sintesi
XVII UDIENZA - PROCESSO DIAZ/PASCOLI
Continuano le testimonianze del gruppo di attivisti non violenti di saragozza. Il primo teste di oggi e' DM, che si trova presso le due scuole dal pomeriggio, vedendo passare una singola auto della polizia senza notare nessuna reazione particolare, e poi riuniendosi con gli altri per andare a dormire nella scuola Diaz. Sente arrivare la polizia, vede alcune persone correre dentro la palestra e sbarrare il portone nonostante la contrarieta' sua e dei suoi compagni, e nota che le porte sul retro sono chiuse con un lucchetto [ con buona pace delle teorie sul blitzkrieg di persone violente poi volatilizzatesi dalla palestra che al difesa continua a cercare, anche se ora inizia a puntare di piu' sulla teoria che queste persone si siano rifugiate ai piani superiori ]. Viene pestato come molti altri suoi compagni e assiste alla perquisizione arbitraria degli zaini fino a essere trasportato in ospedale dove gli diagnosticano la frattura di un dito e un incrinatura del gomito nonche' varie contusioni. Lo sport principale della difesa sembra esser quello di scavare nei particolari giocando su traduzioni malandate e verbali discutibili per cercare disperataente contraddizioni del teste che portano acqua al loro mulino. Il massimo che riescono a raccimolare di solito e' l'irritazione del tribunale, del teste e qualche incongruenza di ben poco conto. (se la porta fosse barricata con sedie o con una panchina non capiamo ce rilevanza abbia, ad esempio). Per quanto ci riguarda non possiamo che rallegrarci che il sentimento di fastidio nei confronti degli avvocati delle difese sia cosi' largamente condiviso.
La seconda teste e' AF, che racconta la medesima versione dei fatti, accontentando finalmente Corini citando le famose sedie poste a barricare l'entrata della scuola Diaz. Soddisfa anche Romanelli citando un poliziotto che dice "basta basta" fermando le violenze [ma non era al primo piano? o Fournier ha il dono dell'ubiquita'?]. Per il resto c'e' poco da essere soddisfatti perche' la testimone ricorda molto bene i tonfa e che tutti i poliziotti nella prima fase del pestaggio erano vestiti con la medesima uniforme. Per il resto la versione dei fatti dei testimoni di saragozza e' talmente spiccicata nel suo insieme da far pensare che ci sia ben poco da dubitare.
Il terzo teste e' AB, colpito da un lacrimogeno e da un poliziotto in piazza manin il venerdi'. La sua versione e' identica a quella degli altri, ammette tranquillametne le ferite pregresse e specifica quali sono le contusioni che subisce durante il raid alla Diaz. Inoltre ricorda molto bene la forma dei manganelli con cui picchiavano i suoi compagni: a t, come tonfa. Usate al rovescio per fare piu' male. Tutta la furia di Romanelli non riesce a smontare questo fatto inconfutabile che inchioda i suoi "protegés".
IV UDIENZA - PROCESSO PERUGINI
In questa udienza si ascolta la testimonianza del ragazzino minorenne che il 21 luglio viene pestato a sangue da alcuni poliziotti in borghese capeggiati da Perugini. Le immagini vengono riprese da decine di televisioni e fotografi e l'immagine di un ragazzo in maglia rossa con lo zigomo spostato fuori dalla faccia a suon di calci e manganellate diventa simbolo delle violenze gratuite delle forze dell'ordine nei giorni delle manifestazioni contro il g8. M. racconta come lui e altri sedevano in via Diaz senza fare altro che gridare contro le ffoo, che a un certo punto partono alla spicciolata contro di loro pestandoli selvaggiamente e arrestandoli. Di fronte ai video mostrati in aula nessuna delle difese ha il coraggio di aprire bocca. Per fortuna.
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