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NO TAV: La Savoia come la Val di Susa «Bloccheremo l'alta velocità»
by saigon Friday, Dec. 02, 2005 at 3:42 PM mail:

Annie Collombet, presidente di Vivre en Maurienne che rappresenta istanze ambientaliste più ampie, non legate solo alla questione della Tav: «Stava andando tutto troppo bene. In cambio del sì alla Lione-Torino avevamo chiesto che non si deturpasse il paesaggio e soprattutto che fossero tolti i camion dalla strada. Come? Con un pedaggio supplementare, una tassa capace di sconfiggere la lobby del trasporto su gomma. Grande disponibilità, all'inizio. Poi sono cominciati i lavori». Mille metri già scavati a Le Bourget, paesino arroccato alle pendici del Moncenisio. Aperti i cantieri di La Praz e Saint Michel, sopra l'alveo del fiume L'Arc, acque chiare e tumultuose dove nuotano salmerini, temoli e trote fario. Debitamente avvertito monsieur André Flamyer, proprietario del Dorhotel di Saint-Jean- de-Maurienne: il suo albergo «climatizzato e cablato», proprio in faccia alle creste del monte Sappet, dovrà essere abbattuto assieme a due palazzi per fare spazio alla nuova stazione ferroviaria. «Non è stato ancora deciso niente: ma in caso contrario, mi pagheranno bene».

IL SECOLO XIX 27/11/2005
RIVOLTA IN SAVOIA FRANCESI "TRADITI" DALL'ALTA VELOCITÀ
La Chambre (Savoia). Denis Bertino: «Decidiamo all'inizio dell'anno nuovo». E se i francesi della Maurienne decidono che le promesse non sono state mantenute, l'alta velocità rischia di impantanarsi anche al di là delle Alpi, dove finora tutto era filato liscio. Denis Bertino è il portavoce di Intercommunale, l'associazione che è nata e cresciuta per sorvegliare il progetto della Tav. Ieri pomeriggio, in una saletta del municipio di La Chambre prestata agli ambientalisti sul sentiero di guerra, ha parlato per primo: «I segnali sono che il tunnel non si fa più. Se a gennaio non ci convincono del contrario, la Lione-Torino non avanza di un metro».


dal nostro inviato PAOLO CRECCHI
27/11/2005
La Savoia come la Val di Susa «Bloccheremo l'alta velocità»

