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VENAUS: LA TESTIMONIANZA DI UN PRETE
by freedom Friday, Dec. 09, 2005 at 6:53 PM mail:

L'agghiacciante testimonianza di un presidiante decisamente "moderato" e "NON comunista"! Scusate se rubo un po' del vostro tempo, se volete potete anche cestinare, ma mi sembra buona cosa provare a sentire anche la voce dell' altra parte sui fatti che stanno accadendo in Val di Susa. Ciao, don Daniele

Si subdorava che sarebbe finita in modo violento, ma mai come sta finendo
in queste ore.
I presidianti di quello che è stato soprannominato il villaggio gallico
questa notte, passata la grande affluenza e le grandi feste a base di sci
di fondo, balli occitani e vin brulè del week-end, sono solo più una
cinquantina di turno questa notte.
Che non sarebbe stata una notte normale lo si poteva pensare, qualche
avvisaglio c'era. Infatti ho fatto circolare un sms in serata avvisando
tutti di tenere i cellulari accesi e a portata nella notte. Un amico era
su ed aveva istruzione di dare l'allarme a qualsiasi ora del giorno e
della notte. Non vado a dormire tranquillo.
Alle quattro la chiamata: "sono a Venaus, stanno picchiandoci tutti a
sangue"
Si fanno partire tutti gli sms alle persone operative. Ci si sente per
trovarsi all'ospedale di Susa. Ci si veste e via, nella notte. A Susa
vediamo arrivare un'autoambulanza inseguita da due pattuglie digos.
Entriamo nel pronto, c'è un'infermiera e quattro carabinieri armati di
tutto punto con in bella mostra una sbucciatura a testa.
Uno parla: "ci hanno aggrediti" e giù tutti e quattro a ridere.
Discutiamo animatamente, appoggiati dall'infermiera, e ce ne andiamo
verso Venaus.
L'unica strada libera viene da Giaglione. Polizia ovunque. Sono le 5 e
qualche centinaio di persone si assiepa davanti ai militari in assetto
antisommossa.
Lontane le urla strazianti dei presidianti. Telefono all'amico assediato:
racconta che sono circondati nel prato.
Alle 3.30 è partito il blitz: le forze dell'ordine hanno svegliato a calci
e manganellate sulla tenda chi dormiva nella tenda.
Il vicequestore Sanna, in preda a delirio da coca o amfetamine, sale su
una ruspa e sprona il macchinista contro la barricata con la gente sopra,
urlando agli uomini "ammazzateli tutti" (registrato con un telefonino,
spero che quell'uomo possa pagare per quello che ha fatto).
A quel punto gli assediati sono in due gruppi in due prati, stretti e colpiti
ripetutamente da manganellate e calci, a difendersi con le mani in alto.
Le ambulanze dopo un'ora finalmente permettono di soccorrere i feriti.
Giornalisti manco a dirlo tutti assenti.
Un signore conosciuto al presidio con cui abbiamo fatto mezza giornata di
pulitura dei prati dai rifiuti di plastica, una delle persone più pacifiche che
abbia mai conosciuto, è stato duramente colpito in testa ed alla nuca.
Arriviamo che il cordone della polizia si stringe di colpo contro di noi
per fare passare i mezzi di rinforzo per massacrare ancora i 50 poveracci
ostaggi nei prati.
Non ci muoviamo e stiamo con le mani in alto. Quello davanti a me con lo
scudo inizia a spingere con violenza e quelli dietro a colpire con il manganello.
Schivo i colpi, ma la rabbia è infinita.
Pensionati iniziano a lanciare sassi, tutti colpiscono a calci il pullman.
Le botte aumentano, poi passati i mezzi si fermano. Arrivano gli
assediati, rilasciati. Il terrore è nei loro occhi, molti sragionano e
quasi tutti hanno preso botte. La gente è sempre più inferocita, gli sms
girano per tutta la valle. Un signore con il cappello da alpino colpito
nella carica si contorce a terra per mezz'ora, poi la polizia lascia
passare i barellieri, ma non l'ambulanza, lontana.
Nella giornata si susseguiranno le voci di un coma,
ma per conoscenza scopriamo che non è vero.
In molti abbandoniamo Venaus, tutte le fabbriche,
le scuole, i negozi sono in sciopero.
Si organizzano i blocchi: autostrada a Venaus: arrestati tutti subito.
Bussoleno strade e ferrovia Susa autostrada S. giorio autostrada Avigliana
ferrovia Almese autostrada. Noi andiamo a Bussoleno. C'è gente che prepara
barricate, la polizia arriva, poi si ritira, poi arriva dall'altra parte.
Qui c'è una barricata, arrivano armati fino ai denti, si fermano dietro
alla barricata. Iniziano a sradicarla. Qualcuno butta palle di neve, poi
due copertoni, poi la carica su donne, uomini, vecchi con le mani alzate.
Chi ha la macchina fotografica viene colpito all'apparecchio e poi alla testa.
Una coppia di ragazzi sui 35 anni (lui e lei) rimangono in mezzo, pestati
da 4 poliziotti evidentemente sotto l'effetto di droghe.
Tutti accorrono, gridano, le prendono. Botte, botte, botte.
Arrivano notizie dagli amici di pestaggi violenti a San Giorio, Avigliana
(voce di un morto, da confermare), Susa, Almese, con i parroci in testa.
Barbara Debernardi, sindaco di Condove, ha la faccia nera per i pestaggi sul naso.
Arriva notizia che i pensionati a San Giorio stanno facendo barricate sull'autostrada
abbattendo alberi e guardrail. Hanno bisogno di aiuto, moltissimi accorrono.

