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SUL CORTEO NO TAV !
by No Tav Saturday, Dec. 10, 2005 at 6:31 PM mail:

CORTEO NO TAV !


La protesta 'no Tav' della Valle di Susa sabato 17 dicembre si sposterà a Torino dove l'appena nato 'coordinamento torinese no-Tav' ha programmato una grande manifestazione.L'iniziativa avrà una fase preparatoria con un convegno il 10 dicembre alla Camera del Lavoro di Torino e con una campagna di discussione e informazione con assemblee nelle fabbriche e nelle scuole. Ci saranno anche appuntamenti nelle circoscrizioni e il 16 dicembre un presidio con i sindaci valsusini nella centrale piazza Castello.

La manifestazione del 17 dicembre è stata illustrata oggi a Torino dagli aderenti al'coordinamento torinese no-Tav':Fiom, Cobas,Prc,Verdi e Legambiente.


Il corteo del 17 dicembre partirà alle 10 dalla stazione ferroviaria di Porta Susa e percorrerà le vie del centro...

http://www.notav.it

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Alla faccia di Chiamparino
by tie' Saturday, Dec. 10, 2005 at 7:09 PM mail:

che ne aveva chiesto l'annullamento!

NO TAV!

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ma questi dov'erano?
by xy Saturday, Dec. 10, 2005 at 8:58 PM mail:

Fiom, Cobas, Prc, Verdi e Legambiente?
Si sono autocostituiti in comitato antiTav?
Ma dov'erano prima?
A parlare contro il TAV a Torino erano solo l'Aska, il Fenix, l'Osservatorio ecologico e la FAI.
Questi a Torino non si sono mai visti e non hanno mai fatto niente.
E adesso, dopo aver preso atto della maestosità del movimento, si ergono ad avanguardia?
Nessun cappello politico sul movimento!
La lotta sarà autogestita dal basso senza politicanti!

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Infatti NIcoletta
by Marco Saturday, Dec. 10, 2005 at 10:44 PM mail:

Infatti Nicoletta Dosio, che ora ha il naso rotto per una manganellata, in questi anni non ha mai lottato contro la Tav... oppure lo faceva ma aveva una doppia militanza?

Diamo a Cesare quel che di Cesare e ai militanti quel che è dei militanti se poi le segreterie e le burocrazie arrivano dopo...

io c'ero anche al corteo di Sant'Ambrogio di anni e anni fa'... eppure non sono dell'Aska, nè della Fai... ai tempi di S. Ambrogio il Fenix era ancora da occupare...

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Poca memoria
by AttoniTO Sunday, Dec. 11, 2005 at 12:50 AM mail:

Così, tanto per dire, Nicoletta Dosio è segretaria di un circolo di Rc in Valle Susa nonchè moglie del sindaco Joannas (stesso partito). E' anche, da sempre, una militante Cobas. I Cobas sono da sempre in Valle, non solo da quando, indicendo lo sciopero generale, hanno consentito ai lavoratori di lasciare le fabbriche ed andare a manifestare senza rischiare il posto di lavoro. Che poi tra i Cobas e Askatasuna ci sia qualcosa in più di una semplice simpatia, è ormai storia. Nessun cappello su una lotta di popolo, quindi, ma non confondiamo i Cobas con la Cgil, ad esempio.

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basta cristo. note sulla delega
by giggi Sunday, Dec. 11, 2005 at 1:41 PM mail:

dio cane basta con queste guerricciole del quartiere! e io c'ero e tu non c'eri ma che cazzo questa lotta può ricomprendere e rilanciare anche tutte le altre che hanno a tema il rapporto salute-ambiente in tutto il resto d'italia. i cosiddetti politicanti ci saranno sempre così come sempre ci sarà un qualche rapporto di delega. tutto dipende dal tipo di rapporto che lega la base con i delegati. questo rapporto è più o meno diretto a seconda dell'intensità della lotta. quando c'è il riflusso rimangono solo i delegati, come i paguri dopo che l'onda torna indietro rimangono sugli scogli a prendere il sole. ma questi "delegati" sono comunque espressione di una fiducia extra-parlamentare e come tale non soggetta alle procedure di elezione parlamentare, ma più simili a forme di democrazia diretta (tra l'altro l'elezione diretta del sindaco è quanto di più simile alla democrazia diretta nei nostri sistemi a delega rappresentativa). di certo in questa lotta ci sono altri delegati di altri poteri estranei alla popolazione della valle di susa, ma nella misura in cui contribuiscono al montare della lotta perchè bisogna sputargli in faccia? per paura che ci speculino sopra? ma davvero c'è chi pensa che agnoletto si stia facendo "campagna eletorale" in val di susa? pur non essendo tesserato di rifondazione chiunque si va a ripescare i documenti degli ainizi anni 90 vedrà che rifondazione nelle sedi istituzionali preposte opponeva forti critiche di metodo e merito al treno ad alta velocità. allora perchè anche qui si spara merda a gratis?
ho paura che ci sia chi pensa che la lotta in val di susa coincida con l'abbattimento del potere dello stato. ora credo che chi la pensi così faccia una confuzione che non fa che ritorcersi contro lo sviluppo razionale della lotta, razionale nel senso che si pone un problema di mezzi e fini, i quali ultimi non possono che essere inizialmente minimi (blocco dei lavori) e tendenzialmente massimi (ripensamento modello di sviluppo trasportistico). mentre per ottenere il primo obiettivo i livelli "delegati" possono essere molto limitati (lotta di popolo) per i secondi devono per forza di cosa interagire molti livelli di delega a differenti livelli (spinta verticale dal basso verso i livelli decisionali nazionali e internazionali e spinta orizzontale verso lotte dellos tesso genere in altre parti d'italia).
mi pare una faccenda complessa, si può ridurla tutta ad uno scontro con lo stato?

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Stiamo parlando di Torino
by xy Sunday, Dec. 11, 2005 at 2:08 PM mail:

Nessuno mette in dubbio che il PCR in valsusa sia dentro il movimento.
Massima solidarietà a Nicoletta.
Il fatto è che non parlavo della Valle ma di Torino.
Gli stessi comitati si lamentavano che a Torino non c'era un'opposizione visibile al TAV.
E a Torino il PCR - prima d'ora - non ha mai fatto niente.
E gli altri del cosiddetto comitato antiTAV meno ancora.

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e coloro che arrivano da lontano
by info Monday, Dec. 12, 2005 at 11:42 AM mail:

non era meglio scegliere il pomeriggio come orario di partenza della manifestazione?
per chi arriva da lontano è un bel casino essere a torino per le 10.00

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Le ragioni del SI TAV
by Fabio Ferrario Monday, Dec. 12, 2005 at 12:03 PM mail:

Uno studio universitario eseguito sui tre principali quotidiani nazionali.
“TAV in Val di Susa”: le ragioni (nascoste) del sì
1. Credo che molti lettori, dopo quello che è accaduto nei giorni scorsi, abbiano dedicato qualche attenzione in più al tema “della TAV in Val di Susa” – cercando in primo luogo di capire le “ragioni del sì”. In una democrazia le politiche pubbliche vengono delegate – e non potrebbe essere altrimenti. Vengo delegate ai politici, alle burocrazie e ai saperi esperti. In una democrazia i cittadini hanno un pre-giudizio di razionalità nei confronti delle decisioni pubbliche. La maggior parte di loro pensa che le decisioni siano razionali quanto basta, che siano state prese facendo buon uso della conoscenza rilevante e che vi sia un luogo virtuale dove questa conoscenza si è accumulata in forma di studi, rapporti, dati. Da questo luogo essa potrà essere all’occorrenza recuperata, divulgata, spiegata.
2. Sono andato alla ricerca delle “ragioni del sì” (con i miei studenti del corso di “Analisi delle politiche pubbliche”) nei tre maggiori quotidiani italiani – il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa – nei giorni del 7, 8 e 9 dicembre. Sono andato in primo luogo alla ricerca delle “ragioni del sì” perché si tiene un corso di “Analisi delle politiche pubbliche” sullo sfondo, appunto, di un pre-giudizio di razionalità delle decisioni pubbliche. Le politiche pubbliche sono razionali fino a prova contraria. Ma lo si tiene anche sullo sfondo del principio che della razionalità delle politiche pubbliche, in una democrazia, si deve dar conto a richiesta. E una contestazione così forte, prolungata, condivisa era una richiesta di questo tipo. Quindi, non mi restava che mostrare agli studenti come le “ragioni del sì” del progetto infrastrutturale in Val di Susa venissero recuperate dagli archivi e dai documenti pertinenti, comunicate, spiegate – come esse poi affiorassero senza troppa fatica nel dibattito pubblico. Non restava, quindi, che sfogliare e discutere gli articoli più importanti nei maggiori quotidiani italiani dove queste ragioni le avremmo trovate, anche se solo accennate – quotidiani di indiscutibile autorità, ai quali una parte così rilevante dell’opinione pubblica si rivolge ogni giorno per orientarsi.
3. Gli articoli che ho letto insieme ai miei studenti sui tre maggiori quotidiani italiani li hanno letti nelle stesse ore circa due milioni di italiani – più o meno con il nostro stesso intento: cercare le “ragioni del sì”. E in effetti – iniziando dall’articolo di Luciano Gallino (La Repubblica, 7/12) – la nostra esplorazione non poteva cominciare in modo migliore. Un articolo metodologicamente ineccepibile – che delineava lo schema concettuale all’interno del quale esporre le “ragioni del sì” (ed anche “le ragioni del no”). Da lì siamo partiti, dalle coordinate concettuali di quell’articolo che sono anche le coordinate di un corso di “Analisi delle politiche pubbliche”. Che sono le uniche che abbiamo saputo costruire in questo campo. Il nostro viaggio è cominciato bene ma non siamo andati molto lontano, perché non abbiamo trovato più nulla in tre giorni di letture e pensieri che all’interno di quelle coordinate cadesse.
4. La Stampa di Torino – molto interessata per ovvie ragioni – ha dedicato il 7/12 un editoriale di uno dei suoi più autorevoli giornalisti al tema – un articolo che leggerlo non ci è stato di alcuna utilità. Credo che il giornalista sia stato costretto a buttare giù il pezzo in pochissimo tempo e non avesse idea di che cosa stesse parlando. Comunque non c’era nulla di pertinente. Nessun richiamo a fatti che potessero ampliare le conoscenze del lettore e fargli intravedere le “ragioni del sì”. L’unico riferimento fattuale riguardava un nesso causale inverosimile, quello tra l’opera in questione e “lo sviluppo dell’intera area del Nord-Ovest”. Nesso senza alcun significato e rilevanza. Anche perché le “ragioni del sì”, per un’opera di questa dimensione, andrebbero cercate ben oltre il Nord-Ovest dell’Italia, nell’interesse nazionale (ed europeo). Anche perché il “Nord-Ovest” deve