Sarebbe un aiuto insperato, per i dirimpettai ribelli della Val di Susa, e la conferma che non ci si può fidare neppure dei politici francesi. Perché sul versante d'Oltralpe la linea dell'alta velocità aveva ottenuto l'appoggio di tutti, ecologisti compresi, dietro la garanzia che fosse completamente interrata. E dunque non si vedesse e non inquinasse, e non disturbasse le rosse mucche di razza Limousine al pascolo e gli stagionatori del formaggio Beaufort, i villaggi del turismo invernale, gli artigiani del vetro e del ferro, i viticoltori, i proprietari delle seconde case che si rifugiano qui a trascorrere il weekend.
Annie Collombet, presidente di Vivre en Maurienne che rappresenta istanze ambientaliste più ampie, non legate solo alla questione della Tav: «Stava andando tutto troppo bene. In cambio del sì alla Lione-Torino avevamo chiesto che non si deturpasse il paesaggio e soprattutto che fossero tolti i camion dalla strada. Come? Con un pedaggio supplementare, una tassa capace di sconfiggere la lobby del trasporto su gomma. Grande disponibilità, all'inizio. Poi sono cominciati i lavori».
Mille metri già scavati a Le Bourget, paesino arroccato alle pendici del Moncenisio. Aperti i cantieri di La Praz e Saint Michel, sopra l'alveo del fiume L'Arc, acque chiare e tumultuose dove nuotano salmerini, temoli e trote fario. Debitamente avvertito monsieur André Flamyer, proprietario del Dorhotel di Saint-Jean- de-Maurienne: il suo albergo «climatizzato e cablato», proprio in faccia alle creste del monte Sappet, dovrà essere abbattuto assieme a due palazzi per fare spazio alla nuova stazione ferroviaria. «Non è stato ancora deciso niente: ma in caso contrario, mi pagheranno bene».
È stata la politica degli indennizzi, finora, a risultare vincente. Centinaia di migliaia di euro ai privati e alle amministrazioni comunali, perché in Francia le imprese impegnate nelle grandi opere devono versare la cosiddetta «taxe professionelle», una sorta di affitto per i terreni impegnati.
François Gravier, sindaco aggiunto di Modane: «Milionari non saremo mai, ma ora abbiamo quanto basta per cambiare faccia ai nostri paesi. Scuole, strade, ospedali, tutta la valle trarrà giovamento dall'alta velocità. Forse in Italia non è così, oppure i vantaggi non sono stati illustrati bene: per quello che ne so, anche i comuni piemontesi dovrebbero essere indennizzati».
Metteteci che l'Alta Savoia è attraversata da un'autostrada e da una statale frequentatissime, con gli svincoli talmente vicini alle case che nemmeno in Italia. Rumore, inquinamento, impatto ambientale devastante: «Perciò - ricorda Bertino - quando ci hanno proposto il tunnel ci siamo subito dichiarati favorevoli. Noi e gli altri ecologisti, tutti insieme, perché bisogna imparare a governare il progresso e a non dire sempre e solo di no. Ma non vorremmo essere caduti in una trappola».
In questi giorni La Chambre e i paesi vicini sono tappezzati di striscioni bianchi e rossi, «Tutto nel tunnel!», e quelli più lunghi spiegano anche cosa deve viaggiare sottoterra: le merci, i passeggeri, i camion che con la Lione-Torino potranno essere caricati sui vagoni e sbarcati in prossimità della destinazione. Gli ecologisti hanno smesso presto di cavalcare un'indubbia verità, e cioè che l'attuale linea da e per l'Italia è sottoutilizzata: dieci milioni di tonnellate di merci l'anno, via ferrovia, mentre potrebbero essere quaranta. Di fronte alla prospettiva di togliere dalla strada 2 milioni e 600 mila veicoli, la Tav è stata accettata e persino benedetta: «Ma se ci hanno imbrogliato, ci sentiranno. Per i primi di gennaio è convocata l'assemblea dei comitati savoiardi...».
Minacce neppure velate. Del resto, non è che l'apertura dei cantieri sia stata indolore, e che l'ambiente montano non abbia avuto contraccolpi. Ieri, a Le Bourget, una squadra lavorava malgrado la giornata semifestiva sotto gli occhi indagatori del consigliere comunale Giovanni Parmier, inviato dal sindaco Henry Ratel a controllare lo scavo: «Per adesso ci abbiamo rimesso l'acqua. Siamo stati indennizzati, d'accordo, ma le falde non rispondono più. E abbiamo passato mesi d'inferno per il rumore e la polvere».
Parmier sostiene tuttavia che vale la pena sacrificarsi, «perché bisogna cominciare a pensare ai nostri figli e non possiamo illuderci che le merci viaggino anche in futuro come adesso: per un problema di inquinamento e di costi, alla fine il sovrapprezzo per il trasporto su gomma lo paghiamo noi».
C'è una trentina di chilometri tra l'imbocco della galleria di Le Bourget e gli striscioni polemici di La Chambre. Abeti, larici, pascoli, carpenterie e mobilifici, dove finisce il parco nazionale della Vanoise comincia un tessuto imprenditoriale invidiabile. L'arrivo dell'alta velocità vorrebbe dire quattro Tgv al giorno che si fermano alla stazione di Saint Jean, e dunque una bella opportunità anche per il rilancio dell'economia valligiana.
«No, io non sono dovuto scendere in piazza», sorride padre Durieux nella canonica di Saint Etienne de Quines, da dove parte ogni giorno, in fuoristrada, per celebrare messa in una delle sue sette parrocchie: «So che sacerdoti italiani lo hanno fatto, ma qui non era il caso. Anzi, l'idea che la merce pericolosa viaggi sottoterra, e ci siano meno camion in circolazione, piace a tutti. Io ho sentito solo commenti favorevoli tra i miei parrocchiani». Ma se il tunnel svanisse, padre Durieux? «Sarebbe un imbroglio. Vorrebbe dire che i governanti hanno abusato della fiducia della popolazione. Non sarebbe la prima volta, certo...».
La gente della Maurienne ha anticipato che non intende porgere l'altra guancia, atteggiamento poco cristiano ma comprensibile pure a un vecchio prete delle nevi: «Alla fine riusciremmo a perdonare. Solo alla fine, però».
Paolo Crecchi
dalla prima pagina
27/11/2005

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NO TAV! NO COFFERATI!
by proletario Friday, Dec. 02, 2005 at 3:54 PM mail:


GRANDI COMPAGNI E COMPAGNE! RESISTERE! RESISTERE! RESISTERE!

