progetto Tav hanno
lavorato a ciclo continuo con turni che potevano impegnarli anche per 48 ore
di seguito, in gallerie dove l'aria era inquinata, la luce poca ed i rischi
molti, come molti sono stati fra loro gli operai deceduti in incidenti sul
lavoro. Basti pensare che nei soli primi 6 mesi di lavori sulla tratta
Torino - Novara si sono annoverati 350 infortuni dei quali 2 mortali.
Ma la storia che voglio raccontarvi è una storia ad Alta Velocità, dove non
esiste tempo per soffermarsi a riflettere, valutare i giudizi degli esperti,
confrontarsi con le istituzioni locali. Esiste solamente una montagna di
denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assassina ed una
montagna di roccia da sventrare al più presto per garantire la sopravvivenza
del bengodi. Il progetto per la costruzione della Linea ferroviaria Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si è evidenziato fin da subito come
il più scellerato ed economicamente dispendioso dell'intero programma Tav e
la nostra storia vuole entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto
decine di migliaia di persone ad osteggiarlo con veemenza fin dalla sua
nascita.
L'intenzione dei progettisti è quella di costruire un tracciato che
partendo da Settimo Torinese (periferia nord est di Torino) attraversi buona
parte della Valle di Susa per poi sbucare in Francia attraverso un tunnel di
52 km sotto il massiccio dell'Ambin. Tale tracciato accreditato come parte
integrante di un fantomatico "Corridoio 5 Lisbona - Kiev" viene definito
indispensabile ed irrinunciabile dalla maggior parte degli uomini politici
di ogni razza e colore, nonché dalla Confindustria e da tutti i poteri forti
che attendono di spartirsi le enormi somme di denaro garantite dall'opera
per almeno i prossimi 15 anni. Le ragioni addotte per suffragare la
necessità assoluta del progetto si sono sempre limitate a demagogiche
affermazioni secondo le quali la Torino - Lione sarebbe indispensabile al
rilancio del Piemonte che senza di essa resterebbe isolato dall'Europa,
oppure a proclami privi di fondamento secondo i quali l'opera risulta
indispensabile per l'innovazione del sistema dei trasporti italiano e
garantirà un enorme ritorno sia dal punto di vista economico che da quello
occupazionale. E' stata anche ventilata, in realtà senza troppa convinzione,
la necessità di garantire attraverso l'opera la gestione del supposto futuro
incremento dei flussi passeggeri e commerciali, nonché ipotizzato un futuro
trasferimento alla rotaia del traffico su gomma tramite le navette in grado
di trasportare i Tir, con conseguenze positive in termini d'inquinamento
ambientale.
Quando le commissioni tecniche, scientifiche e gli esperti hanno iniziato
nel corso degli anni ad analizzare il progetto nelle sue varie sfaccettature
è però emersa una realtà in profonda distonia con le roboanti dichiarazioni
della folta schiera di politici, pennivendoli e mestieranti vari che si sono
prodigati e si prodigano nel tentativo di dare alla Torino - Lione una
patente di "opera necessaria" che non ha assolutamente ragione di esistere.
Quella di un Piemonte isolato dal resto d'Europa è un'affermazione talmente
assurda da meritare di albergare solo nella fantasia di una mente malata.
Lungo la sola la Valle di Susa passano infatti attualmente circa il 35%
delle merci che valicano le Alpi, troppe veramente per una regione in stato
d'isolamento. La Valle di Susa è una valle alpina larga in media solamente
1,5 km con abbondanza d'insediamenti abitativi ed industriali. Attraverso di
essa già oggi passano un'autostrada, due strade statali, una linea
ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario, un fiume, molteplici strade
provinciali, acquedotti, condutture del gas, linee elettriche aeree ed
interrate. Dovrebbe essere evidente per chiunque come una realtà naturale
già così fortemente violentata non sia assolutamente in grado di sostenere
il peso di nuove pesanti infrastrutture, se non al prezzo di conseguenze
disastrose sia per il territorio che per la qualità di vita di coloro che lo
abitano. La costruzione della Torino - Lione comporterà nella sola parte
italiana l'estrazione dalle gallerie di 16 milioni di metri cubi di smarino
(almeno 6 volte il volume della piramide di Cheope) per i quali occorreranno
2.500.000 passaggi di camion solo per stoccare nelle varie discariche i
materiali di risulta. I recenti studi d'ingegneria dei trasporti affermano
che quando tra una quindicina di anni l'opera sarà terminata solo l'1%
dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. La
contropartita di questo deludente risultato sarà
pagata in maniera salatissima dai cittadini della Valle e della cintura di
Torino, in quanto si calcola che durante questi 15 anni almeno 500 camion
circoleranno giorno e notte per il trasporto dei materiali di scavo dai
tunnel ai luoghi di stoccaggio, con il conseguente aumento d'inquinanti,
polveri e rumore. Oltre ai grossi rischi di natura idrogeologica
focalizzati nella bassa valle, ad elevato rischio alluvionale, le cui
conseguenze potrebbero ripercuotersi in maniera drammatica anche sulla città
di Torino, gli studi hanno messo in evidenza due punti di estrema criticità
del progetto Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione.
Il primo riguarda la galleria di 23 km Musinè/Gravio che dovrebbe
attraversare un terreno caratterizzato da rocce ricche di amianto. Secondo
le analisi commissionate dalla Rete Ferroviaria Italiana ai geologi
dell'Università di Siena il volume previsto di materiale estratto contenente
amianto dovrebbe essere di almeno 1.150.000 metri cubi. Non risulta sia
stato previsto alcun piano di sicurezza volto ad impedire la dispersione
delle fibre d'amianto durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio. La
metà del materiale estratto contenente amianto (paragonabile per volume ad
un grattacielo alto 400 metri) è previsto sia stoccata in un sito a cielo
aperto nei pressi del comune di Almese, senza nessuna protezione e
giocoforza esposto ai forti venti di fhon che spesso soffiano nella valle
(mediamente per 40 giorni all'anno) in direzione Torino. In un dossier
curato dal dottor Edoardo Gays, oncologo dell'ospedale San Luigi di
Orbassano viene sottolineato come l'amianto, riguardo al quale non esiste
per l'uomo una soglia minima di tollerabilità, causa oltre ad altre
affezioni il mesotelioma pleurico, un tumore maligno che si manifesta anche
dopo 15, 20 anni dall'inalazione delle particelle, esso porta al decesso in
media entro 9 mesi dal momento della diagnosi ed ha un tasso di mortalità
nell'ordine del 100%. Sempre il dottor Gays nel suo studio esprime grossa
preoccupazione per le conseguenze degli scavi e dello stoccaggio dei
materiali contenenti amianto sulla salute dei cittadini ed afferma che alla
luce di queste condizioni le morti per mesotelioma rischieranno di aumentare
di oltre 100 volte su scala regionale.

Il secondo punto critico è costituito dal tunnel di 52 km che dovrà correre
sotto il massiccio dell'Ambin, preceduto da una galleria di prospezione
lunga oltre 7 km e del diametro di 6 metri. All'interno del massiccio
dell'Ambin sono infatti presenti numerosi giacimenti di uranio, come
documentato dal CNR fin dal 1965. Per maggior precisione il materiale
presente è pechblenda, una forma particolarmente radioattiva. Una parte
dello smarino estratto sarà perciò con tutta probabilità carica di
radioattività ed estremamente pericolosa sia in fase di scavo che di
stoccaggio. L'uranio si disperde nell'aria e può essere inalato, inoltre
contamina le falde acquifere e va ad inquinare i corsi d'acqua che possono
essere utilizzati per l'irrigazione. L'uranio se inalato o ingerito provoca
contaminazione interna e può essere causa di linfomi e leucemie. Occorre
anche sottolineare che la distribuzione delle falde acquifere all'interno
del massiccio dell'Ambin è estremamente complessa e le conseguenze degli
scavi rischiano di compromettere gravemente il sistema idrografico
dell'area, come già avvenuto nel corso degli scavi delle gallerie per la
linea Alta Velocità Firenze - Bologna nella zona del Mugello.
Se alla luce delle analisi fin qui esposte il progetto della linea
ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si dimostra in
maniera incontrovertibile un'opera altamente pericolosa per la salute e
l'incolumità dei cittadini, non solo della Valle di Susa ma anche della
cintura torinese e del capoluogo stesso, anche gli studi inerenti
all'utilità ed al ritorno economico del tracciato mostrano imbarazzanti
incongruenze nel merito delle quali non si può evitare di entrare. I
traffici di lunga distanza sull'asse Lisbona - Kiev, che motiverebbero il
concetto di "Corridoio 5" sono ad oggi irrilevanti. Il traffico passeggeri
di lunga distanza si muove e si muoverà in aereo, poiché risulta ampiamente
dimostrato come le ferrovie ad Alta Velocità non siano assolutamente
competitive nelle distanze superiori ai 500 km. I traffici merci di lunga
distanza sono estremamente esigui, la velocità non è un requisito
fondamentale (basta osservare il successo delle ferrovie statunitensi con
velocità commerciali nell'ordine dei 30 km/h.) anzi contribuisce ad
aumentare i costi a dismisura, favorendo sull'asse in oggetto l'alternativa
marittima.
L'attuale linea ferroviaria Torino - Modane è oggi utilizzata solamente al
38% della sua capacità. Le navette predisposte per il caricamento dei Tir
sono state usate solo durante il breve periodo di chiusura del Frejus,
altrimenti partono ogni giorno vuote. Gli unici due treni giornalieri del
collegamento ferroviario diretto Torino - Lione sono stati soppressi per
mancanza di passeggeri. Una scarsità di traffico davvero disarmante per una
direttrice così importante da giustificare l'investimento di 21 miliardi di
euro (la metà dei quali di competenza italiana) al fine di dotarla di una
linea ad Alta Velocità.
Negli anni passati, quando ancora la pesante crisi economica europea non si
era manifestata in tutta la sua interezza, il governo aveva affidato ad una
società molto quotata, la Setec Economie il compito di valutare i benefici
dell'opera. Tale società aveva analizzato i volumi tendenziali di traffico
per gli anni a venire, stimando con un ottimismo che alla luce della
contrazione odierna del mercato non può che far sorridere, un volume di
traffico che avrebbe dovuto attestarsi nel 2015 intorno ai 174 treni/giorno.
La linea esistente, una volta effettuati gli interventi di potenziamento
previsti, molti dei quali già in corso dovrebbe consentire già nel 2008 una
capacità di circa 220 treni/giorno, un valore ampiamente compatibile con
qualsiasi ottimistica previsione.
Alla luce di questi dati si stenta veramente a comprendere, se non
nell'ottica della spartizione mafiosa dei finanziamenti pubblici, per quale
arcana ragione anziché perseguire lo sfruttamento della linea attuale
ottimizzandone le potenzialità, s'intenda invece portare a termine un
progetto totalmente inutile come quello della linea ferroviaria Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione, finalizzata ad una capacità di
trasporto superiore di oltre 5 volte agli attuali livelli di traffico,
oltretutto alla luce del fatto che detti livelli anziché in crescita
esponenziale come si prevedeva nel passato sono scesi del 9% solamente
nell'ultimo anno. Appare inoltre lapalissiano come il costo esorbitante di
un'opera di queste dimensioni, stimato in circa 11 miliardi di euro per la
sola competenza italiana e passibile (come l'esperienza ci insegna) di
ulteriori notevoli incrementi durante i 15 anni di lavori, non potrà
assolutamente essere ammortizzato attraverso i ricavi derivanti da un
traffico composto da elementi di sola fantasia. Tale costo ricadrà per forza
di cose sulle spalle di tutta la collettività con effetti a dir poco
disastrosi.
La storia che ho voluto raccontarvi si è ormai trasformata in pura cronaca
di attualità, una cronaca che vede riproporsi la biblica lotta di Davide
contro Golia.
Da un lato i cittadini della Valle di Susa e tutti gli abitanti dell'area
torinese che hanno avuto la sensibilità e la capacità di riuscire a
comprendere i termini del problema pur attraverso la disinformazione messa
in atto dai grandi media asserviti alle ragioni della politica. Insieme a
loro i sindaci dei comuni della Valle, alcuni studiosi, medici ed esperti
che si manifestano quali spiriti liberi non aggiogati al carro dei potenti,
nonché esigue frange della politica appartenenti ai Verdi ed a Rifondazione
Comunista.
Dall'altro le arroganti falangi del potere, i ministri del governo insieme
agli onorevoli dell'opposizione, fino ad arrivare al Presidente della
Regione Piemonte Mercedes Bresso (donna che per l'occasione è giunta al
punto di abiurare ogni parola esperita in tanti anni di militanza
ambientalista) ed al sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Tutti uniti,
coesi, forti di quella protervia che deriva loro dalla consapevolezza di
poter gestire l'opinione pubblica attraverso le televisioni, i giornali e
gli esperti compiacenti, convinti di potere reprimere ogni forma di protesta
con la furia belluina della polizia e la militarizzazione del territorio.
Il primo scontro si è già svolto il 31 ottobre, quando il potere ha usato i
manganelli della polizia per bastonare i tanti, tantissimi cittadini, nonché
alcuni sindaci che si erano inerpicati sulla montagna sopra Monpantero nel
tentativo d'impedire la conquista del primo lembo della loro terra, sul
quale sarebbe stata installata la prima trivella a sancire di fatto l'inizio
dell'opera. Il lembo di terra è stato conquistato solo con l'ausilio
dell'inganno, in maniera probabilmente illegale ed è ora presidiato dalla
polizia. Le trivelle non hanno ancora potuto mettersi in moto ma la
Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso ed il sindaco di Torino
Sergio Chiamparino si sono già espressi con durezza, affermando che la
ferrovia Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si farà in ogni caso,
poiché si tratta di un progetto irrinunciabile e nessun tipo di protesta
riuscirà ad impedirne la realizzazione. In risposta al rifiuto di ogni
dialogo che non passi attraverso l'uso dei manganelli da parte delle
istituzioni, il 16 novembre tutta la Valle di Susa si è fermata, unita in
uno sciopero generale contro l'ennesima violenza perpetrata nei confronti
del territorio e dei suoi abitanti. Almeno 80.000 persone di tutte le età e
di tutti i ceti sociali hanno ribadito pacificamente ma con estrema fermezza
il proprio no alle trivellazioni e alla militarizzazione della loro terra.
La storia ovviamente non finisce qui e come tutte le storie potrà riservare
infinite sorprese anche a coloro che si sentono onnipotenti quando tengono
in mano il bastone del potere. I contestatori NO TAV della Valle di Susa
potrebbero un giorno di questi apparire al resto d'Italia nella loro veste
reale, non uno sparuto gruppo di estremisti ecologisti, no global, luddisti,
nemici del progresso, bensì semplicemente tanti cittadini coraggiosi
disposti a mettersi in gioco e lottare per difendere i loro diritti, la
propria salute e la propria terra. Quel giorno potrebbero diventare
tantissimi e poi ancora di più, così tanti da uscire dall'invisibilità nella
quale si è cercato per lungo tempo di nasconderli, troppi perché i
poliziotti possano bastonarli tutti, ed allora forse inizierà una storia
diversa che parlerà di treni costruiti per essere utili alla qualità di vita
dell'uomo e non di uomini sacrificati nel nome dei treni e della velocità.

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potenza con la val susa
by b*c Friday, Dec. 09, 2005 at 11:18 AM mail: gcpotenza@libero.it

Basta con le violenze del governo in Val di Susa!

Nella notte migliaia di agenti in tenuta antisommossa hanno attaccato e distrutto il presidio a cui avevano dato vita nei mesi scorsi i cittadini della Val di Susa.
Picchiate e arrestate centinaia di persone, strappate le fasce tricolore a vari sindaci e anch’essi malmenati.

Continua la violenza inaudita del governo delle destre iniziata a Genova 2001.

Il ministro Pisanu deve rispondere in Parlamento e al paese dei gravissimi abusi operati in Val di Susa.

L’alta velocità in Val di Susa è un’opera che serve solo agli affaristi che la vogliono realizzare, a partire dal ministro Lunari.

Chiediamo la smilitarizzazione della Valle (ci sono oltre duemila agenti in assetto antisommossa).

Chiediamo la sospensione del progetto, e l’apertura di un tavolo di discussione per permettere la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il loro territorio.

Mobilitiamoci!

>>>partecipiamo al presidio che si terra venerdì 9 dicembre a Potenza, in piazza prefettura dalle ore 17.00

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Foto Manifestazione 8 dicembre
by Domenico Schietti Friday, Dec. 09, 2005 at 12:23 PM mail:

I grandi media insistono sugli scontri e feriti con foto che tendono a a mostrare un aspetto marginale della manifestazione pacifica, nonviolenta, democratica ed allegra che si è svolta ieri in valle: a questo link un bel servizio fotografico di 90 foto sulla manifestazione di ieri ed anche dei giorni precedenti: http://notav1.altervista.org/

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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inchiesta di diario
by redbeppeulisse Friday, Dec. 09, 2005 at 2:46 PM mail: useppescano@virgilio.it

http://www.diario.it/index.php?page=cn05120202
http://www.diario.it/index.php?page=cn05120201
più altre news che trovate sul sito

nel mio blog scusate lo spqam trovate il testo dela canzone questa democrazia di http://cdv.splinder.com/post/6505726

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redbeppeulisse
by redbeppeulise Friday, Dec. 09, 2005 at 3:05 PM mail: useppesscano@virgilio.it

ops la canzone è Mario Pogliotti

la newsletters di Ecumenici
Leonhard Ragaz per le foto vedere http://ecumenici.altervista.org/html/

Manganelli della polizia in Val di Susa
la newsletter Ecumenici esprime ai propri lettori e lettrici della Valle di Susa la piena e incondizionata solidarietà di fronte agli abusi di potere attuati dalle violenze del regime, con sospette adesioni e silenzi perfino in ambienti politici del centro sinistra.
Resistete con dignità. Preghiamo per voi.Note di pace: segni profetici in musica
Una sera piena di neve nelle strade di Milano: chi scrive era rimasto in mattinata bloccato a casa, da strade assolutamente impietose. Ma all’interno della Chiesa cristiana protestante si respirava sabato 3 dicembre un’aria di primavera. Giovani e giovanissimi ebrei, cristiani e islamici si sono incontrati con la musica.
Musiche tradizionali piene di gioia, dedicate all’incontro con le fanciulle, alla festa del villaggio ma anche altre sonorità più rock. A metà concerto sono emersi poi i pensieri di questi bravi musicisti, con le domande dirette rivolte dal pubblico che partecipava all’evento. Hanno parlato di se stessi. Delle loro famiglie. Delle loro attese.
E’ emerso che coi genitori dei partecipanti vi è stata un’iniziale valutazione critica sull’opportunità di partecipare o meno al progetto “note di pace” promosso dalla Chiesa luterana e organizzato dal mensile “Confronti”: pare che alla fine abbiano comunque prevalso le istanze di incontro in musica dei giovani.
“L’altro” è stato visto finalmente come un possibile partner di dialogo e d’amicizia e non un nemico. Non è poco in una situazione di conflittualità permanente. Di incomprensioni. Di ingiustizie quotidiane.
Parliamo infatti anche di giovani palestinesi che vivono in uno spazio di libertà territoriale in un raggio di circa 3 Km e che sono costretti a superare continui ceck-points, con motivazioni che spesso non possono riguardare la sfera delle libertà individuali di movimento e di libertà. Un intero popolo viene trattato come terrorista: un errore politico e storico, con pesanti implicanze nel campo della violazione dei diritti umani fondamentali.
Abbiamo applaudito il loro impegno e bravura, seguito col battito delle mani le sonorità proposte e detto grazie per la serata speciale. Tutti abbiamo infatti avvertito che di fronte ai fiumi d’inchiostro riversate sulle pagine dei giornali, le tante (troppe) reticenze a parlare in maniera chiara su diritti negali, arsenali atomici esistenti e violenza imperante, occorrono gesti concreti. Magari a partire proprio da note di pace.
Non possiamo più vivere da spettatori in un mondo in cui l’essere umano è costretto a rinunciare ad essere compassionevole, per mettersi la maschera del volto del nemico, tanto cara ai signori della guerra e del terrore nelle strade: sono rimasti un po’ sorpresi i giovani di Betlemme, in terra di Palestina, e di Israele dal calore e dalla commozione del pubblico. Non se lo aspettavano, ritengo. Di certo per una sera abbiamo udito ancora nelle nostre menti le parole del profeta Ezechiele: “Demolirò il muro che voi avete intonacato”
Mi sono ricordato anche dei miei 13 anni in cui superavamo con gli amici il muro di cinta di un appezzamento di un contadino per rubare i primi fichi della stagione. Quel 3 dicembre abbiamo proprio rubato una primizia dal succo gustoso e pieno. Ed è stato proprio un rubare, perché sappiamo bene che la realtà è più dura dei nostri desideri e delle nostre speranze. A distanza di poche ore infatti nuove violenze hanno scandito il tempo del quotidiano in Medio oriente.
Sì abbiamo abbattuto simbolicamente un muro e c’erano con noi anche giovani israeliani. Con la loro chitarra elettrica, un berretto buffo e tanta timidezza, superata da applausi scroscianti. Se le loro valigie l’indomani contenevano i doni ricevuti dalla comunità locale, la nostra coscienza si arricchiva quella sera di maggiori consapevolezze sul da farsi.
Lasciatevi per qualche istante farvi coinvolgere anche voi in una ballata musicale per dire Pace. Dei giovani hanno compiuto dei segni profetici in musica. Abbiamo ancora di che gioire!
io dossier di repuublca

http://www.repubblica.it/speciale/2005/dossier_tav/index.html?ref=hppro

Tutte le notizie sul progetto
La mappa del tunnel
Le ragioni del fronte del “no”

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Video No tav
by Luigi Saturday, Dec. 10, 2005 at 12:36 AM mail: luigi@onedrop.it

Ciao!!! Ho inserito un video sulla marcia susa venaus!!! Scaricatelo e diffondetelo perché non dobbiamo farci fregare da tg e giornali!!!!

http://www.onedrop.it

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Grande video
by saigon Saturday, Dec. 10, 2005 at 8:33 AM mail:

Bravo e grazie, Luigi, un video bellissimo, da diffondere !

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TAV
by osservatorio sulla legalità Saturday, Dec. 10, 2005 at 9:16 AM mail:

TAV/Val di Susa: un'opportunità per il Paese o solo per pochi?






Il motivo per cui mi sono decisa ad approfondire la questione “TAV/Val di Susa”, è che, al di là dei fatti ampiamente divulgati dai media, mancava una risposta ad un problema di fondo: “perché una popolazione riservata e civile come quella piemontese reagisse in modo unanime e fermo contro questo intervento?”; tutti ricorderanno infatti che le proteste sono nate come iniziative spontanee, alle quali ha aderito in massa la popolazione locale, formata da uomini e donne di ogni età, privati cittadini, sindaci ed istituzioni di tutti i paesi della Valle (indipendentemente dal partito politico di appartenenza).







Personalmente ho il dubbio che la tratta non sia una grande opportunità per il Paese, ed aggiungo: al di là di qualsiasi tentativo di strumentalizzazione o di disinformazione (problema quest’ultimo che con rammarico ho riscontrato più volte da parte dei media), chi protesta lo fa per fini politici o solamente per tutelare la propria vita, nonché quella dei propri cari?







Non intendo innescare alcuna polemica, ma fare in modo che si legga prima di trarre qualsiasi giudizio.







Indice



1. Necessità della tratta Torino – Lione e coerenza con il carattere di importanza nazionale:



2. Impatto ambientale: ad oggi non sono stati sciolti i legittimi dubbi espressi al problema



3. Aspetti finanziari



4. Trasparenza dell’iniziativa



5. Media e Tav







1. Necessità della tratta Torino – Lione e coerenza con il carattere di importanza nazionale:







1.1. La linea in costruzione è esclusivamente merci:



“Potranno invece utilizzare la nuova Gronda i soli treni merci da /per Novara-Milano oltre eventualmente a quelli instradabili verso Alessandria e Genova, via Mortara-Valenza … I treni passeggeri a lunga percorrenza sulla direttrice Parigi/Lione - Milano e viceversa, per non saltare Torino, dovranno utilizzare la linea storica tra Settimo e Bussoleno-Bruzolo, non percorreranno e quindi non trarranno il minimo beneficio dalla realizzazione della nuova opera ” *.







* Osservazioni tecniche al progetto preliminare e relativo SIA delle variazioni/integrazioni richieste dalla Regione Piemonte con DGR n. 68-10051 del 21/07/2003 al Progetto preliminare relativo al nodo urbano di Torino, potenziamento della tratta Bussoleno-Torino e cintura merci, già pubblicato il 10/03/03, depositato in data 10/12/03 ai sensi della L. 349/86 (Comitato Istituzionale di Valle e della Conferenza dei Sindaci)







1.2. Il tratto montano (da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità: la conformazione del terreno montano non la rende possibile.







1.3. La tratta sarebbe parte fondamentale del cosiddetto “corridoio 5” (tratta Lisbona - Kiev) ma “il corridoio 5” da Trieste verso est l'opera non esiste in quanto è bloccata.







2. Impatto ambientale: ad oggi non sono stati sciolti i legittimi dubbi espressi al problema







2.1. Presenza amianto ed assenza di un piano di messa in sicurezza dell'amianto estratto, salvo uno stoccaggio in valle a cielo aperto.







“La prevista realizzazione, nel tratto considerato, di oltre 23 Km. di gallerie comporta la produzione di rilevanti quantità di materiali di scavo da estrarre prima, movimentare poi e infine stoccare.







Una cospicua parte di detto smarino, consistente in oltre un milione di metri cubi è costituita da roccia amiantifera, contenendo a vario titolo forme diverse di amianto (Crisotilo, Tremolite, Serpentinite), come confermato dai Geologi dell'Università degli Studi di Siena in una relazione commissionata proprio da RFI (Rete Ferrovia Italia).







Ciò è coerente con l'appartenenza delle zone interessate dal TAC al Massiccio Ultrabasico di Lanzo che comprende la vicina (17 Km dal tracciato ferroviario) cava di amianto di Balangero la più grande miniera di amianto bianco d'Europa.







La possibilità che si verifichino condizioni di rischio sanitario è assolutamente rilevante per quanto riguarda le attività di scavo e di movimento terra; ciò con tutti i problemi di tutela della salute dei lavoratori addetti a tali compiti.







Analoghe preoccupazioni riguardano però anche le popolazioni della Valle di Susa, a causa della dispersione di fibre di amianto nell'aria di una valle molto ventosa con venti prevalenti occidentali che spirano verso Rivoli con velocità che può sfiorare i 40 Km/ora.







In particolare vivissime preoccupazioni sono legate allo stoccaggio di 500.000 metri cubi di materiale di risulta degli scavi delle zone amiantifere nell'area individuata sul territorio di Almese in zone agricole alla confluenza del Rio Morsino e del torrente Messa, affluenti di sinistra della Dora Riparia.







Non risulta prevista la realizzazione di opere idonee ad evitare l'infiltrazione dei torrenti succitati ora utilizzati a scopo irriguo a valle di detto stoccaggio, mentre la dispersione nell'aria sarà massima con un deposito dei materiali a cielo aperto.







La valle presenta continui e importanti spostamenti di masse d'aria con solo rari momenti di calma di vento quantificati in meno di tre ore al giorno (cioè con velocità del vento inferiore ad un nodo);



In tali condizioni di ventosità, si può calcolare che la popolazione esposta sarà di oltre 200.000 persone con una corrispondente moltiplicazione di rischio.







Il regime anemologico della bassa Valle di Susa è caratterizzato da una spiccata prevalenza dei venti occidentali (diretti verso Torino) e da un vivace regime dì brezza termica giornaliera con flusso da est diretto verso l'interno della valle.







Ad Avigliana, al centro della valle presso l'alveo della Dora Riparia e quindi in zona assai prossima alla finestra di scavo di Rivera, circa il 66% delle misure anemometriche mostrano provenienza dai settori occidentali che sposterebbero il carico di particelle in sospensione verso le zone densamente popolate della prima cintura torinese (Pianezza, Collegno, Rivoli).







In particolare durante i frequenti episodi di fohn, le raffiche da Ovest possono raggiungere i 100 km/h e sollevare ingenti quantità di polveri, complice anche l'associata secchezza dell'aria che giunge durante tali episodi a valori di umidità relativa prossimi al 10-20%.







Circa il 26% delle osservazioni consta invece di provenienze dai settori orientali, legate soprattutto all'attivazione della brezza termica giornaliera (brezza di valle). In tale contesto le polveri verrebbero trasportate dal fondovalle verso i pendii più assolati (in particolare in sinistra idrografica), raggiungendo zone residenziali anche a quota superiore alle installazioni di cantiere. Una parte del flusso sarebbe invece canalizzato nella valle principale raggiungendo i centri abitati di fondovalle posti a monte dei cantieri e delle zone di mobilizzazione dei materiali lapidei.







Si ricorda che l'esposizione all'amianto anche a livelli minimi e non legato ad attività lavorativa, correla con gravi patologie, tra cui il Mesotelioma, malattia tumorale maligna che dopo un periodo di latenza anche di 15-20 anni, comporta una prognosi infausta in tempi assai brevi: dal momento della diagnosi di mesotelioma al decesso del paziente il tempo che intercorre è di 275 giorni (dato statistico European Journal of Cancer febbraio 2003), quali che siano le terapie instaurate.