trovare una soluzione ai suoi problemi economici (quali, poi?) nei prossimi dieci anni, molto, molto prima che le infrastrutture in discussione comincino a produrre i loro effetti. Anche il Corriere della Sera dedicava nello stesso giorno al tema un editoriale di uno dei più autorevoli commentatori italiani, Sergio Romano. Ma anche in questo caso si trattava di riflessioni non pertinenti, a “contenuto informativo nullo”. Ad un certo punto abbiamo anche incontrato la seguente affermazione: “Senza Tav lasceremo nelle mani dei nostri concorrenti l’Europa danubiano-balcanica, vale a dire la regione in cui abbiamo realizzato negli scorsi anni (…) qualche significativo successo.” Un altro nesso causale tra eventi espresso in uno spazio-tempo fantastico, senza significato. Niente di utilizzabile.
5. Gli italiani che li hanno letti – ed anche i miei studenti – non hanno trovato nulla di pertinente in questi due editoriali. Non vi hanno trovato le “ragioni del sì”. Ma non avranno neanche cominciato a dubitare dell’esistenza delle “ragioni del sì”: il pre-giudizio razionalistico è troppo profondamente radicato per essere messo in discussione da un editoriale scritto in fretta. Ma non hanno trovato nulla di pertinente neanche nelle pagine interne: solo cronaca e impressioni raccolte sul campo. Ma si saranno imbattuti in un’intervista al Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Lei sì che avrebbe potuto fornire qualche dato, rimandare ai contenuti tecnici di qualche atto amministrativo della sua amministrazione, richiamare le analisi della sua burocrazia e dei suoi consulenti. Ci ha informato, invece, del fatto di essersi svegliata alla tre del mattino con il pensiero che “Lassù i bambini non riescono ad andare a scuola, i loro padri a forza di scioperi rischiano il licenziamento, e poi sta anche arrivando il Natale…”.
6. Nei quotidiani del giorno dopo (8/12) si esercitano sul tema alcune grandi firme del giornalismo italiano: Panebianco sul Corriere, Valentini su La Repubblica, Annunziata su La Stampa. Dopo il magistrale pezzo di Luciano Gallino il giorno prima, la strada era aperta per riflessioni pertinenti, ancorate alle coordinate che logica vuole. Angelo Panebianco divaga e svolge il tema, certo centrale, dell’arretratezza culturale della “Sinistra” (comunque non capiamo a che cosa si riferisce visto che in Piemonte e in Italia i due principali partiti “della Sinistra” sono favorevoli all’opera e lo hanno detto in tutti i modi). Lucia Annunziata ci aiuta ugualmente molto poco: nel suo articolo non c’è un bit di
Antonio G. Calafati (http://calafati.univpm.it) 2
informazione. (E per di più ci costringe, ad attardarci sulla dicotomia “modernità-nostalgia” (sic). “Che cosa vuole dire?” – “Mah, nella fretta…”). Giovanni Valentini si dedica ad una riflessione sulla funzione del dialogo, opportuna quanto superflua. Sembra anche lui favorevole all’opera, ma non porta nessuna ragione. Le pagine interne non ci sono ugualmente di aiuto. Su La Stampa un lungo articolo di costume – che sembra un pretesto per un pregevole esercizio di grafica – su chi si oppone in Italia alla “Modernità” (e alla “Alta velocità”). Su La Repubblica (p. 2) alcune righe canzonatorie sulla lentezza (come se la lentezza non fosse un tema di straordinaria profondità e, anche, un tema prosaicamente economico – visto che la velocità ha un costo e ogni ragazzo che studia economia sa che una unità di risorse impiegate per andare più velocemente ha comunque un uso alternativo, da valutare comparativamente). Sul Corriere un politico di rilievo (Emma Bonino) introduce un nuovo concetto affermando che la “Tav in Val di Susa” si deve fare perché “lì c’è in gioco un modello di ecologia sostenibile.” (p. 3) “Ecologia sostenibile? Ma che cosa è?” “Mah, un paradosso, forse semplicemente un refuso…”.