Ora (16.28 ) sono qui per far sapere al mondo ciò che sta accadendo,
amici sono a San Giorio, dove mi dicono che continuano le cariche ed i
pestaggi sulla popolazione inerme, migliaia di persone.

Il tutto sta avvenendo nel silenzio dei media, complici, con l'assenso di
buona parte delle forze politiche ed il colpevole silenzio di quasi tutti
i nostri concittadini italiani. Per un'opera pericolosissima per la salute
(vedi http://www.legambientevalsusa.it ), inutile per i trasporti (vedi
articolo di Marco Boitani su http://www.lavoce.info, riportato sul
Sole 24 ore e Corriere della sera) ed utile solo a rubare agli italiani
l'equivalente di 4 ponti sullo stretto, da parte di cooperativa rosse
(CMC, Ravenna), FIAT, ENI, Rocksoil (della moglie del ministro
Lunardi, scava in Francia)

VERGOGNA!
Per favore, fate girare!!!!!!
Non è più una questione di TAV, ma di dittatura.

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foto sparite
by alessia Saturday, Dec. 10, 2005 at 9:07 AM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2005/12/941187.php

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sono 10 volte che postate sto cazzo di prete
by @ Saturday, Dec. 10, 2005 at 10:02 AM mail:

é la decimavolta che i lillipuzzoni postano sta merdata del prete, le prediche del frate e le lamentele sulle loro giaculatorie iddate
stanno incominciando il gioco delle infamate che hanno rodato a genova, con l'obbiettivo di gestirsi la a la vallesusa, vogliono svendere la lotta e avvilire i compagni
sono gia in valle con le loro mani alzate sui compagni, sono dentro la lotta della notav, col loro pacifismo piccolo borghese e i loro paraocchi parrocchiali, e la vogliono fare da padroni, vogliono isolare gli estranei del movimento; o li prendiamo a calci in culo da subito o si appiccicano come la muffa e non basta neanche la ruspa
CACCIAMOLI SUBITO E SE SABATO PROSSIMO SI METTONO TRA LE PALLE A CALCI NEI COGLIONI
SUBITOOOOOOOOOOOOOOOOO
SARA DURA

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NO alle differenze :: TUTT* contro il TAV
by Akkraak Saturday, Dec. 10, 2005 at 4:02 PM mail:


il testo del movimento NO TAV in Val di Susa:

Luogo comune n.1
SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL’EUROPA.
In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio) e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume, la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena…

Luogo comune n.2
LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE.
In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i TIR partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri. E il flusso delle merci -previsto da chi vuole l’opera in crescita esponenziale -è invece sceso del 9% nell’ultimo anno!

Luogo comune n.3
LA TORINO-LYON E’ INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE.
In realtà è’ vero il contrario. Togliendo risorse (è tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda (Fiat e non solo), il TAV sarà la mazzata finale all’economia piemontese.

Luogo comune n.4
Il TAV TOGLIERA’ I TIR DALLA VALLE.
In realtà tanto per cominciare, i 10/15 anni di cantiere necessari a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la apocalittica fase di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi. I promotori dell’opera e recenti studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l’ 1% dell’attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Bel vantaggio!