Si ribadisce che non esiste un livello soglia al di sotto del quale l'esposizione all'amianto non comporta rischio per la salute.







Una nuova grande esposizione ambientale potrebbe comportare un aumento di casi di mesotelioma sino a oltre 500 casi ogni 200.000 abitanti, ogni anno per molti anni.







Si espongono queste valutazioni come contributo alla conoscenza del problema di impatto ambientale legato in fase di progettazione e al relativo rischio di amianto”*.







* Osservazioni tecniche al progetto preliminare e relativo SIA delle variazioni/integrazioni richieste dalla Regione Piemonte con DGR n. 68-10051 del 21/07/2003 al Progetto preliminare relativo al nodo urbano di Torino, potenziamento della tratta Bussoleno-Torino e cintura merci, già pubblicato il 10/03/03, depositato in data 10/12/03 ai sensi della L. 349/86 (Comitato Istituzionale di Valle e della Conferenza dei Sindaci)







“Per la realizzazione delle gallerie previste per oltre 23 chilometri, il volume dei materiali contenenti amianto da scavare prima, movimentare poi e infine stoccare è stato stimato in oltre un milione di metri cubi (1.151.000 ), volumi peraltro passibili di aumenti anche significativi … preoccupazioni riguardano però anche le popolazioni della bassa Val di Susa, a causa della dispersione di fibre di amianto nell’aria, nei terreni e nelle acque del territorio.







In particolare vivissime perplessità sono legate allo stoccaggio di 500.000 metri cubi di materiale di risulta degli scavi nelle rocce amiantifere, nella area individuata sul territorio di Almese presso la confluenza dei torrenti Messa e Morsino, affluenti di sinistra della Dora Riparia.







Non risulta prevista la realizzazione di opere idonee a evitare l’infiltrazione delle falde acquifere sotterranee, dei torrenti succitati, ora utilizzati per il sistema delle acque potabili, e anche a scopo irriguo a valle di detta area di stoccaggio; inoltre la dispersione nell’aria sarà massiva con un deposito dei materiali a cielo aperto, similmente ala cava di Balangero.







Con il rischio aggiuntivo che la dispersione aerea delle fibre di amianto sarà facilitata dai venti che comportano importanti spostamenti di masse d’aria in tutta la Val di Susa.







Il combinato disposto di tutte queste situazioni comporterà gravi rischi sanitari per la popolazione e corrispondenti gravi “carichi” legali per i responsabili di tale inquinamento Si ricorda che l’esposizione all’amianto, anche non legato ad attività lavorativa, correla con gravi patologie, tra cui il Mesotelioma malattia tumorale maligna a prognosi infausta in tempi assai brevi: dal momento della diagnosi di mesotelioma al decesso del paziente il tempo che intercorre è di 275 giorni (dato statistico sec. European Journal of Cancer febbraio2003), quali che siano le terapie instaurate” *.







* Brevi valutazioni mediche di impatto ambientale relative alo studio commissionato da R.F.I. per progetazione Italfer, 7 gennaio 2004 Dott. Edoardo Gays Specialista Oncologo Dirigente Medico Struttura Complessa a Direzione Universitaria Medicina Interna I Azienda Ospedaliera S. Luigi Orbassano)







“ … la capillare conoscenza del territorio ci consente ragionevolmente di non aver bisogno di attendere l’analisi geologica dei carotaggi per ricevere conferma della presenza di amianto e di materiali con significativa attività nucleare nelle montagne della Val Susa. Per questa ragione ci stupisce l’indirizzo progettuale di sviluppo dell’opera che pare non volerne tenere conto, minimizzando forse banalizzando la potenzialità dei rischi indotti, tanto a breve che a medio e lungo termine. Per questa ragione ci stupisce l’indirizzo progettuale di sviluppo dell’opera che pare non volerne tenere conto, minimizzando forse banalizzando la potenzialità dei rischi indotti, tanto a breve che a medio e lungo termine” *.







* Segreterie e coordinamento provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, 9 novembre 2005 Ai Sindaci della Valle di Susa alle Comunità Montane della Valle di Susa e, p.c. ai Presidenti di Giunta e di Consiglio della Provincia di Torino della Regione Piemonte







2.2. impatto idrogeologico







“Rilevanza enorme costituisce il problema del dissesto idrogeologico tale da rappresentare un serio pericolo per la residenzialità e la salute dei cittadini dei Comuni coinvolti.







Il progetto si inserisce in un tratto di fondovalle che presenta il tipico profilo ad U con andamento pressoché pianeggiante e insiste quasi totalmente su terreni alluvionali. Su tale area esistono evidenti problemi di esondabilità, in primo luogo causati dal fiume Dora Riparia e poi per le interferenze col reticolo idrografico minore, tutt'altro che trascurabile.







La Dora Riparia è un corso d'acqua caratterizzato da valori di portata piena modesti, se raffrontati all'estensione del bacino idrografico sotteso (1220 kmq), ma da aree inondate di rilevante estensione. L'alveo della Dora è infatti modestamente inciso (eccetto che nel tratto finale dove attraversa il fronte morenico ad Alpignano-Rivoli), quindi presenta una ridotta capacità di convogliamento in condizioni di piena.







L'indagine storica mostra che il corso d'acqua è andato progressivamente perdendo l'andamento a rami multipli e le fasce boscate che lo caratterizzavano nel secolo scorso, quindi riducendo le possibilità di allagamento senza procurare danni. Ancora nel giugno del 1957, l'inondazione aveva interessato rilevanti estensioni del fondovalle che, oggi, essendo più o meno densamente urbanizzate, devono essere protette dagli allagamenti, pertanto occorre evitare, nelle aree oggi libere, ogni ulteriore riduzione degli spazi potenzialmente utilizzabili per l'invaso delle acque di piena.







Nel tratto di fondovalle il territorio è quindi caratterizzato da un elevato rischio idrogeologico per la presenza contemporanea di vincoli ambientali e territoriali, di rischio idrogeologico dal punto di vista morfologico-idraulico e di zone di interesse a protezione naturalistica.







Tale parte di territorio è infatti caratterizzato da un'estrema peculiarità e fragilità sia per la natura idrogeologica, sia per il carico antropico sviluppatosi negli ultimi decenni (in particolare per il numero e la natura delle infrastrutture esistenti). In estrema sintesi le antropizzazioni sono costituite da nuclei abitati, dalle vie di comunicazione (S.P. - SS. 25 - SS. 24 - autostrada A32 - ferrovia internazionale Torino-Modane) e dai numerosi manufatti connessi al reticolo idrografico minore.







Gli effetti evidenti legati all'azione fluvio-torrentizia sono stati rilevati nella zona in esame già nell'alluvione 2000, allorquando tutte le vie di comunicazione sono state interrotte (fatta eccezione dell'autostrada) e molti centri abitati sono stati esondati con altezze d'acqua che variavano da un minimo di 40 cm. ad un massimo di 150 cm.







C'è da osservare che già la presenza dell'autostrada Torino-Bardonecchia ha di fatto creato una sorta di sbarramento tra l'alveo inciso e gli alvei golenali e ciò ha costituito un evidente ostacolo al naturale deflusso delle acque della Dora e dei molteplici canali, bealere e rii minori esistenti in tale parte di territorio, impedendo la laminazione delle onde di piena.







In questo quadro la realizzazione di un'opera qual è quella dell'AV/AC costituisce un ulteriore elemento di turbativa di un equilibrio già di per sé fortemente precario e che richiede già allo stato attuale notevoli interventi strutturali al fine di mettere in sicurezza gli abitati e le principali infrastrutture esistenti, così come è stato previsto dall'Autorità di Bacino.



In presenza di altri elementi di intralcio alla naturale laminazione delle acque, quale sarà sicuramente l'intervento dell'AV/AC, come già anticiparono gli esperti quando si parlò dell'autostrada Torino-Bardonecchia, si accentuerà un processo che è già innescato e/o si accelererà l'evoluzione in negativo, così come è stato confermato dall'alluvione del 2000 con i suoi riflessi non solo a livello locale, ma anche a valle dei punti critici esistenti lungo il fondovalle ed in particolare a Torino.







E' opportuno ricordare che la conservazione delle aree inondabili è uno degli obiettivi dell'azione dell'Autorità di Bacino del Fiume Po, che ha approvato il Piano stralcio delle Fasce Fluviali. La riduzione delle aree inondabili determina l'aumento delle portate al colmo in caso di piena e questo effetto, nel caso della Dora Riparia avrebbe conseguenze non tollerabili in Torino, ove il corso d'acqua attraversa aree densamente popolate.



Qualsiasi altro intervento nella Valle dovrà essere pertanto subordinato alla rimozione degli elementi di rischio di cui ai sopracitati punti critici.







Con tali premesse si può affermare che, visti i caratteri geomorfologici ed idraulici che caratterizzano in generale l'area pianeggiante per il tracciato dell'AV/AC, essi portano in primo luogo a subordinare la fattibilità dello stesso ai risultati di un'accurata valutazione del sito di imposta del tracciato e della situazione locale al contorno, cui dovranno essere adeguate le soluzioni progettuali mantenendo le limitazioni ed i vincoli derivanti.







Tutto ciò contribuirebbe a limitare ulteriormente la capacità di laminazione delle acque con pericolo di incanalare l'acqua verso Torino, accentuando il rischio idraulico per la città che, notoriamente, in relazione ai suoi ponti, non sarebbe in grado di recepire portate superiori a quelle che si sono riscontrate in occasione dell'alluvione del 2000.







La descrizione della componente "rischio idraulico" rappresenta quindi una sintesi di quanto descritto finora, integrata da considerazioni specifiche su elementi critici e/o caratteristici quali:



‰ aree esondate;



‰ tracciato alternativo.







La necessità dell'approfondimento delle soluzioni proposte discende dall'esigenza di affrontare l'insieme delle problematiche ambientali, idrogeologiche e socio-economiche del fondovalle in modo coordinato e finalizzato al conseguimento della compatibilità tra sicurezza idraulica, tutela dell'ambiente, sviluppo economico ed esigenze infrastrutturali più generali.







In data 06 febbraio 2004 si è tenuto, in Comunità Montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, un incontro tecnico che ha visto la partecipazione della Regione Piemonte (con i Tecnici di alcune Direzioni Regionali), della Provincia di Torino (pianificazione territoriale), consulenti tecnici della Provincia e della Comunità Montana, Tecnici Comunali, ITALFERR” *.







* Osservazioni tecniche al progetto preliminare e relativo SIA delle variazioni/integrazioni richieste dalla Regione Piemonte con DGR n. 68-10051 del 21/07/2003 al Progetto preliminare relativo al nodo urbano di Torino, potenziamento della tratta Bussoleno-Torino e cintura merci, già pubblicato il 10/03/03, depositato in data 10/12/03 ai sensi della L. 349/86 (Comitato Istituzionale di Valle e della Conferenza dei Sindaci)







“Lo studio del Politecnico ha già ampiamente ammesso i rischi e le possibilità di queste intercettazioni. Quello che si vorrebbe far notare è il danno che conseguirebbe ad un versante fortemente esposto a Sud e già soggetto ad una aridità naturale. Le conseguenze di un processo di steppizzazione e di desertificazione ancora più spinto priverebbero questi versanti della già scarsa copertura vegetale rendendoli più esposti agli agenti atmosferici e, a media durata, più suscettibili a creare forti portate di acque e dissesti a tutto discapito dei centri abitati del fondovalle.







Un altro aspetto delle interferenze con le acque è rappresentato dallo sviluppo di gallerie artificiali nei tratti di Settimo-Falchera Venaria e Musiné, lo studio nella prima edizione ammette questi impatti, quello che non dice sono le conseguenze di questi effetti e cioè l'innalzamento della falda con allagamenti dei locali interrati o seminterrati, ristagni di acqua nei campi dopo i temporali, e le relative conseguenze sulla circolazione e sulle pratiche agricole.







Il SIA prevede, per alcuni Comuni della Valle di Susa, il taglio delle fonti acquifere che saranno irrimediabilmente perse.







Per provare ad affrontare il tema dell'approvvigionamento idropotabile il progetto deve prevedere, nel quadro economico, il costo per la realizzazione preventiva di un acquedotto al servizio dell'intero territorio coinvolto. L'acqua è un bene primario, una delle poche risorse della montagna, e rappresenta una vera provocazione ipotizzare interventi tampone in fase di cantiere.







Oltre ai costi per l'approvvigionamento idropotabile, devono essere valutati e risolti progettualmente anche quelli del fabbisogno di acqua per scopi irrigui a sostegno di una agricoltura di qualità importante per la sua multifunzionalità. Il progetto ITALFERR è stato predisposto su una cartografia datata non consentendo una coerente e completa valutazione dei danni arrecati al territorio e, in tal senso, si sollecita di accogliere la proposta della Coldiretti per l'utilizzo di dati aggiornati. (cartografia area AGEA)” *.







* Osservazioni tecniche al progetto preliminare e relativo SIA delle variazioni/integrazioni richieste dalla Regione Piemonte con DGR n. 68-10051 del 21/07/2003 al Progetto preliminare relativo al nodo urbano di Torino, potenziamento della tratta Bussoleno-Torino e cintura merci, già pubblicato il 10/03/03, depositato in data 10/12/03 ai sensi della L. 349/86 (Comitato Istituzionale di Valle e della Conferenza dei Sindaci)







3. Aspetti finanziari







Affinché vada in attivo, sulla tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno; per questo motivo, al momento, nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese.







La tratta è costosissima, ed i fondi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l'opera sono i finanziamenti europei, ma saranno sufficienti a completare l’opera?







4. Trasparenza dell’iniziativa







Ad oggi nessuna risposta da parte del ministro Lunardi è stata data a queste due interpellanze:







4.1. “Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, conflitto di interessi



il Ministro per i rapporti con il Parlamento, rispondendo ad una interrogazione, ha informato che il Ministro Lunari si è dimesso l'11 giugno dai suoi incarichi tecnici nella società Rocksoil, il cui capitale sociale rimane comunque intestato alla moglie ed alle figlie;



secondo notizie pubblicate dal giornale Milano Finanze, l'ingegner Pietro Lunardi, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ricoprirebbe ruoli di varia natura in numerose società che svolgono attività di progettazione, consulenza e realizzazione di lavori (tra queste, ad esempio,la Rocksoil, la Rockdesign srl, lo Stonc srl, il Consorzio Tre esse);



queste società operano in settori di attività che possono essere oggetto di controllo da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Governo; tutto ciò può configurare molteplici situazioni di oggettivo conflitto di interessi;



è in ogni caso opportuno che il Parlamento sia messo a conoscenza, per ragioni di trasparenza e di correttezza, di tutte le attività professionali e dei ruoli ricoperti dall'ingegner Lunari che potrebbero interferire con la sua attività di Ministro; impegna il Governo a fornire al Parlamento, entro dieci giorni, un quadro completo e preciso di tutte le attività professionali e dei ruoli direttamente o indirettamente ad oggi ricoperti dall'ingegner Lunardi, che possono avere una connessione con interventi nel settore delle opere pubbliche” *.







* Camera dei Deputati Legislatura 14 Sindacato Ispettivo, Atto Camera 7/00019 – Camera risoluzione in commissione: 7/00019 presentata da Sabattini Sergio il 26/07/2001 nella seduta numero 24 Stato iter: in corso







4.2. “il ministro Pietro Lunardi, già azionista di maggioranza della società Rocksoil, ha ceduto le proprie azioni a suoi stretti familiari nel momento in cui ha acquisito responsabilità di governo come Ministro, come egli stesso ha dichiarato alla stampa ed in sede parlamentare;



secondo alcune dichiarazioni del ministro Lunardi la società Rocksoil starebbe portando avanti in Italia le sole commesse già acquisite prima dell’incarico governativo dell’ing. Lunardi (tra le altre: la metropolitana di Napoli, quella di Roma e alcune opere autostradali e ferroviarie), per non trovarsi nella discutibile condizione di sovrapposizione del proprio ruolo istituzionale di Ministro e di quello tecnico dell’ingegnere progettista; invece, nonostante le dichiarazioni del Ministro, la società Rocksoil nel 2002 è stata incaricata della progettazione del tunnel della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, come si evince dal bilancio societario del 2002 (si veda «Milano & Finanza», pagina 3, del 21 agosto 2003);



si arriva alla Rocksoil attraverso una cascata di subincarichi e consulenze: la committente originaria è la società francese LTF, che è pariteticamente controllata dalla francese RFF e dall’italiana RFI, le omologhe società che gestiscono le reti ferroviarie in Francia ed in Italia. La LTF ha incaricato la società francese Effage, la quale ha incaricato la Rocksoil; la società RFI (Rete Ferrovia Italia), che cogestisce l’erogazione dei finanziamenti, è una società controllata da FS SpA, ovvero direttamente dal Governo italiano; il Ministro ha pubblicamente confermato tale incarico, anche se nel sito internet della Rocksoil Spa (http://www.rocksoil.com) non sono desumibili ulteriori informazioni di alcun tipo, in quanto stranamente non risulta aggiornato sui nuovi incarichi; tale tunnel investe per una parte il territorio italiano e quindi le competenze governative del ministro Lunardi;



per la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria Torino-Lione è previsto un impegno di spesa stimato in circa 7,5 miliardi di euro;



considerato inoltre che: la linea ferroviaria Torino-Lione è un progetto ritenuto strategico dal Governo e dal ministro Lunardi, ed è incluso nella lista delle opere strategiche della legge obiettivo, così come previsto dalla delibera del CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 21 marzo 2002); attualmente il progetto dell’alta velocità ferroviaria della tratta Torino-Lione per la parte italiana è oggetto di procedura di valutazione ambientale; successivamente dovrà essere sottoposto al CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), di cui fa parte il ministro Lunardi, per l’approvazione del progetto preliminare;



il ministro Lunardi è coinvolto politicamente nella discussione con il governo francese, che non ritiene più prioritaria la linea ferroviaria Torino-Lione sia per problemi relativi alla limitatezza di risorse pubbliche nel bilancio dello Stato sia per priorità trasportistiche;



l’alta velocità ferroviaria Torino-Lione, già prevista tra i progetti della rete transeuropea di trasporto del 1996 e ribadita anche nel recente documento Van Miert del 2003, dovrà essere valutata anche dal ministro Lunardi in veste di Presidente del Consiglio dei ministri dei trasporti europeo (in concomitanza con il semestre di Presidenza europea), ovvero il Ministro sarà chiamato a valutare la valenza politica di un progetto tecnico in cui compartecipa la società Rocksoil ” *.







* Senato della Repubblica, Legislatura 14, Atto n. 4-05191 Pubblicato il 18 settembre 2003
Seduta n. 458







4.3. Esiste anche un rapporto segreto (all’italiana) della Divisione Investigativa Antimafia datato 16 luglio 2004 da parte degli uomini del dottor Claudio Cracovia, finito nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Saluzzo e dai sostituti Paolo Toso e Cesare Parodi sulla linea ferroviaria Alta Velocità Torino Lione, parliamo di un articolo apparso su Repubblica, non mi soffermo circa il colore della testata, ma sul fatto che nessuna smentita è stata fatta sull’argomento.



“La Rocksoil Spa, società delle figlie del ministro per le Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi. Il nome del vice-ministro ai Lavori Pubblici, Ugo Martinat. E, poi, l’uomo definito in alcune intercettazioni telefoniche come il suo «cassiere»: Vincenzo Procopio, titolare della Sti Srl e socio della Stef, la società che progettò l’autostrada Torino Bardonecchia …. Gli uomini diretti dal hanno iniziato a indagare sul primo lotto in territorio italiano relativo alla perforazione, a Venaus, nel cuore della Val Cenischia, di un tunnel esplorativo largo 5 metri e profondo alcuni chilometri. Il treno super veloce si infilerà a Modane in una galleria lunga 52 chilometri, sbucherà a Venaus, taglierà su un viadotto lungo 4 chilometri e alto 10 la Val Cenischia per rituffarsi nella pancia della montagna e sbucare a nella bassa Valle Susa. Ebbene, nel settembre del 2003, durante la fase di assegnazione dell’appalto del primo «carotaggio» della montagna (poi annullato per un vizio di forma), erano giunte a Vincenzo Procopio, a Domenico Arcidiacono, direttore dell´Agenzia per le opere olimpiche di Torino 2006, e al consigliere Giovanni Desiderio, delle buste contenenti della pallottole calibro 38 accompagnate da una lettera dal tono eloquente: «le prossime saranno calde». La Dia ha svolto lunghi e articolati accertamenti alla ricerca della mafia, la cui sospetta infiltrazione in Val di Susa poteva giustificare le missive «calibro 38».

Il rapporto Dia si è concluso in modo sorprendente: non è stata trovata alcuna traccia di criminalità organizzata attorno ai lavori dell´Alta Velocità. In compenso, è emerso un inedito spaccato degli oscuri intrecci fra politica, lavori pubblici e imprese di costruzioni. Le attenzioni della Dia si sono concentrate su Walter Benedetto, il direttore lavori della Tfl, la Turin Lyon Ferroviaire, la società metà Ferrovie Francesi, metà italiane, che appalta l´intera opera. Benedetto ha lavorato a lungo alla Stef, la società che ha progettato l´autostrada Torino-Bardonecchia, ora controllata da Procopio.



Parlando con Desiderio, commenta a lungo il fatto che la «Stone del Ministro» (una Srl fino al 2001 del ministro Lunardi e della figlia Martina), stava facendo alleanze con altre società del Gruppo Gavio per «fottere» la concorrenza. C´era una gran lotta per aggiudicarsi l´appetitoso appalto. Nelle varie conversazioni, si dice che una talpa «della commissione di Venaus ha avvisato le imprese». Qualcuno anticipa che avrebbe vinto Geodata. O Fenice.



Ma la presenza del Ministro per le Infrastrutture è evocata, in modo indiretto, dalla società Rocksoil Spa che si è aggiudicata, dalla Tlf francese, la consulenza per la progettazione della galleria di 52 chilometri che sbucherà a Venaus.



A delineare invece i rapporti che legano Ugo Martinat a Procopio è l´ingegner Giulio Burchi, presidente della Metropolitana Milanese Spa, interpellato - in virtù della sua alta esperienza in infrastrutture ferroviarie - da un suo conoscente. Burchi, al suo interlocutore, ha raccontato, non senza stupore, di avere saputo dalla ex Satti di Torino (ora Gtt), che la società trasporti torinese era stata costretta a affidare 240 miliardi a Procopio definito «il cassiere di Martinat». Si parla di lavori, ovviamente, Burchi si lascia andare a considerazioni personali, parla al telefono in modo riservato.



La Dia, però, osserva che quella definizione («cassiere»), potrebbe trovare giustificazione in un altro episodio riscontrato da altre intercettazioni. Questa volta è Calvani, della segreteria particolare di Martinat, a parlare con Procopio. E a chiedergli conto «del versamento fatto da C per Roma....» di circa 100 mila euro da un personaggio di Castel Nuovo Don Bosco, attraverso una triangolazione di fatture false.



Nel rapporto della Dia si parla anche di Nicola Chiatante, il direttore dell´Ares, l´agenzia regionale strade. Che, dopo aver incontrato Martinat e aver parlato con lui dei lavori di Omegna, riferisce a Gilberto Valle: «Stamattina con Ugo ho messo il tuo cappello su una sedia e accontentati di questo». Chiatante parla poi con un certo «Attilio» (forse un ex deputato e noto professionista torinese) dell’ipotesi di ottenere una consulenza per un collaudo dal provveditore di Genova nell’ambito di uno cambio di favori. Si parla dei lavori di Cossato, dei due milioni di euro che l’Ares ha girato all’Agenzia di Arcidiacono per la costruzione di un ponte” *.







* Repubblica, 16/12/2004, cronaca di Torino Pag. IV Un ministro, il suo vice e quei microfoni indiscreti.







5. Media e Tav



“Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche dal altre fonti indipendenti.







Purtroppo il quotidiano La Stampa ed il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di informazione che si sono rivelati più di parte, non solo nei commenti alle notizie ma anche nel continuo riportare notizie false.







Qualche anno fa è venuta una troupe di Report diversi giorni in valle a fare un servizio sul problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il giornalista è stato quasi licenziato. Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi (vedi la rettifica di Report - Nota della redazione: in questi giorni un'inviata di Telecity è salita sopra Mompantero con i proprietari dei terreni dove sono previsti i carotaggi ed ha trovato l'amianto. Il minerale, di buona qualità e in gran quantità, secondo esperti, è stato filmato e mandato in onda sul circuito Telecity 7 Gold, Italia 8 e Telestar).







Se credete che le informazioni di questo messaggio siano false, vi invito a verificarle. Penso che poi la convinzione venga da sola” *.







* osservatoriosullalegalita.org Val di Susa : No Tav e disinformazione





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L'incubo della TAV
by Unimondo Saturday, Dec. 10, 2005 at 10:22 AM mail:

Unimondo - L'incubo della Tav

La storia che voglio raccontarvi parla di grandi capitali e di piccoli
uomini, di treni che correranno vuoti a 300 km/h dentro a gallerie scavate
nell'uranio, di società private costituite con il denaro pubblico, piramidi
di Cheope fatte di smarino e grattacieli di fibre d'amianto, di cittadini
che difendono i propri diritti additati come canaglie e di canaglie senza
scrupoli che si fingevano persone attente all'ambiente e ai diritti dei
propri cittadini, di sindaci bastonati dalla polizia in una Valle decisa a
resistere all'ennesimo stupro del proprio territorio, di come un grande
investimento non produrrà altro che impoverimento, di quando le parole degli
esperti vengono trasformate in sussurri ed il biascicare incompetente dei
politici assurge a realtà incontrovertibile.

La storia inizia il 7 agosto 1991 con la nascita di Tav spa, la società a
capitale misto pubblico e privato deputata a costruire in Italia quasi 900
km di linee ferroviarie per i treni ad alta velocità.
In realtà dopo il disastroso risultato economico del tunnel sotto la Manica
non si riscontrava assolutamente traccia di privati disposti a rischiare il
proprio capitale nella costruzione di grandi infrastrutture e quello di
presentare Tav spa come una società a capitale misto era un mero artificio
volto a far si che l'Italia potesse rispettare i parametri di Maastricht che
imponevano il rapporto deficit-pil al 3%. Lo Stato garantì il finanziamento
del 40% in conto capitale, mentre finanziò il restante 60% (quello di
appannaggio dei privati) attraverso prestiti bancari, accollandosi gli
interessi degli stessi fino al completamento dell'opera.
Il 10 marzo 1998 le Ferrovie di Stato che detenevano la maggioranza del
capitale pubblico acquisirono il 100% di Tav spa e dal primo gennaio del
2003, ormai nell'ambito della "legge obiettivo" Tav spa è entrata nell'orbita
di Infrastrutture spa, il cui azionista unico è la Cassa Depositi e
Prestiti.
Tutto questo gioco di scatole cinesi, nato una quindicina di anni fa dalla
fervida fantasia dell'allora ministro del Bilancio Cirino Pomicino e
perfezionato poi dal governo Berlusconi sotto il nome di "project financing"
ha come unico scopo quello di permettere allo Stato di contrarre enormi
debiti, senza però doverli iscrivere nel proprio Bilancio, evitando così che
essi incidano nei parametri del Patto Europeo di stabilità.
I privati esistono veramente ma rivestono il ruolo di General Contractor
grazie al perfezionamento di un'altra "intuizione" del buon Cirino Pomicino.
Fiat IRI ed ENI (i General Contractor) sono concessionari con l'esclusione
della gestione, hanno cioè tutti i poteri del committente pubblico nella
gestione dei subappalti, nella direzione dei lavori, negli espropri, ma non
hanno poi la gestione diretta dell'opera, (caso unico in Europa) per cui il
loro solo interesse, essendo disancorati dalla successiva gestione, sarà
quello di fare durare i lavori il più a lungo possibile al fine di fare
levitare al massimo la spesa. Inoltre il General Contractor a differenza del
concessionario tradizionale di lavori o servizi pubblici potrà affidare i
lavori a chi vuole anche con trattativa privata ed essendo un privato non
sarà mai perseguibile per corruzione, in quanto eventuali tangenti potranno
essere giustificate sotto forma di "provvigioni".
Un'architettura senza dubbio ingegnosa attraverso la quale si trasferisce
tutto il rischio d'impresa dal privato allo Stato che alla fine dei lavori
sarà però costretto a restituire i prestiti delle banche, aprendo così una
voragine senza fondo nella quale precipiterà giocoforza la nostra già
fragile economia.
La conseguenza di tutto ciò è che il progetto dell'Alta Velocità, presentato
nel 1991 con un costo previsto di 26.180 miliardi di lire, rischierà invece
di costare, una volta terminato in un lontano futuro, circa 80 miliardi di
euro e gli italiani ne pagheranno i debiti fino al 2040 ad un ritmo di 2
miliardi e 300 milioni di euro l'anno.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare concernenti questi 14 anni nei
quali il progetto Alta Velocità ha preso forma e mosso i suoi primi passi,
anni nei quali la zona del Mugello è stata devastata dalle gallerie con
conseguenze idrogeologiche irreversibili, anni nei quali personaggi legati a
doppio filo alla politica e all'imprenditoria come Necci Lorenzo, Pacini
Battaglia, Icalza Ercole e molti altri si sono spartiti tangenti
miliardarie, sono stati indagati, hanno corrotto giudici, vinto e perso
processi, il tutto continuando a mantenere sempre posizioni preminenti all'interno
delle istituzioni. Anni di grossi guadagni per chi come l'attuale ministro
delle infrastrutture Pietro Lunardi, attraverso la Roksoil azienda di
famiglia si è aggiudicato un numero infinito di opere e consulenze o chi
come Romano Prodi fondò la Nomisma, società bolognese indagata nel 1992 nell'ambito
di una consulenza miliardaria sull'Alta Velocità, le cui conclusioni a
fronte di un'analisi quanto mai approfondita e retribuita si manifestavano
nell'enunciato che "la velocità fa risparmiare tempo".
Anni nei quali 13.779 lavoratori impegnati nel progetto Tav hanno lavorato a
ciclo continuo con turni che potevano impegnarli anche per 48 ore di
seguito, in gallerie dove l'aria era inquinata, la luce poca ed i rischi
molti, come molti sono stati fra loro gli operai deceduti in incidenti sul
lavoro. Basti pensare che nei soli primi 6 mesi di lavori sulla tratta
Torino - Novara si sono annoverati 350 infortuni dei quali 2 mortali.