7. Il terzo giorno (9/12) altri esercizi che sono divagazioni. Barbara Spinelli, su La Stampa, ad un certo punto del suo lungo editoriale si decide a sfiorare il tema affermando “Ci sono progetti razionali, opportuni – una ferrovia ad alta velocità che dal Portogallo va a Kiev ha questi attributi…”. “Ma a che cosa si riferisce?” “Mah, non so, …”. Uno sguardo alla Trans-European Transport Networks che l’Unione Europea immagina di costruire, e che è lo sfondo meta-progettuale di questa vicenda [http://europa.eu.int/comm/ten/transport/index_en.htm], è sufficiente per avere la conferma che ci sono ben altre vie per arrivare da Lisbona a Kiev che non transitare da Torino. Non è che si fa questo tunnel in Val di Susa per andare da Lisbona a Kiev! Ma alla fine l’articolo ritorna sul tema del dialogo istituzionale, e la giornalista formula una proposta, una “… soluzione che può salvare la modernità, evitare la sua demonizzazione..”. Anche lei sembra favorevole, in definitiva, all’opera – ma neanche l’ombra di un motivo nel suo ampio articolo. E, come negli altri, neanche un cenno delle fonti alle quali si alimenta il suo giudizio. Attraverso quale processo, elementi, analisi si è formato il suo giudizio. Ma prende forma, in questo pezzo, l’equazione fondamentale che sembra alla base del giudizio favorevole che caratterizza tutti questi saggi di giornalismo: “Tav in Val di Susa” = Alta Velocità = Modernità. Cercavamo delle ragioni razionali, dei ragionamenti falsificabili, delle ipotesi e dei dati per corroborarle e abbiamo trovato i primi, abbozzati elementi di una “mistica delle infrastrutture”. Su La Repubblica del 9/12 l’editoriale di una altra autorevole firma (Alberto Statera) è dedicato alla storia personale del Ministro Lunardi – e in tutto il resto del quotidiano neanche l’ombra di una informazione sulle “ragioni del sì”. Solo cronaca, racconto. Molta cronaca anche sul Corriere dello stesso giorno (che non ha editoriali sul tema). Nessun riferimento ad analisi, fatti, atti amministrativi, procedure. Neanche la parvenza di un ragionamento, di una riflessione di una tabella riassuntiva dei temi controversi, dei costi finanziari ed economici, dei benefici, del contesto territoriale, delle condizioni a contorno, qualche rimando per approfondimenti. Niente.
Antonio G. Calafati (http://calafati.univpm.it)
Ma in un’intervista a Nerio Nesi (Ministro competente quando fu presa la decisione) si legge: “Ero e resto convinto che l’Alta velocità va fatta.” (p. 6) Neanche il tentativo di accennare ad una ragione, mentre l’intervista scivola su altri temi “Siamo stati noi torinesi a fare l’Italia…”. 8. Ma che cosa sanno oggi 10 dicembre 2005 sulle “ragioni del sì” “alla TAV in Val di Susa” i due milioni di italiani che hanno letto i quotidiani che abbiamo letto noi in questi giorni? Che cosa sanno non lo posso sapere. Che cosa sanno di più dopo aver letto pagine e pagine di editoriali e di cronache e di interviste questo credo di saperlo: nulla. Non perché sapessero già tutto o molto prima, ma perché non hanno trovato nulla oltre i fatti di cronaca. Le redazioni dei tre principali quotidiani italiani non sono riusciti nei tre giorni chiave della vicenda ad organizzare un pensiero intorno ad un tema così importante (unica eccezione l’articolo di Luciano Gallino, che nessuno ha poi ripreso). Ma insisto: non diamo troppo peso ad un “fallimento informativo”, le “ragioni del sì” finiranno per emergere. 9. Certo, ma quali sono e dove sono (nascoste) le “ragioni del sì”? (10. I tre quotidiani che abbiamo esaminato dedicano ogni giorno e da anni dettagliate analisi a ciò che accade sui mercati finanziarti e valutari. Hanno una sezione quotidiana per questi temi e supplementi settimanali. Perché non dedicano la stessa attenzione (le stesse risorse) ad esaminare la politica delle infrastrutture, un tema così decisivo per lo sviluppo economico dell’Italia? Ogni giorno e per dieci anni due pagine intere, con analisi tecnicamente pertinenti dedicate alle infrastrutture. Un’opera di alfabetizzazione. Chissà perché non lo fanno? Che strana idea dell’economia devono avere.) Ancona, 10 dicembre 2005 Antonio G Calafati P.S. Nessuno dei miei studenti legge, se non molto raramente, un quotidiano. Non è dopo questo fallimentare esercizio che posso provare a far loro cambiare idea.
Antonio G. Calafati (http://calafati.univpm.it)