Luogo comune n.5
I VALSUSINI SONO EGOISTI. NON PENSANO AGLI INTERESSI DELL’ITALIA.
In realtà attraverso la Valle di Susa, attualmente, passa già il 35% del totale delle merci che valicano le Alpi! Lungo l’Autostrada del Frejus passano circa 4.500 TIR al giorno, contro i 1.500 del Monte Bianco, in val d’Aosta, dove il numero dei TIR è stato limitato per legge.

Luogo comune n.6
LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI.
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i comuni della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel problema: la mafia. Turbative d’asta sono già state individuate per la fase di sondaggio geologico a carico di uomini politici piemontesi e non… figurarsi per la realizzazione dell’opera!

Luogo comune n.7
LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara).

Luogo comune n.8
QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI.
In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor. Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone – St.-Jean-de-Maurienne). Tanto paghiamo noi.

Luogo comune n.9
CHI E’ CONTRO LA TORINO-LYON E’ CONTRO IL PROGRESSO.
In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste, minerali) sono limitate, l’inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l’esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa.



wwf tav… e questa è la posizione del WWF che condivido appieno…

“Stiamo con forza chiedendo un confronto pubblico con i principali interlocutori di questa vicenda” scrive il Presidente Pratesi “e siamo convinti che un dibattito sereno possa far emergere una semplice verità: esiste un’alternativa più vantaggiosa sotto il profilo non solo ambientale ma anche economico. Se il piano TAV, dentro cui l’opera della Val di Susa si inserisce, fosse stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, questo non sarebbe mai stato approvato in questi termini. Ma purtroppo la direttiva sulla VAS nel nostro paese non è neppure stata ancora recepita e così i piani vengono approvati senza valutare le opzioni alternative. Ma la questione ora non è formale, qui ci sono ambienti integri da difendere e denaro pubblico da non sprecare: è un obbligo morale ed istituzionale aprire un confronto reale sull’alternativa al provetto TAV”.

A dare man forte alla posizione del WWF sono due notissimi tecnici quali l’urbanista Maria Rosa Vittadini, già direttore del servizio V.I.A. del Ministero dell’Ambiente, e il meteorologo Luca Mercalli. “Nonostante la linea attuale del Frejus sia utilizzata per meno della metà della sua potenzialità, il traffico merci ferroviario tra Italia e Francia è stabile dal 1994 e nell’ultimo periodo è addirittura in diminuzione” – dichiara la professoressa dello IUAV - Vittadini, motivando la sua adesione alla manifestazione del 16, che aggiunge: “La continua crescita del traffico stradale non è dunque un problema di mancanza di infrastrutture, ma di mancanza di politica. Il potenziamento della linea esistente, secondo gli studi di FS e di SNCF, può fare fronte alla eventuale crescita del traffico fino a 20 milioni di tonn/anno: ovvero più del doppio del traffico attuale.

Gli studi accurati condotti sugli scenari futuri di evoluzione dei traffico dalla Commissione intergovernativa nel 2000, hanno chiaramente mostrato che fare o non fare la nuova linea Torino-Lione entro il 2020 non influenza minimamente la ripartizione del traffico tra strada e ferrovia. La nuova linea, se dovesse essere realizzata, toglierà semplicemente un pò di traffico ferroviario ai valichi svizzeri”.

“L’attuale linea del Frejus è una linea sottoutilizzata che potrebbe già oggi aumentare il suo traffico merci. Sarebbe poi importante definire quali e quante merci dovranno transitare dalle Alpi in un futuro a bassa intensità energetica: più merci uguale più rifiuti – conclude Luca Mercalli, tra l’altro membro del comitato scientifico del WWF Italia - . “I consumi non possono continuare a crescere all’infinito e l’esaurimento del petrolio renderà inutili le opere faraoniche a vantaggio di un sistema di produzione e di trasporto e di manutenzione che privilegia le piccole distanze. Un locomotore ad alta velocità richiede 8 megawatt per funzionare e la sola costruzione dell’opera consumerà una quantità di energia e restituirà danni ambientali ben superiori ai vantaggi che oggi vengono sbandierati come strategici per lo sviluppo e l’ambiente”.

grande Omizzolo::
http://www.omiz.it/?page_id=32

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