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Droga, dal governo c'è «tolleranza zero»
Nessuna distinzione tra «leggere» e «pesanti» ed è subito polemica con gli operatori
PALERMOTolleranza zero riguardo a tutte le sostanze stupefacenti, senza distinzione tra droghe leggere e pesanti; necessità di approvare lo stralcio del ddl Fini entro la fine della legislatura: sono stati questi i leit motiv dei ministri giunti a Palermo per la quarta Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze, nonchè del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che della «tolleranza zero sulla cocaina» vuole fare addirittura lo slogan dell'evento. Ma questa prima giornata della Conferenza, contestata dalle opposizioni e da molti operatori del settore, è stata segnata anche dalle polemiche tra esponenti delle comunità terapeutiche. La Conferenza si è aperta con l'appello di Carlo Giovanardi, ministro con la delega alle politiche antidroga, a tutti i soggetti, pubblici e privati, a dare una «risposta condivisa» al problema drammatico della forte diffusione della droga. Il ministro ha quindi illustrato le linee guida del governo nell'azione contro la droga, che sono prevenzione, repressione e recupero: «nessuna tolleranza verso chi spaccia - ha avvertito - ma al contempo non si vuole criminalizzare i consumatori», mentre il recupero dovrà puntare «non solo al versante tossicologico, ma anche a quello sociale, per permettere ai tossicodipendenti di tornare a vivere». Giovanardi ha quindi ribadito che dalla Conferenza si attendono riflessioni e suggerimenti che potranno essere tradotti in modifiche allo stralcio del ddl sulle tossicodipendenze durante il suo iter parlamentare: «Non vogliamo mandare i consumatori in cella - ha chiarito - se le tabelle che fissano il massimo di sostanza permessa sono sbagliate siamo pronti a correggerle». Particolarmente incisivo l'intervento del presidente della Camera, che ha esortato alla «tolleranza zero» nei confronti del consumo di cocaina; una tolleranza zero che, ha sottolineato, si deve rivolgere «ai quartieri alti come ai quartieri bassi». Ed ha respinto qualunque «ipotesi di distinzione tra droghe pesanti e leggere»Il ministro della giustizia, Roberto Castelli, ha invece lanciato l'allarme sull'aumento di detenuti tossicodipendenti in carcere. L'ex Cirielli approvata dal Parlamento, che prevede pene molto più severe per i recidivi, ha detto Castelli, «porterà grossi problemi, legati all'aumento dei tossicodipendenti nelle carceri».
06/12/2005 http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/quotidiano/gazzetta_edicolanavSf.asp?IDCatGOL=618&IDNotizia=370479&Edizione=1&Pagina=3&DataPubb=20051206
«Impegno di tutti per sconfiggere la droga»
ELENA ROMANAZZI Roma. La piaga della diffusione della droga si può curare. Per farlo - dice Carlo Azeglio Ciampi - occorre il concorso di tutti: «Dello Stato, degli enti territoriali, della famiglia, della scuola, del volontariato». Ma a Palermo, dove si è aperta ieri la Conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione degli stupefacenti e al quale era indirizzato il messaggio del Capo dello Stato, a mancare è stata proprio l’unità. Molte associazioni hanno disertato l’appuntamento organizzando contromanifestazioni. E la sinistra parla di una «ennesima, vergognosa farsa elettoralistica». Si discute del ddl Fini, del recupero, del ruolo dei Sert, di tolleranza zero nei confronti della droga, delle nuove tabelle che segnano il confine tra uso personale e spaccio. Fino all’emergenza sui tossicodipendenti che in carcere, su sessantamila detenuti, sono quindicimila, di cui più di seimila cocainomani. Su questa sostanza si concentra l’attenzione del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, che invoca «tolleranza zero» sia per chi sta «nei quartieri alti, sia nei quartieri bassi». I dati sul consumo della cocaina sono allarmanti e lo conferma anche il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. «C’è un vero e proprio boom - spiega Casini - soprattutto tra giovani e l'Italia è al terzo posto in Europa per il consumo di questa sostanza». Dati che preoccupano. Per questo - dice il presidente della Camera - è necessaria la massima vigilanza e nonsono «ammessi soluzioni di compromesso o pasticci». Il riferimento è alle droghe leggere e alla minimizzazione dell’effetto: «Non ci deve essere nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti. Su questo punto si sta confrontando il Parlamento. Alla Camera è in discussione uno stralcio del disegno di legge di Fini, la cui approvazione allo stato appare ancora lontana. Di questo si parla a Palermo. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, spiega i tre pilastri del disegno di legge sui quali si discuterà nel corso della Conferenza: «Dare pari dignità a pubblico e privato, non interrompere il recupero con l'esecuzione delle pene e fare chiarezza sulle quantità considerate consumo personale». Lo slogan del ministro è «prevenire, reprimere, recuperare». Noi - spiega Giovanardi - non vogliamo mandare i consumatori in cella, se le tabelle che fissano il massimo sono sbagliate siamo pronti a correggerle. Tuttavia per gli spacciatori non ci sarà «alcuna tolleranza» e per i consumatori il recupero «dovrà puntare non solo al versante tossicologico, ma anche a quello sociale per permettere ai tossicodipendenti di tornare a vivere. Le comunità di recupero, il prossimo mese, riceveranno arretrati per 7 milioni di euro. A questi si aggiungono altre risorse, circa 17 milioni, che finanzieranno sette progetti di recupero dei tossicodipendenti in carcere, visto che i detenuti aumenteranno - sottolinea Castelli - per effetto dell’approvazione della ex Cirielli. Le critiche al governo non sono mancate. Non solo da parte dei Radicali, da tempo impegnati per la legalizzazione delle droghe, o da parte di Rifondazione comunista e dei diessini, ma anche da chi opera sul campo. Don Gelmini, fondatore della comunità Incontro è stato durissimo: dice «no» all’uso del metadone che crea solo tanti «zombie» e attacca i Sert che spesso, come raccontano i ragazzi, non danno la possibilità ai drogati di scegliere in quale comunità uscire dal tunnel. Polemiche anche tra gli stessi operatori. Don Egidio Smacchia, presidente della Federazione delle comunità terapeutiche prende le distanze da don Gelmini: «Il metadone è un farmaco e non può essere considerato altrimenti». http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20051206&ediz=NAZIONALE&npag=11&file=BOY.xml
«Fermiamo il ddl Fini». Lo slogan verrà ritmato oggi da studenti e giovani universitari che hanno deciso di scendere in piazza a Palermo contro la svolta proibizionista del governo. Sono inaccettabili - spiegano i ragazzi - l'eliminazione della distinzione tra droghe leggere e pesanti e le rispettive sanzioni previste che diventano pesantissime in tutti i casi». Questa legge va fermata, così come non è più tollerabile - aggiungono - il clima di repressione che si respira nelle scuole sempre più spesso oggetto di caccia grossa allo spinello. http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view.php?data=20051206&ediz=NAZIONALE&npag=11&file=HUW.xml
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