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centrosinistra centrodimerda
by me Monday, Dec. 12, 2005 at 12:15 PM mail:

IL CENTRO SINISTRA HA VERAMENTE ROTTO IL CAZZO!

SONO SEMPRE PER FARSI I CAZZI LORO, GLI INTERESSI PROPRI E DEL GOVERNO ( CONSIGLIO A PROPOSITO DI LEGGERE IL NUOVO LIBRO DI MARCO TRVAGLIO: "INCIUCIO", RELATIVO ALL'INTESA DESTRA-SINISTRA ISTITUZIONALI), NON GLIENE FREGA UN CAZZO DELL'AMBIENTE, NE' DELLA SALUTE DELLA GENTE!

BRESSO, CHIAMPARINO ANDATE A FANCULO!

NO TRENI AD ALTA VELOCITA'!

POTENZIAMO IL TRATTO FERROVIARIO GIA' ESISTENTE, ADESSO INUTILIZZATO PER OLTRE IL 30%.

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contestazioni TAV
by benedetto.mi@libero.it Monday, Dec. 12, 2005 at 2:00 PM mail:

Abbiamo appreso di come la protesta anti-TAV possa essere sfociata in incontenibile rabbia che ha portato anche a danni vistosi al cantiere di venaus. Per non dilungarmi su come tale rappresaglia significa ben poco e su come si può esprimere il proprio dissenso tenendosi lontani da fatti + o - compromettenti di fronte all'opinione pubblica (che in generale fa fatica farsi i fatti -o c***i- propri).
Emergono i temi da affrontare, che sono + o - questi:

1-l'impopolarità dei trsporti extra-lusso quando le ferrovie da noi vanno a singhiozzo e servono dei servizi popolari e/o alternative che permettano di ridurre al minimo gli spostamenti per lavoro (pagati dal lavoratore in tempo e denaro, e dall'ambiente come effetto serra);

2-l'impatto ambientale conseguente all'opera, notevole e spesso sottovalutato o nascosto lo si ritrova purtroppo (per la vivibilità e per gli ecosistemi naturali) nella moltitudine dei progetti (di autostrade, piste da sci, discariche...) che stanno pian piano o veloce veloce rosicchiando il nostro territorio in nome della modernità e del progresso che in qualche modo non dipende da queste, quando il progresso collettivo dipende dalla giustizia sociale e dall'integrazione, cose che ognuno di noi sa a sue spese; tutto sommato l'ambiente in tempi + o - lunghi (per quanto riguarda l'effetto serra saranno sicuramente lunghi) riesce a riequilibrarsi e i danni che le montagne subiscono (tantissimi) durano al massimo qualche millennio;

3-la sicurezza (si veda il tema dell'uranio e degli incidenti storici al monte Bianco e non solo) di un tunnell lungo 56 km (i primati come pure il ponte sullo stretto di messina, piacciono molto ad una categoria di elettori) quando, se ne parla, può bastare un molto - costoso e + salutare eventuale quadruplicamento della ferrovia esistente anche nel caso in cui si decidesse di restare con una galleria a 2 binari e con un sistema di semafori al frejus che comporterebbe attese al max di 10 min;

Per finire, i motivi per non fare la TAV sono tantissimi;
I motivi per farla sono, i soldi.

Si possono sempre boicottare gli eurostar, o se lo si ritiene idoneo, di fare blocchi e quindi far accumulare ritardi, selettivamente a questa fascia di treni fonte di profitto.

I vandalismi andrebbero comunque limitati alla sopravvivenza.

saluti

benny

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mattino??????
by luciotto Monday, Dec. 12, 2005 at 2:50 PM mail:

ma questa e' pazzesca!!!!! Si fa al mattino di sabato una manifestazione importantissima, con carattere nazionale,
SAPENDO BENISSIMO che a Torino, storicamente, da sempre, tutte le manifestazioni
SONO SEMPRE STATE FATTE TUTTE DI SABATO POMERIGGIO.
Le ragioni le conosciamo tutte beissimo, e farle il pomerigiio raddoppia o triplica il totale dei dimostranti.
Questa scemenza fa il paio con la trattativa che c'era stata quel sabato pomeriggio in cui siamo rimasti chiusi per 1 ora e 45 minuti in via Cottolengo, e poi, cosi',quando ci hanno lasciati muovere, il percorso era stato svuotato in precedenza.
Comincio veramente a pensare che fra gli organizzatori ci sia qualcuno che, con non-chalance, o con una alzata di spalle degna di Machiavelli, agisca davvero per ostacolare la riuscita delle lotte, non essendoci altre possibilita'per sminuire questa onda che sale (finche' sale).
Io non penso che ci siano le congiure, ma facciamo attenzione che farla al mattino vuol dire dimezzare il numero dei partecipanti; e se c'e' chi insiste, cominciamo a domandarci il perche'.