La TAV è completamente aberrante per le seguenti ragioni:
COSTI ENORMI
Innanzi tutti per i costi; almeno 20 mila miliardi di euro che nessun imprenditore privato spenderebbe per un'opera che non ha un ritorno economico che giustifichi tale investimento.Siccome paga Pantalone cioè tutti noi, allora qualcuno ha deciso di compiere opere megafaraoniche aberranti visto che quelle risorse servono oggi per le persone che hanno salari da fame o che non hanno lavoro
oggi.Per una ripresa dell'Italia non servono megasprechi, ma ridare ai cittadini salari più che dignitosi affinchè spendano e rimettano in moto la crescita delle aziende che dovranno essere tutte statalizzate e senza incentivi a pioggia se
non sono competitive.

TEMPI LUNGHISSIMI DI REALIZZAZIONE
Inoltre dobbiamo valutare i tempi "glaciali" di realizzazione di un'opera così faraonica e mostruosa.Se tutto andrà bene, cosa assurda in Italia, questo mostro di galleria sarà pronta nel 2020 e già questo fatto renderebbe assurda tutta questa operazione.

IMPATTO AMBIENTALE DEVASTANTE
L'impatto ambientale per i comuni investiti da questa opera mostruosa sarebbe devastante: intere collive,interi paesaggi subirebbero un vero e proprio scempio e migliaia e migliaia di abitazioni costruite con i sacrifici di una vita verrebbero drasticamente deprezzate con prevedibili reazioni degli abitanti considerati come un problema e non come delle persone: esattamente come vengono trattati gli immigrati.

INQUINAMENTO DEVASTANTE AMBIENTALE
Gli effetti sarebbero devastanti anche per l'inquinamento: le montagne interessate da quella galleria mostruosa di oltre 50 km sono pieni di amianto ed uranio che non verrà respirato solo dagli ignari passeggeri, ma dalle popolazioni locali incrementando rapidamente il numero di decessi per leucemie e altre forme di camcro, soprattutto il cancro ai polmoni.le sofferenze della popolazione sarebbero incalcolabili e tutto per soddisfare i signorotti, i ricchi imprenditori e commercianti
che vogliono impiegare un ora in meno di treno per arrivare a Parigi sfregandose di queste conseguenze devastanti!

ARROGANZA E NON RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA
Vi è un'altra ragione per opporsi alla TAV: l'arroganza con la quale il governo berlusconi e una certa parte dell'apparato di ds e margherita vogliono imporre
alle popolazioni della Val di Susa questo mostruoso progetto beffardamente giustificandolo in nome del progresso e dello sviluppo dell'Italia. Il progetto oltre che essere devastante violenta il principi stessi di una democrazia dato che oltre il 90% di quelle popolazioni è fortemente contrario.La militarizzazione del territorio contro la volontà del popolo italiano ricorda quasi l'invasione austriaca del Veneto e della Lombardia decisa a tavolino sopra la testa degli italiani.


PROFITTI ENORMI PER ALTRI CAPITALISTI
Abbiamo poi calcolato come verranno utilizzati i profitti dei grandi imprenditori capitalisti?

CONTRADDITTORIETA' DEL PROGETTO
Mentre si vuole potenziare la linea ferroviaria, si stanno potenziando le reti autostradali della zona dunque non esistealcuna pianificazione del territorio
ma solo una spartizione degli appalti.

