A Palermo non si incontrano le “politiche” sulle droghe
Si è aperta ieri la Conferenza nazionale voluta dal governo. Ma sono iniziati anche i lavori dei tre giorni promossi dalle associazioni e dagli operatori Gli esponenti locali della Margherita salgono in massa a Roma per denunciare il “metodo Loiero” al responsabile organizzativo del partito La politica del governo è lontano dall’Europa, da una cultura dell’inclusione contro la intolleranza che esclude, l’attenzione alle persone contro la tutela forzosa dei“drogati“ di Vittorio Agnoletto * Paolo La Marca *
La distanza fra gli orientamenti europei e quelli nostrani, in tema di politiche sulle droghe, è sempre più grande e profonda, soprattutto per quello che riguarda l’implementazione di strategie e azioni operative nelle regioni e nei territori di quello che dopo l’entrata degli ultimi dieci Stati membri è diventato, di fatto, il più grande “mercato” mondiale di sostanze stupefacenti. Dal parlamento europeo negli ultimi tempi sono arrivati segnali molto significativi incentrati sull’abbandono delle risposta repressiva tout-court (dichiaratamente fallimentare), e sulla ricerca quindi di percorsi e soluzioni alternative. In molti territori locali, sia in Italia che nel resto dell’Unione, si sono avviate attività che hanno saputo introiettare la valenza “culturale” e non solo “tecnica” che le politiche di riduzione dei danni hanno portato, basata sull’evidenza scientifica, sull’inclusione e sul rispetto dei diritti e delle scelte individuali, e che hanno concorso in modo rilevante ad impattare positivamente sulla salute, sulla qualità della vita e sulla marginalità sociale dei consumatori di droghe, e di conseguenza sull’interezza del corpo sociale. Queste politiche, fin dalla loro introduzione, hanno sviluppato modelli innovativi per raggiungere i consumatori (sulla strada, attraverso i progetti di “bassa-soglia”), di bilanciare la risposta legale e giuridica (de-penalizzazione dei reati connessi al consumo, attenuazione dei regimi carcerari), fino a sperimentare, implementare e valutare nuove ipotesi “in evoluzione” (in/formazione sulle sostanze e sui loro effetti, uso terapeutico controllato delle sostanze, pill-testing, sale da iniezione). Questi sono stati fra i temi portanti della 3° Conferenza Latina sulla Riduzione dei Danni Correlati alle droghe, tenutasi a Luglio a L’Hospitalet (Barcellona), organizzata dalla rete Europea Clat, rappresentata in Italia da Lila Cedius e comprendente associazioni di Spagna, Francia, Italia e Portogallo. La conferenza, intitolata “Democrazia, Città e Droghe”, incentrata sulla relazione fra territori, diritti e sostanze, è riuscita in pieno e ha riunito quasi novecento delegati, non solo appartenenti all’arco latino ma provenienti da trenta differenti paesi diversi; tutti interessati allo sviluppo e allo scambio di “buone pratiche” sui temi della prevenzione, della riduzione dei danni e del pensiero “intorno” e “dentro” il fenomeno del consumo di stupefacenti. Il prossimo obiettivo, verso il quale si sta già lavorando, è di portare la 4° edizione della conferenza Clat in Italia, nella primavera del 2007. Nel frattempo, ieri a Palermo, si è aperta la Conferenza governativa sulle droghe, in netto ritardo rispetto alle disposizioni di legge che la vorrebbero triennale e già rimandata una volta, la quale intende legittimare uno stralcio di quanto previsto nella proposta di legge “Fini- Mantovano” che il governo non troverà il tempo di approvare, nella sua interezza, entro la fine della legislatura. Di fronte al fallimento manifesto delle politiche proibizioniste tout court, di fronte al diffondersi delle sostanze in ogni strato della nostra società (cocaina in primis, come si può leggere praticamente ovunque in questi giorni), di fronte ad un fenomeno dinamico che cambia praticamente ogni giorno, la risposta governativa è quanto di più statico e monolitico ci possa essere, senza tralasciare i presupposti privi di ogni evidenza scientifica che la animano. Un esempio di “buona pratica” nello sviluppo del rapporto fra movimenti e fenomeno droghe ci viene dalla grande mobilitazione in risposta alla “Fini-Mantovano”, che ha dato vita ai cartelli nazionali “Con-Fini Zero” e “Non incarcerate il nostro crescere”. Anche se con presupposti differenti rispetto alle questioni della depenalizzazione, entrambe questi “reti” annoverano realtà sociali fra le più diverse (centri sociali, associazioni, professionisti, operatori, politici, etc,) tutte riunite intorno all’idea di contrastare questa proposta di legge che avrà conseguenze devastanti sulla vita sociale, con il rischio concreto di farci precipitare nella situazione di 15 anni fa, allorché l’Italia aveva il triste primato dell’incidenza dell’Aids fra i tossicodipendenti: totale cancellazione del concetto di diversità fra le droghe (con la creazione di una sola tabella delle sostanze proibite), le droghe sono tutte uguali anzi sono una sola, “La droga”; cancellazione della depenalizzazione del reato di consumo personale, introdotta nel 1993 a seguito di un referendum popolare; introduzione di elementi di assurdità scientifica come l’equiparazione di 0.25 mg. di cannabis a mezzo grammo di cocaina; inasprimento delle pene previste per i consumatori, fino a prevedere condanne che possono superare quelle per reati quali la violenza carnale e l’associazione mafiosa; ulteriore depotenziamento del servizio pubblico, attraverso la possibilità di diagnosticare lo stato di tossicodipendenza da parte di “privati”, e con la creazione di strutture carcerarie specifiche per tossicodipendenti, sotto il controllo diretto delle comunità terapeutiche (anzi, di una particolare comunità terapeutica…). E’ questa a ben vedere la distanza fra Barcellona e Palermo, la differenza fra la conferenza che c’è stata e la conferenza che non c’è: l’evidenza scientifica contro il pregiudizio, la cultura dell’inclusione contro la intolleranza che esclude, l’attenzione alle persone contro la tutela forzosa dei “drogati”. * Europarlamentare Sinistra Europea,* Project manager
(Fonte, Liberazione versione in pdf: http://www.liberazione.it/giornale/051206/pdf/XX_6-POL-1.pdf )
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