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Supporto dall'estero
by Robby,Robby Monday, Dec. 12, 2005 at 3:00 PM mail:

Egregi corregionali e concittadini, seguo la vicenda (per quel che posso) del NOTAV dall'Inghilterra e, mi addolora sapere che vi sono stati degli sviluppi poco piacevoli nel manifestare il proprio diritto alla salute e sicurezza.
Manco da Torino e dall'Italia dal Novembre 2001 e in questi ultimi anni la citta' e' cambiata moltissimo e continua ad essere un' unico cantiere con i dovuti lavori per le Olimpiadi del 2006 della quale non si sa se rientreranno i soldi spesi e se i lavori saranno ultimati.
Devo dire che anche se ormai vivo in Inghilterra i problemi della mia terra mi toccano sul cuore e il vedere lo sperperare i soldi dei contribuenti in un progetto che avra' una data di chiusura' lavori solo ipotetica (non sono stati conslusi lavori con corte scadenze, figuriamoci questo nella Val di Susa che ha 15/20anni davanti a se')e tra l'altro mette a rischio non solo vite umane ma include anche gli altri rischi ambientali piu' annessi e connessi, non mi lascia indifferente e mi rattrista.
In questo momento posso solo dire ai dimostranti di non cadere nella trappola della violenza, e di continuare a lottare per i loro diritti e la liberta' di parola.
Non fatevi ammutolire dai politici o dalle forze che loro mandano, la vita in pericolo e' la vostra non la loro!!!!
Quindi, per favore restate uniti, non date modo a loro di vedere una sola breccia di disunione tra di voi, perche' se non vi e' unione tra voi, loro hanno gia' vinto.
Non mollate!!! In bocca al lupo.

Robby,Robby

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Pomeriggio!!
by jack_la_motta Monday, Dec. 12, 2005 at 3:15 PM mail:

Si l'idea di farla al mattino non è una gran trovata...i motivi di chi organizza quali sarebbero?secondo per la partecipazione è meglio i pomeriggio..

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Alle 10??
by rimanda Monday, Dec. 12, 2005 at 4:44 PM mail:

ma nn è possibile posticiparlo?? x le 10 è impossibile arrivando da fuori...

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NO TAV
by oHmAAA Monday, Dec. 12, 2005 at 5:03 PM mail:

Anche se sarebbe meglio il pomeriggio è importante la partecipazione di tutti anche di chi vien da fuori!!! Un sacrificio si può fare per dare solidarietà concreta a chi, anche di notte e al freddo, non ha mai mollato! Tutti a torino NO TAV

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attenzione
by krakovia Monday, Dec. 12, 2005 at 6:02 PM mail: krakovia@gmail.com

Non è detto che la manifestazione si faccia! I NO TAV hanno proposto un incontro alternativo al corteo!

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manifestazione no tav !!!
by time? Monday, Dec. 12, 2005 at 6:50 PM mail:

alle 10 è presto. facciamola alle 14.!?

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Manifestazione di pomeriggio
by Marco Monday, Dec. 12, 2005 at 8:52 PM mail:

Nonostante si sia diffusa la notizia che la manifestazione era stata annullata, la manifestazione si farà e sarà al pomeriggio alle ore 14 con partenza da porta Susa e arrivo alla Pellerina dove la giornata di mobilitazione proseguirà con l'iniziativa proposta dai sindaci, vale adire spettacolo di Beppe Grillo e di Dario Fo ecc....