DIMINUIZIONE DEL TRASPORTO SU ROTAIA
Il trasporto ferroviario proprio in virtù di scelte scellerate che hanno privilegiato e che stanno privilegiando le autostrade, ha visto una diminuizione da 9 milioni di tonnellate di merci a 8 milioni di tonnellate di merci trasportate ed è dunque assurdo che mentre da un lato si incrementano le autostrade, dall'altro si investono delle risorse così cospique che ripeto, nessun imprenditore spenderebbe perchè non vi è alcun ritorno economico nè a breve nè a lungo termine: ma paga Pantalone eallora tutti pronti a costruire l'inutile e devastante!

PROGETTI ALTERNATIVI CHE COSTANO UN VENTESIMO ED HANNO
UN RITORNO ECONOMICO MOLTO PIU' REDDITIZIO.

Vari progetti che prevedono il potenziamento della attuale rete ferroviaria, spendondo un ventesimo di quello prevendivato con il progetto della TAV,
darebbero nell'arco di alcuni anni, un potenziamento del trasporto su rotaia
da 8 milioni di tonnellate di merci trasportate all'anno, a 20 milioni di tonnelate con un beneficio dunque non solo sui costi delle merci,ma anche sull'impatto ambientale,con la riduzione di pm10.Inoltre il vantaggio sarebbe anche per quanto riguarda la sicurezza, con il numero di incidenti mortali causati dai tir e dai camion diminuirebbe drasticamente dei morti per incidenti strardali.

NESSUN PROFITTO PER LE IMPRESE MA PER LO STATO
Con il trasporto su rotaia verrebbe drasticamente ridotti i profitti e dunque gli sprechi immensi che vanno a piccoli e medi imprenditori di trasporti, gli stessi che poi spesso votano an, lega, forza italia ecc.


MAGGIORE SICUREZZA
Avete immaginato quali conseguenze disastrose avrebbe un incidente in una galleria lunga 50 km? Non sono bastati gli incidenti nella galleria del S. Gottardo? I camionisti e gli automobilisti bruciati vivi nei loro mezzi o dentro patetiche camere di sicurezza? hanno fatto una morte orrenda e perchè questo non accada mai più dobbiamo impedire certe opere realizzate solo nell'interesse cinico di un gruppo di imprendidori bramosi di appalti e assetati di enormi profitti costi quel che costi! Avete pensato cosa succederebbe se un terrorista islamico finanziato dalla cia decidesse di realizzare in Italia l'ennesimo attentato per provocare l'ennesima strategia della tensione? Cosa accadrebbe se un fascista criminale mandato dalla cia o da un gruppo terrorista islamico si facesse esplodere in quella galleria? Oltre a migliaia di morti, l'uranio e l'amianto uscirebbero dalle montagne contaminnado altre migliaia e migliaia di persone!

VERITA' E GIUSTIZIA SULLA GRAVISSIMA REPRESSIONE DI GENOVA!
CONTINUARE LA LOTTA PER L'ITALIA DEMOCRATICA E SOCIALISTA!

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Quei ladri di passo della Val di Susa
by il cronista.org Friday, Dec. 02, 2005 at 5:01 PM mail:

il cronista.org
diretto da Gian Carlo Scotuzzi

ET SI OMNES EGO NON
2 dicembre 2005 - venerdì
LA PROTESTA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLA FERROVIA
Quei ladri di passo della Val di Susa