Ma la storia che voglio raccontarvi è una storia ad Alta Velocità, dove non
esiste tempo per soffermarsi a riflettere, valutare i giudizi degli esperti,
confrontarsi con le istituzioni locali. Esiste solamente una montagna di
denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assassina ed una
montagna di roccia da sventrare al più presto per garantire la sopravvivenza
del bengodi.
Il progetto per la costruzione della Linea ferroviaria Alta Velocità - Alta
Capacità Torino - Lione si è evidenziato fin da subito come il più
scellerato ed economicamente dispendioso dell'intero programma Tav e la
nostra storia vuole entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto
decine di migliaia di persone ad osteggiarlo con veemenza fin dalla sua
nascita.

L'intenzione dei progettisti è quella di costruire un tracciato che partendo
da Settimo Torinese (periferia nord est di Torino) attraversi buona parte
della Valle di Susa per poi sbucare in Francia attraverso un tunnel di 52 km
sotto il massiccio dell'Ambin.
Tale tracciato accreditato come parte integrante di un fantomatico
"Corridoio 5 Lisbona - Kiev" viene definito indispensabile ed irrinunciabile
dalla maggior parte degli uomini politici di ogni razza e colore, nonché
dalla Confindustria e da tutti i poteri forti che attendono di spartirsi le
enormi somme di denaro garantite dall'opera per almeno i prossimi 15 anni.
Le ragioni addotte per suffragare la necessità assoluta del progetto si sono
sempre limitate a demagogiche affermazioni secondo le quali la Torino -
Lione sarebbe indispensabile al rilancio del Piemonte che senza di essa
resterebbe isolato dall'Europa, oppure a proclami privi di fondamento
secondo i quali l'opera risulta indispensabile per l'innovazione del sistema
dei trasporti italiano e garantirà un enorme ritorno sia dal punto di vista
economico che da quello occupazionale. E' stata anche ventilata, in realtà
senza troppa convinzione, la necessità di garantire attraverso l'opera la
gestione del supposto futuro incremento dei flussi passeggeri e commerciali,
nonché ipotizzato un futuro trasferimento alla rotaia del traffico su gomma
tramite le navette in grado di trasportare i Tir, con conseguenze positive
in termini d'inquinamento ambientale.

Quando le commissioni tecniche, scientifiche e gli esperti hanno iniziato
nel corso degli anni ad analizzare il progetto nelle sue varie sfaccettature
è però emersa una realtà in profonda distonia con le roboanti dichiarazioni
della folta schiera di politici, pennivendoli e mestieranti vari che si sono
prodigati e si prodigano nel tentativo di dare alla Torino - Lione una
patente di "opera necessaria" che non ha assolutamente ragione di esistere.
Quella di un Piemonte isolato dal resto d'Europa è un'affermazione talmente
assurda da meritare di albergare solo nella fantasia di una mente malata.
Lungo la sola la Valle di Susa passano infatti attualmente circa il 35%
delle merci che valicano le Alpi, troppe veramente per una regione in stato
d'isolamento.
La Valle di Susa è una valle alpina larga in media solamente 1,5 km con
abbondanza d'insediamenti abitativi ed industriali. Attraverso di essa già
oggi passano un'autostrada, due strade statali, una linea ferroviaria
passeggeri e merci a doppio binario, un fiume, molteplici strade
provinciali, acquedotti, condutture del gas, linee elettriche aeree ed
interrate.
Dovrebbe essere evidente per chiunque come una realtà naturale già così
fortemente violentata non sia assolutamente in grado di sostenere il peso di
nuove pesanti infrastrutture, se non al prezzo di conseguenze disastrose sia
per il territorio che per la qualità di vita di coloro che lo abitano.
La costruzione della Torino - Lione comporterà nella sola parte italiana l'estrazione
dalle gallerie di 16.000.000 metri cubi di smarino (almeno 6 volte il volume
della piramide di Cheope) per i quali occorreranno 2.500.000 passaggi di
camion solo per stoccare nelle varie discariche i materiali di risulta. I
recenti studi d'ingegneria dei trasporti affermano che quando tra una
quindicina di anni l'opera sarà terminata solo l'1% dell'attuale traffico su
gomma si trasferirà sulla ferrovia. La contropartita di questo deludente
risultato sarà pagata in maniera salatissima dai cittadini della Valle e
della cintura di Torino, in quanto si calcola che durante questi 15 anni
almeno 500 camion circoleranno giorno e notte per il trasporto dei materiali
di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio, con il conseguente aumento d'inquinanti,
polveri e rumore.
Oltre ai grossi rischi di natura idrogeologica focalizzati nella bassa
valle, ad elevato rischio alluvionale, le cui conseguenze potrebbero
ripercuotersi in maniera drammatica anche sulla città di Torino, gli studi
hanno messo in evidenza due punti di estrema criticità del progetto Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione.

Il primo riguarda la galleria di 23 km Musinè/Gravio che dovrebbe
attraversare un terreno caratterizzato da rocce ricche di amianto. Secondo
le analisi commissionate dalla Rete Ferroviaria Italiana ai geologi dell'Università
di Siena il volume previsto di materiale estratto contenente amianto
dovrebbe essere di almeno 1.150.000 metri cubi.
Non risulta sia stato previsto alcun piano di sicurezza volto ad impedire la
dispersione delle fibre d'amianto durante le fasi di lavorazione e di
stoccaggio. La metà del materiale estratto contenente amianto (paragonabile
per volume ad un grattacielo alto 400 metri) è previsto sia stoccata in un
sito a cielo aperto nei pressi del comune di Almese, senza nessuna
protezione e giocoforza esposto ai forti venti di fhon che spesso soffiano
nella valle (mediamente per 40 giorni all'anno) in direzione Torino.
In un dossier curato dal dottor Edoardo Gays, oncologo dell'ospedale San
Luigi di Orbassano viene sottolineato come l'amianto, riguardo al quale non
esiste per l'uomo una soglia minima di tollerabilità, causa oltre ad altre
affezioni il mesotelioma pleurico, un tumore maligno che si manifesta anche
dopo 15, 20 anni dall'inalazione delle particelle, esso porta al decesso in
media entro 9 mesi dal momento della diagnosi ed ha un tasso di mortalità
nell'ordine del 100%.
Sempre il dottor Gays nel suo studio esprime grossa preoccupazione per le
conseguenze degli scavi e dello stoccaggio dei materiali contenenti amianto
sulla salute dei cittadini ed afferma che alla luce di queste condizioni le
morti per mesotelioma rischieranno di aumentare di oltre 100 volte su scala
regionale.

Il secondo punto critico è costituito dal tunnel di 52 km che dovrà correre
sotto il massiccio dell'Ambin, preceduto da una galleria di prospezione
lunga oltre 7 km e del diametro di 6 metri.
All'interno del massiccio dell'Ambin sono infatti presenti numerosi
giacimenti di uranio, come documentato dal CNR fin dal 1965. Per maggior
precisione il materiale presente è pechblenda, una forma particolarmente
radioattiva.
Una parte dello smarino estratto sarà perciò con tutta probabilità carica di
radioattività ed estremamente pericolosa sia in fase di scavo che di
stoccaggio.
L'uranio si disperde nell'aria e può essere inalato, inoltre contamina le
falde acquifere e va ad inquinare i corsi d'acqua che possono essere
utilizzati per l'irrigazione. L'uranio se inalato o ingerito provoca
contaminazione interna e può essere causa di linfomi e leucemie.
Occorre anche sottolineare che la distribuzione delle falde acquifere all'interno
del massiccio dell'Ambin è estremamente complessa e le conseguenze degli
scavi rischiano di compromettere gravemente il sistema idrografico dell'area,
come già avvenuto nel corso degli scavi delle gallerie per la linea Alta
Velocità Firenze - Bologna nella zona del Mugello.

Se alla luce delle analisi fin qui esposte il progetto della linea
ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si dimostra in
maniera incontrovertibile un'opera altamente pericolosa per la salute e l'incolumità
dei cittadini, non solo della Valle di Susa ma anche della cintura torinese
e del capoluogo stesso, anche gli studi inerenti all'utilità ed al ritorno
economico del tracciato mostrano imbarazzanti incongruenze nel merito delle
quali non si può evitare di entrare.
I traffici di lunga distanza sull'asse Lisbona - Kiev, che motiverebbero il
concetto di "Corridoio 5" sono ad oggi irrilevanti. Il traffico passeggeri
di lunga distanza si muove e si muoverà in aereo, poiché risulta ampiamente
dimostrato come le ferrovie ad Alta Velocità non siano assolutamente
competitive nelle distanze superiori ai 500 km.
I traffici merci di lunga distanza sono estremamente esigui, la velocità non
è un requisito fondamentale (basta osservare il successo delle ferrovie
statunitensi con velocità commerciali nell'ordine dei 30 km/h.) anzi
contribuisce ad aumentare i costi a dismisura, favorendo sull'asse in
oggetto l'alternativa marittima.

L'attuale linea ferroviaria Torino - Modane è oggi utilizzata solamente al
38% della sua capacità. Le navette predisposte per il caricamento dei Tir
sono state usate solo durante il breve periodo di chiusura del Frejus,
altrimenti partono ogni giorno vuote.
Gli unici due treni giornalieri del collegamento ferroviario diretto
Torino - Lione sono stati soppressi per mancanza di passeggeri.
Una scarsità di traffico davvero disarmante per una direttrice così
importante da giustificare l'investimento di 21 miliardi di euro (la metà
dei quali di competenza italiana) al fine di dotarla di una linea ad Alta
Velocità.
Negli anni passati, quando ancora la pesante crisi economica europea non si
era manifestata in tutta la sua interezza, il governo aveva affidato ad una
società molto quotata, la Setec Economie il compito di valutare i benefici
dell'opera.
Tale società aveva analizzato i volumi tendenziali di traffico per gli anni
a venire, stimando con un ottimismo che alla luce della contrazione odierna
del mercato non può che far sorridere, un volume di traffico che avrebbe
dovuto attestarsi nel 2015 intorno ai 174 treni/giorno. La linea esistente,
una volta effettuati gli interventi di potenziamento previsti, molti dei
quali già in corso dovrebbe consentire già nel 2008 una capacità di circa
220 treni/giorno, un valore ampiamente compatibile con qualsiasi ottimistica
previsione.
Alla luce di questi dati si stenta veramente a comprendere, se non nell'ottica
della spartizione mafiosa dei finanziamenti pubblici, per quale arcana
ragione anziché perseguire lo sfruttamento della linea attuale
ottimizzandone le potenzialità, s'intenda invece portare a termine un
progetto totalmente inutile come quello della linea ferroviaria Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione, finalizzata ad una capacità di
trasporto superiore di oltre 5 volte agli attuali livelli di traffico,
oltretutto alla luce del fatto che detti livelli anziché in crescita
esponenziale come si prevedeva nel passato sono scesi del 9% solamente nell'ultimo
anno.
Appare inoltre lapalissiano come il costo esorbitante di un'opera di queste
dimensioni, stimato in circa 11 miliardi di euro per la sola competenza
italiana e passibile (come l'esperienza ci insegna) di ulteriori notevoli
incrementi durante i 15 anni di lavori, non potrà assolutamente essere
ammortizzato attraverso i ricavi derivanti da un traffico composto da
elementi di sola fantasia. Tale costo ricadrà per forza di cose sulle spalle
di tutta la collettività con effetti a dir poco disastrosi.

La storia che ho voluto raccontarvi si è ormai trasformata in pura cronaca
di attualità, una cronaca che vede riproporsi la biblica lotta di Davide
contro Golia.
Da un lato i cittadini della Valle di Susa e tutti gli abitanti dell'area
torinese che hanno avuto la sensibilità e la capacità di riuscire a
comprendere i termini del problema pur attraverso la disinformazione messa
in atto dai grandi media asserviti alle ragioni della politica. Insieme a
loro i sindaci dei comuni della Valle, alcuni studiosi, medici ed esperti
che si manifestano quali spiriti liberi non aggiogati al carro dei potenti,
nonché esigue frange della politica appartenenti ai Verdi ed a Rifondazione
Comunista.

Dall'altro le arroganti falangi del potere, i ministri del governo insieme
agli onorevoli dell'opposizione, fino ad arrivare al Presidente della
Regione Piemonte Mercedes Bresso (donna che per l'occasione è giunta al
punto di abiurare ogni parola esperita in tanti anni di militanza
ambientalista) ed al sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Tutti uniti, coesi, forti di quella protervia che deriva loro dalla
consapevolezza di poter gestire l'opinione pubblica attraverso le
televisioni, i giornali e gli esperti compiacenti, convinti di potere
reprimere ogni forma di protesta con la furia belluina della polizia e la
militarizzazione del territorio.

Il primo scontro si è già svolto il 31 ottobre, quando il potere ha usato i
manganelli della polizia per bastonare i tanti, tantissimi cittadini, nonché
alcuni sindaci che si erano inerpicati sulla montagna sopra Monpantero nel
tentativo d'impedire la conquista del primo lembo della loro terra, sul
quale sarebbe stata installata la prima trivella a sancire di fatto l'inizio
dell'opera.
Il lembo di terra è stato conquistato solo con l'ausilio dell'inganno, in
maniera probabilmente illegale ed è ora presidiato dalla polizia. Le
trivelle non hanno ancora potuto mettersi in moto ma la Presidente della
regione Piemonte Mercedes Bresso ed il sindaco di Torino Sergio Chiamparino
si sono già espressi con durezza, affermando che la ferrovia Alta Velocità -
Alta Capacità Torino - Lione si farà in ogni caso, poiché si tratta di un
progetto irrinunciabile e nessun tipo di protesta riuscirà ad impedirne la
realizzazione.
In risposta al rifiuto di ogni dialogo che non passi attraverso l'uso dei
manganelli da parte delle istituzioni, il 16 novembre tutta la Valle di Susa
si fermerà unita in uno sciopero generale contro l'ennesima violenza
perpetrata nei confronti del territorio e dei suoi abitanti.

La storia ovviamente non finisce qui e come tutte le storie potrà riservare
infinite sorprese anche a coloro che si sentono onnipotenti quando tengono
in mano il bastone del potere. I contestatori NO TAV della Valle di Susa
potrebbero un giorno di questi apparire al resto d'Italia nella loro veste
reale, non uno sparuto gruppo di estremisti ecologisti, no global, luddisti,
nemici del progresso, bensì semplicemente tanti cittadini coraggiosi
disposti a mettersi in gioco e lottare per difendere i loro diritti, la
propria salute e la propria terra.
Quel giorno potrebbero diventare tantissimi e poi ancora di più, così tanti
da uscire dall'invisibilità nella quale si è cercato per lungo tempo di
nasconderli, troppi perché i poliziotti possano bastonarli tutti, ed allora
forse inizierà una storia diversa che parlerà di treni costruiti per essere
utili alla qualità di vita dell'uomo e non di uomini sacrificati nel nome
dei treni e della velocità.

di Marco Cedolin
http://unimondo.oneworld.net/article/view/122086/1/



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La spianata degli Eroi di Venauschwitz
by Anarcopan Saturday, Dec. 10, 2005 at 12:37 PM mail:

La piana dove il Sole ha un baleno
La piana degli eroi di Venaus
Tra Ulzio e Bussoleno
Ricordando Sole e Baleno
I primi nostri martiri caduti
Davanti alle fauci che vorrebbero
divorare la montagna
Al Dio Baal di nome TAV

La piana degli eroi a Venaus
Il giorno otto di dicembre
Come un segno dell’infinito
Dicono fossimo in trentamila
Ho potuto contare innumerevoli
Persone senza macchia senza paura

Donne col passeggino e il figlio
Uomini di sguardo fiero
Che sanno ancora leggere
Il linguaggio dell’anima
Nonni coi nipoti come a passeggio
E intorno colonne di jeepblindate
E pretoriani in assetto antisommossa
Sindaci fieri del tricolore
E orgogliosi di appartenere
A quelle terre e a quei monti
Contadini appena scesi dal trattore
Ho visto facce di giovani sorridenti
E ragazze irriverenti verso i servi dei
Servi ho visto il questore raccontare
Un altro film in televisione
E Dario Fo premio Nobel
Testimoniare sull’indegna
Aggressione che avvenne a Venauschwitz
nel mese in cui cade la neve
e c’erano genti del nord est e del centro e del sud
a scaldare i cuori dei rudi abitanti valligiani
sarà dura sarà dura
questa lotta giusta
e quindi senza paura

né degli sbirri né della questura
che solo alle undici sembrava spadroneggiare
e desiderosa di respingere come a genova
l’onda d’urto della massa in marcia
per i diritti la libertà e la democrazia
non avevano ancora avuto a che fare coi rudi
uomini della montagna che spaccano
abeti di quintalate con un’ascia d’acciaio
genti capaci a resistere ore al freddo
e al dolore gente che se ama
ama soprattutto col cuore
la piana è stata invasa poco dopo il mezzogiorno
come orde barbare abbiamo assediato i legionari
che hanno indietreggiato e ceduto il terreno
un urlo di guerra si è levato per la valle
abbiamo vinto abbiamo vinto
hanno ceduto si stanno ritirando.
tra fiocchi di neve e colori di pace
fra sussulti di guerra e misericordioso mutuo soccorso
c’era chi ti offriva vino o chi cioccolata
chi grappa chi una focaccia
un’avventura straordinaria che straborda
dall’ordinario e che investe
la storia
noi gli eroi pacifici e guerrieri
di una valle dura di gente speciale
gente scolpita tra le rampe di susa
e i sentieri della via franchigena
gente che senza sparare
ha occupato la televisione
più dell’isola dei famosi
più di matrix e di rockpolitik
gente che senza menare ha vinto una battaglia
contro elicotteri legionari e mezzi semiblindati
spie informatori e infiltrati servizi sporchi e segreti
come è vero che
le piste di Salice e Cesana
sono di domenica occupate da sciatori
per nulla NOI timorosi dei duemila soldati
schierati e ammassati e infredoliti e spauriti
di fronte alle orde che scendevano a valle
dopo una marcia
di una decina di chilometri tutta in salita
che scendeva di gioia e di leggiadra potenza
delle gambe che fannno giacu giacu
dure come marmo e tuttavia ancora ubbidienti
e prese la parola petrini e cominciò una conta
e al tre la piana esplose nell’urlo di vittoria
sarà sarà dura
ma la Valle non ha paura
contro le trame oscure
del viminale imperiale del ministricchio
ombra di berlusconi pisanuncolo pisanucolo
occhialutolo e amico di cutolo
di cui a gran voce chiediamo
immediate dimissioni
non si offendono mai inpunemente gli eroi
ominicchio di paglia
vieni allo scoperto
vieni a guardare negli occhi
quelli che definisci pubblicamente
terroristi ed eversivi anarcoinsurrezionalisti
tu figlia di un a loggia segreta della P2
cosa hai mai da insegnare a noi
in fatti di democrazia
fai fagotto e in marcia HOP verso l’oblio
o qui scoppia un sessantotto o comunque un casino
abbiamo imparato in un secolo di lotte
a farci beffe degli intrighi della CIA
così come
dai giochi dei soldati di ventura
ma la sventura già attende
chi ha dato l’ordine d’aggressione
una è la catena di comando
e uno solo quello che vuol sempre comandare solo lui
quello innominabile
ma alla piane dgli eroi di Venaus
si è sgretolato il potere del denaro
la valle magica govenata
dalla sacra di San Michele
oggi ha sconfitto il demonio
e quel signore del terrore non ha potuto
fare scempio di dignità e onore
perché c’è il destino dei nostri figli in questa lotta
c’è il futuro della nostra vita in questa valle

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viviamo con gli scarponi ai piedi
by inoltro Saturday, Dec. 10, 2005 at 12:44 PM mail:

"Ciao,
scusa se ti invado la posta con questa mail ma ho bisogno di una mano per uscire da una situazione paradossale.Vivo in Valle di Susa, la valle di cui la televisione sta a tratti parlando per la vicenda del Tav.
Ci hanno dato addosso televisioni e giornali come se fossimo degli imbecilli, senza che però mai nessuno dicesse come stanno le cose veramente.Io sto provando a mandare in giro delle mail, con un testo che abbiamo preparato per spiegare un po' come stanno le cose, ti prego se puoi leggila.
Ne resterai schifato.
Sono tutte informazioni vere, prese da documenti ufficiali, giornali ensiti web.Se puoi girale a tutti quelli che conosci, so che non è bello chiederlo,però purtoppo la mail è il solo strumento che ci rimane per far capire
come stanno veramente le cose.Un grazie veramente di cuore, per quello che riuscirai a fare."

Qui viviamo con gli scarponi ai piedi anche in casa. Viviamo sbirciando dalla finestra quanti mezzi della polizia sono intorno a noi e quanti stanno andando a raggiungere "il fronte".Viviamo costretti a dare i documenti per andare a casa nostra. Viviamo con telefoni accesi e sorvegliati. Viviamo schedati, scortati,
blindati.Ma soprattutto, viviamo con gli scarponi ai piedi anche in casa per dare il cambio a chi da giorni resiste nella neve e per accorrere alla chiamata di chi sta difendendo le barricate, ogni volta che provano a sfondare per tentare di far partire i cantieri più inutili della storia d'Italia. Non li fermeremo? Questo non lo sappiamo, ma almeno potremo testimoniare.
Sono anni che ci nascondono la verità, che ci infangano e ora, come se non bastasse, ci hanno anche umiliato pubblicamente definendoci terroristi e nemici dell'Italia.E' per questo che, traditi dalle stesse persone che ci rappresentano,insultati dai mezzi di informazione, ci rivolgiamo a voi personalmente,facendo appello alle vostre coscienze, perché questo è l'ultimo mezzo che abbiamo per far sentire la nostra voce vera e per difendere quel poco di democrazia che è rimasta.
Siamo il cosiddetto popolo no tav. Quei rompiscatole, bollati come nemici dello sviluppo, che si battono perché, a detta dei nostri ministri, non hanno nulla di meglio da fare.
No signori, le cose non stanno così, vi prego credeteci, le cose non stanno così.Dietro il no tav non c'è la protesta contro il progresso, ma c'è la precisa protesta contro uno specifico progetto suicida.Un progetto deciso a tavolino che ha deliberatamente ignorato tutte le alternative possibili che in questi anni abbiamo fornito e che consentirebbero la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità senza questo folle disastro ambientale.Il motivo di questa mail è semplice quanto triste.Stiamo cercando di far emergere la verità che sta dietro a quest'opera, e crediamo purtroppo anche ad altre opere italiane, nonostante i ripetuti
sforzi di alcune testate giornalistiche e televisive di distogliere l'attenzione dalla realtà delle cose per difendere gli interessi enormi di poche, importantissime persone.
Quello su cui vi invitiamo a riflettere è semplicemente questo:Perché nessuno sulle testate nazionali, che si definiscono super partes, ha ancora detto come stanno realmente le cose? Perché continuano a dipingerla come una lotta di contadini contro lo sviluppo? O peggio ancora come una volontà di isolare l'Italia.Perché nessuno ha ancora parlato con chiarezza dei reali interessi economici in gioco?Perché gli studi ufficiali sulla pericolosità spariscono all'improvviso nel nulla?Ma soprattutto diteci vi prego, perché, anche in sede europea, non vengono vagliati progetti alternativi, che passerebbero sempre di qui ma senza fare il tunnel killer?

Purtroppo le risposte a queste domande ci sono eccome.Sono nero su bianco, su documenti ufficiali, archiviate e prontamente occultate. E la cosa più umiliante è che chi le conosce bene ed ha la possibilità
di parlarne non lo fa. Non lo fa per interesse e non lo fa perché comunque è letteralmente imbavagliato, da interessi che stanno troppo su per poter essere attaccati.Noi invece abbiamo una forza che loro non hanno: non abbiamo più nulla da perdere.Tanto cosa dovremmo fare? I ministri ci insultano, chi tutela le istituzioni ci tradisce, chi si dovrebbe opporre tace, e chi è preposto a raccontare i fatti dipinge con devozione verità distorte.Solo questa via c'è rimasta. Informare di persona. Cercando di far conoscere ciò che sta nero su bianco e che viene nascosto. Informare di persona. Attingendo unicamente a documenti e dichiarazioni ufficiali e documentate. E invitando a riflettere su quanto sia emblematica la concordia dei mass media nel distogliere l'attenzione dai reali interessi economici in gioco.E' per questo quindi che vi rubo ancora qualche secondo di attenzione.Per darvi i link ove potrete iniziare a saperne di più riguardo quest'opera.Vi prego, consultateli, non lasciateci soli a combattere contro Golia.Perché scoprirete anche che fine stanno facendo i nostri soldi senza che se ne sappia nulla. Vedere chi c'è dietro a tutto ciò è sconcertante, ma forse si riuscirà a capire perché i giornali non vogliono o semplicemente non possono ancora raccontare tutto.Come forse qualcuno saprà il nodo cruciale della questione per noi NON E' la realizzazione del corridoio cinque. Noi non ci stiamo opponendo al corridoio cinque. Lo abbiamo detto anche in diretta tv (ambiente italia). E abbiamo detto chiaramente anche che non vogliamo che il treno non passi da noi per farlo passare sulla terra di altri. Sappiamo che il treno deve passare. Non ci opponiamo a un treno. Sappiamo di essere nel 2005. La smettano di dirci che siamo cretini che vogliono isolare l'Italia!Quello a cui ci opponiamo sono i due tunnel killer che si vogliono realizzare.
1 - Perché sono un disastro ambientale
2 - Perché dietro c'è un progetto che fa vergognare di essere italiani.
Come saprete gli scontri stanno avvenendo per opporsi alla realizzazione del tunnel italo-francese, Ci hanno insultati dicendo che non capiamo che il tunnel evita danni all'ambiente. Ci hanno dato degli stupidi. Ma. non
Viene il sospetto che qualcosa non sia chiaro se ci opponiamo a un tunnel chiedendo a gran voce di rivedere il progetto.
Ecco la verità.Ecco qui di seguito link alle informazioni che sono misteriosamente sparite da tv e giornali.
Se non riuscite a ciccare direttamente sui link, copiateli e incollateli nella barra indirizzi del browser.
A spartirsi il grosso della torta saranno due ditte, una per la Francia e l'altra per l'Italia.
Ecco chi c'è dietro, seguite tutti i link che vi elenco qui sotto
http://www.notav.it/modules.php?name=News&file=article&sid=799
Questo è il versante francese. vi siete mai chiesti perché in tv fanno vedere solo francesi sorridenti che vogliono il tgv mentre in realtà sono già partite numerose proteste per i danni alle dovuti agli scavi.chi mai avrà interesse nel far vedere che in Francia sono favorevoli.
http://www.notav.it/modules.php?name=Encyclopedia&op=content&tid=2
notate il curriculum da sant'uomo che si è preparata e poi fate un salto alla sezione "dicono di lui" in fondo a quella pagina e capirete molte cose
E per il versante italiano questa è la ditta incaricata dei lavori qui a Venaus.
http://www.notav.it/modules.php?name=News&file=article&sid=789
vi suona nuova. non credo. guardate qui...
http://www.cmc.coop/article.php?sid=119&mode=thread&order=0&thold=0