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perchè bisogna fare per forza il corteo?
by op Monday, Dec. 12, 2005 at 9:16 PM mail:

ci sono tanti modi per tenere alta la lotta, che in ogni caso non finisce qui e non finisce con una "spallata"; la solidarietà ai valsusini e finalmente la convinzione che la TAV non solo è inutile, ma è una sporca faccenda, stanno diffondendosi; tanti ambiti locali e tante comunità di pianura, di valle o di montagna hanno la loro piccola o grande TAV, il loro Ponte sullo Stretto, il loro Mose, il loro inceneritore, ecc.ecc. Se le comunità valsusine hanno deciso, dopo grande discussione, che per loro il corteo non è opportuno è bene che il corteo non si faccia. E' opportunista chi vuole a tutti i costi fare un corteo e magari uno scontro con la polizia (che tra l'altro, travestita da falso black block, come già si è visto, sarà lì per provocare gli scontri ancora prima che qualche stupidello tiri una pietra). Si può stare in piazza pacificamente, senza sfilare per le vie, e dimostrare a tutti coesione pacifica, solidarietà con i valligiani, forza e dignità. Il feticismo dei cortei non mi va giù....

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sul feticismo e/o utilità del corteo
by mk Monday, Dec. 12, 2005 at 10:13 PM mail:

il corteo si farà anche per motivi di "feticismo", come sostiene qualcuno qui sopra, ma resta il fatto che ad aderirvi sono una marea di realtà in lotta, direi anzi quasi tutte (non soltanto autonomi, anarchici e centri sociali "duri"...), quindi significa che a volerlo sono in molti, esclusi i sindaci per ovvi motivi strategici. ma se essi si illudono di ottenere qualcosa con la trattativa, si sbagliano di grosso... e il corteo serve a questo: a ricordare che sappiamo benissimo che il TAV si farà lo stesso, e quindi a ribadire con forza la nostra ferma e consapevole opposizione; e poi serve a portare in strada, nelle strade affollate del frenetico shopping natalizio, dei concetti e dei valori concreti, che vorremmo essere condivisi da quanta più gente possibile, anche da chi non si presenterà volontariamente alla Pellerina.
sulla questione degli scontri sono d'accordo con te: in questa occasione sarebbero inutili e controproducenti, ma non vedo perchè essere sicuri che ci saranno. se poi la gente considera un CRIMINE il graffito sul muro ma non la realizzazione di un megaprogetto inutile, gestito dalla Mafia, tramite il furto ai cittadini...beh questo scusate tanto ma è un LORO problema.

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Se sbaglio currigetimi
by (A) TURINEISE INCAZZATO Monday, Dec. 12, 2005 at 10:49 PM mail:

non diciamo castronerie, da Porta Susa alla Pellerina il percorso del corteo è tutto su un bel vialone già in piena periferia, che si chiama corso regina dove fino a poco tempo fa si andava al piciatour( a puttane ) lontano dal salotto buono di chiamparino, lontano dallo struscio, lontano dai dallo shopping, lontano dagli occhi e lontano dal cuore, adesso che non ci stanno manco piu le puttane, non se ne accorgra nessuno che ci passa la manifestazione NOTAV, neanche i giardinieri che ogni tanto si vedono a potare i platani, SIAMO IN PIENA PERIFERIA IN MEZZO AL PARCO, NON CI SONO MANCO I NEGOZI......

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A fianco del popolo "no tav"
by Livio Gucciardo Tuesday, Dec. 13, 2005 at 5:38 PM mail: liviogc@virgilio.it

Il popolo "no tav": bistrattato, violentato, diviene vittima del neoliberismo, si trasforma in protagonista, lotta, ha voglia di riscatto, solleva la testa e dignitosamente prosegue.
Ha preciso l'obiettivo: progettare una valle migliore, senza quella maledetta tav.
Movimento popolare, desideroso di riscatto, di cambiamento radicale, di dialogo.
Richiama l'attenzione di tutto il paese, acquista consenso e non cede nemmeno ai brutali interventi della polizia.
Val di Susa è forte.
Zapatisti, valsusini, rivoluzionari, uomini e donne della stessa natura, di egual valore.
La resistenza continua, si protrae nel tempo, prende forme e colori diversi, è pacifica e giusta.
Noi delle "Farfalle Rosse" sostenitori di una tale lotta, ci affianchiamo al popolo "no tav", vogliamo progettare il futuro insieme a loro.
Come dimostrazione di solidarietà, il 17 dicembre, ci saremo anche noi, con la nostra forza, col nostro entusiasmo.

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