Altro che verdi, che ecologisti, che cittadini responsabilmente preoccupati della salute pubblica: le poche migliaia di valsusini che anche ieri hanno spedito qualche centinaio di cuorcontenti a impedire l’accesso al cantiere di Venaus - dove il 30 novembre dovevano iniziare i lavori per la ferrovia Torino-Lione - sono retrogradi ignoranti, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore sono ladri di passo. Vi spiego perché.
Innanzitutto premettiamo che il treno è la base di ordinato e sensato sviluppo sociale. Un popolo è libero se ha libertà di movimento, soprattutto transnazionale. Non a caso i governi dei principali Paesi asiatici non succubi della colonizzazione americana e normalmente litigiosi tra loro, si sono messi d’accordo per realizzare un’opera ferroviaria che pongono alla base del progresso dei rispettivi Paesi e di un’integrazione sinfonica (contrapposta alla globalizzazione made in Usa) del pianeta: stanno realizzando un ferrovia che, partendo da Shangai (sulla costa della Cina) e passando per l’Iran, il Golfo Persico e Istanbul, porterà persone e merci sino a Rotterdam.
All’alba del terzo millennio e nei Paesi tecnologicamente più evoluti e più ricchi, il treno è è per definizione veloce. Le nuove ferrovie di lunga percorrenza hanno il marchio Tav; che non vuol dire soltanto Treno ad alta velocità, ma anche doppio binario, alimentazione elettrica, gestione automatica sicura, impatto ambientale rispettoso dei più rigorosi canoni dell’ecologia e dell’urbanistica.
E Tav è la nuova ferrovia destinata a collegare Italia a Francia e che, al di qua del confine, si sarebbe appunto dovuto iniziare a costruire l’altro giorno a Venaus.
Si tratta di un’opera che soddisfa non soltanto il bisogno impellente di mettere l’Italia viabilisticamente al passo con le esigenze di una comunità moderna, ma che risponde anche al bisogno, ancor più impellente, di contribuire a ridurre il pedaggio di morti, di feriti e di assurdo spreco ogni anno riscosso dal sistema del trasporto privato su gomma.
Sulle strade italiane muoiono ogni anno 9.000 persone; sulle ferrovie italiane ne muoiono mediamente 20: il pedaggio di morte che gli italiani pagano allo spreco dell’auto (si badi: non diciamo: del lusso dell’auto) è 450 volte superiore a quello esatto da ferrovie peraltro infinitamente meno sicure di quella che attraverserà la Val di Susa.
Parliamo di inquinamento. Ogni anno transitano per la Val di Susa 10 milioni di tonnellate di merci. Uguale a 330 mila Tir. Uguale a 1.400 Tir al giorno, calcolando 240 giornate lavorative l’anno. Quanto inquinano tanti tubi di scappamento? Che rumore fanno? Quanti incidenti provocano?
Da qui al 2015, anno di presunta consegna della nuova ferrovia, il traffico merci dalla Val di Susa alla Francia sarà raddoppiato. Se non si facesse la ferrovia, i valsusini sarebbero ammorbati da 2.800 Tir al giorno.
Il tunnel va scavato in una montagna che contiene minerali potenzialmente tossici e anche cancerogeni, come l’amianto. E i protestatari della Val di Susa temono che, smuovendo tanto materiale, rischieranno di beccarsi il cancro con una frequenza maggiore di oggi. Sono timori sacrosanti, ma frutto di ignoranza: l’esecuzione degli scavi, la movimentazione e la sistemazione del materiale verranno realizzati neutralizzando il potenziale ammorbante del materiale. Lo impone la legge e lo impongono le condizioni contrattuali imposte alle ditte appaltatrici. Se queste norme verranno rispettate, gli addetti alle opere e i valsusini saranno minacciati dal cancro del tunnel molto meno di quanto siano minacciati ora dal cancro del traffico stradale: gas di scarico, polveri dell’amianto dei freni e altri residui della circolazione uccidono di cancro migliaia di persone, ma questi sono rischi maggiori che evidentemente non spaventano i valsusini, forse perché, in quanto automobilisti, contribuiscono essi stessi a generarli.
Si obietterà che le ditte appaltatrici potrebbero non rispettare le norme antinquinamento. Ma questo è un discorso che vale per ogni attività umana implicante rischio: avrebbe senso impedire a un ospedale di dotarsi di un reparto per la terapia nucleare nel timore che i costruttori non schermino come si deve i locali d’irradiazione?
Se i valsusini temono che i costruttori del tunnel facciano i furbi, s’impegnino a controllarli, marcandoli a vista, se necessario. Del resto, il governo ha promesso un comitato di controllo allargato, in cui già ci sono tutti i partiti (dunque anche quelli votati dai valsusini) e nel quale si potrebbe benissimo far posto anche a rappresentanti diretti della Val di Susa.
Infine parliamo dei costi. Trasportare un quintale sul treno costa un ventesimo rispetto al trasporto su un Tir o su un’auto. La nuova linea ferroviaria costerà complessivamente 26 mila miliardi di lire. Esattamente il doppio di quanto spendono ogni anno gli italiani per cambiare l’auto. E di questi 26 mila miliardi soltanto 4.500 saranno a carico dell’Italia.
Il grosso dell’onere e della percorrenza (dei 54 chilometri totali, di cui solo 12 in Italia) sono a carico della Francia, dove non si registrano contestazioni. Eppure la montagna da scavare è la stessa: solo che i francesi debbono entrarci con un tunnel molto più lungo di quello italiano.
È probabile, come accennato, che i valsusini tutte queste cose le ignorino. Se è così, le loro sono manifestazioni d’ignoranza.
Ma abbiamo accennato anche a un’ipotesi peggiore: che sappiano ma fingano di non sapere, e che facciano casino allo scopo di trarre buon guiderdone dalla loro resa. Ieri un mendicante di voti, Fausto Bertinotti, ha invitato il governo a sospendere i lavori e a trattare. Trattare che cosa? Un’opera pubblica voluta dalla stragrande maggioranza, rispettosa dei diritti e dell'incolumità di ognuno e destinata a migliorare la qualità della vita di tutti non può essere negoziata con una minoranza esiguissima. Eppure il rumoroso gruppuscolo valsusino (qualche migliaia in tutto, su una popolazione di 70 mila) sulla trattativa ci conta: per barattare il consenso con prebende, favori, qualche sostanziosa consulenza, un contributo a fondo perduto, una buona sistemazione per il figlio, una lucrosa poltrona in qualche ente pubblico inutile creato per l’occasione.
Miserie umane comprensibili. Ma non giustificabili da un governo che abbia un minimo di dignità politica e sappia attribuire la giusta priorità agli interessi collettivi primari. ©