Viva l'Italia! E' questo il vero scandalo legato al tunnel!Asse trasversale come ai vecchi tempi pur di mangiare tutti dallo stesso piatto!Bentornati nell'Italia dei faccendieri!
E ovviamente interessi da parte di chi poi ci mette macchinari, tecnologia ecc. ecc. Insomma una fetta bella grossa di soldi, lo ripeto solo in parte europei, da spartirsi secondo un piano preordinato già da tempo. Adesso si capisce perché anche le testate giornalistiche, inutile parlare di quelle televisive, solitamente schierate su posizioni opposte si sono ritrovate d'accordo nel condannare il popolo no tav. Ecco perché soltanto alcuni quotidiani, non legati a schieramenti o imprese che hanno interessi economici nella vicenda, hanno conservato una certa obiettività nel raccontare i fatti.Politici che si accalcano a bollarci come nemici del progresso, come terroristi! Da destra e da sinistra, ma non sorgevano alcuni sospetti. cavolo! Ed ecco la verità, schifosa e sconcertante come sempre!
Ora capite perché i progetti alternativi al tunnel che chiediamo con forza sono sempre stati bollati come non realizzabili. Non c'era nulla da spartirsi! L'adeguamento della linea attuale costerebbe molto meno del tunnel e lo si realizzerebbe in molti meno anni, quindi, perché farlo? Cosa ci dividiamo se la torta è piccolina!
E noi a ripetere. Lo sappiamo che il treno dovrà passare. Decidiamolo insieme il tracciato. Le conosciamo bene le caratteristiche geologiche delle montagne. E invece no! Il tracciato è questo si fa il tunnel punto e
basta. L'uranio, l'amianto, l'instabilità della montagna (le stesse gallerie dell'autostrada stanno franando lentamente). affari vostri. A noi per ora interessa aprire i cantieri. Anche solo per far girare una trivella a
vuoto.Almeno cominciamo a prendere i soldi. Poi si vedrà.
Ora capite perché ci sentiamo umiliati e traditi!Ma invece di ascoltarci:
1 - Si sono spartiti equamente la torta
2 - Hanno invaso la valle di militari per portare i macchinari
3 - Ci impediscono anche la mobilità all'interno delle stesse aree dove
abitiamo.
3 - Hanno iniziato la più vergognosa delle campagne diffamatorie.
Italiani contro Italiani!
Stanno martellando a più non posso sui media dicendo che noi non vogliamo che il corridoio 5 - Non vero, chiediamo da anni di approvare i progetti alternativi che tengano conto dei pericoli ambientali Ci hanno bollato come nemici dell'Italia - E noi proponiamo progetti che farebbero risparmiare letteralmente miliardi Come irresponsabili - Mentre loro partono a trivellare l'Uranio E tutto ciò, ovviamente, non solo sulle tasche ma anche sulla pelle della gente.
Su questi link ci sono alcuni dati significativi sulla pericolosità dell'opera.
http://www.beppegrillo.it/immagini/Nota Vigili del Fuoco di Torino.pdf
Questo riguarda la seconda galleria, quella al fondo della valle verso Torino
http://www.notav.it/allegati/DocUff/Gays_amianto.pdf
E ancora...
http://www.osservatoriosullalegalita.org/05/interventi/068notavmedia.htm
Ne riportiamo solo tre, e ce n'è già delle belle, ma se voleste approfondire, sempre dal sito no tav trovate numeroso altro materiale riguardante l'impatto ambientale.
Per sapere quanto vi prendono in giro.Gli anni di studi e proteste taciuti!!!
http://www.lunanuova.it/servizi/tav/index.html
Le manifestazioni prontamente "ridipinte" dalla stampa nazionale
http://www.lavalsusa.com/giornale/2005-11-16_tav/Manifestazione del 16-11-2005.htm
Come vedete. ce n'è per tutti, nessuno escluso, e noi siamo qui a passare per nemici dell'Italia e a rischiar le botte in mezzo alla neve. E ora mi si permetta un piccolo, ultimo sfogo.Ci hanno detto che siamo violenti e siamo lì da giorni immobili in mezzo alla neve.Ci hanno definiti sfaccendati e facciamo i turni svegli giorno e notte per resistere ed andare a lavorare.Ci hanno definiti nemici delle istituzioni e, mentre loro ci tradiscono, noi ci organizziamo per portare un po' di tè caldo anche a quei poveri poliziotti, finanzieri e carabinieri, che non ne possono nulla di quello che sta succedendo, ma che sono lì, a passare le notti al gelo come noi. Vengano qui i ministri, se hanno ancora un po' di dignità, a vedere chi è il popolo no tav. Vengano a vedere la valle, perché mi sa che non sanno neanche come è fatta, e se la vedessero capirebbero la pericolosità di quest'opera assurda.Venga qui chi ci dice che pensiamo solo ai nostri interessi a vedere come il popolo no tav sta presenziando anche nelle proteste contro la costruzione delle altre opere a grave impatto ambientale. Venga a leggere i messaggi di solidarietà dal Vajont, dallo Stretto, dal Mugello e da tantissime altre parti d'Italia.Venga il ministro che ha appena parlato di rischio attentati a vedere come stanno le cose. Venga almeno a vedere di cosa sta parlando. Siamo soli in mezzo a una piana coperta di neve. ma chi dovremmo mai far saltare in aria.Venga caro ministro a vedere chi c'è qua. Vedrà gli anziani che hanno combattuto la seconda guerra mondiale girare con le loro medaglie al valore e spiegare ai giovani poliziotti che è per la libertà che hanno combattuto.Cari ministri, voi che dite che fra di noi ci sono terroristi e che cercate qualunque appiglio per farci sgombrare. Con che coraggio date del terrorista a chi ha difeso la vostra patria?
Vi prego, inventatevi qualche scusa più credibile che improbabili attentati, per giustificare alla gente l'assurda militarizzazione di una parte d'Italia. E poi rispondetemi Con che faccia vi sedete sulle vostre poltrone per buttare nel cesso i soldi di chi vi ha votato? L'Italia è la patria di milioni di persone,non una terra di conquista, e noi, nonostante i vostri insulti, non siamo qui per isolare l'Italia, ma per difenderla da chi vuole usarla per i propri, tristi interessi.
Ed ora un grazie a Voi per la vostra pazienza.Spero vivamente che abbiate compreso le ragioni di questa mail. So che è brutto ricevere posta indesiderata, ma allo stato attuale delle cose è l'unico mezzo "libero" che ci rimane.Vi ringrazio della vostra attenzione e vi prego, vi prego, vi prego siate voi uno strumento di democrazia. Le informazioni qui riportate sono tutte documentate e ufficiali. Fate girare questa mail verso tutti quelli che conoscete.
E' l'unico modo che abbiamo per proporre dei progetti alternativi a questo ennesimo disastro ambientale italiano.
Grazie veramente tutto il sostegno che ci darete.
Uno sfaccendato che crede ancora nell'Italia

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9 BUONI MOTIVI PER DIRE NO ALLA TAV
by il movimento NO TAV Saturday, Dec. 10, 2005 at 1:13 PM mail:

9 BUONI MOTIVI PER DIRE NO ALLA TAV





Luogo comune n.1

SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL'EUROPA.

In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio) e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume, la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena...

Luogo comune n.2

LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE.

In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i TIR partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri. E il flusso delle merci -previsto da chi vuole l’opera in crescita esponenziale -è invece sceso del 9% nell’ultimo anno!

Luogo comune n.3

LA TORINO-LYON E’ INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE.

In realtà è’ vero il contrario. Togliendo risorse (è tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda (Fiat e non solo), il TAV sarà la mazzata finale all’economia piemontese.

Luogo comune n.4

Il TAV TOGLIERA’ I TIR DALLA VALLE.

In realtà tanto per cominciare, i 10/15 anni di cantiere necessari a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la apocalittica fase di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi. I promotori dell'opera e recenti studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l' 1% dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Bel vantaggio!

Luogo comune n.5

I VALSUSINI SONO EGOISTI. NON PENSANO AGLI INTERESSI DELL’ITALIA.

In realtà attraverso la Valle di Susa, attualmente, passa già il 35% del totale delle merci che valicano le Alpi! Lungo l’Autostrada del Frejus passano circa 4.500 TIR al giorno, contro i 1.500 del Monte Bianco, in val d’Aosta, dove il numero dei TIR è stato limitato per legge.

Luogo comune n.6

LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI.

In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i comuni della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel problema: la mafia. Turbative d'asta sono già state individuate per la fase di sondaggio geologico a carico di uomini politici piemontesi e non... figurarsi per la realizzazione dell'opera!

Luogo comune n.7

LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?

In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara).

Luogo comune n.8

QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI.

In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor.

Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone – St.-Jean-de-Maurienne). Tanto paghiamo noi.

Luogo comune n.9

CHI E' CONTRO LA TORINO-LYON E' CONTRO IL PROGRESSO.

In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste, minerali) sono limitate, l'inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l'esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa.

Val di Susa, novembre 2005

IL MOVIMENTO NO TAV

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Tre prospettive realistiche sulla TAV nel 2025
by Domenico Schietti Saturday, Dec. 10, 2005 at 2:04 PM mail:

Proviamo ad immaginare il futuro: 2025!!! Siamo nel 2025. Com'è il mondo attorno a noi relativemente alla TAV ed al tunnel? Io vi offro tre possibilità realistiche e poi proverò a confrontarle con la visione propagandistica che ci offrono i protav. Voi poi aggiungeteci del vostro perchè anch'io a volte dico fesserie.

(segue articolone)

1) 2024, la TAV è stata terminata. Hanno inventato un nuovo modo di far energia a basso costo ora impensabile. Il costo effettivo di costruzione è stato di 20 miliardi di euro, però non è stato saldato via via durante la costruzione. Sono stati contratti dei debiti e si devono pagare gli interessi su questi debiti. Siccome sono state effettuate altre costruzione faroniche (elettrodotto Sardegna - Lazio, ponte sullo stretto, ristrutturazione del duomo di milano con rivestimento del marmo con una vernicetta specialissima del costo di 1000€ al cm2,...) purtroppo non sono stati pagati neanche gli interessi sul debito fra il 2007 ed il 2017. e sono stati contratti altri debiti per pagare gli interessi. Il tasso del denaro è salito al 7% Però fra costi di costruzione e debiti sugli interessi l'Italia ha stampato BOT per 50 miliardi e stiamo pagando 3,5 miliardi di interessi all'anno senza ridurre il debito sul costo di costruzione. Inoltre la tratta TAV è in perdita di altri 5 milirdi all'anno sui quali stiamo contraendo altri debiti dei quali paghiamo solo gli interessi. Totale del costo della TAV nel 2025: 10 miliardi. Nel 2026 il tasso del denaro sale leggermente ed il costo diventa 11 miliardi. Nel 2027 scende e diventa 9 miliardi. Nel 2056 è di 12 miliardi, nel 2189 è ancora di 8 milirdi. Cioè il preventivo di 17miliardi di euro è sulla spesa di costruzione. Ma l'effettivo costo poi bisognerà calcolarlo sugli interessi del debito che contrarremo. Un costo infinito, il 7-8% di interessi non viene considerato usura ma su cifre di questo genere riesce a mettere in ginocchio un intero paese. Non pagheremmo mai rate sul debito, ma solo interessi sul debito. Il debito non si estinguerà mai.

2) Non vengono inventati nuovi modi di far energia. Non avviene un'inversione di tendenza sulla distruzione ambientale. Il petrolio è rimasto come principale risorsa energetica. Il cambiamento climatico prosegue imperterrito. Sono in corso guerre per spostare le popolazioni da territori diventati invivibili in aree ancora vivibili. Si cerca di utilizzare il torio per produrre energia, ma produce cento volte più scorie dell'uranio e nessuno le vuole. Proteste di cittdini per la questione nucleare e scorie. I soldati umani sono sostituiti da soldati robot. Cominciano guerre tra robot e umani. La costruzione del tunnel era già stata abbandonata nel 2009 a causa di ripetuti attentati terroristici e la sostituzione del progetto con un tunnel unico che passasse sotto l'oceano atlantico e collegasse NY con Pechino. Mi fermo qua. Il tunnel in questo caso costerà un prezzo tendente all'infinito (si diceva una cifra comparabile al PIL europeo o mondiale, ma in realtà è una curva tendente all'infinito cioè allo zero perchè l'intera economia mondiale si appiattirà ) perchè cadremo nella situazione detta Sindrome Isola di Pasqua : tutti contro tutti per la conquista del'ultima goccia di petrolio, l'ultimo pezzo di pane, l'ultimo posto in prima classe.

3) I popoli hanno preso coscienza delle problematiche, hanno preso di nuovo in mano il loro destino, il tunnel non è stato costruito, i trasporti sono diminuiti dell'80% perchè non vengono spostate merci, materie prime e manodopera, ma si utilizzano sempre gli stessi materiali riciclati, biomasse e fibre vegetali con i quali ognuno si autoproduce i generi di prima necessità a casa sua con delle stampaoggetti che ricevono il comando di stampa da appositi siti in internet. Il mondo diventa vivibile, umano, a misura di bambino. La vita media si allunga oltre i 120-150 anni. Mediamente si sta tutti abbastanza bene.

La visione protav la visione propagandistica dei protav invece non parla di futuro, dice solo che le cose nessuno vuole farle nel proprio giardino, di non rimanere isolati, di non fare gli egoisti e che abbiamo disperatamente bisogno della TAV. Dice qualcos'altro la propaganda?


Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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[NOTAV] Un accordo a perdere !
by L'altra Lombardia - SU LA TESTA Saturday, Dec. 10, 2005 at 5:17 PM mail:

L'accordo tra gli amministratori ed il governo per la VAL DI SUSA é un accordo a perdere

L'accordo tra gli amministratori ed il governo per la VAL DI SUSA ignora la rivendicazione della smilitarizzazione del territorio e di fatto dà il via ai lavori. E' UNA TRUFFA.
Occorre mobilitarsi per impedire che anni di lotta siano vanificati. Non ci si faccia imbrigliare dai meccanismi burocratici ed istituzionali. La Torino-Lione é inutile, costosa, pericolosa, come hanno dimostrato parecchi studi scientifici di diversa impostazione.

La Torino-Lione ad alta velocità é un'opera voluta dal capitale per realizzare profitto ad ogni costo.
Bisogna opporsi con intransigenza, con metodo, con organizzazione e con la mobilitazione di massa a questo progetto e alla soluzione prospettata dall’accordo del 10 dicembre 2005.

Le rivendicazioni ed i bisogni della popolazione della Val di Susa devono essere difesi e rispettati, così come devono essere difesi e rispettati i bisogni, le proposte e le soluzioni delle popolazioni di altre zone d’Italia che si oppongono
alla realizzazione di “grandi opere” e di infrastrutture inutili, costose e dannose e che rispondono solo alla logica del profitto.

Tutti a Torino il 17 dicembre 2005 per impedire la realizzazione della TAV e che la lotta della popolazione della Val di Susa sia svenduta.

L'altra Lombardia - SU LA TESTA

http://www.laltralombardia.it

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La Stampa falsifica gli eventi del corteo NO TAV Susa-Venaus!
by mk Saturday, Dec. 10, 2005 at 10:23 PM mail:

La Stampa falsifica ...
anarchici3.jpgrrqm1c.jpg, image/jpeg, 333x250

DA NON CREDERE (per modo di dire...): La Stampa falsifica completamente gli eventi del corteo di ieri Susa-Venaus!

Cliccando sul link: Gli scontri di ieri
http://www.lastampa.it/redazione/default.asp#
si può vedere una sequenza fotografica relativa alla grande manifestazione (qui definita "battaglia"...) di Venaus.
Chi vi ha partecipato non può non accorgersi della TOTALE FALSITA' di quanto riportato, dipendente dalla VOLUTA ERRONEITA' nella disposizione cronologica delle immagini (e del testo relativo)...al di là poi delle solite mistificazioni/generalizzazioni sugli "anarchici" veri o presunti (su questo stendiamo un velo pietoso, generalizzato a tutti i media nazionali).
Seguiamo dunque l'ordine della Busiarda (la Stampa):
- anarchici.jpg - Un nutrito gruppo di anarchici partecipa alla manifestazione: c'è molta preoccupazione per gli eventuali scontri già verificatisi in passato.
ANARCHICI? PUO' DARSI. VABBE'...
- anarchici2.jpg - Alcuni sindaci cercano di mantenere separato il fronte degli anarchici da quello della polizia.
SIAMO AI 'PASSEGGERI', OSSIA AL BIVIO POSSIBILE PER SCENDERE A VENAUS. UNO SCHIERAMENTO DI CARABINIERI SI TROVA POSIZIONATO PER BLOCCARE QUEL BIVIO.
*****************************************************
- anarchici3.jpg - Mentre si cerca il dialogo, alcuni manifestanti intenzionati allo scontro si attrezzano raccogliendo sbarre, bastoni, lamiere e altro materiale presente nelle zone limitrofe al cantiere.
ATTENZIONE: QUESTA FOTO E' RELATIVA ALL'ASSALTO AL CANTIERE DI VENAUS, QUINDI E' UNA FOTO DI PARECCHIO TEMPO DOPO! NON CI SI ERA ANCORA ARRIVATI AL CANTIERE! SONO DUE POSTI MOLTO DISTANTI TRA LORO! NESSUNO SI STAVA RIFORNENDO DI ARMI PER GLI SCONTRI AI 'PASSEGGERI', MA SI TRATTA DELLE "DEVASTAZIONI" FATTE IN SEGUITO AL CANTIERE.
**************************************************
- catena.jpg - Alcuni sindaci creano una catena sia come forma di protesta sia per evitare gli scontri con la polizia.
- scontri.jpg - Più tardi, nonostante la mediazione dei sindaci, gli scontri avvengono comunque.
SI', MA SIAMO ANCORA FERMI AI PASSEGGERI...

COME ULTERIORE PROVA (PER CHI NON C'ERA), BASTA CONSULTARE 'IL MANIFESTO' DEL 9/12:
ORE 11-11:30 SCONTRI AL BIVIO DEI 'PASSEGGERI'
ORE 13 ASSALTO AL CANTIERE DI VENAUS
CONCLUSIONE: I DUE LUOGHI E I DUE EPISODI NON C'ENTRANO NIENTE L'UNO CON L'ALTRO, MA LA STAMPA LI HA COLLEGATI FURBESCAMENTE PER DIMOSTRARE L'INDIMOSTRABILE...!

Un capitolo a parte andrebbe aperto infine sul concetto espresso riguardo alla immagine scontri2.jpg, ovvero: La gente della Valle si ribella contro i teppisti: "Piantatela, piantatela. Andate via di qui".
In pratica, molti valsusini sarebbero d'accordo con Pisanu...

"Nella ricostruzione degli scontri avvenuti ieri mattina, il Dipartimento di Pubblica sicurezza sottolinea: «I gravi incidenti registrati in Val di Susa durante la manifestazione di protesta contro i lavori per la linea ferroviaria Torino-Lione, sono dovuti esclusivamente a gruppi dell’estrema sinistra, dell’area antagonista e di quella anarco-insurrezionalista giunti da varie città italiane con il deliberato proposito di creare disordini, aggredire le forze di polizia ed occupare illegalmente le aree espropriate e destinate ai cantieri Tav».
Dunque, i «cattivi» sono stati solo gli anarcoinsurrezionalisti e gli antagonisti."
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/nordovest/200512articoli/818girata.asp

Valsusini miei cari, se davvero siete d'accordo con queste ricostruzioni (volutamente false) dei fatti, e magari sarete contenti nel veder finire qualche ragazzo "violento" (ma MAI qualche carabiniere o poliziotto...mi raccomando!) in galera...forse è giunta l'ora di svegliarsi e di cambiare idea! oppure vi lasceremo da soli, voi e la vostra lotta "localistica"...se siete convinti ancora che si tratti solo del vostro giardino.

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da PlanetMountain: Valle di Susa e Tav, dopo le cariche
by PlanetMountain Saturday, Dec. 10, 2005 at 10:39 PM mail:

Ritorniamo sulla protesta della Valle di Susa contro la TAV, dopo i fatti di Venaus dell'altra notte. Ci torniamo per la loro gravità e perchè crediamo che anche una rivista come la nostra, dedicata alla passione dell'andar per montagne, debba trattare di questi temi che sono strettamente legati all'ambiente, alla sua salvaguardia e al nostro futuro.

Dall'agenzia AGI: "Un corteo sta paralizzando la circolazione sull'autostrada A32, Torino-Frejus, in protesta contro i fatti capitati ieri a Venaus, in Valsusa. La manifestazione è stata decisa dopo un'assemblea tenuta questa mattina sempre in Valsusa. Il corteo è partito da Bussoleno, a poco più di otto chilometri da Susa, raggiungendo poi l'autostrada per il traforo del Frejus. (AGI)".

Dunque, dopo l'incredibile, assurda, carica della polizia (alle 3,30, in piena notte) di lunedì 6 dicembre, a Venaus in Valle di Susa. Dopo le manifestazioni (e i tafferugli) di ieri sera a Torino e Roma. Mentre tutti i partiti (con l'eccezione dei Verdi) continuano a ribadire l'importanza "strategica" della TAV e che perciò la linea ad alta capacità ferroviaria Torino-Lione 's'ha da fare'. Mentre tutto il centro sinistra condanna l'uso della forza, richiamando al dialogo con la popolazione e con i più di 40 sindaci che la rappresentano, in queste ore la lotta dei valsusini non s'è spenta, anzi...

Il 15 dicembre il ministro degli interni Pisanu relazionerà al Parlamento sulle cariche di Venaus. Intanto, non resta che constatare come la corda sia sempre più tesa, mentre la "concertazione", il dialogo con le comunità e i rappresentati della Valle per trovare una via d'uscita, suona sempre più come l'ennesima parola vuota e "fuori tempo" dei politici che la invocano...

Cosa si aspetta? Cosa s'è aspetatto? Possibile che quest'emergenza, questo grande problema degli abitanti della Val Susa (e non solo), sia solo una questione di forza pubblica? Come mai si è arrivati a tanto? E poi, ma è mai possibile che questa grande opera sia così fondamentale per il Paese, e che tutte le obiezioni degli abitanti della Valle di Susa siano tutte da scartare a priori come 'paure ingiustificate' o 'interessi locali'? Risposte sembrano non esserci, mentre i "tempi", le "priorità" e le "visioni" della politica continuano a restare a distanze siderali dai problemi del paese reale.


Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di Luca Mercalli (della Società Meteorologica Italiana) dopo gli scontri dello scorso 31 ottobre in Valle di Susa. Sì, perchè ieri non è stata la prima volta che la polizia è intervenuta. Evidentemente non bastava, e questa volta le cose sono andate ancora oltre...

Una testimonianza dalla Valle di Susa (31/10/2005)
di Luca Mercalli - Società Meteorologica Italiana

"Carissimi, è stata una giornata epica qui in Val Susa. Sembrava di essere tornati nel medioevo più oscuro (anzi, ora ci siamo dentro). Non solo per il cielo cupo e nebbioso particolarmente malinconico tra i castagni ingialliti alla base del Rocciamelone. Sono appena tornato dai luoghi di guerra civile e ho la nausea. Fortunatamente non per un pugno in pancia, ho evitato i manganelli portando in giro un collega giornalista della Radio Svizzera Italiana. Ma ho il vomito per quello che ho visto, indegno di un paese civile e democratico.

Oltre mille poliziotti, carabinieri antisommossa e finanzieri lanciati contro la gente comune, come se fossimo stati i peggiori delinquenti (quelli, invece, tranquilli agiscono impuniti... dove avete mai visto 1000 uomini in assetto di guerra, dico mille, fare un'operazione di polizia contro malviventi o truffatori?). Fin da ieri sera centinaia di persone, pensionati, studenti, di tutti insomma, hanno dormito nei boschi, braccati come fiere selvatiche, per essere pronti all'alba a fronteggiare le ruspe.

Così è stato, in mezzo ai boschi alle sei di stamattina sono arrivati i blindati, sembrava di essere a Baghdad. I Sindaci in prima linea, rappresentanti dei cittadini regolarmente eletti, presi a sberle dai carabinieri, con frasi del tipo: "Lei chi crede di rappresentare con quella fascia tricolore?" Altri presi a cazzotti e buttati a terra, gente con le mani alzate e disarmata, che ribadiva la protesta PACIFICA, spostata di peso dai prati espropriati. Vigili urbani che proteggevano i propri concittadini ARRESTATI (e poi rilasciati) dalla polizia di stato: ma come, Stato contro Stato? Chi è più ufficiale? Un pubblico ufficiale che difende il suo territorio dall'arroganza e dalla rapacità delle lobby cementiere o gli agenti aizzati da Roma dal ministro-talpa Lunardi?

Eppure le interviste che abbiamo raccolto erano di una maturità sorprendente: manifestanti maturi e competenti, gente che citava Gandhi e il picco del petrolio. Gente che si chiedeva cosa mai dovremo trasportare tra vent'anni sui questi treni super-iper-mega, quando non si fanno funzionare decentemente nemmeno quelli che abbiamo ora. Gente che chiedeva di impiegare 15 miliardi di euro non per bucare un'ennesima volta le Alpi, ma per gli ospedali, per le energie rinnovabili, per il risanamento ambientale.

Tanto per fare esercizi di termodinamica della follia: 15 milioni di metri cubi di roccia estratta dalla galleria di 54 km sotto il Moncenisio non sanno dove metterli. Ecco la brillante soluzione pensata dai progettisti: l'imbocco del tunnel è a circa 600 m, a 2000 m c'è la cava dalla quale fu prelevato il pietrisco per la costruzione della diga del Moncenisio nel 1968. Dunque, riempiamo la cava con lo smarino e il gioco è fatto! Con un nastro trasportatore lungo 16 km eleviamo rocce della densità di 2500 kg/mc su 1400 m di dislivello. Solo la deriva dei continenti è capace di tanto, ma lavora con incrementi di 1 mm all'anno. Capite cosa_vuol dire il delirio dell'energia facile? E noi stiamo qui a pensare di risparmiare pochi miseri watt isolando il tetto o andando sul motorino elettrico...

I vecchi della montagna, fermi di fronte ai blocchi della polizia, dicevano che sono passati solo 60 anni da quando le bande partigiane facevano gli stessi sentieri inseguite dai tedeschi. Pensate a queste cose quando tra tre mesi vi presenteranno la Val di Susa imbellettata per le olimpiadi invernali.

Boh, ora sono troppo scosso per proseguire, rischio di scrivere stupidaggini. Ne riparleremo a sangue meno bollente. Grazie per i vostri messaggi di solidarietà..."

Luca Mercalli

http://www.planetmountain.com/home.html?-database=Mnetnews&-layout=scheda&-response=%2fNews%2fDetail1.html&-recordID=34988&-search


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Grande onore ai Valsusini!!!
by Domenico Schietti Sunday, Dec. 11, 2005 at 11:15 AM mail:

Grande onore ai Valsusini!!!

I giornali hanno ripreso a dare notizie. E' finito lo sciopero di due giorni. Parlano nuovamente della probelamtica TAV e liquidano tutto con un fin troppo facile: "l'opera si farà nel rispetto dell'ambiente in accordo con le comunità locali", la versione di Fini e del governo. "I sindaci spiegheranno alla popolazione gli accordi convenuti". I sindaci sembrerebbe non abbiano convenuto niente e che abbiano ribadito che l'opera non si farà. Niente tunnel.

Credo che siamo di fronte a due modi di vedere il mondo: uno a misura di politico e l'altro a misura di essere umano.

(segue articolone)

Dopo anni e anni di lotte nonviolente di una piccola elite della società a difesa dei diritti umani, dell'ambiente e del futuro siamo di fronte ad una svolta. In Val di Susa non ci sono pochi eroici volontari che dedicano la loro vita a spiegare alle popolazioni il rischio di un progresso insensato che ci sta portando all'autodistruzione. A Venaus non c'è un folle legato ad una sequoia che spiega alla California una politica ambientale sensata. A Susa non c'è un tavolino di 3-4 simpatici e colorati ragazzi con dei volantini sgualciti che provano a spiegare a mamme e nonni l'estinzione di massa ed il climate change. A Oulx non c'è uno striscione di 3 pazzi che si sono appesi ad una montagna pur di farsi ascoltare per spiegare che siamo oltre il limite di non ritorno. E non è una raccolta fondi per alcune vittime ( 6 miliardi) della globalizzazione ridotte in miseria dagli interessi nazionali o dalle politiche globali del nuovo ordine mondiale. E non si tratta neanche di uno scienziato che prende la parola ad un convegno provando a spiegare la sindrome dell'isola di Pasqua, il picco del petrolio, il fattore umano e la fisica quantistica .

Siamo di fronte ad un fenomeno nuovo. Si pensava che non sarebbe più stata colmabile la distanza tra evoluzione delle problematiche e consapevolezza popolare. Si pensava che saremmo andati dritti dritti fino alla fine del mondo in balia di politici, economisti e analfabeti funzionali. E invece no!

La popolazione della Val di Susa compatta, unanime, consapevole, cosciente, libera, riflessiva, nonviolenta, democratica, civile ed orgogliosa ha preso per prima a livello mondiale nuovamente in mano il proprio destino.

Einstein diceva: "Avrai veramente capito qualcosa quando sarai riuscito a farla capire anche a tua nonna". E qui in Val di Susa han capito tutto anche i bisnonni e forse anche i morti. I più intelligenti del mondo, i primi ad essere arrivati con tutto il popolo alla visione del nuovo mondo.

E' una rivoluzione più grande di quella francese, di quella russa, di quella indiana e di quella sudafricana.

Sono il primo popolo che si è liberato dal risentimento verso la Dio, la natura ed i propri simili e che lucidamente sta cercando di conciliare salute, educazione, progresso, ambiente, nonviolenza, diritti, democrazia, globalizzazione e libertà.

I Valsusini sono i primi ad essere arrivati sul traguardo della globalizzazione cosciente. Sono il primo popolo ad essere ritornato sul pianeta terra dopo lo sbarco di massa del 69 sulla Luna.

Siamo di fronte a due visioni del mondo.

-Una antica legata a valori e ideali di un mondo antico che ci hanno permesso di arrivare con la nostra specie fin sulla Luna ma che purtroppo non sono più validi e appplicabili in un mondo tecnologizzato pena l'autodistruzione e l'estinzione. La sopravvivenza, l'orgoglio, la violenza, il potere, la sofferenza, la paura, gli eserciti, il controllo, la guerra, la fatica, la schiavitù, i dittatori, gli imperi, le religioni, il capitale e le ideologie.

