Italia. E quelli delle due conferenze alternative
A Prodi chiedono di inserire nel suo programma la legalizzazione delle droghe leggere e politiche di riduzione del danno, al governo Berlusconi invece contestano la scelta di portare avanti lo stralcio del ddl Fini 'senza confrontarsi', dicendo 'no alla repressione e all'inasprimento delle pene per chi consuma sostanze stupefacenti'. Nel giorno di apertura della IV conferenza nazionale contro l'uso di stupefacenti, organizzata dal governo, gli oppositori alzano la voce contro 'lo stralcio Giovanardi', in due 'controconferenze': da una parte movimenti, associazioni, operatori Prc, Ds, Cgil riuniti nel cartello 'Diritti di strada'; dall'altra Radicali, associazione 'Luca Coscioni' e giovani socialisti. Dalle due conferenze, una nella Facolta' di Lettere l'altra nel municipio di Palermo, parte il 'no al ddl Fini' che domani sara' il tema dominante del corteo di studenti, politici e operatori che partira' da piazza Politeama e si concludera' a palazzo d'Orleans, a pochi passi dalla sede dell'Assemblea regionale siciliana, dove si terra' la seconda giornata della conferenza nazionale sulle droghe. "Chiediamo la legalizzazione delle droghe leggere eliminando le sanzioni penali per i consumatori e la liberalizzazione delle droghe pesanti con la somministrazione controllata -ha detto Enrico Buemi, deputato dello Sdi, Chiediamo che venga inserita nel programma di Prodi la proposta di legge antiproibizionista sulla droga del 2003 che prevede quattro centri di somministrazione in Italia, di cui uno a Palermo". A Prodi si e' rivolto anche Luigi Manconi, secondo cui "in caso di vittoria alle elezioni, l'Unione deve costruire una politica radicalmente nuova, partendo da un principio fondamentale: l'autonomia dell'individuo su di se' e sul proprio corpo, rispetto al quale ne' la legge ne' la morale devono intervenire". "Chiederemo a Prodi -ha sottolineato Daniele Capezzone- di cambiare la direzione di marcia nella legislazione che riguarda gli stupefacenti. Lo stralcio del ddl Fini-Giovanardi non fa altro che tutelare le organizzazioni criminali che hanno interessi sul narcotraffico". Per l'eurodeputato Prc Giusto Catania, "Prodi deve ascoltare gli operatori e le associazioni che chiedono politiche di riduzione del danno, la legalizzazione delle droghe leggere, l'auto-coltivazione, la depenalizzazione del consumo e l'applicazione delle sperimentazioni piu' avanzate in Europa sulle droghe pesanti". Ma il comune denominatore delle due conferenze alternative e' stato il netto 'no' all'inasprimento delle pene per i consumatori e alla 'equiparazione tra droghe pesanti e leggere'. Riccardo De Facci del Cnca, il coordinamento nazionale comunita' di accoglienza, ha criticato il governo "che non ci ha messo nelle condizioni di confrontarci con un tema delicato come quella dell'uso di droghe", sostenendo tuttavia che "purtroppo questo stralcio del ddl Fini non consente l'apertura di un dialogo". "Bisogna contrastare la politica criminogena del governo -ha sottolineato Manconi- che con questo stralcio vuole trasformare lo stato sociale in stato penale. Oggi nelle carceri italiane il 27% dei detenuti ha problemi di tossicodipendenza. Il combinato legge ex Cirielli e stralcio ddl Fini potrebbero portare in carcere altri 20 mila individui, facendo aumentare al 40% la quota di detenuti con problemi di tossicodipendenza".
http://droghe.aduc.it/php/articolo.php?id=14190
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