La solita «roba» del governo
A Palermo Giovanardi e Casini rilanciano la «tolleranza zero»
La ricetta del Polo Nessuna distinzione tra droghe leggere e pesanti, «carcere terapeutico» e soldi ai privati. Oggi scontro Capezzone-Gasparri e arriva la Moratti. Domani tocca a Fini G.SAL. Se la cantano e se la suonano da soli. E' questa la musica stonata che ha inaugurato ieri al teatro Politeama di Palermo la IV conferenza nazionale sulle tossicodipendenze. Si tratta di un refrain scontato che ripropone la cultura criminogena e inconcludente di un governo che per anni ha operato senza confrontarsi con nessuno, San Patrignano a parte, e che si è deciso a convocare la conferenza prevista dalla legge con ben due anni di ritardo. A levare qualsiasi dubbio su quale il sia l'orientamento dell'incontro ci ha pensato il presidente della Camera Casini: «Tolleranza zero sia nei quartieri alti sia in quelli bassi (come se fosse la stessa cosa e come se fosse vero ndr). Per me non vi è alcuna differenza tra droghe leggere e pesanti, va respinta tale teoria, così anche quella sulle mini quantità e sulla detenzione». Non un passo avanti, dunque, rispetto alle linee guida del disegno di legge di Fini che marcisce nei cassetti da anni perché così sballato da risultare inapprovabile anche da questa maggioranza. In vista della campagna elettorale e proprio prima della conferenza nazionale il governo ha però annunciato di volerne approvare uno stralcio. Non c'è dunque nulla da stupirsi se la conferenza sia stata disertata quasi da tutti, Sert, comunità, associazioni, quasi tutti gli amministratori locali, tanto da rendere ironico lo slogan della convention: «Insieme, per costruire». Lo sa bene il padrone di casa, il ministro Carlo Giovanardi, che ieri ha dato il via alla tre giorni governativa e i suoi tentativi di risalire la china risultano patetici. Il ministro ha ammesso di aver dubitato che valesse ancora la pena di organizzare la conferenza, ma, ha detto, così mi avevano chiesto gli operatori. A giugno, quando il ddl Fini sembrava defunto e l'assemblea poteva essere un modo per ripartire e voltare pagina. E invece non è così. Le parole d'ordine di Giovanardi restano identiche: «Dare pari dignità a pubblico e privato, non interrompere il recupero con l'esecuzione delle pene e fare chiarezza sulle quantità considerate consumo personale». In pratica, equiparazione tra droghe pesanti e leggere, e soldi ai privati: Giovanardi ha annunciato 11 milioni di euro per 7 progetti, 5 sono per il recupero dei tossicodipendenti in carcere a partire dalla struttura privatizzata di Castelfranco Emilia. Il ministro ha lasciato solo un piccolo margine di dubbio sulle quantità, al momento basse, che permetteranno di distinguere spaccio e consumo. Su questo punto «tutto è modificabile», ha detto. Da chi? «Dalla conferenza di Palermo», cioè da loro. L'intervento più «sincero» tocca al ministro Castelli che nella sua questua di fondi carcerari dopo l'approvazione della ex-Cirielli ha candidamente affermato, «l'esito del tunnel della droga è il carcere, un quarto dei detenuti sono tossicodipendenti». Già. Dati pesanti sull'aumento del traffico e del consumo di cocaina, ma non solo, sono stati forniti dal superprocuratore antimafia Pietro Grasso. Oggi sono attesi Letizia Moratti e Gasparri per un confronto con Capezzone. Domani gran finale, con Fini.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06-Dicembre-2005/art54.html
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