-L'altra che vede finalmente l'applicazione del metodo scientifico alle problematiche e che cerca soluzioni esistenziali accettabili unanimamente. La qualità della vita, la nonviolenza, la pacificità, la democraticità, la partecipazione popolare, la solidarietà, il rispetto, la coscienza, le prove scientifiche, il lavoro d'equipe, la tecnologia, l'impatto ambientale, la serenità, l'intelligenza, la comunicazione, l'allegria ed il futuro.

In Val di Susa l'essere umano è tornato a far parte dell'ecosistema Terra in maniera cosciente. Il primo popolo del futuro, gli unici in tutto il mondo a non essere violenti, autodistruttivi ed estremisti.

Grande onore ai Valsusini!

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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GUARDA LE FOTO "NO TAV" ..
by 8 Dicembre 2005 Sunday, Dec. 11, 2005 at 11:16 AM mail:

http://www.notav.it/images/Venaus/8dicembre2005/8dicembre.html


http://www.notav.it

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La lunga notte di Pisanu - La Carica della Polizia in Val di Susa - Filmato di Arcoiris.tv
by UomoLudo Sunday, Dec. 11, 2005 at 3:34 PM mail:

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=viewdownload4
questo è il link per il filmato della carica della polizia in Val di Susa nella notte fra il 5 ed il 6 dicembre.
tutti i formati disponibili. anche download in alta definizione.

unica via è la non-violenza.
La vita è solo un sogno dal quale prima o poi tutti ci risveglieremo.

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Manifestazione No Tav a Chambery
by Solidarité avec le Val de Suse Sunday, Dec. 11, 2005 at 6:53 PM mail:

Manifestazione No Tav a Chambery nella mattinata di sabato 10 dicembre organizzata dal gruppo locale della Federation Anarchiste, dal gruppo "Acratie" e dal sindacato libertario CNT.
Il presidio con volantinaggio ed esposizione di striscioni e bandiere ha suscitato l'interesse dei passanti.
Di seguito il volantino distribuito per l'occasione.

Solidarité avec le Val de Suse

La Fédération Anarchiste de Chambéry, le Groupe Acratie et la CNT Savoie
soutiennent la lutte engagée par les habitant-e-s du Val de Suse. Ce
rassemblement a pour objectif d’exprimer notre entière solidarité avec les
opposant-e-s au TGV Lyon-Turin, qui subissent la répression étatique de plein fouet.

Depuis des années, les habitant-e-s du Val de Suse (vallée du Piémont) s’opposent massivement au projet de nouvelle ligne TGV Lyon-Turin qui inclut un tunnel de 52 km entre Saint Jean de Maurienne et Suse. La mobilisation s’est amplifiée ces derniers mois pour empêcher le démarrage du chantier de la
première galerie de reconnaissance côté italien. Plus de 80 000 manifestants le 16 novembre !

Depuis le 29 novembre, le village de Venaus, où doit commencer le chantier,
a été investi par 5000 personnes pour empêcher le début des travaux. Face à
eux, « les forces du désordre », en nombre, ont tenté en vain de les déloger
jusqu’au mardi 6 décembre. Ce jour là, à 3h30 du matin, la police est
intervenue avec sa brutalité habituelle pour détruire le camp de résistance,
entraînant une vingtaine de blessés dont plusieurs assez gravement touchés,
évacués à l’hôpital. Les habitant-e-s ont alors cessé le travail et ont bloqué les routes et les trains toute la journée. Depuis, la résistance n’a pas faibli, malgré la militarisation de la vallée, et le 6 décembre, 30000 manifestants ont réussi à réoccuper le site de Venaus. Chaque jour de lutte est un pas de plus vers l’abandon de la nouvelle ligne Lyon-Turin.

Le Lyon-Turin est un projet pharaonique (au moins 13 milliards d’€uros)
désastreux pour l’environnement et la vie dans des vallées déjà surchargées
d’infrastructures. Le chantier durera 20 ans avec son cortège de camions
supplémentaires et l’extraction de matières polluantes (uranium, amiante).
C’est un projet qui s’intègre à l’Europe des capitalistes où le transport de
marchandises ne fera qu’augmenter pour produire au moindre coût, à travers
toute l’Europe, et augmenter les profits du patronat.
Le Lyon-Turin nous montre également que les Etats et leurs représentants
locaux ont comme seul objectif de satisfaire le système capitaliste, qui les en remercie grassement, au détriment de gens surexploités d’un côté et crevant de la pollution de l’autre, tout en subissant les délocalisations de
production. Les coups de matraque et l’occupation policière, voilà le vrai
visage de l’Etat, voilà sa réponse aux luttes populaires !

En favorisant les lignes ferroviaires existantes qui traversent les Alpes,
en les développant et les adaptant, le ferroutage tant annoncé peut se
développer dès aujourd’hui pour sauver des vallées asphyxiées par les camions.
L’urgence d’un transfert de la route sur le rail, c’est aujourd’hui et pas dans 15-20 ans ! Encore faut-il qu’il y ait une réelle volonté politique, alors que le fret SNCF est en constante diminution et que le lobby routier est tout puissant.

Pour empêcher les productions et les transports inutiles, réévaluons nos
besoins réels. Favorisons également la production locale et sa consommation sur place, qui limitera les transports.
Il s’agit donc bien de reprendre nos vies en main, en reprenant le contrôle
des modes et des choix de production, de transport et de distribution, en les
gérant directement, ici comme ailleurs.

La lutte engagée dans le Val de Suse est aussi la nôtre
Solidarité face à la répression !
Non au Lyon-Turin ! NO TAV !




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_______________________________________________
Contropotere mailing list
Contropotere@inventati.org
https://www3.autistici.org/mailman

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La TAV non si farà! Il popolo NOTAV.
by Domenico Schietti Tuesday, Dec. 13, 2005 at 11:48 AM mail:

I giornali on line tacciono e relegano il problema TAV fra le notizie di ieri. Non ci sono noitizie chiare. Solo un comunicato ufficiale dei Comitati AntiTAV che dice:

Comunicato stampa
Oggetto: convocazione manifestazione no tav del 17 dicembre
L’assemblea del popolo no tav riunitasi a Bussoleno il 12 dicembre 2005 alle ore 18 all’unanimità ha indetto una giornata di lotta che comincerà alle ore 14 con il concentramento alla stazione di porta susa da cui partirà alle ore 15 il corteo in direzione del parco della Pellerina, dove è previsto uno happening no tav con diverse figure dello spettacolo. Determinati e pacifici porteremo a Torino le ragioni del no tav.

Sembrerebbe che i sindaci giustamente abbiano voluto togliersi dal trono di re del movimento e lasciare che sia il popolo a condurre l'evolversi dei fatti.

I sindaci sono tornati ad essere solo i rappresentanti istituzionali dei paesi valsusini? Hanno come tutti libertà di parola all'interno del movimento NOTAV ma non ne sono i leader? La loro opinione torna a valere 1 come quella di tutti gli altri?

Sembrerebbe di sì. Non ho mai amato i movimenti guidati da leader. I pastori che conducono il gregge, i comandanti che guidano gli eserciti, i presidenti di aziende con migliaia di lavoratori ridotti in schiavitù che silenziosamente devono ubbidire.

Manca a questo punto la figura del portavoce. Non si sa chi sia a parlare ufficialmente a nome dei NOTAV ai media ed alle istituzioni. Sicuramente essendo che i sindaci non sono più i leader non si tratta più di una rivolta istituzionale di una provincia dello stato contro lo stato. Non si tratta più di una insurrezione localista contro il governo centrale.

La partecipazione di personaggi dello spettacolo di valore internazionale e premi nobel alla manifestazione di sabato ribadisce questo concetto. IL MOVIMENTO NOTAV è dicentato un fenomeno a livello nazionale con possibile rapida ripercussione a lvello internazionale.

Alla manifestazione del 17 giungeranno infatti anche piccole delegazioni di movimenti analoghi dall'estero.

Tutto potrebbe apparire più confuso. A chi è abituato a strutture rigide come la Chiesa Cattolica, la dittatura cubana, il governo cinese, la CIA, l'esercito degli stati uniti, banche e società multinazionali dove il capo funge da dittatore assoluto e tutti devono ubbidire pena punizioni tremende sembrerà come che abbia vinto l'anarchia.

Invece no. Ha vinto la coscienza popolare, ha vinto la responsabilità di ciascuno di fronte a se stesso , di fronte ai propri fratelli notav e di fronte agli altri, media e istituzioni comprese. Ha vinto la democrazia, la civiltà, la nonviolenza.

Ha vinto il popolo NOTAV.

Il NOTAV non è più un fenomeno popolare spontaneo valsusino, ma un fenomeno popolare spontaneo internazionale.

Domenico Schietti
Un Mondo a Misura di Bambino
http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/

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Approfondimenti, video, audio, pdf
by guardabassi.it Tuesday, Dec. 13, 2005 at 5:22 PM mail:

Per avere molti spunti di riflessione, leggendo, guardando, ascoltando. Vai su http://www.guardabassi.it

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la lotta alla tav attraverso i blog
by redbeppeulisse Wednesday, Dec. 14, 2005 at 11:02 AM mail: useppescano@virgilio.it

seggnalo questi due blog riocchi di link e documenti
http://notavdocumenti.splinder.com
http://notavinvalsusa.splinder.com

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correzione url del post precedente
by redbeppeulisse Wednesday, Dec. 14, 2005 at 11:17 AM mail: useppescano@virgilio.it

l'url del primo blog è questo http://notavinvallesusa.splinder.com

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è arrivata una mail molto esplicativa
by ferro gianni Wednesday, Dec. 14, 2005 at 11:49 AM mail: ferro_gianni@tiscali .it

Date: Mon, 12 Dec 2005 14:23:35 +0100
Subject: NO TAV


Vi prego di far girare il più velocemente possibile questa notizia
ai vostri indirizzari per "rompere" la cortina "fumogena" sparsa dalla
censura dei mezzi di informazione tv sulla situazione in val di Susa.
Li c'è gente che se la Alta Velocità va avanti rischia la vita per
l'amianto mentre lo spreco di soldi per un'opera inutile riguarda
tutti. Sosteniamoli almeno facendo girare l'informazione.

Leggete questo documento fino in fondo. Non vi chiedo che pochi minuti
del vostro tempo.

Scrivo
queste poche righe con l'unica intenzione di portare a conoscenza una
situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.
Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza
organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).
Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e
comunque motivati solamente dal fatto che "gli passa il treno sotto
casa". Nella manifestazione di giugno c'erano 30000 persone (in tutta la
Val Susa ci sono 50000 abitanti).
Non posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi
veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:

1.. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste
già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il
traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.
2.. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun
vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I
treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea
storica con i tempi di percor! renza attuali.
3.. Nel tratto montano (e quindi da! Torino alla Francia), comunque non
sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno
montano non la rende possibile.
4.. L'amianto sotto al Musinè c'e' veramente (è già ampiamente
dimostrato), e nei progetti non c'è il minimo accenno ad un piano di
messa in sicurezza dell'amianto estratto (è previsto semplicemente uno
stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della
ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di
Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di
anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo
l'inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il
tempo di vita medio è di 9 mesi.
5.. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe
parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l'opera è bloccata in
tutti i suoi aspetti.
6.. Finanziariamente è un disastro annunciato:
perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni
3 minuti, 24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato
si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta
è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella
finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per
le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l'opera sono i
finanziamenti europei.
7.. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi
(mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell'onorevole ad una
persona del genere) questo documento diverrebbe troppo lungo. Dico solo
che l'appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di
euro) è stato vinto da una ditta francese che l'ha subbappaltato alla
francese RockSoil, di proprietà della Signora Lunardi.
la http://www.rocksoil.com/ e' intestata alla moglie di Lunardi, ma il
nostro "Onorevole" nonche' Ministro della Repubblica non si e' nenche
preoccupato di rimuovere le proprie "tracce" dal sito:
http://www.rocksoil.com/index3.html (leggete la relazione del Ing. Pietro
Lunardi su come si costruiscono i Tunnels come quello della Val di Susa ...)

Forse ora è più chiaro e motivato perchè nelle proteste dei ValSusini
sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di
tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di
appartenenza.

Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la
tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano
(nonostante quanto riferito dai media). L'unico obiettivo di chi il TAV
lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei
per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire
che i lavori sono iniziati.

La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra:
l'opposizione è trasversale, ed ogni persona di buon senso che sia
informata sul problema non ha difficoltà a capire le nostre ragioni. Il
problema è che la voce dei NoTav ciene puntualmente soffocata dai media,
per la grande quantità dei finanziamenti europei in gioco. Personalmente
penso che anche i più accesi interessati questo lo sappiano benissimo, e
dell'opera non gli importi proprio nulla. L'unica loro preoccupazione è
farsi rigirare nelle loro casse i soldoni europei.

Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente,
ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi
anche dal altre fonti indipendenti. Purtroppo il quotidiano La Stampa ed
il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di informazione che si
sono rivelati più corrotti e di parte, non solo nei commenti alle notizie
ma anche nel continuo riportare notizie false. Qualche anno fa è venuta
una troupe di Report diversi giorni in valle a fare un servizio sul
problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il
giornalista è stato quasi licenziato.

Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma
prevalentemente di informarvi. Se credete che le informazioni di questo
messaggio siano false, vi invito a verificarle. Penso che poi la
convinzione venga da sola.

Vi prego di inoltrare questo documento al maggior! numero di persone
possibile.

Un normale cittadino che crede ancora nella democrazia

--- Fine del messaggio allegato ---

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CORTEO A TORINO CONTRO IL TAV :
by Blackout Wednesday, Dec. 14, 2005 at 8:11 PM mail:

Corteo a Torino contro il TAV, dalla stazione di Porta Susa (TO), concentramento ore 13:00 partenza del corteo ore 14:00 circa...

RADIO BLACKOUT 105.250 Fm (0115806888)

http://www.ecn.org/blackout

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La RDBCUB Vigili del Fuoco aderisce alla Manifestazione del 17 a Torino
by Consiglio Naz.le RDBCUB -VV.F: Thursday, Dec. 15, 2005 at 10:02 AM mail:




I POMPIERI SEMPRE DALLA PARTE GIUSTA

MANIFESTAZIONE NO TAV 17 dicembre ’05

Il Consiglio Nazionale della Rappresentanza Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco, riunitosi in data odierna presso la sede della Federazione Nazionale RdB/CUB, ha deciso di essere presente con una propria delegazione alla manifestazione di Sabato 17 dicembre a Torino indetta dal movimento contro la T.A.V.
Oltre al sostegno alla gente della Val Susa, già dimostrata in occasione dello sciopero generale di valle del 16 novembre u.s., i pompieri vogliono dare una secca risposta del sindacato di base ai governi centro-destri e centro-sinistri che vogliono far passare i Vigili del Fuoco dall’altra parte delle barricate, a fare ordine pubblico, poichè tutto questo non compete loro in quanto sono e sempre saranno dalla parte della gente come è successo a Genova al G8.
Concentramento alla stazione di Porta Susa alle ore 14 da cui partirà alle ore 15 il corteo in direzione del parco della Pellerina, dove è previsto uno happening no tav con diverse figure dello spettacolo.

il Coordinamento Nazionale
RdB-CUB PI Settore Vigili del Fuoco

Roma - 14/12/2005
n. articolo: 1799

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CI SONO TUTTE LE INTERVISTE E I FILMATI NO TAV - COMPRESO L'INTERVENTO DI FASSINO
by NAMIR Thursday, Dec. 15, 2005 at 10:55 AM mail:


IN QUESTA PAGINA WEB POTETE LEGGERE GLI INTERVENTI LE FIRME CONTRO LA TAV - VEDERE I FILMATI - ASCOLTARE LE INTERVISTE - - COMPRESO L'INTERVENTO DELLA SINISTRA AD OPERA DI PIERO FASSINO NATO IN VAL DI SUSA.


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PM Laudi sempre lui
by antifa' Thursday, Dec. 15, 2005 at 4:22 PM mail:

il PM laudi interviene ancora sulla TAV e lo fa' ponendo sotto sequestro l'area di venaus

----

Da una notizia su indy ho appreso che il PM laudi ha posto sotto sequestro l'area di venaus e l'ha affidata in custodia alle ditte/cooperative che devono fare i lavori in quell'area.
La notizia la trovate all'indirizzo: (che e' poi una notizia ansa)
http://italy.indymedia.org/news/2005/12/942836_comment.php#942937

Il PM laudi e' stato quello che ha portato avanti l'inchiesta sugli attentati ai cantieri TAV che sono avvenuti in val di susa nel lontato 1998, e chidendo poi l'arresto di tre compagni anarchici di torino Silvano Pellissero, Edoardo Masseri detto Baleno e Maria Soledad Rosas detta Sole, di cui due di questi non vivo piu' Sole e Baleno perche' uccisi dallo stato. Baleno uccisosi in carcere e Sole ucisasi in comunità.

Per maggiori info sulla vicenda potete visitare questi indirizzi:

http://www.triburibelli.org/sito/modules/news/article.php?storyid=910

http://www.spintadalbass.org/storia.htm
(a me me l'ho apre bene con explorer)

http://italy.indymedia.org/archives/archive_by_id.php?id=1334&category_id=6

Ci vogliono morti
Perché siamo i loro nemici
E non sanno che farsene di noi
Perché non siamo i loro schiavi
Soledad

Senza memoria non c'e' futuro

SOLE, BALENO QUESTO E' GARANTITO NIENTE NESSUNO RESTERA' IMPUNITO

LAUDI BOIA

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Dai domiciliari su Venaus
by TuttoSquat -Torino- Thursday, Dec. 15, 2005 at 7:18 PM mail:

Dai domiciliari su Venaus

Davanti a ciò che è successo stanotte non posso fare altro che
arrabbiarmi ancora di più, anche per l'impossibilità (imposta dagli
arresti domiciliari che durano da oltre 4 mesi) di portare fisicamente
la mia solidarietà alla popolazione valsusina contraria al TAV.

Una "piccola" DIAZ su a Venaus nel cuore della notte, blitz delle forze
dell'ordine così infame quanto brutale che riporta indietro di non
troppi anni ai giorni di sangue genovesi del G8.

Un'azione repressiva, dopo le ennesime offese alla gente valsusina da
parte del ministro dei trasporti Lunardi - ministro di un governo
fascista.

Un governo che, con l'aiuto di polizia, carabinieri, digos, dà ancora
prova della sua forza repressiva, mentre un fotografo, Mario
Solavaggione, è finito a terra ed ha riportato una forte distorsione a
una caviglia, dove davanti all'evidente e massiccia mobilitazione
popolana valsusina (pacifica e democratica), usa la maniera democratica
che più conosce e che più gli riesce meglio: la violenza di stato che
democraticamente colpisce tutti !!

La violenza che giornali e televisioni hanno declamato da tempo, che
non c'è mai stata da parte dei valsusini, come blocchi o presidi sia
opera da attribuire a fantomatici eversivi e non vedere quello che è
veramente - un movimento popolare.

E' uscito un pò di tutto in questi ultimi tempi: fantomatici volantini
scritti da chissà quale mano questurina, bombe pacco ad alto scoppio
mediatico, infami accuse di Custodero su Repubblica a Silvano
Pellissero.

E davanti all'evidenza, anche questa volta, lo stato con una missiva
del viminale minimizza, si complimenta e precisa che nessuna carica è
stata effettuata, niente o poco è successo, contrariando persino le
immagini televisive dei vari tg nazionali di mezzogiorno.

Lo stesso repertorio usato a Genova prima e dopo la morte di Carlo
Giuliani.

La vergogna non ha fine, sul Fenix capeggiava "Lo stato uccide", per
chi della valle aveva ancora qualche speranza nelle istituzioni credo
che si dovrà ricredere.

E' proprio quello stato che uccide non solo fisicamente, ma anche
ideologicamente, le pratiche di lotta e di rivolta sociale, sia essa
pacifica o meno.

Queste sono parole di getto, scritte da una persona che non può
condividere questo momento - ma che è vicino a voi.

Sono solidale con la popolazione e con ogni forma di protesta contro
l'ennesimo atto repressivo.

E' ora di dargli una risposta.

E' ora che se la suchino un pò!

Liberi tutti NO TAV!!

Yashin Il Purti

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TAV: MANIFESTAZIONE NO-GLOBAL DAVANTI SEDE CMC RAVENNA
by reporter Friday, Dec. 16, 2005 at 7:22 PM mail:

Ravenna, 19:07

TAV: MANIFESTAZIONE NO-GLOBAL DAVANTI SEDE CMC RAVENNA

Un nutrito gruppo di disobbedienti e no-global - circa 150, guidati da Luca Casarini - hanno manifestato oggi pomeriggio davanti alla sede della CMC di Ravenna, la Cooperativa Muratori e Cementisti che si e' aggiudicata l'appalto per l'esecuzione dei sondaggi e dei rilevamenti idrogeologici in Val di Susa, propedeutici all'avvio dei lavori dell'Alta Velocita'. I manifestanti recavano striscioni NO-TAV; su uno c'era scritto "Cooperative rosse di vergogna". Una delegazione guidata da Casarini e' stata ricevuta poi al direttore della stessa CMC, Matteucci, al quale e' stato chiesto di fare una "obiezione di coscienza" come cooperativa. La manifestazione si e' conclusa senza incidenti.




http://www.repubblica.it


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DALLA COLOMBIA DICIAMO NO AL TAV ED ALLA REPRESSIONE IN VAL SUSA!!!
by Nuova Colombia Friday, Dec. 16, 2005 at 8:15 PM mail:

DALLA COLOMBIA DICIAMO NO AL TAV ED ALLA REPRESSIONE IN VAL SUSA!!!

Dalla Colombia diciamo no al TAV ed esigiamo la cessazione della repressione nella Valle di Susa, in Piemonte, Italia.

Nella Val di Susa, le organizzazioni sociali e politiche vengono esigendo lo smantellamento immediato del megaprogetto del Treno ad Alta Velocità (TAV), che istituzioni e multinazionali italiane e francesi pianificano di realizzare al fine di creare un nuovo corridoio transalpino per il trasporto delle merci.

Il TAV perforerà le montagne di questo bel posto della cordigliera delle Alpi e costruirà enormi infrastrutture dal devastante impatto ambientale. Alcune delle conseguenze per le decine di migliaia di suoi abitanti saranno lo sfollamento dalle loro terre e case, prodotto dall’imposizione militare dei cantieri, la distruzione dell’ambiente e la contaminazione di acque, terre e boschi causata dalla diffusione -per colpa dello squartamento delle montagne- delle fibre di amianto.

Nelle ultime settimane la situazione in Val di Susa si è aggravata, e l’area è stata militarizzata con centinaia di poliziotti per reprimere la mobilitazione permanente contro i cantieri.

Gli scontri, i blocchi stradali e le manifestazioni continuano nonostante la violenza ufficiale e la neve, e la gente non cessa di mobilitarsi notte e giorno per impedire che i lavori di distruzione del loro habitat abbiano seguito.

Dalla Colombia, esigiamo dallo Stato italiano lo stop immediato della repressione e manifestiamo la nostra solidarietà internazionalista con il popolo e le organizzazioni italiani che lottano contro la distruzione della natura, portata avanti solo per incrementare l’accumulazione ed i profitti capitalistici delle multinazionali.

Compagni, non un passo indietro!

Con voi,

- Associazione Contadina della Valle del fiume Cimitarra (ACVC)
- Associazione Contadina d’Arauca (ACA)
- Unione Sindacale Operaia (USO) di Barrancabermeja
- Scuola di Formazione Popolare “Sandra Rondón Pinto”
- Studenti di Barrancabermeja
- Associazione Regionale per la Difesa dei Diritti Umani (CREDHOS)
- Agenzia di Stampa Rurale


Barrancabermeja, Colombia, 14 dicembre del 2005


Traduzione a cura dell’Associazione nazionale Nuova Colombia

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OCCUPATA SEDE CMC RAVENNA :
by Guai a chi trivella Friday, Dec. 16, 2005 at 8:16 PM mail:

TAV: MANIFESTAZIONE NO-GLOBAL DAVANTI SEDE CMC RAVENNA =
(AGI) - Ravenna, 16 dic. - Un nutrito gruppo di disobbedienti e no-global - circa 150, guidati da Luca Casarini - hanno manifestato oggi pomeriggio davanti alla sede della CMC di Ravenna, la Cooperativa Muratori e Cementisti che si e' aggiudicata l'appalto per l'esecuzione dei sondaggi e dei rilevamenti idrogeologici in Val di Susa, propedeutici all'avvio dei lavori dell'Alta Velocita'. I manifestanti recavano striscioni NO-TAV; su uno c'era scritto "Cooperative rosse di vergogna". Una delegazione guidata da Casarini e' stata ricevuta poi al direttore della stessa CMC, Matteucci, al quale e' stato chiesto di fare una "obiezioni di coscienza" come cooperativa. La manifestazione si e' conclusa senza incidenti. (AGI) Mir/Cli 161902 DIC 05 NNNN


TORINO LIONE: OCCUPATA A RAVENNA SEDE COOPERATIVA CMC =
PRESENTI ESPONENTI MOVIMENTI NORDEST Trieste, 16 dic. - (Adnkronos) - Circa 200 persone stanno occupando a Ravenna la sede della Cooperativa Muratori Cementisti. Lo rende noto il consigliere regionale dei Verdi del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Metz, presente sul posto insieme ad altri esponenti politici e dei movimenti del Nordest fra cui Luca Casarini e Beppe Caccia.
''La protesta in corso - spiega al telefono Metz - e' presso una cooperativa, una coop 'rossa' aderente alla Lega delle Cooperative, di cui quattro tecnici la mattina dopo lo sgombero di Venaus sono entrati scortati dalla polizia e con il passamontagna nei cantieri della Tav.
Una coop 'rossa' dovrebbe porsi dei dubbi - sostiene Metz - ha una storia ed un etica diversa da una multinazionale, non si puo' lavorare ad ogni costo mentre la gente della Val di Susa viene massacrata. Noi oggi siamo qui a chiedere il conto'' ha aggiunto il consigliere, stigmatizzando poi in generale il fatto che ''ci sono anche cooperative che costruiscono Cpt.'' (Neb/Gs/Adnkronos) 16-DIC-05 16:00 NNNN


TAV: BLITZ DEI NO-GLOBAL ALLA CMC DI RAVENNA (3)
(ANSA) - BOLOGNA, 16 DIC - ''I manifestanti erano 150 - ha spiegato Gian Marco De Pieri, esponente dei disobbedienti bolognesi - e' c'e' stato anche qualche momento di tensione quando abbiamo cominciato a 'ricolorare' l'azienda''. Tensione che - ha aggiunto De Pieri - si e' sciolta via via: ''abbiamo fatto anche una sorta di assemblea con i lavoratori, sopratutto con i tecnici che hanno ascoltato le nostre posizioni. C'e stato anche un corteo interno e un incontro con il presidente della Coop. Ognuno ha ribadito le proprie ragioni, con l'impegno di continuare la discussione''.
Un'ultima azione simbolica e' stata compiuta all'uscita: ''Abbiamo 'sigillato' - ha riferito ancora De Pieri - il cancello di ingresso con catene, lucchetti e anche con la fettuccia bianca e rossa, replicando i sigilli ai terreni dei cantieri dell'alta velocita' poi affidati alla Cmc''. Alla presidenza e' stata anche consegnata, ha riferito sempre De Pieri, una 'raccomandata con ricevuta di ritorno' nella quale si spiegano i motiv dell' opposizione all' opera. ''Vi chiediamo di porvi un dubbio, un ulteriore domanda sulla legittimita' di una simile opera e vi chiediamo di ritirarvi, di abbandonare il progetto, di dire che non vi interessa piu' partecipare a questa guerra in Val di Susa. Perche', a volte, ritirarsi non significa tornare indietro ma ricominciare'', e' la conclusione del messaggio. (ANSA).
BS-CST 16-DIC-05 19:26 NNNN

( ER) TAV/VAL SUSA. CONCLUSA INIZIATIVA DISOBBEDIENTI A CMC=
(DIRE) - BOLOGNA- L'iniziativa dei Disobbienti alla Cmc di Ravenna (l'azienda che ha in appalto la realizzazione del tunnel dell'alta velocita' a Venaus in Val di Susa) si e' conclusa oggi pomeriggio dopo un incontro con il presidente della cooperativa Massimo Matteucci. Secondo quando riferiscono i Disobbedienti, Matteucci "si e' impegnato a valutare la possibilita' di un incontro con i soci e il Cda e di incontrare una delegazione dei 'No Tav' della Val di Susa per portare avanti un confronto". Per i No Global l'esito dell'iniziativa e' soddisfacente "e quindi sono state tolte le catene e i sigilli e si e' posta fine all'occupazione. E' un primo passo per poter sollevare il problema con l'azienda appaltatrice che aveva sempre scaricato ogni responsbilita' etica e morale".
(Com/Red/ Dire) 19:56 16-12-05 mac NNNN

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Contro l’alta voracità
by RdB-CUB Friday, Dec. 16, 2005 at 10:59 PM mail:

Contro la militarizzazione del territorio Contro l’alta voracità Manifestazione a Torino Sabato 17 dicembre Porta Susa ore 13,00


L'assemblea del popolo NO TAV riunitasi a Bussoleno il 12 dicembre 2005 alle ore 18,00 all'unanimità ha indetto una giornata di lotta che comincerà alle ore 13,00 con il concentramento alla stazione di Porta Susa da cui partirà alle ore 14,00 il corteo in direzione del parco della Pellerina, dove è previsto uno happening NO TAV con diverse figure dello spettacolo.

