Assemblea spontanea alla Camera del Lavoro di Milano dopo uno scambio di email.
MILANO - Forse mille, probabilmente anche millecinquecento donne, con un po’ di uomini. Ieri alla Camera del Lavoro è stato necessario, dopo che il Salone Di Vittorio si era colmato e che le donne sedevano per terra, aprire anche il Salone De Carlini, collegato in audio. Donne arrabbiate e decisissime a difendere quella che è stata definita «autodeterminazione»: contro l’idea di mettere i militanti del movimento per la vita nei consultori medici (a Milano sono 19, ma in crisi finanziaria, come per lasciarli morire), contro le continue uscite delle gerarchie ecclesiastiche sulla legge 194 dell’interruzione volontaria di gravidanza, contro la legge 40 che ha tagliato la speranza di tante coppie senza figli. L’affollatissima assemblea, che ha di botto ricreato un clima da anni ’70 («Bentornate!» ha esclamato una componente del collettivo donne giuriste) è nata quasi per autoconvocazione, perché l’idea di farla (come ha spiegato Susanna Camusso della segreteria della Cgil) è nata dopo che un ciclone di messaggi email, segno dei tempi, ha seguito un primo messaggio inviato in rete dalla giornalista Assunta Sarlo, indignata e stufa di questo attacco alla libertà delle donne, al loro corpo, al loro diritto di decidere. Ed ecco l’assemblea di ieri sera, in cui è stata approvata con roventi applausi l’idea di una manifestazione nazionale di donne. Forse a Roma, più probabilmente a Milano. Donne mature, quelle che hanno sostenuto la battaglia del 1978 per la legge 194, ma anche molte giovani. È stata Ottavia Piccolo a fare da speaker per introdurre decine d’interventi non programmati. Tra di essi, quelli di Emilia Di Biase coordinatrice regionale delle donne Ds, di Manuela Massa di magistratura Democratica, di Fulvia Colombini della segreteria della Camera del Lavoro. All’insegna di uno slogan che è diventato anche un sito: http://www.usciamodalsilenzio.org
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