Droghe, fermiamo Giovanardi il talebano
FRANCO CORLEONE Domani a Palermo inizia la finta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze prevista dalla legge 309 del 1990 per fare un bilancio delle politiche adottate e dei risultati e per eventualmente proporre al Parlamento un cambio di marcia. La Conferenza è convocata con due anni di ritardo (nella legislatura scorsa la Turco organizzò due appuntamenti, a Napoli e Genova) assolutamente ingiustificato vista anche la volontà del governo di promuovere una svolta nella politica antidroga tornando a una impostazione punitiva e proibizionista. La proposta Fini è all'esame del Senato dal 10 maggio del 2004 e si era bloccata non solo per l'opposizione di tutti i soggetti interessati, ma anche per le contraddizioni di un testo assolutamente in controtendenza rispetto alle indicazioni dell'Osservatorio di Lisbona dell'Ue e alle scelte dell'Europarlamento. Il ministro Giovanardi, appena ricevuta la delega per il coordinamento del Dipartimento antidroga, si è trasformato in gestore in prima persona costringendo lo zar Nicola Carlesi alle dimissioni. Si è attivato per recuperare alcuni milioni di euro da distribuire alle comunità carcere e al progetto di Castelfranco Emilia, duramente contestato per l'impostazione privatistica e repressiva. Infine si è inventato l'idea dello stralcio del disegno di legge Fini per facilitarne l'approvazione. Questa dimostrazione di arroganza e di rifiuto del confronto ha reso chiara a tutti l'impossibilità e l'inutilità del dialogo, e così la Conferenza sarà un contenitore vuoto di contenuti e si ridurrà a una passerella per i ministri pret a porter e per l'erede di Arlacchi all'agenzia Onu Antonio Costa, che nonostante i fallimenti si intestardisce nella difesa della war on drugs.
A Palermo, sede scelta esplicitamente per rendere più difficile la contestazione, il cartello Diritti di strada organizza diversi appuntamenti di approfondimento per far sentire l'altra voce, fatta di sperimentazione sociale e di lotta alla mafia. Nella conferenza ufficiale il povero Giovanardi sarà solo con la corte dei clienti che vorranno essere ripagati doviziosamente e abbaierà alla luna. Il 7 a Roma, nell'Aula magna della Sapienza a Roma, si ritroveranno tutti gli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, le comunità fondate sull'accoglienza e sulla responsabilità, i sindacati, gli amministratori locali, le regioni che hanno respinto le pretese centralistiche del governo su questo tema, le società scientifiche che non si sono piegate alla logica del potere e pretendono una ricerca autonoma. La presenza dei rappresentanti dei partiti dell'Unione consentirà di parlare del futuro, del programma di governo e del ruolo del nuovo Parlamento. I punti irrinunciabili sono la depenalizzazione completa del consumo, le reali alternative al carcere per i tossicodipendenti e una efficace politica di riduzione del danno. L'impegno prioritario sarà però il rilancio dell'opposizione al tentativo di approvare il peggio della proposta Fini attraverso lo stralcio, che rappresenta una vera truffa. Giovanardi inganna quando dice che le questioni controverse sono state accantonate. In realtà lo stralcio non è di 20 ma di 50 articoli, che riprendono il peggio dei 106 del disegno di legge originario. L'unificazione delle tabelle con l'equiparazione delle sostanze, le pene per consumo e detenzione assimilate allo spaccio da sei a venti anni di carcere per il possesso di 250 milligrammi di principio attivo della cannabis sono l'aspetto più clamoroso del testo. La certificazione dello stato di tossicodipendenza affidata a strutture private e la demonizzazione del metadone sono altre perle. Dopo la Cirielli, un'altra legge vergogna non sarebbe sostenibile per le patrie galere. La cattiva ideologia e lo stato etico si risolvono nella privazione dei diritti e della libertà per decine di migliaia di giovani. Dobbiamo fermarli.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/04-Dicembre-2005/art48.html
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