Determinati e pacifici porteremo a Torino le ragioni del NO TAV.

Il movimento NO TAV

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Al pesante sgombero del presidio permanente di Venaus, l’intera Valle di Susa ha risposto con scioperi spontanei, mobilitazioni e blocchi stradali e ferroviari, culminati, nel corso della manifestazione dell’8 dicembre, con la liberazione di Venaus.

La protesta nei confronti del progetto TAV dilaga, coinvolgendo località lontane dalla Valle, ma caratterizzate da situazioni analoghe, e tutte le lavoratrici e i lavoratori consapevoli che il treno ad alta voracità è solo un aspetto dell’attuale attacco alle libertà, ai diritti, alla qualità dei servizi sociali.

Se il governo pensa di imporre la propria volontà riducendo la vertenza ad una questione d’ordine pubblico si sbaglia di grosso.

In tutto il territorio provinciale, regionale e nazionale cresce, infatti, la solidarietà nei confronti degli abitanti della Valle di Susa, solidarietà che troverà modo di manifestarsi, in primo luogo, con il boicottaggio dei Giochi Olimpici se le richieste della popolazione non troveranno una risposta accettabile.

La CUB ritiene necessario sostenere e allargare la mobilitazione sino, se necessario, all’indizione di uno sciopero generale nazionale:

contro la militarizzazione del territorio;

contro le grandi opere faraoniche e nocive che sottraggono risorse ai servizi sociali;

contro la devastazione dell’ambiente e per un modello di sviluppo rispettoso della volontà della popolazione.

Torino, 6 dicembre 2005

Confederazione Unitaria di Base

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Sabato 17 dicembre
alle 13,00 da Porta Susa – Torino

Manifestazione No TAV

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LE MANI SULLA VALSUSA
by no tav Saturday, Dec. 17, 2005 at 9:48 AM mail:

LE MANI SULLA VALSUSA

Parlano del TAV come di un'opera necessaria: unirà Lisbona a Kiev, ridurrà di oltre 2 ore il viaggio da Torino a Lione, snellirà il traffico su ruota. Mentono.
La nuova linea ferroviaria è perfettamente inutile e non risponde a bisogni reali. I calcoli del traffico di merci tra Italia e Francia sono sovrastimati e irrealistici, un potenziamento della linea è già in corso e nessuna promessa tecnica potrà essere mantenuta.
Il vero affare è il tunnel. L'opera costerà, nei vent'anni previsti per la sua realizzazione, oltre 20 miliardi di euro. L'equivalente di quattro ponti sullo Stretto, molto più del ben più lungo Gottardo. Soldi pubblici. Soldi di tutti, che il governo stanzia (per il 63% del totale) con una facilità sconcertante. Soldi che finiranno principalmente a due ditte. La prima è la Rocksoil, di proprietà della famiglia del ministro Lunardi. La seconda è la Cmc, cooperativa "di sinistra". E' evidente: il grande affare è bipartisan. Per questo il centrosinistra non muove un dito.
Per gli interessi di questi speculatori l'intera valle sarà sottoposta ad altissimo rischio cancro.
I detriti della montagna perforata finiranno nella più grande cava d'amianto d'Europa, a Balangero. Detriti radioattivi, giacché il cuore dei monti contiene uranio. Gli abitanti delle valli hanno già assistito al raddoppio della ferrovia, alla crescita dell'autostrada ricavata nel letto della Dora (e per la quale attendono ancora i rimborsi dell'esproprio), all'edificazione dei nuovi argini, ancora non finiti, alle gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subito l'alluvione del 2000. Hanno visto sorgere l'elettrodotto di Venaus e la centrale elettrica di Pont Ventoux. Ora l'Alpetunnel di
Lunardi, Berlusconi e dell'Unione. Basta per dire basta?
Il sostegno alla causa della Valsusa, specie in questi giorni di inconcepibile repressione poliziesca, non si traduce nell'appoggio alla battaglia persa di qualche fanatico ambientalista. E' solidarietà ad una causa per cento ragioni ragionevole e oltremodo giusta: il diritto dei cittadini alla salute, alla vita, alla difesa del proprio patrimonio storico, ambientale, economico. Diritti che nessuna carica può sloggiare.
Contro la disinformazione, la burocrazia dei tecnocrati, la nuova Tangentopoli piemontese, gli accordi bipartisan sulla pelle delle persone. Contro il TAV.

http://www.notav.info

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TAV: MANIFESTAZIONE NO-GLOBAL DAVANTI SEDE CMC RAVENNA
by cmcra Saturday, Dec. 17, 2005 at 9:58 AM mail:


Un nutrito gruppo di disobbedienti e no-global - circa 150, guidati da Luca Casarini - hanno manifestato oggi pomeriggio davanti alla sede della CMC di Ravenna, la Cooperativa Muratori e Cementisti che si e' aggiudicata l'appalto per l'esecuzione dei sondaggi e dei rilevamenti idrogeologici in Val di Susa, propedeutici all'avvio dei lavori dell'Alta Velocita'. I manifestanti recavano striscioni NO-TAV; su uno c'era scritto "Cooperative rosse di vergogna". Una delegazione guidata da Casarini e' stata ricevuta poi al direttore della stessa CMC, Matteucci, al quale e' stato chiesto di fare una "obiezione di coscienza" come cooperativa. La manifestazione si e' conclusa senza incidenti.




http://www.repubblica.it

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manifestazione tav 17/12/05
by anna Saturday, Dec. 17, 2005 at 11:54 AM mail:

Ciao ragazzi,
sono valsusina (sigh ... veramente).
Vi ringrazio molto per aderire alle nostre iniziative ma vi prego, sottolineo vi prego!!!, allontanate i violenti...
Già ci soffiano sul collo, magari infiltrano loro stessi delle persone per fare "casino" e screditare il movimento NO-TAV, dateci una mano affinchè sia una manifestazione pacifica e non violenta.
A presto

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NO TAV: TUTTA LA STORIA DAL 1991 ad oggi
by Marco Cedolin Tuesday, Dec. 20, 2005 at 2:40 AM mail:

Incubo Tav

di Marco Cedolin

La storia che voglio raccontarvi parla di grandi capitali e di piccoli uomini, di treni che correranno vuoti a 300 km/h dentro a gallerie scavate nell'uranio, di società private costituite con il denaro pubblico, piramidi di Cheope fatte di smarino e grattacieli di fibre d'amianto, di cittadini che difendono i propri diritti additati come canaglie e di canaglie senza scrupoli che si fingevano persone attente all'ambiente e ai diritti dei propri cittadini, di sindaci bastonati dalla polizia in una Valle decisa a resistere all'ennesimo stupro del proprio territorio, di come un grande investimento non produrrà altro che impoverimento, di quando le parole degli esperti vengono trasformate in sussurri ed il biascicare incompetente dei politici assurge a realtà incontrovertibile.

La storia inizia il 7 agosto 1991 con la nascita di Tav spa, la società a capitale misto pubblico e privato deputata a costruire in Italia quasi 900 km di linee ferroviarie per i treni ad alta velocità.
In realtà dopo il disastroso risultato economico del tunnel sotto la Manica non si riscontrava assolutamente traccia di privati disposti a rischiare il proprio capitale nella costruzione di grandi infrastrutture e quello di presentare Tav spa come una società a capitale misto era un mero artificio volto a far si che l'Italia potesse rispettare i parametri di Maastricht che imponevano il rapporto deficit-pil al 3%. Lo Stato garantì il finanziamento del 40% in conto capitale, mentre finanziò il restante 60% (quello di appannaggio dei privati) attraverso prestiti bancari, accollandosi gli interessi degli stessi fino al completamento dell'opera.
Il 10 marzo 1998 le Ferrovie di Stato che detenevano la maggioranza del capitale pubblico acquisirono il 100% di Tav spa e dal primo gennaio del 2003, ormai nell'ambito della "legge obiettivo" Tav spa è entrata nell'orbita di Infrastrutture spa, il cui azionista unico è la Cassa Depositi e Prestiti.
Tutto questo gioco di scatole cinesi, nato una quindicina di anni fa dalla fervida fantasia dell'allora ministro del Bilancio Cirino Pomicino e perfezionato poi dal governo Berlusconi sotto il nome di "project financing" ha come unico scopo quello di permettere allo Stato di contrarre enormi debiti, senza però doverli iscrivere nel proprio Bilancio, evitando così che essi incidano nei parametri del Patto Europeo di stabilità.
I privati esistono veramente ma rivestono il ruolo di General Contractor grazie al perfezionamento di un'altra "intuizione" del buon Cirino Pomicino.
Fiat IRI ed ENI (i General Contractor) sono concessionari con l'esclusione della gestione, hanno cioè tutti i poteri del committente pubblico nella gestione dei subappalti, nella direzione dei lavori, negli espropri, ma non hanno poi la gestione diretta dell'opera, (caso unico in Europa) per cui il loro solo interesse, essendo disancorati dalla successiva gestione, sarà quello di fare durare i lavori il più a lungo possibile al fine di fare levitare al massimo la spesa. Inoltre il General Contractor a differenza del concessionario tradizionale di lavori o servizi pubblici potrà affidare i lavori a chi vuole anche con trattativa privata ed essendo un privato non sarà mai perseguibile per corruzione, in quanto eventuali tangenti potranno essere giustificate sotto forma di "provvigioni".
Un'architettura senza dubbio ingegnosa attraverso la quale si trasferisce tutto il rischio d'impresa dal privato allo Stato che alla fine dei lavori sarà però costretto a restituire i prestiti delle banche, aprendo così una voragine senza fondo nella quale precipiterà giocoforza la nostra già fragile economia.
La conseguenza di tutto ciò è che il progetto dell'Alta Velocità, presentato nel 1991 con un costo previsto di 26.180 miliardi di lire, rischierà invece di costare, una volta terminato in un lontano futuro, circa 80 miliardi di euro e gli italiani ne pagheranno i debiti fino al 2040 ad un ritmo di 2 miliardi e 300 milioni di euro l'anno.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare concernenti questi 14 anni nei quali il progetto Alta Velocità ha preso forma e mosso i suoi primi passi, anni nei quali la zona del Mugello è stata devastata dalle gallerie con conseguenze idrogeologiche irreversibili, anni nei quali personaggi legati a doppio filo alla politica e all'imprenditoria come Necci Lorenzo, Pacini Battaglia, Icalza Ercole e molti altri si sono spartiti tangenti miliardarie, sono stati indagati, hanno corrotto giudici, vinto e perso processi, il tutto continuando a mantenere sempre posizioni preminenti all'interno delle istituzioni. Anni di grossi guadagni per chi come l'attuale ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, attraverso la Roksoil azienda di famiglia si è aggiudicato un numero infinito di opere e consulenze o chi come Romano Prodi fondò la Nomisma, società bolognese indagata nel 1992 nell'ambito di una consulenza miliardaria sull'Alta Velocità, le cui conclusioni a fronte di un'analisi quanto mai approfondita e retribuita si manifestavano nell'enunciato che "la velocità fa risparmiare tempo".
Anni nei quali 13.779 lavoratori impegnati nel progetto Tav hanno lavorato a ciclo continuo con turni che potevano impegnarli anche per 48 ore di seguito, in gallerie dove l'aria era inquinata, la luce poca ed i rischi molti, come molti sono stati fra loro gli operai deceduti in incidenti sul lavoro. Basti pensare che nei soli primi 6 mesi di lavori sulla tratta Torino - Novara si sono annoverati 350 infortuni dei quali 2 mortali.

Ma la storia che voglio raccontarvi è una storia ad Alta Velocità, dove non esiste tempo per soffermarsi a riflettere, valutare i giudizi degli esperti, confrontarsi con le istituzioni locali. Esiste solamente una montagna di denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assassina ed una montagna di roccia da sventrare al più presto per garantire la sopravvivenza del bengodi.
Il progetto per la costruzione della Linea ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si è evidenziato fin da subito come il più scellerato ed economicamente dispendioso dell'intero programma Tav e la nostra storia vuole entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto decine di migliaia di persone ad osteggiarlo con veemenza fin dalla sua nascita.

L'intenzione dei progettisti è quella di costruire un tracciato che partendo da Settimo Torinese (periferia nord est di Torino) attraversi buona parte della Valle di Susa per poi sbucare in Francia attraverso un tunnel di 52 km sotto il massiccio dell'Ambin.
Tale tracciato accreditato come parte integrante di un fantomatico "Corridoio 5 Lisbona - Kiev" viene definito indispensabile ed irrinunciabile dalla maggior parte degli uomini politici di ogni razza e colore, nonché dalla Confindustria e da tutti i poteri forti che attendono di spartirsi le enormi somme di denaro garantite dall'opera per almeno i prossimi 15 anni.
Le ragioni addotte per suffragare la necessità assoluta del progetto si sono sempre limitate a demagogiche affermazioni secondo le quali la Torino - Lione sarebbe indispensabile al rilancio del Piemonte che senza di essa resterebbe isolato dall'Europa, oppure a proclami privi di fondamento secondo i quali l'opera risulta indispensabile per l'innovazione del sistema dei trasporti italiano e garantirà un enorme ritorno sia dal punto di vista economico che da quello occupazionale. E' stata anche ventilata, in realtà senza troppa convinzione, la necessità di garantire attraverso l'opera la gestione del supposto futuro incremento dei flussi passeggeri e commerciali, nonché ipotizzato un futuro trasferimento alla rotaia del traffico su gomma tramite le navette in grado di trasportare i Tir, con conseguenze positive in termini d'inquinamento ambientale.

Quando le commissioni tecniche, scientifiche e gli esperti hanno iniziato nel corso degli anni ad analizzare il progetto nelle sue varie sfaccettature è però emersa una realtà in profonda distonia con le roboanti dichiarazioni della folta schiera di politici, pennivendoli e mestieranti vari che si sono prodigati e si prodigano nel tentativo di dare alla Torino - Lione una patente di "opera necessaria" che non ha assolutamente ragione di esistere.
Quella di un Piemonte isolato dal resto d'Europa è un'affermazione talmente assurda da meritare di albergare solo nella fantasia di una mente malata. Lungo la sola la Valle di Susa passano infatti attualmente circa il 35% delle merci che valicano le Alpi, troppe veramente per una regione in stato d'isolamento.
La Valle di Susa è una valle alpina larga in media solamente 1,5 km con abbondanza d'insediamenti abitativi ed industriali. Attraverso di essa già oggi passano un'autostrada, due strade statali, una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario, un fiume, molteplici strade provinciali, acquedotti, condutture del gas, linee elettriche aeree ed interrate.
Dovrebbe essere evidente per chiunque come una realtà naturale già così fortemente violentata non sia assolutamente in grado di sostenere il peso di nuove pesanti infrastrutture, se non al prezzo di conseguenze disastrose sia per il territorio che per la qualità di vita di coloro che lo abitano.
La costruzione della Torino - Lione comporterà nella sola parte italiana l'estrazione dalle gallerie di 16 milioni di metri cubi di smarino (almeno 6 volte il volume della piramide di Cheope) per i quali occorreranno 2.500.000 passaggi di camion solo per stoccare nelle varie discariche i materiali di risulta. I recenti studi d'ingegneria dei trasporti affermano che quando tra una quindicina di anni l'opera sarà terminata solo l'1% dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. La contropartita di questo deludente risultato sarà pagata in maniera salatissima dai cittadini della Valle e della cintura di Torino, in quanto si calcola che durante questi 15 anni almeno 500 camion circoleranno giorno e notte per il trasporto dei materiali di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio, con il conseguente aumento d'inquinanti, polveri e rumore.
Oltre ai grossi rischi di natura idrogeologica focalizzati nella bassa valle, ad elevato rischio alluvionale, le cui conseguenze potrebbero ripercuotersi in maniera drammatica anche sulla città di Torino, gli studi hanno messo in evidenza due punti di estrema criticità del progetto Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione.

Il primo riguarda la galleria di 23 km Musinè/Gravio che dovrebbe attraversare un terreno caratterizzato da rocce ricche di amianto. Secondo le analisi commissionate dalla Rete Ferroviaria Italiana ai geologi dell'Università di Siena il volume previsto di materiale estratto contenente amianto dovrebbe essere di almeno 1.150.000 metri cubi.
Non risulta sia stato previsto alcun piano di sicurezza volto ad impedire la dispersione delle fibre d'amianto durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio. La metà del materiale estratto contenente amianto (paragonabile per volume ad un grattacielo alto 400 metri) è previsto sia stoccata in un sito a cielo aperto nei pressi del comune di Almese, senza nessuna protezione e giocoforza esposto ai forti venti di fhon che spesso soffiano nella valle (mediamente per 40 giorni all'anno) in direzione Torino.
In un dossier curato dal dottor Edoardo Gays, oncologo dell'ospedale San Luigi di Orbassano viene sottolineato come l'amianto, riguardo al quale non esiste per l'uomo una soglia minima di tollerabilità, causa oltre ad altre affezioni il mesotelioma pleurico, un tumore maligno che si manifesta anche dopo 15, 20 anni dall'inalazione delle particelle, esso porta al decesso in media entro 9 mesi dal momento della diagnosi ed ha un tasso di mortalità nell'ordine del 100%.
Sempre il dottor Gays nel suo studio esprime grossa preoccupazione per le conseguenze degli scavi e dello stoccaggio dei materiali contenenti amianto sulla salute dei cittadini ed afferma che alla luce di queste condizioni le morti per mesotelioma rischieranno di aumentare di oltre 100 volte su scala regionale.

Il secondo punto critico è costituito dal tunnel di 52 km che dovrà correre sotto il massiccio dell'Ambin, preceduto da una galleria di prospezione lunga oltre 7 km e del diametro di 6 metri.
All'interno del massiccio dell'Ambin sono infatti presenti numerosi giacimenti di uranio, come documentato dal CNR fin dal 1965. Per maggior precisione il materiale presente è pechblenda, una forma particolarmente radioattiva. Una parte dello smarino estratto sarà perciò con tutta probabilità carica di radioattività ed estremamente pericolosa sia in fase di scavo che di stoccaggio.
L'uranio si disperde nell'aria e può essere inalato, inoltre contamina le falde acquifere e va ad inquinare i corsi d'acqua che possono essere utilizzati per l'irrigazione.
L'uranio se inalato o ingerito provoca contaminazione interna e può essere causa di linfomi e leucemie.
Occorre anche sottolineare che la distribuzione delle falde acquifere all'interno del massiccio dell'Ambin è estremamente complessa e le conseguenze degli scavi rischiano di compromettere gravemente il sistema idrografico dell'area, come già avvenuto nel corso degli scavi delle gallerie per la linea Alta Velocità Firenze - Bologna nella zona del Mugello.

Se alla luce delle analisi fin qui esposte il progetto della linea ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si dimostra in maniera incontrovertibile un'opera altamente pericolosa per la salute e l'incolumità dei cittadini, non solo della Valle di Susa ma anche della cintura torinese e del capoluogo stesso, anche gli studi inerenti all'utilità ed al ritorno economico del tracciato mostrano imbarazzanti incongruenze nel merito delle quali non si può evitare di entrare.
I traffici di lunga distanza sull'asse Lisbona - Kiev, che motiverebbero il concetto di "Corridoio 5" sono ad oggi irrilevanti. Il traffico passeggeri di lunga distanza si muove e si muoverà in aereo, poiché risulta ampiamente dimostrato come le ferrovie ad Alta Velocità non siano assolutamente competitive nelle distanze superiori ai 500 km.
I traffici merci di lunga distanza sono estremamente esigui, la velocità non è un requisito fondamentale (basta osservare il successo delle ferrovie statunitensi con velocità commerciali nell'ordine dei 30 km/h.) anzi contribuisce ad aumentare i costi a dismisura, favorendo sull'asse in oggetto l'alternativa marittima.

L'attuale linea ferroviaria Torino - Modane è oggi utilizzata solamente al 38% della sua capacità. Le navette predisposte per il caricamento dei Tir sono state usate solo durante il breve periodo di chiusura del Frejus, altrimenti partono ogni giorno vuote.
Gli unici due treni giornalieri del collegamento ferroviario diretto Torino - Lione sono stati soppressi per mancanza di passeggeri.
Una scarsità di traffico davvero disarmante per una direttrice così importante da giustificare l'investimento di 21 miliardi di euro (la metà dei quali di competenza italiana) al fine di dotarla di una linea ad Alta Velocità.

Negli anni passati, quando ancora la pesante crisi economica europea non si era manifestata in tutta la sua interezza, il governo aveva affidato ad una società molto quotata, la Setec Economie il compito di valutare i benefici dell'opera. Tale società aveva analizzato i volumi tendenziali di traffico per gli anni a venire, stimando con un ottimismo che alla luce della contrazione odierna del mercato non può che far sorridere, un volume di traffico che avrebbe dovuto attestarsi nel 2015 intorno ai 174 treni/giorno. La linea esistente, una volta effettuati gli interventi di potenziamento previsti, molti dei quali già in corso dovrebbe consentire già nel 2008 una capacità di circa 220 treni/giorno, un valore ampiamente compatibile con qualsiasi ottimistica previsione.

Alla luce di questi dati si stenta veramente a comprendere, se non nell'ottica della spartizione mafiosa dei finanziamenti pubblici, per quale arcana ragione anziché perseguire lo sfruttamento della linea attuale ottimizzandone le potenzialità, s'intenda invece portare a termine un progetto totalmente inutile come quello della linea ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione, finalizzata ad una capacità di trasporto superiore di oltre 5 volte agli attuali livelli di traffico, oltretutto alla luce del fatto che detti livelli anziché in crescita esponenziale come si prevedeva nel passato sono scesi del 9% solamente nell'ultimo anno.
Appare inoltre lapalissiano come il costo esorbitante di un'opera di queste dimensioni, stimato in circa 11 miliardi di euro per la sola competenza italiana e passibile (come l'esperienza ci insegna) di ulteriori notevoli incrementi durante i 15 anni di lavori, non potrà assolutamente essere ammortizzato attraverso i ricavi derivanti da un traffico composto da elementi di sola fantasia. Tale costo ricadrà per forza di cose sulle spalle di tutta la collettività con effetti a dir poco disastrosi.

La storia che ho voluto raccontarvi si è ormai trasformata in pura cronaca di attualità, una cronaca che vede riproporsi la biblica lotta di Davide contro Golia.

Da un lato i cittadini della Valle di Susa e tutti gli abitanti dell'area torinese che hanno avuto la sensibilità e la capacità di riuscire a comprendere i termini del problema pur attraverso la disinformazione messa in atto dai grandi media asserviti alle ragioni della politica. Insieme a loro i sindaci dei comuni della Valle, alcuni studiosi, medici ed esperti che si manifestano quali spiriti liberi non aggiogati al carro dei potenti, nonché esigue frange della politica appartenenti ai Verdi ed a Rifondazione Comunista.

Dall'altro le arroganti falangi del potere, i ministri del governo insieme agli onorevoli dell'opposizione, fino ad arrivare al Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso (donna che per l'occasione è giunta al punto di abiurare ogni parola esperita in tanti anni di militanza ambientalista) ed al sindaco di Torino Sergio Chiamparino.
Tutti uniti, coesi, forti di quella protervia che deriva loro dalla consapevolezza di poter gestire l'opinione pubblica attraverso le televisioni, i giornali e gli esperti compiacenti, convinti di potere reprimere ogni forma di protesta con la furia belluina della polizia e la militarizzazione del territorio.

Il primo scontro si è già svolto il 31 ottobre, quando il potere ha usato i manganelli della polizia per bastonare i tanti, tantissimi cittadini, nonché alcuni sindaci che si erano inerpicati sulla montagna sopra Monpantero nel tentativo d'impedire la conquista del primo lembo della loro terra, sul quale sarebbe stata installata la prima trivella a sancire di fatto l'inizio dell'opera.
Il lembo di terra è stato conquistato solo con l'ausilio dell'inganno, in maniera probabilmente illegale ed è ora presidiato dalla polizia. Le trivelle non hanno ancora potuto mettersi in moto ma la Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso ed il sindaco di Torino Sergio Chiamparino si sono già espressi con durezza, affermando che la ferrovia Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si farà in ogni caso, poiché si tratta di un progetto irrinunciabile e nessun tipo di protesta riuscirà ad impedirne la realizzazione.
In risposta al rifiuto di ogni dialogo che non passi attraverso l'uso dei manganelli da parte delle istituzioni, il 16 novembre tutta la Valle di Susa si è fermata, unita in uno sciopero generale contro l'ennesima violenza perpetrata nei confronti del territorio e dei suoi abitanti. Almeno 80.000 persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali hanno ribadito pacificamente ma con estrema fermezza il proprio no alle trivellazioni e alla militarizzazione della loro terra.

La storia ovviamente non finisce qui e come tutte le storie potrà riservare infinite sorprese anche a coloro che si sentono onnipotenti quando tengono in mano il bastone del potere. I contestatori NO TAV della Valle di Susa potrebbero un giorno di questi apparire al resto d'Italia nella loro veste reale, non uno sparuto gruppo di estremisti ecologisti, no global, luddisti, nemici del progresso, bensì semplicemente tanti cittadini coraggiosi disposti a mettersi in gioco e lottare per difendere i loro diritti, la propria salute e la propria terra.
Quel giorno potrebbero diventare tantissimi e poi ancora di più, così tanti da uscire dall'invisibilità nella quale si è cercato per lungo tempo di nasconderli, troppi perché i poliziotti possano bastonarli tutti, ed allora forse inizierà una storia diversa che parlerà di treni costruiti per essere utili alla qualità di vita dell'uomo e non di uomini sacrificati nel nome dei treni e della velocità.


giovedì 8 dicembre 2005.

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Libro CORRUZIONE AD ALTA VELOCITA' (2002)
by Giampiero Carbone Tuesday, Dec. 20, 2005 at 3:30 AM mail: guitarvoice@gmail.com

Viaggio attraverso le pagine del libro “Corruzione ad Alta Velocità”, scritto da
Ferdinando Imposimato, Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato

( Articoli che dal 2 di febbraio 2002 si sono succeduti sulle pagine de "Il nostro GIORNALE", settimanale a diffusione locale nel Basso Piemonte (prov.
di Alessandria) molto noto e seguito. Ed inoltre molto sensibile al problema "Alta Velocità" in Italia, su cui nella seconda metà dello scorso anno ha
pubblicato una serie di articoli-inchiesta a firma "Giampiero Carbone", suo Capo Redattore ).

02 febbraio 2002
1 - Terzo Valico: un governo stranamente silenzioso
Con questo articolo iniziamo un viaggio attraverso le pagine del libro “Corruzione ad Alta Velocità”, scritto da Ferdinando Imposimato, Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato.
Si tratta di un’opera di quelle che hanno avuto poca diffusione tra il grande pubblico, un po’ perché tratta un tema che alcuni potrebbero definire troppo “impegnato” (meglio pensare alla Carrà che torna in tv), un po’ perché, molto probabilmente, qualcun altro ha fatto in modo che non fosse troppo presente nelle librerie (alcuni mesi fa abbiamo segnalato il caso di una libreria genovese i cui titolari sono stati velatamente costretti a togliere il libro dalla vetrina).
E’ la cronaca di un grande scandalo, quello dell’Alta Velocità, un investimento di 140.000 miliardi che avrebbe dovuto rendere più efficiente il sistema ferroviario italiano ma che si è rivelato una torta con la quale si sono abbuffati (e si stanno abbuffando tutt’oggi) imprenditori pubblici e privati, politici e camorristi.
Gli autori del libro hanno parlato di “assalto alla diligenza”, con svuotamento “delle casse che trasportava”.
Lo scandalo è stato svelato dall’azione dei magistrati e che, nella società civile, si batte per una gestione trasparente della cosa pubblica.
Imposimato, dopo aver letto un articolo apparso sul quotidiano “Il Mattino” nel November del 1994, nel quale si paventava l’ipotesi di migliaia di miliardi volatilizzati intorno ai lavori per l’Alta Velocità, in qualità di senatore (eletto come indipendente nelle liste del Pci-Pds) decide di presentare un’interrogazione parlamentare nella quale chiede conto di quest’ipotesi.
L’ex giudice istruttore di numerosi processi che hanno riguardato le pagine più oscure della storia repubblicana (caso Moro, attentato al Papa, caso Sindona oltre a numerosi processi di mafia), l’8 novembre 1994 prende carta e penna e rivolge, da solo, un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio (allora come oggi, l’ex piduista Silvio Berlusconi) e ai Ministri dei Lavori Pubblici, dell’Interno e della Difesa, ai quali fa presente la possibile penetrazione della criminalità organizzata nelle opere pubbliche relative alla viabilità e ai trasporti in via di realizzazione in tre regioni: Campania, Lazio e Toscana.
Nel documento, Imposimato solleva l’ipotesi che la fornitura di calcestruzzo fosse ormai finita nelle mani della camorra napoletana, in particolare in imprese facenti capo a Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, e Carmine Alfieri e fa il nome di un’impresa sospetta, la Icla.
Trascorre un mese e l’interrogazione non ottiene risposta. Il 16 dicembre, l’ex giudice istruttore torna alla carica con un’altra interrogazione parlamentare, questa volta sottoscritta da altri 13 parlamentari, tutti del gruppo parlamentare Pds-progressisti federativi tranne due leghisti del gruppo misto.
Questa volta viene evidenziata, oltre alla presenza camorristica, anche la corruzione e viene richiesto l’elenco dei consorzi e delle imprese che si sono aggiudicate i lavori per la linea ferroviaria dell’Alta Velocità Roma - Napoli, e l’indicazione delle imprese subappaltatrici.
Ma anche in questo caso, dal governo non giunge alcuna risposta. E’ un silenzio che insospettisce il parlamentare, il quale ha dalla sua un piccolo vantaggio: è membro della Commissione Antimafia.