Pagina di accoglienza
Redazione
Iniziativa senza fine di lucro - Gli articoli firmati possono non riflettere la linea editoriale del giornale e in tal caso impegnano solo l’autore - Non si pubblicano lettere di cui non sia possibile verificare l’identità degli autori, che debbono pertanto inviare un telefono fisso o un indirizzo civico - Non contiene pubblicità, tantomeno indiretta - Registrazione Tribunale di Milano n. 493 del 10 settembre 2001 - Autoprodotto in Milano

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PRODI
by mael Friday, Dec. 02, 2005 at 5:05 PM mail:

Il Professore dice sì alla Tav: «Necessaria»
«Al di là di voci più intemperanti, sono convinto che dietro una protesta così forte ci siano delle motivazioni che vanno per lo meno ascoltate; per spiegare che l'opera è necessaria e capire quali cambiamenti sono compatibili con le loro esigenze, per riparare eventuali danni. Seguendo questa logica di dialogo e ascolto vogliamo governare», è la posizione espressa alla conferenza dei Ds.


E INTANTO VE LO METTE NEL CULO, QUESTO VI FA RIPERDERE LE ELEZIONI COMPAGNI, VI BEKKATE ALTRI 5 ANNI DI BERLUSKA

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Non si può fermare il progresso
by marcos Friday, Dec. 02, 2005 at 5:16 PM mail:

Fosse per voi, per i vostri egoismi localistici, si viaggerebbe tutti a dorso di mulo.
E' assurdo fermare il progresso.
Se preoccupano "dettagli" costruttivi lo si dica e su questo si concentri la protesta. Non si può dire aprioristicamente "no tav" perchè non è giusto.
Allora è come dire, no centrali elettriche, no antenne, no tralicci elettrici, che è come dire no aerei, no treni, no macchine, no televisioni, no frigoriferi, no inceneritori. Non mi sta bene. Non sta bene a qualsiasi persona sensata che non appartenga a queste due categoirie: 1) quello interessato all'opera fastidiosa che ovviamente è giusto protesti e dica no, in tutela del suo interesse egoistico-localistico; 2) un branco di coglioni agitatori di professione stile no global che accorrono sempre dove si tratta di fare casino.

Per fortuna che c'è Ciampi.

Non riuscirete a ricacciarci indietro.

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ADMIN...
by hiddare Friday, Dec. 02, 2005 at 5:22 PM mail:

...hiddate quest'ultimo articolo perchè ce n'è già uno UGUALE!!

http://italy.indymedia.org/news/2005/12/935469.php

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