09 febbraio 2002
2 - Il patto scellerato tra camorra e istituzioni
All’allora senatore Ferdinando Imposimato, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, l’onorevole Tiziana Parenti di Forza Italia, ex membro del pool di magistrati di Mani Pulite, affida una relazione sulla criminalità organizzata della Campania.
E in questa relazione Imposimato inserisce quanto ha potuto conoscere dai documenti richiesti alla procura di Napoli sui lavori per l’Alta Velocità in quella regione.
LE TRE FASI DELLA TRUFFA:
Il meccanismo dell’imbroglio scoperto dal deputato del Pds si articola in tre fasi.
La prima riguarda la scelta delle società concessionarie, che avviene a trattativa privata. Queste società fungono da semplici intermediarie e non hanno alcuna struttura tecnologica e nessun operaio.
La seconda fase vede le concessionarie appaltare i lavori ad imprese anch’esse prive di organizzazioni cantieristiche, le quali accettano il ribasso apparente del 10% ma, in aggiunta al questo ribasso, accettano di pagare un altro 25% sotto banco. Questa enorme somma in nero viene distribuita per tangenti ai partiti politici, alle correnti, agli amministratori e ai faccendieri.
La terza fase è quella dei subappalti, dove, secondo gli autori del libro, emerge il rapporto illecito tra imprenditoria, politici e burocrati corrotti ai quali va aggiunta la camorra locale. Il subappalto dei lavori è aggiudicato a trattativa privata, eccedendo il limite del 40%, che secondo una legge del 1990 andrebbe assegnato con gara d’appalto. Questa quota finisce sempre alle imprese della camorra, le quali, a loro volta, subappaltano ad altre imprese che lavorano realmente, alle quali va un prezzo che è il 10% di quello iniziale. Quindi, di 10.000 miliardi di lire iniziali, 9.000 finiscono in tangenti a politici camorristi e 1.000 servono a pagare le imprese che lavorano realmente, dopo una lunga catena di subappalti.
IL RUOLO DELLA CAMORRA:
Che ruolo ha la camorra in tutta questa trafila? Garantire l’ordine nei cantieri e pagare le mazzette con lo storno dei fondi neri (ecco a cosa serve legalizzare il falso in bilancio; ndr).
In Campania dunque, la camorra organizzata diventa il punto di riferimento per tutte le ditte dell’Italia Settentrionale, alle quali vengono garantiti cantieri sicuri dall’aggressione della malavita.
Da qui alla corruzione politica ed amministrativa e al finanziamento illecito dei partiti, il passo è breve.
Un indizio che permette al senatore della sinistra di accorgersi che nell’affare sono coinvolti anche esponenti del potere politico, economico e giudiziario è il fatto che, durante le prime fasi di questa sua battaglia, Imposimato si trova di fronte all’indifferenza di quasi tutti i suoi compagni di partito, a cominciare dal deputato Antonio Bargone di Brindisi, uomo vicino all’allora segretario del Pds Massimo D’Alema.
Il 27 luglio 1995, Imposimato illustra davanti alla Commissione antimafia la proposta di relazione da lui preparata sulla situazione della criminalità organizzata in Campania, che contiene un primo accenno alle infiltrazioni mafiose nell’Alta Velocità: “Esistono fondati motivi per ritenere che dalla fine del 1994 sia iniziata un’azione di penetrazione della camorra nei lavori delle linee ferroviarie dell’Alta Velocità almeno per la tratta Roma Napoli”.
E il relatore ha dalla sua alcuni elementi documentali non irrilevanti, come l’allarme lanciato dal capo della polizia, da Altero Matteoli, anche allora come oggi ministro dell’Ambiente nel governo Berlusconi, che denuncia pubblicamente i rischi paventati da Imposimato sull’infiltrazione camorristica nell’Alta Velocità, persino per quanto riguarda le regioni settentrionali; infine, il Gico di Napoli, reparto della guardia di finanza che ha notato il frequente cambio dell’oggetto societario, della ragione sociale e del tipo di società da parte di alcune imprese campane allo scopo di impedirne l’identificazione.
“NULLA E’ STATO FATTO”:
Di fronte a queste denuncie, Imposimato fa notare che nulla è stato fatto. Inoltre, la camorra avrebbe conquistato il monopolio della vendita del calcestruzzo e ha dilatato al massimo i prezzi, oltre quelli di mercato. E di fronte a questa situazione, né la Tav, né il garante nominato da Lorenzo Necci (amministratore delegato delle FS), né tanto meno il ministero dei Trasporti hanno mai mosso un dito.
Nella relazione, Imposimato fa il nome di due società note alla Commissione antimafia delle passate legislature: la Icla, messa sotto accusa dalla Commissione presieduta dall’allora senatore Oscar Luigi Scalfaro per la ricostruzione dell’Irpinia e della Basilicata nel dopo terremoto, e la Condotte, il cui presidente Mario De Sena, ex comandante dei carabinieri, è finito in manette per i suoi legami con il clan camorristico degli Alfieri.
Imposimato si chiede come e chi abbia scelto proprio queste due società per l’esecuzione dei lavori in una zona come questa.
Il senatore del Pds arriva ad affermare che, a suo avviso, l’infiltrazione delle organizzazioni camorristiche non avviene più in seguito ad una guerra tra bande criminali per l’aggiudicazione degli appalti ma attraverso un accordo fra i rappresentanti politici e le imprese della camorra, che non si limitano più a chiedere tangenti e svolgere attività di estorsione, ma offrono in cambio la protezione del cantiere accettando l’esecuzione di opere minori.
In pratica, ricche e forti imprese vengono a patti con i criminali e la camorra controlla una parte del potere politico-istituzionale attraverso un patto scellerato che vede lo scambio tra denaro pubblico, ordine sindacale, tangenti e consenso sindacale.

16 febbraio 2002
3 - Tutti i maggiori partiti si sono divisi la torta dell’Alta Velocità
Le parole del senatore Imposimato pronunciate nella seduta della Commissione antimafia provocano intorno al relatore un certo disagio, proveniente da entrambi gli schieramenti politici.
All’ex magistrato, il deputato Tarditi di Forza Italia rimprovera di non aver fornito la necessaria documentazione nella relazione esposta, soprattutto perché si fanno affermazioni pesanti su alcune ditte (incaricate dall’Iri dei lavori per l’Alta Velocità), parole che potrebbero, sempre secondo il deputato forzista, “produrre effetti negativi sul mercato del lavoro, poiché si tratta di un’azienda dell’importanza dell’Iri”.
Anche Luciano Violante del Pds, futuro Presidente della Camera, muove le stesse osservazioni a Imposimato, il quale ribadisce comunque il suo punto, rimarcando il fatto che sia stato piuttosto singolare che una società come l’Icla, già fallita ed i cui titolari sono già stati arrestati, sia stata scelta per l’esecuzione di questi lavori.
Fiorino (An) rimprovera al relatore di aver fatto affermazioni gravissime chiedendo il ritiro delle concessioni dei lavori alle imprese come l’Icla e di aver omesso di qualsiasi riferimento alle responsabilità della Lega delle cooperative e al Consorzio cooperative costruzioni, a suo parere coinvolto in attività criminali, e chiede quindi la nomina di un altro relatore.
La presidente della Commissione Tiziana Parenti risponde che il relatore ha fatto riferimento anche alle cooperative e che si assume ogni responsabilità circa la sostituzione di Imposimato , al quale viene espresso tutto il suo apprezzamento.
Come si può vedere, la relazione dell’ex magistrato scatena un fuoco incrociato proveniente da ogni parte politica. Oltretutto, la richiesta di ritiro delle concessioni era già stata avanzata da Salvatore Portaluri, presidente del Tav, nell’agosto del 1993, il quale chiese inutilmente a Lorenzo Necci (amministratore delegato delle Fs) l’annullamento dei contratti di concessione della Tav con Fiat, Eni ed Iri, per procedere così all’assegnazione degli appalti attraverso gare internazionali, poiché, secondo Portaluri, il prezzo dei contratti era stato stabilito con volontà esclusiva dei concessionari, quindi con l’interesse per l’aumento della somma da pagare.
Neanche a farlo apposta, Portaluri venne costretto a dimettersi.
E’ necessario ribadire come di tutte queste notizie si sono trovate ben poche tracce sui giornali dell’epoca.
INDAGINI PATRIMONIALI DELLA POLIZIA:
Il 7 agosto 1995, Imposimato affida allo Sco, reparto della polizia altamente specializzato in indagini patrimoniali e societarie, una serie di indagini sui lavori per la costruzione della linea ad Alta Velocità.
Il senatore del Pds, intanto, ricostruisce la composizione del Consorzio Iri/Iricav Uno, concessionario dei lavori per la tratta Roma - Napoli, del quale fanno parte le già citate Icla e Condotte, il consorzio cooperative costruzioni, l’Ansaldo Trasporti, la Fintecna e altre, per un importo complessivo di 5.508 miliardi.
Secondo l’ing. Incalza, amministratore delegato della Tav, nell’aggiudicazione degli appalti non c’è stata alcuna anomalia.
All’improvviso, Imposimato comincia a ricevere telefonate da quest’ultimo, da Necci (che si dice interessato a combattere le infiltrazioni camorristiche) e da dirigenti delle Cooperative come l’assessore comunale napoletano Roberto Barbieri, il quale fa incontrare all’ex magistrato i vertici della Calcestruzzi, allarmati per l’operato di Imposimato, che deve loro spiegare di voler solo accertare la verità.
GLI INTERVENTI DI IRI, ENI E FIAT:
Il 14 settembre 1995, l’amministratore delegato della Tav Incalza viene ascoltato dalla Commissione antimafia, il quale ricostruisce dall’inizio le vicende dell’Alta Velocità, con l’assegnazione del ruolo di controllori ai general contractor, imprese di grandi dimensioni e potenzialità che avrebbero dovuto garantire la certezza dei tempi e dei costi (passati più di dieci anni, con i costi che hanno raggiunto cifre indicibili, viene quasi da ridere).
Le Ferrovie dello Stato indicano per questo ruolo, come abbiamo già detto, tre soggetti: Iri, Eni e Fiat, ai quali si aggiungerà un quarto contractor con la Grassetto di Ligresti e la Montedison - Ferruzzi.
Il Consiglio di Stato approva questo tipo di procedura di assegnazione, innovativa ma anomala.
Incalza ricorda il criterio di costituzione della Tav, formata al 40% dalle Fs (lo Stato) e per il 60% da privati (banche italiane ed estere).
Gli accordi contrattuali prevedevano, scrive Imposimato, l’affidamento dei lavori al 40% attraverso gare internazionali, mentre il 60% andava realizzato dal Consorzio (Iri/Iricav Uno per la tratta Roma - Napoli), il quale, a sua volta poteva concedere in subappalto un 40% del lavoro assegnatogli.
LA “SPARTIZIONE DELLATORTA”:
Dunque, prosegue l’ex magistrato, la torta da 10.000 miliardi andava spartita per sei decimi tra i partiti, mentre il restante andava ai camorristi, ai mafiosi e ai faccendieri. Tutti i partiti in Parlamento, tranne Rifondazione Comunista e la Lega, partecipavano all’abbuffata. E tutto in violazione delle norme della Comunità Europea, che prevedeva l’assegnazione dei lavori attraverso gare di appalto internazionali, alle quali avrebbero potuto partecipare anche ditte straniere, le quali avrebbero danneggiato la spartizione di questa torta fra i soliti noti dell’economia e della politica italiane.
Nella prossima puntata, proseguiremo con l’audizione dell’ing. Incalza, dalla quale emergeranno scottanti verità e nomi altisonanti.

23 febbraio 2002
4 - Alta Velocità: chi controlla è anche il “controllato”
L’audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia dell’amministratore delegato del Tav, Ercole Incalza, fornisce i nomi di alcuni personaggi eccellenti della vita politica ed economica italiana degli anni ‘90.
Alla precisa domanda “Perché è stata scelta una società come l’Icla, già fallita ed in odore di camorra, per l’assegnazione dell’esecuzione dei lavori sulla tratta ferroviaria dell’Alta Velocità Roma-Napoli?”, il manager afferma di aver firmato la convenzione col l’allora presidente dell’Iri, il professor Romano Prodi.
“L’Iri ha fornito le necessarie garanzie per l’Icla”, continua Incalza, “e la scelta di quest’impresa dipende direttamente dal presidente Prodi, il quale ha stabilito quali dovevano essere la ditte facenti parte del consorzio Iricav Uno”.
Per cautelarsi, Incalza dice di aver domandato all’Iri le suddette garanzie di esecuzione e la risposta ottenuta è stata positiva, per cui l’Icla ha dovuto versare svariati miliardi all’Iri. Oltre a chiedersi come sia stato possibile che Prodi non si sia accorto con che tipo di società l’Iri si stava mettendo in affari, Imposimato ipotizza che le somme necessarie per i lavori anticipate da società come l’Icla siano state pagate dalla camorra, per fare in modo di riciclare il denaro sporco e accaparrarsi i soldi pubblici.
Su un altro referente dell’Iri, compartecipe dell’Iricav Uno per il 3%, il Consorzio cooperative costruzioni (Ccc), una delle cooperative rosse, emergono sospetti sui legami con la criminalità organizzata.
Imposimato chiede all’amministratore delegato del Tav se sia a conoscenza del fatto che alcune piccole imprese, escluse dall’accordo fra Iri, Eni e Fiat, sono state vittime di attentati dinamitardi camorristici, e Incalza risponde che “tutte le carte sono a posto”. E in effetti tutto era a posto: era stata promulgata una legge per disattendere le direttive comunitarie in materia di appalti; sono stati rilasciati certificati antimafia dalle prefetture ad imprese con prestanome puliti e pareri favorevoli delle commissioni, tra le quali quella del ministero dei Lavori Pubblici; sono state fornite garanzie dei general contractor (Iri, Eni, Fiat) e l’ok dell’antitrust presieduta da Giuliano Amato, oltre al parere favorevole del Consiglio di Stato.
Ma Imposimato fa notare alcuni particolari non proprio trascurabili: presidente e consiglieri del Consiglio di Stato erano anche collaboratori pagati dalle Fs (ma un’inchiesta giudiziaria ha stabilito che non si tratta di un reato ...).
Il parere favorevole della Corte dei Conti è anch’esso sospetto, poiché Natale Aricò, membro di quest’organo, veniva assunto da Lorenzo Necci (presidente delle Fs) alla guida di Metropolis, società immobiliare delle ferrovie.
Infine, scrive l’autore, c’era il silenzio dell’opposizione, sia di destra che di sinistra.
Compaiono davanti alla Commissione parlamentare antimafia alcuni manager delle società sospette, come Icla e Condotte ma, soprattutto, nelle settimane successive (siamo nel settembre 1995) le prime indagini dello Sco (il nucleo della polizia specializzato in indagini societarie e patrimoniali) cominciano a dimostrare quanto Imposimato scriverà nella relazione finale all’antimafia (la quale non verrà mai approvata), cioè che quasi tutti i lavori dell’Alta Velocità erano finiti in mano alla Camorra e a Cosa Nostra.
Tutte le imprese pulite che avrebbero voluto e potuto partecipare all’assegnazione dei lavori sono state allontanate attraverso minacce.
Inoltre, non pochi agricoltori della zona della Campania interessata dal passaggio della tratta ferroviaria sono stati costretti a cedere i loro terreni agricoli e, senza alcuna autorizzazione, sono state aperte le cave per la produzione di calcestruzzo.
Nella prossima puntata parleremo più approfonditamente delle indagini dello Sco, dalle quali sono emersi altri particolari piuttosto rilevanti.

02 marzo 2002
5 - Alta Velocità: da Cosa Nostra alla Camorra napoletana
Dalle indagini dello Sco (il reparto della polizia specializzato in indagini societarie e patrimoniali) sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’Alta Velocità ferroviaria scaturisce un primo rapporto alla data del 30 settembre 1995.
Ferdinando Imposimato, ex giudice e all’epoca relatore presso la Commissione parlamentare antimafia sulla criminalità organizzata in Campania, capisce che quanto lui stesso aveva intuito sulla più grande truffa italiana si sta rivelando “una bomba: pulite sulla carta, dotate del loro bel certificato antimafia”, alcune società a cui sono stati affidati i lavori per l’Alta Velocità nella tratta Roma-Napoli, scelte dall’Iri, colosso delle partecipazioni statali e feudo democristiano, risultano a tutti gli effetti collegate con la mafia siciliana.
L’autore del libro si chiedeva “come fosse possibile che la progettazione e la costruzione di una linea ferroviaria di interesse europeo avesse collegamenti con quanto era avvenuto e avveniva nella Sicilia degli appalti mafiosi?”.
Nel rapporto dello Sco si dice che l’Iri, azienda pubblica di rilevanza nazionale, ha fatto entrare nel consorzio Iricav Uno la Icla, impresa che già all’epoca (1991) evidenziava strane connessioni con esponenti del crimine organizzato ed era notoriamente proprietà dell’ex ministro Paolo Cirino Pomicino”.
Tra gli amministratori dell’Icla ci sono persone non proprio raccomandabili quali Massimo Bonanno, dal 1991 maggior azionista della società nonché amministratore delegato della Fondedile spa.
Il 31 gennaio 1994, Bonanno, compagno di studi di Pomicino, ha ricevuto, insieme ad altre 41 persone, un avviso di garanzia per svariati e gravissimi reati, quali associazione per delinquere, concussione, corruzione, truffa ai danni dello stato, turbativa d’asta ed altri, in merito all’assegnazione di alcune opere pubbliche nel cosentino. La Fondedile, della quale Bonanno è amministratore delegato, nel 1991 è assorbita dall’Icla.
La stessa Fondedile è stata oggetto di indagini da parte della squadra mobile di Caltanissetta e del Ros dei carabinieri di Palermo, il cui risultato era finito davanti all’allora procuratore aggiunto di Palermo Giovanni Falcone, il quale si trova a leggere nomi di mafiosi eccellenti quali Angelo Siino, uomo di Totò Riina per gli appalti, e nomi di aziende di livello nazionale, come la stessa Fondedile.
Il capo zona di questa società per la Sicilia risulta essere tale Gaspare Di Caro Scorsone, già denunciato per associazione per delinquere di stampo mafioso.
Ma, nel rapporto dello Sco sono presenti anche nomi di altre ditte che lavorano per l’Iri nell’Alta Velocità Roma - Napoli, come la Calcestruzzi spa, che fa capo al re della chimica italiana, Raul Gardini.
E, a questo punto, nel rapporto si apre una parentesi sui trascorsi rapporti siciliani della ditta ravennate, la Calcestruzzi appunto, la quale, dal 1982 agli anni ’90, acquista alcune ditte siciliane (Cava Occhio spa poi General Impianti, Calcestruzzi Palermo) da personaggi piuttosto dubbi come Antonio Buscemi, e un complesso immobiliare appartenuto alla sorella di Michele Greco, il boss mafioso detto “il papa”, e l’elenco potrebbe continuare ancora.
Del legame tra la società dei Ferruzzi e di Gardini e Cosa Nostra ha parlato anche il pentito di mafia Leonardo Messina.
Quindi, per cercare di non perdere il filo logico di questo dedalo di commistioni fra criminalità e imprese, possiamo riassumere la vicenda dicendo che l’Icla, società alla quale sono state assegnati lavori per l’Alta Velocità, oltre ad essere proprietà di un ex ministro democristiano che ha patteggiato varie condanne, ha pesanti connessioni con società e personaggi siciliani legati alla Mafia.
Anche la Calcestruzzi spa, società del gruppo Ferruzzi, anch’essa presente alla spartizione della torta dell’Alta Velocità, per decenni ha stabilito legami con mafiosi di un certo calibro come Michele Greco.
Da questo intreccio fra le società interessate alla realizzazione del progetto ferroviario del secolo e la criminalità siciliana, Imposimato risale ad un altro rapporto, realizzato dal Ros di Palermo nel febbraio del 1992.
In questo documento si parla degli intrecci tra la Mafia e alcune ditte del nord Italia come la Rizzani De Eccher, il cui rappresentate in Sicilia, il geom. Giuseppe Li Pera, decide di vuotare il sacco su quanto conosce riguardo a quella che Imposimato definisce la “Tangentopoli siciliana”, la quale però avrà esiti ben diversi da quella più nota.
Oltre a svelare il meccanismo degli appalti truccati, Li Pera fa i nomi di cinque magistrati palermitani (Lo Forte, Giammanco, Pignatone e De Francisci), accusandoli di aver concordato con gli avvocati difensori dei suoi coimputati, prima ancora degli arresti, una linea processuale, facendo avere ai difensori una copia del rapporto del Ros.
Il 22 aprile 1993 verrà chiesta l’archiviazione per l’inchiesta a carico dei magistrati palermitani.
Imposimato si stupisce del fatto che, nel 1995, occupandosi di ben altre vicende rispetto a queste, si ritrova davanti i nomi di società coinvolte in questo losco affare e, secondo Li Pera, oggetto di attenzioni da parte di magistrati della repubblica.
Nella sostanza, il rapporto in questione afferma che nell’Alta Velocità sono presenti società che, come la Calcestruzzi, sono accusate di essere controllate da Cosa Nostra.
Dopo indagini, rapporti, inchieste e processi sembra che nulla sia cambiato e il sistema degli appalti truccati dalla Sicilia (alla quale si riferisce il rapporto del 1992) si sia spostato in Campania e in altre regioni.
La stessa inchiesta sui magistrati di Palermo riemerge nel 1997, in un dossier dove si paventa l’ipotesi che la strage di via D’Amelio, dove hanno perso 5 agenti di polizia e il giudice Paolo Borsellino, sia frutto del costante interessamento di quest’ultimo per il dossier “Mafia e appalti” del 1992.
Da queste pagine del libro di Imposimato emerge il quadro inquietante dell’Alta Velocità, con uno sfondo che parte dalla mafia siciliana per giungere alla camorra napoletana, le quali, senza i presunti adeguati appoggi politici (Cirino Pomicino, la democrazia cristiana e altri partiti “insospettabili”) non avrebbero potuto infiltrarsi nel meccanismo degli appalti.
Lo spaventoso aumento dei costi del progetto può essere attribuito soprattutto alle tangenti pagate dalla criminalità organizzata per farsi assegnare i lavori.
La prossima settimana parleremo del secondo rapporto dello Sco, dal quale emergono altri particolari inquietanti.

16 marzo 2002
6 - I convegni di Necci e l’imbarazzo di Prodi
Dopo il primo rapporto dello Sco, il reparto speciale della polizia che si occupa di indagini societarie, il 17 ottobre 1995 Imposimato riceve il secondo, integrazione del precedente dossier.
Anche questo documento conferma la presenza di imprese poco pulite tra le assegnatarie dei lavori per l’Alta Velocità nella linea Roma - Napoli.
“Tutto ciò è stato possibile poiché gli strumenti di controllo sulle grandi opere sono ampiamente insufficienti”, scrive l’ex magistrato, allora in veste di deputato alla Camera nelle file del Pds.
Ma intanto, nella Commissione parlamentare antimafia, presso la quale Imposimato è relatore sulla criminalità in Campania, il parlamentare si trova sempre più isolato, tanto che anche i suoi compagni di gruppo, quali Violante, Ayala e Bargone si dimostrano disinteressati al suo lavoro.
Nel settembre 1996, la presidente di quella Commissione, l’on. Tiziana Parenti di Forza Italia, rilascerà un’intervista al giornale salernitano “La Città”, nella quale accusa il Pds di aver coperto lo scandalo isolando Imposimato.
Sempre nel settembre del 1995, Imposimato incontra l’amministratore delegato delle Fs, Lorenzo Necci che afferma di condividere il lavoro fatto in Commissione e che riesce a convincere l’autore del libro “Corruzione ad Alta Velocità” a partecipare ad un convegno dal titolo “Mezzogiorno di ordinario sviluppo. Crescere con il Sud”, partecipazione che lo stesso Imposimato definisce “un’enorme ingenuità”.
“NECCI PENSAVA A 300MILA MILIARDI”:
Durante il convegno, Necci fa riferimento ai 300.000 miliardi di lire che lo stato tedesco sta allora investendo per realizzare l’unificazione tra Est e Ovest, e Imposimato scrive: “Incredibile! Il salto da 26.000 a 140.000 miliardi non bastava a Necci. Egli pensava a 300.000 miliardi”.
Il 26 gennaio 1996, Imposimato illustra alla Commissione la relazione finale, in un’indifferenza ormai impalpabile. Inoltre, le audizioni in aula dell’ex amministratore della Condotte spa (società assegnataria die lavori, in odore di Camorra) nonché presidente del consorzio Iricav Uno (il consorzio di imprese referente dell’Iri) Luciano Berarducci, e dei responsabili della Calcestruzzi (società del gruppo Ferruzzi) e della Icla (altra impresa in odor di camorra) fanno capire che “dalle società che operavano sull’Alta Velocità non era possibile cavare un ragno dal buco.
Mezze ammissioni, difese d’ufficio, molte chiacchiere, il facile riparo sotto l’ala lunga della burocrazia e delle sue pastoie”. La relazione di Imposimato non verrà neppure messa in discussione e tantomeno votata.
Intanto, il 23 marzo 1996, le Camere saranno sciolte dal presidente Scalfaro, e con esse la commissione antimafia.
L’ex magistrato viene ricandidato dalla coalizione dell’Ulivo per le elezioni politiche del 21 aprile 1996, sempre nel suo collegio Caserta - Maddaloni - Marcianise.
Un maresciallo della guardia di finanza informa Imposimato che la Camorra lo vuole eliminare, poiché ritenuto responsabile di aver causato la revoca della concessione dei lavori per alcune società subappaltatrici campane nell’Alta Velocità.
Alla fine, Imposimato lascia il suo paese, Maddaloni, e la Camorra si accontenta di non farlo eleggere.
Dopo le politiche, vittoriose per l’Ulivo, l’ormai ex senatore decide di recarsi dal nuovo presidente del consiglio dei ministri, Romano Prodi, per riferirgli tutto quanto sa sull’Alta Velocità; “ignoravo glib insabbiamenti dell’inchiesta romana da parte di un pm, poi arrestato, e che Prodi era indagato”, anche se Imposimato ricorda che il suo nome era già emerso durante le audizioni alla Commissione antimafia.
A questo punto, l’autore fa un dettagliato resoconto dell’incontro, durante il quale l’ex presidente dell’Iri non apre bocca, mentre Imposimato espone il suo lavoro. Solo l’arrivo nell’ufficio del presidente del ministro della difesa Beniamino Andreatta smuove Prodi dall’imbarazzo in cui è stato gettato dalle parole di Imposimato, il quale viene cortesemente salutato senza aver concluso.
“Solo molto tempo dopo sarei venuto a conoscenza del fatto che Prodi, fino al 1993, anno della nomina alla presidenza dell’Iri, era stato garante dei lavori dell’Alta Velocità, cioè uno die controllori di quello scandalo. E anche che, secondo il magistrato romano Giuseppa Geremia, Prodi aveva fatto sì che una società da lui stesso creata, la Nomisma, potesse beneficiare di consulenze miliardarie proprio sull’AltaVelocità”.
SCIACALLAGGIO MEDIATICO:
Nell’ottobre dello stesso anno, Imposimato parla delle mancate indagini su questo scandalo allastampa; al Corriere afferma che “la Commissione antimafia aprì un’inchiesta ma non si volle andare avanti”, e fa i nomi di Violante, Bargone e Prodi per indicare coloro che avrebbero occultato la vicenda.
Quest’ultimo arriva a negare di essere stato, all’epoca delle assegnazioni dei lavori per l’Alta Velocità alle imprese “sporche”, presidente dell’Iri.
La stessa Tiziana Parenti, ex presidente della Commissione antimafia, ricorda al Corriere come Imposimato venne isolato “all’interno del suo stesso partito, per tenere l’inchiesta sotto tono”.
E ricorda all’allora sottosegretario al Lavori Pubblici Bargone, che venne fatto il nome di Prodi durante le audizioni della Commissione.
Secondo la Parenti, “Imposimato subì l’isolamento dal suo stesso partito anche perché quell’inchiesta si intrecciava con quella delle Coop rosse”.
Guardacaso, poche settimane dopo, il settimanale “Panorama” pubblica un articolo dove vengono riportate alcune intercettazioni in cui Imposimato viene descritto come colui che avrebbe “montato tutto quel pandemonio per estromettere dai lavori alcune imprese della Camorra per piazzare le sue”, senza fare però il nome delle imprese eventualmente appartenenti all’ex magistrato.
Questo tentativo di sciacallaggio mediatico non porta a nulla.
La prossima puntata parleremo dell’inchiesta della magistratura di La Spezia che, indagando su tutt’altra roba, svela la trama gigantesca sotto la quale si nasconde l’imbroglio dell’Alta Velocità.
06 aprile 2002
7 - Pierfrancesco Pacini Battaglia, l’uomo-tangente dell’Alta Velocità
Nella seconda metà del 1996, la magistratura di La Spezia, indagando su ben altre faccende, in apparenza per niente collegate con l’Alta Velocità, si imbatte in un personaggio piuttosto noto ai cronisti di Mani Pulite, Pierfrancesco Pacini Battaglia.
È necessario ricordare che all’epoca di questa inchiesta, l’indagine parlamentare di Ferdinando Imposimato è ormai finita negli archivi della Commissione antimafia.
Il 13 settembre 1996, il giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Failla, su richiesta dei magistrati Alberto Cardino e Silvio Franz, emette un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del suddetto Pacini Battaglia, di Lorenzo Necci, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, dell’imprenditore Emo Danesi ex parlamentare dc e iscritto alla loggia massonica P2 , e di Eliana Pensieroso, segretaria di Pacini Battaglia.
GESTIONE OCCULTA DELLE SOCIETÀ A CAPITALE PUBBLICO:
Le intercettazioni ambientali hanno dimostrato l’esistenza di “un’associazione a delinquere ramificata sul territorio nazionale e all’estero, il cui scopo era la gestione occulta di aziende a capitale pubblico, così da ricavarne ingenti ed ingiusti profitti”.
Secondo l’accusa, i promotori del tutto sarebbero Pacini Battaglia e Danesi, con Necci al seguito.
L’obiettivo: “la gestione occulta delle società a capitale pubblico, facenti capo al comparto delle Fs, cioè la Ferrovie dello Stato spa e le sue partecipate; la distrazione di somme molto ingenti di denaro pubblico dalle stesse Ferrovie dello Stato spa e, infine, l’acquisizione di commesse da società del gruppo Eni, dietro pagamento di tangenti”.
Sempre secondo i magistrati Cardino e Franz, la lobby, per poter agire in maniera coperta, si è giovata dell’aiuto di alcuni magistrati, un tempo alla procura di Roma, nota per le famose insabbiature; i magistrati sono, tra gli altri, Giorgio Castellucci, Orazio Savia e Roberto Napolitano.
PAROLE PESANTI COME MACIGNI:
In uno dei punti in cui si articola l’inchiesta spezzina, quello che riguarda la gestione occulta delle società a capitale pubblico, si parla della società Tav spa. Nell’altro punto, quello riguardante la distrazione di denaro pubblico, si parla di truffa contrattuale.
In una delle tante intercettazioni riportate nell’ordinanza “evidenzia come vengono elargite tangenti ai vertici dell’Eni per ottenere la concessione di contratti e come faccia parte del piano del sodalizio la gestione delle Ferrovie italiane”. Infatti, dai discorsi tra Pacini ed un imprenditore emerge che nei primi mesi del 1996 costoro avevano ottenuto due appalti dell’Eni, rispettivamente di due e tre miliardi e che nella banca ginevrina di Pacini sarebbero state versate le tangenti dopo l’ottenimento dell’appalto.
In un’altra intercettazione, Pacini afferma: “Se vuoi un mio parere, oggi come oggi noi siamo usciti da mani pulite...siamo quasi usciti...solo perché si è pagato”.
Imposimato parla di “parole pesanti come macigni”. Chi avrebbe preso i soldi?
I magistrati spezzini scrivono nella parte finale dell’ordinanza, riferendosi alle inchieste milanesi: “la sola via giudiziaria non sia servita e non serva a debellare tale fenomeno (la corruzione ndr) che sembra connaturato alla vita sociale del nostro paese... va sottolineato che la via giudiziaria, vista la carenza di strutture, uomini e mezzi adeguati... appare resa più difficile da attività contrarie ai doveri d’ufficio, quando non ci si trovi di fronte a vere e proprie partecipazioni associative di un rilevante numero di appartenenti all’autorità giudiziaria”.
Vengono arrestati il procuratore della Repubblica di Cassino, Orazio Savia e quello di Grosseto, Roberto Napolitano, un tempo in servizio a Roma. Un altro filone di indagine riguarda infatti la corruzione della magistratura romana, secondo l’accusa pagata per chiudere un occhio sul ruolo di Pacini Battaglia, autentico collettore di tangenti, invischiato anche nell’ulteriore filone di indagine, quello riguardante il traffico d’armi in cui è coinvolta la fabbrica spezzina Oto Melara, il cui amministratore delegato, Francesco Guarguaglino, finisce anch’esso in manette.
Se questo filone può sembrare “autonomo”, quelli riguardanti gli affari sporchi di Pacini e Necci e la corruzione dei magistrati sono legati indissolubilmente e hanno il loro nucleo negli affari dell’Alta Velocità.
In sostanza, scrive Imposimato, in concomitanza con ogni appalto, i dirigenti delle Fs prendevano contatti con Pacini Battaglia, il quale, con Emo Danesi, realizza un complicato sistema di conti bancari esteri per gestire le tangenti raccolte dagli imprenditori che si interessano ai lavori dell’Alta Velocità.
PESCI PICCOLI DA SACRIFICARE:
Dalle numerose intercettazioni, emerge che Danesi e Pacini, nel caso in cui si scopra qualcosa, fanno già i nomi di qualche “pesce piccolo” da sacrificare al posto dei “pesci grossi” come Necci e Incalza.
Il loro obiettivo è che del fattaccio se ne occupi la procura di Cassino, sotto la cui giurisdizione cadono i lavori per l’Alta Velocità Roma - Napoli e dove il procuratore Savia li può proteggere.
Fra i “pesci piccoli” sacrificabili, per Pacini c’è anche Emilio Maraini, figura originale, poiché, nel 1992, pur essendo sotto processo a Napoli in qualità di ex amministratore dell’Ansaldo, resta ai vertici della divisione Tecnologie e Sviluppo di sistema delle Fs. È quindi un uomo di Necci.
Nel 1993 è arrestato per corruzione aggravata e viene anche accusato dai giudici milanesi di aver versato una tangente da 650 milioni al Psi per ottenere alcuni appalti della Intermetro nella realizzazione del metrò romano. Dai suoi interrogatori emergono legami con la Milano “da bere” di Pilitteri, Radaelli, Trussardi e Craxi.
Nonostante tutto ciò, Maraini rimane uomo di fiducia di Necci, fino a divenare amministratore delegato dell’Italferr, la società che deve controllare la correttezza di tutti gli atti dell’Alta Velocità dal punto di vista ingegneristico. Decisamente, una scelta migliore non poteva essere fatta.. il 7 febbraio 1998, Maraini sarà nuovamente arrestato su ordine della procura di Perugia. Per Maraini, il pm romano Castellucci chiederà due volte l’archiviazione. Resta comunque un elemento sacrificabile.
Comunque, scrive Imposimato, la cosa che sconcerta maggiormente i magistrati spezzini Cardino e Franz è il fatto di essersi resi conto di indagare su fatti che già anni prima potevano essere scoperti, pur essendo finiti negli uffici delle procure di Roma e, soprattutto, di Milano.

04 maggio 2002
8 - Alta Velocità: inchieste affossate e persone oneste
Ferdinando Imposimato, ex magistrato ed ex deputato del Pds, autore del libro "Corruzione ad Alta Velocità " del quale stiamo proponendo le parti salienti, si domanda come sia stato possibile che un personaggio come Pierfrancesco Pacini Battaglia sia potuto passare sotto le forche caudine dei magistrati milanesi Di Pietro e Colombo sin dal 1993 nell'inchiesta Enimont senza che costoro, dopo averlo interrogato, non ne abbiano tratto nulla di interessante.
Tanto più che, nello stesso anno, il finanziere Sergio Cagnotti, ora presidente della Lazio Calcio e all'epoca amministratore delegato di Enimont e amico di Raul Gardini, aveva confessato di aver ricevuto cinque miliardi dalla Tpl (Tecnologie, Progetti, Lavori) società in apparenza creata per assegnare consulenze in materia di progettazione ma in realtà una sorta di contenitore occulto di mazzette che finivano nelle tasche di Necci, presidente delle Fs.
Questa mazzettona, secondo Cagnotti, sarà spartita tra costui, Gardin e Pacini.
Ma i magistrati di Milano, dice lmposimato, invece di confrontare le tesi di Pacini e di Cragnotti, evitano di procedere.
Nel 1998, i magistrati di Brescia accuseranno Di Pietro di aver omesso di sviluppare le indagini in questa faccenda. Secondo i pm bresciani, Di Pietro avrebbe favorito Pacini e Necci evitando di indagare. Ma il gip bresciano Di Martino assolverà Di Pietro per "non aver commesso il fatto".
UN "AFFAIRE" INIZIATO NEL 1993:
Al lettore può sembrare di essersi allontanato dall'argomento dell'Alta Velocità ma così non è poiché si tratta di un "affaire" nel quale si intrecciano tangenti di ogni tipo e provenienza.
Un groviglio spaventoso di interessi sul quale si inizia ad indagare sin dal 1993, come abbiamo visto, addirittura con due inchieste, una romana (riguardante la correttezza nella costituzione della Tav spa) ed una milanese (circa l'assegnazione degli appalti).
Ma è solo nel 1996, con I 'inchiesta della magistratura di La Spezia che succede qualcosa, con gli arresti di Pacini Battaglia e Necci.
Se a Milano l'inchiesta finisce nel nulla, a Roma il sostituto procuratore Giorgio Castellucci chiede più volte I'archiviazione, finché non viene egli stesso indagato con l'accusa di aver preso denaro proprio per far archiviare l'inchiesta, come risulta da un'intercettazione ambientale.
Nessuno riuscirà mai a chiarire dove siano finiti i documenti delle due inchieste e lo stesso Di Pietro, secondo Imposimato, negherà di averli richiesti.
I magistrati di Perugia, ai quali è passata l'inchiesta, parlano di una raccolta di mazzette per l'Alta Velocità messa in atto dagli imputati realizzata con l'aiuto di "una sorta di presidio giudiziario" grazie alla "compiacente attività di taluni magistrati, svolgenti le funzioni in ruoli chiave, i quali pilotano nel senso desiderato le inchieste".
I giudici perugini affermano che una verifica presso la Techimont spa avrebbe consentito di constatare che, proprio nel periodo in cui questa entra a far parte del consorzio Cociv (quello che ha iniziato i lavori nella tratta Milano - Genova), versava al Pacini Battaglia ingenti somme di denaro. Ma tutto ciò non è mai stata fatto.
IL MEMORIALE DI PORTALURI:
A questo punto, lmposimato riporta alcuni brani del memoriale di Salvatore Portaluri, che nel 1991 viene chiamato alla presidenze della Tav spa, carica dalla quale di dimette il 9 settembre 1993. Portaluri afferma che su 38 società consorziate per la realizzazione dell' Alta Velocità, 34 avevano già avuto problemi con la giustizia.
Egli aveva inoltre chiesto che venissero annullati i contratti con la società ltalferr, poiché il presidente di questa, Emilio Maraini era già stato arrestato due volte e non poteva perciò essere presente nell'organo di controllo delle attività tecniche che spettava a ltalferr.
Andavano annullati, sempre secondo l'ex presidente della Tav spa, anche i contratti con tutti i general contractor (Iri, Eni e Fiat), poiché, invece di indire gare internazionali come previsto dalla normativa europea, era stata utilizzata una trattativa privata che aveva consentito la spartizione della "torta", grazie ad una legge del 1987 , poi ripresa nel 1991.
La più grande bugia, osserva Portaluri, si ritrova nell'assetto societario della Tav, del quale si sbandiera una maggioranza privata; in realtà, la maggioranza delle banche sono di diritto pubblico e Necci, rappresentate delle Fs, aveva la maggioranza assoluta del capitale sociale.
Sulla bugia del capitale privato si costruirà la legittimità delle trattative private con i general contractor. Solo dopo aver avuto la certezza di una copertura totale dei costi da parte dello Stato (cioè la Tav spa), i general contractor accettano di sottoscrivere gli accordi. Non c'è nessun rischio per gli imprenditori, visto che la Tav paga il 100% dei costi previsti.
Tutti i gruppi imprenditoriali coinvolti in Tangentopoli sono così accontentati e chi all'inizio è rimasto fuori, cioè la Grassetto di Salvatore Ligresti e la Montedison-Ferruzzi, viene accontentato con il consorzio Cociv per la tratta Genova - Milano.
Portaluri ricorda come nella finanziaria del 1992 verrà poi inserito un capitolo di spesa di 9 mila miliardi di lire proprio per l'Alta Velocità e, infine, la riunione tra i ministri interessati di allora (Barucci al Tesoro, Reviglio al Bilancio e Tesini ai Trasporti) avvenuta nsolitamente il 29 dicembre 1992, in piene vacanze natalizie, con gli imprenditori, per evitare che, con l'arrivo del nuovo anno, entrasse definitivamente in vigore la normativa europea sulle gare internazionali per l'assegnazione dei lavori.
140.000 MILIARDI DI COSTI SINO AD OGGI:
Dunque, non è mai esistita la tanto decantata maggioranza privata della Tav spa, i contratti di questa con gli imprenditori hanno avuto come obiettivo la tutela del solo interesse privato, i costi previsti nel 1991, quantificati in 26.180 miliardi di lire, sono oggi arrivati a 140.000 miliardi di lire (ricordiamo ancora, a totale carico dei contribuenti e a completo vantaggio degli imprenditori).
Infine, coloro che sono stati nominati garanti della grande opera ferroviaria, cioè Romano Prodi, Susanna Agnelli e Sergio Pininfarina, non sono del tutto super partes, poiché hanno ruoli in società (rispettivamente Nomisma, Fiat e Pininfarina) contrattualmente legate alle Fs o alla Tav spa.

04 maggio 2002
9 - “Corruzione ad Alta Velocità”: le conclusioni di Imposimato
Ferdinando Imposimato conclude il suo libro "Corruzione ad Alta Velocità" con alcune riflessioni che rispecchiano la sua visione della situazione politica italiana.
L’ex giudice scrive che "lo scandalo della Tav è l'emblema della degenerazione globale del sistema politico. Esso ha coinvolto maggioranza ed opposizione in egual misura".
Dopo Tangentopoli, "non è scaturita una Repubblica rinnovata ma una riedizione peggiore del vecchio sistema di potere.
L'ALLEANZA TRA CETO POLITICO E GRANDI IMPRESE:
Si è organicamente strutturata l'alleanza tra ceto politico e forze dominanti del potere economico delle grandi imprese sia private che pubbliche... ancora oggi entrambe sono sempre più dipendenti dallo Stato.
Più che nel passato esse manovrano l'informazione e la formazione del consenso con metodi spregiudicati e contrari alla verità: coprono i misfatti e le violazioni delle regole del mercato ed esaltano i personaggi politici che agiscono all'insegna di un becera antipartitocrazia e del più demagogico populismo, anticamera di scelte illiberali".
Un'analisi perfetta dell'attuale situazione politica italiana che, a quasi dieci anni dalla nascita di quella che molti "nuovisti" hanno definito seconda repubblica, ha fatto dimenticare gli scandali e le nefandezze della prima talmente sono gravi quelle di adesso.
Spesso in giro si sente dire: "Rispetto ai politici attuali sento nostalgia di Craxi e Forlani"; a tal proposito, lmposimato ha scritto: "La ventata di moralismo e di ipocrisia che ci ha inondato in questi anni è stata il preludio di disegni trasformistici che non hanno cambiato in meglio l'immagine del paese".
Oggi "la politica ha un ruolo subalterno agli interessi forti, alle corporazioni più aggressive... il proscenio è tornato a coloro che sono stati corresponsabili del sistema di corruzione".
L’autore, nel riprendere il leit motiv del suo libro, sottolinea come "prove macroscopiche e inoppugnabili... hanno subito una sistematica demolizione grazie a percorsi logicogiuridici che appaiono ingiustificati, soprattutto nel raffronto con altre indagini nelle quali sono stati svolti ragionamenti in senso esattamente contrario".
E, a tal proposito cita una deposizione del manager Enzo Papi fatta nel 1993 all'allora pm Antonio Di Pietro, finita nel nulla: "il boccone più ghiotto è quello dell'Alta Velocità, un affare inizialmente da 29.000 miliardi - lievitato a 140.000 miliardi - con la Cogefar che assume la guida di due consorzi, che si riservano una larga fetta delle risorse pubbliche.
Quando, nel 1991, arriva il primo anticipo di 100 miliardi da dividere tra consorziati, il costruttore Vincenzo Lodigiani mi fece presente che i partiti chiedevano una tangente del 3%".
LE OLIGARCHIE FINANZIARIE SONO DIVENTATE ARBITRE DEL SISTEMA:
"Oggi", conclude lmposimato, "le oligarchie finanziarie e tecnocratiche, sopravvissute all'ondata di Tangentopoli, sono riuscite a ridimensionare la presenza dei partiti, divenendo esse arbitre esclusive del sistema di spartizione delle commesse pubbliche...con una sistematica violazione delle norme interne ed internazionali sulle gare d'appalto.
Altri gruppi finanziari antagonisti hanno rinunciato alla strada della commessa pubblica ed optato per accordi diretti con Cosa Nostra... Il grande capitale continua ad essere assistito dallo Stato, svincolato dalle regole del mercato".
Lo scandalo dell'Alta Velocità, ormai decennale, è praticamente passato in silenzio in tutti questi anni.
Come ha detto lo stesso Imposimato, essendo i potentati economici proprietari dei mass media (vedi Fiat e "La Stampa"), l'informazione in proposito è stata assolutamente assente.
Noi, pubblicando in queste nove puntate l'opera dell'ex giudice, abbiamo voluto dare un nostro piccolo contributo alla creazione di una coscienza critica nei nostri lettori. Per il resto, invitiamo chi ci segue ad acquistare il libro edito dalla Koinè - nuove edizioni a circa 15 euro. Ne potrete certamente sapere di più.

Giampiero Carbone
Il nostro GIORNALE Settimanale Indipendente del Basso Piemonte
Direttore Responsabile: Gino Fortunato - Redazione: Gavi - Via Roma, 22 Tel. 0143.643885 Fax 0143.643927 -
E-mail: ilnostrogiornale@nostrogiornale.it - Sito web: http://www.nostrogiornale.it

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ma perche?
by io Monday, Dec. 26, 2005 at 6:11 PM mail: numero zero

ma perche ce l,avete con la tav? dobbiamo traversare le alpi con gli elefanti'? O CON UN TRENO COMODOe veloce? come al solito noi mortali a piedi,e loro immortali con aerei di sta<to bel progresso!

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Repressione??????Colombia????????
by baol Sunday, Jan. 01, 2006 at 3:54 PM mail:

Come al solito voi comunisti siete eccezionali nel distorcere la realtà e ad inneggiare a tutto quello che è casino e cazzeggio indicando il tutto come resistenza. Parlate di repressione, ma siete mai stati in Romania, Russia o Cina???? Quella di Caesescu vi pare roba simile a ciò che è successo in Valle, dove la polizia ha solo rimosso dei presidi ABUSIVI?????????? ma ci fate o ci siete???? Si puo' tollerare che della gente infranga la legge senza pagarne poi le conseguenze?????? Evidentemente dalle vostre parti sì. Infatti, che cazzo ne sapete voi dalla Colombia di quello che succede qui in Valle? Quando anni fa si è fatta l'autostrada TO-Bardonecchia (che voi rossi da lì non avrete mai visto manco in foto!!!!!!), con cantieri dieci volte più invasivi di quelli della tav, nessuno ha detto niente, sapete perchè???? Perchè tutti han preso la loro bella fetta di grano!!!!! Ora, invece, siccome la montagna è demanio della stato, nessuno cucca più un cazzo oltre le compensazioni!!!! Capito?????? Ma se nn la vogliono, che continuino pure a respirare gli scarichi della milionata di Tir che passa di lì ogni anno!!! E poi, ancora con 'sta storia dei "compagni"????? Quei tempi son passati se non ve ne foste accorti!!!! Siete anacronistici oltrechè ridicoli!!!!!

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anacrochi?
by @#@ Sunday, Jan. 01, 2006 at 6:07 PM mail:

Uno perderebbe anche del tempo a rispondere a <baol>, ma siccome la sua invettiva oltre che un ammasso di punti esclamativi e interrogativi, e` la fiera del luogo comune, dell'inesattezza e del pensiero benpensante, non vale nemmeno la pena di stare a logorarsi le meningi.La lotta popolare/apartitica NoTav ha fatto perdere le staffe a piu` d'uno di questi quaqquaraqqua` da salotto.
SARA` DURA (con l'umlaut)

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Impara l'italiano
by baol Monday, Jan. 02, 2006 at 5:15 PM mail:

Forse è meglio essere un quaquaraquà (devi avere la tastiera che funziona male, escono troppe "q") da salotto che un analfabeta che si firma con dei simboli (potevi mettere una "X"). Va bene, poverino, ti voglio aiutare perchè mi fai pena: http://www.demauroparavia.it/5485 Del resto, è perchè non conosci l'italiano che usi termini che non hanno niente a che fare con quel che ho scritto: parli di luoghi comuni (che siano morti migliaia di studenti in p.zza Tienamenn è un luogo comune? o ti riferivi a quello che ho detto sull'autostrada, raccontatomi da ex consiglieri comunali della zona?) e di "pensiero benpensante" (ma cosa ci azzecca? è mica una questione etica o morale, ma di interessi collettivi da un lato e di fattibilità dall'altro) senza conoscerne il significato. Spero di non aver scritto in modo troppo difficile, che così perfino tu possa capire. E comunque, se leggessi un po' meno Topolino (con tutto il rispetto) e un po' più di libri, stai pur tranquillo che mica ti farebbe male.

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Promemoria
by baol Monday, Jan. 02, 2006 at 5:35 PM mail:

Il nome della piazza di Pechino l'ho scritto come si pronuncia per venirti incontro.

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MANIFESTAZIONE NO TAV A CHAMBERY ( FRANCIA )
by flower_of_filastin Tuesday, Jan. 03, 2006 at 5:51 PM mail:

finalmente anche in francia una risposta all'apatia delle istituzioni francesi che continuano a ignorare i sollevamenti valsusini. la prima vera manifestazione da parte francese é organizzata dal collettivo rhone alpes contro la lyon-turin e si terrà a chambery domenica 7 gennaio 2006, alle ore 14 davanti alla prefettura. seguirà un incontro con alcuni volti della val di susa alle h 18.
info:
http://grenoble.indymedia.org/

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Notav Nonviolenta
by ricevo e inoltro Thursday, Feb. 09, 2006 at 9:58 PM mail:

Ricevo dal Sindaco di Condove, Barbara Debernardi, e inoltro con
preghiera di diffusione,
Osvaldo Pieroni

police partout, justice nulle part
(scritta comparsa sul muro di una via di Bussoleno (Bassa Val di Susa -
Torino)

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant
(Tacito, Agricola, 30,5)


Docenti democratici contro la linea TAV/TAC
_____

Newsletter promossa da alcuni docenti dell'IIS Des Ambrois di Oulx (Alta
Val di Susa - Torino)




In merito a quanto accaduto a Susa , domenica 5 febbraio, durante il
passaggio della fiaccola olimpica, il Coordinamento del Comitato NO TAV
Susa-Mompantero comunica quanto segue:
1. La popolazione di Susa (e non) si è radunata dopo le 14:00 nei
pressi del Ponte di Via Mazzini, zona intorno alla quale i componenti
del Comitato NO TAV Susa-Mompantero avevano, nella mattinata, sistemato
degli striscioni con gli slogan classici della protesta (non ve n'erano
di impudici, offensivi, etc.; il più forte (coperto su richiesta nel
momento clou) riportava l'equazione TAV = Mafia, che qualcuno - vedi ad
esempio il Dott. Fernando Imposimato, giudice istruttore dei più
importanti casi di terrorismo - in Corruzione ad Alta Velocità, Viaggio
nel governo invisibile con G. Pisauro, S. Provvisionato, edizioni KOINE'
nuove edizioni, novembre 1999, Telefono: 06 / 52.24.42.80 - aveva già
scritto ben prima del Comitato di Susa-Mompantero);
2. Già al mattino e ancora prima del passaggio della fiaccola, sono
state rilasciate diverse dichiarazioni (TV Svizzera, NBC, RAI3, TV
giapponese , TV Svizzera,etc.) da portavoce del Comitato Susa-Mompantero
per dire: "esprimiamo contrarietà alle Olimpiadi per il modello che esse
rappresentano, simile a quello del TAV, ma non vogliamo comunque
boicottarle. Vogliamo invece utilizzarle come cassa di risonanza per far
conoscere al resto del mondo i motivi della protesta del nostro
territorio".
3. La folla radunatasi era in gran parte costituita da portatori di
bandiere classiche NO TAV, che sventolavano in quantità sorprendente;
4. Prima del passaggio della fiaccola per due volte è stato dato
l'avviso al megafono che non si intendeva né fermare né disturbare in
alcun modo la fiaccola ma ,al contrario, al momento del cambio del
tedoforo presumibilmente davanti alla Chiesa del Ponte, salutare con il
motto "a sarà dura";
5. Ogni persona di buon senso realizzava in quella situazione che
il passaggio di qualsiasi veicolo sarebbe stato estremamente
difficoltoso; a maggior ragione per camper e furgoni; gli organizzatori,
a conoscenza della possibilità di affluenza di un folto pubblico, non
hanno ritenuto di salvaguardare l'ampiezza del passaggio con mezzi
idonei quali transenne etc.;
6. Nei tre mesi precedenti l'evento olimpico, contro ogni
ragionevole strategia mirata alla distensione, sono state realizzate
azioni (31 ottobre, 30 novembre, 5 dicembre 2005) che hanno causato la
mobilitazione di una grande parte dell'opinione pubblica valsusina e non
solo, spingendo ad una crescente protesta per la negazione di elementari
ed importanti diritti democratici e costituzionali sul nostro
territorio, anche chi non aveva mai preso parte direttamente alla
contestazione TAV. Se si fosse ritenuto prioritario il miglior
svolgimento di tutti gli eventi legati alla manifestazione olimpica (al
di là delle proteste che essa già da sola porta con sé: contestazione
degli sponsor, del modello che privilegia il business rispetto ai valori
dello sport, dell'impatto ambientale degli impianti usati generalmente
una tantum etc.) sarebbe stato necessario lavorare già preventivamente
per creare un clima distensivo sul territorio. Non avendo fatto questo,
(anzi il contrario) era assolutamente prevedibile la presenza
ragionevole di manifestanti contro il TAV, per l'eco che l'evento
mediatico offre alla protesta. Non solo non si è lavorato
preventivamente, si sono anche usati gli "effetti speciali": diversi
esponenti delle forze dell'ordine, chiaramente riconosciuti,
partecipanti alle azioni ricordate sopra, che se non ricordiamo male
sono ancora oggetto di indagine, sono sfilati in testa al "corteo" della
fiaccola. Altra intelligente "manovra distensiva" sempre perchè si
voleva far fare bella figura all'Italia, alla Valle di Susa e alla
nostra Citta di Charme: come aprire una preziosa galleria d'arte vicino
ad un deposito di benzine e dirottare sul balcone soprastante lo sfogo
dei fumatori incalliti; non è miglior modo per spiegare il nostro amore
per l'arte?
7. E' difficile sostenere che chi ha la regia dell'evento ha
lavorato bene. Il regista qui ha sbagliato ed è forte il dubbio che non
sia una casualità.
8. Rapportato a questo quadretto (non proprio idilliaco), cos'é il
pur spiacevolissimo e censurabile episodio di una bandiera sventolante
che ha rischiato di sbattere sulla fiaccola?
9. E vi immaginate, se qui a Susa (dove ribadiamo sono state prese
da parte del Comitato tutte le possibili misure per evitare i problemi)
è stata urtata la suscettibilità del regista, cosa gli sarebbe toccato
se fosse passato in quei Comuni dove la protesta popolare aveva già a
priori deciso di impegnarsi una accoglienza secondo i migliori
propositi?
10. Tutto sommato riteniamo sia stato meglio così. Che la fiaccola
non sia scesa verso quelle strade. Ci spiace per chi si sente l'orgoglio
ferito e la cocente delusione di convivere con persone che mettono al
primo posto la preoccupazione per la salute dei propri figli anziché
l'impalpabile piacere di un pomeriggio di mondanità patinata ed
irripetibile.
11. Non secondario nella decisione presa, deve essere stato il fatto
che la Coca-Cola, che insieme ad altri enti generosi paga la benzina per
la carovana della fiaccola, essendosi dovuta fermare ad Exilles, abbia
deciso di risparmiare gli spiccioli perché comunque il tour della Val di
Susa non avrebbe aggiunto un gran ritorno d'immagine (crediamo che
complessivamente la campagna promozionale non sia andata particolarmente
bene in Italia quest'anno).
12. Non è da giustificare il comportamento di chi ha sbagliato
causando i problemi: viene da chiedersi se, andando tutto liscio a Susa,
la carovana avrebbe proseguito per la Bassa Valle, senza trovare la
scusa che ci sarebbero state in giro troppe poche persone con gli occhi
azzurri e i capelli biondi.
Doriana Tassotti ( per il Coordinamento Comitato NO TAV Susa-Mompantero
)
A titolo personale,invito tutti a non fare torto alla propria
intelligenza nel prendere per buona ogni dichiarazione rilasciata da
mezzi di comunicazione sempre meno liberi e democratici. Invito tutti ad
andare aldilà della superficie e a considerare i fatti in tutte le loro
sfumature. Per essere liberi e salvaguardare sempre la verità.
Doriana Tassotti
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